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ott 28 2013

Ristorante Le Mole – Is Molas golf club

 Scritto da Ettore | | Commenta

Le Mole - Buvette golf club

Le Mole – Buvette golf club

 

Unicuique suum, rielaborazione di suum cuique tribuere (a ciascuno il suo), sintetizzava tale Cicerone, formulando una delle locuzioni fondamentali del diritto romano.
Accade così che taluni esponenti della piccola borghesia cagliaritana vengano accostati ad attività sportive economicamente impegnative, quali il golf, piuttosto che ad altre ben più popolari, come l’italianissimo giuoco del “calcio”, indissolubilmente legato allo spirito dell’uomo medio il quale, al più, può pensare ad una Golf unicamente come mezzo di locomozione.
In questa ottica di rigida associazione, quando si asserisce is molentis a is molas (traduzione: Gli asini alla propria mola) può accadere che, per una volta, i diversi scenari si compenetrino armonicamente, in un quadro socio-culturale razionale e perfetto.

Le Mole - Interno

Le Mole – Interno

 

Sotto queste premesse, tre somari della Cagliari qualunque, erravano un giorno, alla ricerca di nuovi territori da esplorare, in fuga da una città che ormai ha ben poco da offrire e che sta diventando asfissiante con la sua inusuale calura di uno strano Autunno; calura che, alle porte di Novembre, non riesce a scacciare gli ultimi colpi di coda dell’Estate. Essi si ritrovavano quindi in viaggio verso Ovest, a bordo della fedele utilitaria nipponica del buon Ettore, unico mezzo disponibile, con la tracotante 150CV furbescamente accomodata nei sotterranei più inarrivabili di via La Playa e la teutonica vettura dell’Ing. Marrocu parcheggiata e smontata nei suoi componenti fondamentali nei sobborghi pirresi, al mero fine di renderla meno appetibile all’avido potenziale ospite usufruttuario. Destinazione: le colline di Pula, che tanto care furono al buon Jesus, ove, a breve, si sarebbe consumato l’ennesimo sacrificio di elementi fondamentali della dieta mediterranea.

Le Mole - Spaghetti

Le Mole – Spaghetti

 

Domenica 27 ottobre, ore 12:45. Dopo un breve – seppur tormentato da inutili commenti sul confort della navigazione e sulla taratura delle sospensioni dell’autovettura di chi Vi scrive – viaggio, i somari si ritrovano alla sbarra d’ingresso del celebre Is Molas resort, nella omonima località. Ivi, dopo aver ignorato con disinvoltura i controlli dell’addetto alla sicurezza, la comitiva si mette alla ricerca dell’oggetto del desiderio: il ristorante Le Mole. Il locale è integrato nella struttura del golf club, emblema di opulenza per la creme cagliaritana, ai bordi dei campi teatro di importanti manifestazioni sportive internazionali. I somari chiedono conferma della prenotazione alla reception, non senza un minimo di apprensione per probabile inadeguatezza nell’abbigliamento di qualche elemento, nonostante l’abbondanza di griffe esibite.
Ettore: Il giorno che ci mandano via a son’è gorru, sarei curioso di vedere cosa twitteresti!
Jesus: Nel caso, onore a loro!

Le Mole - Orecchiette

Le Mole – Orecchiette

 

Il ristorante si trova allo stesso livello dell’ingresso ai campi, adiacente agli spogliatoi femminili, per l’occasione violati da due distratti elementi, e vi si accede applicando il metodo della forza bruta alla porta d’ingresso. Un piccolo disimpegno separa l’accesso ai servizi e alle cucine da un vistoso bancone, che segna il confine della sala, unica, di pianta quadrata; tre lati di questa, godono di ampia visuale sui campi da golf, grazie a delle enormi vetrate riparate dal sole da appositi tendaggi chiari. In legno i pilastri centrali, le decorazioni dei muri e il soffitto, nel quale dominano le travi “a vista” e da cui cadono singolari lampadari a globo. La sala può ospitare circa settanta coperti su tavoli di diversa forma e dimensione, rivestiti da eleganti tovaglie color crema. Meno elegante la scelta della tipologia di sedie, in metallo nero e plastica bianca, tipiche da bar dello sport. Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente professionale, cortese e disponibile, è garantito da un maître di mezza età e da un giovane cameriere, entrambi in tinta abbinata al tovagliame in sala: che classe!!

