☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 12 2014

Ristorante Il Pomod’oro – Cagliari

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Il Pomod'oro - Interno

Il Pomod’oro – Interno

 

Pomo d’oro, ora rosso di vergogna, un tempo lasciasti le mani di Eris. Per te Afrodite vendette il cuore di Elena, e fu di Paride in dispetto a Menelao.
Ora hai il colore del sangue che ha bagnato la spiaggia di Troia, ma un tempo splendevi di luce come potrebbe un premio per un sondaggio su Facebook;
e Afrodite l’avrebbe certamente vinto, promettendo di far vedere le tette, ricevendo un miliardo di mi piace, mentre Era e Atena se la sarebbero presa in quel posto, anche perché la verità oggi sta dalla parte di chi ha più follower. Ecco perché Miss Italia è sempre la più brutta e perché tu puoi dirti d’oro: perché la pizza la mangiano tutti, mentre chi se la fila invece la biondissima mela cotogna, che avrebbe certamente più ragione di te nel decantarsi aurea? Detto questo non staremo certo qui a giudicare, ma non pensare di rimanere indenne oltre la fine di questo pasto, acidità di stomaco permettendo.
 

Il Pomod'oro - Tagliere salumi di Romagna

Il Pomod’oro – Tagliere salumi di Romagna

 

Se vi trovate a Cagliari e volete provare la cucina romagnola, non serve attraversare il mare, navigando verso il freddo Nord-Est. Incamminatevi invece verso l’alto, senza faticare più di tanto. Basta varcare, comodamente stando in città, la soglia del palazzo della Rinascente. Ad attendervi due ascensori. Ad attendervi, di nuovo, di su all’ultimo piano, un corpulento maggiordomo, che vi introdurrà in un ambiente dagli spazi aperti nel quale, vi stupirete, possono convivere, con apprezzabile organizzazione estetica, un ristorante orientale, un lunge bar, una toilette, un sistema di asciugatura mani comparabile alla turbina di un md-80 e, infine, un ristorante dal nome “Il Pomod’oro”.
 

Il Pomod'oro - Tavolozza di formaggi

Il Pomod’oro – Tavolozza di formaggi

 

Il “Pomod’oro” è un locale della catena “Fattoria Pomod’oro”, risultato di una sinergia imprenditoriale tra grandi aziende alimentari italiane (Saclà, Galvanina, Molino Spadoni) che, attraverso un modello di pizzeria/ristorante di qualità, promuovono e distribuiscono il loro prodotti. Anche l’arredamento è costruito su uno schema ben preciso. Spazi aperti, mobilia semplice ma ben curata, cucina e forno a vista, scaffali colmi di variopinti barattoli di sott’olio, a creare alte pareti divisorie; il tutto messo insieme per definire un’atmosfera indubbiamente gradevole e rilassante, a cavallo tra la trattoria casereccia e il glamour bar.
Il servizio è informale ma preciso ed attento, ed è tenuto da alcuni giovani camerieri, tra i quali ricordiamo una solare ragazza colombiana che ha avuto modo di interloquire e discorrere con – per l’occasione, manco a farlo apposta, molto curioso e loquace  – l’Ingegner Marrocu, presente alla serata al pari degli altri Triumviri ufficiali: Jesus e il Raschione Ettore.
 

Il Pomod'oro - Galletto al mattone

Il Pomod’oro – Galletto al mattone

 

Accomodati al tavolo prendiamo visione del menù, accorgendoci subito che i piatti proposti sono quelli di una cucina semplice e direi, casalinga, campagnola, con orientamento prettamente di terra. Quest’ultima caratteristica pareva non essere gradita ad un’avventrice prossima al nostro tavolo, che puntava i piedi e pretendeva dal proprio cavaliere – probabilmente conoscente di uno dei responsabili del ristorante – di portarla a mangiare del pesce. Beato a lui!
Dopo l’inaspettato exploit teatrale, potevamo meglio definire quella che sarebbe stata la nostra cena, individuando le pietanze a noi più gradite e il vino, ovviamente rosso: Sangiovese superiore “Scabi”, del 2012, azienda agricola “San Valentino”, Rimini.
 

Il Pomod'oro - Salsicce

Il Pomod’oro – Salsicce

Il Pomod'oro - Verdure grigliate

Verdure grigliate

 

Diciamo subito che, per nostra colpa e esigenze alimentari contingenti (seguire la voglia di carne dell’Ing.Marrocu) nessuno di noi ha ordinato un primo piatto, e quindi non abbiamo potuto sperimentare i piatti più tradizionalmente emiliano/romagnoli. Questo non ci ha impedito di verificare però l’impronta generale della cucina che, se voleva essere casalinga, ha certamente raggiunto il suo scopo. Quello che abbiamo assaggiato infatti, non si discosta di molto dalla cucina semplice che ciascuno di noi può ritrovare a casa propria. Annotiamo inoltre, per dovere di cronaca, il push gratuito di prodotti delle aziende del consorzio, quali i sott’olio della Saclà. Il giudizio, su questi ultimi è: sono prodotti sott’olio, nulla di più nulla di meno.
 

