☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
dic 8 2012

Ristorante Don Pepicu – Sarroch

 Scritto da Melissa | 6 commenti | Commenta

Don Pepicu - Ingresso

Don Pepicu – Ingresso

 



Mi trovo nel mio buen retiro immerso nella ridente campagna, in un luogo ameno e tranquillo nel quale dare tregua al corpo spossato e dedicarsi alla scrittura. La Recensione mi chiama. In verità non faccio altro che fagocitare cibo come un oca da fois gras. Ma rifletto comunque, a pancia piena, sulla ciccionata da me vinta a mani basse con il supporto dei miei aficionados, che ringrazio. Penso ai Burricchi, a quanto sarebbero stati felici di brucare dell’erba così gustosa e fresca in pascoli così incontaminati.
 

Don Pepicu - Interno

Don Pepicu – Interno

 


Ben altri pascoli invece ci sono toccati in sorte venerdì scorso per la ciccionata da me vinta. Ma se vogliamo più che sorte è stata volontà, e in un certo qual modo imposizione del Raschione, dopo lungo braccio di ferro con Jesus, come potrebbe documentare la mia posta di facebook. Jesus infatti si lamentava del fatto che il posto prescelto fosse lontano, sosteneva tra l’altro che la scelta del Raschione non fosse stata casuale dal momento che la vettura che ci avrebbe condotto sarebbe stata appunto la sua 150 CV (o burricchi). Insomma io comunque emozionata per l’entità del premio vinto e per l’opportunità di conoscere tre personalità così importanti mi preparavo per la serata.
 

Don Pepicu - Antipasti

Don Pepicu – Burrida, dentice, pesce spada, seppiette

 

Appuntamento alle 20:30 in centro città. I Burricchi sono stati così gentili infatti da passare a prendermi e così accorti da avere invitato una gentil donzella, burricca anch’essa, che scoprirò poi essere la donna del presidente… della quale non mi è concesso rivelare le generalità, pena la radiazione dalla carica di burricca per un giorno. Puntualissima mi reco all’appuntamento e con il benestare di Carlo Felice che ci osserva dall’alto faccio la conoscenza del Raschione e subito dopo di Jesus e della sua dama. La 150 CV si mette in moto e schizza fuori dalla città senza seguire l’indicazione del povero Carlo Felice,ma prendendo la via del mare. E’ a quel punto mi viene svelata la meta della nostra ciccionata, non prima che la Dama del Presidente abbia verificato che sia libera da miscrospie. Sarroch è la nostra meta, patria della petrolchimica… ma che ci troveremo mai?
 

Don Pepicu - Antipasti2

Don Pepicu – Moscardini, anguilla, murici, orziadas

 

Notizia fresca li ci raggiungerà L’Ing. Marrocu, sottrattosi all’ultimo momento dai doveri lavorativi per festeggiare la vincitrice del concorso. Arrivati davanti al ristorante i due Burricchi eseguono le foto di rito cercando di ostacolarsi reciprocamente. Finito il teatrino decidiamo di entrare benché l’Ing. Marrocu non sia ancora giunto, infatti l’aria fredda e i fumi della vicina raffineria non rappresentano certo uno stimolo a star fuori. L’Oste proprietario del locale ci accoglie con gentilezza dandoci la possibilità di scegliere il tavolo che maggiormente ci aggrada. Piccola parentesi mi chiedo se si tratti di Don Pepicu in persona, e sopratutto questo titolo nobiliare sarà riconducibile a cosa? Noi troviamo solo una vaga somiglianza con il più celebre Grillini… mah!
 

Don Pepicu - Zuppetta cozze arselle

Don Pepicu – Zuppetta cozze arselle

 

L’ambiente è gradevole, tinte arancio sulle pareti, archi in mattoncini rossi, luci abbastanza soffuse,mobilio classico in legno scuro ma con dei pezzi su misura che sfruttano bene l’ambiente. La pizzeria si trova all’ingresso e più avanti nella sala si trova la cucina a vista incorniciata da un grande arco. Giusto il tempo di dare uno sguardo al menù che arriva l’Ing. Marrocu a completare il Triumvirato. Scusatosi del suo leggero ritardo prima con le signore procedere nel accomodarsi a tavola. Ora che la tavolata è al completo passiamo alla scelta del vino, che ricade sul meraviglioso Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini. Un vermentino davvero eccellente che ci viene servito in calici da degustazione adattissimi, ma gran peccato non ci viene data l’opportunità di procedere all’assaggio da parte del Burriccu Marrocu. L’appetito intanto cresce quindi decidiamo di partire con il classico assaggio di antipasti di mare per poi passare ai primi piatti. Sennonché mentre ci accingiamo ad ordinare l’oste esordisce con una frase che semina il terrore tra i commensali: Se qualcosa non dovesse piacervi, ditecelo che lo sostituiamo. Di li a poco avremo capito il motivo di tale improperio che quasi suona come “augurio”.
 

