☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
set 2 2012

Ristorante Su Caboniscu – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Su caboniscu - Ingresso

Su caboniscu – Ingresso

 

Mi fai’ prexeri su ddu tenni in manu;
Gei est unu caboniscu
Chi si piga’ su friscu dognia di’ a mangianu
Cantendi baggianu,
Gosat de s’oghianu pinnas doradas bogat
Gei est unu caboniscu
Chi si piga’ su friscu sartat, currit e giogat:
In sa terra forrogat,
Cant’agattat ndi’ogat e non di lassat nudda,
Gei est unu caboniscu
Chi si piga’ su friscu zerriendis’is puddas,
Aspettendiri cuddas,
Derettu s’azzuzuddat bellu inchighiristau.

(cit. Canzoni de su Caboniscu)
 

Su caboniscu - Interno

Su caboniscu – Interno

 

All’attento lettore non sfuggirà la velata metafora dell’esuberante burriccu che sopperisce all’evidente deficit tricotico ergendo la (virtuale)cresta nell’ambito delle tipiche dinamiche sociali che vedono il poco laborioso elemento ricercare l’attenzione della massa con atteggiamenti singolari, che alla fine premieranno l’osservatore che si ciba di gossip e cronaca, piuttosto che la mania di protagonismo iniziale.
Non è un caso che una comitiva di tre somari, in una giornata in cui le temperature estive cedono lentamente il passo al ben più gradevole tepore autunnale, si ritrovino, a seguito della ricorrente gara ad eliminazione dei locali chiusi per pranzo nel capoluogo, presso il locale che onora il re del pollaio: “Su Caboniscu”, nel centrale Corso Vittorio Emanuele.
 

Su caboniscu - Carasau olio e aglio

Su caboniscu – Carasau olio e aglio

Su caboniscu - Antipasti di terra

Su caboniscu – Antipasti di terra

 

Sabato primo settembre, ore 13:27. Ettore e Jesus attendono, in una zona di Cagliari, ove evidente è l’impronta del passaggio, in tempi recenti o remoti, del Triumvirato più famoso della città; trìo che, di lì a breve, si sarebbe ricostituito in formazione titolare, non appena l’Ing. Marrocu avesse affidato, in mani indubbiamente più sicure delle proprie, la professionalità al servizio di enti governativi di cui non possiamo rivelare i dettagli per motivi di sicurezza nazionale. Alle 13:30 in punto, come da protocollo, l’avventura poteva avere inizio.
La trattoria Su Caboniscu si sviluppa in un’unica sala rettangolare che si affaccia sulla strada, con pareti di colore giallo chiaro – spezzate da zone di color arancio scuro in corrispondenza delle strutture portanti -, e con il soffitto rivestito in legno scuro, in cui trovano alloggio faretti alogeni per una ottimale illuminazione e i diffusori per l’aria condizionata. Nelle pareti, trovano inoltre sistemazione diverse mensole in legno, proposte come pratico alloggio per suppellettili di forma ispirata al dominante pennuto, oltre che per graziose micro anfore, delle quali ci chiediamo ancora l’utilità.
 

Su caboniscu - Gamberoni

Su caboniscu – Gamberoni

 

In fondo alla sala il bancone delle stoviglie/angolo bar e, dirimpetto, quello della cassa, precedono l’ingresso alle cucine e ai servizi. Il locale ospita una quarantina di coperti, sistemati su tavoli quadrati da due persone, all’occorrenza accorpati per gruppi di clienti più numerosi, apparecchiati con semplice e sobrio tovagliame rosa. In prossimità del bancone del bar compare un vistoso frigorifero per le bevande, che spezza occasionalmente la sobrietà dell’ambientazione, parimenti alla diffusione di musica commerciale a volume eccessivamente alto, immediatamente riportato nella norma, secondo una richiesta formale del buon Jesus al personale in sala.
 

Su caboniscu - Polpo marinato

Su caboniscu – Polpo marinato

Su caboniscu - Cozze primavera

Su caboniscu – Cozze primavera

 

Il servizio è assicurato da una efficiente cameriera e dalla gentilissima Signora Angela, responsabile della sala e della cucina. Veniamo fatti accomodare su un comodo tavolo da quattro, sul quale giungono a breve delle straordinarie bruschette di pane carasau con olio d’oliva e aglio: ottimo benvenuto!
Il locale presenta un’offerta di cucina di terra e di mare; optiamo per la seconda, senza rinunciare ad un assaggio di sapori di terra, particolarmente graditi in una giornata dal clima mite che anticipa l’arrivo dell’autunno. Particolarmente povera nell’assortimento la cantina del locale, nella quale c’è spazio per una sola etichetta di vino bianco; fortunatamante, trattasi del più volte lodato IGT Karmis Bianco Tharros, annata 2011, delle cantine Contini di Oristano, servito dalla cameriera senza il consueto rituale dell’assaggio e successivamente accomodato in un secchiello che ne conservasse la temperatura. La privazione di tale momento, dedicato solitamente all’ego de su caboniscu Ing. Marrocu, costituirà una delle piccolissime sbavature di questa esperienza.
 

