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Ristorante Il Corso, da Luciano – Cagliari

 Scritto da Jesus il 27 febbraio 2011 alle 01:05 3 commenti | Commenta

Il Corso – Stampace

 

Giù per le strette stradine e i pittoreschi angiporto di Stampace, splendido ed elegante scorcio dell’ultima Cagliari dal sapore antico, discendevano con passo spedito, in questa fredda mattinata di fine Febbraio, i biumviri storici Jesus e Raschione Ettore, mentre ché divisavano il ridestare rapidamente, dal forzato e contingente stato di anacoreta urbano, il terzo Triumviro ufficiale, sempre stimato e ammirato Ing.Marrocu il quale, qualche tempo prima, aveva ricevuto dal Raschione volutamente capziose istruzioni su luogo e orario dell’incontro odierno; capziose perché l’arguto Ettore, valutando le ultime annuali statistiche sulla puntualità del solerte Ingegnere, aveva pensato bene di arrotondare, molto per difetto, il riferimento sull’ora stabilita con il gentile personale del ristorante “Il Corso”, all’atto della prenotazione.
Fato volle invero che, per imponderabili e indeterministiche mutazioni dello spazio-tempo, l’Ingegnere si allineasse accidentalmente al fuso orario locale, tanto da poter per l’occasione – anziché l’inverso come sarebbe ben più naturale – sollecitare telefonicamente i suoi, di lì a poco, commensali attraverso il deciso esercizio della sua più amabile disciplina oratoria: «Ossuk….rua, ma innuik… seisi?»

Il Corso – Interno


Diamo ad ogni modo atto al Raschione Ettore di essersi prodotto, dopo il breve dialogico alterco seguito da un inarrestabile moto di orgoglio automobilistico, nel più ricercato e inarrivabile sforzo di individuare, a quell’ora e in quel luogo, una fruibile zona di sosta prolungata, il cui risvolto probabilistico potrebbe compararsi con la ragionevolezza di una improvvisa inedia del calciatore Adriano (o del più a voi noto burriccu Pg, per restare in tema di ciccioni insanabili).
Il Ristorante scelto per l’incontro, come accennato, porta con sé, monoliticamente, la stessa affascinante denominazione della via che lo ospita: il Corso Vittorio Emanuele, in Cagliari. Quartiere Stampace.
Ristorante “Il Corso”, per l’appunto, con una ulteriore appendice che evidenzia e sottolinea la gestione e la proprietà del locale: “da Luciano“.

Il Corso – Antipasti


E’ il sig. Luciano che gentilmente ci accoglie, e ci fa accomodare nell’unica mediamente spaziosa sala del ristorante.
L’aspetto è quello della più classica trattoria, pulita, ordinata, ma senza alcuna particolare pretesa stilistica o di ricercata atmosfera.
Una decina di tavoli apparecchiati su tovaglie rosse e verdi, che ricompongono il pensiero sull’idea di discreti tavoli da gioco; pareti ocra chiaro, cucina a vista e un unico giovane cameriere che raccoglie le richieste dei pochi avventori presenti, più energicamente assistiti dal sovrintendente proprietario.
Oltre che la dovuta gentilezza, la caratteristica peculiare (giudicate voi se positiva o meno) del ristorante “Il corso, da Luciano” è senza dubbio il piglio sbrigativo e la celerità ritmica con cui viene scandita la presentazione delle pietanze durante il pranzo.

Il Corso – Cozze Marinate


Appena dopo che l’ultimo burriccu si era accomodato al tavolo, infatti, al loro cospetto erano già stati sistemati tutta una serie di antipasti, senza che nessuno avesse accennato ad alcuna sorta di richiesta preferenziale.
Di buon grado i Triumviri accoglievano la risoluta iniziativa, quasi venisse ispirata da una lodevole interpretazione d’intenti o, se volete, da una felice premonizione in merito alle loro abitudini alimentari.
Rapidamente arrivavano poi, questa volta a richiesta, le bevande da accompagnarsi al pasto. Trattasi nello specifico, oltre che alle abituali acque minerali gassata e naturale, di un vinello bianco della casa, dal colore e dalla consistenza di poco dissimile a quelli dell’acqua corrente, e dal sapore che oserei definire “impenetrabile”.

Il Corso – Penne bottarga ricci caviale


Nulla di meno, nostro malgrado, possiamo affermare sulla serie di antipasti, la cui qualità, abbondanza, presentazione, marcatamente presentava difetto, rispetto agli standard abituali richiesti da esigenti avventori quali i burricchi Triumviri.
La recriminazione più evidente che possiamo a questo proposito sollevare, e che inevitabilmente rivisita il giudizio complessivo al di sotto di una frettolosa preparazione di stampo casalingo, è la temperatura eccessivamente fredda con cui sono state servite le pietanze. Un breve passaggio al microonde, per il quale in altri contesti avremmo gridato allo scandalo, sarebbe stato invero il male minore.