Il Pomod'oro - Tagliata di manzo

Il Pomod’oro – Tagliata di manzo

 

Invero, riguardo gli antipasti realmente richiesti, abbiamo ordinato la degustazione di salumi “Mora romagnola”, con tagliere di prosciutto crudo, salame “gentile“, salame “Moro”, lardo e salsiccia passita. A seguire una “tavolozza” di formaggi misti emiliani: scoparolo, cacio di vino, parmigiano reggiano, accompagnati da miele e confettura di fichi caramellati; il tutto certamente ben presentato e costruito, ma non particolarmente ricercato, rispetto alle nostre abitudini e severe esigenze culinarie. Stesso discorso per i secondi piatti. Jesus ordinava un bis di salsicce: “non troppo pepata” e salsiccia speciale di “Mora romagnola” alla brace, decorate con aceto balsamico e accompagnate da verdure grigliate (pomodori, radicchio, melanzane, zucchine), bagnate da un filo di olio d’oliva. Il Raschione, optava per il galletto “al mattone” con patate arrosto e mattone scenograficamente portato a tavola, senza però restare pienamente soddisfatto per la resa dell’alimento a livello di gusto. Il piatto più buono della serata è stato probabilmente il secondo dell’ingegner Marrocu: tagliata di manzo al profumo di rosmarino, con decoro di pomodoro e radicchio.
 

Cheescake crema di zuppa inglese

Crema di zuppa inglese

Il Pomod'oro - Gelato alla vaniglia

Gelato alla vaniglia

 

Infine i dolci: gelato alla vaniglia per l’Ing.Marrocu, cheesecake alla crema di zuppa inglese per Ettore, serviti all’interno di barattoli di vetro tipici dei prodotti caserecci. Nulla per Jesus. La cena si concludeva quindi, senza amari, con un caffè d’orzo per l’Ing.Marrocu due caffè regolamentare per gli altri Burricchi.
Costo complessivo della cena, 42 euro cadauno, da giudicarsi un buon 20% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina che nella sua genuinità non ha comunque particolarmente brillato e fornito spunti degni di nota. Da segnalare, infine, la mastodontica stazza del cuoco ai fornelli, in linea con l’idea di opulenza emiliano-romagnola.

Immerso in un ambientazione di stampo glamour/casareccio, sapientemente costruita con dettagli estetici eleganti e di buon gusto, il ristorante/pizzeria “Il Pomod’oro” offre una cucina di stampo romagnolo, comunque senza particolari note positive da segnalare. Due burricchi con menzioni speciale per l’ambientazione.

 



VALUTAZIONE “Il Pomod’oro”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il Pomod’oro Indirizzo: Via Roma 143, Cagliari
Telefono: 07060451    [mostra in google maps]
 
 Condividi su Facebook 


ott 23 2014

Ristorante Da Dedoni – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Dedoni - Interno

Dedoni – Interno

 

Si affaccia, indietreggia, tiene il passo; si nasconde all’angolo, osserva chi passa, intravede chi lo scorge da di qua del suo sguardo. Cammina presso ai muri per non dare nell’occhio, si ferma e borbotta qualcosa; gioca con il cellulare, risponde, simula una chiamata, si guarda intorno e riprende il cammino. Scruta in fondo ai vicoli, analizza i dettagli, con distacco si lascia trasportare dai profumi della Via, veloce ricompila per sé la ricetta più prossima alla sua memoria.  Rianalizza gli ingredienti, ricompone il tutto, trasfigura, miscela e, pletorico, con platonica soddisfazione personale, sentenzia infine il suo verdetto: «qui ci vorrebbe un “Costamolino”»! E’ il professionista delle ciccionate, il guru del mangiar bene, il sofisticato gourmet al di sopra del gusto comune, il solare Dio Apollo, fiammeggiante nel firmamento della Scuola di Pirri. Insomma, il Burriccu DOC.
 

Dedoni - Antipasti

Dedoni – Antipasti

 

Otto Settembre. Agosto alle nostre spalle, l’Estate ancora ci rincorre, l’afa ci abbraccia prepotente, come una donna che non può fare a meno di te. Sembrerebbe che noi, invero, possiamo fare a meno delle donne – almeno per quest’oggi -, e la serata all-screwdrivers, tanto per cambiare, è presto organizzata. Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu si danno appuntamento in quel di Via Angioy, in Cagliari. Luogo del contendere, il Ristorante “Da Dedoni”, di recente cittadina apertura. Dall’eccellente punto di parcheggio, con maestria conquistato dal Raschione Ettore, fino alla posizione in cui avrebbero poi incontrato il puntuale Ingegner Marrocu (che non con eguale rettitudine aveva intanto alloggiato il suo motociclo, giusto in fronte al locale), possono i Donkeys apprezzare pregi e difetti della Cagliari sedicente colta e culturale. Da uno scorcio urbano pittoresco e seducente, fino al pestilenziale fragu de aliga che come un fulmine a ciel sereno ti trafigge, quando ti avvicini ai cassonetti straripanti di umana beltà. Ahimè!
Alle ore 21, il Triumvirato della ristorazione sarda, in formazione tipo, poteva finalmente varcare la soglia del locale.
 

Dedoni - Fantasia di pesce spada e bottarga

Dedoni – Fantasia di pesce spada e bottarga

 

Il ristorante è strutturalmente organizzato su una topologia a forma di martello. Dal disimpegno d’ingresso, caratterizzato da una prima concentrazione laterale di coperti a ridosso della vetrina che dà sulla strada e da un bancone d’angolo, ci si immette in una sorta di largo corridoio, con due lunghe file di tavoli periodicamente disposti a ridosso delle pareti. La distribuzione dei tavoli, segue idealmente il percorso tracciato da una sorta di controsoffitto lineare color nocciola, che cela dentro di sé l’impianto di condizionamento centrale, e concentra ai suoi lati numerosi punti luce.
L’impatto estetico complessivo, in equilibrio tra uno stile moderno e minimalista, è a nostro parere piuttosto disarmonico, anche in virtù di una inelegante pavimentazione chiara, composita di piccole pianelle quadrate, che seguono pedissequamente la traccia longitudinale della sala. Con una pavimentazione più moderna color cotto, o false arcate spezzanti la monotona continuità della sala, tutta l’atmosfera di certo ne avrebbe da giovare.
 