Don Pepicu - Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

Culurgiones Don Pepicu

Culurgiones Don Pepicu

 

Gli antipasti intanto arrivano abbondanti accompagnati da alcune ottime focacce,pizze bianche,appena sfornate. Antipasti classici di mare niente che possa considerarsi rivoluzionario, però alcuni di questi sono convincenti come le orziadas fritte, i bocconi, la zuppa di cozze e arselle, servita quest’ultima su un fondo di pane carasau, piatto gradito in particolar modo dalla Dama del Presidente. Altri abbastanza nella norma come i polpi alla diavola, che non erano affatto indiavolati anzi, o le seppie con i piselli, o ancora il carpaccio di spada, troppo ricco di limone e di semi di finocchio un po’ fastidiosi (perchè non utilizzare i grani pepe rosa? qui è la cuoca che è in me che parla). Alcuni antipasti invece erano troppo freddi per essere gustati adeguatamente, la burrida per esempio o le anguille “scaloppate”. Poi una “bestemmia culinaria per me, il pasticcio di dentice in salsa di maionese e yogurt. Per inciso… ma come diavolo può venire in mente di oltraggiare in tale maniera un pesce così prestigioso. Devo annotare per correttezza che il Burriccu Ing. Marrocu ha apprezzato questo piatto non prendendo le difese dello sfortunatissimo e nobile dentice. Dopo aver comunque ingurgitato una certa quantità di antipasti accompagno l’Ing. per una breve pausa nella quale ci siamo raccontati un po’ di vicende lavorative: Ah la crisi,certo che mi piacerebbe partire e cambiare aria e Beh si anche a me non voglio sputare sul mio lavoro ma….
 

Don Pepicu - Orata arrosto

Orata arrosto

Don Pepicu - Seppie arrosto

Seppie arrosto

 

Al nostro rientro con grande gioia troviamo una nuova bottiglia ad attenderci. Il Merì delle cantine Argiolas di Serdiana, un vermentino doc stavolta, più secco rispetto al primo ma altrettanto gradevole. Inoltre un gesto non scontato quello dell’Oste che ci cambia il calice. L’insoddisfazione comunque già serpeggia tra i burricchi che vorrebbero comprendere se i primi risolleveranno le sorti della ciccionata: Spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu e Culurgiones ogliastrini alla Don Pepicu per me, il Raschione e la Dama del Presidente. Le pietanze abbondanti ci vengono portate a tavola in vassoi in modo da servirci noi stessi, così assaggiamo tutti entrambi i primi. Gli spaghetti all’astice hanno un ottimo aspetto ma dopo averli assaggiati ed essermi confrontata con il mio dirimpettaio L’Ing. giungiamo alla conclusione che il sugo di pomodoro è troppo dolce, Jesus concorda. Probabilmente lo chef ha abbondato con lo zucchero per stemperare l’acidità della salsa di pomodoro. Sulla stessa linea i culurgiones alla Don Pepicu conditi con una salsa ottenuta dal succo dell’arancia, un tantino dolciastri e a tratti nauseabondi, benché il culurgione in sé fosse buono.
 

Don Pepicu - Sorbetto al limone

Don Pepicu – Sorbetto al limone

 

Giunti a questo punto quasi non ci rimaneva che arrenderci ma Jesus propone di dividere una grigliatina di orate e seppie. L’Oste infatti caldeggia la grigliata, forse preoccupato dell’insoddisfazione dovuta ai primi. Così ci vengono servite due orate di mare, a detta dell’Oste, e tre seppiette arrosto. Io mi cimento nella pulitura di un orata così come il Raschione. L’Ing. con occhio attento nota la mia dimestichezza e si offre di dividere il piatto con me,mentre il povero Jesus è costretto a mangiare l’orata stuprata dal Raschione. Una grigliata senza infamia e senza lode, le seppie erano a dirla tutta un po’ durette e l’orata non particolarmente saporita. Decidiamo così di concludere senza dessert, a dirla tutta l’elenco era poco stimolante, quindi sorbetti per tutti. E a seguire due caffè per Marrocu e Jesus, tre liquirizie di Muravera per me, il Raschione e l’Ing. Marrocu e per Jesus una grappa 903.
Devo dire che complessivamente non attribuirei più di due burricchi stiracchiati, da un lato per la qualità del cibo, reso meno buono proprio dal modo in cui è stato cucinato. Poi un altro errore grossolano è stato quello di non distinguere tra antipasti caldi e freddi, servirli in tempi diversi dopo magari aver cambiato il piatto. L’Oste è stato a mio avviso molto gentile anche nel gestire le nostre critiche, più che nostre di Jesus che si è fatto portavoce, ha interpretato i nostri umori.
Non mi rimane che ringraziare i tre Burricchi e la Dama per la piacevole compagnia, sono stata davvero bene… Lunga vita ai Burricchetti!

 
N.D.R. Aggiungiamo il dettaglio del conto economico, non specificato dalla pur abile recensitrice: 39€ per coperto che, non essendo l’autore di questo articolo, lascio voi giudicare. Il corrispettivo è stato poi rimpinguato da una adeguata mancia – finanziata interamente da Ettore e Jesus -, parzialmente riassorbita dalla manchevolezza contributiva del più parsimonioso degli astanti.

 


VALUTAZIONE “Don Pepicu”: Due Burricchi.
Ristorante Don Pepicu Indirizzo: Via al Mare 52/A, Sarroch
Telefono: 070900499    [mostra in google maps]
 

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nov 3 2012

Ristorante L’Oca Bianca – Cagliari

 Scritto da Ettore | | Commenta

Oca Bianca - Ingresso

Oca Bianca – Ingresso

 

Per l’ambizioso lettore che cerca l’interpretazione del sistema secondo un prontuario di simboli antichi possono venire incontro i chackra della tradizione indu. Si tratta di sette vortici di energia che hanno la funzione di assorbire quella universale per alimentare i vari livelli del campo energetico, collegarli con il corpo fisico, ed infine rilasciarla all’esterno. Il perfetto funzionamento del sistema energetico è sinonimo di buona salute e, di conseguenza, la totale apertura di tutti i chakra consente di raggiungere quel livello energetico che i grandi maestri orientali chiamano Illuminazione.
 

