☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 3 2011

Ristorante Lapola – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Lapola – Pavone di mare

 

Arriva dal buio remoto, oltrepassa l’orizzonte, naviga sul mare scansando e cavalcando le onde di maestrale, che irridono, sputano addosso la salata spuma nel vano esercizio di ricacciar lontano chiunque sfidi la loro passione. Calpesta la luna e i riflessi che dal porto si scagliano sul suo passo pesante, guidato da un sentiero che sembra un ricamo di luce. Infine lo raggiunge, si fa strada tra le barche dei pescatori, si arrampica sulle banchine e dopo questo si scosta, con impeto sovrumano,  le spinose gocce che l’avevan ferito, come un cane rabbioso dopo l’inatteso bagno d’acqua gelida, irrispettoso per tutto quello che lo circonda e indifferente agli occhi di chiunque l’osservi.

Lapola – Antipasti Zuppa di Cozze

 

Affretta il passo, supera la strada, raggiunge un primo fiordo di case, ci affonda dentro. Profumi di mare, ebbrezze d’oriente, colori di vita, rumori di festa. E’ il cuore di Cagliari, è la Marina, è Lapola, il suo antico nome storico.
Si appropinquano Jesus e il Raschione Ettore, la sera di Martedì, a calpestare i ciottoli lucidi del quartiere. Pochi minuti prima un parcheggio del Raschione in piazza Yenne, ai confini della realtà e delle pressioni termo-convettive della meccanica classica, aveva garantito ai due Triumviri storici un accomodamento adeguato e nei limiti dei rigori di legge. Un nuovo ebdomadario appuntamento li attende anche per questa prima tiepida serata di Novembre.

Lapola – Tris di mare e terra

 


Inquietante invero, l’esordio e l’impronta che l’Ingegner Marrocu riusciva ad imprimere alla serata, già prima di presentarsi di fronte all’ingresso del Ristorante Lapola, in Cagliari, quartiere Marina:

«Mi scusi Raschione, ma dove si trova esattamente il locale?»
«Ingegnere, ma si rende conto che ce l’ha indicato e suggerito lei, per strada, la settimana scorsa????»
«Ha ragione, ma sa che il mio buffer di memoria è limitato a venti millisecondi!»

 

Lapola – Antipasti

 

Il Ristorante Lapola è una piccola taverna, felicemente integrata tra le mura del pittoresco Vico Barcellona, poco distante dal Tempio monumentale dedicato a Sant’Antonio abate.
Già dall’esterno, l’impressione è quella di un ritrovo conviviale ed accogliente: alcune sedie in legno fuori dalla porta di ingresso costituiscono piacevole ricovero per le terga di sconsiderati avventori, avvezzi a pratiche auto-lesionistico-polmonari, o più semplicemente graditi strumenti di intrattenimento per due impazienti burricchi, nell’attesa del terzo poco diligente ingegnere. La cucina “a vista”, sul vicolo, è poi di per sé garanzia e ostentazione dei certi rigore e operato del personale.

Lapola - Cruditè di cozze

Lapola – Cruditè di cozze

 

L’interno è un rifugio altrettanto piacevole. Una decina di pur spaziosi tavoli in legno, sono ben distribuiti nella piccola sala, intervallati di tanto in tanto da pratici tavolini rettangolari, deputati all’accomodamento delle vivande e di alcuni suggestivi lumi di cera.
I colori caldi delle pareti, decori ed inserti in legno, suppellettili vari della tradizione sarda, completano la morfologia estetica del ristorante, che sarebbe di grazia e romanticismo gravido, se non fosse per il moderno televisore al plasma che, rumorosamente, trasmette le sintesi dell’ultimo turno di champions: «a me subito lo scettro del potere! (il telecomando visto dal Marrocu ndr.) .»

Lapola – Spaghetti agli scampi

 

Puntiglioso, attento e ineccepibile il servizio in sala. Due efficientissime e graziose cameriere si prodigano nel presentare le portate, subitamente eliminare le ceramiche in eccesso, rifornire gli avventori di pane, posate, tovaglioli puliti, salviette umidificate e tutto quello che occorre per mantenere alto il decoro e la gradevolezza ai tavoli. A dir poco strabordante l’empatia del titolare Damiano, che  non lesina descrizioni sulle preparazioni dei piatti, massime sulla moralità delle buone pratiche commerciali, e riflessioni sulle difficoltà nel gestire correttamente e serenamente un locale come il suo, costantemente alle prese con disposizioni e accertamenti di ogni tipo.

Lapola – Fusilli al ragu di cernia

 

Al “Lapola”, come indicato dal Sig.Damiano, il menù è  giornalmente variabile, subordinatamente alla disponibilità dei prodotti approvvigionati in giornata da pescatori e fornitori di fiducia. Su nostra iniziativa e suo suggerimento, ordiniamo i consueti antipasti di mare e di terra, accompagnati da un ottimo vermentino imbottigliato della casa, produzione dei vigneti di Dolianova.
In linea con la più stretta tradizione della cucina cagliaritana e senza particolari sofismi estetici e alimentari, gli antipasti sono risultati ottimi, dal punto di vista del sapore e della qualità delle materie prime, nonché sesquipedali in termini di abbondanza quantitativa.

