☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ago 10 2012

Ristorante Eugenio – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Eugenio - Esterno

Eugenio – Esterno

 

Varcare i confini e la soglia del tempo, poco prima che le vacanze e le ferie arrivino, con tutto il loro ricco carico di ricordi, di mnesiche sensazioni, di voci e schiamazzi che si rincorrono e rivivono, alimentate dal calore della fine e bianca sabbia del Poetto (di un tempo), è come danzare su un pavimento crollato da anni, che ancora riesce a sostenere chi, con il pensiero, senta il desiderio di garbatamente calpestarlo.
Non è ora nostra intenzione melanconicamente approfondire, per nostra e vostra molestia, tutte le sensazioni e reminiscenze che un ristorante come “Eugenio” riesce a stimolare – ad onor di ciò, ciaschedun lettore faccia personale riflessione -, ma di questo “stargate” verso il passato, che i Donkeys incontrano dopo un lungo ininterrotto vagare, vogliamo oggi raccontarvi.
 

Eugenio - Interno

Eugenio – Interno

 

Giovedì sera, ore 20.20. Dopo alcuni minuti di viaggio, poco dopo essersi immessi sulla S.S.554, attraverso il “rotondone” di Flumini di Quartu, Jesus e il Raschione Ettore raggiungono “Eugenio”, storico e celeberrimo ristorante dell’hinterland cagliaritano.
Ad onor del vero, l’incursione dei burricchi in questo locale, arriva con sensibile ed incolpevole ritardo, rispetto ai loro auspici; il buon Raschione nei mesi scorsi, aveva infatti, ripetutamente ed insistentemente, cercato di prenotare un tavolo, vedendoselo comunque sempre negare, così come probabilmente sarebbe accaduto decenni or sono, ma con ben differenti motivazioni. L’anticipo di mezz’ora, rispetto all’orario canonico delle nostre ciccionate serali, è stato determinato dalla richiesta dell’Ing.Marrocu che, nonostante quello che affermi approssimativamente via twitter, arrivava poi lui stesso con qualche minuto di ritardo!
 

Eugenio - Insalata di mare

Eugenio – Insalata di mare

 

Il Ristorante si trova edificato all’ombra di un imponente nespolo dal sapore verghiano, collocato giusto lungo la strada statale, nel comune di Quartu.
Dall’esterno, la struttura appare semplice e con ben pochi orpelli, mentre gli infissi in alluminio, tradiscono il vissuto di un non recente passato che, negli anni ’60, ’70 (per quanto possano conoscere e approfondire tre burricchi trentenni), coronava “Eugenio” come uno dei più conosciuti e rinomati ristoranti della zona. L’architettura del locale, esternamente e all’interno, non sembra essere stata rinnovata in modo sensibile da allora. Lasciamo a voi valutare, se questo aspetto possa essere considerato un pregio oppure un difetto.
 

Eugenio - Frittelle

Frittelle di gianchetti

Eugenio - Melanzane

Melanzane in pastella

 

All’interno, l’impatto con il locale produce una serie di sensazioni marcatamente contraddittorie. Parallela alla bella veranda coperta – ahimè ben poco frequentata dato il non splendido panorama -, c’è la sala principale, dalle tinte chiare, dal soffitto scuro e dai caratteristici lampadari con annesso ventilatore, tipici degli anni ’70.
Le parete che dà sull’esterno è elegantemente striata d’arancio, mentre quella opposta, sviluppata su archi a volta (alcuni dei quali poco amabilmente ostruiti), separa la sala dagli ambienti di servizio ed è arricchita da numerose foto e stampe in bianco e nero.
 

Eugenio - Zuppa di cozze

Eugenio – Zuppa di cozze

 

Verso fondo del ristorante – piuttosto confuso e carico di elementi di dubbia eleganza, quali un rumoroso televisore sintonizzato su “Veline” e i frigoriferi delle bevande – compare un ampio pertugio, dal quale ogni tanto balugina il giovane cuoco, per consegnare le comande. In virtù degli inesorabili effetti del tempo, di suppellettili desueti e di qualche percettibile segno dell’umidità, l’ambiente nel suo complesso non si distingue certo per raffinatezza e compostezza estetica, ma riesce ad ogni modo a regalare delle vere nicchie di splendido arredo familiar-kitsh; inoltre, nel percorrere i suoi spazi essenziali e squadrati, si avverte e percepisce l’inebriante profumo della dolce vita cagliaritana.
 