Dedini - Fregola ai frutti di mare

Dedini – Fregola ai frutti di mare

 

Pochi gli astanti presenti – uno dei quali a fine serata si congederà dalle sue ospiti swinging from the chandeliers -, il servizio era tenuto dal titolare e da un altro cameriere. Sbrigativamente veniamo introdotti agli antipasti, che saranno in tavola esattamente tre minuti dopo il loro ordine! Contestualmente richiediamo un primo comune e scegliamo il vino: dapprima un Vermentino di Gallura DOCG Superiore “Cucaione” di Piero Mancini, seguito poi da un DOC “Olianas”, di identico uvaggio, direttamente estrapolato dall’Ing.Marrocu dopo una delle sue celebri escursioni in pellegrinaggio verso la vetrina dei vini.
 

Dedoni - Astice alla catalana

Dedoni – Astice alla catalana

 

Gli antipasti si componevano di una serie di cinque portate, di cucina piuttosto semplice i quali, per quattro quinti, non ci hanno particolarmente stupito in ordine alla fantasia e alla ricercatezza realizzativa: tonno con olio e cipolle; tranci di salmone in umido con pomodori e olive; polpetti alla diavola; insalata di polpo con patate e prezzemolo; fantasia di carpaccio di pesce spada con cuore centrale di bottarga a scaglie su letto di radicchio. Il primo piatto comune, era invece una fregola ai frutti di mare, con base di pasta industriale e condimento di cozze, gamberi e seppie, almeno da quello che siamo riusciti a carpire visivamente, olfattivamente e a livello gustativo…
 

Dedoni - Cruditè di frutta

Dedoni – Cruditè di frutta

Dedoni - Profiterol

Dedoni – Profiterol

 

Non ancora pienamente soddisfatti, sceglievamo di proseguire la cena con un secondo piatto. Nella fattispecie, due astici di piccola pezzatura cucinati alla pseudo-catalana con olio, cipolle bianche, pomodorini e decoro di foglie di sedano. Gusto complessivo, comunque non entusiasmante. Prima dell’arrivo degli astici c’è stato un rinfrescante intermezzo di verdure in pinzimonio (finocchio, ravanelli e pomodorini).
 

Dedoni - Dolcetti sardi

Dedoni – Dolcetti sardi

 

Infine i dolci: profiterol al gelato di cioccolato per il Raschione, cruditè di frutta esotica, con ananas e Kiwi per l’Ing.Marrocu, dieta per Jesus. I primi dolci sono stati seguiti poi da un assortimento di dolcetti sardi classici, offerti dalla casa, accompagnati da un moscato di produzione locale, con gradazione più simile a quella del fil’e ferru piuttosto che del moscato!
Il pasto si concludeva qui. Costo complessivo della cena, 48 euro cadauno, da giudicarsi un 20% superiori rispetto al giusto dovuto, in funzione di qualità del servizio e della cucina di sufficiente valore ma, complessivamente, non particolarmente brillanti, almeno nella serata descritta.

 

Il nome è in qualche modo altisonante per la ristorazione cagliaritana. La cucina è semplice e l’ambientazione senza troppe pretese. Ideale per cene non troppo impegnative, o per uscire con due ragazze contemporaneamente, per poi però ubriacarvi, venire deriso dalle due, e non riuscire a concludere nulla. Due burricchi, meno meno meno.

 


VALUTAZIONE “Da Dedoni”: Due Burricchi.
Ristorante Da Dedoni Indirizzo: Via Angioy 82, Cagliari
Telefono: 331.9652166    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


nov 17 2013

Ristorante Paolo Perella – Villasalto

 Scritto da Matteo & Diana | 8 commenti | Commenta

Perella - Interno

Perella – Interno

 

Biddesartu, paese di campagna. Questo piccolo centro le cui terre furono dominate prima dai nuragici e poi da punici, romani, e che conobbero le incursioni dei vandali e dei bizantini, la presenza degli spagnoli, è la nostra meta. La Storia vuole che dopo un lungo peregrinare tre le cucine della moderna e femminista terra della Regina Elisabetta, a seguito di incontri con i mullah del medio oriente e poi con i sultani delle lontane Indie, una giovane fanciulla di montagna stregò un pacifico giramondo con la toque sul capo dal nome Paolo Perella. Il viaggio non è faticoso, la strada non è complicata. Nonostante il breve tragitto ci si riesce a fermare ben due volte. La prima per ammirare la bellezza tecnologica di un radiotelescopio di nuova realizzazione. Qui subito L’Ing. Marrosu polemizza sulla posizione dello strumento, facendo presente che quella zenitale sia totalmente inutile in quanto in quella direzione non si dovrebbe trovare nulla da osservare. Ne nasce un piccolo battibecco privo di logica e sicuramente di competenza; vengono scattate alcune foto dell’enorme apparecchio. Nelle vicinanze non c’è nessuno.

 

Perella - A tavola

Perella – A tavola

 

La seconda fermata è motivata dal desiderio di caffè al fine di giustificare necessità fisiologiche in quel di San Nicolò Gerrei. Dopo pochi minuti si giunge nel centro abitato di Villasalto. Strade deserte e silenziose accompagnano il passaggio dei sei. Si percorre la strada principale alla ricerca del numero civico 8 del Corso Repubblica. Ancora silenzio, aria più fresca e il suono singolo della campana dell’una. Brevissima passeggiata non troppo apprezzata dagli avventori di sesso maschile durante la quale l’Ing. Marrosu pone quesiti rispetto alla capacità di isolamento termico degli infissi utilizzati nelle abitazioni del paese. All’improvviso ci si trova di fronte al numero civico 8. Una piccola palazzina ospita al piano terra la sala e la cucina del Sig. Paolo Perella Si entra nel locale e subito si è accolti in modo caloroso, delicato e confidenziale al punto tale che L’ing. Marrosu si presenta dichiarandosi con questa sua nuova identità.