Lapola – Orata arrosto

 

Conteggiamo complessivamente dodici – più una – portate: esordio di bruschette con pomodorini e olio, zuppetta “Lapola” con gamberi, cozze seppie e finocchi, capponata, tonno alla catalana con fagioli e cipolle, carciofi sott’olio, maestosa zuppa di cozze in salsa piccante, frittelle di melanzane con bottarga, carpaccio di tonno su base di finocchi, capesante gratinate al forno, saporitissime trigliette fritte, carpaccio di polpo, per finire con una sontusa civiedda di cozze crude su letto di ghiaccio tritato. Spettacolo! Il tredicesimo antipasto – degli eccellenti scampi crudi – arrivavano come campione dimostrativo per il condimento del primo piatto che sarebbe seguito: spaghetti agli scampi e carciofi. Buonissimi!

Lapola – Dessert

 

Meno entusiasmante invero, il secondo assaggio di primo: fusilli al ragu di cernia, così come le tre orate arrosto con contorno di patate fritte, richieste come comune secondo piatto. Certamente buone, ma tralignanti la perfetta cottura. Spettacolare invece la presentazione del dessert, in realtà non ancora comandato ma misticamente in linea con i desideri attuali dei soddisfatti Triumviri: sorbetto alla mela verde, interrato su una scenografica collina di ghiaccio – decorata da guscio di capasanta e rametti di mirto – e accompagnato da un eccellente liquore di produzione familiare. Encomiabile! La cena si concludeva così.
Costo complessivo cadauno 36€, decisamente al di sotto del giusto dovuto, considerando qualità e quantità delle pietanze annichilite dalle mandibole àinine, subito limati a 40€, in costituzione di un adeguato fondo mancia.
Il Ristorante Lapola si presenta dunque come ottima destinazione per piacevoli serate all’insegna dell’allegria e dell’ingordigia alimentare. A parte qualche -speriamo- accidentale difetto, il locale è in grado di offrire una cucina semplice ma di ottimo impatto emozionale. Encomiabile, inoltre, l’attenzione per le esigenze e la comodità del cliente.

 


VALUTAZIONE “Lapola”: Tre Burricchi.
Ristorante Lapola Indirizzo: Vico Barcellona 10, Cagliari
Telefono: 070650604    [mostra in google maps]
 

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gen 15 2011

Trattoria Da Zaira – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Da Zaira – Interni (b/n)

 

Per narrare l’ennesima vicenda di quella gloriosa e interminata saga che è il Donkey Challenge, voglio per quest’oggi invitare i nostri lettori cagliaritani, in particolar modo quelli meno giovani, a vagheggiare per un minuto con il proprio pensiero e la propria memoria, nell’intento di rivivere mentalmente la vecchia Cagliari della metà del secolo scorso, attingendo dal mare sbiadito dei ricordi, immagini in bianco e nero di una città che, almeno fino ad oggi, pensavamo non esistesse più.
Immaginatevi intenti a percorrere la celeberrima Via Sassari, magari sotto il sole di un caldo pomeriggio estivo, immersi nei profumi e nei rumori di un tempo, senza il fastidioso fragore del traffico urbano e, dopo poco, a varcare la soglia di un quasi anonimo portone al numero 52, che tutto sembrerebbe tranne che l’atrio di una trattoria, se non fosse per l’insegna che discretamente vi capeggia sopra, senza l’ardire di evocare il nome dello stesso locale che vorrebbe figurare: Trattoria Da Zaira.

Da Zaira – Bruschette all'olio


E’ appunto l’ingresso della trattoria che ha segnato, nell’insana mente e nei non ricordi (per questioni di età) del vostro amato Jesus, il punto liminale, sospeso tra la Cagliari che conosciamo oggi e un luogo dove il tempo sembra essersi fermato a 40/50 anni fa.
Il locale, non troppo ampio con un’unica sala e una decina di tavoli, ha le fattezze di un vecchio BAR di quegli anni, con le altissime pareti bianche, decorate alla base con rivestimento in finto mogano, le arcate ampie in muratura semplice, le luminose finestre che danno sulla strada e lasciano filtrare la luce attraverso le vecchie ventole di areazione; lungo una parete, tra l’ingresso e la cucina a vista, domina la sala un ampio bancone, dietro il quale, quando non è intenta a servire i clienti o a discutere con loro delle vicende sentimentali della propria famiglia, potete trovare la simpatica (e cagliaritanamente gentile) proprietaria, la signora Zaira, parimenti al (forse) marito cuoco Edoardo (ma di questo dettaglio non possiamo essere certi).

