☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ott 23 2014

Ristorante Da Dedoni – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Dedoni - Interno

Dedoni – Interno

 

Si affaccia, indietreggia, tiene il passo; si nasconde all’angolo, osserva chi passa, intravede chi lo scorge da di qua del suo sguardo. Cammina presso ai muri per non dare nell’occhio, si ferma e borbotta qualcosa; gioca con il cellulare, risponde, simula una chiamata, si guarda intorno e riprende il cammino. Scruta in fondo ai vicoli, analizza i dettagli, con distacco si lascia trasportare dai profumi della Via, veloce ricompila per sé la ricetta più prossima alla sua memoria.  Rianalizza gli ingredienti, ricompone il tutto, trasfigura, miscela e, pletorico, con platonica soddisfazione personale, sentenzia infine il suo verdetto: «qui ci vorrebbe un “Costamolino”»! E’ il professionista delle ciccionate, il guru del mangiar bene, il sofisticato gourmet al di sopra del gusto comune, il solare Dio Apollo, fiammeggiante nel firmamento della Scuola di Pirri. Insomma, il Burriccu DOC.
 

Dedoni - Antipasti

Dedoni – Antipasti

 

Otto Settembre. Agosto alle nostre spalle, l’Estate ancora ci rincorre, l’afa ci abbraccia prepotente, come una donna che non può fare a meno di te. Sembrerebbe che noi, invero, possiamo fare a meno delle donne – almeno per quest’oggi -, e la serata all-screwdrivers, tanto per cambiare, è presto organizzata. Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu si danno appuntamento in quel di Via Angioy, in Cagliari. Luogo del contendere, il Ristorante “Da Dedoni”, di recente cittadina apertura. Dall’eccellente punto di parcheggio, con maestria conquistato dal Raschione Ettore, fino alla posizione in cui avrebbero poi incontrato il puntuale Ingegner Marrocu (che non con eguale rettitudine aveva intanto alloggiato il suo motociclo, giusto in fronte al locale), possono i Donkeys apprezzare pregi e difetti della Cagliari sedicente colta e culturale. Da uno scorcio urbano pittoresco e seducente, fino al pestilenziale fragu de aliga che come un fulmine a ciel sereno ti trafigge, quando ti avvicini ai cassonetti straripanti di umana beltà. Ahimè!
Alle ore 21, il Triumvirato della ristorazione sarda, in formazione tipo, poteva finalmente varcare la soglia del locale.
 

Dedoni - Fantasia di pesce spada e bottarga

Dedoni – Fantasia di pesce spada e bottarga

 

Il ristorante è strutturalmente organizzato su una topologia a forma di martello. Dal disimpegno d’ingresso, caratterizzato da una prima concentrazione laterale di coperti a ridosso della vetrina che dà sulla strada e da un bancone d’angolo, ci si immette in una sorta di largo corridoio, con due lunghe file di tavoli periodicamente disposti a ridosso delle pareti. La distribuzione dei tavoli, segue idealmente il percorso tracciato da una sorta di controsoffitto lineare color nocciola, che cela dentro di sé l’impianto di condizionamento centrale, e concentra ai suoi lati numerosi punti luce.
L’impatto estetico complessivo, in equilibrio tra uno stile moderno e minimalista, è a nostro parere piuttosto disarmonico, anche in virtù di una inelegante pavimentazione chiara, composita di piccole pianelle quadrate, che seguono pedissequamente la traccia longitudinale della sala. Con una pavimentazione più moderna color cotto, o false arcate spezzanti la monotona continuità della sala, tutta l’atmosfera di certo ne avrebbe da giovare.
 

Dedini - Fregola ai frutti di mare

Dedini – Fregola ai frutti di mare

 

Pochi gli astanti presenti – uno dei quali a fine serata si congederà dalle sue ospiti swinging from the chandeliers -, il servizio era tenuto dal titolare e da un altro cameriere. Sbrigativamente veniamo introdotti agli antipasti, che saranno in tavola esattamente tre minuti dopo il loro ordine! Contestualmente richiediamo un primo comune e scegliamo il vino: dapprima un Vermentino di Gallura DOCG Superiore “Cucaione” di Piero Mancini, seguito poi da un DOC “Olianas”, di identico uvaggio, direttamente estrapolato dall’Ing.Marrocu dopo una delle sue celebri escursioni in pellegrinaggio verso la vetrina dei vini.
 

