☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 8 2014

Ristorante Il Campidano – Samassi

 Scritto da Jesus | | Commenta

Il Campidano - Interno

Il Campidano – Interno

 

Tornano a piegarsi le spighe di grano, e gli steli dei papaveri, e l’erba e le viti nuove. Da ciascuna Via arriva un bagliore vermiglio, per peggio mostrarsi ai piedi dell’orizzonte. Ma prendendo poi guida di questo, nulla appare ribelle e vivo, nulla ruggisce verso il cielo, qui dove sto e tutt’attorno.
Distese di pavida terra, morsa e levigata dal sole, storie di passati primitivi, di fatiche e di maledette rassegnazioni. Tutto è dolore silente, tutto è posato; tutto tace e nulla si eleva orgoglioso, se non fiero di spremersi di sudore per una goccia di vino buono.
Cavalchiamo questa terra come formiche giganti, alla ricerca una qualunque meta. Presto troveremo le montagne e subito torneremo indietro, timorati dell’erta che ci attende. E’ il Campidano: è la nostra fortuna e disgrazia, la nostra libertà e la nostra prigione, il nostro nutrimento e la nostra fame.
 

Il Campidano - Seadas salate

Il Campidano – Seadas salate

 

Per quanto levigata e retta possa essere una Via, per quanto possano essere comodi i sedili in pelle della 150cv, non è facile tenere le mani salde sul volante per trenta minuti filati e non farsi sopraffare dalla pervasiva tentazione di capottarsi con violenza su un lato della SS.131, quando al tuo fianco trovi un intraprendente Ingegnere che cerca di convincerti ad entrare nel businness della fusione nucleare fredda, e un secondo Burriccu che battibecca tutto il tempo con il primo il quale, intanto, aveva già abbandonato i discorsi economici per dedicarsi alla frenetica modifica di tutte le impostazioni dei dispositivi presenti sul tuo cruscotto, autoradio compresa.
Il 27 Settembre, di Sabato mattina, questa sorte è toccata al martire Jesus che, fatti accomodare l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore, in tempo record e anticipo di trenta minuti rispetto alla tabella di marcia, riusciva a scaricare la zavorra asinina di fronte al ristorante “Il Campidano”, nel cuore di Samassi.
 

Il Campidano - Antipasti

Il Campidano – Antipasti

 

Il Ristorante è collocato nella struttura dell’omonimo Hotel, a conduzione familiare, nella Via principale del Paese. Al suo interno lo stile richiama subito alla mente, compostamente ed elegantemente, l’arredamento di una casa campidanese degli anni ’60/’70.
La sala da pranzo è una sorta di andito accogliente e luminoso, che si estende dall’ingresso delle cucine fino alla parete opposta, impreziosita centralmente da una sorta di pilastro sporgente decorato con mattoncini refrattari, che hanno catturato per qualunque minuto l’attenzione professionale dell’Ingegner Marrocu, il quale contemplava estasiato la composizione quasi si trattasse del Golden Gate di S.Francisco.
Eccellente la proposta musicale Jazz, diffusa in sottofondo. L’intrattenimento acustico ha avuto però un momento di oblio per effetto di un black-out intercorso durante il pranzo. Lo stesso Jesus si è comunque premurato di rifar partire il CD. Meno brillante, anzi possiamo dire indecoroso, l’impatto estetico dei servizi igienici, condivisi con altri spazi dell’hotel: da colonia estiva!
 

Il Campidano - Ravioli neri

Il Campidano – Ravioli neri

 

Di discreto livello invero il servizio, tenuto da un’unica cameriera, che non ha avuto difficoltà a dedicarci tutte le attenzioni del caso essendo gli unici clienti presenti in sala!
Unica imperfezione di rilievo che dobbiamo segnalare sta nella mescita del vino – un Torbato DOC “Terre Bianche cuvée 161″ di Sella&Mosca -, purtroppo servito eccessivamente caldo, tanto che l’ing. Marrocu, sciaguratamente si impossessava del ghiaccio del cestello per raffreddare il contenuto del suo bicchiere: orrore!
A parte questo “agghiacciante” episodio, dando uno sguardo al menù, subito ci possiamo render conto che la cucina de “Il Campidano”, è tutt’altro che scontata e banale. Lo chef è Alberto Sanna, un giovanissimo cuoco che si è fatto le ossa in quel della Costa Smeralda, per poi ritornare in Patria e prendere in mano le sorti e le redini del ristorante di famiglia.
 