Eugenio - Spaghetti al sugo di aragosta

Spaghetti al sugo di aragosta

 

In considerazione dell’ora non particolarmente tarda, i burricchi arrivavano quando il ristorante era ancora deserto, e venivano accolti da una gentile signora e da una ragazza più giovane, verosimilmente sua figlia.
Il servizio, seppure spiccatamente “alla mano”, risulterà invero rapido ed efficace, e impeccabili saranno i tempi della cucina, che dovranno forzatamente raccordarsi con quelli cagionati da un divertente imprevisto, che ha coinvolto il Raschione Ettore, e di cui narreremo tra breve.
La scelta del menù ricadeva, naturalmente, su un assaggio di antipasti di mare, che sarebbero stati accompagnati da un buon vermentino di Gallura D.O.C.G. “Funtanaliras”, il più appetibile della non generosissima carta dei vini.
 

Eugenio - Calamari arrosto

Eugenio – Calamari arrosto

 

Gli antipasti, e in generale le pietanze, proposti dalla cucina di Eugenio, sono quelle classiche della tradizione cagliaritana e, seppur non brillando per originalità e ricercatezza delle composizioni, esprimono, con la genuinità e la freschezza degli ingredienti, tutto il potenziale della nostra cucina, tanto da non lasciarci insoddisfatti. All’attenzione dei Donkeys sono quindi arrivate, nell’ordine: ottima insalata di mare con polpo, calamari, seppiette e surimi, frittelle di gianchetti, melanzane in pastella e, per concludere, una goduriosa zuppa di cozze. Il tutto veniva accompagnato da delle eccellenti bruschette all’olio e aglio, molto apprezzate dal Raschione. Potrebbe, tale sequenza di pietanze, apparire in qualche modo difettosa in termini di abbondanza, ma assicuriamo che, nell’ottica di un pasto che comprenda anche primo, secondo e dolce, risultava assolutamente adeguata.
 

Eugenio - Orata arrosto

Eugenio – Orata arrosto

Eugenio - Spigola arrosto

Eugenio – Spigola arrosto

 

Come prima accennato dobbiamo registrare, tra gli antipasti e il primo piatto, la temporanea dipartita del Raschione Ettore che, impossessatosi della 150cv di Jesus, ha impiegato il tempo record di 14’50”, per recarsi nella sua abitazione, provvedere all’accesso di madre sorella e cane  – che nel frattempo l’avevano chiamato per segnalargli di aver scordato le chiavi – e ritornare al ristorante, per sedersi comodamente al tavolo ed apprezzare, giusto in tempo, degli ottimi spaghetti al sugo di aragosta (non vogliamo chiederci perché siano stati chiamati in tale nome). In questo scompiglio, segnaliamo inoltre che Jesus ha colpevolmente scordato di provvedere alla cattura preventiva dell’immagine di succitato piatto, prima che i commensali lo sbranassero per almeno due terzi.
 

Eugenio - Torta della nonna

Eugenio – Torta della nonna

Eugenio - Gelato al limone

Eugenio – Gelato al limone

 

Per il secondo piatto, le scelte dei tre donkeys si differenziano, inconsapevolmente convergendo nella più classica grigliata mista: buonissima orata arrosto per Jesus, spigola arrosto per l’Ing. Marrocu e degli eccellenti calamari arrosto con prezzemolo per il Raschione.
Dessert conclusivo per Marrocu, che ordinava un gelato al limone, per il Raschione, che apprezzava la “Torta della nonna” e per Jesus, che invero restava a digiuno, a causa di un inusuale mal di testa e per la quantità d’acqua fino ad allora ingurgitata, che gli aveva inesorabilmente saturato lo stomaco. Un caffè più “amaro Ramazzotti” per Jesus e un “Jägermeister” per il Raschione, ponevano termine alle ostilità.
Costo complessivo della cena, 43€ cadauno, da giudicarsi sinteticamente adeguato.
Non volendo qui considerare i vecchi fasti del ristorante, “Eugenio” si presenta al pubblico come un buon locale dal fascino anni ’70, che può essere apprezzato per la sua semplicità e il voler restare radicato ad un suggestivo passato, tanto da far assaporare ai propri clienti, atmosfere dal gusto ormai dimenticato. Buona, a tratti ottima la cucina che, sobria e genuina, riesce anch’essa a suscitare positive sensazioni. Invero, una salutare rinfrescata alle pareti e il passaggio ad infissi in legno (senza voler compromettere lo stile di base), renderebbe la location certamente più affascinante. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Eugenio”: Tre Burricchi.
Ristorante Eugenio Indirizzo: Viale Europa 4 (S.S.554), Quartu Sant’Elena
Telefono: 070830369 [mostra in google maps]