 

Perella - Antipasti

Perella – Antipasti

 

Ci si accomoda attorno a un grande tavolo rettangolare in un ambiente di piccole dimensioni. Alle pareti sono appesi immagini di antenati, di altri familiari e diplomi di merito. Il soffitto è in doghe dorate. Vasi con felci separano i vari tavoli garantendo la riservatezza degli ospiti. Il tavolo è apparecchiato in maniera semplice ma arricchito da agrumi, melagrane, mele cotogne, da un cesto di ghiande e uno di noci marocchine. Un decanter con cannonau biologico di proprietà fa bella mostra di sé al centro del tavolo in compagnia di un cesto di pane preparato con semola e latte di capra e senza mai usare, come ben precisa lo chef, l’acqua e la farina. Pane di un gusto tale che perfino il Raschione Ettore, riferendosi in particolar modo al carasau, definisce di una bontà eccezionale se non unica.

 

Perella - Antipasti e Cavolo

Perella – Antipasti e Cavolo

 

Vengono poi serviti dal Sig. Paolo Perella una serie di antipasti: crema di caprino invecchiato nelle botti di carrube con noci (ricetta di Orgosolo), tomino di pecora con tartufo di Nuoro, ricotta di giornata e mozzarella caprina, vassoio con prosciutto crudo stagionato quaranta mesi e salame di capra, cavolo con peperoni, olive e noci del Marocco, frittelle a base di latte caprino, melanzane, mela cotogna, tortino di cavolo, noci e succo di melagrano (ricette di Caprera). Tutti i piatti vengono piacevolmente descritti dallo chef, che risulta essere l’unico cameriere presente in sala, con digressioni sulla tipologia e qualità delle materie prime e sulle origini delle ricette. A seguito della descrizione dei piatti invita la compagnia a mangiare lentamente “qui è slow, non come nei ristoranti di Cagliari dove …“.

 

Perella - Ravioli

Perella – Ravioli

 

Tutto è eccezionale: la ricotta per la leggerezza, così come la mozzarella, La crema di caprino guarnita con noci per la semplicità, il tomino con il tartufo di Nuoro per la vivacità, Il prosciutto per la dolcezza, il salame per il suo gusto interculturale. Ogni pietanza acccarezza la gola. Il cavolo insaporito con peperoni, olive e noci del marocco, le frittelle e il tortino completano con gusti antichi l’insieme degli antipasti. Gusti caserecci. Il Sig. Perella ci tiene a precisare che la sua è la cucina delle vecchie cuoche di Orgosolo, dell’Isola di Caprera, delle tradizioni: “Potrei anche dire di inventarmi questi piatti, ma farei un torto alle donne che mi hanno fatto dono di questa conoscenza.”

 

Perella - Funghi di carne

Perella – Funghi di carne

 

Al termine degli antipasti viene introdotto in tavola un vino leggero alla maniera di Santandi per le feste. Un vino per la digestione, frizzante e aromatizzato alle carrube, che viene particolarmente apprezzato dalle signore, nonostante la presenza di moscerini morti annegati. Tra qualche chiacchiera e dopo qualche tensione a seguito del quasi sputtanamento da parte dell’Ing Marrosu, Il Sig. Perrella si avvicina al tavolo rivolgendoci la seguente domanda: “Ma voi che lavoro fate? Vi ho visto particolarmente attenti!!” Dopo qualche minuto o forse dopo una decina di minuti arriva il primo. Ravioloni di pasta fresca di grano Capelli con ripieno di formaggio di capra, cipolla, e ghiande macinate, il tutto secondo la tradizione urzulese accompagnato da un dolcissimo sugo di pomodori freschi.

 

Perella - Castrato di capra Cordula

Perella – Castrato di capra Cordula

 

Anche il primo passa tra i sorrisi e il compiacimento dei commensali. Insieme ai ravioli bicchieri del cannonau biologico e del vin bianco con carrube. Ancora momenti di pausa e poi l’ingresso dei secondi e del contorno. Funghi di carne di aridelli (albero della famiglia dell’olivastro) insaporiti con olio, aglio, e noce moscata, questa giunta in seme dall’india a macinata con partiolari macchinari dal Sig. Perella. A seguire un dolcissimo arrosto di capretto castrato insieme a una cordula, il tutto accompagnato da qualche patata e da cipolle. Anche i secondi, tra qualche perplessità, si mostrano all’altezza. E ancora del cannonau e del vino bianco.

 

Perella - Gelato al pistacchio

Gelato al pistacchio

Perella - Pan di spagna integrale

Pan di spagna

 

A seguire bis di dessert: prima un apprezzatissimo gelato al pistacchio di Bronte, senza zucchero e dolcificato con miele di corbezzolo, guarnito con una riduzione di vino cotto e, a seguire, torta antica di pan di Spagna integrale. In conclusione caffè accompaganto da liquore di carruba, liquore di mirto e liquore di ginepro. Nota di merito per il dolcificante proposto con il caffé: uno squisito zucchero di canna grezzissimo con meraviglioso aroma di liquirizia tipico dei mascobado di più alto livello. Il pranzo si concludeva nella piena soddisfazione dei sei. Costo cadauno: 55€, considerato circa del 10% oltre il dovuto.

