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giu 16 2013

Ristorante Sette Vizi – Cagliari

 Scritto da Jesus | 13 commenti | Commenta

Sette Vizi - Burriccu Pg

Sette Vizi – Interno Burriccu Pg

 

Ma tu guarda chi emerge ancora dal nostro lontano orizzonte, confuso tra una tavola imbandita e una scenografia degna dei racconti di Lewis Carrol… E’ Il celeberrimo Burriccu Pg, co-fondatore del Donkey Challenge e, al tempo medesimo, primo satellite del sistema solare asinino a venir colpito da capitis deminutio maxima, per ragioni diametralmente opposte alla manifesta opulenza della sua polo Lacoste. Nonostante ci saremmo aspettati di vederlo sul set del “Vizietto” anziché ai “Sette Vizi”, salutiamo con piacere la sua improvvisata irruzione nel bel mezzo del nostro solenne rito, durata il tempo di palesargli l’intenzione di scaricare su di lui una parte del conto finale. Ovviamente l’esperto e parsimonioso Burricu non si fa infinocchiare e fugge via. L’asino perde il pelo, ma non il vizio…
 

Sette Vizi - Antipasti

Sette Vizi – Antipasti

 

Più ancora di sera; il caldo nuovo dell’Estate si amalgama intimamente con il tepore umido della città. Dai vicoli e dalle vie del centro, splendidi mammiferi antropomorfi baluginano e incrociano i nostri passi, ipnoticamente rincorrendo le scie di mille licenziose stelle comete. La Cagliari che siamo avvezzi a conoscere si popola di creature, che vivono nella ebbra distorsione del pensiero aristotelico: forma e sostanza, forma è sostanza. Che forme, e che sostanze ci regala l’Estate! Qui d’ora in avanti, una di queste stelle noi seguiremo; nella serata che andiamo a raccontarvi, è questa riuscita a soddisfare, almeno una volta, ciascheduno dei sette vizi capitali.
 

Sette Vizi - Bocconcini finocchi ricotta e bottarga

Sette Vizi – Bocconcini finocchi ricotta e bottarga

 

Accidia. Perché oggi è Jesus a vergare, nuovamente e svogliatamente, le asinine avventure? Per merito e demerito dei mandroni che l’accompagnano, in particolare la nostra ospite @Miss_Parker76 la quale, senza mai pagare pegno, da troppo tempo viene accolta alla nostra tavola. La prossima volta non saremo così accondiscendenti!
Superbia. Seppure non pienamente in linea con il tema del suo stesso nome, è splendida e superba l’ambientazione del “Sette Vizi”. Collocato tra gli spazi della Medioteca di Cagliari, il locale prorompe all’esterno della galleria, con una lunga ed altissima vetrata che segue il profilo della sala principale, accompagnata da strane colonne cilindriche color bronzo, dal lontano sapore holliwoodiano. All’interno, l’arredamento è moderno e accattivante. Il bancone del bar è il primo degli elementi interessanti, ed è caratterizzato da un pannello frontale bianco, disordinatamente disseminato di testi (che poi abbiamo saputo) estratti da giornali degli anni ’70. In realtà l’effetto sarebbe stato equivalente se le frasi fossero state attinte da l’Unione Sarda il giorno di Sant’Efisio. La parte Nord della sala ospita un allestimento per concerti di musica dal vivo (era questa la serata, con conseguente musica pompata a palla!), mentre al lato opposto troviamo un ambiente tracciato da arredi essenziali ed eleganti, da stampe e suppellettili d’atmosfera e, soprattutto, da una parete che riproduce, con sesquipedali strutture di cartapesta, l’effetto di una libreria gigante.
 

Sette Vizi - Cozze marinate

Sette Vizi – Cozze alla marinara

 

Ira. Quando alle 20.45 esatte di Venerdì, i Burricchi in formazione completa, più Miss Parker, entrano nel locale, si rendono subito conto di quanto il personale sia numeroso, giovanile e – in generale – esteticamente apprezzabile. Invero, all’elevato numero di camerieri per metro quadro, non corrispondeva una repentina esecuzione del servizio, tanto che nell’attesa l’Ing.Marrocu ha avuto modo di curiosare lungamente per tutto il ristorante, salvo poi venire cacciato via in malo modo dalle cucine! Solidarizziamo con la giustificata ira dello chef, che ha visto invaso il suo territorio dall’invadente Ingegnere! Ad ogni modo, una volta raggiunti da cameriere e menù, abbiamo potuto valutare la consistenza dell’offerta culinaria del locale. In effetti il “Sette Vizi”, prima che un ristorante, è soprattutto un lounge bar di tendenza, e non ci avrebbe stupito trovare un menù che fosse il prolungamento naturale tra le sue due diverse anime. I piatti proposti, ciò nonostante, sembravano seguire una linea di ortodossia tradizionale cagliaritana, piuttosto che lasciar spazio a particolari fantasie o modernismi alimentari.
 

Sette Vizi - Linguine al cartoccio

Sette Vizi – Linguine al cartoccio

 

Gola. Rinnegati i menù a prezzo fisso, dalla carta scegliamo, per iniziare, tutte le portate di mare, includendo – sempre con la dovuta gentilezza – finanche le leccornie che la nostra ospite non avrebbe potuto mangiare per questioni di intolleranza: «cazzi suoi!»
Tra i vini oralmente suggeritici, il primo scelto (senza particolare coscienza) dall’Ingegner Marrocu è un originale Vermentino Rubiu IGT, delle omonime birrerie artigianali di Iglesias. Sappiamo bene che «chi non risica non rosica», ma pensiamo (ovviamente a nostro personalissimo gusto) di non aver ricevuto maggior delusione, nella nostra pur interminata carriera: esperimento fallito! Ad ogni buon conto, consumata frettolosamente la prima bottiglia, l’incidentale etichetta veniva prontamente sostituita da un ben più apprezzabile Vermentino di Sardegna DOC “Sanremy” della vitivinicola Ferruccio Deiana, di Settimo S.Pietro. Da rimarcare come ineccepibile la cernita del nettare da parte del personale, con rituale di assaggio istintualmente attribuita all’Ing.Marrocu, con successiva opportuna sostituzione dei calici durante la transizione tra la prima e la seconda etichetta.
 

Sette Vizi - Fregola con arselle

Sette Vizi – Fregola con arselle

 

E’ discusso e contrastato, tra i commensali, il giudizio sui singoli antipasti presentati al nostro tavolo, ma in virtù dello ius primae judícium, da parte dell’autore, non posso che definire le pietanze sì complessivamente soddisfacenti dal punto di vista della qualità degli ingredienti di base, ma errate in riferimento alle mescolanze, alla cottura, e ai dosaggi del sale e delle spezie: burrida di gattuccio di mare (piuttosto anonima); caponata di cernia con peperoni, melanzane, zucchine;  frittelle di gianchetti (talmente grasse da aver richiesto il condimento di limone da parte di Miss Parker); insalata di polpo; bocconcini di ricotta, finocchi e bottarga (mix di sapori discutibile) su letto di rucola; cozze alla marinara (buone ma eccessivamente salate).
 

Sette Vizi - Grigliata mista

Sette Vizi – Grigliata mista

 

Lussuria. Mentre aveva inizio una palese esibizione di ammiccamenti tra una cameriera e uno dei commensali (per questioni di privacy censuriamo il nome: IM), poi conclusosi in un nulla di fatto, la vera lussuria si consumava – in senso alimentare – con i primi piatti, che sono risultati così gustosi e ben preparati da ritenerli opera di una diversa mano, rispetto ai dozzinali antipasti: linguine al cartoccio con gamberi, scampi, cozze, arselle e pomodorini per Jesus e Miss Parker (probabilmente le più buone mai assaggiate), fregola con arselle (eccellente ma in quantità dietetica) per il Raschione e l’Ing.Marrocu.
Invidia. Data la sensibile varianza di qualità delle portate presentate, per meglio formulare un giudizio esaustivo, non potevamo non procedere con i secondi. La scelta ricadeva, quasi forzatamente, su una grigliata mista, contrattata al ribasso quantitativo con il cameriere, che ci aveva messo in guardia sulla rilevante pezzatura del pescato. In realtà al nostro tavolo la spigola e l’orata, oltre a risultare del tutto insapori, arrivavano decisamente sotto-dimensionate, tanto da provare non poca invidia nei confronti di due giovinetti stranieri (tra l’altro ben assistiti linguisticamente dal cameriere poliglotta) che al tavolo a fianco divoravano pesci di ben altra entità. La grigliata si componeva altresì di tre seppiette e quattro gamberi, presumibilmente argentini.
 

Sette Vizi - Dessert

Sette Vizi – Dessert

 

Avarizia. Delusione dobbiamo esprimere per i dessert, nella fattispecie tre assaggi di frutta e un tiramisù, non tanto in termini di gusto (più che soddisfacente), ma per la qualità delle presentazioni. La foto qui a fianco dimostra l’avarizia nell’impegno creativo, profuso da parte della cucina. Da un locale del genere, abituato a servire spettacolari cocktail e frappé, avremmo preteso qualcosa di ben più appariscente… Comunque: ananas per l’ing.Marrocu, Anguria per Jesus, fragole per Miss Parker e tiramisù per il buon Raschione.
La cena si concludeva quindi con tre caffè, un “Branca menta” per l’Ing.Marrocu e un rum “Isautier” per il Raschione, che da un po’ di tempo ha deciso – istigato da altri prestigiosi burricchi – che fa molto figo risultare esperti di questa tipologia di liquori, pur non risultando in alcun modo competente per apprezzarli! Costo complessivo della serata: 47,50€ cadauno – arrotondati a 50 perché non avevamo voglia di cincischiare con il cambio -, da ritenersi adeguati per ambientazione e servizio, eccessivi di un buon 20%, se comparati alla qualità media delle pietanze.

Seppur possa vantare una elegante e ben strutturata ambientazione, i “Sette Vizi” non eccelle, a parte episodici picchi di vero ed apprezzato gusto, nell’esercizio del vizio capitale a noi più caro: la gola. Qualità estetica e funzionale del servizio, promosse invece a pieni voti. Due burricchi con menzione speciale.