Oca Bianca - Interno

Oca Bianca – Interno

 

Proprio nel primo chackra, il Muladhara, localizzato ahimè nelle zone meno nobili del corpo umano, ricorre la simbologia del dio Brahma, signore dell’origine dell’universo, dotato di quattro volti e rappresentato come un fanciullo. La sua cavalcatura è l’oca bianca dal capo striato, animale che nella tradizione indù rappresenta l’anima e che viene identificato con il cigno dai traduttori occidentali. I quattro volti della divinità avrebbero contemplato, oltre a tre noti somari Jesus, Ettore e il rientrante Ing. Marrocu, la presenza del burriccu dal capo blucerchiato Dott. Melis, simbolo della mera parsimonia e vittima della stessa negatività introdotta nel sistema e dei propri timori per una folle spesa fuori dal bilancio.
 

Oca Bianca - Antipasti

Oca Bianca – Antipasti

 

Cagliari, venerdi 2 novembre, quartiere Marina, ore 20:45. Nel giorno della commemorazione dei defunti, dopo aver trovato un fortunato accomodamento vista mare per la fedele utilitaria, in barba alle più funeste previsioni di parcheggio del sedicente navigatore (cuccurra) Jesus, i due stoici somari potevano godersi uno scorcio della movida cagliaritana ed approfittare dei tempi favorevoli, prima di riabbracciare il presunto defunto e ritardatario Ing. Marrocu, di ritorno da un viaggio in terra americana, viaggio che apporterà alla causa solamente improbabili racconti, non supportati da adeguata documentazione, per consumare un aperitivo a base di prosecco e gamberi presso il friendly ristorante La Tavernetta, poco distante dalla meta designata per le celebrazioni dell’ennesima ciccionata: il ristorante L’Oca Bianca, nella centrale via Napoli.
 

Oca Bianca - Ravioli freschi della casa

Ravioli freschi della casa

Oca Bianca - Tagliatelle zafferano bottarga nocciola

Tagliatelle allo zafferano

 

Il locale è sviluppato su tre livelli, dei quali il pian terreno è dedicato alla cassa, alle cucine e ad un angolo bar/caffetteria, mentre i rimanenti ospitano le sale per i clienti. Le pareti color crema fanno risaltare il muro di protezione per la scala color antracite e sono arredate con grossi specchi e stampe retrò che, unite alla particolare musica di sottofondo, riportano i Donkeys ai tempi della Belle Epoque nella Ville Lumiere degli inizi del secolo scorso.
 

Oca Bianca - Filetto di manzo al Porto

Oca Bianca – Filetto di manzo al Porto

 

Completano il quadro un singolare accostamento fra indecifrabili lampadari a goccia colorati di dubbio gusto, probabilmente frutto di regali di nozze reciclati, e ventilatori da soffitto rossi, stile anni ’60 che, uniti ad un efficiente impianto di condizionamento, garantiscono una temperatura in sala ottimale in qualunque periodo. Suggestivo l’effetto regalato da potenti fari alogeni collocati all’esterno in modo da illuminare a giorno, dal basso verso l’alto, le finestre che danno sulla via Napoli, protette sul lato interno da efficaci tende i cui colori ben si sposano con quelli delle pareti.
 

Oca Bianca - Tagliata di filetto con provola e rucola

Tagliata con provola

Oca Bianca - Filetto di Tonno

Filetto di Tonno

 

I tavoli sono quadrati in legno scuro, rivestiti da tovaglie color crema, le sedie nere. All’uscita delle rampe di scale trovano posto i servizi. Complessivamente ciascuna sala può ospitare circa 20-25 coperti. Veniamo fatti accomodare al secondo piano, in una sala con tutti i coperti occupati durante il corso della (lunga) serata. Il servizio al nostro piano è garantito da una giovane e simpatica cameriera, che si alternerà con una altrettanto giovane collega ed un terzo cameriere.
 

Oca Bianca - Cheese cake frutti di bosco

Oca Bianca – Cheese cake ai frutti di bosco

 

L’Oca Bianca propone una interessante offerta di terra e di mare che spazia tra la cucina italiana, piatti etnici e pizzeria. Nonostante la tentazione di orientarsi su piatti etnici, i tre somari riconoscono la propria incompetenza nel settore e convergono verso un percorso di piatti tipici della tradizione nostrana. Notevole la scelta della cantina, fra cui il buon Ettore individua il nettare prescelto: il più volte lodato Vermentino DOC 2011 Tuvaoes delle cantine di Giovanni Cherchi di Usini (SS), servito con l’immancabile rito dell’assaggio del nostro esperto sommelier Ing. Marrocu, talmente esperto che per tutta la serata pensava fosse un Funtanaliras: burriccu!!
Essendo formalmente negata la possibilità di una degustazione di antipasti, i tre voraci avventori selezionano quattro piatti tra le varie alternative di menu. Dopo una prima attesa contenuta iniziano le danze: ottimo carpaccio di polpo all’arancia con vellutata di zucchine, notevole insalata di carciofi con scaglie di bottarga su un letto di pani carasau, straordinario tomino di capra grigliato con miele di corbezzolo e noci su un letto di rucola: spettacolo! In un secondo tempo arriva l’unico antipasto caldo della serata: notevole polpo scottato con patate e aceto balsamico. Terminati con soddisfazione gli antipasti i burricchi devono attendere abbastanza per i primi piatti, attesa consumata dal racconto di improbabili aneddoti dell’Ing. Marrocu in terra straniera:
Ing. M.: La cosa che più mi infastidiva era che una persona su tre aveva una pistola!
E.: Era Lei era uno dei tre?!
 