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mar 19 2011

BDO (ex PataTapa) – Quartu S.E.

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Pata Tapa - V-Hot

Pata Tapa – V-Hot

 

Giubilo quest’oggi per il gruppo storico ufficiale dei Triumviri, Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu, che accolgono un inaspettato graditissimo ospite: l’inarrivabile e celeberrimo V.O. declinato, seppur di primo promeriggio, nella sempre accattivante versione by night V-Hot!
Ragione della presenza, l’invito prodotto da Jesus per effetto di un quasi risolutore intervento di manutenzione alla propria
“150 cv”, presieduto dall’esperto smanettone – Il V.O. appunto! -, prossimo alla prestigiosa titolatura di Ingegnere, ma sempre comunque efficientissimo nella pratica manuale, qualora si tratti di operare su qualsivoglia componente meccanico e/o motoristico. Màestro!

Pata Tapa - Carpaccio aceto balsamico

Pata Tapa – Carpaccio aceto balsamico


Punto di accumulazione o, se volete, luogo di ritrovo dei quattro commensali, il ristorante Pata Tapa (Che potrebbe significare “su la zampa”, almeno secondo la taumaturgica interpretazione di Jesus!), locale di nuova recentissima apertura, valutato e scelto dal proponente Raschione Ettore, probabilmente per la stretta prossimità con la propria dimora, piuttosto che per i primi, comunque numerosi, commenti positivi di altri avventori in rete.
Sta di fatto che il buon Jesus, comparso in loco alcuni minuti prima rispetto all’orario previsto – a riprova dell’ottimo avvenuto intervento sulla succitata 150 cv – e un attimo sportosi sull’uscio, per ottenere un primitivo sommario riscontro dell’interno del ristorante, storcendo il naso e troppo frettolosamente, proferiva le parole: «ma è un bar!».

Pata Tapa - Seppiette filetto di cernia

Pata Tapa – Seppiette filetto di cernia


In effetti, il primo e unico appunto che ci sentiamo di muovere nei confronti del “Pata Tapa” – sito nel non troppo scenografico Viale Colombo, nella cittadina di Quartu Sant’Elena – è la limitatezza degli spazi; invero, questi apparivano circoscritti in un raffinato ambiente con sfumature color viola, impreziositi da uno splendido arredamento neo-moderno con sedie, tavoli (necessariamente piuttosto angusti) tovaglie scure, fino a culminare con uno splendido e non troppo esteso bancone da BAR, che rendeva l’atmosfera simile ad un elegante ritrovo per l’aperitivo serale, piuttosto che il tradizionale altare liturgico sul quale immolare la personale, preziosa – e forse diggià perduta – magrezza.
Detto questo, il resto delle impressioni prodotte in questa giornata non può che, sinotticamente ed entusiasticamente, terminare con i più disinteressati ed obiettivi elogi critici nei confronti del ristorante.

Pata Tapa - Linguine agli scampi

Pata Tapa – Linguine agli scampi


Il servizio in sala è sostenuto da due gentilissime e particolarmente empatiche giovani cameriere – Denise ed Ester, secondo l’attento Raschione -, il cui contributo estetico alla gradevolezza dell’ambiente diviene in linea con l’elegante raffinatezza del complesso.
Ci accomodiamo inizialmente in un piccolo tavolo ai margini della sala, successivamente amplificato di un fattore 2x, per la provvidenziale aggiunta di un secondo tavolo gemello, in virtù della palese esiguità degli spazi non pienamente ragionevole in fronte di quattro aspiranti obesi burricchi. 
Il menu proposto e la carta dei vini sono sufficientemente vari e articolati.
Scegliamo quindi il menu “degustazione di mare”, e un ottimo torbato “Terre Bianche” di Alghero, come vino per accompagnare il pasto.