 

VALUTAZIONE “Sette Vizi”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sette Vizi Indirizzo: Via Mameli 168/F, Cagliari
Telefono: 3488419663    [mostra in google maps]

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ott 27 2012

Ristorante Al Castello – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Al Castello - Castello S.Michele

Al Castello – Castello S.Michele

 

Con la voglia e sa gana di chi, penitente, deve risalire, con il solo uso delle sue rotule, l’erta di San Michele fino al suo Castello, per dopo rotolarsi dal declivio cosparso di catrame ed unguenti griffati D&G iniziamo, “alla vecchia maniera”, la disamina e il resoconto della ciccionata di quest’ultimo Venerdì di Ottobre, nell’AD MMXII.
E la iniziamo, questa disamina, con un breve ma intenso accenno all’evanescente figura dell’Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, che i nostri lettori e lettrici divisano ormai insistentemente di rivedere – dopo settimane d’assenza – su queste pagine. Confidiamo che il governo canadese, che ha ospitato il vagabondo ingegnere durante il suo trip nordamericano, prenda una posizione chiara e decisa sull’argomento, e ce lo rimandi prontamente indietro, anche perché Jesus non vorrebbe presentarsi nuovamente in pubblico, con il Raschione, in formazione PACS!
 

Al Castello - Interno

Al Castello – Interno

 

Poco prima delle ore 21.00, nell’uggiosa serata di Venerdì, Jesus e il Raschione risalivano il colle di San Michele, non solleticando le proprie quattro rotule, ma per mezzo delle quattro ruote della 150cv presidenziale, che ha comunque sofferto e vagito non poco, nell’affrontare l’approssimativo sterrato e i numerosi dossi pseudo-artificiali, che portano su, fino ai parcheggi nei pressi degli ascensori comunali; a partire da questi, gli avventori del ristorante “Al Castello”, devono percorrere a piedi un suggestivo sentiero panoramico, da cui si ammirano, in tutta la loro notturna magnificenza, la città e il golfo di Cagliari. Ancor più accattivante prospettiva – possiamo immaginare -, avremmo avuto al crepuscolo, in una calda serata estiva inondati dagli sfumati ed accesi colori del tramonto. Lungo il non impegnativo cammino, ci si imbatte inevitabilmente nell’imponente (e abilmente illuminata) sagoma del Castello di S.Michele, fortezza difensiva medioevale, edificata nel X secolo D.C., oggi “Centro comunale d’Arte e Cultura” inaugurato nel 2011. Il descritto percorso turistico, non sarebbe invero necessario per arrivare al ristorante, in quanto direttamente raggiungibile (in auto) da una via secondaria interdetta al pubblico; motivo per il quale, nel caso abbiate particolari problemi di deambulazione, vi suggeriamo di richiedere l’accesso direttamente in fase di prenotazione.
 

Al Castello - Antipasti mare freddi

Al Castello – Antipasti mare freddi

 

Come indicato dalla gentile e giovane titolare (almeno abbiamo intuito fosse tale), il ristorante “Al Castello” è alloggiato nell’edificio che un tempo ospitava una caserma della Marina Militare, poco distante dallo storico maniero.
Alla solida struttura originaria dell’immobile, è stato aggiunto una sorta di funzionale gazebo perimetrale, che ospita la sala da pranzo e che è lateralmente delimitato da un’ampia vetrata, allestita al fine di valorizzare a pieno l’incantevole vista che si gode – su Cagliari – da lassù.
Le pareti e gli infissi della muratura interna, gli estesi drappeggi cremisi ed un efficace finto pozzo in pietra, ritagliano un’ambientazione di certo accattivante e romantica (suggerimento: l’utilizzo di candele al tavolo potrebbe esaltare questo fattore), sapientemente sostenuta da un’adeguata musica di sottofondo.
 

Al Castello - Antipasti terra mare caldi

Al Castello – Antipasti terra mare caldi

 

Aggirato il vestibolo di ingresso, ed introdotti nella sala panoramica, i due burricchi venivano fatti accomodare in un tavolo a ridosso della bella vetrata (per l’occasione aperta a beneficio del ricambio dell’aria e della voracità delle zanzare autunnali, acc!). Poco più tardi, arrivava l’unico gentile cameriere addetto al servizio che, nonostante qualche piccola sbavatura, si è dimostrato adeguatamente diligente e incisivo, aiutato fors’anche dall’esiguo numero di avventori presenti durante tutta la serata.
Notiamo subito nel menù – a dire la verità non particolarmente fantasioso, per il Burriccu Sollai, citiamo gli amati spaghetti alla bottarga! -, il “bouquet” di antipasti di mare e terra, che volentieri ordiniamo, parimenti ai primi piatti e, dopo una breve contrattazione determinata dall’assenza dell’etichetta inizialmente prescelta, il vino: Vermentino DOCG “Funtanaliras oro” della “Cantina del Vermentino” di Monti.
 

Al Castello - Spaghetti allo scoglio

Al Castello – Spaghetti allo scoglio

 

Dobbiamo ora, purtroppo, rendicontare sulle note dolenti. Gli antipasti, arrivati rapidamente al tavolo – ad esclusione degli affettati di terra che possiamo decretare dignitosamente appetibili -, a nostro giudizio si sono rivelati assolutamente mediocri, in ordine alle materie prime utilizzate (non lontano il sospetto che i frutti di mare  fossero per la quasi totalità surgelati) alla preparazione e alla loro presentazione. In particolare, la zuppetta di cozze si è manifestata solo “esternamente” tiepida, tanto da far sospettare che fosse stata preparata, riposta in frigorifero e maldestramente riscaldata in ultimo, prima di essere a noi servita.
Alla richiesta di spiegazioni, ci è stato riferito (con tanto di scuse ufficiali dello chef) che, per un disguido, le cozze si erano raffreddate prima di raggiungere la loro destinazione: «Pare che le cozze siano arrivate fredde nel passaggio cucina-tundra-steppa-sala (Cit. Raschione, via LIVE Twitter #CICCIONATA)».
Oltre alla già citata zuppetta di cozze, gli antipasti erano composti da: piatto di terra con salsiccia sarda, pecorino fresco, ricotta affumicata, olive verdi sott’olio; lonza di maiale (mustela) su letto di carote e verdure; insalata di mare (seppie surimi cozze, peperoni, cipolle); insalata di polpo con aceto balsamico; moscardini alla diavola (che sinceramente non capiamo come potessero essere definiti “alla diavola”, e che comunque registriamo come il piatto peggiore del bouquet) con limone, su letto di verdure; insalata di polpi e moscardini su letto di lattuga iceberg; melanzane a “sa schiscionera” su letto di pane carasau.
 

Al Castello - Fregola con arselle

Al Castello – Fregola con arselle

 

Oltre alle cozze, abbiamo avuto seria difficoltà nell’identificare, nei pur numerosi antipasti, un appena lontano gusto di mare, con ingredienti – tra l’altro insistentemente riproposti, come il polpo e i moscardini -, che risultavano praticamente insapore.
Ben più gustosi, ci sono apparsi invece i primi piatti, probabilmente per merito delle arselle che, a differenza dei succitati mitili, riuscivano a trasferire un minimo di gusto e piacevolezza al condimento: spaghetti allo scoglio con cozze (!), arselle, seppie, gamberi e pomodori per Jesus, fregola con arselle per il Raschione.
A questo punto i burricchi, avendo immaginato per interpolazione la possibile qualità dei secondi piatti, decidevano di passare direttamente al dolce.
 

Al Castello - Sebada al miele

Sebada al miele

Al Castello - Mini viennetta

Mini viennetta

 

Per nulla conquistato dall’offerta della casa in merito ai dessert, Jesus dirottava la sua scelta verso una preconfezionata e altisonante “Mini Viennetta” Algida, che si è dimostrata in effetti piuttosto buona e ben presentata.
Meno entusiasmante, il dessert del Raschione: una Sebada al miele che, seppure esteticamente ben allestita (con arance, kiwi e pere) e felicemente preparata, veniva demolita da un dozzinale “millefiori”, utilizzato come condimento di base. Sarebbe bastato un miele appena più prestigioso…

 

La cena si concludeva quindi con un caffè («Gesucristu!») e un amaro “Montenegro” per Jesus (servito nel bicchiere originale), e con un “Jagermeister” per il Raschione. Costo complessivo della serata, 36€ cadauno (in origine 40€, poi scontati), commisurati con riferimento alla meravigliosa location, totalmente sovrastimati in merito alla qualità delle pietanze consumate.

Il ristorante “Al Castello” presenta senz’altro un notevole punto di forza nella sua posizione privilegiata e nell’intelligente allestimento estetico. Se parliamo di qualità delle materie prime e della cucina in generale, invero, non possiamo che esortare la titolare e il personale a cambiare totalmente registro: non tutti i turisti e non tutti i cagliaritani, si accontentano così facilmente! Un burriccu, con menzione speciale per il bel panorama.

 


VALUTAZIONE “Al Castello”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Al Castello Indirizzo: Parco colle S.Michele, Cagliari
Telefono: 070554438    [mostra in google maps]
 

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giu 3 2012

Ristorante Kaika – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kaika - Piazza Yenne

Kaika – Piazza Yenne

 

All’ora in cui il sole è già spento, per questo angolo del Regno, e i colori del crepuscolo s’affogano nei primi deliqui alcolici della sera, si sente scivolare, oltre il muoversi delle onde e il bruciare dell’orizzonte, il rinnovarsi del circolo dell’esistenza, l’incandescente espressione del veloce rincorrersi della vita che, a Oriente, nel medesimo istante, si manifesta con il vermiglio levar del sole.
Prigioniero del suo scarlatto Impero, regna colui che nei secoli si è incarnato sovrano celeste (天皇), custode del divino Mistero e dell’unità del suo popolo.
Il nono Tennō, che imperscrutabilmente lega il suo destino con la più occidentale tradizione asinina, Roba no chōsen (ロバの挑戦), è l’imperatore Kaika (開化), le cui gesta si perdono oramai nel tempo, e la cui storia si confonde inevitabilmente con la leggenda.
Qui si legano, con un taumaturgico filo d’oro, le prodezze di antichi Samurai del “Sol levante”, con l’interminabile epopea di tre onorevoli burricchi.
 