Su caboniscu - Fettuccine al ragù di pesce

Su caboniscu – Fettuccine al ragù di pesce

 

L’arrivo degli antipasti interrompe una discussione interna, non particolarmente accesa nei toni, ma non altrettanto sugli argomenti, sull’effettivo contributo di ciascuno dei commensali alla causa del Donkey Challenge, discussione che si protrarrà per tutto il corso del pranzo, divergendo in pura filosofia e sociologia. Iniziamo con l’assaggio di antipasti di terra, costituiti da pecorino fresco, prosciutto crudo e salsiccia nostrana, gradevoli, sebbene non particolarmente entusiasmanti, per proseguire con dei gustosi gamberi cotti in padella, dell’ottimo polpo marinato – eccessivamente duro per le mascelle del nostro ipertricotico burriccu -, e delle gradevoli cozze primavera, condite con pomodoro e prezzemolo. Notiamo subito la freschezza e la genuinità degli ingredienti, cucinati in maniera semplice, ma sapiente.
 

Su caboniscu - Fregola sarda con polpo alla diavola

Su caboniscu – Fregola sarda con polpo alla diavola

 

La qualità ineccepibile dei piatti fin lì assaggiati, cresceva ulteriormente con i primi piatti: eccellente fregola sarda con polpo alla diavola per Jesus e l’Ing. Marrocu, cucinata alla perfezione e senza brodo (callada), sontuose fettuccine al ragu di pesce (tonno) per chi Vi scrive: che bontà!
L’iniziale dubbio sulla possibilità di assaggiare un secondo piatto, alimentato dall’abbondanza delle porzioni assaporate, non regge di fronte alla possibilità di gustare altre squisitezze di tale qualità: all’unanimità si decide di proseguire con una grigliata mista di pesce.
Dopo i non brevi, sebbene fisiologici, tempi di cottura, arrivava sul tavolo una inusuale grigliata, non tanto nell’assortimento, piuttosto nella pezzatura dei pesci, che non valorizzava le dimensioni (spesso ricercate dall’occhio del cliente superficiale), ma unicamente la qualità e la genuinità del prodotto: orate e spigole di mare di circa cento grammi l’una, ma dal sapore e dalla cottura inarrivabile, nonché eccellenti calamari arrosto, serviti con una insalata pomodori a dadini: chapeau!!
 

Su caboniscu - Grigliata mista

Su caboniscu – Grigliata mista

 

Terminati con successo i secondi piatti, rimaneva ancora spazio per i dessert: ottimo flan di latte con caramello per l’Ing. Marrocu e sorbetto al limone per tutti e tre. Degno di nota quest’ultimo per la cremosità e il sapore, tanto da far ipotizzare al buon Jesus chissà quale magico ingrediente segreto.

Jesus:  «Signora, è buonissimo. Cosa ci ha messo dentro?»
Angela: «Limone!?!»

Il pranzo si concludeva con un ottimo caffè Lavazza in cialde e delle ineccepibili grappe alla Vernaccia per tutti.
Costo dell’esperienza 40€ cad. Burriccu, almeno un 15% inferiore rispetto alla qualità di quanto assaporato, e subito rimpinguato da una lauta mancia, elargita in maniera uniforme per Ettore e Jesus, non altrettanto per il parsimonioso Ing. Marrocu.
 

Su caboniscu - Flan di latte al caramello

Su caboniscu – Flan di latte al caramello

 

La trattoria “Su Caboniscu” rappresenta una perfetta interpretazione di come offrire il massimo utilizzando ingredienti freschi, di qualità, cucinati in maniera semplice, ma sapiente. Un buon servizio, una ambientazione gradevole e una attenzione particolare per ogni dettaglio, garantiscono al cliente una esperienza di sicuro gradimento, facendo del locale una meta imprescindibile per chi ama mangiare sano e senza fronzoli.
D’altra parte, una cantina eccessivamente limitata, qualche piccolissima disattenzione nel servizio, e una musica di sottofondo poco appropriata, impediscono al momento al locale di fregiarsi di una valutazione che potrebbe avere del clamoroso, ma che comunque lo colloca al top degli esercizi della medesima categoria: tre burricchi pieni, con menzione speciale per la straordinaria qualità delle pietanze, e la genuinità delle materie prime.