Il Campidano - Fregola alla campidanese

Il Campidano – Fregola alla campidanese

 

Scegliamo quindi dal menù una serie di cinque antipasti che si dimostreranno “squartarati” in termini di gusto e tecnica realizzativa: duetto di seadas salate con patate e melanzane, formaggio; battuto di cavallo crudo con pesto leggero e noci; zuppetta di cozze con pomodorini, crostini di pane e basilico; carpaccio di muggine marinato alle erbette con mandorle e riduzione di malvasia;
calamari grigliati con pomodorini confit e pane fragrante.
Da sottolineare, all’atto di somministrazione della zuppetta di cozze, dapprima lo scherno del Raschione nei confronti di Jesus, per l’aver questo rischiato di sporcarsi e poi, a seguire, la rappresentazione scenica, da parte del medesimo Raschione, di tutto il calendario gregoriano per l’essersi visibilmente macchiato egli stesso.
 

Il Campidano - Polpo in crosta di carasau

Polpo in crosta di carasau

Il Campidano - Filetto di tonno scottato

Filetto di tonno scottato

 

Primi piatti altrettanto goduriosi. Ravioli neri con ripieno di gamberi e zafferano, crema alla bottarga e bottarga a scaglie per Jesus e Marrocu, fregola alla campidanese mantecata al pecorino per il Raschione.
Secondi piatti, immancabili e ugualmente di alto livello: filetto di tonno rosso scottato con funghi “portobello” arrostiti, polpo in crosta di carasau con patate e nocciole. Chapeau!
 

Il Campidano - Dessert

Il Campidano – Dessert

 

Infine un trittico di dolci: composizione di frutta fresca con anguria, ananas, kiwi, more e gelato fiordilatte per l’Ing.Marrocu; crema bruciata di mandorle con croccantino per Jesus; tiramisu allo zenzero e composta di lamponi per il Raschione Ettore. Inoltre, lo chef ha voluto farci testare una sua quarta creazione sperimentale, di carattere non certamente estivo e probabilmente presente nel menù autunno/invernale: cannolo di carasau con ricotta di pecora e crema all’arancia!
Il pranzo si concludeva quindi con dei caffè e con una Liquirizia “Mirsyne” di Dolianova, per il Raschione e l’ing.Marrocu. Costo complessivo della esperienza 46€ cadauno, da giudicarsi adeguati.

 

Eccellente e non banale la cucina, il ristorante “Il Campidano” è di certo una perla culinaria nel cuore della pianura. Da aggiustare alcune imperfezioni in ordine al servizio e alla condizione ambientale (leggi i bagni). Quattro burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Il Campidano”: Quattro Burricchi.
Ristorante Il Campidano Indirizzo: Viale Stazione 29, Samassi
Telefono: 070.9388121    [mostra in google maps]
 

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ott 7 2014

Hotel Ristorante Su Gologone – Oliena

 Scritto da Jesus | | Commenta

Su Gologone - Ambienti

Su Gologone – Ambienti

 

Fonte della vita. Bevo la tua memoria. Brindo alla tua memoria; assaporo ogni istante che ho passato ad aspettarti, richiamo alla mente ogni minuto speso ad immaginare la nostra fine; gioisco e mi stupisco, nel tuo vortice di purezza, della tua essenza limitata e senza confini, del tuo tempo mutevole ad ogni spazio.
Sento la tua inerzia, muta e fragorosa; seppellisco la parte di me che non riesce ad ascoltarti, che non sa fermarsi per riposare, che non governa i suoi porci e le sue iene, che una cosa o l’altra risolve e dimentica, senza affondarla nel tuo oblio.
L’agnello sgozzato riposa sull’altare, il suo sangue ormai ha bagnato i nostri piedi. Ora resta a te purificare questo nostro rito, e permetterci, dopo la morte, di vivere ancora una volta. Tanto per non cugurrare e cugurrarvi!
 

Su Gologone - Salumi

Su Gologone – Antipasto barbaricino

 

Bene, a distanza di due mesi abbiamo detto abbastanza. Siamo talmente indietro con il nostro dovere, che l’Ing.Marrocu in questo istante starà probabilmente correndo con il suo CX Gilera capelli al vento. Non perderò tempo quindi nel raccontarvi i dettagli e i retroscena dell’evento. Giusto qualche riferimento temporale e geospaziale. Ferragosto, giornate non troppo afose, soprattutto con la climatizzazione settata al limite della sofferenza. Oliena, Terra di troiani in fuga, Terra di Barbagia. Non lontano dal Paese la sorgente carsica de “Su Gologone”, misteriosa e solenne. Poco distante, il Ristorante / Hotel che porta il suo nome.
Quivi, il Raschione Ettore, non domo – finanche in ferie – di tessere le sue trame pubblico-relazionali, organizza una estemporanea ciccionata per maestosamente celebrare il respiro del Supramonte.
 