Dedoni - Astice alla catalana

Dedoni – Astice alla catalana

 

Gli antipasti si componevano di una serie di cinque portate, di cucina piuttosto semplice i quali, per quattro quinti, non ci hanno particolarmente stupito in ordine alla fantasia e alla ricercatezza realizzativa: tonno con olio e cipolle; tranci di salmone in umido con pomodori e olive; polpetti alla diavola; insalata di polpo con patate e prezzemolo; fantasia di carpaccio di pesce spada con cuore centrale di bottarga a scaglie su letto di radicchio. Il primo piatto comune, era invece una fregola ai frutti di mare, con base di pasta industriale e condimento di cozze, gamberi e seppie, almeno da quello che siamo riusciti a carpire visivamente, olfattivamente e a livello gustativo…
 

Dedoni - Cruditè di frutta

Dedoni – Cruditè di frutta

Dedoni - Profiterol

Dedoni – Profiterol

 

Non ancora pienamente soddisfatti, sceglievamo di proseguire la cena con un secondo piatto. Nella fattispecie, due astici di piccola pezzatura cucinati alla pseudo-catalana con olio, cipolle bianche, pomodorini e decoro di foglie di sedano. Gusto complessivo, comunque non entusiasmante. Prima dell’arrivo degli astici c’è stato un rinfrescante intermezzo di verdure in pinzimonio (finocchio, ravanelli e pomodorini).
 

Dedoni - Dolcetti sardi

Dedoni – Dolcetti sardi

 

Infine i dolci: profiterol al gelato di cioccolato per il Raschione, cruditè di frutta esotica, con ananas e Kiwi per l’Ing.Marrocu, dieta per Jesus. I primi dolci sono stati seguiti poi da un assortimento di dolcetti sardi classici, offerti dalla casa, accompagnati da un moscato di produzione locale, con gradazione più simile a quella del fil’e ferru piuttosto che del moscato!
Il pasto si concludeva qui. Costo complessivo della cena, 48 euro cadauno, da giudicarsi un 20% superiori rispetto al giusto dovuto, in funzione di qualità del servizio e della cucina di sufficiente valore ma, complessivamente, non particolarmente brillanti, almeno nella serata descritta.

 

Il nome è in qualche modo altisonante per la ristorazione cagliaritana. La cucina è semplice e l’ambientazione senza troppe pretese. Ideale per cene non troppo impegnative, o per uscire con due ragazze contemporaneamente, per poi però ubriacarvi, venire deriso dalle due, e non riuscire a concludere nulla. Due burricchi, meno meno meno.

 


VALUTAZIONE “Da Dedoni”: Due Burricchi.
Ristorante Da Dedoni Indirizzo: Via Angioy 82, Cagliari
Telefono: 331.9652166    [mostra in google maps]
 

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ott 20 2014

Ristorante Sapore di sale da Gina – Gonnesa

 Scritto da Jesus | | Commenta

Da Gina - Crepuscolo

Da Gina – Crepuscolo

 

Sapore di sale. Sì è quello il sapore, ma non ci va di parafrasare Gino in onore a Gina. Citeremo invece Battiato: “il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”. E mirando l’immagine di Plagemesu al crepuscolo, in mese d’Ottobre, non riusciamo a pensare al caldo torrido che era, che è ancora e che ancora ci stordisce al sole di mezzogiorno. Non riusciamo a vedere le vele e le onde al di qua dell’orizzonte, ma già impazienti guardiano alla nuova stagione, alla nuova Estate e a un nuovo sole, senza riuscire a godere il presente che forse più bello sarà del prossimo.
E da qui forse possiamo partire, per affrontare una nuova recensione, senza consapevolezza e senza bramare nulla di più che finire subito.
 

Da Gina - Veranda

Da Gina – Veranda

 

Il mese Agosto, il giorno diciotto. Appena dopo le vacanze di ferragosto, in terra barbaricina, Jesus e il Raschione Ettore, anzi… soprattutto quest’ultimo, organizzano all’improvviso una gita nel Sulcis.
Corre il Raschione sulla statale, e quasi si dimentica di raccogliere per strada l’Ing.Marrocu, che approfittava della nostra traiettoria per lanciarsi, in corsa, sul treno free-cost verso Gonnesa. Corre il Raschione, e lo fa per arrivare per tempo all’appuntamento. L’appuntamento era con l’amica dei Donkeys Martina (celebre blogger sardo-continentale) e con altri due amici, i quali daranno forfet all’ultimo minuto.
Corre il Raschione e ovviamente, come suo solito, ci fa arrivare con mezz’ora di anticipo, rispetto agli altri ospiti; tanto che i due Ingegneri, giusto per ammazzare il tempo, maldestramente si dedicavano all’arte della fotografia, pur non sapendo minimamente impostare i parametri della reflex in condizioni di scarsa luminosità.
 

