☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
set 15 2012

Ristorante la Fenice bianca – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Fenice bianca - Interno

Fenice bianca – Interno

 

«Posso deporre la mia anima, per poi riprenderla una seconda volta».

Ero e sono Bennù, risorgo dalle acque e porto corona.
Il Sole scalda le mie grandi ali, il mio vento s’accende di prosperità ed amore; io sono l’anima del Ra, e nel buio del Duat volo come un falco, per condurlo verso la stella del mattino.

Ero e sono Phénix, risorgo dalla cenere e porto corona.
Il fuoco accarezza il mio eterno, il mio destino si compie nei secoli; il mio fiato è soffio di vita, il mio canto è vibrare divino.
 

Fenice bianca - Foglie di carasau, salmone e pesce spada

Foglie di carasau, salmone e pesce spada

 

Ero e sono Jesus, risorgo con il cannonau e porto su cappeddu.
Il sole di Sardegna riscalda la mia pelle, il Mistral  sospinge il mio cammino, il lento passo del burriccu traccia la mia via.
Le fenici son mie madri lontane, il fuoco è amico del mio piacere, la cenere è il participio del mio dissolvere.
Di questo nostro dissoluto piacere, consumato e arso nel volgersi di brevi e lunghissime notti, quest’oggi, di nuovo, voglio raccontarvi; dalle sue ceneri, nel vostro tempo e nei vostri pensieri, le gesta e le vite di tre valorosi e instancabili burricchi, ogni settimana virtualmente risorgono. Nuovamente ora risorgiamo, per vostra grazia e per nostro scrupolo, per narrarvi dell’ennesimo tratto di strada, percorso sulla eterna mulattiera del Donkey Challenge. L’ultima licenziosa passione, si è consumata nel ristorante “La Fenice bianca”, locale di recente apertura, in quel di Cagliari, via Salvatore Farina.
 

Fenice bianca - Pasticcio di tonno, insalata di farro

Fenice bianca – Pasticcio di tonno, insalata di farro

 

Venerdì sera. Prima serata di ventoso clima autunnale, dopo la calda Estate alle nostre spalle. La 150cv di Jesus romba molesta per le strade della città. In extremis, i due burricchi hanno recuperato la disponibilità dell’Ing.Marrocu, che dapprima pretendeva di spostare la cena ad un orario improponibile, e successivamente si allineava alle richieste dei due colleghi Triumviri, salvo poi arrivare in sesquipedale ritardo, tanto da averla, di fatto, comunque vinta: censvra grave!
Censvra grave anche per il Dottor Melis (il “bianco”), che sarebbe stato l’apprezzata ciliegina sulla torta per il tema della serata, ma che si è susunkamente sottratto all’impegno, adducendo la più improbabile e poco credibile  delle scuse: «devo studiare!». Siamo assolutamente convinti che il burriccu Melis avrà impiegato la sua serata chino sui libri, anziché dilettarsi con qualche intrattenimento low cost!
Alle ore 21.05 i due burricchi, pur non avendo alcuna prenotazione (per deficit di recapiti telefonici adeguatamente pubblicizzati!) varcavano la soglia del locale, accolti (accettati) dall’unico cameriere (probabilmente il titolare) presente, che subito si informava sul fatto che avessimo a disposizione il famigerato coupon di “Groupon” o meno: «non sia mai, neanche per idea!»
 

Fenice bianca - Salumi e formaggio

Fenice bianca – Salumi e formaggio

 

Il Ristorante si presenta come un intimo e ristretto anfratto, articolato su due piccole sale da pranzo, elegantemente curato nel tema generale, ma dispersivo e disordinato in alcuni dettagli. La prima sala – quella che dà sulla strada – si distingue per le suggestive pareti grigio scure, i tendaggi argentati, decori in pietra, e per uno splendido pavimento in fine roccia perlata. Il tutto sarebbe assolutamente raffinato e romantico, se non fosse per talune inestetiche storture, come i dozzinali e voluminosi frigoriferi (di cui uno spento), un rumoroso TV LCD sintonizzato sulla serata di Rai 1, e per alcuni elementi di utilizzo pratico (come bottiglie d’olio e scatole di non sappiamo cosa), approssimativamente parcheggiati in un tavolo al centro della sala. Attribuiamo tale “disordine”, al transitorio periodo di avviamento del locale, e contestualmente suggeriamo di approntare la bella nicchia vicino all’ingresso, con luce d’atmosfera e mensole in cristallo, che possono tramutarsi in un pratico ed accattivante scaffale. La seconda sala, che si raggiunge salendo un breve e poco impegnativo rialzo, è ben più regolare e disciplinata della prima ma (almeno in questa serata), presentava un qualche difetto nell’impianto di areazione, tanto da determinare, sul finale della cena, una curiosa transumanza di affumicati commensali (“Settembre andiamo. E’ tempo di migrare…“) che ha coinvolto i pochi sfortunati avventori che ancora vi soggiornavano.
 