VALUTAZIONE “Su Caboniscu”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Su Caboniscu Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II 189, Cagliari
Telefono: 070651379    [mostra in google maps]
 

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lug 1 2012

Ristorante Capitolo due – Cagliari

 Scritto da Ettore | 2 commenti | Commenta

Capitolo due - Interno

Capitolo due – Interno

 

La settimana per Don Abbondio (leggi burriccu Ing. Melis) trascorre agitata, non solo per la calura portata dalla staffetta Scipione/Caronte, quanto per elaborare una scusa credibile al fine di sottrarsi all’oneroso patto stretto con Renzo (leggi Ettore) in modo da prendere tempo e assecondare il volere di Don Rodrigo (leggi susunkaggine): quella ciccionata doveva essere rinviata a tempo indeterminato.
Intanto bisognava respingere il primo attacco, quello di Renzo che, di buon mattino si presentava per accordarsi sull’orario dell’evento. Una banale scusa di carattere amministrativo sabatu no ci seu lascia il promesso sposo con la consapevolezza che non sarà necessario scomodare i poteri della Perpetua (l’Oracolo Jesus), tanto meno mettere alla strette il vile prelato, per attestare la vera natura del motivo di tale rifiuto: la mera susunkaggine.
Diversi lettori avranno vissuto da protagonisti, nel bene o nel male, un capitolo simile della propria esistenza; ad ogni modo ci piace pensare ad un capitolo che non è l’inizio e non sarà la fine di un romanzo che i tre Burricchi ormai stanno diffondendo in quel di Cagliari, un secondo capitolo insomma.
 

Capitolo due - Cruditè di ostriche

Capitolo due – Cruditè di ostriche

 

Visto che chi Vi scrive non crede alle coincidenze, e verificato che il volume della nostra inutile prefazione ha raggiunto un livello sufficiente, dobbiamo a questo punto ammettere che l’ingenuo destino riserva una singolare destinazione per la comitiva ainìna più famosa del Cagliaritano: Capitolo Due, nel centrale Corso Vittorio Emanuele II a Cagliari.
Sono le 21:00 di una serata dominata dalla calura e dall’umidità importata dall’anticiclone africano quando i titolarissimi somari Ettore e Jesus raggiungono l’ingresso del ristorante, dopo diversi maldestri tentativi del più tricotico dei due di trovare un accomodamento per la propria 150CV, non tanto per carenza di posteggi in zona, piuttosto per la mancanza di posteggi con più di sei metri di margine di manovra, condizione minima per garantire un parcheggio in sicurezza a detta del burriccu in questione.
Ritardatario come da copione il panchinaro Ing. Marrocu, che si raggiunge il resto del Triumvirato quando ormai gli altri due elementi sono stati fatti accomodare presso il tavolo assegnato.
 

Capitolo due - Gamberi crudi vinaigrette

Gamberi crudi vinaigrette

Capitolo due - Cruditè di scampi

Cruditè di scampi

 

Capitolo Due è un ristorante multietnico la cui offerta comprende, specialità tailandesi, indiane, messicane, giapponesi, in particolare sushi e sashimi, oltre alla tipica cucina di mare nostrana. Il locale è realizzato in un’unica grande sala principale sviluppata in lunghezza, lunghezza spezzata da ampie volte longitudinali decorate con frammenti di pietre a vista. Nei muri bianchi trovano posto simboli etnici e ritratti inquietanti per alcuni. Una rampa di scale consente l’accesso ad una zona soppalcata nella quale trovano posto quattro tavoli, per un totale di meno di venti coperti, che si aggiungono ai circa trenta della sala al pian terreno, oltre che separare la sala principale dalle cucine e dall’accesso ai servizi. Nel pavimento in parquet si apre in fondo alla sala l’apertura di un vecchio pozzo al quale si accede tramite una sala a chiocciola, pozzo visitato solamente dal burriccu Jesus, mentre il resto dei partecipanti preferiva ammirare le bellezze di una variegata ed economicamente selezionata clientela.
I tavoli sono realizzati in elegante legno massello scuro, imbanditi con tovaglie in lino bianco, le sedie sono comode poltrone in vimini intrecciati. All’ingresso campeggia un bancone bar in legno con la cassa per le operazioni di pagamento.
 

Capitolo due - Carpaccio di polpo

Capitolo due – Carpaccio di polpo

 

Veniamo accolti da una simpatica cameriera bruna che, insieme ad una più giovane, garantiscono il servizio nella sala principale e nella zona soppalcata nella quale veniamo fatti accomodare. Il servizio si è rivelato professionale e molto puntuale, al punto da mettere più volte in imbarazzo i burricchi Jesus ed Ettore che tentavano di collaborare nel modo più discreto possibile al fine di migliorare l’esposizione dei piatti da fotografare.
Impressionati dalla varietà dell’offerta della cucina etnica, inizialmente propensi a provare l’offerta di sushi e sashimi, che risulta essere quella maggiormente votata dalla clientela in sala, i Burricchi vengono irrimediabilmente catturati dalle ben più altisonanti voci di alcune specialità della cucina isolana che imporranno le linee guida per una cena casteddaia, tanto per cambiare.
 