Da Gina - Antipasti

Da Gina – Antipasti

 

E’ meravigliosa l’ambientazione naturale in cui è collocato il ristorante “Sapore di Sale – Da Gina” in quel di Gonnesa (CI). A pochi metri dal mare, nella spiaggia di Plagemesu. La struttura è in tutta apparenza una sorta di prefabbricato in legno, con un corpo quadrato centrale che contiene la cucina e sala principale, ampliato con una veranda perimetrale esterna, caratterizzata da pavimentazione traballante in laminato e finestre in plexiglass. L’ambientazione è molto rustica, concettualmente estremizzante le fattezze di una vecchia trattoria. Francamente, lo spettacolo che si gode pochi centimetri più in là delle pareti, meriterebbe maggiore attenzione e cura per i dettagli estetici. Cura che non possiamo invero individuare nel sistema di calmieramento termico-ambientale. Detto in parole semplici e ragionate: pitticca sa basca!
 

Da Gina - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Da Gina - Insalata di polpo

Insalata di polpo

 

Lunedì sera. Nonostante questo, la sala è piena. Una volta accomodati al tavolo, è difficile farci notare dal personale, tanto che il mandrone Jesus si vedrà costretto a provvedere lui stesso, dapprima a recuperare il menù, poi a richiamare l’attenzione della cameriera. Alla fine della fiera il servizio si rivelerà non all’altezza, non tanto per la notevole lentezza – in qualche modo giustificata dal numero di avventori – ma, ancora una volta, per la mancanza di attenzione per i dettagli, come il non ritirare le forchette sporche ogni cambio di piatti.
 

Da Gina - Fregola con arselle

Da Gina – Fregola con arselle

 

La cucina di “Gina”, oltre che il comparto pizzeria, è quella rustica tradizionale di mare, con qualche piccola variante rispetto a quello a cui siamo abituati in quel del cagliaritano. Nulla è concesso a sofisticazioni, fantasia e raffinatezza estetica dei piatti. Dalla carta dei vini, riusciamo ad estrarre una bottiglia di Vermentino di Sardegna DOCG “Funtanaliras” della cantina del Vermentino Monti. Rituale dell’assaggio del vino, avvenuto in un contesto ambientale di dissacrante chiassosità.
Ordiniamo la degustazione di antipasti di mare e, contestualmente, i primi piatti. Gli antipasti erano composti da sei portate che nel complesso, ahimè, a nostro parere non si riveleranno particolarmente degne di nota.
 

Da Gina - Spaghetti all'astice

Da Gina – Spaghetti all’astice

 

La degustazione – secondo i nostri ricordi e i dati che abbiamo registrato – si componeva nello specifico di: frittelle ai frutti di mare; tonno con pomodoro e cipolle; burrida; insalata di pesce spada con carote e sedano; insalata di polpo con peperoni, olive e prezzemolo; guazzetto di cozze.
Un po’ meglio andavano i primi piatti: fregola con le arselle – comunque in tutta apparenza cucinata con pasta industriale -, e spaghetti all’astice. Legato a quest’ultima pietanza, nessun particolare evento tellurico è da segnalare nei confronti degli indumenti dei commensali di Jesus. Dapprima questi deridevano il Burriccu per l’essersi dotato di bavaglino artigianale, per poi seguirlo ed imitarlo onde salvaguardare la propria dignità! Ancora discreti i secondi: gamberoni alla griglia con brunoise centrale di pomodorini e condimento forzato di prezzemolo; seppiette alla griglia con identico condimento.
 

Da Gina - Gamberoni

Da Gina – Gamberoni

Da Gina - Seppie arrosto

Da Gina – Seppie

 

Al termine del pasto quindi, non rimanendo particolarmente allettati dalla proposta dei dolci, ma anche già satolli date le generose porzioni di primo, i 4/5 della comitiva si lanciava su un sorbetto al limone, anch’esso da registrarsi come non impeccabile in fase di realizzazione.
La cena si concludeva con caffè e amari, ordinati e arrivati dopo la prima istanza di conto, quindi aggiunti successivamente alla richiesta del pagamento. Quest’ultimo dettaglio ha stizzito non poco l’Ing.Marrocu, che forse riteneva procedura elegante che a quel punto gli amari ci venissero offerti tanto che, abbandonato già il locale, decideva poi di tornare indietro per recuperare il secondo scontrino.
Costo finale del pasto, 34 euro cadauno, da giudicarsi limabili per qualche euro in difetto, rispetto al giusto dovuto.