Fenice bianca - Cruditè di champignon con bottarga

Fenice bianca – Cruditè di champignon con bottarga

 

In attesa dell’arrivo dell’Ing.Marrocu, Jesus e il Raschione venivano accolti, con misurata empatia, dall’unico gentile cameriere che, visibilmente affaccendato per effetto – a suo dire – dell’imprevisto numero di clienti veicolati da groupon, si manteneva comunque cortese e (abbastanza) attento. Dopo il buon “Burberino” rosè frizzante (cantine Piero Mancini), offerto come spumante di benvenuto, i Donkeys assistevano al fragoroso presentarsi di due giovani avventori, che per poco non disintegravano la porta d’ingresso, per un suo difetto di apertura. Per un breve ma intenso attimo, abbiamo sperato che fosse la “trionfale” comparsa dell’Ing.Marrocu, che comunque sarebbe arrivato di lì a breve, riconosciuto (e ulteriormente sottratto alla ciccionata) da un amico presente in sala.
Arrivato l’impegnatissimo ingegnere, la cena poteva quindi prendere avvio. Subitamente, i burricchi si accordavano con il cameriere, per un assaggio di antipasti di terra e di mare, su un successivo primo piatto e, con appassionato suggerimento dello stesso maître, sceglievano il vino per la serata: un vermentino “Stellato” DOC delle cantine Pala di Serdiana, miglior vermentino della Sardegna nel 2011, almeno secondo “L’espresso”. Per qualche strana ragione (credo di aver capito un presunto racket del freddo a Cagliari, ma ero ubriaco!) il ristorante non disponeva di ghiaccio, quindi il vino è risultato termicamente apprezzabile, solo per metà della serata.
 

Fenice bianca - Linguine agli scampi

Fenice bianca – Linguine agli scampi

 

Dopo una non brevissima attesa, i donkeys potevano quindi misurare il loro appetito, sulla base di semplici ma eccellenti sfoglie di carasau condite con olio d’oliva, salmone e pesce spada affumicato (buonissime!), seguite poi da un meno brillante (troppo freddo per i nostri gusti) pasticcio di tonno cipolle e fagioli, e da un insolito amalgama di farro e funghi chiodini; a seguire, un assortimento di salumi e formaggi, articolato in salsiccia sarda, prosciutto crudo e pecorino fresco, discreti ma decisamente non appassionanti.
In conseguenza del lungo attendere dei primi piatti, ci è stata proposta un’ulteriore semplice (discreta) portata: cruditè di champignon con bottarga.
Marrocu: «questa ve la preparo meglio io! ».
L’attesa dei primi è stata comunque ripagata dall’arrivo delle richieste “linguine alle aragostelle”, che si sono in realtà rivelate delle “linguine agli scampi e pomodorini”, marcatamente salate ma dal gusto del crostaceo pressoché superbo, tanto da far richiedere a Jesus il supporto di uno schiaccianoci, per invaderne villanamente le chele.
Raschione: «neanche alla sagra del muggine di Giorgino si vedono simili cafonate!!!»
 

Fenice bianca - Grigliatina mista

Fenice bianca – Grigliatina mista

 

Nonostante le perplessità del Marrocu, si decideva di non terminare subito le ostilità, e di proseguire con una “grigliatina mista”, composta da gamberoni, un’orata e una spigola, cotte in piastra a carbone attivo. Il pescato si è dimostrato apprezzabile di gusto, ma maldestramente (forse troppo frettolosamente) cucinato: crudo all’interno!
Non venendo catturati da alcuno dei dessert proposti, i burricchi sceglievano di concludere la serata, con due caffè (buoni, preparati con le cialde) e tre “Cynar” al carciofo, di antico sapore e memoria. Costo complessivo della cena, 33€ cadauno, da giudicarsi qualche euro in eccesso, rispetto a un teorizzabile giusto dovuto.

 

Così come il locale visitato dai burricchi la scorsa settimana, il ristorante “La Fenice Bianca” presenta alcuni difetti di organizzazione, in parte imputabili alla fase di avviamento. Se veramente valorizzata a dovere, la struttura potrebbe diventare lo scenario per romantiche serate all’insegna dell’eleganza. La cucina, semplice ma non banale, ci ha dato a tratti soddisfazione, mentre in altri frangenti ci ha deluso. Il nostro giudizio è, ahimè di due stiracchiati burricchi, ma non è improbabile che il ristorante migliori con il tempo. Per adesso, per favore, puntate sulla qualità anziché su Groupon, diffondete magari della musica d’atmosfera e, soprattutto, spegnete quel c…. di televisore!