Capitolo due - Orziadas fritte

Orziadas fritte

Capitolo due - Guazzetto di cozze e arselle

Guazzetto cozze arselle

 

Ottima e molto variegata l’offerta di vini: si decide per uno splendido e spesso decantato Vermentino DOCG Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini, servito in apposito secchiello con ghiaccio per conservarne la temperatura, dopo aver superato il non banale esame delle caratteristiche organolettiche del sempre scenografico Ing. Marrocu esame che, dopo qualche minuto di irritante rito simil-eucaristico, si conclude con il solito, secco giudizio: straordinario!… dieci anni!!
Meno felice la proposta del pane: piccole pagnotte insemolate di discutibile freschezza e fragranza.
 

Capitolo due - Pappardelle gamberi e noci

Capitolo due – Pappardelle gamberi e noci

 

Dopo un breve ma acceso confronto sulla scelta di antipasti il trio ainìno opta per un esordio con cruditè di vario tipo: eccezionali ostriche francesi, splendidi gamberi rossi con salsa vinaigrette, ottimi scampi. A consacrazione degli antipasti freddi seguiva un sontuoso carpaccio di polpo con insalatina e noci: sicuramente una delle migliori interpretazioni della morte del mollusco in questione.
La carrellata di antipasti si conclude con due piatti caldi: ottimo guazzetto di cozze e arselle servito su letto di pane carasau e spettacolari frittelle di anemoni di mare (orziadas): chapeau!
Un appunto al servizio in questa occasione è il fatto di non aver sostituito i piatti, durante i vari antipasti, problema tamponato dall’esperienza e dall’organizzazione dei tre titolati burricchi che hanno usato i vassoi per depositare i gusci vuoti.
 

Capitolo due - Linguine agli scampi

Capitolo due – Linguine agli scampi

 


Dopo una breve attesa vengono serviti i primi piatti: squisite pappardelle con gamberi e noci per Jesus ed Ettore, troppo pesanti secondo il primo, ottime linguine agli scampi per l’Ing. Marrocu.
Preso coscienza che la qualità dei piatti non ha mostrato alcun tipo di flessione durante la cena, i voraci avventori cedono alla tentazione di provare i secondi piatti. La scelta ricade su una fantastica tempura di gamberi e verdure (carote, zucchine, melanzane) per Jesus ed Ettore e un altisonante filetto di salmone con crema allo champagne per l’Ing. Marrocu: esagerato!
 

Capitolo due - Filetto di salmone allo champagne

Filetto di salmone allo champagne

Capitolo due - Tempura di verdure e gamberi

Tempura di verdure e gamberi

 

Complice il locale pieno, oltre ad una mancanza nella programmazione per i secondi piatti, l’attesa per questi ultimi risulta più lunga che per gli altri cambi di portata, e in ogni caso fruttivamente impiegata dai burricchi Jesus ed Ettore per erudire (invano?) il sempre (sovra)stimato Ing. Marrocu su complesse terminologie tecniche con più di tre sillabe.
 

Capitolo due - Semifreddo al pistacchio

Semifreddo al pistacchio

 

A giusto completamento della cena il Triumvirato decide di onorare la carta dei dessert; in particolare sorbetto alla mela per Jesus, semifreddo al pistacchio su granella di cioccolato per Ettore e Marrocu, che si concede il bis con un sorbetto al limone.
Due liquori di liquirizia Eclisse per Ettore e Marrocu e un caffè per Jesus decretano la fine delle ostilità. Il costo dell’ottima esperienza è stato di 66,67€ cad. Burriccu, in linea con la straordinaria qualità dei piatti assaporati e del servizio offerto.

Nonostante due piccoli appunti sul pane e sulla sostituzione dei piatti durante gli antipasti, sebbene conspevoli che la nostra seppur importante, in termini di piatti assaporati, esperienza abbraccia solo una parte esigua dell’offerta del ristorante, possiamo ritenere la cucina di Capitolo Due decisamente oltre la media, per interpretazione delle ricette, cottura e presentazione. Abbiamo trovato diverse punte di eccellenza negli antipasti e nei secondi piatti e non vediamo motivi per cui la qualità nell’offerta della cucina etnica debba essere inferiore.
Il servizio puntuale e l’ambientazione intima e gradevole concorrono a conferire al locale senza ombre la valutazione di quattro somarelli e la collocazione nella zona più ambita della nostra classifica.

 


VALUTAZIONE “Capitolo due”: Quattro Burricchi.
Ristorante Capitolo due Indirizzo: Corso V.Emanuele 199, Cagliari
Telefono: 0704510719    [mostra in google maps]
 

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dic 18 2011

Ristorante Crackers – Cagliari

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Crackers – Ingresso

 

Prese il cracker e lo spezzò. Lo diede ai suoi asinini discepoli e disse: «prendete e abbuffatevi tutti, questo è il mio corpo (e che corpo!) offerto nel sacrificio di voi…»
In un gesto la vita e la storia. Una fragile pressione, un movimento deciso e misurato; l’impeto del battito dell’Universo condotto, con mite delicatezza, entro l’argine della forza interiore.
La melodia del mistero, la passione degli uomini, l’armonia del Celeste, l’entropia della coscienza; tutto si concentra in un punto senza spazio e in un istante senza tempo, nel frastuono della dolcezza divina, che spezza il silenzioso ed eterno non essere.
E’ il mantrico Oṃ, il soffio di volontà, il tumulto della scelta, l’impero del giudizio, il trascendente disgiungersi del bene e del male; quel bene e quel male che, nei giorni della Pasqua del recente passato asinino, avevano lontano sospinto l’ormai risorto Jesus e il viandante Ettore – non per loro volontà – , dal ristorante che oggi recensiamo.