Da Zaira – Polpo alla marinara


Confessiamo che il primo impatto con la trattoria, piuttosto spartana e popolare, è stato di colpevole perplessità, tanto da determinare la frettolosa e subitanea condanna del Triumviro Ettore per la scelta del luogo di convergenza – invero abbastanza obbligata, in virtù della chiusura (sa prossim’otta zerria!) della nostra prima destinazione e della premura contingente dell’Ing. Marrocu, piacevolmente presente anche quest’oggi, ma con forti e imminenti obblighi istituzionali – fino ad un certo fastidioso atteggiamento di sufficienza, manifestato al momento di proferire le ordinazioni, concordate rispetto al non variegato menu: polpo marinato  come antipasto, spaghetti cozze arselle come primo piatto, secondi incerti. Ebbene, nonostante i Triumviri siano abituati ad assaporare antipasti a profusione, durante le loro ciccionate, e nonostante la preparazione del polpo non sembrasse a prima vista eccezionale, dobbiamo ritenerlo senza ombra dubbio e con il conforto nel giudizio del Raschione Ettore e dell’Ing.Marrocu, il più buono che abbiamo mai mangiato. Questo si traduce, olisticamente parlando, nell’attribuzione al/agli antipasto/i , di un giudizio di merito più che eccellente.

Da Zaira – Spaghetti cozze arselle


Altrettanto eccellenti le bruschette all’olio, dapprima negate per problematiche di cottura, poi presentate al cospetto dell’Ing.Marrocu che ne aveva fatto richiesta; buono anche il vino novello della casa, servito in fresche brocche da 1/2 litro. 
Gli spaghetti che sono seguiti, dalla quantità sproporzionata e dalla splendida presentazione, non raggiungevano il livello qualitativo dell’antipasto sovracitato, ma possiamo sicuramente ritenerli all’altezza della cucina dei migliori ristoranti fin qui visitati: ottimi!
Inutile dire che, alla fine, sul piatto da portata non è rimasto il benché minimo frammento di spaghetto, e anzi Jesus ha potuto assistere a una mal contenuta quanto indecorosa diatriba tra i suoi due commensali, in merito alle ultime porzioni auto-distribuite.

Da Zaira – Orata arrosto


La perplessità, questa volta e a questo proposito, è stata manifestata dalla signora Zaira, che ha strabuzzato occhi ed orecchie nel vedere i sovrabbondanti spaghetti così facilmente trangugiati, e congiuntamente sentirsi richiedere un secondo piatto; perplessità questa, sublimata in un simpatico discorso con il sempre teatrante Jesus:

«Ma lei l’ho già vista, è venuto altre volte?»
«No, ma forse mi ha visto in TV.»
«No creu!»

Dopo essere stati informati, come sopra accennato, delle disavventure sentimentali di alcune nipoti della empatica proprietaria, ecco arrivare i secondi piatti richiesti: orate arrosto per tutti e tre i commensali.
Il giudizio, per tali prelibatezze del nostro mare, è decisamente in linea con le pietanze che le hanno precedute: eccellenti! Sicuramente tra le più buone mai assaggiate nel nostro lungo pellegrinare culinario.

Da Zaira – Torta radicchio pinoli


A questo punto del desinare dobbiamo registrare, ahinoi, la dipartita dello stimato Ing. Marrocu, per cause prettamente professionali. Non ha potuto quindi, il caro ingegnere, assaporare il dolce richiesto e presentatoci: una squisita quanto originale torta al radicchio e pinoli, il cui indice di appetibilità è possibile misurare dalla non integralità con cui riportiamo le due fette di torta nel resoconto fotografico; le mandibole a volte sono più rapide dell’otturatore digitale!
Il pasto, non essendo prevista la possibilità di caffè, si concludeva con due bicchieri di liquore: crema di limone per il Raschione Ettore, buonissimo Mirto della casa per Jesus.


Il costo del pranzo è stato di 37€ cadauno che, nonostante gli apprezzamenti per l’eccellente cucina palesati fino ad ora (usando come unico parametro di giudizio la qualità del mangiato sarebbero stati adeguati) ,  dobbiamo ritenere un 20-25% eccessivi rispetto ad un compendio ideale, che tenesse conto della varietà del menu a disposizione e della qualità generale del servizio, marcatamente casalingo.
Il giudizio complessivo tiene comunque inevitabilmente conto delle immagini e delle atmosfere che la Trattoria è riuscita a trasfigurare nella nostra immaginazione, della prorompente empatia profusa dalla signora Zaira, in particolar modo nei confronti di Jesus – despota più che monarca illuminato di questo spazio – ,che impone d’imperio la sua personale ed istintuale valutazione finale, nonostante i toni e gli entusiasmi più contenuti dell’Ing. Marrocu il quale, lo segnaliamo per onore di cronaca, eccepiva per un incomprensibile (dal suo punto di vista) eccesso di generosità. Sta a voi ora, giudicare.


VALUTAZIONE “Da Zaira”: Tre Burricchi.
Trattoria Da Zaira Indirizzo: Via Sassari 52, Cagliari
Telefono: 070 668991 ‎    [mostra in google maps]
 

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