 


VALUTAZIONE “la Fenice bianca”: Due Burricchi.
Ristorante la Fenice bianca Indirizzo: Via Farina 22/a, Cagliari
Telefono: 3492747055    [mostra in google maps]
 

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nov 3 2011

Ristorante Lapola – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Lapola – Pavone di mare

 

Arriva dal buio remoto, oltrepassa l’orizzonte, naviga sul mare scansando e cavalcando le onde di maestrale, che irridono, sputano addosso la salata spuma nel vano esercizio di ricacciar lontano chiunque sfidi la loro passione. Calpesta la luna e i riflessi che dal porto si scagliano sul suo passo pesante, guidato da un sentiero che sembra un ricamo di luce. Infine lo raggiunge, si fa strada tra le barche dei pescatori, si arrampica sulle banchine e dopo questo si scosta, con impeto sovrumano,  le spinose gocce che l’avevan ferito, come un cane rabbioso dopo l’inatteso bagno d’acqua gelida, irrispettoso per tutto quello che lo circonda e indifferente agli occhi di chiunque l’osservi.

Lapola – Antipasti Zuppa di Cozze

 

Affretta il passo, supera la strada, raggiunge un primo fiordo di case, ci affonda dentro. Profumi di mare, ebbrezze d’oriente, colori di vita, rumori di festa. E’ il cuore di Cagliari, è la Marina, è Lapola, il suo antico nome storico.
Si appropinquano Jesus e il Raschione Ettore, la sera di Martedì, a calpestare i ciottoli lucidi del quartiere. Pochi minuti prima un parcheggio del Raschione in piazza Yenne, ai confini della realtà e delle pressioni termo-convettive della meccanica classica, aveva garantito ai due Triumviri storici un accomodamento adeguato e nei limiti dei rigori di legge. Un nuovo ebdomadario appuntamento li attende anche per questa prima tiepida serata di Novembre.

Lapola – Tris di mare e terra

 


Inquietante invero, l’esordio e l’impronta che l’Ingegner Marrocu riusciva ad imprimere alla serata, già prima di presentarsi di fronte all’ingresso del Ristorante Lapola, in Cagliari, quartiere Marina:

«Mi scusi Raschione, ma dove si trova esattamente il locale?»
«Ingegnere, ma si rende conto che ce l’ha indicato e suggerito lei, per strada, la settimana scorsa????»
«Ha ragione, ma sa che il mio buffer di memoria è limitato a venti millisecondi!»

 

Lapola – Antipasti

 

Il Ristorante Lapola è una piccola taverna, felicemente integrata tra le mura del pittoresco Vico Barcellona, poco distante dal Tempio monumentale dedicato a Sant’Antonio abate.
Già dall’esterno, l’impressione è quella di un ritrovo conviviale ed accogliente: alcune sedie in legno fuori dalla porta di ingresso costituiscono piacevole ricovero per le terga di sconsiderati avventori, avvezzi a pratiche auto-lesionistico-polmonari, o più semplicemente graditi strumenti di intrattenimento per due impazienti burricchi, nell’attesa del terzo poco diligente ingegnere. La cucina “a vista”, sul vicolo, è poi di per sé garanzia e ostentazione dei certi rigore e operato del personale.

Lapola - Cruditè di cozze

Lapola – Cruditè di cozze

 

L’interno è un rifugio altrettanto piacevole. Una decina di pur spaziosi tavoli in legno, sono ben distribuiti nella piccola sala, intervallati di tanto in tanto da pratici tavolini rettangolari, deputati all’accomodamento delle vivande e di alcuni suggestivi lumi di cera.
I colori caldi delle pareti, decori ed inserti in legno, suppellettili vari della tradizione sarda, completano la morfologia estetica del ristorante, che sarebbe di grazia e romanticismo gravido, se non fosse per il moderno televisore al plasma che, rumorosamente, trasmette le sintesi dell’ultimo turno di champions: «a me subito lo scettro del potere! (il telecomando visto dal Marrocu ndr.) .»

Lapola – Spaghetti agli scampi

 

Puntiglioso, attento e ineccepibile il servizio in sala. Due efficientissime e graziose cameriere si prodigano nel presentare le portate, subitamente eliminare le ceramiche in eccesso, rifornire gli avventori di pane, posate, tovaglioli puliti, salviette umidificate e tutto quello che occorre per mantenere alto il decoro e la gradevolezza ai tavoli. A dir poco strabordante l’empatia del titolare Damiano, che  non lesina descrizioni sulle preparazioni dei piatti, massime sulla moralità delle buone pratiche commerciali, e riflessioni sulle difficoltà nel gestire correttamente e serenamente un locale come il suo, costantemente alle prese con disposizioni e accertamenti di ogni tipo.

