☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 30 2013

Trattoria Da Fortunato – Cagliari

 Scritto da Miss Parker | 7 commenti | Commenta

Da Fortunato - Interno

Da Fortunato – Interno

 

Dopo attente riflessioni, presa da una insana follia, ho pensato bene di aggregarmi ai burricchi confidando in una ciccionata sontuosa (viste le mie precedenti esperienze con la formazione forse dovrei desistere, ma sono un inguaribile ottimista). Alla mia richiesta di unirmi all’ultimo momento vengo ricattata: mi si richiede la recensione e la puntualità. Pur potendo soddisfare senza batter ciglio entrambe le richieste viene fuori il mio animo da sindacalista e ricambio facendo tre ulteriori proposte. Alla fine della contrattazione stabiliamo ora e luogo del rendez vous: appuntamento alle ore 20:30 a Cagliari, nei dintorni di viale Elmas (e lì inizio un po’ a preoccuparmi…); puntuale come un orologio svizzero mi presento all’indirizzo stabilito dove i tre asinelli mi attendono al freddo ed al gelo, presso la trattoria “Da Fortunato”, nella via Garigliano.

 

Da Fortunato - Antipasti freddi

Da Fortunato – Antipasti freddi

 

Al nostro ingresso la prima cosa che mi colpisce è l’odore da ristorante cinese (che, tra l’altro, è ancora addosso alla mia maglia); al secondo impatto mi colpiscono i colori eleganti (il ristorante è bianconero, e già questo in me suscita avversione!) ma, dopo una più attenta analisi, mi accorgo che si tratta di una finta eleganza che personalmente non apprezzo. In una trattoria preferirei avesse uno stile casereccio, piuttosto che colori freddi e tinte chiaro scure per poi scoprire, avvicinandomi al tavolo, tovaglie e tovaglioli di carta. Altro punto a sfavore il televisore acceso per tutta la serata. In sala a servire un solo cameriere, probabilmente il gestore, che si garantirà comunque un servizio efficiente, a tratti stile formula 1, vista la velocità nel presentare gli antipasti.

 

Da Fortunato - Antipasti caldi

Da Fortunato – Antipasti caldi

 


Passiamo alle cose per le quali vale la pena vivere (mi riferisco al cibo!); ci lasciamo a guidare nella degustazione attraverso una serie di antipasti caldi e freddi, ma prima arriva la scelta del vino: un buon DOC “Is Argiolas”, delle omonime cantine, che ci accompagnerà per tutta la serata, in due bottiglie, servito in maniera impeccabile, con assaggio performato dall’Ing. Marrocu. Il cameriere si presenta immediatamente dopo la comanda, portando una serie di antipasti freddi seguiti a breve distanza (troppo breve!) da quelli caldi. A mio parere in generale quelli caldi erano in linea con quello che deve essere il cibo da trattoria, classico e casereccio.

 

Da Fortunato - Zizzigorrus al sugo

Da Fortunato – Zizzigorrus al sugo

 


La menzione speciale a mio avviso va ai piedini di agnello al sugo, veramente ottimi, ed alla trippa (anche se avrei fatto un sugo più ristretto e avrei aggiunto la mentuccia); discrete, anche se non esaltanti, le lumache al sugo, mentre a mio avviso i bocconi di mare(murici) non risultavano apprezzabili, probabilmente anche per il fatto che sono stati mangiati praticamente gelidi. Discorso a parte meritano le fave, piaciute molto ai miei commensali ma non a me, a causa dell’aggiunta di finocchietto, ma si tratta di gusti e nel giudizio mi lascio guidare dai ben più esperti burricchi.

 

Da Fortunato - Funghi e ravioli

Da Fortunato – Funghi e ravioli

 


Valutazione diversa per gli antipasti freddi. Nel complesso li ho trovati mediamente mediocri, per quanto concerne l’insalata di sedano, cetrioli, gamberetti (precotti) e ceci, e le verdure grigliate (buonissimi i peperoni, ma non le melanzane); cozze con pomodoro e sedano gradevoli, buona l’insalata di polpo e patate e ottimi i culurgiones grigliati con l’accompagamento di funghi cardoncelli; punta negativa nello scabecciu in bianco di gattuccio, a mio avviso eccessivamente acetato (lo so che non si dice ma mi piaceva il suono!).
 

 

Da Fortunato - Orata alla vernaccia

Orata alla vernaccia

Da Fortunato - Spigola alla vernaccia

Spigola alla vernaccia

 

Saltati i primi – più per necessità che per scelta vera e propria (il cameriere prima ci consiglia di passare al pesce e, successivamente su pressante richiesta del buon Jesus, che sembra non poter resistere al richiamo del carboidrato, si lancia suggerendoci degli spaghetti alla bottarga!) -, decidiamo, per obbligata proposta in menù, di prendere orate e spigole alla vernaccia con patate, che si rivelano motivo sufficente per promuovere la ciccionata. Entrambi i tipi di pesce si presentavano ottimi al gusto, cotti perfettamente e conditi in maniera magistrale (una menzione speciale va al buon Jesus, che mi ha porzionato il pesce, consentedomi di gustare entrambe le tipologie).

