☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 2 2013

Ristorante Josto al Duomo – Oristano

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Josto - Duomo

Josto – Duomo, scorcio

 

Eccoci qui, Josto baldanzoso e audace, a cantare le tue gesta, a narrare del tuo sconsiderato coraggio, delle tue orme veloci sul terreno della battaglia, del rosso tuo che nutrì la terra, delle spavalde grida contro il nemico romano, di tuo padre sconvolto e in fuga; del tuo nome, del tuo straordinario e melodico nome, che ha superato le barriere del tempo e della storia, che ha attraversato i secoli accarezzando i miti e le leggende del nostro popolo, che qui sentiamo pronunciare e pronunciamo, per nostro vizio e per nostra colpa. Nostro malgrado sei qui oggi con noi, e gli occhi nostri non possiamo distogliere dal tuo sguardo giovane, fiero, infelice, valoroso e … da secoli spento.
 

Josto - Interno

Josto – Interno

 

Trentuno Ottobre. Nel pieno dell’atmosfera di Ognissanti, tra un molesto vibrar di batacchio e un diabolico «dolcetto o scherzetto», il Raschione riprende a tramare nelle segrete del proprio castello, per maggiormente infastidire la istintuale propensione di Jesus ad evitare lunghe escursioni oltre il suo naturale baricentro di mandronia. Dopo decimi di secondo di riflessione, la mefistofelica macchina delle ciccionate decreta: «Questa settimana si va a Oristano».
La presunta ragione è sempre la stessa: «A Cagliari i ristoranti li abbiamo terminati!».
Invitiamo quindi i nostri più affezionati lettori ad inviare personalmente al burriccu le segnalazioni sulle decine di ristoranti della zona che ancora abbiamo mancato, e che il Raschione, non si sa per quale motivo, ignora. In caso contrario, vi anticipo che dovrete presto iniziare ad apprezzare l’inedita formazione PACS Marrocu-Raschione!
 

Josto - Cruditè di mare

Josto – Cruditè di mare

 

Primo Novembre. Cavalca veloce le buche della SS.131, la teutonica autovettura dell’Ing.Marrocu il quale, come da sua abitudine, non manca di riproporre agli astanti sentite reprimende nei confronti dell’assetto socio-politico sardo, finanche arrivando a criticare gli effetti del clima sul paesaggio extra-urbano isolano.
Dopo oltre un’ora di viaggio, in anticipo di una mezz’ora rispetto alla prenotazione a nome X del Raschione – alloggiato il carro buoi nei pressi del ristorante “Josto al Duomo” -, i tre decidevano di concedersi una preventiva escursione nella vicina piazza del Duomo, per apprezzare la baroccheggiante bellezza della settecentesca cattedrale. Qui iniziavano, invero, le reprimende di Jesus, contro la struttura urbana sviluppatasi intorno al tempio – che non ne valorizza appieno la maestosità e l’impatto visivo – e contro le numerose auto, sgradevolmente disposte sul piazzale in fronte all’ingresso principale, che hanno impedito per un buon quarto d’ora di fotografare la magnificenza del paesaggio e per le quali l’Ing.Marrocu ha finanche chiesto l’intervento della forza “pubblica”. Censvra grave!
 

Josto - Polpo doppia cottura

Polpo in doppia cottura

Josto - Bottarga muggine affumicato

Bottarghe, muggine

 

Il Ristorante affaccia il proprio uscio nella centralissima Via Vittorio Emanuele, a pochi metri dall’imponente campanile della cattedrale, ed è collocato in una più ampia struttura che comprende un caratteristico Hotel (Il Duomo) e una piccola bottega di prodotti tipici locali. Al ristorante si accede proprio superando la reception dell’albergo. Qualche tavolo, nel periodo estivo, viene collocato in un cortile disposto a cavallo tra la bottega e la scala che porta alle camere, mentre la sala principale appare, nella composizione delle basse volte, come una vecchia cantina tinteggiata di bianco, nella quale sono stati inseriti più moderni elementi d’arredo. Questi ultimi, sono stati oggetto di erudita discussione da parte dell’Ing.Marrocu e di Jesus. Il primo apprezzandone l’impatto generale, il secondo criticandoli nella loro efficacia cromatica; nella pratica asserendo essere, il colore verde di alcuni elementi occasionali, in contrasto armonico con la tonalità gli infissi. A parer mio, occorrerebbe fare una scelta più marcata e decisa (nell’ottica del bruno o del verde) e decorare le arcate che, attualmente, appaiono eccessivamente spoglie.
 