Lapola – Fusilli al ragu di cernia

 

Al “Lapola”, come indicato dal Sig.Damiano, il menù è  giornalmente variabile, subordinatamente alla disponibilità dei prodotti approvvigionati in giornata da pescatori e fornitori di fiducia. Su nostra iniziativa e suo suggerimento, ordiniamo i consueti antipasti di mare e di terra, accompagnati da un ottimo vermentino imbottigliato della casa, produzione dei vigneti di Dolianova.
In linea con la più stretta tradizione della cucina cagliaritana e senza particolari sofismi estetici e alimentari, gli antipasti sono risultati ottimi, dal punto di vista del sapore e della qualità delle materie prime, nonché sesquipedali in termini di abbondanza quantitativa.

Lapola – Orata arrosto

 

Conteggiamo complessivamente dodici – più una – portate: esordio di bruschette con pomodorini e olio, zuppetta “Lapola” con gamberi, cozze seppie e finocchi, capponata, tonno alla catalana con fagioli e cipolle, carciofi sott’olio, maestosa zuppa di cozze in salsa piccante, frittelle di melanzane con bottarga, carpaccio di tonno su base di finocchi, capesante gratinate al forno, saporitissime trigliette fritte, carpaccio di polpo, per finire con una sontusa civiedda di cozze crude su letto di ghiaccio tritato. Spettacolo! Il tredicesimo antipasto – degli eccellenti scampi crudi – arrivavano come campione dimostrativo per il condimento del primo piatto che sarebbe seguito: spaghetti agli scampi e carciofi. Buonissimi!

Lapola – Dessert

 

Meno entusiasmante invero, il secondo assaggio di primo: fusilli al ragu di cernia, così come le tre orate arrosto con contorno di patate fritte, richieste come comune secondo piatto. Certamente buone, ma tralignanti la perfetta cottura. Spettacolare invece la presentazione del dessert, in realtà non ancora comandato ma misticamente in linea con i desideri attuali dei soddisfatti Triumviri: sorbetto alla mela verde, interrato su una scenografica collina di ghiaccio – decorata da guscio di capasanta e rametti di mirto – e accompagnato da un eccellente liquore di produzione familiare. Encomiabile! La cena si concludeva così.
Costo complessivo cadauno 36€, decisamente al di sotto del giusto dovuto, considerando qualità e quantità delle pietanze annichilite dalle mandibole àinine, subito limati a 40€, in costituzione di un adeguato fondo mancia.
Il Ristorante Lapola si presenta dunque come ottima destinazione per piacevoli serate all’insegna dell’allegria e dell’ingordigia alimentare. A parte qualche -speriamo- accidentale difetto, il locale è in grado di offrire una cucina semplice ma di ottimo impatto emozionale. Encomiabile, inoltre, l’attenzione per le esigenze e la comodità del cliente.

 


VALUTAZIONE “Lapola”: Tre Burricchi.
Ristorante Lapola Indirizzo: Vico Barcellona 10, Cagliari
Telefono: 070650604    [mostra in google maps]
 

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giu 4 2011

Ristorante Opera Prima – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Opera Prima - VO Interno

Opera Prima – VO Interno

 

Diamo innanzitutto il doveroso benvenuto e bentornato al neo Ingegnere V.O. – old system o, se volete, old style – raffinato esperto di meccanica quantistica applicata alla microelettronica e, parimenti, pratico conoscitore della meccanica dei motori, applicata alla 147 1.9 turbodiesel, 16v, 150 cavalli, del sempre misurato e non appariscente Jesus, che ha assunto il buon Ingegnere come manutentore ufficiale e periodico revisore del suo “modesto” autoveicolo, nonché periodico ciccionatore di supporto alle attività mangereccie degli ufficiali Triumviri: Jesus, per l’appunto, l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore.

Arrivavano quindi, alle ore 13.20 di Sabato, il Raschione e il V.O., traghettati e vettorizzati dalla non eccessivamente docile guida di Jesus, giusto in fronte al Ristorante
“Opera Prima”, nella quasi centrale Via Campidano, poco distante dal molo Ichnusa, in Cagliari.

Opera Prima - Antipasti freddi

Opera Prima – Antipasti freddi


In non colpevole ritardo, appariva invece essere l’Ing. Marrocu, sottratto ai ludici intrattenimenti mattutini, da un contingente quanto imprescindibile – e anch’esso ahimè periodico – impegno professionale cagionato, com’egli è avvezzo dire, da maldestre alchimie organizzative di non meglio identificati e non adeguatamente titolati collaboratori.
La prima idea che sobilla e stimola i nostri malsani pensieri di fronte al Ristorante, è che “Opera prima” possa proporsi, per la cucina e con la sua altera araldica denominazione, al livello e alla stregua delle “Valchirie” Wagneriane, della “Critica” Kantiana o della celeberrima  ”Commedia” Dantesca. Entriamo per accertarlo.