Le Mole - Salmone in crosta di sesamo

Le Mole – Salmone in crosta di sesamo

 

Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo rotondo, a ridosso di una delle vetrate, quasi proiettati nel verde e nella natura dei green circostanti, natura che faceva sentire la propria presenza in sala tramite ronzanti ambasciatori che si aggiravano a ridosso del vetro, rompendo uno strano silenzio, rilassante per alcuni, inquietante per altri, che ha accompagnato l’intero pranzo: un po’ di musica di sottofondo sarebbe stata più che gradita. Discretamente assortita l’offerta della cantina, interamente di produzione isolana, sebbene poche fossero le etichette di livello superiore registrate, ma comunque in grado di darci il piacere di far designare al sottoscritto (il parsimonioso sommelier usufruiva dei servizi) un ottimo DOC “Tuvaoes” 2012 delle cantine Cherchi di Usini, servito in maniera ineccepibile col rito dell’assaggio, performato per l’occasione dal discernente, nel pieno rispetto del protocollo, mentre in sala altri nobili palati ordinavano “Ichnusa” in bottiglia, servita in inusuale vassoio in argento. L’offerta della cucina non è ecessivamente articolata, prevede comunque percorsi di terra e di mare, con modalità di fruizione tramite menù a prezzo fisso o a la carte.

Le Mole - Spigola di Calasetta

Le Mole – Spigola di Calasetta

 

Singolare l’assenza di antipasti nel menù, nonostante la possibilità di usufruire di piccoli stuzzichini a buffet (king bowl di insalata), decisamente non in linea con il resto dell’offerta e per questo gentilmente scartati. Questa limitazione è stata probabilmente indotta dalle esigenze di tempo della clientela del circolo, stabile e selezionata. Come da tradizione la comitiva si orienta su un menù di mare, che inizia con i primi piatti, nell’attesa dei quali è stato possibile degustare dell’ottimo pane carasau con olio aromatizzato al rosmarino, praticamente una droga che accompagnerà tutto il pasto. Dopo fisiologici tempi di preparazione giungono al tavolo spaghetti con cozze, carciofi e peperoncino per Jesus e Marrocu, presentati come due colline in un elegante piatto allungato e delle sontuose orecchiette con alici, broccoli e parmigiano per Ettore.

Le Mole - Torta di mele

Le Mole – Torta di mele

 

Entrambi i primi piatti si son rivelati ottimi per scelta di ingredienti e preparazione, sebbene si debba registrare una certa abbondanza di olio che ha costretto il buon Jesus a compromettere la propria già discutibile presentabilità con l’impudico utilizzo del bavaglino, tra lo scherno dell’Ing. Marrocu che, dopo appena pochi minuti, l’avrebbe seguito a ruota! A conferma di una ritrovata sintonia tra l’ipotricotico e l’ipertricotico burriccu, l’attesa per i secondi piatti si consuma tra sogni e progetti per una vita migliore, lontano dai limiti della società isolana, ma anche italiana e, guarda caso, proprio per bocca di chi si lamenta di ciccionate al di fuori dei confini dell’hinterland cagliaritano. L’ordine seguente, per i due, si conferma il medesimo: spigola di Calasetta con porri croccanti e salsa al limone, mentre chi Vi scrive sceglieva invece una scaloppa di salmone in crosta di sesamo con zenzero in agro, soia e wasabi. Lo zenzero, erroneamente assaporato senza accompagnamento, ha compromesso il senso del gusto per i prossimi due mesi.
Ettore: «provatelo: è come mangiare un arbre magique!»

Le Mole - Coppa gelato

Le Mole – Coppa gelato

 

Secondi piatti sopra le righe, sebbene l’estetica della presentazione del salmone fosse eccessivamente inficiata dall’abbondanza, nel piatto, di olio aromatizzato e soia. L’offerta di dessert nell’angolo glicemico non brilla per assortimento, ma mantiene comunque il livello di qualità sopra la sufficienza: torta di mele per Ettore e coppa gelato al pistacchio e stracciatella per i restanti somari. A conclusione del pranzo, mentre Ettore e l’Ing. Marrocu contrattavano la giusta etichetta di rum agricolo (alla fine Ron Zacapa 12) – con cui annullare gli effetti di un caffè da dimenticare (Ing. Marrocu: deve essere il primo dell’autunno!) -, Jesus optava per un popolare cynar: sa pagu classi!!
Costo dell’esperienza: 50€ cad. burriccu, forse un 10% al di sopra dell’offerta, ma comunque allineato al blasone della struttura.