Oca Bianca - Torta irlandese

Torta irlandese

Oca Bianca - Semifreddo al torroncino

Semifreddo al torroncino

 

I primi piatti confermano, a parte qualche dubbio insinuato dal nostro ipotricotico burriccu, e per questo da considerarsi ininfluente, i medesimi livelli di qualità fino ad allora apprezzati: ottimi ravioli della casa con ricotta e verdure per Jesus e tagliatelle allo zafferano con bottarga e nocciole, valutate ottime secondo chi Vi scrive, mentre meno gradevoli risultavano al fine palato dell’Ing. Marrocu che rilevava sentori di aglio eccessivamente riscaldato.
Stimolati dalla qualità dei piatti e favoriti da una oculata scelta degli antipasti che ha evitato precoci sensazioni di sazietà, i tre voraci triumviri scelgono di provare i secondi piatti. Nella notevole attesa che seguirà potranno apprezzare un discreto ricambio di clientela in sala, a favore delle nuove generazioni e delle quote rosa, con notevoli punte di eccellenza nel risultato finale. Luci e ombre anche per i secondi piatti: tagliata di filetto con provola e rucola per l’ipertricotico Jesus, valutata non entusiasmante ed eccessivamente cotta, filetto di manzo al Porto, valutato eccessivamente dolce, probabilmente perchè condito con un vino dolce e liquoroso, filetto di tonno al pepe nero e radicchio per Ettore, variante questa della proposta iniziale del menu che prevedeva sesamo nero, indisponibile per la serata, ottimo per sapore, ma eccessivamente piccante per chi l’ha scelto.
Non avendo ancora raggiunto la saturazione alimentare i tre somari non rinunciano ad assaporare i dessert della casa: impegnativa torta irlandese al cioccolato con marmellata all’arancia e pan di Spagna imbevuto nella birra Guinness, per un NON amante del genere, Jesus, ottimo semifreddo al torroncino con granella di pistacchi per l’Ing. Marroccu, straordinaria cheese cake ai frutti di bosco per Ettore. La cena si conclude con caffè per Jesus e Marrocu, abba ardente Santu Lussurgiu per Jesus e ottimo liquore di liquirizia Myrsine (Dolianova). Costo dell’esperienza: 53,34€ cad. burriccu, probabilmente un 10% eccessivo rispetto alla qualità complessiva del servizio provato, e comunque meritevole di una mancia d’integrazione, quota ripartita non uniformemente tra i tre compagni di merende e che vede Jesus, vittima del resto, come azionista di maggioranza.

Un notevole assortimento dell’offerta che garantisce qualità elevata dalla pizzeria alla cucina etnica, passando per la cucina nostrana, unita ad un servizio preciso e puntuale e ad una gradevole e particolare ambientazione fanno de L’Oca Bianca il teatro ideale per piacevoli serate accompagnate dal buon cibo. I costi non popolari probabilmente scoraggeranno molti parsimoniosi avventori, ma per quanto ci riguarda, non avendo rilevato sbavature di entità, non possiamo che conferire l’encomiabile giudizio di tre burricchi: complimenti!

 

VALUTAZIONE “L’Oca Bianca”: Tre Burricchi.
Ristorante L’Oca Bianca Indirizzo: Via Napoli 38, Cagliari
Telefono: 070664339 [mostra in google maps]

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feb 18 2012

Ristorante La Taverna di Castello – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Taverna di Castello - Cattedrale di Cagliari

Taverna di Castello – Cattedrale di Cagliari

 

La comune tradizione cristiana, prescrive di innalzare i templi della fede popolare, fin su nelle più alte vette, o di elevare maestose cupole e imponenti campanili oltre il culmine delle urbane costruzioni le quali, dal canto loro, con rispetto e reverenza nei secoli passati, mai hanno divisato di sfidare il mistico dominio del culto e della edificazione dello spirito; spirito che, condotto e guidato dalla fede, deve poter toccare il cielo e dall’alto dominare qualsivoglia espressione di umana potenza e superficiale vanità. Di questa reale e surreale consuetudine, abbiamo qui visiva trasfigurazione, nella discreta sagoma del monumento dedicato a San Francesco, ubicato nella piazzetta Carlo Alberto in Cagliari, già piazza del Municipio o – ancora più addietro negli anni, in epoca aragonese -, la “Plazuela”, dimora del patibolo riservato ai nobili della città.
 

Taverna di Castello - Interno

Taverna di Castello – Interno

 

La minuta figura mortale del Santo, viene ivi sovrastata dall’imponente duomo barocco che, con perfetta simmetria e proiezione dell’immagine alle sue spalle, ne ridisegna i contorni dello spirito, elevandoli al cielo, oltre tutto ciò che appare umano e terreno.
Alle ore 20.50 di Venerdì 17 sera Jesus ascendeva, in compagnia dell’ultra-ortodosso Raschione Ettore, verso il culmine del colle di Castello, non seguendo le tracce e gli irti sentieri dell’anima, ma bensì lasciandosi condurre da un meno trascendente ascensore panoramico: «Raschione, sai quanto poco basta a sfracellarsi al suolo dentro queste scatole infernali?»
«Jesus statti zitto, brutta cuccurra, ca…!»
 