 

Crackers – Interno

 

Cagliari, Sabato, ore 13.30.
Gelidamente sospinti dal primo vero alito d’inverno, il vostro amato e l’impeccabile Raschione avanzano, “piedibus” calcantibus, lungo il Corso Vittorio Emanuele II, che speditamente percorrono dopo aver abbandonato l’improbabile – per quell’ora e in quel luogo – riparo urbano, entro il quale la 150cv presidenziale aveva felicemente trovato rifugio. Il meno fortunato Ing.Marrocu, tardava però a sopraggiungere; scorti infine all’orizzonte i due burricchi colleghi, uno dei quali si apprestava a immortalare fotograficamente la sua altera falcata, il timido ingegnere si proponeva in un curioso passo del gambero, che si concludeva con uno stravagante saluto contro terga, d’innanzi all’ingresso del ristorante.

Crackers – Coquillage

 

Il locale al suo interno è architettonicamente semplice, come non di rado accade per le costruzioni del Corso.
L’unica ampia sala, si estende a partire dal bancone in rovere e dall’imponente vetrina frigo, prossimi all’ingresso, fino a raggiungere le cucine sul fondo, alle quali si può visivamente accedere per mezzo di una pratica feritoia ricavata su una parete irregolare e attraverso la quale vengono introdotte le vivande nella sala pranzo.
L’arredamento, di per sè piuttosto razionale e ben curato, nel complesso non riesce a determinare una ambientazione particolarmente elegante e raffinata.

 

Crackers – Antipasti di mare

 

Se non fosse per la onesta sfacciataggine con la quale è stata condotta, la prima accoglienza ricevuta dal Triumvirato, sarebbe stata giudicata riprovevole:
il tavolo riservato inizialmente ai burricchi, veniva sotto i loro occhi conferito a un gruppo di distinte e non più giovanissime signore – probabilmente clienti abituali – che senza alcuna prenotazione avevano anticipato di qualche secondo il loro ingresso in sala.
A parte questa insolita considerazione, il servizio – tenuto da una coppia di attenti gestori/camerieri – non ha dato ragione di ulteriori eccezioni, rivelandosi puntuale e preciso, così come i tempi della cucina.

Carpaccio di pesce spada

Frittura di gamberi

 

Al di là della rigidità del menù, viste le esigenze non comuni dei tre navigati commensali, veniva loro proposto di esordire il pranzo con un ricercato vassoio di coquillage: ostriche, cozze crude e tartufi di mare, che a livello estetico si presentavano particolarmente avvizziti, ma dalla qualità e dal gusto tutt’altro che insoddisfacenti.
Ad accompagnare gli antipasti, come il resto delle pietanze, il pluri-citato e decorato vino bianco IGT Karmis, delle cantine Contini, imposto dalla scelta del Raschione Ettore contro i dissennati desideri dell’ingegner Marrocu, che divisava pasteggiare con un’etichetta molto meno adatta.

Crackers – Risotto, Spaghetti

Crackers – Pennette al salmone

 

Gli abbondanti antipasti proseguivano quindi con insalatina di calamari e gamberi, pomodorini sedano e verdure, bottarga a scaglie con carciofi freschi, carpaccio di pesce spada con sedano e lattuga, per finire con una veramente ottima frittura di calamari tagliati finissimi. Antipasti di non ricercata presentazione ed elaborazione, ma senza dubbio di qualità.

 

Crackers – Dolci

 

Primi piatti invero encomiabili: eccellenti pennette al salmone per Jesus – scelte per un precendente “disigio” infra-settimanale del medesimo – , risotto alla marinara (cozze arselle e seppiette) e spaghetti “alla saracena” (con medesimo condimento) per il Raschione Ettore e l’Ingegner Marrocu.
Data l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali orientavano l’evolversi del pasto sulla scelta dei dolci: ottima torta sacher per Jesus, buon tiramisù per Marrocu, buonissima torta alla mandorle per Ettore.
Il pranzo si avviava quindi alla fine, concludendosi con tre caffè e due eccellenti liquirizie “liquirice coffe” per Raschione e Ingegnere.