 
Il ristorante Le Mole regala parentesi enogastronomiche più che soddisfacenti, in un incantevole scenario naturale dominato dal relax, e garantisce alla esigente clientela del circolo del golf pasti di livello in tempi contenuti; il tutto, condito da un servizio impeccabile. Gli avventori occasionali probabilmente non rimarranno impressionati dalla particolarità dei piatti, ma potranno comunque trovare ampia soddisfazione. In queste condizioni possiamo, senza indugi, attribuire tre somarelli pieni.

 


VALUTAZIONE “Le Mole: Tre Burricchi.
Ristorante Le Mole Indirizzo: Is molas resort – Località Is Molas, Pula
Telefono: 0709241006    [mostra in google maps]
 

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ago 18 2012

Ristorante Lisboa – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Lisboa - Interno

Lisboa – Interno

 

«Scruto dalla scogliera il mare in tempesta. Riesco a vedere oltre l’orizzonte i nuovi mondi che mi aspettano, la gloria che canta il mio nome, il fato che supino m’attende!
Me ne frego del pericolo, dell’ardore degli elementi, dei menagrami che sogghignano alle mie vele, delle cuccurre che aleggiano sulla mia testa: sono pronte a strapparmi i capelli, bramose di aggrovigliare le mie budella, con ferocia di cavarmi gli occhi, per impedirmi di vedere quello che i vili e gli ignavi non vedono.»
Lisbona, perla del Portogallo, offerta e celata alla forza dell’oceano; da qui, più di cinque secoli orsono, salpò Vasco da Gama diretto verso quelle Indie che, pochi anni prima, il prode Cristóbal non raggiunse.
 

Lisboa - Palamita carote cipolla

Lisboa – Palamita carote cipolla

 

Raggiunto il Cabo da Boa Esperança e oltre, nel loro lungo sconsiderato navigare, il prode Jesus da Gama, col cappellino d’ammiraglio (a dire la verità in quest’occasione trattenuto in cambusa) e il suo fido timoniere Raschiahmad ibn Majid ibn Muhammad al-Saʿdi al-Jaddi al-Najdi (أحمد بن ماجد كشط بن محمد آل ʿ سات الجديد النجدي), si dirigevano verso il mare aperto, per discoprire nuove emozionanti mete di sapori, ed alimentari emozioni.
Più verosimilmente, Venerdì sera verso le ore 21, il Raschione, alla guida della sua ri-carenata São Gabriel, puntava la prua verso un nuovo disinibito approdo, il cui nome ha il sapore di una rinnovata partenza: ristorante Lisboa, nella via Tuveri, in Cagliari, lontana terra del sol.
 

Lisboa - Ali di razza pomodorini e capperi

Lisboa – Ali di razza pomodorini e capperi

 

Il bar/ristorante Lisboa, di recentissima ri-apertura, si affaccia all’inizio della via Tuveri, giusto in fronte all’oceano urbano di Piazza Repubblica, a pochi passi dall’enclave (Pandemonio) del Burriccu Sollai.
Dall’esterno, discretamente e senza particolari insegne, prorompe sulla via, con una ampia vetrina d’ingresso e comodi tendaggi parasole, che offrono prezioso riparo estivo, a qualche tavolino sul marciapiede.
Una prima distinta zona bar si scopre oltre la soglia mentre, dopo uno stretto corridoio – tracciato da una spoglia parete viola e da un lunga tela dal tema astratto – , si accede alla piccola e graziosa sala da pranzo, che culmina con la porta della cucina e con un colorato drappeggio il quale, celato da una vetrina trasparente, s’inonda di una cascata di luce bianca riflessa.
 

Lisboa - Risotto di verdure e parmigiano

Lisboa – Risotto di verdure e parmigiano

 

Le pareti chiare (in qualche punto sgraziate da alcune macchie d’umidità, che consigliamo di sanare quanto prima), gli splendidi lampadari a sfera, il parquet, le comode sedie brune e l’intelligente ed armonico sistema di condizionamento
– rivestito di legno compensato e impreziosito da numerosi punti luce -, completano un arredo accattivante e moderno.
Infine, una (iniziamente un po’ troppo elevata) musica di sottofondo, rende l’atmosfera rilassante e piacevole.
Il servizio in sala è garantito da una gentile ed attenta maître (probabilmente la stessa titolare) e da un timido e discreto giovanotto, entrambi suggestivamente abbigliati in tenuta e grembiule nero.
 