 

Certamente splendida l’ambientazione, non adeguatamente valorizzata dalla struttura del ristorante, la cucina del “Sapore di sale” e il servizio, nonostante qualche spunto positivo, non hanno particolarmente brillato durante la nostra cena. Due burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Sapore di Sale da Gina”: Due Burricchi.
Rist. Sapore di Sale da Gina Indirizzo: Località Plagemesu, Gonnesa
Telefono: 0781469038    [mostra in google maps]
 

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ott 7 2014

Hotel Ristorante Su Gologone – Oliena

 Scritto da Jesus | | Commenta

Su Gologone - Ambienti

Su Gologone – Ambienti

 

Fonte della vita. Bevo la tua memoria. Brindo alla tua memoria; assaporo ogni istante che ho passato ad aspettarti, richiamo alla mente ogni minuto speso ad immaginare la nostra fine; gioisco e mi stupisco, nel tuo vortice di purezza, della tua essenza limitata e senza confini, del tuo tempo mutevole ad ogni spazio.
Sento la tua inerzia, muta e fragorosa; seppellisco la parte di me che non riesce ad ascoltarti, che non sa fermarsi per riposare, che non governa i suoi porci e le sue iene, che una cosa o l’altra risolve e dimentica, senza affondarla nel tuo oblio.
L’agnello sgozzato riposa sull’altare, il suo sangue ormai ha bagnato i nostri piedi. Ora resta a te purificare questo nostro rito, e permetterci, dopo la morte, di vivere ancora una volta. Tanto per non cugurrare e cugurrarvi!
 

Su Gologone - Salumi

Su Gologone – Antipasto barbaricino

 

Bene, a distanza di due mesi abbiamo detto abbastanza. Siamo talmente indietro con il nostro dovere, che l’Ing.Marrocu in questo istante starà probabilmente correndo con il suo CX Gilera capelli al vento. Non perderò tempo quindi nel raccontarvi i dettagli e i retroscena dell’evento. Giusto qualche riferimento temporale e geospaziale. Ferragosto, giornate non troppo afose, soprattutto con la climatizzazione settata al limite della sofferenza. Oliena, Terra di troiani in fuga, Terra di Barbagia. Non lontano dal Paese la sorgente carsica de “Su Gologone”, misteriosa e solenne. Poco distante, il Ristorante / Hotel che porta il suo nome.
Quivi, il Raschione Ettore, non domo – finanche in ferie – di tessere le sue trame pubblico-relazionali, organizza una estemporanea ciccionata per maestosamente celebrare il respiro del Supramonte.
 

Su Gologone - Crocchette di patate

Crocchette di patate

Su Gologone - Flan di pecorino al sugo

Flan di pecorino al sugo

 

Ospiti e celebranti la rituale gozzoviglia, lo stesso Raschione, Jesus, la Donna del Presidente e un nutrito e variopinto gruppo di fan, per un totale di otto persone (e altrettanti coperti).
In primis, il punto di congiunzione tra i Burricchi e il resto della comitiva era (Omissis), accompagnata dalla fanatica del fitness (Omissis), con consorte, oltre ché da una seconda coppia di amici. Anticipiamo subito che, per ragione di memoria e di bolscevica condivisione dei beni, non particolareggeremo l’associazione degli ordini. Gli Omissis mi sono stati imposti in sede di revisione censoria dell’articolo, per questioni legate all’invasione aliena e alle profezie Maya sugli sticazzi.
 

Su Gologone - Antipasti

Su Gologone – Antipasti

 

Tralasciando la incantevole cornice naturale nella quale si trovano collocati, il Ristorante e l’Hotel “Su Gologone”, sono splendidi. L’Hotel è strutturato come una sorta di pittoresco e colorato villaggio barbaricino, adagiato su una collina che s’affaccia sul Supramonte. Ogni angolo e anfratto del villaggio è curato nei minimi dettagli, seguendo una linea a cavallo tra il raffinato e il gusto tradizionale sardo. Gli spazi comuni sono di per sé notevoli: salotti all’aperto, che mescolano eleganza e asprezza della natura, disimpegni che si trasformano in musei della tradizione indigena. Superato uno di questi spazi, raggiungiamo la sala ristorante, che per la stagione Estiva si declina in una terrazza coperta, con vista sulla Piscina.
 