Costo complessivo cada-burriccu, 61€ circa, che dobbiamo valutare un 25% superiori al giusto stimabile, per la qualità del servizio e delle pietanze servite, e su cui hanno inciso i complessivi 110€ degli antipasti.
Il Ristorante Crackers, si presenta senza dubbio come un buon ristorante, che propone una cucina semplice e senza particolari eccellenze, ma di buon livello qualitativo medio. Complessivamente tre burricchi, meno meno.

VALUTAZIONE “Crackers”: Tre Burricchi.
Ristorante Crackers Indirizzo: Corso V.Emanuele II 195, Cagliari
Telefono: 070653912 [mostra in google maps]

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feb 27 2011

Ristorante Il Corso, da Luciano – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Il Corso – Stampace

 

Giù per le strette stradine e i pittoreschi angiporto di Stampace, splendido ed elegante scorcio dell’ultima Cagliari dal sapore antico, discendevano con passo spedito, in questa fredda mattinata di fine Febbraio, i biumviri storici Jesus e Raschione Ettore, mentre ché divisavano il ridestare rapidamente, dal forzato e contingente stato di anacoreta urbano, il terzo Triumviro ufficiale, sempre stimato e ammirato Ing.Marrocu il quale, qualche tempo prima, aveva ricevuto dal Raschione volutamente capziose istruzioni su luogo e orario dell’incontro odierno; capziose perché l’arguto Ettore, valutando le ultime annuali statistiche sulla puntualità del solerte Ingegnere, aveva pensato bene di arrotondare, molto per difetto, il riferimento sull’ora stabilita con il gentile personale del ristorante “Il Corso”, all’atto della prenotazione.
Fato volle invero che, per imponderabili e indeterministiche mutazioni dello spazio-tempo, l’Ingegnere si allineasse accidentalmente al fuso orario locale, tanto da poter per l’occasione – anziché l’inverso come sarebbe ben più naturale – sollecitare telefonicamente i suoi, di lì a poco, commensali attraverso il deciso esercizio della sua più amabile disciplina oratoria: «Ossuk….rua, ma innuik… seisi?»

Il Corso – Interno


Diamo ad ogni modo atto al Raschione Ettore di essersi prodotto, dopo il breve dialogico alterco seguito da un inarrestabile moto di orgoglio automobilistico, nel più ricercato e inarrivabile sforzo di individuare, a quell’ora e in quel luogo, una fruibile zona di sosta prolungata, il cui risvolto probabilistico potrebbe compararsi con la ragionevolezza di una improvvisa inedia del calciatore Adriano (o del più a voi noto burriccu Pg, per restare in tema di ciccioni insanabili).
Il Ristorante scelto per l’incontro, come accennato, porta con sé, monoliticamente, la stessa affascinante denominazione della via che lo ospita: il Corso Vittorio Emanuele, in Cagliari. Quartiere Stampace.
Ristorante “Il Corso”, per l’appunto, con una ulteriore appendice che evidenzia e sottolinea la gestione e la proprietà del locale: “da Luciano“.

Il Corso – Antipasti


E’ il sig. Luciano che gentilmente ci accoglie, e ci fa accomodare nell’unica mediamente spaziosa sala del ristorante.
L’aspetto è quello della più classica trattoria, pulita, ordinata, ma senza alcuna particolare pretesa stilistica o di ricercata atmosfera.
Una decina di tavoli apparecchiati su tovaglie rosse e verdi, che ricompongono il pensiero sull’idea di discreti tavoli da gioco; pareti ocra chiaro, cucina a vista e un unico giovane cameriere che raccoglie le richieste dei pochi avventori presenti, più energicamente assistiti dal sovrintendente proprietario.
Oltre che la dovuta gentilezza, la caratteristica peculiare (giudicate voi se positiva o meno) del ristorante “Il corso, da Luciano” è senza dubbio il piglio sbrigativo e la celerità ritmica con cui viene scandita la presentazione delle pietanze durante il pranzo.

Il Corso – Cozze Marinate


Appena dopo che l’ultimo burriccu si era accomodato al tavolo, infatti, al loro cospetto erano già stati sistemati tutta una serie di antipasti, senza che nessuno avesse accennato ad alcuna sorta di richiesta preferenziale.
Di buon grado i Triumviri accoglievano la risoluta iniziativa, quasi venisse ispirata da una lodevole interpretazione d’intenti o, se volete, da una felice premonizione in merito alle loro abitudini alimentari.
Rapidamente arrivavano poi, questa volta a richiesta, le bevande da accompagnarsi al pasto. Trattasi nello specifico, oltre che alle abituali acque minerali gassata e naturale, di un vinello bianco della casa, dal colore e dalla consistenza di poco dissimile a quelli dell’acqua corrente, e dal sapore che oserei definire “impenetrabile”.

Il Corso – Penne bottarga ricci caviale


Nulla di meno, nostro malgrado, possiamo affermare sulla serie di antipasti, la cui qualità, abbondanza, presentazione, marcatamente presentava difetto, rispetto agli standard abituali richiesti da esigenti avventori quali i burricchi Triumviri.
La recriminazione più evidente che possiamo a questo proposito sollevare, e che inevitabilmente rivisita il giudizio complessivo al di sotto di una frettolosa preparazione di stampo casalingo, è la temperatura eccessivamente fredda con cui sono state servite le pietanze. Un breve passaggio al microonde, per il quale in altri contesti avremmo gridato allo scandalo, sarebbe stato invero il male minore.

Il Corso – Insalata


Olive in salamoia, insalata di granchi sedano e cipolle, cardi selvatici e polpo con aceto balsamico, surimi di merluzzo, frittelle di pesce (non meglio identificato), fagioli tonno e cipolle, una più articolata insalata di sottaceti vari – di cui non possiamo fornir maggior dettagli per una sorta di amnesica rimozione – , costituivano il complesso degli antipasti “freddi” propostici.
Una ulteriore  fase di portate “calde” si sarebbe (per quanto intuito osservando i tavoli vicini) dovuta articolare nella presentazione di un piatto di cozze marinate e uno di bocconi di mare.
Le prime sono puntualmente arrivate, non così i bocconi, forse per effetto di una troppo frettolosa istanza da parte dell’Ing.Marrocu, che premeva ordinare quanto prima il piatto successivo.
Data la qualità delle cozze in sé, dobbiamo dire che nessuno dei Triumviri ha particolarmente rimpianto il non aver potuto assaggiare i bocconi.
Il primo piatto ordinato seguendo le indicazioni del sig.Luciano, è stato comune a tutti i tre: penne alla bottarga, ricci di mare e caviale, certamente altisonanti nella indicazione, ma decisamente non all’altezza, alla severa prova del gusto.

Il Corso – Grigliata mista


Nota positiva del pranzo invece, l’intermezzo alimentare intercorso tra il primo e il secondo: una semplice e composita porzione di verdure fresche e genuine quali sedano, ravanelli di stagione e carote.
Una appariscente grigliata mista costituiva poi il secondo piatto scelto, esclusivamente declinato, ad onor del vero, in alcune spigole ben poco saporite – e di piccole dimensioni -, e in pochi seppur gustosissimi gamberi; il tutto servito su di un letto di verdure e decorato con spicchi di limone.
Escludendosi la possibilità di degustare i dolci della casa, i tre sono passati direttamente agli amari, prefigurando l’opportunità di consumare altrove il rituale caffè di fine pasto.
Jegermeister quindi per il Raschione e l’Ing.Marrocu, Cynar classico per Jesus.

Costo complessivo del pranzo 25€ cadauno, che in virtù di qualità e servizio offerti dal ristorante potremmo valutare 5€ al di sopra della quota ideale. Il giudizio complessivo non può non risentire della qualità media complessiva delle pietanze proposte, per la quale è inevitabile la seguente sintesi valutativa.


VALUTAZIONE “Il Corso, da Luciano”: Un Burriccu.
Ristorante Il Corso, da Luciano Indirizzo: Corso V. Emanuele II 78, Cagliari
Telefono: 070 662690    [mostra in google maps]
 

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dic 18 2010

Trattoria La Damigiana – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La Damigiana - Interno

La Damigiana – Interno

 

La damigiana. Simbolo di ebbrezza, di copiosità, di opulenza, di profluvio.
Dall’alto del trono a lei riservato – una pittoresca credenza in stile povero antico – domina e regna sugli avventori della Trattoria che porta il suo nome.
Nella caratteristica sala del locale, che nel regolare alternarsi di numerosi piccoli tavoli, si allunga tra la finestrella che dà sulla cucina e il piccolo deposito dei liquori vicino l’ingresso, i Biumviri ufficiali Ettore e Jesus accolgono un terzo, occasionale, ma sempre gradito ospite: il Dottor Melis. Invero, ben altra compagine di commensali, in questo freddo sabato pre-natalizio, era attesa alla corte di Jesus e il Raschione ma, ahimè, le circostanze della vita spesso intervengono per rivoltare il corso degli eventi, imprimendo la loro inattesa, imprevedibile impronta.

La Damigiana - Insalata di mare

La Damigiana – Insalata di mare


E ancora, ben diverso sarebbe dovuto essere l’accomodamento dei Tre, che in principio prevedevano di destinarsi a un diverso e più altisonante locale; trattasi di un altro appetibile ristorante cagliaritano, dalla denominazione spiccatamente antropomorfica, il cui personale non è stato purtroppo istruito nel rispondere con solerzia alle telefonate dei proponenti avventori, che avrebbero l’intenzione di prenotare. Clienti persi.
Ma modi ancora peggiori si ingegnano di trovare taluni ristoratori della nostra città, per mettere i propri clienti nella condizione di verificare quanto miope (e a dir poco irrispettoso) possa essere il loro atteggiamento nei confronti di chi potenzialmente rappresenta la loro fortuna. A questo proposito riteniamo poco intelligente e professionale confermare una prenotazione per le ore 13.00 e, ciononostante, interdire alle 13.05 – con un certo difetto di gentilezza – l’accesso alla sala pranzo: «aspettate dieci minuti (al freddo ndr.), non siamo ancora pronti». Risultato: «Ciao, ciao!». Ancora, clienti persi. Che schifo!