Lisboa - Spigola zucchine popcorn

Lisboa – Spigola zucchine popcorn

 

Per particolare scelta gestionale, in questo primo periodo di avviamento, il menù alla carta viene limitato a poche eccellenti pietanze, dalle quali è possibile individuare un solo appetibile primo piatto, e non sempre risultano distinguibili antipasti e secondi, almeno secondo le nostre austere ed ortodosse consuetudini.
Dopo essere stati fatti accomodare, Jesus e il Raschione (assente per giustificati impegni lavorativi l’Ing.Marrocu) sceglievano di esordire con due seducenti antipasti cadaburriccu ma, per loro difetto espositivo, se ne facevano servire uno solo a testa, tanto da giustificare una sostanziosa integrazione ai loro secondi. Vino scelto per condurre la serata, un ottimo vermentino DOCG “I Graniti”, della cantina Pedra Majore di Calangianus, ultima bottiglia della prestigiosa etichetta, presente nella inappuntabile cantina del ristorante.
 

Lisboa - Tempura di pesce e verdure

Lisboa – Tempura di pesce e verdure

 

Ad ogni modo, prontamente, arrivavano al cospetto dei due Donkey: ali di razza in guazzetto di pomodoro, capperi e rucola con crostino di pane e finocchietto, seguito da una eccezionale, strepitosa, inarrivabile, composizione di palamita scottata, con carote, cipolle di tropea, rucola, zucchine, su una vellutata di arance e mele, impreziosita da crostini di pane.
Solo per quest’ultimo piatto varrebbe la pena di visitare il “Lisboa”!
Riguardo il summenzionato primo piatto, trattavasi di un ugualmente straordinario risotto alle verdure e parmigiano, con tartara di arance e peperoni, guarnito con crostino di pane e foglie di finocchio: sublime!
Altrettanto fantasiose e particolari, la preparazione e presentazione dei secondi: filetto di spigola scottata con pomodori e zucchine, guarnito con crostini di pane e briciole di mais soffiato (popcorn!), integrato poi con una tempura di pesce e verdure, composta di melanzane, peperoni, zucchine, fiori di zucca e filetti di spigola fritti, servita con ottima salsa vinaigrette.
 

Lisboa - Cannolini di banana pesche e mele

Cannolini di banana pesche e mele

Lisboa - Fantasia di pesca, cioccolato yogurt

Fantasia di pesca, cioccolato yogurt

 

Non meno soddisfazione potevano dare i dessert: indescrivibili cannolini di banana fritta su letto di pesche e mele per Jesus, buonissima fantasia di pesche sciroppate, con cuore morbido di cioccolato fondente e yogurt, per il Raschione. I dolci sono stati superbamente accompagnati da vino passito “Angialis”, delle cantine Argiolas.
Un caffè per Jesus, e un ottimo liquore di liquirizia “LiquorIce” di Caffo per il Raschione, hanno concluso quindi l’esperienza. Costo finale della cena, 68€ cadauno, assolutamente adeguati, in considerazione di un approccio alla cucina ricercato e fantasioso, e di una qualità che è rimasta costantemente elevatissima, per tutto l’evolversi della serata.
Seppure di recentissima rinnovata gestione, il ristorante “Lisboa” riesce a garantire degli standard elevati in relazione alla ambientazione, al servizio, e alla qualità della cucina. Quattro meritati burricchi, con menzione speciale per la pirotecnica fantasia dello chef.

 


VALUTAZIONE “Lisboa”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Lisboa Indirizzo: Via Tuveri 2, Cagliari
Telefono: 07043707    [mostra in google maps]
 

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apr 16 2011

Ristorante Peek-a-Boo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Peek a Boo - Interno

Peek a Boo – Interno

 

Per chi non fosse avvezzo agli idiomi di origine non indigena, esordiamo con l’esemplificare brevemente il significato della locuzione “peek-a-boo”, che nella cultura popolare anglosassone identifica l’equivalente del nostro “bubu-settete” o “cucù”, ovverosia il non troppo impegnativo gioco di intrattenimento – rivolto in particolar modo a spettatori al di sotto dei 36 mesi di età – che consiste nel celare ripetutamente e non troppo minuziosamente il proprio volto e/o corpo, per poi prorompere ex abrupto, fragorosamente, con l’improbabile tentativo di sorprendere o spaventare il proprio divertito interlocutore.

Peek a Boo - Frittura paranza agrumi

Peek a Boo – Frittura paranza agrumi




Sorprende non poco invece – e forse per questo il nome del ristorante (o lounge restaurant se si vuole fare i fighi!) è del tutto adeguato – il veder comparire un locale di raffinata e ricercata eleganza, pienamente integrato nella struttura di un noto mercato civico rionale (San Benedetto), crocevia per l’incontro di affrettate massaie ed annoiati pensionati, con le buste della spesa in mano.
L’interno è splendido. Un unico grande ambiente, distribuito su un livello inferiore e un ampio soppalco, converge sulla imponente e altissima vetrina del BAR che, arrampicandosi fino al soffitto accarezzata da una sorta di pergolato in legno, mette in mostra numerose bottiglie di vino su composite nicchie squadrate, retro-illuminate da una luce d’atmosfera azzurro-elettrica.
Peek a Boo - Maccarronis frutti di mare

Peek a Boo – Maccarronis frutti di mare



Oggetti d’arredamento dal gusto retrò, solleticati da una generale impronta post-moderna, tracciano i contorni glamour e “di tendenza” del ristorante, ideale confinamento per i fighetti della Cagliari bene e per alcune pseudo-celebrità che riusciamo ad intravedere all’ingresso.
Ci accomodiamo, scortati da una gentile autorevole signorina, ad un piccolo tavolo rettangolare ai margini del soppalco e con vista spiovente sul BAR di sotto, dirimpetto alla vetrina. Ci servono alternativamente due gentili e frenetici camerieri. Il menù per l’ora di pranzo non é invero particolarmente vario, tanto da rendere quasi obbligate le nostre scelte. Amplissima invece la carta dei vini (150 etichette disponibili), dalla quale scegliamo un’ottima bottiglia di Vermentino Is Argiolas D.O.C.
Peek a Boo - Tagliata di manzo

Peek a Boo – Tagliata di manzo



Ordiniamo entrambi, come antipasto monolitico, una “frittura di paranza con agrumi”, insolitamente accompagnata da una salsina di soia; tutto piuttosto buono, ma abbastanza povero in termini di qualità dei singoli elementi e di abbondanza complessiva, anche perché, per un censurabile errore del cameriere, i due piatti richiesti sono stati contratti in un unico “antipasto abbondante”, da condividere tra Jesus e il Raschione Ettore, unici attori dello spettacolo di oggi, per una nuova ingiustificata assenza dell’Ing. Marrocu.
Si proseguiva con dei “Maccarronis ai frutti di mare”, che a dire del cameriere sarebbero dovuti essere oltremodo abbondanti, non però per il più severo giudizio basato sui parametri fuori-scala degli esperti Donkeys: buoni e ben presentati («notate gli scampi che abbracciano il basilico») ma non del tutto convincenti al palato dell’esigente Raschione.
Peek a Boo - Trancio di salmone alla piastra

Peek a Boo – Trancio di salmone alla piastra



Secondi piatti differenziati per i due commensali: tagliata di manzo con rucola, grana aceto balsamico e contorno di insalata per Jesus, trancio di salmone alla piastra per il buon Raschione Ettore.
Nonostante una manifestata preferenza ideologica del cameriere per le bistecche al sangue, la tagliata di Jesus presentava un fastidioso eccesso di cottura; comunque, l’ottima qualità della carne in sé, ne garantiva una discreta apprezzabilità.
Meno margine di tolleranza invece per il trancio del Raschione, giudicato stopposo e privo di gusto.
I (due) possibili dessert proposti per concludere il pranzo non erano di pieno gradimento a Jesus, che quindi preferiva saltare la sua porzione. In virtù e per causa di questo forzato difetto lipidico, il vostro amato ometteva di immortalare la buona “torta ai frutti di bosco” richiesta dal Raschione.
Due buoni caffè e un amaro Cynar (per Jesus) terminavano le ostilità alimentari di quest’oggi.
Costo complessivo del pranzo: 45€ cadauno, che riteniamo di dieci euro superiore rispetto ad una ponderata stima ideale.
Il ristorante  “Peek a boo” presenza senz’altro una eccellenza dal punto di vista dell’ambientazione, della carta dei vini e della presentazione dei piatti. Meno lodevole la qualità complessiva delle pietanze e la varietà del menu, che condizionano inevitabilmente il giudizio finale.


VALUTAZIONE “Peek a Book”: Due Burricchi.
Ristorante Peek a Boo Indirizzo: Via Pacinotti 4, Cagliari
Telefono: 0703495393    [mostra in google maps]
 

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nov 6 2010

Trattoria Da Serafino – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta
Da Serafino - Interni

Da Serafino – Interni

 

Ottimo il clima, clemente il tempo, favorevoli gli eventi. Di nuovo insieme, in questo tiepido Sabato di Novembre, si ritrovano i Triumviri storici, i Triumviri ex, i Triumviri sub-judice penitenti ed i susunki annessi/ammessi al Sacro rito del Donkey Challenge.
Jesus a capotavola, il burriccu Pg alla destra del Padre (vedi Nicea, 325 D.C.), il Raschione Ettore alla sinistra, l’Ing. Marrocu appena di lato, il dott. Melis di lì giusto di fronte.
L’ampia tavolata è localizzabile a circa un metro e mezzo dall’ingresso di Via Sardegna 109 in Cagliari. Trattoria “Da Serafino”.
La scelta del locale, per compromesso e per condensazione, è la sintesi di due desideri concomitanti e contrapposti che, sebbene freudianamente avrebbero dovuto creare condizione di disagio, tristezza e finanche angoscia, nella nostra realtà cosciente ha determinato un non facile equilibrio tra la susunkaggine di taluno che non gradisce d’esser nominato (Dott. Melis) e l’impulso, da parte dei Biumviri ufficiali, a condizionare l’economicità del week end del burriccu Pg, con il fine di determinarne gli eventi in termini prettamente non spirituali.

Da Serafino – Bottarga e Sedano


Se un qualche Fan percepisse difficoltà nel cogliere la semantica del costrutto precedente, apparentemente senza senso, ci sentiamo di tranquillizzarlo: è senza senso!

Eccoci giungere quindi all’ingresso di “Serafino”, celebre trattoria cagliaritana, logisticamente collocata nel quartiere storico de “la marina”.
La sala da pranzo è piuttosto ampia, distribuita in vari spazi e ambienti, stilisticamente collocabili tra un rustico familiare e il moderno minimalismo, giusto al di sotto della soglia della raffinatezza estetica.
Dopo aver atteso per pochi minuti l’arrivo del Triumviro ospite penitente (l’ing.Marroccu), con il quale Jesus articolava tanto simpatiche quanto goliardiche schermaglie dialettiche, sullo sfondo della seconda e l’undicesima lettera dell’alfabeto italiano, i commensali potevano procedere con il solenne rito.
Interpellato, il veloce e sbrigativo cameriere raccoglieva frettolosamente le ordinazioni, tanto da delineare, per ciascuno degli stimati ingegneri, la razionale fisionomia dell’incedere del pasto: antipasti di mare, primo di mare, secondo di mare, ecc.
Il vino scelto nell’occasione è il consueto Costamolino DOC – poco elegantemente stappato e servito dal cameriere e dal sapore lontanamente conforme al nome “Costamolino” – per il quale Jesus, in fronte alla pretesa di prima valutazione da parte dell’Ing.Marrocu rivendicava (ubi maior minor cessat), in accordo alla sua nota permalosità, tale diritto, supportato dal Raschione Ettore, che intravedeva nella figura del vostro amato l’imponenza e la forza del potere mediatico.

Da Serafino – Zuppa di cozze


Da Serafino – Burrida

Polpo, Carpaccio di Salmone











Antipasti. La sequenza delle portate, diciamo subito non abbondantissime anzi piuttosto scarse per cinque persone con abitudini àinine, si articolava in: polpo marinato (gustosissimo), un carpaccio di salmone alquanto anonimo, burrida di gattuccio nella norma (intesa come media tra il «buonissima» del dott.Melis e il «pessima» del Raschione), eccellente zuppa di cozze con tanto di succulenti crostini imbevuti e, «dulcis in fundo» ,scaglie di bottarga con sedano triturato (decisamente appetibile, ma dal colore che ricordava vagamente quello de sa figumorisca [fichi d’india]).

Da Serafino – Spaghetti Vongole Bottarga


Primi piatti anch’essi (come consuetudine) a base di pesce. Spaghetti Vongole-Bottarga per tutti i commensali escluso Jesus, semplici spaghetti alla bottarga senza vongole per quest’ultimo.
I giudizi sono stati abbastanza contraddittori per quanto riguarda i vari Donkeys; per tale ragione citeremo in esclusiva quello che storicamente ci appare il più affidabile, ovverosia quello del Raschione: «Eccellenti!». Per quanto riguarda il piatto di Jesus, invece, posso dire che questo non ha incontrato favorevole aderenza al suo gusto personale, forse per la pasta troppo al dente e il sapore oltremodo amarognolo della bottarga di muggine.
Da segnalare, nonostante la presenza in menù, l’impossibilità di accedere agli spaghetti ai ricci di mare, che sarebbero altrimenti stati la prima scelta dei più.