Opera prima - Antipasti caldi

Opera prima – Antipasti caldi


L’interno del locale è organizzato in un’unica non particolarmente ampia sala, a cui si accede dopo aver superato un pratico vestibolo che termina su un piccolo elegante bancone.L’atmosfera è per buona parte in accordo con la filosofia d’intenti, che ci pare di identificare nell’idea di un luminescente e non impegnativo ristorante sul mare.
Il colore azzurro delle pareti trasfonde tale sensazione, confinata in una cornice a tratti piuttosto elegante e ben organizzata, anche se la strutturale assenza di feritoie sulle pareti e l’eccessiva esposizione dell’ingresso alla cucina, stonano piuttosto vistosamente nel complessivo effetto scenico. Come spesso accade, decisamente da dimenticare il sottofondo musicale diffuso in sala.

Opera prima - Gamberi arrosto

Opera prima – Gamberi arrosto


Prego ciaschedun ristoratore di buon senso, di voler tempestivamente accedere a gratuite indicazioni su classe e stile musicale, profuse dal sito: www.pgbox.tv , promosso dalla seudeu production. Eventuali insulti da indirizzarsi al Burriccu Pg.
Veniamo quindi al resoconto della ciccionata odierna. Consumato il misurato ritardo dell’Ing.Marrocu, i Donkey possono sedersi al tavolo ed ordinare, ad un molto rigoroso e professionale cameriere, le bevande e le pietanze della giornata. Antipasti di mare, come nostra abitudine, accompagnati da un eccellente vermentino DOC “Is Argiolas” delle cantine Argiolas, ottimamente servito – previa valutazione scenica del Marrocu
– e accomodato su di un pratico cestello del ghiaccio, giusto in fianco al V.O.

Opera prima - Spaghetti al cartoccio

Opera prima – Spaghetti al cartoccio


Decisamente buone (anche se presentate non caldissime) le bruschette all’olio, servite come esordio per spezzare la fame e continuamente alimentate dai solerti camerieri ogni qualvolta apparivano in difetto, segno di una eccellente predisposizione all’attenzione da parte dell’efficiente personale.
Gli antipasti, esclusivamente di mare, erano articolati in due ben distinte serie di pietanze: antipasti freddi e caldi, entrambi accomodati in pratici vassoi di cristallo, morfologicamente squadrati e internamente ripartiti con pratici comparti incavi.
Come intermezzo  alle due serie, gli astanti sono stati deliziati da un eccellente piatto di gamberi arrosto, serviti su di un letto di verdure, accompagnati da omelette e conditi con ottimo aceto balsamico. Squisiti!

Opera prima - Fregola con arselle

Opera prima – Fregola con arselle


Gli antipasti freddi constavano in: pesce spada con pinoli e fagioli, burrida alla cagliaritana, polpo marinato con pomodorini (deliziosi), pesce spada in umido, tonno alla catalana. Tutti giustamente dosati, di ottima qualità ed eccellenti alla prova del gusto.
Decisamente diverso è invero il giudizio per quanto concerne la serie di antipasti caldi – seppiette con piselli e limone, rotoli di melanzane e tonno, pesce spada con olive, tonno con cipolle e aceto balsamico, arancini di mare -, che (ad eccezione degli arancini) sono risultati di certo non all’altezza dei primi, e hanno anzi inutilmente appesantito dei seppur navigati divoratori quali i Triumviri ufficiali; a volte l’eccessiva abbondanza può divenire contro-produttiva.

Opera prima - MilleSfoglie

Opera prima – MilleSfoglie


Altrettanto al chiaroscuro l’esperienza dei primi piatti; Jesus e il V.O. testavano degli ottimi spaghetti al cartoccio – presentati ma non immortalati in un anatromorfo mantello di carta allumina – conditi con vongole, cozze e gamberi, mentre l’Ing.Marrocu e il Raschione Ettore non potevano che trasalire di fronte ad una fregola con le arselle sotto le righe: «mal presentata, stopposa e priva di gusto». Pessima!
Il pranzo proseguiva, infine, con i dessert: buon sorbetto alla mela verde analcolico per il sempre giudizioso Jesus, sorbetto al limone per l’Ing.Marrocu, torta millesfoglie (non particolarmente distinta) decorata al cioccolato per il Raschione e per il V.O. Il pasto si concludeva quindi con i caffè, un buon mirto per Jesus e del non ottimo liquore alla liquirizia per gli instancabili Ettore e Ing. Marrocu.
Costo complessivo del pranzo cadauno, come preannunciato e premonito dal Raschione, 35€ da giudicarsi un 15% al di sopra di quanto commisurato.
Il Ristorante “Opera Prima” si è quindi quest’oggi presentato con un ambientazione e un servizio molto positivi; la qualità del mangiato è stata invero piuttosto altalenante: a tratti eccellente, non all’altezza delle aspettative in talune circostanze – in particolar modo sul finire del pranzo.
Pur tuttavia, mediamente discreto.