 
Sostanzialmente tutto ottimo; forse ci si sarebbe aspettato qualcosa di più eccentrico. In questa occasione lo chef ha sicuramente badato alla sostanza piuttosto che giocare sulla stravaganza e sulla complessità dei piatti. Più forma che sostanza per un pranzo realizzato con un eccellente qualità delle materie prime e un corretto equlibrio nella misura delle quantità. Una considerazione particolare per la gentilezza del Sig. Perella che ci ha saputo coccolare, raccontare il territorio e qualche aneddoto della sua vita. Quattro burricchi con pieno merito.

 


VALUTAZIONE “Paolo Perella”: Quattro Burricchi.
Ristorante Paolo Perella Indirizzo: Corso Repubblica 8, Villasalto
Telefono: 070956298    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


nov 2 2013

Ristorante Josto al Duomo – Oristano

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Josto - Duomo

Josto – Duomo, scorcio

 

Eccoci qui, Josto baldanzoso e audace, a cantare le tue gesta, a narrare del tuo sconsiderato coraggio, delle tue orme veloci sul terreno della battaglia, del rosso tuo che nutrì la terra, delle spavalde grida contro il nemico romano, di tuo padre sconvolto e in fuga; del tuo nome, del tuo straordinario e melodico nome, che ha superato le barriere del tempo e della storia, che ha attraversato i secoli accarezzando i miti e le leggende del nostro popolo, che qui sentiamo pronunciare e pronunciamo, per nostro vizio e per nostra colpa. Nostro malgrado sei qui oggi con noi, e gli occhi nostri non possiamo distogliere dal tuo sguardo giovane, fiero, infelice, valoroso e … da secoli spento.
 

Josto - Interno

Josto – Interno

 

Trentuno Ottobre. Nel pieno dell’atmosfera di Ognissanti, tra un molesto vibrar di batacchio e un diabolico «dolcetto o scherzetto», il Raschione riprende a tramare nelle segrete del proprio castello, per maggiormente infastidire la istintuale propensione di Jesus ad evitare lunghe escursioni oltre il suo naturale baricentro di mandronia. Dopo decimi di secondo di riflessione, la mefistofelica macchina delle ciccionate decreta: «Questa settimana si va a Oristano».
La presunta ragione è sempre la stessa: «A Cagliari i ristoranti li abbiamo terminati!».
Invitiamo quindi i nostri più affezionati lettori ad inviare personalmente al burriccu le segnalazioni sulle decine di ristoranti della zona che ancora abbiamo mancato, e che il Raschione, non si sa per quale motivo, ignora. In caso contrario, vi anticipo che dovrete presto iniziare ad apprezzare l’inedita formazione PACS Marrocu-Raschione!
 

Josto - Cruditè di mare

Josto – Cruditè di mare

 

Primo Novembre. Cavalca veloce le buche della SS.131, la teutonica autovettura dell’Ing.Marrocu il quale, come da sua abitudine, non manca di riproporre agli astanti sentite reprimende nei confronti dell’assetto socio-politico sardo, finanche arrivando a criticare gli effetti del clima sul paesaggio extra-urbano isolano.
Dopo oltre un’ora di viaggio, in anticipo di una mezz’ora rispetto alla prenotazione a nome X del Raschione – alloggiato il carro buoi nei pressi del ristorante “Josto al Duomo” -, i tre decidevano di concedersi una preventiva escursione nella vicina piazza del Duomo, per apprezzare la baroccheggiante bellezza della settecentesca cattedrale. Qui iniziavano, invero, le reprimende di Jesus, contro la struttura urbana sviluppatasi intorno al tempio – che non ne valorizza appieno la maestosità e l’impatto visivo – e contro le numerose auto, sgradevolmente disposte sul piazzale in fronte all’ingresso principale, che hanno impedito per un buon quarto d’ora di fotografare la magnificenza del paesaggio e per le quali l’Ing.Marrocu ha finanche chiesto l’intervento della forza “pubblica”. Censvra grave!
 

Josto - Polpo doppia cottura

Polpo in doppia cottura

Josto - Bottarga muggine affumicato

Bottarghe, muggine

 

Il Ristorante affaccia il proprio uscio nella centralissima Via Vittorio Emanuele, a pochi metri dall’imponente campanile della cattedrale, ed è collocato in una più ampia struttura che comprende un caratteristico Hotel (Il Duomo) e una piccola bottega di prodotti tipici locali. Al ristorante si accede proprio superando la reception dell’albergo. Qualche tavolo, nel periodo estivo, viene collocato in un cortile disposto a cavallo tra la bottega e la scala che porta alle camere, mentre la sala principale appare, nella composizione delle basse volte, come una vecchia cantina tinteggiata di bianco, nella quale sono stati inseriti più moderni elementi d’arredo. Questi ultimi, sono stati oggetto di erudita discussione da parte dell’Ing.Marrocu e di Jesus. Il primo apprezzandone l’impatto generale, il secondo criticandoli nella loro efficacia cromatica; nella pratica asserendo essere, il colore verde di alcuni elementi occasionali, in contrasto armonico con la tonalità gli infissi. A parer mio, occorrerebbe fare una scelta più marcata e decisa (nell’ottica del bruno o del verde) e decorare le arcate che, attualmente, appaiono eccessivamente spoglie.
 