Taverna di Castello - Antipasti

Taverna di Castello – Antipasti

 

Penitentemente discendendo il colle, tra le pittoresche viuzze del Castello antico, percorso un breve tratto della via “La Marmora”, si possono incontrare l’uscio e la piccola insegna in legno – a onor del vero non particolarmente seducenti – de “La Taverna di Castello”, o “Tavernæ di Castello”, secondo la dizione riportata sulla porta di ingresso.
Alle ore 21.00, Jesus e il Raschione, puntualissimi come da loro abitudine, varcavano la soglia del ristorante, non prima di aver sollecitato telefonicamente un attardato e ingiustificato Ingegner Marrocu, in quel momento impegnato (anche questo come d’abitudine: i responsabili delle forze dell’ordine possono contattarci per avere maggiori dettagli sul suo autoveicolo!)  in un parcheggio free-cost al limite della legalità, che ne avrebbe poi condizionato il benessere emotivo per il resto della serata.
 

Taverna di Castello - Maccarrones de busa

Taverna di Castello – Maccarrones de busa

 

L’interno del ristorante è invero delizioso e suggestivo. Discese le brevi scalette all’ingresso, ci si ritrova in quella che appare una piccola cripta o l’anfratto di una antica cantina medioevale. La sala principale, che ospita un esiguo numero di tavoli squadrati, è sormontata da una splendida copertura in legno, integrandosi rusticamente con la caratteristica cucina a vista sul fondo, da essa – non olfattivamente – disgiunta per mezzo di un elegante separè.
Le spesse pareti in pietra sono impreziosite da suppellettili d’arredo familiare, e da alcune gradevoli nicchie scavate nella muratura, che assumono il ruolo di pratiche mensole o piccole librerie.
 

Taverna di Castello - Ravioli di cernia

Taverna di Castello – Ravioli di cernia

 

Ad una seconda graziosa saletta (ancora più minuta della principale e caratterizzata da una robusta volta in pietra), si può accedere discendendo ulteriormente e brevemente di livello. L’illuminazione è garantita da sobri lampadari in ceramica, mentre, dal fondo della cucina, si odono indistinte le note di compilation dei Police e degli U2, prese a pretesto dall’Ing.Marrocu per dare prova di una sconfinata cultura musicale, manifestata per la conoscenza di ricercate composizioni di nicchia, quali “One” o “Sunday bloody Sunday”!
Sebbene in parecchi riescano ad apprezzare il valore delle band sopra citate, sarebbe più opportuno, data l’impronta e l’atmosfera del locale, indirizzare la riproduzione musicale verso stili quali la Classica o il Jazz, e comunque evitare in maniera categorica i Police, in grado di scatenare freudiani malesseri in paranoici avventori quali il buon Ingegnere.
 

Taverna di Castello - Gamberi all'arancia

Taverna di Castello – Gamberi all'arancia

 

Il servizio, gentile e impeccabile, è garantito da un’unica giovane cameriera, che freneticamente corre per la sala assistendo i comunque non pochi avventori ed accogliendo i nuovi arrivati (anche ad orari non più tollerati da taluni ristoratori).
Il menù, seppur non eccessivamente articolato, svaria tra pietanze di terra e di mare. Per queste ultime – ci viene espressamente indicato -, è prassi e profilassi del ristorante congelare preventivamente gli ingredienti, anche il pescato di giornata, al fine di preservare la salute dei propri clienti. Seppure tale scelta potrebbe far pensare a un subordine nella qualità complessiva, i Donkey accettano la sfida della cucina, impostando la cena nell’ottica dei piatti di mare. Tale audacia, vedremo, risulterà gratificante.
 

Taverna di Castello - Tagliata di tonno

Taverna di Castello – Tagliata di tonno

 

Dopo aver scelto il vino per la serata – un ottimo vermentino DOC Tuvaoes della cantina di Giovanni Cherchi -, e dopo aver apprezzato i favolosi crostini all’olio proposti come panini d’accompagnamento, al tavolo dei burricchi venivano presentati una serie di cinque eccellenti ed originali antipasti, quattro di mare, più una integrazione di terra richiesta da Jesus.
Nell’ordine potevamo quindi apprezzare: crostini con delicatissimo patè di salmone, carpaccio di tonno con verdure, arancia e pepe rosa, eccezionale insalata di polpo con ananas, melone e scorze di arancia, polpette di dentice su letto di rucola e aceto balsamico, per finire con un ottimo piatto di bresaola condita con rucola grana e limone, che a dire il vero ci saremmo aspettati essere carpaccio di manzo (pezza crua), ma che giustamente non sarebbe stato in linea con la filosofia di profilassi precedentemente manifestata.
 