La Damigiana - Cozze gratinate

La Damigiana – Cozze gratinate


Dato l’evolversi antipositivo degli eventi, il sempre democratico Jesus, ordinava al plotone dei burricchi il repentino cambio di rotta, lasciando al Dott. Melis l’onore e l’onere di scegliere la nuova destinazione.
Ed eccoli quindi, forse trascinati dagli istinti di parsimonia del succitato dottore, accomodarsi nell’accogliente quanto spartana trattoria “La Damigiana”,  il cui ambiente appare sobriamente gradevole nella sua semplicità. Meno sobrio sembra, invero, il rumoroso TV CRT situato nei pressi dell’ingresso.
Ci serve l’unico gentile cameriere presente in sala, dai tratti somatici che vagamente possono ricordare il calciatore macedone Goran Pandev.
Velocemente ordiniamo un assaggio di antipasti di mare, e Spaghetti ai ricci come primo piatto. Dalla (non troppo fornita) cantina scegliamo un buon vermentino “La Cala” di Sella&Mosca, Alghero.

La Damigiana - Zuppa di cozze

La Damigiana – Zuppa di cozze


L’esordio non è certamente positivo: l’insalata di mare che ci propongono, composta prevalentemente da polpetti marinati, cozze sgusciate e surimi, ha l’aspetto degli antipasti assortiti del supermercato. Il sapore sarebbe stato anche apprezzabile, se non ci fosse stata servita gelida.
Stesso discorso per le cozze gratinate, che comunque possiamo ascrivere alla categoria degli alimenti gradevolmente commestibili. Meno buoni i gamberi alla catalana, per i quali dobbiamo giudicare poco dosati i sapori di cipolle (eccessivo) e pomodorini.
Piuttosto anonima, è risultata la non abbondante porzione di carpaccio di salmone, anch’essa probabilmente assortita in confezione industriale. Buona (e calda), per nostra fortuna, la zuppa di cozze che è seguita; unica nota realmente positiva degli antipasti.


La Damigiana – Gamberi alla catalana

La Damigiana - Pane Carasau alla fondina

La Damigiana – Pane Carasau alla fondina

La Damigiana - Carpaccio di salmone

La Damigiana – Carpaccio di salmone


La Damigiana – Spaghetti ai ricci


Totalmente fuori dal contesto e fuori da ogni possibile armonia di gusto, l’ultimo piatto proposto, nella pur numerosa serie di pietanze: pane carasau inzuppato da una colata di formaggio fuso, probabilmente semplice fondina; a parte il discutibile valore gastronomico in termini assoluti, non possiamo fare a meno di sottolineare come la scelta ci risulti per lo meno inappropriata, al termine di un crescendo di sapori di mare.
La cosa che però ci ha lasciati veramente perplessi, è stata la qualità degli spaghetti ai ricci di mare. Apparivano in effetti scotti, insipidi, privi di qualsiasi accenno di sapore riconducibile ai ricci di mare. Tutti e tre i Burricchi, hanno conseguentemente evitato di terminare la propria porzione.

La Damigiana – Sebada


Prevedendo la qualità di un possibile secondo in linea con quanto finora mangiato, si passava direttamente al dolce. I tre commensali sceglievano tre dolci diversi, che coprivano interamente le possibilità di scelta offerte dal menu: sebada al miele (giudicata buona) per il Raschione, tartufo nero (assortito e mal servito) per Jesus, dolcetti sardi per il dottor Melis.
Il pasto terminava con un caffè che ci è apparso tristemente acquoso, e con ammazzacaffè altrettanto inconsistenti: 
amaro Averna per Jesus, liquore alla liquirizia per gli altri due burricchi.

Costo totale del pranzo: 30€ cadauno, di un buon 30% sovrastimato rispetto alla qualità delle pietanze proposte, alla loro presentazione, e al servizio complessivo.

Tra l’altro dobbiamo far notare quanto sia perlomeno fastidioso, in ottica turistica, non predisporre il pagamento tramite bancomat o carta di credito. Per quanto riguarda il giudizio complessivo, tra le numerose pietanze che ci sono sembrate inadeguate siamo riusciti a cogliere qualche eccezione positiva. E’ strano pensare che basterebbe un minimo di attenzione, per dare maggior lustro al proprio menu e al proprio locale. Evidentemente, tra i ristoratori nostrani, per questo aspetto c’è un ben poco diffuso interesse.



VALUTAZIONE “La Damigiana”: Un Burriccu.
Trattoria La Damigiana Indirizzo: Corso V. Emanuele II 115, Cagliari
Telefono: 070 658277    [mostra in google maps]
 

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