Josto - Fregolina in rosso

Josto – Fregolina in rosso

 

Al nostro arrivo, al ristorante “Josto al Duomo”,  l’accoglienza è calorosa e formale al medesimo tempo. Da quel che capiamo la gestione è, almeno in parte, a carattere familiare. Il preparatissimo maître/titolare – inconfondibilmente il sosia del calciatore Pirlo – tradisce, sotto la folta barba, la sua giovane età, che comunque non gli impedisce di distinguersi per professionalità e savoir fair. A lui si affianca un altro giovane cameriere e due/tre ragazze che, con tutta probabilità, governano anche l’amministrazione dell’Hotel. Dobbiamo invero asserire che il servizio, pur di eccellente livello medio, durante il pranzo ha peccato di talune piccole veniali imperfezioni, quali non subitamente approvvigionare di pane il nostro tavolo, e il farci ritrovare, episodicamente, senza le dovute posate: poco male, Jesus ha saccheggiato il tavolo vicino! A tal proposito il maître, ci ha successivamente confidato che vi erano state alcune defezioni di personale dell’ultimo minuto, dispiacendosi di non aver potuto gestire sin dall’inizio le nostre comande, ed in particolar modo di non averci potuto indirizzare su una cernita di vini consona al nostro mangiare; cernita che, per la sciagurata avventatezza dello “Josto” Marrocu, si è rivelata, per certi versi, catastrofica!
 

Josto - Spaghettoni zucchine menta bottarga

Josto – Spaghettoni zucchine menta bottarga

 

La prima catastrofe dobbiamo attribuirla, in concorso di colpa, al voluminoso tomo che costituisce la carta dei vini presenti in cantina, e che ha confuso per eccessiva abbondanza l’inesperto Ingegnere. Infatti il buon Marrocu, non volendo considerare alcun consiglio, puntava deciso e a testa bassa su un DOC delle Dolomiti “Muller Thurgau” del 2012, cantine “Bolognani” di Lavis (TN), facendosi ingannare dall’errata attribuzione della gradazione sul menù. In realtà il nettare si rivelerà oltremodo leggero, considerando le cruditè di mare e i sapori decisi che saremmo andati di lì a poco ad affrontare. Terminata la bottiglia di Bolognani, a cavallo tra il primo ed il secondo assaggio di primi piatti, nuovamente, il cocciuto Ingegnere pretendeva di visionare la carta, comandando senza indugi un “Alsace Riesling” del 2009, delle cantine alsaziane (lato francese) Binner. Anche qui il fato si sarebbe dimostrato malandrino: le bottiglie dell’annata richiesta risultavano terminate, tanto da rendere indispensabile optare per una vendemmia due anni antecedente, il vino poi dimostrandosi eccessivamente liquoroso (per via probabilmente dell’ulteriore invecchiamento). Qui arriverà a nostra salvaguardia il maître che, per consentirci di sfruttare appieno il gusto del vino scelto, escogiterà un meraviglioso assaggio di formaggi assortiti.
 

Josto - Formaggi assortiti

Josto – Formaggi assortiti

 

Meravigliosa è la impagabile esplosione di gusto della proposta culinaria del “Josto”, che si manifesta con piatti ed ingredienti di primissima qualità,  tecnica di preparazione di altissimo livello e, al contempo, elaborazioni genuine e mai troppo complesse.
La prima portata è un plateau di cruditè di crostacei (gamberi e scampi) e carpacci di calamaro e dentice, impreziositi da una spolverata di pepe nero e germogli di (?) cipolla. Seguiva quindi un pedagogico assaggio “comparativo” di bottarga commerciale e casereccia (molto rara: aroma e gusto incredibili, avremo modo a fine pasto di constatarne la conservazione nel retrobottega dello shop!). La bottarga si accompagnava a buonissime lamelle di muggine affumicato, il tutto su letto di pane carasau impreziosito con un filo di olio d’oliva e i germogli di cui sopra. Gli antipasti terminavano con un impagabile polpo in doppia cottura, con deliziosa crema di limone e rucola, a compimento di un incredibile equilibrio tra il dolce e l’amaro: «questo piatto vale da solo la scampagnata!».
 

Josto - Torrone di Tonara

Josto – Torrone di Tonara

 


Identica la valutazione dei primi piatti. Dai sapori forti e genuini viriamo però, decisamente, verso l’equilibrio e la delicatezza. Partiamo con una fregolina (la pasta, ad onor del vero non ci è parsa artigianale) in rosso con pescato del giorno, dall’aspetto più simile ad una zuppa di pesce: gamberi, calamari, muggine e dentice. Piacevolissimo il gusto del sughetto, ben ponderato tra i sapori del pomodoro e del gambero. Il secondo “primo” era invece un piatto di “spaghettoni” (Jesus: «sarebbero stati meglio spaghettini, questi sono troppo grossi!») con zucchine, menta e bottarga vera.
 

Josto - Mostacciolo

Josto – Mostacciolo di Oristano

 

Come anticipato, a questo punto della ciccionata interviene il maître che ci propone, in luogo di un secondo piatto, un trittico di formaggi:  casizolu artigianale indigeno, fiore di Gavoi, Erborinato di Thiesi, accompagnati da ottima confettura di fichi. Marrocu «Se dobbiamo scegliere di morire per il colesterolo, questo è senza dubbio il modo migliore!».
Come avvicinamento ai dolci, irrompe la scenografica esposizione di un carrello con tagliere, mannaia e torrone di Tonara (vero anche questo, non di Dolianova!) che l’impavido Ingegner Marrocu ha divorato intingendo e leccandosi le dita, finanche davanti al maître: «lo faccio con onore!».
 