Taverna di Castello - Creme caramel

Taverna di Castello – Creme caramel

 

Di altissimo livello anche i due assaggi di primi, consumati dalla totalità dei commensali: maccarrones de busa con bocconcini di pesce spada, pomodorini e menta, raviolini di cernia con pomodoro fresco e gamberi al profumo di zafferano. Buonissimi!
Differenziati invero i secondi piatti. L’Ing.Marrocu si deliziava con dei classici gamberi cucinati “alla sarda”, con aglio e prezzemolo, mentre il Raschione sceglieva di tralignare dai canoni tradizionali, optando per i gamberi con condimento d’arancia: superbi! Meno fortunata la scelta di Jesus.
La pur buona tagliata di tonno con pomodorini e rucola, non si è rivelata comunque all’altezza di tutte le precedenti pietanze, per un eccesso di cottura del tonno stesso. Questo è l’unico appunto che possiamo muovere quest’oggi alla cucina de “La taverna di Castello”.
 

Taverna di Castello - Cheescake

Cheescake

Taverna di Castello - Crema catalana

Crema catalana

 

Ineccepibile anche la qualità dei dolci: creme caramel con guarnitura di panna montata e fragole per Jesus, cheescake con fragole per il Raschione, crema catalana classica per l’Ing.Marrocu.
Conclusione della cena con due sublimi liquori alla liquirizia (“Eclisse”) più la consueta grappa barricata per Jesus.


Costo finale complessivo, 41€ cadauno, assolutamente inferiori al valore della cena proposta, e quindi integrati con una cospicua e meritata mancia, interamente finanziata da Jesus e dal Raschione perché l’esigentissimo Ing.Marrocu si è proposto ormai da tempo di premiare esclusivamente i ristoranti che raggiungono il sesto burriccu, su una scala di cinque!
Quattro (meno meno, per i difetti evidenziati) sono i burricchi che invece quest’oggi vogliamo attribuire a “La Taverna di Castello”, per una qualità della cucina di primissimo livello e per l’ambientazione intima e suggestiva, che ne fa meta ideale per romantiche serate in compagnia. Assolutamente da non perdere!
 


VALUTAZIONE “La Taverna di Castello”: Quattro Burricchi.
Ristorante Taverna di Castello Indirizzo: Via La Marmora 24, Cagliari
Telefono: 0703110056    [mostra in google maps]
 

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dic 18 2011

Ristorante Crackers – Cagliari

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Crackers – Ingresso

 

Prese il cracker e lo spezzò. Lo diede ai suoi asinini discepoli e disse: «prendete e abbuffatevi tutti, questo è il mio corpo (e che corpo!) offerto nel sacrificio di voi…»
In un gesto la vita e la storia. Una fragile pressione, un movimento deciso e misurato; l’impeto del battito dell’Universo condotto, con mite delicatezza, entro l’argine della forza interiore.
La melodia del mistero, la passione degli uomini, l’armonia del Celeste, l’entropia della coscienza; tutto si concentra in un punto senza spazio e in un istante senza tempo, nel frastuono della dolcezza divina, che spezza il silenzioso ed eterno non essere.
E’ il mantrico Oṃ, il soffio di volontà, il tumulto della scelta, l’impero del giudizio, il trascendente disgiungersi del bene e del male; quel bene e quel male che, nei giorni della Pasqua del recente passato asinino, avevano lontano sospinto l’ormai risorto Jesus e il viandante Ettore – non per loro volontà – , dal ristorante che oggi recensiamo.

 

Crackers – Interno

 

Cagliari, Sabato, ore 13.30.
Gelidamente sospinti dal primo vero alito d’inverno, il vostro amato e l’impeccabile Raschione avanzano, “piedibus” calcantibus, lungo il Corso Vittorio Emanuele II, che speditamente percorrono dopo aver abbandonato l’improbabile – per quell’ora e in quel luogo – riparo urbano, entro il quale la 150cv presidenziale aveva felicemente trovato rifugio. Il meno fortunato Ing.Marrocu, tardava però a sopraggiungere; scorti infine all’orizzonte i due burricchi colleghi, uno dei quali si apprestava a immortalare fotograficamente la sua altera falcata, il timido ingegnere si proponeva in un curioso passo del gambero, che si concludeva con uno stravagante saluto contro terga, d’innanzi all’ingresso del ristorante.

Crackers – Coquillage

 

Il locale al suo interno è architettonicamente semplice, come non di rado accade per le costruzioni del Corso.
L’unica ampia sala, si estende a partire dal bancone in rovere e dall’imponente vetrina frigo, prossimi all’ingresso, fino a raggiungere le cucine sul fondo, alle quali si può visivamente accedere per mezzo di una pratica feritoia ricavata su una parete irregolare e attraverso la quale vengono introdotte le vivande nella sala pranzo.
L’arredamento, di per sè piuttosto razionale e ben curato, nel complesso non riesce a determinare una ambientazione particolarmente elegante e raffinata.

 

Crackers – Antipasti di mare

 

Se non fosse per la onesta sfacciataggine con la quale è stata condotta, la prima accoglienza ricevuta dal Triumvirato, sarebbe stata giudicata riprovevole:
il tavolo riservato inizialmente ai burricchi, veniva sotto i loro occhi conferito a un gruppo di distinte e non più giovanissime signore – probabilmente clienti abituali – che senza alcuna prenotazione avevano anticipato di qualche secondo il loro ingresso in sala.
A parte questa insolita considerazione, il servizio – tenuto da una coppia di attenti gestori/camerieri – non ha dato ragione di ulteriori eccezioni, rivelandosi puntuale e preciso, così come i tempi della cucina.