Pata Tapa - Gnocchetti Cozze cocco Zafferano

Pata Tapa – Gnocchetti Cozze cocco Zafferano


Asseriamo già da ora che dagli antipasti al dolce, senza eccezione alcuna, tutte le pietanze proposteci sono risultate di ottima preparazione, eccellente e genuina composizione, impeccabile e fantasiosa presentazione.
Un apprezzabile impegno e innata passione per la cucina e gli ingredienti mediterranei, che abbiamo potuto intuire e riconoscere nelle stesse parole dello chef, il quale ha personalmente ricevuto i non scontati complimenti dell’ammirato Ing.Marrocu, che curiosamente ardiva conoscere i dettagli sulla storia e il notevole curriculum dei seppur giovani proprietari – il fantasioso cuoco appunto, e la sua fidanzata Ester, lei stessa esperta e navigata chef -.

Pata Tapa - Tonno rosso ai tre pepi

Pata Tapa – Tonno rosso ai tre pepi


Antipasti di mare. Gli antipasti, non abbondantissimi ma giustamente proporzionati per un pasto prospettivamente e lungamente articolato, iniziano con uno splendido e saporitissimo tris di crudo: salmone, cernia e tonno freschissimi, accompagnati da una buona insalatina, decorati e positivamente impreziositi nel gusto da un delicatissimo aceto balsamico.
E’ quindi seguito un piatto altrettanto semplice ma sapientemente preparato e, soprattutto, buonissimo: ottime seppiette tagliate a filetti, accompagnate da pomodorini freschi passati e condite da una salsina di olio e (probabilmente) prezzemolo; nello stesso piatto prorompeva splendidamente, una sorta di amalgama – simile nell’aspetto, e per certi versi nell’esperienza tattile, ad un dessert semifreddo – di filetti di cernia, ripieno di melanzane tritate: squisito!

Pata Tapa - Branzino con verdure

Pata Tapa – Branzino con verdure


Nulla di meno possiamo dire dei primi piatti assaporati dagli entusiastici Donkey: Ottime e scenograficamente accattivanti linguine agli scampi per Jesus, V.O. e Ing.Marrocu, meno comuni quanto squisiti gnocchetti al cocco, cozze arselle e zafferano. Notevoli!
Per quanto riguarda la scelta del primo, non possiamo fare a meno di riportare una schizofrenica manifestazione d’intenti del sempre apprezzato Ing.Marrocu il quale, dapprima sceglieva per se gli gnocchetti, accusando veementemente la poco coraggiosa iniziativa di Jesus che aveva optato per le più tradizionali linguine, salvo poi rivalutare la sua instabile posizione – circa quindici secondi più tardi -, per uniformarsi alla decisione di Jesus medesimo. Episodio degno di esser accompagnato dalle note del Rigoletto di Verdi!

Pata Tapa - Crespelle al gelato

Pata Tapa – Crespelle al gelato


I secondi piatti hanno invece previsto una equa ripartizione delle pietanze, distribuite tra i quattro affamati commensali. Branzino al forno in salsa di verdure (eccellente) per Jesus e il Raschione Ettore e un, a dir poco spettacolare e freschissimo, filetto di tonno rosso ai tre pepi per il V.O. e l’Ing. Marrocu, condito con un filo d’olio, su un letto di malanzane e pomodorini.
In linea con la eccellente condotta culinaria sino a quel punto tenuta, si giungeva ai dessert: buonissime crespelle al gelato per il Raschione, il V.O. e l’Ing. Marrocu, squisito tortino al cioccolato e crema di limone per Jesus.

Pata Tapa - Tortino al cioccolato

Pata Tapa – Tortino al cioccolato



Il pasto si è dunque concluso con quattro caffè e tre jagermeister. Unico escluso da questo supplemento alcolico, il sempre coscienzioso Jesus, che avrebbe di lì a poco dovuto veicolarsi verso la propria abitazione, anziché incedervi piedibus calcantibus.
Costo definitivo del pranzo, 36 € cadauno, da ritenersi finanche in difetto, rispetto il valore, la genuinità e la qualità complessiva di quanto assaporato lungo l’incedere del lungo, apprezzato pasto.
Il ristorante presenta invero, nella pregevolezza della cucina, nella ricercata qualità degli ingredienti e nell’imperio fantasioso dello chef, le caratteristiche migliori, che lo rendono una meta irrinunciabile per i veri appassionati di cucina della zona. Qualora atmosfera e organizzazione logistica fossero state in linea con le evidenziate eccellenze, avremmo senza esitazioni assegnato al ristorante il più elevato tra i giudizi fin qui espressi. Nondimeno, comunque, lo poniamo oggi ai vertici della nostra personale classifica.