Kaika - Interno

Kaika – Interno

 

Per raccontar qui, le nuove gesta dei mitologici orecchiuti guerrieri, partiamo oggi, a seimila chilometri di distanza dalla terra nipponica, dal luogo simbolo dello svago e del ludico piacere cagliaritano: la Piazza Yenne, dedicata all’Ettore che costruir la volle, con il suo piccolo obelisco cilindrico, che partendo dal suo frequentato basamento, spinge lo sguardo verso le più alte e lontane stelle.
A pochi metri dal centro della piazza, nella rumorosa confusione della giovanile ed economa agorà casteddaia, compare, rassicurante e accogliente, l’ingresso del ristorante Kaika (rivisitazione, in realtà, del desulese Caìcca, Francesca, ndr.).
Ad Accompagnare Jesus, il Raschione Ettore, e l’Ingegner Marrocu, in questa ennesima avventura, la docile e muliebre compagnia del binomio MV, contrazione e declinazione del tripolo iniziale AMV, subitamente sgretolatosi per non ben limpidissime ragioni.
 

Kaika - Aragostelle

Kaika – Aragostelle

 

Il ristorante, di recente apertura, al suo interno è caratterizzato da una atmosfera sobria e raffinata. La non spaziosissima sala, si estende longitudinalmente lungo un elegante corridoio, occasionalmente interrotto da piccoli anfratti laterali. Nel primo e più ampio anfratto, che accoglie l’asinina comitiva, sono alloggiati due tavoli signorilmente e misuratamente approntati, un piccolo bancone da bar e una feritoia che dà sulla cucina. La sinossi scenica dell’ambiente, si sviluppa con la bella volta ad arco – da cui spiovono raffinati lampadari di cristallo -, con pareti in perlato bianco, decori in pietra chiara, con uno splendido pavimento grigio e con ben dosati effetti luce. Le uniche critiche che possiamo muovere all’allestimento complessivo, sono relative alla lunga parete principale, forse eccessivamente spoglia, nella quale compare un’unico riferimento visivo, all’origine orientale del nome del ristorante.

Kaika - Insalata di cernia

Kaika – Insalata di cernia

Kaika - Cozze primavera

Kaika – Cozze primavera

Kaika - Insalata di polpo con patate

Kaika – Insalata di polpo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Impreziosire gli spazi con un bell’arazzo in seta, avrebbe forse dato più consistenza all’atmosfera. Inoltre segnaliamo che, per effetto del vistoso impianto di condizionamento in acciaio, e per la particolare acustica della sala da pranzo, durante la serata si possono raggiungere momenti di caotica confusione, allorquando vi siano parecchi co-avventori presenti.

Kaika - Involtini di peperone

Kaika – Involtini peperone

Kaika - Ostriche e cozze crude

Kaika – Ostriche e cozze

Kaika - Cozze gratinate

Kaika – Cozze gratinate

 

 

 

 

 

 

 

 

Kaika - Zuppetta di cozze

Kaika – Zuppetta di cozze e arselle

 

Il servizio all’interno del locale, è garantito da un numero piuttosto consistente di camerieri, mentre altri colleghi sono deputati all’assistenza degli avventori presenti all’esterno, nei tavolini allestiti sulla piazza.
Dopo una breve attesa, cagionata probabilmente dalla incomprensione sul difetto della sesta commensale, i Donkey possono finalmente contrattare il canovaccio alimentare della serata.
L’esordio, inevitabile ricade su un assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC, delle cantine Argiolas.
Registriamo qui un deficit dell’assistenza, in merito al rituale della mescita del vino, e sulla mancata proposta di alloggiamento del medesimo, in un adeguato rifugio isotermico. Da questo punto di vista, il personale dovrebbe essere meglio istruito, dal caposala responsabile. Nel resto della serata, invero, i tempi della cucina e il servizio sono apparsi rapidi, puntuali ed attenti.
 

Kaika - Fregola con arselle

Kaika – Fregola con arselle

 

La serie di otto (sette più uno, a sopresa) antipasti si sono dimostrati oltremodo abbondanti, nonché di buona – a tratti eccellente -, fattura. La non comune ouverture, con gustose aragostelle in salsina di limone, ha stimolato non poco il palato appetitosamente casalingo di Jesus. Seguivano poi una (ahimè piuttosto anonima) insalata di cernia con olive, pomodori e sedano, ottime cozze primavera (affogate in una sovrabbondanza di pomodorini), buona insalata di polpo con patate, delicatissimi involtini di peperone con filetto di alice e capperi su letto di radicchio, succulente ostriche e cozze crude, per finire con una fantastica zuppetta di cozze e arselle, su un “cuscino” di pane carasau lievitato: sublime! Come già accennato, alle sette portate previste, si è poi aggiunto un piatto di buone cozze gratinate. Piacevolmente registriamo, inoltre, la gradevolezza dei panini e grissini speziati, fatti in casa, distribuiti per tutto l’incedere della cena: buonissimi!
 

Kaika - Spaghetti ai ricci

Kaika – Spaghetti ai ricci

Kaika - Linguine all'astice

Kaika – Linguine all'astice

 

Se gli antipasti si sono rivelati piuttosto abbondanti, in termini di quantità – anche per effetto della istintuale inappetenza femminile, che ha costretto i tre Triumviri agli straordinari – i primi piatti hanno evidenziato porzioni al di là un salubre umano appetito, tanto da precludere ogni possibilità di loro termine: spaghetti ai ricci di mare fuori stagione (inevitabilmente abbattuti, per effetto del corrente blocco biologico) per Jesus e il Raschione Ettore, linguine all’astice per l’Ing.Marrocu, fregola con le arselle (piuttosto buone, anche se suggeriremmo l’utilizzo di fregola artigianale) per il binomio MV.
 

Kaika - Sorbetto al limone

Kaika – Sorbetto al limone

 


Esclusa qualsivoglia possibilità di ingerire ulteriori cibi solidi, per un inspiegabile e colpevole difetto di appetito – per il quale solo la calda e faticosa giornata ormai estiva, appare come una lontana giustificazione – i Triumviri ordinavano congiuntamente un sorbetto al limone, poi rivelatosi particolarmente gustoso. Null’altro invero, per le gentili ospiti. La cena si concludeva quindi con dei caffè, tre liquori alla liquirizia (Barman liquirizia “LIQ”) e una grappa barricata per Jesus. Costo finale del pasto, 40€ cadauno, da giudicarsi adeguato, in funzione della splendida ambientazione, della cucina di buon livello, e di un servizio complessivamente all’altezza.

 

Il ristorante “Kaika”, nonostante risenta di taluni difetti di gioventù, che abbiamo puntualmente segnalato, si presenta con una ambientazione raffinata ma non impegnativa, proponendo una cucina di buon livello, in linea con la migliore tradizione cagliaritana. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Kaika”: Tre Burricchi.
Ristorante Kaika Indirizzo: Piazza Yenne 29, Cagliari
Telefono: 0708588471 [mostra in google maps]

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set 11 2011

Ristorante La Tana del Gusto – Cagliari

 Scritto da Jesus | 36 commenti | Commenta

La Tana del Gusto - Interno

La Tana del Gusto – Interno

 

Batte feroce il sole, nella mattina inoltrata di Sabato, sulle accaldate teste dei cagliaritani, che assaporano le ultime non docili carezze di una lunga, inarrendevole Estate.
Arriva dall’alto il riverbero della luce, sull’oscuro strapiombo dei ricordi della recente storia del Donkey Challenge, quivi ripropostovi nella sua veste originale: un abbondante e improvvisato pranzo pre-domenicale.
Irrompe dall’alto il languido chiarore del cielo, a riscaldare e accendere l’animo forte dell’omni-presente Raschione Ettore, ed alleviare così il tenebroso pensiero di una ciccionata che, di lì a poco, si sarebbe consumata senza l’amabile supporto scenico dell’ormai impegnatissimo (non è ben chiaro per cosa) Ing. Marrocu, nell’occorrenza rivelatosi – dobbiamo denunciarlo – assente ingiustificato.

La Tana del Gusto - Antipasti di mare

La Tana del Gusto – Antipasti di mare

 

Piove dall’alto (rain down from a great height) la luce che irradia la sala del ristorante “La Tana del gusto”, ricettacolo e taumaturgico altare per l’ebdomadario rito di quest’oggi, condotto e celebrato da un Jesus ottenebrato dalla fatica, per effetto di una transitoria quanto indesiderata mutazione dal suo status di illuminato ciccionatore della Domenica, verso quello di improvvisato manorba del Sabato, suo malgrado antelucanamente destato da un iperattivo parente tuttofare: «non li voglio i tuoi cento euro per pagarmi un operaio»!
L’ampio e squadrato lucernario sul soffitto, parzialmente colorato con sfumature tenui, è la caratteristica, il cuore pulsante del ristorante, e ne conduce, inevitabilmente  e radicalmente, lo stile.

La Tana del Gusto - Antipasti

La Tana del Gusto – Antipasti

 

Superato un piccolo vestibolo d’ingresso, a cui si accede direttamente dalla centralissima Via Pergolesi in Cagliari, ci si accomoda nella sala principale, il cui impatto espressivo si colloca nell’idea di un piccolo cortile chiuso, tinteggiato sulle tonalità del bianco e dell’oro, circondato da raffinate colonne decorative in gesso e impreziosito da numerosi palmizi ornamentali.
Meno grazioso (e fuori dal contesto) è il rumoroso TV LCD 42 pollici, mentre risulta del tutto assente un adeguato impianto di riproduzione acustica che possa creare una giusta atmosfera.
L’arredo in arte povera è completato  da una appariscente ed ampia credenza di colore scuro, collocata sul lato Sud-Est della sala.

La Tana del Gusto - Spaghetti arselle bottarga

La Tana del Gusto – Spaghetti arselle bottarga

La Tana del Gusto - Fregola con arselle

La Tana del Gusto – Fregola con arselle

 

Al nostro arrivo sono pochi gli avventori che si intrattengono nel desinare. Una gentile ed esteticamente apprezzabile cameriera ci fa accomodare e ci mette da subito a nostro agio, con toni cortesi e informali. Il Raschione Ettore ordina il vino: vermentino Is Argiolas D.O.C di Selegas.
Scelta irrinunciabile dal menu per i Donkey, l’assaggio di antipasti di mare assortiti, che venivano di lì a poco serviti nel seguente ordine: seppiette in umido con olive, pesce a scabecciu, burrida (molto delicata, eccellente!), cozze con pomodorini, ottimo carpaccio di pescespada con limone. Seguivano, poi: baccalà scaloppato con limone, bocconi di mare, baccalà in umido con aglio e prezzemolo, aringhe affumicate.