Su Gologone - Crocchette di patate

Crocchette di patate

Su Gologone - Flan di pecorino al sugo

Flan di pecorino al sugo

 

Ospiti e celebranti la rituale gozzoviglia, lo stesso Raschione, Jesus, la Donna del Presidente e un nutrito e variopinto gruppo di fan, per un totale di otto persone (e altrettanti coperti).
In primis, il punto di congiunzione tra i Burricchi e il resto della comitiva era (Omissis), accompagnata dalla fanatica del fitness (Omissis), con consorte, oltre ché da una seconda coppia di amici. Anticipiamo subito che, per ragione di memoria e di bolscevica condivisione dei beni, non particolareggeremo l’associazione degli ordini. Gli Omissis mi sono stati imposti in sede di revisione censoria dell’articolo, per questioni legate all’invasione aliena e alle profezie Maya sugli sticazzi.
 

Su Gologone - Antipasti

Su Gologone – Antipasti

 

Tralasciando la incantevole cornice naturale nella quale si trovano collocati, il Ristorante e l’Hotel “Su Gologone”, sono splendidi. L’Hotel è strutturato come una sorta di pittoresco e colorato villaggio barbaricino, adagiato su una collina che s’affaccia sul Supramonte. Ogni angolo e anfratto del villaggio è curato nei minimi dettagli, seguendo una linea a cavallo tra il raffinato e il gusto tradizionale sardo. Gli spazi comuni sono di per sé notevoli: salotti all’aperto, che mescolano eleganza e asprezza della natura, disimpegni che si trasformano in musei della tradizione indigena. Superato uno di questi spazi, raggiungiamo la sala ristorante, che per la stagione Estiva si declina in una terrazza coperta, con vista sulla Piscina.
 

Su Gologone - Primi

Su Gologone – Primi

 

La comitiva si accomoda in un tavolo all’angolo Sud della terrazza, non proprio vicino al parapetto “Vip” che dà sulla piscina. Piuttosto, inizia subito una tragica competizione per la sopravvivenza, tra commensali imbaschiti, e chi, come Jesus, capitava collocato al perigeo di un vistoso ventilatore da soffitto, caratterizzato da una potenza non dissimile a quella di un Cessna turboelica. Da un ristorante di livello, ci saremo aspettati almeno un motore a due velocità! Risultato: freddo al pancino e questo brutto mal di pancia tutta la notte.
Ad ogni modo, dopo esserci fatti erudire dal personale (attento e professionale) in merito a costumanze e menù del ristorante, ciascuno degli astanti palesava la propria scelta e articolava la sua cena secondo esigenze e motivazioni differentemente particolareggiate.
 

Su Gologone - Zuppa di verdure

Minestrone di verdure

Su Gologone - Ravioli al sugo con polpette di bue

Ravioli al sugo

Su Gologone - Pani frattau al finocchietto

Pani frattau

 

 

 

 

 

 

 

 

Su Gologone - Secondi

Su Gologone – Secondi

 

Riguardo l’aspetto puramente culinario, la cucina testata a “Su Gologone” è senz’altro di qualità, ma a nostro parere fin troppo tradizionale, senza alcuna ricercata variante sul tema di base. Tra l’altro, il menù in sé non ci è sembrato del tutto adatto per la calda stagione estiva.
Tradizionale anche la carta dei vini, dalla quale “estraiamo” una fornitura a profusione di classico “Nepente” DOC della Cantina di Oliena, e due bottiglie di Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente”, della Cantina di Santadi.
Iniziamo dagli antipasti. Venivano distribuiti, tra i vari commensali: antipasto barbaricino composto da prosciutto salsiccia e olive; crocchette di patate; flan di pecorino in bagno di sugo di pomodoro, con decoro di basilico; crema di pecorino; verdure fritte pastellate; funghi cotti in padella con condimento di prezzemolo; buonissima cordula (treccia) di agnello.
 

Su Gologone - Dolci

Su Gologone – Dolci

 

Numerosi anche i primi: orecchiette “alle erbette” e olio d’oliva; tradizionali maloreddus al sugo di carne e pecorino; orecchiette ai pomodori, melanzane e basilico; ravioli di ricotta alla crema di pecorino e finocchietto selvatico; pani frattau con pecorino fuso e finocchietto; ravioli al sugo con polpette di bue; minestrone di verdure barbaricino.
I secondi: pomodori con formaggio frue (formaggio fresco acidulo); stufato di maiale; carne capretto in umido; pane carasau con pecorino fuso su letto di lattuga.
Infine i dolci: assortimento di dolci al cucchiaio assortiti; tiramisù; cruditè di frutta e dolcetti sardi classici.
Costo complessivo: 46,50 cadauno, da giudicarsi un 15% eccessivi rispetto al giusto dovuto.

 

Ambientazione splendida, cucina tradizionale e tradizionalista, anche se non troppo elaborata. Il Ristorante “Su Gologone” è comunque una destinazione irrinunciabile per ogni turista che si trovasse nella zona. Tre burricchi con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Su Gologone”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Hotel Ristorante Su Gologone Indirizzo: Loc. Su Gologone, Oliena
Telefono: 0784287512    [mostra in google maps]
 

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lug 23 2014

Ittioturismo Marceddì – Terralba

 Scritto da Jesus | | Commenta

Marceddì - Esterno

Marceddì – Esterno

 

Il mare senza mare, volendo raggiungerlo, non lo troveremmo sui monti impervi o sui freddi altopiani, ma dovremmo allora scendere a valle, dove l’acqua termina la sua strada, dove le piogge d’Autunno trovano la loro galera, dove l’Inverno ansima con fiato breve,  dove è lontano il ritmo della Primavera e dove, infine, l’Estate attira il canto dei grilli e gli animali da soma; all’abbeveraggio, alla ricerca di refrigerio, di beltà e soddisfazione animale.
Beviamo d’un fiato a questa fonte, tanto forte da prosciugane l’essenza, tanto copiosamente da divorare i suoi frutti, tanto pazientemente da assaporare il crescere delle stagioni. Ora, infine, apriamo la porta ed entriamo.
 

Marceddì - Antipasti

Marceddì – Antipasti

 

Il canovaccio è sempre lo stesso. Sabato di Luglio “casinu“. Il Raschione Ettore, avendogli la macchina delle ciccionate espresso la sua preferenza, convoca poco eco-compatibilmente, il Triumvirato al punto di incontro prescelto: un ampio centro commerciale, situato in uno splendido Paese del cagliaritano – il cui nome inizia per S e finisce per U – celebre per l’inappuntabile piano urbanistico e per la impeccabile manutenzione delle strade cittadine, perfette per fare da set a un possibile remake di “Apocalypse now”. Anche la mia opinione, se venissi interrogato a tal proposito, inizierebbe per “Su c…” e finirebbe con “…gau”!
All’ora stabilita, Jesus l’Ing.Marrocu e il Raschione erano pronti a partire.
 

Marceddì - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Marceddì - Cruditè di cozze

Cruditè di cozze

 

Per fortuna il Raschione, avendo un appuntamento in serata e volendo assumere il controllo dei tempi di rientro, decide nuovamente di mettere a disposizione del gruppo i servigi e le sospensioni della sua nuova “quasi cento” cavalli. Verrà comunque giustamente ricompensato da un generoso rimborso carburante, prodotto – almeno da Jesus – all’atto di estinzione del conto.
 

Marceddì - Fregola

Marceddì – Fregola

 

Tra gli insulti e le pontificazioni dell’Ing.Marrocu, tra i deliri di due differenti navigatori all’opera, il lungo viaggio verso quel di Marceddì, frazione di Terralba, aveva infine termine, non prima di aver comunque potuto apprezzare la geometrica e rigorosa organizzazione delle Vie dei campi.
Persa però qualunque speranza di raggiungere – con esattezza per lo meno decametrica -, la destinazione finale, seguendo le capziose informazioni elargite dagli strumenti elettronici di bordo, i tre chiedevano chiarimenti a un gentilissimo indigeno il quale, rispondendo con marcato accento fiorentino, volgeva il proprio dito indice oltre l’orizzonte, in direzione di una vistosa costruzione azzurra. Avevamo trovato l’ittioturismo “Marceddì”, la nostra ambita e ultima meta.
 

Marceddì - Muggini arrosto

Marceddì – Muggini  e orata arrosto

 

E’ splendido, invero, l’orizzonte indicato dall’oriundo. Al di là del nostro sguardo le coltivate pianure del campidano, dietro di noi il caldo Mediterraneo, di qua uno specchio d’acqua ribollente di vita che si perde in lontananza e riappare fin sotto la veranda esterna al locale, confinata alla base da una schiera di motori atti al condizionamento termico e una serie di fioriere spente dal sole, il cui contenuto l’Ing.Marrocu avrebbe poi tentato di incendiare con la combustione prodotta dal suo personal Thanatos. La costruzione principale è una sorta di estesa magione la cui prima declinazione epidermica dovrebbe, negli intenti, richiamare il colore dell’acqua, ma che di fatto si riduce ad un bianco-azzurro laziale identificabile, nel suo contesto, come inadatto rumore cromatico.
All’interno gli spazi sono ampi. La struttura in muratura iniziale, è stata visibilmente ampliata con (almeno) una appendice laterale, caratterizzata da un bel soffitto in legno, che produce una sorta di gradino a dente di sega con il profilo spiovente primigenio.
Le ampie vetrate danno occasione di godere della Natura circostante, mentre le lunghe tavolate con mobilia in plastica verde, escludono ogni possibile ricercata eleganza.
 