Tortino ai cereali e pistacchio

Tortino ai cereali

Josto - Apple crumble

Josto – Apple crumble

 

Impagabili i dessert che seguivano. Mostaccioli di Oristano per Jesus, disposti a mo’ di sandwich con gelato alla vaniglia e imbevuti nel vino, tortino ai cereali con gelato al pistacchio per l’Ing.Marrocu, apple crumble e vaniglia per il Raschione.
L’abbondante pranzo si concludeva quindi con dei caffè. La contrattazione degli amari, partita volutamente sul basso profilo («per me uno Stock 84») veniva presa in consegna dall’oculato maître che non poteva fare a meno di afferrare i burricchi per le orecchie: non ho quello che chiedete, ma ho qualcosa che potreste volere. Rum Caroni invecchiato dodici anni per il Raschione (non servito in bicchiere riscaldato come il burriccu senza essere in grado di apprezzare, amerebbe), cognac Martell XO Extra Old per Jesus e l’Ing. Marrocu.
L’esperienza qui si concludeva. Conto finale – da cui sono stati condonati amari e formaggi – 50€ cadauno, decisamente al di sotto del valore del pranzo appena consumato.

 

Se in quel di Oristano vi venite a trovare, e ricercate, di vostra abitudine, eccellenza e qualità, potete queste certamente cogliere in quel del ristorante “Josto al Duomo”. Una cucina orgogliosamente basata sulle tradizioni e su ingredienti del territorio, ma che riesce ad arrivare, nella fantasia dello chef e nell’offerta della cantina, fin oltre le sponde del nostro mare. Qualche piccolo difetto nel servizio, come indicato, dobbiamo identificarlo come episodico. Quattro burricchi.

 


VALUTAZIONE “Josto al Duomo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Josto al Duomo Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 34, Oristano
Telefono: 0783778061    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


ott 28 2013

Ristorante Le Mole – Is Molas golf club

 Scritto da Ettore | | Commenta

Le Mole - Buvette golf club

Le Mole – Buvette golf club

 

Unicuique suum, rielaborazione di suum cuique tribuere (a ciascuno il suo), sintetizzava tale Cicerone, formulando una delle locuzioni fondamentali del diritto romano.
Accade così che taluni esponenti della piccola borghesia cagliaritana vengano accostati ad attività sportive economicamente impegnative, quali il golf, piuttosto che ad altre ben più popolari, come l’italianissimo giuoco del “calcio”, indissolubilmente legato allo spirito dell’uomo medio il quale, al più, può pensare ad una Golf unicamente come mezzo di locomozione.
In questa ottica di rigida associazione, quando si asserisce is molentis a is molas (traduzione: Gli asini alla propria mola) può accadere che, per una volta, i diversi scenari si compenetrino armonicamente, in un quadro socio-culturale razionale e perfetto.

Le Mole - Interno

Le Mole – Interno

 

Sotto queste premesse, tre somari della Cagliari qualunque, erravano un giorno, alla ricerca di nuovi territori da esplorare, in fuga da una città che ormai ha ben poco da offrire e che sta diventando asfissiante con la sua inusuale calura di uno strano Autunno; calura che, alle porte di Novembre, non riesce a scacciare gli ultimi colpi di coda dell’Estate. Essi si ritrovavano quindi in viaggio verso Ovest, a bordo della fedele utilitaria nipponica del buon Ettore, unico mezzo disponibile, con la tracotante 150CV furbescamente accomodata nei sotterranei più inarrivabili di via La Playa e la teutonica vettura dell’Ing. Marrocu parcheggiata e smontata nei suoi componenti fondamentali nei sobborghi pirresi, al mero fine di renderla meno appetibile all’avido potenziale ospite usufruttuario. Destinazione: le colline di Pula, che tanto care furono al buon Jesus, ove, a breve, si sarebbe consumato l’ennesimo sacrificio di elementi fondamentali della dieta mediterranea.

Le Mole - Spaghetti

Le Mole – Spaghetti

 

Domenica 27 ottobre, ore 12:45. Dopo un breve – seppur tormentato da inutili commenti sul confort della navigazione e sulla taratura delle sospensioni dell’autovettura di chi Vi scrive – viaggio, i somari si ritrovano alla sbarra d’ingresso del celebre Is Molas resort, nella omonima località. Ivi, dopo aver ignorato con disinvoltura i controlli dell’addetto alla sicurezza, la comitiva si mette alla ricerca dell’oggetto del desiderio: il ristorante Le Mole. Il locale è integrato nella struttura del golf club, emblema di opulenza per la creme cagliaritana, ai bordi dei campi teatro di importanti manifestazioni sportive internazionali. I somari chiedono conferma della prenotazione alla reception, non senza un minimo di apprensione per probabile inadeguatezza nell’abbigliamento di qualche elemento, nonostante l’abbondanza di griffe esibite.
Ettore: Il giorno che ci mandano via a son’è gorru, sarei curioso di vedere cosa twitteresti!
Jesus: Nel caso, onore a loro!

Le Mole - Orecchiette

Le Mole – Orecchiette

 

Il ristorante si trova allo stesso livello dell’ingresso ai campi, adiacente agli spogliatoi femminili, per l’occasione violati da due distratti elementi, e vi si accede applicando il metodo della forza bruta alla porta d’ingresso. Un piccolo disimpegno separa l’accesso ai servizi e alle cucine da un vistoso bancone, che segna il confine della sala, unica, di pianta quadrata; tre lati di questa, godono di ampia visuale sui campi da golf, grazie a delle enormi vetrate riparate dal sole da appositi tendaggi chiari. In legno i pilastri centrali, le decorazioni dei muri e il soffitto, nel quale dominano le travi “a vista” e da cui cadono singolari lampadari a globo. La sala può ospitare circa settanta coperti su tavoli di diversa forma e dimensione, rivestiti da eleganti tovaglie color crema. Meno elegante la scelta della tipologia di sedie, in metallo nero e plastica bianca, tipiche da bar dello sport. Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente professionale, cortese e disponibile, è garantito da un maître di mezza età e da un giovane cameriere, entrambi in tinta abbinata al tovagliame in sala: che classe!!