La Tana del Gusto - Grigliata mista

La Tana del Gusto – Grigliata mista

 

In merito alla seconda serie degli – complessivamente numerosi – antipasti, dobbiamo registrare una spiccata propensione da parte del cuoco all’utilizzo del limone, ma una altresì eccessiva generosità nel dosaggio del condimento.
Ci riferiamo in particolar modo alle aringhe affumicate, la cui salinità potremmo senza enfasi ritenere prossima a quella del Mar Rosso. Sebbene buon senso avrebbe dovuto interdire Jesus dal procedere oltre un primo esplorativo assaggio, l’effetto pratico, in conseguenza della sua innata barrosaggine, è quello di una progressione geometrica nel consumo delle bevande analcoliche, tanto da comportare un fastidioso sovraccarico in senso metabolico.

La Tana del Gusto - Torta al formaggio

La Tana del Gusto – Torta al formaggio

 

Discreti i primi piatti scelti: fregola con arselle per il Raschione, spaghetti arselle bottarga per Jesus.
Secondo piatto comune per i due, una appariscente grigliata mista composta da gamberoni, seppiette, spigola e orata.
Da segnalare, a questo punto due gustosi episodi. Dapprima l’irruzione in sala da parte del cuoco, che con attitudine da Alì Babà, riusciva a trascinare lateralmente una parete per accedere all’esterno, con l’intenzione di movimentare una manopola del gas; secondo episodio, legato all’attitudine di Jesus nel riuscire ad imbrattare qualsiasi capo di abbigliamento indossi durante il pasto.

La Tana del Gusto - Is Argiolas

La Tana del Gusto – Is Argiolas


Nell’occasione, la colpa è da attribuirsi al naturale ripieno di una dispettosa ed eversiva seppietta arrosto. Inconveniente risolto, grazie al profuso utilizzo di uno smacchiatore spray, messo in precedenza a disposizione dalla cameriera, in conseguenza di un altro evento della medesima natura.
Il pranzo poteva quindi concludersi con il dessert: un buon sorbetto al limone per Jesus, non terminato a causa dell’eccesso di liquidi fin lì assimilati, e una sublime torta al formaggio con crema di pere, per un entusiasta Raschione.
Conclusione finale con due caffè  e un buon liquore di liquirizia “arregolizia” per Ettore. Costo complessivo del pasto 35€, complessivamente equilibrato, e volutamente rimpinguato con 10€ di mancia, in ringraziamento della gentilezza del personale.
L’ambientazione de “La Tana del Gusto” è certamente particolare e suggestiva – almeno di giorno – per effetto della luce particolare che filtra dal lucernario, anche se dobbiamo dire che potrebbe esser meglio valorizzata.

La cucina del ristorante è da giudicarsi invece mediamente discreta, con una eccellenza nei dessert e nella gentilezza del personale. Comunque, di certo, un ambiente piacevolmente accogliente per ogni conviviale occasione.


VALUTAZIONE “La Tana del Gusto”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Tana del Gusto Indirizzo: Via Pergolesi 1/B, Cagliari
Telefono: 0707543153    [mostra in google maps]
 

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giu 4 2011

Ristorante Opera Prima – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Opera Prima - VO Interno

Opera Prima – VO Interno

 

Diamo innanzitutto il doveroso benvenuto e bentornato al neo Ingegnere V.O. – old system o, se volete, old style – raffinato esperto di meccanica quantistica applicata alla microelettronica e, parimenti, pratico conoscitore della meccanica dei motori, applicata alla 147 1.9 turbodiesel, 16v, 150 cavalli, del sempre misurato e non appariscente Jesus, che ha assunto il buon Ingegnere come manutentore ufficiale e periodico revisore del suo “modesto” autoveicolo, nonché periodico ciccionatore di supporto alle attività mangereccie degli ufficiali Triumviri: Jesus, per l’appunto, l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore.

Arrivavano quindi, alle ore 13.20 di Sabato, il Raschione e il V.O., traghettati e vettorizzati dalla non eccessivamente docile guida di Jesus, giusto in fronte al Ristorante
“Opera Prima”, nella quasi centrale Via Campidano, poco distante dal molo Ichnusa, in Cagliari.

Opera Prima - Antipasti freddi

Opera Prima – Antipasti freddi


In non colpevole ritardo, appariva invece essere l’Ing. Marrocu, sottratto ai ludici intrattenimenti mattutini, da un contingente quanto imprescindibile – e anch’esso ahimè periodico – impegno professionale cagionato, com’egli è avvezzo dire, da maldestre alchimie organizzative di non meglio identificati e non adeguatamente titolati collaboratori.
La prima idea che sobilla e stimola i nostri malsani pensieri di fronte al Ristorante, è che “Opera prima” possa proporsi, per la cucina e con la sua altera araldica denominazione, al livello e alla stregua delle “Valchirie” Wagneriane, della “Critica” Kantiana o della celeberrima  “Commedia” Dantesca. Entriamo per accertarlo.