VALUTAZIONE “Opera Prima”: Due Burricchi.
Ristorante Opera Prima Indirizzo: Via Campidano 9, Cagliari
Telefono: 070684619    [mostra in google maps]
 

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feb 27 2011

Ristorante Il Corso, da Luciano – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Il Corso – Stampace

 

Giù per le strette stradine e i pittoreschi angiporto di Stampace, splendido ed elegante scorcio dell’ultima Cagliari dal sapore antico, discendevano con passo spedito, in questa fredda mattinata di fine Febbraio, i biumviri storici Jesus e Raschione Ettore, mentre ché divisavano il ridestare rapidamente, dal forzato e contingente stato di anacoreta urbano, il terzo Triumviro ufficiale, sempre stimato e ammirato Ing.Marrocu il quale, qualche tempo prima, aveva ricevuto dal Raschione volutamente capziose istruzioni su luogo e orario dell’incontro odierno; capziose perché l’arguto Ettore, valutando le ultime annuali statistiche sulla puntualità del solerte Ingegnere, aveva pensato bene di arrotondare, molto per difetto, il riferimento sull’ora stabilita con il gentile personale del ristorante “Il Corso”, all’atto della prenotazione.
Fato volle invero che, per imponderabili e indeterministiche mutazioni dello spazio-tempo, l’Ingegnere si allineasse accidentalmente al fuso orario locale, tanto da poter per l’occasione – anziché l’inverso come sarebbe ben più naturale – sollecitare telefonicamente i suoi, di lì a poco, commensali attraverso il deciso esercizio della sua più amabile disciplina oratoria: «Ossuk….rua, ma innuik… seisi?»

Il Corso – Interno


Diamo ad ogni modo atto al Raschione Ettore di essersi prodotto, dopo il breve dialogico alterco seguito da un inarrestabile moto di orgoglio automobilistico, nel più ricercato e inarrivabile sforzo di individuare, a quell’ora e in quel luogo, una fruibile zona di sosta prolungata, il cui risvolto probabilistico potrebbe compararsi con la ragionevolezza di una improvvisa inedia del calciatore Adriano (o del più a voi noto burriccu Pg, per restare in tema di ciccioni insanabili).
Il Ristorante scelto per l’incontro, come accennato, porta con sé, monoliticamente, la stessa affascinante denominazione della via che lo ospita: il Corso Vittorio Emanuele, in Cagliari. Quartiere Stampace.
Ristorante “Il Corso”, per l’appunto, con una ulteriore appendice che evidenzia e sottolinea la gestione e la proprietà del locale: “da Luciano“.

Il Corso – Antipasti


E’ il sig. Luciano che gentilmente ci accoglie, e ci fa accomodare nell’unica mediamente spaziosa sala del ristorante.
L’aspetto è quello della più classica trattoria, pulita, ordinata, ma senza alcuna particolare pretesa stilistica o di ricercata atmosfera.
Una decina di tavoli apparecchiati su tovaglie rosse e verdi, che ricompongono il pensiero sull’idea di discreti tavoli da gioco; pareti ocra chiaro, cucina a vista e un unico giovane cameriere che raccoglie le richieste dei pochi avventori presenti, più energicamente assistiti dal sovrintendente proprietario.
Oltre che la dovuta gentilezza, la caratteristica peculiare (giudicate voi se positiva o meno) del ristorante “Il corso, da Luciano” è senza dubbio il piglio sbrigativo e la celerità ritmica con cui viene scandita la presentazione delle pietanze durante il pranzo.

Il Corso – Cozze Marinate


Appena dopo che l’ultimo burriccu si era accomodato al tavolo, infatti, al loro cospetto erano già stati sistemati tutta una serie di antipasti, senza che nessuno avesse accennato ad alcuna sorta di richiesta preferenziale.
Di buon grado i Triumviri accoglievano la risoluta iniziativa, quasi venisse ispirata da una lodevole interpretazione d’intenti o, se volete, da una felice premonizione in merito alle loro abitudini alimentari.
Rapidamente arrivavano poi, questa volta a richiesta, le bevande da accompagnarsi al pasto. Trattasi nello specifico, oltre che alle abituali acque minerali gassata e naturale, di un vinello bianco della casa, dal colore e dalla consistenza di poco dissimile a quelli dell’acqua corrente, e dal sapore che oserei definire “impenetrabile”.