Da Serafino - Orata arrosto

Da Serafino – Orata arrosto

Sogliola in umido

Da Serafino - Gamberi arrosto

Da Serafino – Gamberi arrosto










Maggiormente diversificata è stata la preferenza sui secondi piatti: orata arrosto (buonissima) per Jesus e il Raschione (quest’ultimo non ha trovato il sarago che desiderava), sogliola in umido con parmigiano per il Dottor Melis (a suo dire non soddisfacente), gamberi arrosto – il cameriere asseriva fossero gamberoni, ma la loro dimensione rende la denominazione inequivocabile – per i due restanti commensali, che davano versioni contrastanti sull’appagamento derivato: in mistico silenzio l’Ing.Marrocu, piuttosto scettico il burriccone Pg.

Da Serafino – Tiramisù

Da Serafino – Sebada al miele

Da Serafino – Crem caramel








Terminiamo infine questa disamina, citando i dolci assaggiati: Tiramisù (assortito) per Pg e dott.Melis, Sebada al miele (ottimamente cotta, a suo dire) per Ettore, crème caramel (dall’aspetto gradevole ma dal sapore simile al budino assortito) per Jesus e l’ing.Marrocu.
Il pasto si è concluso con i caffè, che per una volta sono risultati ottimi in virtù della loro facile provenienza: l’omonimo bar, collegato al ristorante. Gli ammazzacaffè che sono seguiti sono risultati nella norma. Liquirizia per tutti, ad eccezione di Jesus che si è “accontentato” di un mirto piuttosto anonimo.
Il costo pagato da ciascuno dei commensali è risultato di 35 € (35 dei quali saldati con i buoni pasto dell’Ing.Marrocu)  che, comparativamente, giudicherei un 15-20% al di sopra del giusto, dato il servizio e la qualità media non d’alta cucina.
In effetti, per rassicurare i nostri più susunki fan, visti i prezzi nel menù, immaginiamo sia possibile ridurre di molto il costo di un pranzo o una cena da “Serafino”, in particolare scegliendo il vino della casa, un singolo antipasto, un solo piatto tra primo e secondo, un dolce e, soprattutto, evitando di ostentare sul tavolo i vari costosissimi Nokia, iPhone e Blackberry: che classe!
Cari fan, alla prossima ciccionata.



VALUTAZIONE “Da Serafino”: Due Burricchi.
Trattoria Da Serafino Indirizzo: Via Sardegna 109, Cagliari
Telefono: 070 651795    [mostra in google maps]
 

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ott 31 2010

Ristorante Pani e Casu – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 27 commenti | Commenta

Pani e Casu – Interni

 

Cambio di stagione. L’Autunno arriva puntuale e inesorabile, così come la penombra che trionfa sulla luce e rapidamente trasforma le giornate in chiassose agorà crepuscolari.
Rapidamente ecco che i due Biumviri, in accordo con il nuovo costume del tempo,  si accordano per cambiar registro, mutare il loro punto di vista emozionale, rivolgere il loro sguardo alimentare verso nuovi orizzonti di sapori.
La scelta è quella di abbandonare, almeno per una giornata, la consueta cucina di mare, adatta al clima estivo, e assecondare una più coerente ed inseguita suggestione ctonia.
Spiacevolmente assente, per questo epocale giro di boa, il sempre stimato Ing. Marrocu; non tanto per una severissima e radicale capitis deminutio (Jesus è misericordioso!), ma piuttosto per improrogabili impegni di lavoro.

Pani e Casu – Carrube


Tempio che accoglie il tardivo rito dell’equinozio, è il ristorante “Pani e Casu”; nome dal sapore antico, che evoca povere e genuine consuetudini contadine, parimenti alla più ricercata tradizione della cucina casalinga campidanese.
Sito nel cuore di Quartu Sant’Elena, nella centralissima Via E.Porcu, il ristorante si presenta come un’antica masseria, ottimamente arredata al suo interno, con uno stile povero e al contempo elegante. Un ampio porticato, che sorregge una splendida copertura spiovente in legno, suddivide gli ambienti in una zona piuttosto intima e soffusamente illuminata (dove i due Burricchi sono stati alloggiati), ed un’altra più luminosa ed estesa, in fronte ad un’ampia vetrata.
Murature in mattoni chiari,  attrezzi da lavoro, strumenti della cucina popolare, grappoli di cipolle e mazzi di carrube (appesi sui pilastri o pendenti dai soffitti), completano le decorazioni.
Jesus e il Raschione Ettore vengono fatti accomodare su un piccolo tavolo vicino alla parete. Il servizio é garantito dal proprietario (crediamo), e da una giovanissima e graziosa ragazza dal nome vagamente esotico (tanto esotico che non mi soggiunge), abbigliati con un elegante costume pseudo-tradizionale, costituito da pantaloni, gilet nero, camicia di seta bianca e scarpe da tennis Nike rosa (!) .