Marceddì - Sparlotte fritte

Marceddì – Sparlotte fritte

 

Al nostro arrivo, gli antipasti sono già serviti. Cambiamo di tavolo perché un quarto possibile commensale ci ha abbandonato all’ultimo secondo. Ovviamente la quarta porzione è rimasta con noi! Il menù è fisso mentre gli ingredienti, trovandoci di fatto in una peschiera (cooperativa San Domenico), sono di certo freschissimi e genuini. Diciamo subito, però, che non abbiamo potuto identificare alcuna particolare eccellenza o elaborazione di rilievo tra i piatti proposti. Il vino è quello “della casa”, un vinello bianco sufficientemente gradevole. Frutto di evidente navigata esperienza su un menù invariante, la cucina e il servizio, invero, ci paiono metodici, rapidi e ben organizzati.
Gli antipasti si articolano in una serie di sei portate, da cui viene escluso, per ragioni economiche e di stagione, un assaggio di oro del Sinis: la bottarga.
Ad ogni modo, potevamo in sequenza gustare: acciughe in salamoia; crostini di patè di salmone e prezzemolo (?); insalata di polpo e sedano; muggini (cefalo) al forno con condimento di verza; guazzetto di cozze e, per terminare, un ottimo piatto di cozze crude, quasi interamente ingurgitate da Jesus, nonostante le palesi cuccurre del Raschione: «ho una brutta sensazione»! Per la cronaca, nessun avvenimento intestinale nefasto, deve essere segnalato nei giorni successivi alla ciccionata.
 

Marceddì - Dolci

Marceddì – Dolci

 

Primo piatto piuttosto anonimo. Una fregola ai frutti di mare con cozze e granchi. Nulla da dire per il condimento, ma la pasta in sé era insipida e mal amalgamata, oltre ad avere origine certamente industriale.
Dopo un intermezzo di pinzimonio di verdure (carote, pomodorini, lattuga), giungevano abbondantissimi i secondi: un enorme piatto di muggini (in cui compariva anche un’orata) arrosto, semplici ma gustosi e ben cucinati, accompagnati da sparlotte (saraghi) fritte.
Saremmo riusciti a terminare il tutto, se il Raschione non si fosse sentito alla fine “pienino”, costringendoci a subire lo scherno del cuoco, che intanto era arrivato in sala per presentarsi ai tavoli e informarsi sull’aggradimento degli astanti.
Il pranzo si concludeva con i dolci: assaggi di crostate di frutta, a cui Jesus preferiva un sorbetto al limone. Infine, con tre caffè e due acquavite fatte in casa si concludevano le ostilità.
Costo complessivo, 33€ cadauno, da giudicarsi adeguati.

 

Con l’Ittioturismo Marceddì si va sul sicuro. La cucina e il servizio sono ben sperimentati, i prodotti sono di qualità, anche se il menù è rigido e piuttosto convenzionale. Menzione speciale per l’ambientazione naturale circostante, che però  non viene sufficientemente valorizzata dalla struttura ricettiva, precludendo così l’esibizione della stella. Due burricchi meno.

 


VALUTAZIONE “Marceddì”: Due Burricchi.
Ittioturismo Marceddì Indirizzo: Loc.Stagno Pauli Biancu Turri, Terralba
Telefono: 348.3934232    [mostra in google maps]
 

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giu 13 2014

Ristorante Sa Furria – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Sa Furria - Esterno

Sa Furria – Esterno

 

Mia nonna, senza rifletterci, un tempo mi ripeteva:
«Su baddarincu. Poni mesu tottu nudda e furria».
Metti, mezzo, nulla, tutto… e ritorna.
La girandola della vita. Prendi, lascia, togli, afferra, vinci, perdi, mangia, digerisci e mangia ancora. Jesus, il Raschione Marrocu. Ieri, oggi, domani e sempre.
Ci vediamo, ci ritroviamo intorno a una tavola. Non è stabile, non è in piano, ma cosa in realtà lo è davvero; neanche la terra sotto i nostri piedi… Tanto vale aspettare che ci scivoli sopra qualcosa, rotolando dalla cima della collina fin qui. Dopo di ché, se la cena sarà soddisfacente, rotoleremo pure noi; sulla pancia, sulla schiena, avanti, indietro e furria.
 

Sa Furria – Olive bruschette

 

Non c’è burriccu più ignorante e ottuso, di quello che non sa tornare sui propri passi, rivedere le sue opinioni, recedere da posizioni di comodo e rinunciare ad orgogliose testardaggini per rendere omaggio alla verità, piuttosto che al proprio personale interesse. Pochi sono i virtuosi che possano vantarsi per tali qualità e beh, certamente non li troverete tra i molentis di questo blog.
Né qui troverete oggi romanzata una vicenda per la quale possa manifestarsi l’occasione di dimostrare virtuosismi di onestà intellettuale. Quasi logisticamente ci staremmo, oggi. La via Sassari, sentiero primario della ristorazione cagliaritana abbiamo bazzicato in lungo e in largo prima di oggi, negli anni passati. Ristoranti che un tempo v’eran ivi, più o meno bene da noi valutati, oggi non quisquiliano più.
 