Su Gologone - Primi

Su Gologone – Primi

 

La comitiva si accomoda in un tavolo all’angolo Sud della terrazza, non proprio vicino al parapetto “Vip” che dà sulla piscina. Piuttosto, inizia subito una tragica competizione per la sopravvivenza, tra commensali imbaschiti, e chi, come Jesus, capitava collocato al perigeo di un vistoso ventilatore da soffitto, caratterizzato da una potenza non dissimile a quella di un Cessna turboelica. Da un ristorante di livello, ci saremo aspettati almeno un motore a due velocità! Risultato: freddo al pancino e questo brutto mal di pancia tutta la notte.
Ad ogni modo, dopo esserci fatti erudire dal personale (attento e professionale) in merito a costumanze e menù del ristorante, ciascuno degli astanti palesava la propria scelta e articolava la sua cena secondo esigenze e motivazioni differentemente particolareggiate.
 

Su Gologone - Zuppa di verdure

Minestrone di verdure

Su Gologone - Ravioli al sugo con polpette di bue

Ravioli al sugo

Su Gologone - Pani frattau al finocchietto

Pani frattau

 

 

 

 

 

 

 

 

Su Gologone - Secondi

Su Gologone – Secondi

 

Riguardo l’aspetto puramente culinario, la cucina testata a “Su Gologone” è senz’altro di qualità, ma a nostro parere fin troppo tradizionale, senza alcuna ricercata variante sul tema di base. Tra l’altro, il menù in sé non ci è sembrato del tutto adatto per la calda stagione estiva.
Tradizionale anche la carta dei vini, dalla quale “estraiamo” una fornitura a profusione di classico “Nepente” DOC della Cantina di Oliena, e due bottiglie di Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente”, della Cantina di Santadi.
Iniziamo dagli antipasti. Venivano distribuiti, tra i vari commensali: antipasto barbaricino composto da prosciutto salsiccia e olive; crocchette di patate; flan di pecorino in bagno di sugo di pomodoro, con decoro di basilico; crema di pecorino; verdure fritte pastellate; funghi cotti in padella con condimento di prezzemolo; buonissima cordula (treccia) di agnello.
 

Su Gologone - Dolci

Su Gologone – Dolci

 

Numerosi anche i primi: orecchiette “alle erbette” e olio d’oliva; tradizionali maloreddus al sugo di carne e pecorino; orecchiette ai pomodori, melanzane e basilico; ravioli di ricotta alla crema di pecorino e finocchietto selvatico; pani frattau con pecorino fuso e finocchietto; ravioli al sugo con polpette di bue; minestrone di verdure barbaricino.
I secondi: pomodori con formaggio frue (formaggio fresco acidulo); stufato di maiale; carne capretto in umido; pane carasau con pecorino fuso su letto di lattuga.
Infine i dolci: assortimento di dolci al cucchiaio assortiti; tiramisù; cruditè di frutta e dolcetti sardi classici.
Costo complessivo: 46,50 cadauno, da giudicarsi un 15% eccessivi rispetto al giusto dovuto.

 

Ambientazione splendida, cucina tradizionale e tradizionalista, anche se non troppo elaborata. Il Ristorante “Su Gologone” è comunque una destinazione irrinunciabile per ogni turista che si trovasse nella zona. Tre burricchi con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Su Gologone”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Hotel Ristorante Su Gologone Indirizzo: Loc. Su Gologone, Oliena
Telefono: 0784287512    [mostra in google maps]
 

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ago 1 2014

Ristorante La Lanterna – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

La Lanterna - Interno

La Lanterna – Interno

 

Trentuno Luglio duemilaquattordici. Serata afosa, quasi un caldo africano. Probabilmente annebbiato dai fumi dell’alcol il Raschione, verso il termine della cena, impavidamente proponeva: «questa recensione posso scriverla io…».
Ventuno Settembre, Autunno. Ormai abbandonato il docciaschiuma alla fragranza di “Solero Exotic”, per un più mascolino “Ginseng Uomo”, finalmente Jesus realizza che due mesi d’attesa possono essere sufficienti, prima che la mucillagine della mandronia soffochi l’oceano della nostra irragionevolezza narrativa.
E’ ora di risvegliarsi da questo torpore, è ora di ridonare al Mondo l’aspro sapore delle nostre recensioni. Stimolati da più parti, speriamo di recuperare presto il lavoro arretrato, e speriamo soprattutto di esservi mancati.
 

La Lanterna - Guazzetto

La Lanterna – Guazzetto

 

Arrivano per tempo Jesus e il Raschione, sulla 150 cavalli, in quel di Via Cugia Pasquale, nei pressi del palazzo di Giustizia, in Cagliari.
Ampia la disponibilità di parcheggi a quell’ora, nella zona, sarebbe di per sé un buon motivo per decidere di cenare alla “Lanterna” alla ricerca, a mo’ di Diogene il pazzo, dell’Uomo, anche se nel nostro caso si tratta più di Gusto o, se appartenete alla categoria dei susunki, di Prezzo onesto.
Fatto sta che, per la cronaca,  l’Ingegner Marrocu, arriverà pochi minuti più tardi preferendo parcheggiare, piuttosto di non fare sette metri di strada in più a piedi, sotto le temibilissime sefore fiorite (ringraziamo cagliarinverde.com per il dettaglio botanico), scelta totalmente insensata per chi abbia voglia di preservare la carrozzeria della propria auto. Alle 21.00 esatte, i tre Burricchi potevano quindi varcare la soglia del ristorante.
 