NOTA: Il Pata Tapa da Febbraio 2012 si è trasferito al numero 294 del Viale Colombo, cambiando denominazione in BDO. Valutato successivamente il nuovo locale, al suo interno raffinato ed elegante, e confermata l’eccellenza assoluta della cucina, il giudizio finale è stato elevato dai tre burricchi con menzione speciale iniziali, a quattro meritatissimi burricchi. Bravi!


VALUTAZIONE “BDO”: Quattro Burricchi.
Ristorante BDO (ex PataTapa) Indirizzo: Viale Cristoforo Colombo 294, Quartu S.E.
Telefono: 3490843644    [mostra in google maps]
 

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feb 27 2011

Ristorante Il Corso, da Luciano – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Il Corso – Stampace

 

Giù per le strette stradine e i pittoreschi angiporto di Stampace, splendido ed elegante scorcio dell’ultima Cagliari dal sapore antico, discendevano con passo spedito, in questa fredda mattinata di fine Febbraio, i biumviri storici Jesus e Raschione Ettore, mentre ché divisavano il ridestare rapidamente, dal forzato e contingente stato di anacoreta urbano, il terzo Triumviro ufficiale, sempre stimato e ammirato Ing.Marrocu il quale, qualche tempo prima, aveva ricevuto dal Raschione volutamente capziose istruzioni su luogo e orario dell’incontro odierno; capziose perché l’arguto Ettore, valutando le ultime annuali statistiche sulla puntualità del solerte Ingegnere, aveva pensato bene di arrotondare, molto per difetto, il riferimento sull’ora stabilita con il gentile personale del ristorante “Il Corso”, all’atto della prenotazione.
Fato volle invero che, per imponderabili e indeterministiche mutazioni dello spazio-tempo, l’Ingegnere si allineasse accidentalmente al fuso orario locale, tanto da poter per l’occasione – anziché l’inverso come sarebbe ben più naturale – sollecitare telefonicamente i suoi, di lì a poco, commensali attraverso il deciso esercizio della sua più amabile disciplina oratoria: «Ossuk….rua, ma innuik… seisi?»

Il Corso – Interno


Diamo ad ogni modo atto al Raschione Ettore di essersi prodotto, dopo il breve dialogico alterco seguito da un inarrestabile moto di orgoglio automobilistico, nel più ricercato e inarrivabile sforzo di individuare, a quell’ora e in quel luogo, una fruibile zona di sosta prolungata, il cui risvolto probabilistico potrebbe compararsi con la ragionevolezza di una improvvisa inedia del calciatore Adriano (o del più a voi noto burriccu Pg, per restare in tema di ciccioni insanabili).
Il Ristorante scelto per l’incontro, come accennato, porta con sé, monoliticamente, la stessa affascinante denominazione della via che lo ospita: il Corso Vittorio Emanuele, in Cagliari. Quartiere Stampace.
Ristorante “Il Corso”, per l’appunto, con una ulteriore appendice che evidenzia e sottolinea la gestione e la proprietà del locale: “da Luciano“.

Il Corso – Antipasti


E’ il sig. Luciano che gentilmente ci accoglie, e ci fa accomodare nell’unica mediamente spaziosa sala del ristorante.
L’aspetto è quello della più classica trattoria, pulita, ordinata, ma senza alcuna particolare pretesa stilistica o di ricercata atmosfera.
Una decina di tavoli apparecchiati su tovaglie rosse e verdi, che ricompongono il pensiero sull’idea di discreti tavoli da gioco; pareti ocra chiaro, cucina a vista e un unico giovane cameriere che raccoglie le richieste dei pochi avventori presenti, più energicamente assistiti dal sovrintendente proprietario.
Oltre che la dovuta gentilezza, la caratteristica peculiare (giudicate voi se positiva o meno) del ristorante “Il corso, da Luciano” è senza dubbio il piglio sbrigativo e la celerità ritmica con cui viene scandita la presentazione delle pietanze durante il pranzo.

Il Corso – Cozze Marinate


Appena dopo che l’ultimo burriccu si era accomodato al tavolo, infatti, al loro cospetto erano già stati sistemati tutta una serie di antipasti, senza che nessuno avesse accennato ad alcuna sorta di richiesta preferenziale.
Di buon grado i Triumviri accoglievano la risoluta iniziativa, quasi venisse ispirata da una lodevole interpretazione d’intenti o, se volete, da una felice premonizione in merito alle loro abitudini alimentari.
Rapidamente arrivavano poi, questa volta a richiesta, le bevande da accompagnarsi al pasto. Trattasi nello specifico, oltre che alle abituali acque minerali gassata e naturale, di un vinello bianco della casa, dal colore e dalla consistenza di poco dissimile a quelli dell’acqua corrente, e dal sapore che oserei definire “impenetrabile”.

Il Corso – Penne bottarga ricci caviale


Nulla di meno, nostro malgrado, possiamo affermare sulla serie di antipasti, la cui qualità, abbondanza, presentazione, marcatamente presentava difetto, rispetto agli standard abituali richiesti da esigenti avventori quali i burricchi Triumviri.
La recriminazione più evidente che possiamo a questo proposito sollevare, e che inevitabilmente rivisita il giudizio complessivo al di sotto di una frettolosa preparazione di stampo casalingo, è la temperatura eccessivamente fredda con cui sono state servite le pietanze. Un breve passaggio al microonde, per il quale in altri contesti avremmo gridato allo scandalo, sarebbe stato invero il male minore.

Il Corso – Insalata


Olive in salamoia, insalata di granchi sedano e cipolle, cardi selvatici e polpo con aceto balsamico, surimi di merluzzo, frittelle di pesce (non meglio identificato), fagioli tonno e cipolle, una più articolata insalata di sottaceti vari – di cui non possiamo fornir maggior dettagli per una sorta di amnesica rimozione – , costituivano il complesso degli antipasti “freddi” propostici.
Una ulteriore  fase di portate “calde” si sarebbe (per quanto intuito osservando i tavoli vicini) dovuta articolare nella presentazione di un piatto di cozze marinate e uno di bocconi di mare.
Le prime sono puntualmente arrivate, non così i bocconi, forse per effetto di una troppo frettolosa istanza da parte dell’Ing.Marrocu, che premeva ordinare quanto prima il piatto successivo.
Data la qualità delle cozze in sé, dobbiamo dire che nessuno dei Triumviri ha particolarmente rimpianto il non aver potuto assaggiare i bocconi.
Il primo piatto ordinato seguendo le indicazioni del sig.Luciano, è stato comune a tutti i tre: penne alla bottarga, ricci di mare e caviale, certamente altisonanti nella indicazione, ma decisamente non all’altezza, alla severa prova del gusto.

Il Corso – Grigliata mista


Nota positiva del pranzo invece, l’intermezzo alimentare intercorso tra il primo e il secondo: una semplice e composita porzione di verdure fresche e genuine quali sedano, ravanelli di stagione e carote.
Una appariscente grigliata mista costituiva poi il secondo piatto scelto, esclusivamente declinato, ad onor del vero, in alcune spigole ben poco saporite – e di piccole dimensioni -, e in pochi seppur gustosissimi gamberi; il tutto servito su di un letto di verdure e decorato con spicchi di limone.
Escludendosi la possibilità di degustare i dolci della casa, i tre sono passati direttamente agli amari, prefigurando l’opportunità di consumare altrove il rituale caffè di fine pasto.
Jegermeister quindi per il Raschione e l’Ing.Marrocu, Cynar classico per Jesus.

Costo complessivo del pranzo 25€ cadauno, che in virtù di qualità e servizio offerti dal ristorante potremmo valutare 5€ al di sopra della quota ideale. Il giudizio complessivo non può non risentire della qualità media complessiva delle pietanze proposte, per la quale è inevitabile la seguente sintesi valutativa.


VALUTAZIONE “Il Corso, da Luciano”: Un Burriccu.
Ristorante Il Corso, da Luciano Indirizzo: Corso V. Emanuele II 78, Cagliari
Telefono: 070 662690    [mostra in google maps]
 

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