 

Da Fortunato - Dolce

Da Fortunato – Dolce

 

Per terminare abbiamo preso (anche in questo caso non per scelta) il dolce della casa, una sorta di pasticcio con crema di mascarpone, biscotti pan di stelle, nocciole, cocco, cioccolato bianco e fondente, presentato in elegantissimo contenitore in alluminio monouso. Ricordando la mia intolleranza al lattosio ed essendo a corto di enzimi, mi sono limitata ad un assaggio; lascio ai commensali il giudizio. La cena si è conclusa con caffè per me e Jesus ed amari presentatici come produzione propria: limonello per me e l’Ing. Marrocu, mirto per Ettore e fil’è ferru(acquavite) per l’ipertricotico burriccu. A mio modesto parere, visto il colore e la mancaza di residui (tipici dei liquori artigianali di cui modestamente mi intendo, dato che in casa abbiamo una distilleria clandestina), dubito che fossero caserecci.

 
Il conto si è rivelato 30 euro cadauno, a mio avviso leggermente al di sopra della qualità degustata, se non fosse stato per l’ottimo secondo piatto. Giudizio finale tre somarelli superstiracchiati (fosse possibile, ne assegnerei due e mezzo).

 


VALUTAZIONE Da Fortunato: Tre Burricchi.
Trattoria Da Fortunato Indirizzo: Via Garigliano 16, Cagliari
Telefono: 3204449188    [mostra in google maps]
 

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gen 5 2013

Ristorante Su Ziru Mannu – Quartu S.E.

 Scritto da Varioz and/or Scancioffi | 3 commenti | Commenta

Su Ziru - Interno

Su Ziru – Interno

 

Tenidi arrejoni chini narada ca chi no pappa pezz’è proccu olli nai chi no dd’adi mai pappada bona.

E’ con questa citazione colta, proveniente da uno dei saggi protagonisti del racconto che seguirà, che voglio onorare la tradizione ainina della commistione tra cibo e cultura.
Un venerdì sera come tanti, meno freddo di quanto le statistiche di gennaio suggerirebbero, i tre asini ufficiali e quattro membri onorari si incontrano in quel di Quartu per la prima ciccionata del 2013: il ristorante prescelto è “Su Ziru Mannu”, di recente apertura e che prende il posto del noto “Sa Ide e S’Ollia”, sito infatti in Via Cagliari, 167.

 

Su Ziru - Antipasti

Su Ziru – Focacce & Antipasti misti

 

Il rendez-vous ha più il sapore di un briefing da Mission Impossible, con i quattro “ospiti” recuperati nei quattro angoli del globo da un eccessivamente previdente Sollai che attendono per venti minuti i puntualissimi Raschione e Jesus all’ingresso del ristorante. Il Marroccu, recuperato all’ultimo, annuncia con una telefonata di aver deciso di degnarci della propria presenza, così decidiamo di non indugiare ulteriormente e senza alcun rispetto per il ritardatario in arrivo facciamo ingresso nel locale. Più “buonasera” annunciano la nostra presenza ma in risposta solo l’eco, ulteriore ripetizione e quando pensavamo che avremmo dovuto perfino cucinare tra noi ecco che un gentile addetto ci accoglie, depenna mentalmente la prenotazione e, acquisita l’informazione della presenza di un settimo inatteso, ci destina un tavolo quadrato, piuttosto ampio, in un angolo del locale.
 

Su Ziru - Salumi formaggi

Salumi e formaggi assortiti

 

Sempre privi del rispetto per l’assenza dell’Ing. Marroccu, i commensali accettano di buon grado un prosecco di benvenuto, accompagnato da davvero ottime focacce, apprezzate da tutti sebbene il ciccionatore segreto, di professione chef, non abbia approvato del tutto l’uso del sale grosso come elemento croccante a guarnire una tipologia. Una raccomandazione del buon Sollai redarguisce immediatamente l’addetto alla servizio: “In questo angolo, noi tre (indicando sè stesso, lo chef ed il ciccionatore Dessì), pesiamo 350 Kg, quindi si regoli con le portate”. Non si è ben capito se il suggerimento fosse quello di esagerare o di essere parco con le porzioni causa dieta, ed il dubbio permane.
 

Su Ziru - Gambero su vellutata di fave

Su Ziru – Gamberi e cozze su vellutata di fave

 

Durante l’aperitivo uno sguardo al locale suggerisce che non vi siano stati cambiamenti estetici rispetto alla vecchia gestione, un ambiente familiare, caldo e semplice, quasi l’idea di un grande salone, un ampio bancone angolare suddivide idealmente una sala ad “L”, le pareti ocra e delle slanciate arcate di pietra, piacevolmente illuminate da luci calde e ben dosate, rendono piacevole la location, nè eccessivamente sfarzosa nè trascurata.
Il cameriere richiama la nostra attenzione per poter servire il vino, spiegando che non avremmo ricevuto alcun menu cartaceo e dunque avremmo dovuto fidarci del “menu degustazione”, particolare poco utile per la scelta del giusto accompagnamento, nonostante l’acuta domanda del Jesus sulle percentuali esatte di ingredienti di mare e di terra del menu stesso: si opterà infine dopo lunga disquisizione sull’opportunità di un carignano, abbinabile con carni e pesce, a scegliere l’ottimo Iselis Rosso, delle Cantine Argiolas di Serdiana, che curiosamente però è per la gran parte un monica, con una bassa percentuale di carignano ed un accenno di bovale.
 

Su Ziru - Tortino melanzane

Su Ziru – Tortino di melanzane

 

Il menu degustazione prevede, recita il cameriere, un buon numero di antipasti, per cui è suggerito di non ordinare ancora primi e secondi e posticipare la scelta ad una verifica dell’appetito residuo. Dall’angolo Sollai, Dessì, Taras, si eleva un borbottio sommesso ed appurato che non vi è alcun motivo per attendere oltre, trascurando l’assenza dell’Ing. Marroccu, si dà il via agli antipasti.
Si inizia con buoni salumi, accompagnati da ottimi formaggi, uno di fossa ed un gradevole pecorino. La materia prima è certamente di qualità ma il ciccionatore certamente più competente, posato un piatto di portata sulla mano, fa notare che lo stesso è gelido e che la composizione fosse conseguentemente già pronta in cella frigorifera, riducendo non di poco le peculiarità di cibi che dovrebbero essere serviti a temperatura ambiente. Seguono a stretto giro del salmone eccessivamente marinato nell’aceto con rucola e cipolle crude, involtini di peperone grigliato con mousse di tonno: leggerissimi, nonostante i due ingredienti di corpo. Peperoni spellati magistralmente e resi digeribilissimi e tonno equilibrato nel proprio condimento.
 

Su Ziru - Polpo con patate e miele

Su Ziru – Polpo con patate e miele

 

L’arrivo dell’Ing. Marroccu coincide con la presentazione di quello che tanti hanno eletto miglior piatto della serata: composizione di melanzane fritte, crudaiola di pomodori, pane carasau, pecorino, basilico e olio extravergine. Ottimo assemblaggio, equilibrato nelle consistenze e temperature ed apprezzato al punto da suscitare una decisa richiesta di bis.
Segue una purpuzza di maiale servita con del riso basmati in verità scotto, abbastanza anonima per alcuni, apprezzatissima dal Jesus.
Si torna al mare con un ineccepibile polpo cotto magistralmente, servito con un piacevole condimento di pomodori secchi ed un delicato miele.
 

Su Ziru - Risotto maiale

Risotto e maiale

 

Si prosegue col mare con una sautè di gamberi e cozze su crema di fave, un piatto non indimenticabile, con consistenza e dimensione delle cozze incostante nei vari piatti e crema di fave probabilmente preparata con largo anticipo, ormai poco gradevole al palato. Nota di merito del cameriere che sinceratosi della presenza di un fabico tra i commensali, onde evitare crisi emolitica che avrebbe pregiudicato la puntualità nel servizio del resto della cena, ha proposto un piatto sostitutivo, costituito da succulenta cordula di agnello servita su vellutata, delicata e liscia, di piselli.
Appurato che l’appetito vien mangiando e che gli antipasti hanno solo scalfito le esigenze nutrizionali degli autocompattatori con sembianze umane, concordiamo per l’assaggio di due primi costituiti da piacevoli “chicchette” («perle», ndr.) di ricotta, davvero morbide e delicate, accompagnate da un pesto di mare molto saporito ma invero migliorabile nella preparazione e nella presentazione. Il primo alternativo sono dei cavatelli al ragù di agnello, di buona consistenza ma insipidi, privi della forza che l’uso di una carne tanto saporita dovrebbe garantire.
 

Su Ziru - Primi piatti

Su Ziru – Cavatelli al ragà d’agnello, Perle di ricotta

 

«Nove saranno i membri della Compagnia dell’Agnello, ed i Nove Viandanti si opporranno ai Nove Cavalieri che sono Malvagi. Il totale dei Nove è stato raggiunto. Fra sette giorni la compagnia deve partire.»

Citazione tolkeniana rivisitata in onore della compagnia di commensali che, seppur solo sette, data la mole di una buona parte di essi, potrebbe pesare quanto nove uomini di costituzione normale. La rivisitazione è dovuta alla presenza ricorrente dell’agnello, forse suggerito dal periodo e dall’atmosfera ancora festiva, riproposto come secondo in forma di costine su salsa di prugne. Su questa scelta dello chef alcuni non si sono espressi, altri l’hanno giudicata mediamente adeguata ma il voto prevalente è stata l’insufficienza e pareri discordanti ha guadagnato anche il piatto finale, un trancio di salmone in crosta di cereali, poco croccanti a dire il vero; l’intero piatto è stato bocciato dal nostro chef che polemizzava sulla scelta del salmone in sostituzione di una grande varietà e qualità di pesci delle nostre acque, critica che lo scrivente si sente di assecondare.
 

Su Ziru - Salmone in crosta

Salmone, crosta di cereali

Su Ziru - Agnello

Agnello, salsa di prugne

 

Alla terza ed ultima (per indisponibilità di scorte del ristorante) bottiglia di Iselis Rosso, la Compagnia confabula sull’opportunità di concludere con un dolce ed il cortese cameriere, che nel frattempo ci ha imposto un più informale “tu” al posto del “lei”, captata la volontà di tanti di provare la crema catalana, convincente dessert della precedente gestione, si scusa dichiarandone l’indisponibilità e scomparendo in cucina, per uscire pochi minuti dopo con la proposta di una preparazione espressa del dolce richiesto: 6 su 7 accettano, il Sollai ripiega sull’usuale Sprite, contagiando un insolitamente taciturno Marroccu.
La catalana si rivelerà una preparazione non classica, considerando i tempi davvero ridotti ma tutto sommato migliore di tante altre. Caffè ed i classici estratti alcolici della nostra tradizione concludono l’esperienza, costata a ciascun commensale 42€, arrotondati volontariamente a 45 per semplificare le operazione di pagamento.
 

Su Ziru - Crema catalana

Su Ziru – Crema catalana

 

Il giudizio dello scrivente tiene conto di vari fattori e della preziosa competenza del buon Taras, arrivando alla sintesi di “2 Burricchi”, con aggiunta di una stella per la cortesia e la disponibilità dell’addetto in sala in varie circostanze. Il giudizio è severo per via di alcuni piatti non convincenti e dell’assenza di un menu cartaceo: l’imposizione di un menu degustazione “sulla fiducia”, con 24 ore di preavviso dal momento della prenotazione, deve presupporre l’assoluta perfezione del percorso enogastronomico, perfezione in verità lontana e che non giustifica il prezzo, adeguato per quantità ma eccessivo, davvero di poco, per qualità e continuità.
Una gestione nuova comunque che, siamo certi, accoglierà con favore il plauso per gli aspetti positivi e costruttivamente le critiche. La Compagnia, a questo punto, si può sciogliere.

 


VALUTAZIONE “Su Ziru Mannu”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Su Ziru Mannu Indirizzo: Via Cagliari 167, Quartu Sant’Elena
Telefono: 3287559149    [mostra in google maps]
 

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nov 14 2010

Ristorante Su Cumbidu – Cagliari

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Su Cumbidu – Interno

 

Prosegue frenetico, senza soste o impedimento alcuno, per i Biumviri ufficiali Jesus ed Ettore, il lungo itinerario sui deliziosi e tormentati sentieri della cucina (sarda e non solo), alla scoperta e all’assalto di ciò che ristoranti e trattorie del cagliaritano propongono e offrono ai loro affamati o curiosi avventori.
Veniamo di sovente interrogati su quale sia la traccia, la bussola ideale che ci spinge a scegliere un locale piuttosto che un altro, se possa esistere un disegno superiore che tutto ha previsto e tutto ha disposto, disegno che i Burricchi, con estrema devozione o trasporto, pedissequamente assecondano.
Non volendo profondamente addentrarci negli ambiti e tra le maglie della ragione teologica, benché Jesus qui possa facilmente dare una sua impronta autorevole, la risposta meditata e razionale che possiamo concedere, non può essere che: *zzi nostri!

Su Cumbidu - Salumi e Formaggi

Su Cumbidu – Salumi e Formaggi


La scelta questa settimana ricade su un altro ristorante dal nome evocativo, situato nella Via Napoli, traversa della storica Via Sardegna, serbatoio principe di alcuni tra i migliori ristoranti cagliaritani.
Ristorante Su Cumbidu. Dal sardo, il termine potrebbe essere tradotto come “l’invito”, come invitante e accogliente appare il locale al suo interno.
L’ambientazione è, senza ombra di dubbio, caratteristica è ben curata; richiama l’aspetto e i costumi estetici di un’antica osteria: pareti in muratura e pietra, arcate ben decorate, soffitto con travi in legno scuro,  luci d’atmosfera, mobilia in arte povera. Contiamo per lo meno due sale, una più interna e una includente l’ampio bancone di ingresso, dove con frenesia si preparano e curano le pietanze, servite sui caratteristici “talleris”, giusto vicino alla cucina.
Se si può fare un appunto allo stile dell’ambientazione, riteniamo una stonatura ricoprire i tramezzi del locale con numerose foto degli avventori (fossero state in bianco e nero avrebbero avuto ben più senso) piuttosto che utilizzare vari suppellettili della tradizione sarda come giusto ornamento.
La musica diffusa in sottofondo, dopo un breve passaggio dei sempre graditi ma inadatti Dire Straits, si è in seguito più correttamente allineata ai canoni tradizionali.

Su Cumbidu – Antipasti e Bruschette


I due Biumviri vengono accolti e fatti accomodare in un ampio tavolo. La sala interna è già praticamente piena, cosa che vediamo di rado nei nostri pranzi istituzionali del Sabato. Di solito è il chiaro indice di un peso economico non eccessivo.
Ci serve un gentile ed amichevole giovanotto – con la t-shirt ufficiale del locale, di colore azzurro, decisamente fuori contesto – che frettolosamente ci introduce al costume alimentare de “Su Cumbidu”: non si propone alcun menu cartaceo, né si concedono troppe possibilità di scelta all’avventore. Si mangia e si beve quel che c’è!
Ci lasciamo quindi trasportare dal vento degli eventi; accogliamo ben volentieri il vino rosso novello che ci viene servito su una brocca in terracotta da mezzo litro: sapore e qualità da antica cantina (quelle con la palma all’ingresso, frequentata dai bevitori abituali di Paese, per intenderci). Ancora prima di ambientarci il cameriere si presenta con uno splendido (esteticamente) talleri (tagliere) contenente vari salumi e formaggi della tradizione nostrana, ma sulla cui qualità si potrebbe decisamente discutere.

Su Cumbidu - Casu Marzu

Su Cumbidu – Casu Marzu


Degna di nota solo la buona ricotta affumicata, accompagnata da un discreto pecorino semi-stagionato, da alcune fette di salsiccia sarda, prosciutto e, per finire, lonza di maiale che, nell’idioma indigeno, il linguista Ettore indica chiamarsi “sa mustela”. Il tutto – servito su un letto di pane carasau e ornato da un mazzolino di prezzemolo – è risultato tristemente anonimo.
Su un altro tagliere oblungo ci venivano servite tre piccole terrine con, rispettivamente: zizzigorrus (lumache) al sugo piuttosto buone, insignificanti favette saltate con la pancetta e altrettanto mediocri polpette di carne (due).
Ma il peggio di sé credo che la cucina de “Su Cumbidu” l’abbia data con gli assaggi di verdure e ortaggi cotti: cipolle in agrodolce, peperoni, cordolinus (funghi), frittata di cavolo (crediamo), patate (semi-crude), zucchine.
Tutto di qualità discutibile e, soprattutto, servito indecorosamente freddo. Citiamo, per completezza, le bruschette di pane con olio d’oliva che facevano da contorno agli antipasti. Non degne di menzioni particolari.


Su Cumbidu - Gnocchi, Maloreddus

Su Cumbidu – Gnocchi, Maloreddus alla campidanese


Non possiamo fare a meno di menzionare invece  un assaggio di “casu marzu”, il celeberrimo formaggio marcio con i vermi, espressamente richiesto da Jesus che era riuscito a scorgerlo sulla tavola di altri intraprendenti avventori.
Il formaggio sardo, buonissimo ma diciamo subito senza l’ombra apparente di un verme per questioni di igiene alimentare, veniva servito su un unico e pittoresco contenitore monolitico, costituito dalla stessa forma di formaggio privata del tappo superiore, migrata dal cameriere di tavolo in tavolo ogni qual volta venisse richiesto.
Dopo una breve attesa, sarebbero arrivati i primi piatti. Ovviamente, non negoziabili.

Su Cumbidu - Pecora e Proceddu

Su Cumbidu – Pecora in umido e Proceddu


Trattasi di gnocchi e maloreddus alla campidanese, cucinati con la salsiccia, dignitosi ma sempre con il problema di essere stati messi in tavola non particolarmente caldi. Questo limite pensiamo sia un effetto collaterale diretto dei menù che propongono le pietanze “del giorno”, che non vengono evidentemente preparate in conseguenza delle comande, ma piuttosto cucinate preventivamente, in quantità sufficienti a soddisfare un certo numero di avventori che le richiedessero in seguito.
Per spezzare la pur breve attesa tra i primi e secondi, veniva proposto ai burricchi un intermezzo di verdure quali sedano, finocchi, e gustosissimi pomodorini sardi.
I secondi piatti sarebbero arrivati di lì a poco; in primo luogo il caratteristico proceddu arrosto (maialetto), che Jesus ha trovato non male, ma che l’intenditore Ettore ha giudicato decisamente non all’altezza.
La carne di pecora in umido, viceversa, nonostante non servita bollente come il buon costume imporrebbe,  è risultata ottima.

Su Cumbidu – Dolcetti sardi, Sorbetto



I dessert previsti per la giornata, potevano articolarsi in frutta di stagione, assortimento di dolcetti sardi, o sorbetto a limone/caffè.
I due Donkey sceglievano quest’ultima soluzione. Il sorbetto (al limone) è risultato buonissimo, nonostante venisse servito su un insolito bicchiere da liquore, e un cucchiaino come strumento di degustazione.
Ci veniva inoltre offerto un piccolo assaggio di dolcetti sardi, accompagnato da un bicchierino di non ottima vernaccia.
Due caffè, nella norma, hanno concluso il pasto.
Il costo finale complessivo, come ampiamente previsto, non è stato significativo: 25 € cadauno. Nonostante sia stato un pasto completo (antipasti primo secondo dessert), considerata la qualità complessiva, pretendere un euro di più sarebbe stato un delitto.
Quanto pagato può quindi ritenersi commisurato.
In conclusione, l’ambientazione e l’atmosfera casereccia de “Su Cumbidu” risultano apprezzabili, come del resto la cordialità del personale (o almeno del ragazzo che ci ha servito). La qualità della cucina, nonostante gli sforzi per tenerla in linea con i principi e la tradizione gastronomica sarda, è però da dimenticare.



VALUTAZIONE “Su Cumbidu”: Un Burriccu.
Ristorante Su Cumbidu Indirizzo: Via Napoli 11/13, Cagliari
Telefono: 070 660017    [mostra in google maps]
 

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ott 31 2010

Ristorante Pani e Casu – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 27 commenti | Commenta

Pani e Casu – Interni

 

Cambio di stagione. L’Autunno arriva puntuale e inesorabile, così come la penombra che trionfa sulla luce e rapidamente trasforma le giornate in chiassose agorà crepuscolari.
Rapidamente ecco che i due Biumviri, in accordo con il nuovo costume del tempo,  si accordano per cambiar registro, mutare il loro punto di vista emozionale, rivolgere il loro sguardo alimentare verso nuovi orizzonti di sapori.
La scelta è quella di abbandonare, almeno per una giornata, la consueta cucina di mare, adatta al clima estivo, e assecondare una più coerente ed inseguita suggestione ctonia.
Spiacevolmente assente, per questo epocale giro di boa, il sempre stimato Ing. Marrocu; non tanto per una severissima e radicale capitis deminutio (Jesus è misericordioso!), ma piuttosto per improrogabili impegni di lavoro.

Pani e Casu – Carrube


Tempio che accoglie il tardivo rito dell’equinozio, è il ristorante “Pani e Casu”; nome dal sapore antico, che evoca povere e genuine consuetudini contadine, parimenti alla più ricercata tradizione della cucina casalinga campidanese.
Sito nel cuore di Quartu Sant’Elena, nella centralissima Via E.Porcu, il ristorante si presenta come un’antica masseria, ottimamente arredata al suo interno, con uno stile povero e al contempo elegante. Un ampio porticato, che sorregge una splendida copertura spiovente in legno, suddivide gli ambienti in una zona piuttosto intima e soffusamente illuminata (dove i due Burricchi sono stati alloggiati), ed un’altra più luminosa ed estesa, in fronte ad un’ampia vetrata.
Murature in mattoni chiari,  attrezzi da lavoro, strumenti della cucina popolare, grappoli di cipolle e mazzi di carrube (appesi sui pilastri o pendenti dai soffitti), completano le decorazioni.
Jesus e il Raschione Ettore vengono fatti accomodare su un piccolo tavolo vicino alla parete. Il servizio é garantito dal proprietario (crediamo), e da una giovanissima e graziosa ragazza dal nome vagamente esotico (tanto esotico che non mi soggiunge), abbigliati con un elegante costume pseudo-tradizionale, costituito da pantaloni, gilet nero, camicia di seta bianca e scarpe da tennis Nike rosa (!) .

Pani e Casu - Favette e Salumi

Pani e Casu – Favette e Salumi


La cucina è, come accennato, prettamente di terra; ce ne rendiamo immediatamente conto dal fatto che non sono presenti vini bianchi tra i pochi previsti in menu. Scegliamo allora il rosso della casa, un ottimo vino novello dal sapore intenso e familiare. La gentile cameriera non ci presenta il menu cartaceo, ma ci propone di iniziare con gli antipasti.
Ci facciamo facilmente convincere; dopo pochi minuti la solerte signorina ritorna con il pane (bruschette all’olio d’oliva, buonissime), un tagliere di salumi (salsiccia sarda e prosciutto crudo, buoni ma piuttosto anonimi) e un piatto di eccellenti favette condite con olio e sale.
Sebbene il Raschione non fosse dichiaratamente avvezzo a tale prelibatezza, e sebbene il vostro amato non possa ufficialmente abusarne, per ragioni legate alla documentazione prodotta durante la visita di leva, i due non hanno potuto fare a meno di divorarle con gusto.