Carpaccio di pesce spada

Frittura di gamberi

 

Al di là della rigidità del menù, viste le esigenze non comuni dei tre navigati commensali, veniva loro proposto di esordire il pranzo con un ricercato vassoio di coquillage: ostriche, cozze crude e tartufi di mare, che a livello estetico si presentavano particolarmente avvizziti, ma dalla qualità e dal gusto tutt’altro che insoddisfacenti.
Ad accompagnare gli antipasti, come il resto delle pietanze, il pluri-citato e decorato vino bianco IGT Karmis, delle cantine Contini, imposto dalla scelta del Raschione Ettore contro i dissennati desideri dell’ingegner Marrocu, che divisava pasteggiare con un’etichetta molto meno adatta.

Crackers – Risotto, Spaghetti

Crackers – Pennette al salmone

 

Gli abbondanti antipasti proseguivano quindi con insalatina di calamari e gamberi, pomodorini sedano e verdure, bottarga a scaglie con carciofi freschi, carpaccio di pesce spada con sedano e lattuga, per finire con una veramente ottima frittura di calamari tagliati finissimi. Antipasti di non ricercata presentazione ed elaborazione, ma senza dubbio di qualità.

 

Crackers – Dolci

 

Primi piatti invero encomiabili: eccellenti pennette al salmone per Jesus – scelte per un precendente “disigio” infra-settimanale del medesimo – , risotto alla marinara (cozze arselle e seppiette) e spaghetti “alla saracena” (con medesimo condimento) per il Raschione Ettore e l’Ingegner Marrocu.
Data l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali orientavano l’evolversi del pasto sulla scelta dei dolci: ottima torta sacher per Jesus, buon tiramisù per Marrocu, buonissima torta alla mandorle per Ettore.
Il pranzo si avviava quindi alla fine, concludendosi con tre caffè e due eccellenti liquirizie “liquirice coffe” per Raschione e Ingegnere.


Costo complessivo cada-burriccu, 61€ circa, che dobbiamo valutare un 25% superiori al giusto stimabile, per la qualità del servizio e delle pietanze servite, e su cui hanno inciso i complessivi 110€ degli antipasti.
Il Ristorante Crackers, si presenta senza dubbio come un buon ristorante, che propone una cucina semplice e senza particolari eccellenze, ma di buon livello qualitativo medio. Complessivamente tre burricchi, meno meno.

VALUTAZIONE “Crackers”: Tre Burricchi.
Ristorante Crackers Indirizzo: Corso V.Emanuele II 195, Cagliari
Telefono: 070653912 [mostra in google maps]

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lug 3 2011

Ristorante Sa Prenda – Quartu S.E.

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Sa Prenda - Interno

Sa Prenda – Interno

 

Sa prenda. Il gioioello, il monile.
Premessa. Alle ore 17 dell’inoltrato pomeriggio di Sabato, Jesus e il Raschione Ettore  sono localizzabili in un noto centro commerciale dell’hinterland cagliaritano, intenti nella sublime consumistica arte dello sperpero inutile di denaro: sistemi di intrattenimento video/ludici, gadget ad alto contenuto tecnologico, prodotti per la pratica dell’autostima e la venerazione personale, le keyword di riferimento per gli acquisti del giorno.
Già a quell’ora i destini e le sorti della serata erano programmaticamente stabiliti. Ciccionata alle ore 21. Appuntamento in Quartu Sant’Elena, Viale Diaz,
ristorante “Sa Prenda“.

Sa Prenda - Polpo Gamberi Cozze

Sa Prenda – Polpo Gamberi Cozze


Ma all’ora della merenda (o del tea, per gli english-style) le difese del buon senso e della volontà di Jesus risultano pressoché nulle tanto chè, di fronte all’emblema della opulenta modernità alimentare neocapitalistica – rapito dalla sua pur brevissima inedia -, esclamava: «Raschione, che ne dici di un brutto cheesburger e patatine fritte per stimolarci l’appetito? ».
Il coscienzioso Raschione, giustamente declinava l’invito; nonostante questo però, Jesus consumava il suo delitto alimentare e automobilistico, riuscendo ad imprimere indelebilmente il caratteristico odore di mc Donalds in tutto l’abitacolo e tapezzeria in pelle della sua 150cv.

Sa Prenda - Flan di pecorino Polpo alla diavola

Sa Prenda – Flan di pecorino Polpo alla diavola


Alle 20.55 i due ufficiali Triumviri erano, come di loro abitudine, puntualissimi e in attesa del terzo meno diligente commensale, di fronte al luogo stabilito per il rendezvous.
Non trattasi, invero, del terzo triumviro ufficiale, l’Ing.Marrocu, indisposto e non disposto alla solenne celebrazione del rito, perché sedicentemente interessato da una qualche sorta di affezione influenzale (In realtà i suoi colleghi Burricchi hanno già disposto le verifiche del caso e richiesto certificato medico) la quale ha condizionato, finanche con risvolti tragicomici, l’ultimo incontro della squadra del presidente finanziatore Jesus – il Donkey Team -, riequilibrato in extremis grazie a una doppietta del loro eclettico (folle) portiere.
E’ il Dottor Melis, quindi, chiamato a ristabilire il numero legale del tradizionale sinedrio. Solitamente la sua presenza, per effetto della mistica legge del contrappasso anti-susunku, corrisponde a una serata high cost. Le premesse ci sono tutte…

Sa Prenda - Tortelli branzino gamberi

Sa Prenda – Tortelli branzino gamberi


Il Ristorante Sa Prenda, di recente apertura, si affaccia nella centralissima via Diaz, giusto di fronte ad una indigena pizzeria d’asporto. La prima sensibile impressione, varcata la soglia di ingresso, è quella di un ambiente in cui si sposano l’impegno nel dare al locale un’impronta a metà strada tra tradizione minimalista e ricercata raffinatezza, con fisiologiche imperfezioni da work in progress, che lasciano ancora in sospeso la convergenza definitiva dello stile.
L’unica sala arredata (ve n’è un’altra, ancora spoglia) è costituita da splendide volte a crociera imbiancate, sostenute da colonne quadrangolari dipinte dei colori della terra e del grano. Comodissime ed eleganti sedie impagliate, suppellettili e mobilie in arte povera, completano quindi l’arredo.