Le Mole - Salmone in crosta di sesamo

Le Mole – Salmone in crosta di sesamo

 

Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo rotondo, a ridosso di una delle vetrate, quasi proiettati nel verde e nella natura dei green circostanti, natura che faceva sentire la propria presenza in sala tramite ronzanti ambasciatori che si aggiravano a ridosso del vetro, rompendo uno strano silenzio, rilassante per alcuni, inquietante per altri, che ha accompagnato l’intero pranzo: un po’ di musica di sottofondo sarebbe stata più che gradita. Discretamente assortita l’offerta della cantina, interamente di produzione isolana, sebbene poche fossero le etichette di livello superiore registrate, ma comunque in grado di darci il piacere di far designare al sottoscritto (il parsimonioso sommelier usufruiva dei servizi) un ottimo DOC “Tuvaoes” 2012 delle cantine Cherchi di Usini, servito in maniera ineccepibile col rito dell’assaggio, performato per l’occasione dal discernente, nel pieno rispetto del protocollo, mentre in sala altri nobili palati ordinavano “Ichnusa” in bottiglia, servita in inusuale vassoio in argento. L’offerta della cucina non è ecessivamente articolata, prevede comunque percorsi di terra e di mare, con modalità di fruizione tramite menù a prezzo fisso o a la carte.

Le Mole - Spigola di Calasetta

Le Mole – Spigola di Calasetta

 

Singolare l’assenza di antipasti nel menù, nonostante la possibilità di usufruire di piccoli stuzzichini a buffet (king bowl di insalata), decisamente non in linea con il resto dell’offerta e per questo gentilmente scartati. Questa limitazione è stata probabilmente indotta dalle esigenze di tempo della clientela del circolo, stabile e selezionata. Come da tradizione la comitiva si orienta su un menù di mare, che inizia con i primi piatti, nell’attesa dei quali è stato possibile degustare dell’ottimo pane carasau con olio aromatizzato al rosmarino, praticamente una droga che accompagnerà tutto il pasto. Dopo fisiologici tempi di preparazione giungono al tavolo spaghetti con cozze, carciofi e peperoncino per Jesus e Marrocu, presentati come due colline in un elegante piatto allungato e delle sontuose orecchiette con alici, broccoli e parmigiano per Ettore.

Le Mole - Torta di mele

Le Mole – Torta di mele

 

Entrambi i primi piatti si son rivelati ottimi per scelta di ingredienti e preparazione, sebbene si debba registrare una certa abbondanza di olio che ha costretto il buon Jesus a compromettere la propria già discutibile presentabilità con l’impudico utilizzo del bavaglino, tra lo scherno dell’Ing. Marrocu che, dopo appena pochi minuti, l’avrebbe seguito a ruota! A conferma di una ritrovata sintonia tra l’ipotricotico e l’ipertricotico burriccu, l’attesa per i secondi piatti si consuma tra sogni e progetti per una vita migliore, lontano dai limiti della società isolana, ma anche italiana e, guarda caso, proprio per bocca di chi si lamenta di ciccionate al di fuori dei confini dell’hinterland cagliaritano. L’ordine seguente, per i due, si conferma il medesimo: spigola di Calasetta con porri croccanti e salsa al limone, mentre chi Vi scrive sceglieva invece una scaloppa di salmone in crosta di sesamo con zenzero in agro, soia e wasabi. Lo zenzero, erroneamente assaporato senza accompagnamento, ha compromesso il senso del gusto per i prossimi due mesi.
Ettore: «provatelo: è come mangiare un arbre magique!»

Le Mole - Coppa gelato

Le Mole – Coppa gelato

 

Secondi piatti sopra le righe, sebbene l’estetica della presentazione del salmone fosse eccessivamente inficiata dall’abbondanza, nel piatto, di olio aromatizzato e soia. L’offerta di dessert nell’angolo glicemico non brilla per assortimento, ma mantiene comunque il livello di qualità sopra la sufficienza: torta di mele per Ettore e coppa gelato al pistacchio e stracciatella per i restanti somari. A conclusione del pranzo, mentre Ettore e l’Ing. Marrocu contrattavano la giusta etichetta di rum agricolo (alla fine Ron Zacapa 12) – con cui annullare gli effetti di un caffè da dimenticare (Ing. Marrocu: deve essere il primo dell’autunno!) -, Jesus optava per un popolare cynar: sa pagu classi!!
Costo dell’esperienza: 50€ cad. burriccu, forse un 10% al di sopra dell’offerta, ma comunque allineato al blasone della struttura.

 
Il ristorante Le Mole regala parentesi enogastronomiche più che soddisfacenti, in un incantevole scenario naturale dominato dal relax, e garantisce alla esigente clientela del circolo del golf pasti di livello in tempi contenuti; il tutto, condito da un servizio impeccabile. Gli avventori occasionali probabilmente non rimarranno impressionati dalla particolarità dei piatti, ma potranno comunque trovare ampia soddisfazione. In queste condizioni possiamo, senza indugi, attribuire tre somarelli pieni.

 


VALUTAZIONE “Le Mole: Tre Burricchi.
Ristorante Le Mole Indirizzo: Is molas resort – Località Is Molas, Pula
Telefono: 0709241006    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook