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Ristorante Peek-a-Boo – Cagliari

 Scritto da Jesus il 16 aprile 2011 alle 20:43 2 commenti | Commenta

Peek a Boo - Interno

Peek a Boo – Interno

 

Per chi non fosse avvezzo agli idiomi di origine non indigena, esordiamo con l’esemplificare brevemente il significato della locuzione “peek-a-boo”, che nella cultura popolare anglosassone identifica l’equivalente del nostro “bubu-settete” o “cucù”, ovverosia il non troppo impegnativo gioco di intrattenimento – rivolto in particolar modo a spettatori al di sotto dei 36 mesi di età – che consiste nel celare ripetutamente e non troppo minuziosamente il proprio volto e/o corpo, per poi prorompere ex abrupto, fragorosamente, con l’improbabile tentativo di sorprendere o spaventare il proprio divertito interlocutore.

Peek a Boo - Frittura paranza agrumi

Peek a Boo – Frittura paranza agrumi




Sorprende non poco invece – e forse per questo il nome del ristorante (o lounge restaurant se si vuole fare i fighi!) è del tutto adeguato – il veder comparire un locale di raffinata e ricercata eleganza, pienamente integrato nella struttura di un noto mercato civico rionale (San Benedetto), crocevia per l’incontro di affrettate massaie ed annoiati pensionati, con le buste della spesa in mano.
L’interno è splendido. Un unico grande ambiente, distribuito su un livello inferiore e un ampio soppalco, converge sulla imponente e altissima vetrina del BAR che, arrampicandosi fino al soffitto accarezzata da una sorta di pergolato in legno, mette in mostra numerose bottiglie di vino su composite nicchie squadrate, retro-illuminate da una luce d’atmosfera azzurro-elettrica.
Peek a Boo - Maccarronis frutti di mare

Peek a Boo – Maccarronis frutti di mare



Oggetti d’arredamento dal gusto retrò, solleticati da una generale impronta post-moderna, tracciano i contorni glamour e “di tendenza” del ristorante, ideale confinamento per i fighetti della Cagliari bene e per alcune pseudo-celebrità che riusciamo ad intravedere all’ingresso.
Ci accomodiamo, scortati da una gentile autorevole signorina, ad un piccolo tavolo rettangolare ai margini del soppalco e con vista spiovente sul BAR di sotto, dirimpetto alla vetrina. Ci servono alternativamente due gentili e frenetici camerieri. Il menù per l’ora di pranzo non é invero particolarmente vario, tanto da rendere quasi obbligate le nostre scelte. Amplissima invece la carta dei vini (150 etichette disponibili), dalla quale scegliamo un’ottima bottiglia di Vermentino Is Argiolas D.O.C.
Peek a Boo - Tagliata di manzo

Peek a Boo – Tagliata di manzo



Ordiniamo entrambi, come antipasto monolitico, una “frittura di paranza con agrumi”, insolitamente accompagnata da una salsina di soia; tutto piuttosto buono, ma abbastanza povero in termini di qualità dei singoli elementi e di abbondanza complessiva, anche perché, per un censurabile errore del cameriere, i due piatti richiesti sono stati contratti in un unico “antipasto abbondante”, da condividere tra Jesus e il Raschione Ettore, unici attori dello spettacolo di oggi, per una nuova ingiustificata assenza dell’Ing. Marrocu.
Si proseguiva con dei “Maccarronis ai frutti di mare”, che a dire del cameriere sarebbero dovuti essere oltremodo abbondanti, non però per il più severo giudizio basato sui parametri fuori-scala degli esperti Donkeys: buoni e ben presentati («notate gli scampi che abbracciano il basilico») ma non del tutto convincenti al palato dell’esigente Raschione.
Peek a Boo - Trancio di salmone alla piastra

Peek a Boo – Trancio di salmone alla piastra



Secondi piatti differenziati per i due commensali: tagliata di manzo con rucola, grana aceto balsamico e contorno di insalata per Jesus, trancio di salmone alla piastra per il buon Raschione Ettore.
Nonostante una manifestata preferenza ideologica del cameriere per le bistecche al sangue, la tagliata di Jesus presentava un fastidioso eccesso di cottura; comunque, l’ottima qualità della carne in sé, ne garantiva una discreta apprezzabilità.
Meno margine di tolleranza invece per il trancio del Raschione, giudicato stopposo e privo di gusto.
I (due) possibili dessert proposti per concludere il pranzo non erano di pieno gradimento a Jesus, che quindi preferiva saltare la sua porzione. In virtù e per causa di questo forzato difetto lipidico, il vostro amato ometteva di immortalare la buona “torta ai frutti di bosco” richiesta dal Raschione.
Due buoni caffè e un amaro Cynar (per Jesus) terminavano le ostilità alimentari di quest’oggi.
Costo complessivo del pranzo: 45€ cadauno, che riteniamo di dieci euro superiore rispetto ad una ponderata stima ideale.
Il ristorante  “Peek a boo” presenza senz’altro una eccellenza dal punto di vista dell’ambientazione, della carta dei vini e della presentazione dei piatti. Meno lodevole la qualità complessiva delle pietanze e la varietà del menu, che condizionano inevitabilmente il giudizio finale.


VALUTAZIONE “Peek a Book”: Due Burricchi.
Ristorante Peek a Boo Indirizzo: Via Pacinotti 4, Cagliari
Telefono: 0703495393    [mostra in google maps]
 

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2 / 5 stars     

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2 Commenti su “Ristorante Peek-a-Boo – Cagliari”

  • Ettore Dice:

    L’eccellente ambientazione, che gli è valsa l’attenzione della Cagliari per bene, non ci è sembrata adeguatamente supportata da quella che la stessa crème della nostra città definisce una cucina superba e raffinata.
    Il palato ben più raffinato e l’esperienza ormai consolidata dei due affamati Donkeys si è scontrata oggi con una accentuata dicotomia tra la ricercatezza dei particolari nel contorno e una gran caduta di stile soprattutto nella scelta degli ingredienti, nello specifico a nostro giudizio eccessivamente semplici… oserei dire economici, riassumerei con Susunkiiii!!..
    Sebbene i piatti fossero ben confezionati e ben presentati abbiamo notato che mancava sempre qualcosa: nel fritto misto non c’erano pesci di qualità, nei primi gli unici crostacei erano teste di gambero e chele di scampo, anche il servizio non ci è parso all’altezza, soprattutto per la preparazione di camerieri, oltremodo troppo loquaci, direi quasi al limite della petulanza.
    Ritengo che il Judizio espresso dal buon Jesus sia un po’ sovrastimato, ma probabilmente il nostro capo triumviro ha voluto dare fiducia alle potenzialità della cucina del locale che con pochi accorgimenti potrebbe fare un gran salto di qualità.

  • operatore Dice:

    sul noto ristorante in questione noto delle pesanti dissatenzioni piccoli particolari molto pesanti,al fascino del locale non si puo dire propio nulla….pero per quanto riguarda cucina e presentazione andiamoci molto piano,piatti giganti che sono fuori luogo,camerieri troppo frenetici e non attenti al cliente,in un locale del genere presentare un foglio per il lunch sul tavolo fa decadere molto lo stile da “cremini”del locale,camerieri che onestamente non sono riuscito a capire quale connubbio ci sia sono piu baristi che altro riferito alle divise,per quanto riguarda questa cucina veramenbte “spaziale”ho i miei seri dubbi dalle critiche mosse su tripadvisor e le foto postate da voi nn noto nulla di cosi fascinoso….a mio giudizio i punti per primeggiare sulla ristorazione cagliaritana sono veramente altri

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