Sa Penda - Fregola alla pescatora

Sa Penda – Fregola alla pescatora


Una piacevole musica di sottofondo pervade l’ambiente ma, nota stonata, riteniamo che l’atmosfera difetti per l’illuminazione al neon eccessivamente fredda, e finisca per dare l’impressione di trovarsi in un anonimo refettorio.
Sarebbe ben più conveniente adeguare i punti luce a quelli dell’anticamera della sala, dai toni decisamente più caldi e rilassanti. Affrescando e valorizzando le volte con colorazioni vermiglie o finanche tonalità dell’azzurro, renderebbe invece l’insieme solenne e meraviglioso. Ma in questo caso l’impronta complessiva del locale ne verrebbe stravolta.

Ci accolgono un giovane gentile cameriere e una distinta ed elegante signora in abito rosso Valentino; ci fanno accomodare su un ampio comodo tavolo rettangolare e ci offrono un ottimo spumantino d’esordio. Il servizio ad inizio serata è efficientissimo e attento, mentre i tempi si allungano notevolmente col passare delle ore (tre per concludere la cena), segno evidente che, almeno in questa occasione, il personale – comunque gentile e preparato – risultava sottostimato rispetto al numero di coperti serviti.

Sa Prenda - Spigola in crosta di sale

Sa Prenda – Spigola in crosta di sale


Ineccepibile ed eccellente, invece, la preparazione e la qualità dei piatti presentati, in linea con la più nobile tradizione sarda, rivisitata secondo le caratteristiche di una cucina d’alta scuola.
Piuttosto ampio il menù e la carta dei vini a disposizione, tra l’altro puntualmente disponibili nel funzionale sito web del locale.
Ordiniamo la degustazione di antipasti di mare e  – nonostante l’esperienza pomeridiana e una manifesto principio di influenza – Jesus declina subito la proposta di limitarci a due porzioni divise in tre: «No no, ne porti tre, ci pensiamo noi a finirle!». Scelta e valutazione del vino, dato il difetto dell’Ing.Marrocu, affidate al Raschione Ettore. Vermentino di Gallura DOCG Funtanaliras: ottimo!

Sa Prenda - FuntanaLiras

Sa Prenda – FuntanaLiras


Antipasti caratterizzati quindi da: insalata di polpo con emulsione di olio, zucchine, carote, fiori di cappero, “insalata di code di gambero con pomodorini, pachino e zucchine scottate al vapore”, “cozze con mousse di pomodoro al basilico e bottarga grattugiata”, “flan di pecorino tiepido su vellutata di rucola e bottarga”, polpo alla diavola su crema – probabilmente – di pecorino.
Anche i primi piatti si dimostrano in linea, per quanto riguarda la qualità, con gli antipasti: fregola alla marinara con gamberi, cozze, scampi, calamari, pomodori freschi, per il Dott.Melis; sublime “tortello di branzino e gambero rosso” per Jesus e il Raschione Ettore. Excellent!

Sa Prenda - Tortino al cioccolato

Sa Prenda – Tortino al cioccolato


Nonostante l’abbondanza e lo scetticismo iniziale del personale, ben volentieri i burricchi commensali non intendevano rinunciare ad un opulento secondo piatto.
Trattavasi di una, a dir poco spettacolare, spigola arrosto da 800g, cucinata in crosta di sale, fresca e gustosissima, che sarebbe dovuta essere accompagnata da patate arrosto, ma che per un difetto del servizio è arrivata ben prima del suo contorno!
Il pasto non poteva che concludersi con un dessert della casa: “tortino caldo al cioccolato fondente con gelato alla crema di latte”, impreziosito con crema di frutti bosco, per il Raschione e il Dottor Melis, più sobrio sorbetto al limone per Jesus.
Infine, con un caffè e creme di liquirizia varie, veniva decretata la fine delle ostilità.

Costo complessivo della cena, 60€ cadauno che, nonostante la completezza del pasto e la qualità di quanto assaggiato, dobbiamo ritenere un 20% superiore rispetto la soglia ideale.
Il ristorante Sa Prenda è veramente di alto livello in riferimento alla qualità dei piatti presentati e diviene meta irrinunciabile per gli amanti della buona cucina nella zona. Un po’ meno positivamente dobbiamo giudicare l’ambientazione e il servizio, per i quali, come detto, alcuni dettagli risultano ancora da limare, anche e soprattutto in virtù della recentissima apertura.
Ottima l’iniziativa di tenere un libro degli ospiti nel quale anche il buon Jesus ha potuto lasciare la sua traccia: Seu Deu!


VALUTAZIONE “Sa Prenda”: Tre Burricchi.
Ristorante Sa Prenda Indirizzo: Via Armando Diaz 46, Quartu S.E.
Telefono: 070907519 [mostra in google maps]

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