Josto - Fregolina in rosso

Josto – Fregolina in rosso

 

Al nostro arrivo, al ristorante “Josto al Duomo”,  l’accoglienza è calorosa e formale al medesimo tempo. Da quel che capiamo la gestione è, almeno in parte, a carattere familiare. Il preparatissimo maître/titolare – inconfondibilmente il sosia del calciatore Pirlo – tradisce, sotto la folta barba, la sua giovane età, che comunque non gli impedisce di distinguersi per professionalità e savoir fair. A lui si affianca un altro giovane cameriere e due/tre ragazze che, con tutta probabilità, governano anche l’amministrazione dell’Hotel. Dobbiamo invero asserire che il servizio, pur di eccellente livello medio, durante il pranzo ha peccato di talune piccole veniali imperfezioni, quali non subitamente approvvigionare di pane il nostro tavolo, e il farci ritrovare, episodicamente, senza le dovute posate: poco male, Jesus ha saccheggiato il tavolo vicino! A tal proposito il maître, ci ha successivamente confidato che vi erano state alcune defezioni di personale dell’ultimo minuto, dispiacendosi di non aver potuto gestire sin dall’inizio le nostre comande, ed in particolar modo di non averci potuto indirizzare su una cernita di vini consona al nostro mangiare; cernita che, per la sciagurata avventatezza dello “Josto” Marrocu, si è rivelata, per certi versi, catastrofica!
 

Josto - Spaghettoni zucchine menta bottarga

Josto – Spaghettoni zucchine menta bottarga

 

La prima catastrofe dobbiamo attribuirla, in concorso di colpa, al voluminoso tomo che costituisce la carta dei vini presenti in cantina, e che ha confuso per eccessiva abbondanza l’inesperto Ingegnere. Infatti il buon Marrocu, non volendo considerare alcun consiglio, puntava deciso e a testa bassa su un DOC delle Dolomiti “Muller Thurgau” del 2012, cantine “Bolognani” di Lavis (TN), facendosi ingannare dall’errata attribuzione della gradazione sul menù. In realtà il nettare si rivelerà oltremodo leggero, considerando le cruditè di mare e i sapori decisi che saremmo andati di lì a poco ad affrontare. Terminata la bottiglia di Bolognani, a cavallo tra il primo ed il secondo assaggio di primi piatti, nuovamente, il cocciuto Ingegnere pretendeva di visionare la carta, comandando senza indugi un “Alsace Riesling” del 2009, delle cantine alsaziane (lato francese) Binner. Anche qui il fato si sarebbe dimostrato malandrino: le bottiglie dell’annata richiesta risultavano terminate, tanto da rendere indispensabile optare per una vendemmia due anni antecedente, il vino poi dimostrandosi eccessivamente liquoroso (per via probabilmente dell’ulteriore invecchiamento). Qui arriverà a nostra salvaguardia il maître che, per consentirci di sfruttare appieno il gusto del vino scelto, escogiterà un meraviglioso assaggio di formaggi assortiti.
 

Josto - Formaggi assortiti

Josto – Formaggi assortiti

 

Meravigliosa è la impagabile esplosione di gusto della proposta culinaria del “Josto”, che si manifesta con piatti ed ingredienti di primissima qualità,  tecnica di preparazione di altissimo livello e, al contempo, elaborazioni genuine e mai troppo complesse.
La prima portata è un plateau di cruditè di crostacei (gamberi e scampi) e carpacci di calamaro e dentice, impreziositi da una spolverata di pepe nero e germogli di (?) cipolla. Seguiva quindi un pedagogico assaggio “comparativo” di bottarga commerciale e casereccia (molto rara: aroma e gusto incredibili, avremo modo a fine pasto di constatarne la conservazione nel retrobottega dello shop!). La bottarga si accompagnava a buonissime lamelle di muggine affumicato, il tutto su letto di pane carasau impreziosito con un filo di olio d’oliva e i germogli di cui sopra. Gli antipasti terminavano con un impagabile polpo in doppia cottura, con deliziosa crema di limone e rucola, a compimento di un incredibile equilibrio tra il dolce e l’amaro: «questo piatto vale da solo la scampagnata!».
 