Opera prima - Antipasti caldi

Opera prima – Antipasti caldi


L’interno del locale è organizzato in un’unica non particolarmente ampia sala, a cui si accede dopo aver superato un pratico vestibolo che termina su un piccolo elegante bancone.L’atmosfera è per buona parte in accordo con la filosofia d’intenti, che ci pare di identificare nell’idea di un luminescente e non impegnativo ristorante sul mare.
Il colore azzurro delle pareti trasfonde tale sensazione, confinata in una cornice a tratti piuttosto elegante e ben organizzata, anche se la strutturale assenza di feritoie sulle pareti e l’eccessiva esposizione dell’ingresso alla cucina, stonano piuttosto vistosamente nel complessivo effetto scenico. Come spesso accade, decisamente da dimenticare il sottofondo musicale diffuso in sala.

Opera prima - Gamberi arrosto

Opera prima – Gamberi arrosto


Prego ciaschedun ristoratore di buon senso, di voler tempestivamente accedere a gratuite indicazioni su classe e stile musicale, profuse dal sito: www.pgbox.tv , promosso dalla seudeu production. Eventuali insulti da indirizzarsi al Burriccu Pg.
Veniamo quindi al resoconto della ciccionata odierna. Consumato il misurato ritardo dell’Ing.Marrocu, i Donkey possono sedersi al tavolo ed ordinare, ad un molto rigoroso e professionale cameriere, le bevande e le pietanze della giornata. Antipasti di mare, come nostra abitudine, accompagnati da un eccellente vermentino DOC “Is Argiolas” delle cantine Argiolas, ottimamente servito – previa valutazione scenica del Marrocu
– e accomodato su di un pratico cestello del ghiaccio, giusto in fianco al V.O.

Opera prima - Spaghetti al cartoccio

Opera prima – Spaghetti al cartoccio


Decisamente buone (anche se presentate non caldissime) le bruschette all’olio, servite come esordio per spezzare la fame e continuamente alimentate dai solerti camerieri ogni qualvolta apparivano in difetto, segno di una eccellente predisposizione all’attenzione da parte dell’efficiente personale.
Gli antipasti, esclusivamente di mare, erano articolati in due ben distinte serie di pietanze: antipasti freddi e caldi, entrambi accomodati in pratici vassoi di cristallo, morfologicamente squadrati e internamente ripartiti con pratici comparti incavi.
Come intermezzo  alle due serie, gli astanti sono stati deliziati da un eccellente piatto di gamberi arrosto, serviti su di un letto di verdure, accompagnati da omelette e conditi con ottimo aceto balsamico. Squisiti!

Opera prima - Fregola con arselle

Opera prima – Fregola con arselle


Gli antipasti freddi constavano in: pesce spada con pinoli e fagioli, burrida alla cagliaritana, polpo marinato con pomodorini (deliziosi), pesce spada in umido, tonno alla catalana. Tutti giustamente dosati, di ottima qualità ed eccellenti alla prova del gusto.
Decisamente diverso è invero il giudizio per quanto concerne la serie di antipasti caldi – seppiette con piselli e limone, rotoli di melanzane e tonno, pesce spada con olive, tonno con cipolle e aceto balsamico, arancini di mare -, che (ad eccezione degli arancini) sono risultati di certo non all’altezza dei primi, e hanno anzi inutilmente appesantito dei seppur navigati divoratori quali i Triumviri ufficiali; a volte l’eccessiva abbondanza può divenire contro-produttiva.

Opera prima - MilleSfoglie

Opera prima – MilleSfoglie


Altrettanto al chiaroscuro l’esperienza dei primi piatti; Jesus e il V.O. testavano degli ottimi spaghetti al cartoccio – presentati ma non immortalati in un anatromorfo mantello di carta allumina – conditi con vongole, cozze e gamberi, mentre l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore non potevano che trasalire di fronte ad una fregola con le arselle sotto le righe: «mal presentata, stopposa e priva di gusto». Pessima!
Il pranzo proseguiva, infine, con i dessert: buon sorbetto alla mela verde analcolico per il sempre giudizioso Jesus, sorbetto al limone per l’Ing.Marrocu, torta millesfoglie (non particolarmente distinta) decorata al cioccolato per il Raschione e per il V.O. Il pasto si concludeva quindi con i caffè, un buon mirto per Jesus e del non ottimo liquore alla liquirizia per gli instancabili Ettore e Ing. Marrocu.
Costo complessivo del pranzo cadauno, come preannunciato e premonito dal Raschione, 35€ da giudicarsi un 15% al di sopra di quanto commisurato.
Il Ristorante “Opera Prima” si è quindi quest’oggi presentato con un ambientazione e un servizio molto positivi; la qualità del mangiato è stata invero piuttosto altalenante: a tratti eccellente, non all’altezza delle aspettative in talune circostanze – in particolar modo sul finire del pranzo.
Pur tuttavia, mediamente discreto.



VALUTAZIONE “Opera Prima”: Due Burricchi.
Ristorante Opera Prima Indirizzo: Via Campidano 9, Cagliari
Telefono: 070684619    [mostra in google maps]
 

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