La Lanterna - Insalata di mare

Insalata di mare

La Lanterna - Polpo

Insalata di polpo

 

La lanterna è un ristorante pizzeria un po’ retrò, in stile fine anni ’80/primi ’90, che conserva ancora il fascino di quel periodo nonostante l’ambientazione abbia chiaramente subito qualche sorta di superficiale “rinfrescata”. La sala principale è separata dal vestibolo di ingresso per mezzo di una composita struttura lignea dal sapore cubista (color mogano) che funge, secondo organizzazione modulare, da mensola, armadio, separè e punto di alloggio per numerose stampe in bianco e nero della città.
Il pur piacevole pavimento in laminato chiaro, contrasta visibilmente con il colore scuro del mogano e ancora più marcatamente con le pareti dalle tonalità rosa. Al centro della parete Sud, fa bella mostra di sé un maestoso veliero in miniatura, mentre ipotizziamo che il caratteristico contro-sofitto sia rimasto quello della prima apertura.
 

La Lanterna - Gamberi

La Lanterna – Gamberi

 

Subito notiamo, al nostro arrivo, la presenza di numerosi avventori, tanto che la sala risulterà particolarmente chiassosa. Solo poi scopriremo che il locale è anche una pizzeria con forno a legna, probabile motivo dell’insolito (per un Giovedì) affollamento.
Abbiamo qualche difficoltà a farci notare dall’indaffarato personale, tanto da restare parecchi minuti sospesi tra il caldo afoso e il brusio di sottofondo, in attesa di poterci almeno dissetare.
Finalmente Marrocu intercetta il cameriere e ordina un aperitivo. Questi scappa via prima che i colleghi asinini possano domandargli uguale trattamento. Per lo meno l’aperitivo arriverà nel giro di trenta secondi!
Dopo ancora qualche minuto, finalmente arriva al tavolo la cameriera, per la comanda principale.
 

La Lanterna – Spaghetti alla lanterna

 

Il menù offre, oltre la pizza, ricette in stile classico cagliaritano, senza particolari ed interessanti variazioni sul tema. Ordiniamo la serie di antipasti di mare e i primi piatti. E’ il Raschione a scegliere il vino da una carta non particolarmente fornita e prestigiosa: Vermentino di Gallura DOCG “Branu”, delle Vigne di Surrau.
Con il vino il personale di servizio compie l’errore più grave che si possa commettere davanti ad un esperto della Scuola di Pirri: la bottiglia, forse per questioni di celerità dato l’elevato numero dei clienti, è stata presentata al tavolo già stappata. Un sacrilegio, che ha stimolato non poco la permalosità del Raschione (già indispettito per l’episodio degli aperitivi) tanto da, assaggiato il nettare, adombrare dubbi sulla sua reale qualità ed origine del vino. Di questa mal-disposizione faranno le spese gli stessi antipasti, giudicati dal Burriccu totalmente non all’altezza. Più moderato e possibilista, invero, il giudizio di Jesus e Marrocu.
 

La Lanterna - Linguine all'astice

La Lanterna – Linguine all’astice

 

Gli antipasti si componevano di un tris di mare con personale “aggiuntina”: guazzetto di cozze e arselle, condite con aglio e prezzemolo; insalata di mare con gamberi cozze e calamari; insalata di polpo; gamberi bolliti su letto di rucola.
Buoni i primi piatti: linguine all’astice per Jesus e Marrocu, spaghetti “alla Lanterna” (vongole e zafferano) per il Raschione. Da segnalare, nell’attesa dei primi, l’”incursione” al tavolo di fan avventori che, riconosciuto probabilmente l’Ing.Marrocu (Jesus: «non confermo e non smentisco»), a titolo informativo ci esternavano la propria soddisfazione per la cena appena consumata.
Nonostante la volontà dell’Ing. Marrocu di proseguire con l’ordine dei secondi piatti (in contrasto con la necessità di Jesus e Raschione d’alzarsi presto l’indomani), questi recedeva dalla sua intenzione, una volta appreso quale sarebbe stata l’ulteriore proposta culinaria. Passavamo quindi direttamente al dolce.
 