Sa Furria - Antipasti

Sa Furria – Antipasti

 

E’ il caso questo del ristorante che fu al civico 86, il “Bataclan“, uno dei primi che ha ospitato le ciccionate del Triumvirato, quando il Burriccu Pg non era stato ancora divorato dal demone della susunkaggine, quando l’Ing.Marrocu era un imberbe freelancer della ristorazione, non ancora integrato ed elevato al rango di Burriccu ufficiale.
Qui siamo ritornati ma l’insegna non è più la stessa. Ora c’è “Sa Furria”, ma il Bataclan in un certo senso è ancora lì, negli interni e negli arredi, che notiamo identici alla precedente gestione (e che quindi non ri-descriveremo), nel nome vergato sul menù, nell’atmosfera che sa di via Sassari. Qualcosa di diverso c’è, a partire dal gazebo esterno che ci accoglie, piacevolmente in una calda domenica primaverile, nonostante il via vai di persone alle nostre spalle e le macchine che circolano a un metro di distanza. C’è di nuovo anche il personale. Ricordavamo una sobria signora a quel tempo. Oggi invero ci accoglie un volenteroso cameriere oriundo tuttofare che, nonostante le apparenze, svolgerà più che dignitosamente il proprio compito, dimostrandosi gentile, puntuale e sufficientemente attento. Aiutato, c’è da dire, dal fatto che nel locale, per buona parte del tempo, eravamo presenti solo noi.
 

Sa Furria - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

Sa Furria - Polpo alla diavola

Polpo alla diavola

 

Dignitosamente il suo compito non lo svolgerà, ahimè, la 150cv, inizialmente deputata al traghettamento di Jesus e del Raschione, poi messa in garage per l’improvviso danneggiamento del radiatore :-( .
L’ingegner Marrocu, irriducibile promotore della industria teutonica, con serafica supponenza dichiarava: «non voglio neanche affrontare l’argomento!».
Responsabilità maggiore va attribuita però a quel c… di marciapiede e relativo scivolo con pendenza del 50%, sulla via del garage di Jesus.
Ad ogni modo, sostituita la vettura con la nuova quasi-100cv del Raschione, nessun sensibile ritardo è stato accumulato, anche grazie ad un imponderabile colpo di fortuna del medesimo Burriccu, che riuscirà a farsi varco tra le sature strisce blu di Piazza Yenne. Alle ore 21.02, come concordato, i burricchi erano comodamente seduti nello spazio esterno del ristorante, e consultavano il menù.
 

Sa Furria - Tagliolini agli scampi

Sa Furria – Tagliolini agli scampi

 

E’ facile la composizione della nostra cena. Il menù è ben dettagliato, ma non tutte le voci saranno disponibili, almeno non con ingredienti freschi. Ordiniamo gli assaggi di mare, che nella serata comprendevano quattro portate fredde e due calde. Ancora prima, nella breve attesa che ha preceduto l’arrivo delle prime pietanze, siamo stati intrattenuti da buone bruschette all’olio e da delle classiche olive in salamoia. Non si tratterà di piatti particolarmente elaborati, ma una serie di specialità della cucina cagliaritana (nota: il sito web riporta la possibilità di gustare pietanze finanche calabresi, indiane o bengalesi, che comunque non abbiamo notato), complessivamente, di discreta fattura. Il vino che le ha accompagnate è stato un ottimo Vermentino di Gallura Superiore DOCG “Canayli”, della cantina Gallura. Nell’ordine arrivavano al nostro tavolo: carpaccio di tonno fresco con rucola, olio e pepe; insalata di mare, con gamberi, polpo, seppie, olive nere sottolio e pomodoro ciliegino; carpaccio di sardine con olio, prezzemolo e peperoni, su letto di radicchio; sardine fritte impanate con radicchio e limone. Questo relativamente ai piatti freddi. Quelli caldi erano polpo alla diavola (nel menù indicati come moscardini al pomodoro piccante) e zuppetta di cozze, entrambe con un sugo assolutamente di tutto rispetto, probabilmente l’elemento più positivo di tutta la cena, tanto da innescare una forte competizione tra Jesus e l’Ing.Marrocu a colpi di bruschetta, per l’ultimi assaggio di scarpetta!
 

Sa Furria - Risotto ai frutti di mare

Sa Furria – Risotto ai frutti di mare

 

Buoni i primi. Scenografici tagliolini agli scampi, con prezzemolo e pomodorini per Jesus e l’Ing. Marrocu – con forse il crostaceo un po’ troppo cotto -, risotto ai frutti di mare (gamberi) per il Raschione.
Qui finiva la cena di Jesus, che rinunciava al secondo («magari assaggio quelli degli altri»), ricevendo subitamente il generoso apprezzamento da parte dei propri commensali: «col cazz…!».
Il Raschione optava per un piatto di tonno cotto alla piastra con granella di mandorle (inizialmente il cameriere dichiarava non fossero disponibili, ma è stato presto smentito dallo chef), visivamente una sorta di tataki molto cotto. L’Ing. Marrocu si deliziava invece con un filetto di orata cotta al forno, alla vernaccia, condita con prezzemolo e olive verdi. Devo dire che, nonostante l’apprezzamento dell’Ingegnere, all’assaggio Jesus l’ha trovata altresì apprezzabile ma non esaltante.
 