Pani e Casu - Favette e Salumi

Pani e Casu – Favette e Salumi


La cucina è, come accennato, prettamente di terra; ce ne rendiamo immediatamente conto dal fatto che non sono presenti vini bianchi tra i pochi previsti in menu. Scegliamo allora il rosso della casa, un ottimo vino novello dal sapore intenso e familiare. La gentile cameriera non ci presenta il menu cartaceo, ma ci propone di iniziare con gli antipasti.
Ci facciamo facilmente convincere; dopo pochi minuti la solerte signorina ritorna con il pane (bruschette all’olio d’oliva, buonissime), un tagliere di salumi (salsiccia sarda e prosciutto crudo, buoni ma piuttosto anonimi) e un piatto di eccellenti favette condite con olio e sale.
Sebbene il Raschione non fosse dichiaratamente avvezzo a tale prelibatezza, e sebbene il vostro amato non possa ufficialmente abusarne, per ragioni legate alla documentazione prodotta durante la visita di leva, i due non hanno potuto fare a meno di divorarle con gusto.

Melanzane, Ceci Rucola Pomodori Pane

Ricotta affumicata, Crema di Formaggio


Pani e Casu – Ravioli alla cipolla


Seguivano melanzane condite con pomodori, che il Raschione sosteneva essere equivalenti a quelle cucinate in casa dalla madre, un gustosissimo piatto costituito da ceci, rucola, pomodori e pane (probabilmente bruschette tagliate a dadini), della eccellente crema di formaggio piccante e, dulcis in fundo, alcune fette di superlativa ricotta affumicata accompagnata da pane carasau.

Le porzioni non sono state abbondantissime, ma sicuramente adeguate a soddisfare la “fame” di sapori dei due esigenti Burricchi, anche considerando la piena corposità delle pietanze di terra, in luogo della cucina di mare.

Pani e Casu – Ravioli di ricotta


Tra i primi piatti suggeriti dal proprietario, Jesus decide di scegliere quelli che apparivano più conformi alla tradizione: ravioli (culigionis) di ricotta, conditi con salsa di pomodoro e parmigiano. Il sapore è risultato gradevole, ma senza particolare enfasi, forse a causa di un eccesso di acidità della salsa. Sicuramente non davano l’impressione di una preparazione squisitamente artigianale e casalinga.
Diverso il risultato della scelta di Ettore: degli eccellenti ravioli alla cipolla, dal sapore dolciastro e delicato, che Jesus non ha potuto fare a meno di “pizzicare”, sottraendoli alle frenetiche fauci del Raschione.


Terminati i primi piatti i due Biumviri, già quantitativamente soddisfatti degli alimenti assimilati, decidevano di passare direttamente al dolce.

Pani e Casu – Sebada


Gli unici dolci disponibili per sanare gli ultimi appetiti, erano purtroppo i dolcetti sardi assortiti. 
Di fronte alla pressante richiesta del Raschione, la cameriera concedeva invero l’alternativa di una sebada al miele a cui, suo malgrado, anche Jesus finiva per adeguarsi, per non correre il rischio di lasciar il suo commensale ad affrontare solitario il difficile compito.
Le sebadas, accompagnate da un buon liquore moscato della casa, a detta del Raschione Ettore (Jesus non le ama a prescindere) non apparivano di qualità eccezionale, a causa di un ripieno di formaggio dall’acidità (e quindi dalla consistenza) del tutto inadeguata.

Il pasto quindi terminava con due (come consuetudine non eccezionali) caffè, una grappa (pericata?) e un buon liquore alla liquirizia per Ettore. Il conto finale, con una piacevole alchimia – probabilmente di carattere promozionale – del proprietario, è passato dai 27€ iniziali, a 20€ cadauno (vedere commento di Ettore x precisazioni, ndr.), sicuramente al di sotto dell’equo dovuto prevedibile.
Il giudizio finale tiene conto della splendida ambientazione ed atmosfera in linea con la tradizione sarda e di una cucina che, nonostante alcune situazioni gustose ed appaganti, non sempre è sembrata all’altezza della situazione. Certamente, comunque, una esperienza da provare!



VALUTAZIONE “Pani e Casu”: Due Burricchi.
Ristorante Pani e Casu Indirizzo: Via Eligio Porcu 53, Quartu S.Elena
Telefono: 070 8675032    [mostra in google maps]
 

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