La Lanterna - Sebada

La Lanterna – Sebada

La Lanterna - Ananas

La Lanterna – Ananas

 

L’Ing. Marrocu domandava ordinava allora una (ottima) cruditè di frutta (ananas), il Raschione una sebada al miele, mentre Jesus si “accontentava” di un semplice sorbetto al limone.
La cena si concludeva quindi con due caffè e un amaro (Liquirizia se la memoria non ci inganna) per Marrocu.
Costo complessivo 37€ cadauno circa, da giudicarsi un 15% superiori rispetto al giusto dovuto, in funzione del nostro personale giudizio in merito alla qualità di cucina e servizio.

 

Il Ristorante “La lanterna”, non ha la pretesa di proporre una cucina d’alta scuola, né è caratterizzato da particolari ricercatezze estetico/ambientali. La dimensione ad esso più vicina è quella della trattoria, ideale per cene conviviali non particolarmente impegnative. Il giudizio iniziale sulla qualità complessiva sulla cucina, due burricchi, viene trascinato al ribasso dall’episodio del vino che, in più gravi circostanze, avrebbe prodotto l’onta della mutilazione dell’orecchio. Un burriccu.

 



VALUTAZIONE “La Lanterna”: Un Burriccu.
Ristorante La Lanterna Indirizzo: Via Pasquale Cugia 7, Cagliari
Telefono: 070308207    [mostra in google maps]
 
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lug 23 2014

Ittioturismo Marceddì – Terralba

 Scritto da Jesus | | Commenta

Marceddì - Esterno

Marceddì – Esterno

 

Il mare senza mare, volendo raggiungerlo, non lo troveremmo sui monti impervi o sui freddi altopiani, ma dovremmo allora scendere a valle, dove l’acqua termina la sua strada, dove le piogge d’Autunno trovano la loro galera, dove l’Inverno ansima con fiato breve,  dove è lontano il ritmo della Primavera e dove, infine, l’Estate attira il canto dei grilli e gli animali da soma; all’abbeveraggio, alla ricerca di refrigerio, di beltà e soddisfazione animale.
Beviamo d’un fiato a questa fonte, tanto forte da prosciugane l’essenza, tanto copiosamente da divorare i suoi frutti, tanto pazientemente da assaporare il crescere delle stagioni. Ora, infine, apriamo la porta ed entriamo.
 

Marceddì - Antipasti

Marceddì – Antipasti

 

Il canovaccio è sempre lo stesso. Sabato di Luglio “casinu“. Il Raschione Ettore, avendogli la macchina delle ciccionate espresso la sua preferenza, convoca poco eco-compatibilmente, il Triumvirato al punto di incontro prescelto: un ampio centro commerciale, situato in uno splendido Paese del cagliaritano – il cui nome inizia per S e finisce per U – celebre per l’inappuntabile piano urbanistico e per la impeccabile manutenzione delle strade cittadine, perfette per fare da set a un possibile remake di “Apocalypse now”. Anche la mia opinione, se venissi interrogato a tal proposito, inizierebbe per “Su c…” e finirebbe con “…gau”!
All’ora stabilita, Jesus l’Ing.Marrocu e il Raschione erano pronti a partire.
 

Marceddì - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Marceddì - Cruditè di cozze

Cruditè di cozze

 

Per fortuna il Raschione, avendo un appuntamento in serata e volendo assumere il controllo dei tempi di rientro, decide nuovamente di mettere a disposizione del gruppo i servigi e le sospensioni della sua nuova “quasi cento” cavalli. Verrà comunque giustamente ricompensato da un generoso rimborso carburante, prodotto – almeno da Jesus – all’atto di estinzione del conto.
 

Marceddì - Fregola

Marceddì – Fregola

 

Tra gli insulti e le pontificazioni dell’Ing.Marrocu, tra i deliri di due differenti navigatori all’opera, il lungo viaggio verso quel di Marceddì, frazione di Terralba, aveva infine termine, non prima di aver comunque potuto apprezzare la geometrica e rigorosa organizzazione delle Vie dei campi.
Persa però qualunque speranza di raggiungere – con esattezza per lo meno decametrica -, la destinazione finale, seguendo le capziose informazioni elargite dagli strumenti elettronici di bordo, i tre chiedevano chiarimenti a un gentilissimo indigeno il quale, rispondendo con marcato accento fiorentino, volgeva il proprio dito indice oltre l’orizzonte, in direzione di una vistosa costruzione azzurra. Avevamo trovato l’ittioturismo “Marceddì”, la nostra ambita e ultima meta.
 