Sa Furria - Tonno

Sa Furria – Tonno

Sa Furria - Orata

Sa Furria – Orata

 

Infine i dolci. La scelta per Jesus e Marrocu è ricaduta sulla frutta. Ananas per l’Ingegnere, melone per Jesus («dov’è il sale?»). Anche qui discorde l’opinione dei due burricchi, con un Jesus possibilista e il collega: «si vede che di melone non ci capisci nulla».
Il Raschione invero non rischiava, lanciandosi su un classico tiramisù della casa.
Niente caffè né amari, la ciccionata si concludeva qui. Costo totale, 38 euro cadauno, da giudicarsi un 15% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina onorevole, ma senza menzioni particolari.
 

Sa Furria - Tiramisù

Sa Furria – Tiramisù

Sa Furria - Melone

Sa Furria – Melone

Sa Furria - Ananas

Sa Furria – Ananas

 


Sa Furria è un discreto ristorante, che esprime una cucina semplice a tratti piacevole, senza però note di particolare rilievo. Comunque da non disdegnare, anche in virtù dalla atmosfera rilassata ed empatica creata dal personale. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “Sa Furria”: Due Burricchi.
Ristorante Sa Furria Indirizzo: Via Sassari 86, Cagliari
Telefono: 3881274120    [mostra in google maps]
 

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apr 26 2014

New Barcavela – Santa Margherita di Pula

 Scritto da Jesus | | Commenta

New Barcavela - Interno

New Barcavela – Interno

 

Notte di Primavera. Silenzio sulla baia, calmo il vento, spenta la luna. Nulla si sente altrimenti il tenue sciabordare delle onde a riva e un lontano latrare di cani; così dal tramonto, fin presso l’alba. Ratto le urla, il fuoco, lo strepitio del ferro, il terrore, l’odore del sangue e della terra umida, i pianti soffocati, le spade che trafiggono la carne e le ossa in frantumi. Di nuovo silenzio sulla baia. Nora ha dei nuovi padroni.
Giochiamo oggi tra le ultime sue rovine: discrete e bellissime, macchiate dal silenzio e dall’accidia dei secoli. Calpestiamo le strade, accarezziamo le colonne, sfioriamo la pietra nuda. Ci pentiamo di non essere stati lì, un giorno prima o il giorno dopo la battaglia.
 

New Barcavela - Antipasti

New Barcavela – Antipasti

 

Pasquetta fuori porta. Dieci anni sulla s.s.195, a bordo della nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, che sciola meticolosamente tutte le sue dotazioni tecnologiche all’Ing.Marrocu, seduto al suo fianco; fintantoché non si tratti di vettura italiana, la sua approvazione è incondizionata, altrimenti avremmo dovuto sopportare circa un’ora di insulti e di pistolotti sulla bontà dell’industria teutonica e sulla inefficacia paesaggistica della assetata vegetazione sarda. Sul sedile posteriore Jesus, Donna del Presidente (DDP) e Cognata del Presidente (CDP), seguono la scena cantando a squarcia gola le canzoni dei Queen. Dopo 45′ dalla partenza, in coda, la domanda nasce da sé: «ma canduc… arribbausu??».
 

New Barcavela - Verdure grigliate

Verdure grigliate

New Barcavela - Frittura gamberi calamari

Frittura gamberi calamari

 

Sbarcata quindi alla conquista di Nora l’allegra comitiva, avendo a disposizione circa un’ora di tempo prima di sedersi a tavola, ben felicemente si apprendeva che i tempi delle visite guidate si incastravano perfettamente con l’asinino programma. Meno positivamente veniva accolto il rapporto costo (7,5€)/durata (45′) dell’escursione, in particolar modo da parte di taluni ingegneri del gruppo, che minacciavano di rivendersi il biglietto di ingresso, per poi restare comodamente in attesa al Bar. La questione veniva ad ogni modo rapidamente superata, al presentarsi della avvenente fanciulla che ci avrebbe accompagnati e fatto da guida: «veramente, una delle escursioni più interessanti della mia vita!»
 

New Barcavela - Risotto maloreddus

New Barcavela – Risotto maloreddus

 

Terminato il dovere storico-culturale, Burricchi e Signore si spostavano qualche chilometro più a Ovest, a Santa Margherita di Pula, presso l’Hotel “New Barcavela”. Lì ad attenderli, l’organizzatore dell’evento, una new entry per il Donkey Challenge: Burriccu per un giorno Agus, già in tenuta e carnagione estiva, tanto da non essere più etnicamente distinguibile rispetto alle popolazioni del corno d’Africa. Vorrei a questo proposito subito evidenziale la straordinaria simbiosi estetica tra il Burriccu Agus e l’Ing.Marrocu: una sorta di mescolanza tra Stasky & Hutch e i Blues Brothers, che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione da qualche talent scout nostrano o, meglio ancora, teutonico.
 