Melanzane, Ceci Rucola Pomodori Pane

Ricotta affumicata, Crema di Formaggio


Pani e Casu – Ravioli alla cipolla


Seguivano melanzane condite con pomodori, che il Raschione sosteneva essere equivalenti a quelle cucinate in casa dalla madre, un gustosissimo piatto costituito da ceci, rucola, pomodori e pane (probabilmente bruschette tagliate a dadini), della eccellente crema di formaggio piccante e, dulcis in fundo, alcune fette di superlativa ricotta affumicata accompagnata da pane carasau.

Le porzioni non sono state abbondantissime, ma sicuramente adeguate a soddisfare la “fame” di sapori dei due esigenti Burricchi, anche considerando la piena corposità delle pietanze di terra, in luogo della cucina di mare.

Pani e Casu – Ravioli di ricotta


Tra i primi piatti suggeriti dal proprietario, Jesus decide di scegliere quelli che apparivano più conformi alla tradizione: ravioli (culigionis) di ricotta, conditi con salsa di pomodoro e parmigiano. Il sapore è risultato gradevole, ma senza particolare enfasi, forse a causa di un eccesso di acidità della salsa. Sicuramente non davano l’impressione di una preparazione squisitamente artigianale e casalinga.
Diverso il risultato della scelta di Ettore: degli eccellenti ravioli alla cipolla, dal sapore dolciastro e delicato, che Jesus non ha potuto fare a meno di “pizzicare”, sottraendoli alle frenetiche fauci del Raschione.


Terminati i primi piatti i due Biumviri, già quantitativamente soddisfatti degli alimenti assimilati, decidevano di passare direttamente al dolce.

Pani e Casu – Sebada


Gli unici dolci disponibili per sanare gli ultimi appetiti, erano purtroppo i dolcetti sardi assortiti. 
Di fronte alla pressante richiesta del Raschione, la cameriera concedeva invero l’alternativa di una sebada al miele a cui, suo malgrado, anche Jesus finiva per adeguarsi, per non correre il rischio di lasciar il suo commensale ad affrontare solitario il difficile compito.
Le sebadas, accompagnate da un buon liquore moscato della casa, a detta del Raschione Ettore (Jesus non le ama a prescindere) non apparivano di qualità eccezionale, a causa di un ripieno di formaggio dall’acidità (e quindi dalla consistenza) del tutto inadeguata.

Il pasto quindi terminava con due (come consuetudine non eccezionali) caffè, una grappa (pericata?) e un buon liquore alla liquirizia per Ettore. Il conto finale, con una piacevole alchimia – probabilmente di carattere promozionale – del proprietario, è passato dai 27€ iniziali, a 20€ cadauno (vedere commento di Ettore x precisazioni, ndr.), sicuramente al di sotto dell’equo dovuto prevedibile.
Il giudizio finale tiene conto della splendida ambientazione ed atmosfera in linea con la tradizione sarda e di una cucina che, nonostante alcune situazioni gustose ed appaganti, non sempre è sembrata all’altezza della situazione. Certamente, comunque, una esperienza da provare!



VALUTAZIONE “Pani e Casu”: Due Burricchi.
Ristorante Pani e Casu Indirizzo: Via Eligio Porcu 53, Quartu S.Elena
Telefono: 070 8675032    [mostra in google maps]
 

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lug 17 2010

Trattoria L’Infinito – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Infinito – Tranci di granchio

 

Di ritorno dalla sua breve vacanza estiva, durante la quale il vostro amato Jesus ha purtroppo dovuto mettere alla prova la sua naturale propensione alla spesa (i suoi compagni di viaggio erano purtroppo di tutt’altra sponda – vedere Burriccu Pg e notare la raffinata ambiguità della frase), per l’ennesima Susunkata del Triunviro ciccione, i due irriducibili burricchi, Jesus appunto e il Raschione Ettore, si ritrovano nuovamente da soli ad affrontare i loro istituzionali doveri pre-domenicali.
CENSVRA quindi, grave e solenne, nei confronti del burriccone Pg il quale, accampando le solite balbettanti scuse (“ma mi avevi detto che… io ho un sacco di spese… “) , si sottrae una volta di più al suo fato, cercando di nascondere quello che a tutti appare sempre più evidente: i suoi soldi non sono più suoi, il suo tempo non é più suo. Tristezza e compatimento!

Infinito - Gamberi e fave

Infinito – Gamberi e fave


Dopo questo doloroso preambolo, già accompagnato da gustose immagini catturate durante la liturgia ciccionica, possiamo tornare nel corretto seminato e descrivere, per quanto possibile accuratamente, l’esperienza alla trattoria “L’Infinito”, sita in Cagliari, via Santa gilla.
In effetti l’ubicazione non dà di per sé l’idea d’essere prettamente orientata al turismo, ma piuttosto un familiare ritrovo di abituari avventori indigeni, né di meno gli ambienti, dimensionalmente piuttosto angusti, evidenziano un modello economico ben lontano dalla speculativa ristorazione di massa.