Marceddì - Muggini arrosto

Marceddì – Muggini  e orata arrosto

 

E’ splendido, invero, l’orizzonte indicato dall’oriundo. Al di là del nostro sguardo le coltivate pianure del campidano, dietro di noi il caldo Mediterraneo, di qua uno specchio d’acqua ribollente di vita che si perde in lontananza e riappare fin sotto la veranda esterna al locale, confinata alla base da una schiera di motori atti al condizionamento termico e una serie di fioriere spente dal sole, il cui contenuto l’Ing.Marrocu avrebbe poi tentato di incendiare con la combustione prodotta dal suo personal Thanatos. La costruzione principale è una sorta di estesa magione la cui prima declinazione epidermica dovrebbe, negli intenti, richiamare il colore dell’acqua, ma che di fatto si riduce ad un bianco-azzurro laziale identificabile, nel suo contesto, come inadatto rumore cromatico.
All’interno gli spazi sono ampi. La struttura in muratura iniziale, è stata visibilmente ampliata con (almeno) una appendice laterale, caratterizzata da un bel soffitto in legno, che produce una sorta di gradino a dente di sega con il profilo spiovente primigenio.
Le ampie vetrate danno occasione di godere della Natura circostante, mentre le lunghe tavolate con mobilia in plastica verde, escludono ogni possibile ricercata eleganza.
 

Marceddì - Sparlotte fritte

Marceddì – Sparlotte fritte

 

Al nostro arrivo, gli antipasti sono già serviti. Cambiamo di tavolo perché un quarto possibile commensale ci ha abbandonato all’ultimo secondo. Ovviamente la quarta porzione è rimasta con noi! Il menù è fisso mentre gli ingredienti, trovandoci di fatto in una peschiera (cooperativa San Domenico), sono di certo freschissimi e genuini. Diciamo subito, però, che non abbiamo potuto identificare alcuna particolare eccellenza o elaborazione di rilievo tra i piatti proposti. Il vino è quello “della casa”, un vinello bianco sufficientemente gradevole. Frutto di evidente navigata esperienza su un menù invariante, la cucina e il servizio, invero, ci paiono metodici, rapidi e ben organizzati.
Gli antipasti si articolano in una serie di sei portate, da cui viene escluso, per ragioni economiche e di stagione, un assaggio di oro del Sinis: la bottarga.
Ad ogni modo, potevamo in sequenza gustare: acciughe in salamoia; crostini di patè di salmone e prezzemolo (?); insalata di polpo e sedano; muggini (cefalo) al forno con condimento di verza; guazzetto di cozze e, per terminare, un ottimo piatto di cozze crude, quasi interamente ingurgitate da Jesus, nonostante le palesi cuccurre del Raschione: «ho una brutta sensazione»! Per la cronaca, nessun avvenimento intestinale nefasto, deve essere segnalato nei giorni successivi alla ciccionata.
 

Marceddì - Dolci

Marceddì – Dolci

 

Primo piatto piuttosto anonimo. Una fregola ai frutti di mare con cozze e granchi. Nulla da dire per il condimento, ma la pasta in sé era insipida e mal amalgamata, oltre ad avere origine certamente industriale.
Dopo un intermezzo di pinzimonio di verdure (carote, pomodorini, lattuga), giungevano abbondantissimi i secondi: un enorme piatto di muggini (in cui compariva anche un’orata) arrosto, semplici ma gustosi e ben cucinati, accompagnati da sparlotte (saraghi) fritte.
Saremmo riusciti a terminare il tutto, se il Raschione non si fosse sentito alla fine “pienino”, costringendoci a subire lo scherno del cuoco, che intanto era arrivato in sala per presentarsi ai tavoli e informarsi sull’aggradimento degli astanti.
Il pranzo si concludeva con i dolci: assaggi di crostate di frutta, a cui Jesus preferiva un sorbetto al limone. Infine, con tre caffè e due acquavite fatte in casa si concludevano le ostilità.
Costo complessivo, 33€ cadauno, da giudicarsi adeguati.

 

Con l’Ittioturismo Marceddì si va sul sicuro. La cucina e il servizio sono ben sperimentati, i prodotti sono di qualità, anche se il menù è rigido e piuttosto convenzionale. Menzione speciale per l’ambientazione naturale circostante, che però  non viene sufficientemente valorizzata dalla struttura ricettiva, precludendo così l’esibizione della stella. Due burricchi meno.

 


VALUTAZIONE “Marceddì”: Due Burricchi.
Ittioturismo Marceddì Indirizzo: Loc.Stagno Pauli Biancu Turri, Terralba
Telefono: 348.3934232    [mostra in google maps]
 

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