New Barcavela - Brasato di manzo

New Barcavela – Brasato di manzo

 

Non è invero felicissimo l’impatto estetico con l’Hotel. Immerso in una splendida pineta a pochi metri dal mare, appariva, almeno all’esterno, non perfettamente riassestato (ad esempio la piscina non era ancora stata pulita) e pronto per la prossima stagione estiva, dopo la pausa invernale. La sala da pranzo, invece, era accogliente e ben allestita: strutturalmente, la sua copertura dava l’impressione di trovarci sotto l’enorme scafo di una nave, e di vedere lunghi pennoni d’ottone cadere dall’alto. I tavoli erano imbanditi con sobria eleganza, mentre una lunga vetrata con drappi cremisi – ripresi in altri episodici particolari – separava gli astanti dalla natura circostante, così come alcuni commensali dalle loro numerose pause “sigaretta”. Il giudizio estetico complessivo sull’ambientazione, rimane quindi mediamente neutro, al netto della qualità del nome stesso dell’Hotel, che pare abbia ragioni prettamente storiche.
 

New Barcavela - Grigliata mista

New Barcavela – Grigliata mista

 

La ciccionata si è quindi consumata entro il solco di un tipico menù prestabilito di Pasquetta, articolato in antipasti, primi, secondi e dolci con bis e richiami vari alla “all you can eat”. I piatti erano particolarmente semplici, ma preparati con ingredienti evidentemente freschi (essendo l’esordio della stagione sarebbe stato strano il contrario) e di buona soddisfazione generale. Più che positivi il servizio e i tempi della cucina, che ci hanno concesso di terminare le ostilità entro limiti ragionevoli. Non avendo potuto apprezzare il promesso aperitivo di benvenuto con stuzzichini (probabilmente per il nostro arrivo in ritardo), il nostro pranzo è esordito con una serie di piccoli antipasti leggeri e ed appaganti: fette di bresaola con rucola e grana, verdure alla griglia, crostini al pomodoro e deliziose “barchette” (panadine) al pecorino. Seguivano quindi delle ottime cozze gratinate e un buon fritto di calamari e gamberetti. Non pervenuta la promessa insalata di mare, non ci è ben chiara la ragione.
 

New Barcavela - Macedonia

Macedonia

New Barcavela - Colomba

Colomba

 

Molto gustoso il bis di primi piatti, di terra e di mare: maloreddus (gnocchetti) alla campidanese (con salsiccia) e risotto alla pescatora, con cozze, arselle, gamberi e scampi. Molto meno brillante (anche per effetto della mediocre presentazione) il brasato di manzo al cannonau che è seguito, mentre resta contraddittoria la valutazione sulla grigliata mista: seppie, gamberi, tonno e pesce spada. Personalmente ritengo siano stati positivi tonno e seppie, mentre meno efficaci gamberi e pesce spada.
 

New Barcavela - Dolcetti sardi

New Barcavela – Dolcetti sardi

 

Infine i dessert. Si partiva con una semplice macedonia di frutta (che Jesus non ha assaggiato) seguita da una “estrema” colomba pasquale inondata da un mare di crema al “gran marnier” e impreziosita da scorze d’arancia grattugiata.  Anche qui la presentazione poteva essere decisamente migliore. Seguiva un classico assortimento di dolci sardi quali pardulas e amaretti, quindi caffè e amari d’ordinanza (mirto e limoncello). Jesus, comunque, in onore del Burriccu Sollai, concludeva il suo pasto di resurrezione con una “Sprite”!
Tutto il pranzo è stato accompagnato da due buoni vinelli della casa (bianco e rosso) e da bevande analcoliche a profusione.
Costo del menù, 45€ cadauno, che in condizioni extra-pasquali avremmo giudicato un 5/10 euro al di sopra del valore del pranzo, ma che in quel contesto possiamo ritenere congrui.

 

Circondato da una splendida ambientazione naturale a contorno, forse non pienamente valorizzata dalla struttura, il ristorante del “New Barcavela” è sicuramente accattivante e bene organizzato dal punto di vista del servizio. Il proposto menù di Pasquetta è stato mediamente discreto, con una cucina semplice e genuina, ma con pochi spunti veramente di rilievo. Una presentazione meglio curata dei piatti avrebbe potuto fare la differenza. Per adesso, due burricchi con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “New Barcavela”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante New Barcavela Indirizzo: S.S.195 Km 39.800, S.Margherita di Pula
Telefono: 0709290476    [mostra in google maps]

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