Il Corso – Penne bottarga ricci caviale


Nulla di meno, nostro malgrado, possiamo affermare sulla serie di antipasti, la cui qualità, abbondanza, presentazione, marcatamente presentava difetto, rispetto agli standard abituali richiesti da esigenti avventori quali i burricchi Triumviri.
La recriminazione più evidente che possiamo a questo proposito sollevare, e che inevitabilmente rivisita il giudizio complessivo al di sotto di una frettolosa preparazione di stampo casalingo, è la temperatura eccessivamente fredda con cui sono state servite le pietanze. Un breve passaggio al microonde, per il quale in altri contesti avremmo gridato allo scandalo, sarebbe stato invero il male minore.

Il Corso – Insalata


Olive in salamoia, insalata di granchi sedano e cipolle, cardi selvatici e polpo con aceto balsamico, surimi di merluzzo, frittelle di pesce (non meglio identificato), fagioli tonno e cipolle, una più articolata insalata di sottaceti vari – di cui non possiamo fornir maggior dettagli per una sorta di amnesica rimozione – , costituivano il complesso degli antipasti “freddi” propostici.
Una ulteriore  fase di portate “calde” si sarebbe (per quanto intuito osservando i tavoli vicini) dovuta articolare nella presentazione di un piatto di cozze marinate e uno di bocconi di mare.
Le prime sono puntualmente arrivate, non così i bocconi, forse per effetto di una troppo frettolosa istanza da parte dell’Ing.Marrocu, che premeva ordinare quanto prima il piatto successivo.
Data la qualità delle cozze in sé, dobbiamo dire che nessuno dei Triumviri ha particolarmente rimpianto il non aver potuto assaggiare i bocconi.
Il primo piatto ordinato seguendo le indicazioni del sig.Luciano, è stato comune a tutti i tre: penne alla bottarga, ricci di mare e caviale, certamente altisonanti nella indicazione, ma decisamente non all’altezza, alla severa prova del gusto.

Il Corso – Grigliata mista


Nota positiva del pranzo invece, l’intermezzo alimentare intercorso tra il primo e il secondo: una semplice e composita porzione di verdure fresche e genuine quali sedano, ravanelli di stagione e carote.
Una appariscente grigliata mista costituiva poi il secondo piatto scelto, esclusivamente declinato, ad onor del vero, in alcune spigole ben poco saporite – e di piccole dimensioni -, e in pochi seppur gustosissimi gamberi; il tutto servito su di un letto di verdure e decorato con spicchi di limone.
Escludendosi la possibilità di degustare i dolci della casa, i tre sono passati direttamente agli amari, prefigurando l’opportunità di consumare altrove il rituale caffè di fine pasto.
Jegermeister quindi per il Raschione e l’Ing.Marrocu, Cynar classico per Jesus.

Costo complessivo del pranzo 25€ cadauno, che in virtù di qualità e servizio offerti dal ristorante potremmo valutare 5€ al di sopra della quota ideale. Il giudizio complessivo non può non risentire della qualità media complessiva delle pietanze proposte, per la quale è inevitabile la seguente sintesi valutativa.


VALUTAZIONE “Il Corso, da Luciano”: Un Burriccu.
Ristorante Il Corso, da Luciano Indirizzo: Corso V. Emanuele II 78, Cagliari
Telefono: 070 662690    [mostra in google maps]
 

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ott 24 2010

Ristorante (Nuovo) Saint Pierre – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

St.Pierre – Interni

 

Sulla strada dei ricordi. Ecco per un Sabato ancora, i due Triumviri storici Jesus ed Ettore, gli irriducibili del buon mangiare, gli ultimi Highlander della ciccionata, presentarsi puntuali al loro dovere istituzionale.
Il luogo è evocativo di reminiscenze gloriose: la Laurea del burriccu Anziano, dove egli celebrò il suo rito, dove Jesus per un non sobrio istante si fece uomo, scese (letteralmente parlando) sulla terra e fu immortalato in atteggiamenti dismessi, riverso sul marciapiede, giusto in fronte all’ingresso del locale. Ah, quali nostalgie!
Perseverando sul tema degli atteggiamenti dismessi, a non pochi sarà sfuggita a questo punto l’assenza del terzo Triumviro ufficiale, l’Ing. Marrocu. Senza voler entrare nel dettaglio, dobbiamo comunicare ufficialmente che la posizione dello stimato Ingegnere è attualmente Sub Judice da parte della Grand Jury, che avrà l’onere di verificare il peso e la gravità di spiacevoli situazioni in cui il non controllato eccesso, lo scavalcamento della linea gerarchica superiore, hanno prevalso in luogo del rigore morale in rispetto delle sacre norme ainìne (Rif. i commentari sui rapporti tra due burricchi m & f e il terzo àinu) , mai scritte ma tramandate attraverso innumerevoli generazioni.