Il Corso – Insalata


Olive in salamoia, insalata di granchi sedano e cipolle, cardi selvatici e polpo con aceto balsamico, surimi di merluzzo, frittelle di pesce (non meglio identificato), fagioli tonno e cipolle, una più articolata insalata di sottaceti vari – di cui non possiamo fornir maggior dettagli per una sorta di amnesica rimozione – , costituivano il complesso degli antipasti “freddi” propostici.
Una ulteriore  fase di portate “calde” si sarebbe (per quanto intuito osservando i tavoli vicini) dovuta articolare nella presentazione di un piatto di cozze marinate e uno di bocconi di mare.
Le prime sono puntualmente arrivate, non così i bocconi, forse per effetto di una troppo frettolosa istanza da parte dell’Ing.Marrocu, che premeva ordinare quanto prima il piatto successivo.
Data la qualità delle cozze in sé, dobbiamo dire che nessuno dei Triumviri ha particolarmente rimpianto il non aver potuto assaggiare i bocconi.
Il primo piatto ordinato seguendo le indicazioni del sig.Luciano, è stato comune a tutti i tre: penne alla bottarga, ricci di mare e caviale, certamente altisonanti nella indicazione, ma decisamente non all’altezza, alla severa prova del gusto.

Il Corso – Grigliata mista


Nota positiva del pranzo invece, l’intermezzo alimentare intercorso tra il primo e il secondo: una semplice e composita porzione di verdure fresche e genuine quali sedano, ravanelli di stagione e carote.
Una appariscente grigliata mista costituiva poi il secondo piatto scelto, esclusivamente declinato, ad onor del vero, in alcune spigole ben poco saporite – e di piccole dimensioni -, e in pochi seppur gustosissimi gamberi; il tutto servito su di un letto di verdure e decorato con spicchi di limone.
Escludendosi la possibilità di degustare i dolci della casa, i tre sono passati direttamente agli amari, prefigurando l’opportunità di consumare altrove il rituale caffè di fine pasto.
Jegermeister quindi per il Raschione e l’Ing.Marrocu, Cynar classico per Jesus.

Costo complessivo del pranzo 25€ cadauno, che in virtù di qualità e servizio offerti dal ristorante potremmo valutare 5€ al di sopra della quota ideale. Il giudizio complessivo non può non risentire della qualità media complessiva delle pietanze proposte, per la quale è inevitabile la seguente sintesi valutativa.


VALUTAZIONE “Il Corso, da Luciano”: Un Burriccu.
Ristorante Il Corso, da Luciano Indirizzo: Corso V. Emanuele II 78, Cagliari
Telefono: 070 662690    [mostra in google maps]
 

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3 Commenti su “Ristorante Il Corso, da Luciano – Cagliari”

  • Ettore Dice:

    Come al solito il nostro Jesus misericordioso è troppo buono ed ha espresso un giudizio generoso per questa ennesima avventura del Triumvirato.
    Vorrei innanzitutto far chiarezza sul disguido in occasione dell’appuntamento con l’Ing.Marrocu. Costui ci chiamò rimproverandoci di un ipotetico ritardo, ma al nontro arrivo al ristorante non era ancora arrivato, sostenendo di essere stato impegnato a occupare un parcheggio per il sottoscritto anche a costo di sdraiarsi su di esso…

    Tornando al giudizio sulla ciccionata vorrei sottolineare l’inqualificabilità del vino bianco della casa propostoci. Il colore decisamente inesistente indicava che la bevanda era il risultato di un abile mistura di qualche sciamano del posto; rimane il dubbio su quale fosse l’ingrediente segreto, se la sempice acqua gassata o altro. In queste condizioni ho preferito evitare questa sfida al mio organismo. Giudizio: pericoloso o quanto meno dannoso.

    A sfavore del giudizio che sto per esprimere non può non influire la pessima impressione con il bagno del posto: nemmeno nei peggiori bar di Caracas si può vedere tanta incuria o, per chi non avesse visitato il Venezuela, nei più familiari bagni della Tirrenia.

    Credo che questa esperienza avrebbe potuto scomodare il giudizio del burricco privato entrambe le orecchie, ma il nostro Jesus amante degli animali non si è sentito di proporre la metafora di tale mutilazione.

  • elis85 Dice:

    PECCATO CHE SI MANGIA BENISSIMO E SI SPENDE POCHISSIMO!!!!!PROVA A FARTI UN GIRO DETTAGLIATO IN ALTRI RISTORANTI DI CAGLIARI CARO DONK E FORSE TI RENDERAI CONTO DELLE SCEMENZE CHE HAI SCRITTO!SE VOLEVI UN VINO PIù FORTE PERCHè QUELLO NON TI PIACEVA ORDINAVI UN VINO IMBOTTIGLIATO!E X 25 EU IN ALTRI POSTI NON MANGERESTI NEMMENO LA METà DI QUELLO CHE HAI MANGIATO DA LUI!!

  • Jesus Dice:

    Ricordo ancora una volta che, seppur citato e misurato per dovere di completezza il conto finale, i nostri giudizi PRESCINDONO TOTALMENTE DA QUANTO PAGATO e si basano ESCLUSIVAMENTE sulla qualita’ della cucina, del servizio, e dall’ambientazione in generale.
    Nel caso specifico un burriccu e’ assolutamente ben ponderato e commisurato alle impressioni qualitative (comunque sempre soggettive) avute nell’occasione.

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