Infinito - Zuppa di Cozze

Infinito – Zuppa di Cozze


I due Triumviri, vengono comunque sistemati piuttosto comodamente, su una confortevole tavola affiancata da una utile e pratica estensione accogli-pietanze. Alle pareti sobrie decorazioni, climatizzazione gradevole e un delizioso profumo di mare proveniente da una vetrina all’ingresso, che accoglie amabilmente l’affamato cliente.

Jesus ed Ettore, già prima di effettuare la comanda, mettono in conto di articolare un pranzo coi contro-fiocchi, il cui itinerario poteva prevedere antipasti primo secondo e dolce. Ahimè questa volta hanno dovuto invece abbassare la barra.


Infinito - Frittura

Infinito – Frittura


Sarà infatti stato il caldo, sarà stata la quantità devastante degli antipasti ma, vedremo, questa volta i due hanno dovuto cedere alle loro aspirazioni.
Veramente possiamo dire che, in termini di quantità, gli antipasti dell’”Infinito” non possono temere confronto con qualunque altro ristorante i Triumviri abbiano fino a qui visitato. Tutto di qualità nella norma, c’è da dire, a tratti buono o ottimo, ma in proporzioni veramente industriali, tanto da riportare un profeta dell’eccesso come Jesus, a più moderate rivelazioni: “Ma forse un eccesso così evidente può essere dannoso nell’ottica di un pranzo che vorrebbe consumarsi serenamente e senza fatica.”.


Infinito - Antipasti

Infinito – Antipasti



Ecco quindi arrivare, velocemente e a ritmo continuo: polpi marinati, burrida, originali gamberi con fave, pasticcio di tonno, frittura di pesce, granchio a tranci con aceto, polpetti alla diavola, zuppa di cozze e quant’altro non siamo riusciti a cogliere, una volta entrati in una sorta di turbinoso vortice alimentare. Una frenesia ipnotica, alimentata da una sottintesa sfida rivolta a cuoco, camerieri e infine noi stessi. Il tutto veramente sproporzionato, tanto da lasciare una traccia che i Triumviri ricorderanno piuttosto a lungo.



Infinito – Pasta arselle bottarga


Superata con grossa fatica la prova degli antipasti, che aveva già oltremodo riempito i due burricchi questi, nel rispetto del loro nome, non desistevano assolutamente, sperando di ricuperare le forze mandibolari e ritrovare un certo appetito, nell’attesa dei primi piatti che avevano già originariamente ordinato (evitando giudiziosamente di eccedere nella comanda anticipata del secondo).

Sarebbe stato, invero, meglio orientarsi su un più leggero secondo piatto, magari un buon pesce arrosto, e invece i due sono stati rapiti dall’epico e affascinante richiamo di parole pronunziate dal gentile cameriere:


Infinito - Fregola con le arselle

Infinito – Fregola con Arselle


“Pasta arselle e bottarga … Fregola con le arselle….”.  Ecco allora i due trovarsi di fronte a una nuova imponente prova, una montagna questa volta pur tuttavia insormontabile.
Il Raschione ha trovato la sua fregola piuttosto buona ma, viste le proporzione che voi stessi potete valutare, non è riuscito ad andare oltre il 50% del piatto.
Jesus, forse perché ormai totalmente privo di ogni appetito, ha trovato invece i suoi spaghetti eccessivamente invasi da pomodori freschi, che conferivano al sapore finale un troppo elevato grado di acidità.
Il buon vinello, che accompagnava il pasto dei due, non ha potuto essere di supporto e quindi, ammettiamo, il vostro amato non ha ingoiato che qualche forchettata, tanto da venire successivamente schernito da una pur gentile ed efficiente cameriera.
Il pasto non poteva infine che concludersi con un digestivo sorbetto, ed il caffè di rito.
Il conto, anche e soprattutto per la quantità delle pietanze, é risultato complessivamente leggero. 
La valutazione del ristorante a questo punto risulta inevitabilmente contraddittoria.  Da un lato non si possono tralasciare la non eccezionale qualità e gusto di quanto assaporato (tale indicazione potrebbe derivare nel nostro subconscio dal rancore per la sconfitta alimentare subita) e, dall’altro, vanno sicuramente rimarcate e menzionate generosità delle pietanze e costo economico piuttosto contenuto.


VALUTAZIONE “L’Infinito”: Un Burriccu con menzione speciale.
Trattoria L’Infinito Indirizzo: Via Santa Gilla 39, Cagliari
Telefono: 070283261    [mostra in google maps]
 

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