St.Pierre - Stampa Fumetto

St.Pierre – Stampa Fumetto


Ma torniamo, senza indugi, alla recensione del Nuovo Saint Pierre. Nuovo perché ci è dato sapere che la gestione è cambiata di recente; non pare invece, per quanto possano essere affidabili i nostri ricordi, cambiato lo stile del locale, che possiamo certamente ricondurre al neo-modernismo fine anni ’70, inizio anni 80′. Prevale quindi l’eleganza essenziale e geometrica, il decoro minimalista con alcune belle stampe dei primi del novecento o più recenti cornici in tema fumettistico.
Ancora meno recenti, temiamo siano le numerose e fastidiosissime strisciate scure visibili sui muri, probabilmente causate dalle sedie troppo a ridosso delle pareti, che la nuova gestione non deve aver pensato bene di eliminare, considerandole parte dell’arredo piuttosto che evocatrici di concetti quali sporco o cattiva igiene.
Altrettanto poco gradevoli sono risultate essere le vistose macchie sulle tovaglie, con tutta probabilità lasciate dagli avventori precedenti e mai eliminate, almeno per quella giornata.
Le posate e i bicchieri sembrano puliti, mentre il Raschione Ettore provvede, di sua iniziativa, a sostituire il piatto fondo con quello di un coperto adiacente, nello spazioso tavolo in cui siamo stati accomodati.
Il cameriere che ci serve (unico nella sala) è gentile ma troppo sbrigativo; ne risulta quindi un servizio piuttosto rapido ma a tratti inefficiente.

St.Pierre – Antipasti di Mare


Ordiniamo il nostro solito “Costamolino DOC” delle cantine Argiolas e gli antipasti di mare, escludendo esplicitamente quelli di terra. Arrivano subito cinque portate: polpo marinato (piuttosto buono), burrida (molto delicata), un buon piatto di carpaccio di cernia al limone, fagioli cipolle e tonno, dei (non troppo buoni) gamberi con sedano e pomodori.
Infine citiamo una stranissima portata costituita da ceci, rucola, aceto balsamico e salmone affumicato. Francamente  il vostro amato Jesus non ha ben chiaro se si trattasse del risultato di una genialità mal compresa, o di un guazzabuglio casuale di ingredienti mal coordinati. C’è da dire che al Raschione non è dispiaciuto affatto.

St.Pierre – Cozze


Buoni, molto buoni invece, i due piatti che seguivano: cozze marinate (che il non indigeno cameriere ha mal-definito “zuppa di cozze”) e, soprattutto, bocconi di mare che, anche se arrivati con un certo ritardo rispetto al resto e benché fossero di dimensioni insolitamente ridotte, sono risultati di eccellente qualità, tanto da poter dire di non averne assaggiato di migliori nella nostra lunga carriera da Triumviri. Data questa eccellenza (che non sappiamo se definire occasionale), possiamo ritenere complessivamente la serie di antipasti soddisfacente, anche se con qualche singola pecca e una presentazione certamente non d’alta scuola.


St.Pierre – Spaghetti alla Tarantina

St.Pierre – Triglie alla Livornese


A questo punto i Biumviri, essendo già soddisfatti a livello quantitativo (reduci da una pizzata della sera prima), decidevano di dedicarsi ad un’unica portata successiva. Le loro strade si dividevano quindi verso un “primo piatto” per il Raschione: spaghetti alla tarantina (piuttosto buoni) con cernia, cozze,  e gamberi, e un più distinto secondo per Jesus: triglie alla livornese, decisamente saporite ma forse con una punta di sale di troppo.

St.Pierre – Sebadas


Contraddittoria l’esperienza dei dessert. Il buon Triumviro Ettore ha scelto di provare la consistenza della sebada al miele che, contro le previsioni, è risultata ottima.
Jesus invece, avendo optato per uno dei suoi dolci preferiti, il crème caramel, si è visto servire (freddo) un abominevole budino assortito, probabilmente acquistato nel reparto latticini di un qualunque supermercato della zona.
Il caffè (piuttosto buono), un jagermeister per Ettore e un fil’e ferru (ahimè ghiacciato!) per Jesus, arrivati con notevole ritardo perché il cameriere si era intrattenuto a brindare con altri avventori, hanno concluso finalmente il pasto.


Il costo complessivo è stato di 30€ cadauno, da giudicarsi un 20% in eccesso rispetto alla qualità delle pietanze e del servizio. Seppure ci sono stati degli spunti positivi, e addirittura una qualche isolata eccellenza in quello che si è assaggiato, il numero di situazioni sconvenienti non può che influire sul giudizio finale.
In particolar modo, non potendo transigere su aspetti (seppure immaginiamo accidentali) come la non pulizia e il disordine estetico, la nostra valutazione finale è la seguente:



VALUTAZIONE “Saint Pierre”: Burriccu senza un orecchio.
Ristorante Saint Pierre Indirizzo: Via Coghinas 13, Cagliari
Telefono: 070271578    [mostra in google maps]
 

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