Josto - Torrone di Tonara

Josto – Torrone di Tonara

 


Identica la valutazione dei primi piatti. Dai sapori forti e genuini viriamo però, decisamente, verso l’equilibrio e la delicatezza. Partiamo con una fregolina (la pasta, ad onor del vero non ci è parsa artigianale) in rosso con pescato del giorno, dall’aspetto più simile ad una zuppa di pesce: gamberi, calamari, muggine e dentice. Piacevolissimo il gusto del sughetto, ben ponderato tra i sapori del pomodoro e del gambero. Il secondo “primo” era invece un piatto di “spaghettoni” (Jesus: «sarebbero stati meglio spaghettini, questi sono troppo grossi!») con zucchine, menta e bottarga vera.
 

Josto - Mostacciolo

Josto – Mostacciolo di Oristano

 

Come anticipato, a questo punto della ciccionata interviene il maître che ci propone, in luogo di un secondo piatto, un trittico di formaggi:  casizolu artigianale indigeno, fiore di Gavoi, Erborinato di Thiesi, accompagnati da ottima confettura di fichi. Marrocu «Se dobbiamo scegliere di morire per il colesterolo, questo è senza dubbio il modo migliore!».
Come avvicinamento ai dolci, irrompe la scenografica esposizione di un carrello con tagliere, mannaia e torrone di Tonara (vero anche questo, non di Dolianova!) che l’impavido Ingegner Marrocu ha divorato intingendo e leccandosi le dita, finanche davanti al maître: «lo faccio con onore!».
 

Tortino ai cereali e pistacchio

Tortino ai cereali

Josto - Apple crumble

Josto – Apple crumble

 

Impagabili i dessert che seguivano. Mostaccioli di Oristano per Jesus, disposti a mo’ di sandwich con gelato alla vaniglia e imbevuti nel vino, tortino ai cereali con gelato al pistacchio per l’Ing.Marrocu, apple crumble e vaniglia per il Raschione.
L’abbondante pranzo si concludeva quindi con dei caffè. La contrattazione degli amari, partita volutamente sul basso profilo («per me uno Stock 84») veniva presa in consegna dall’oculato maître che non poteva fare a meno di afferrare i burricchi per le orecchie: non ho quello che chiedete, ma ho qualcosa che potreste volere. Rum Caroni invecchiato dodici anni per il Raschione (non servito in bicchiere riscaldato come il burriccu senza essere in grado di apprezzare, amerebbe), cognac Martell XO Extra Old per Jesus e l’Ing. Marrocu.
L’esperienza qui si concludeva. Conto finale – da cui sono stati condonati amari e formaggi – 50€ cadauno, decisamente al di sotto del valore del pranzo appena consumato.

 

Se in quel di Oristano vi venite a trovare, e ricercate, di vostra abitudine, eccellenza e qualità, potete queste certamente cogliere in quel del ristorante “Josto al Duomo”. Una cucina orgogliosamente basata sulle tradizioni e su ingredienti del territorio, ma che riesce ad arrivare, nella fantasia dello chef e nell’offerta della cantina, fin oltre le sponde del nostro mare. Qualche piccolo difetto nel servizio, come indicato, dobbiamo identificarlo come episodico. Quattro burricchi.

 


VALUTAZIONE “Josto al Duomo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Josto al Duomo Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 34, Oristano
Telefono: 0783778061    [mostra in google maps]
 

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dic 29 2012

Evasioni Restaurant – Cagliari

 Scritto da Jesus | 28 commenti | Commenta

Evasioni - Interno

Evasioni – Interno

 

Chiudere gli occhi ed evadere. Quando la costrizione della parola è una insopportabile camicia di forza, i cui lacci stringono e soffocano l’espressione delle proprie passioni, solo escludendo lo sguardo della luce e la luce dal proprio sguardo, si riesce a tornare liberi.
Ci troviamo qui oggi, incatenati al peso dei nostri limiti, nell’impossibilità di esprimere ciò che nella sera di quest’ultimo Venerdì dell’A.J. MMXII, è riuscito ad accarezzare le nostre passioni e regalarci, per brevissimi e indimenticabili istanti, la nostra più sincera e vorace cupidigia alimentare.
Chiudere gli occhi e dischiudere le labbra: portare dentro di sé l’amore per la cucina, per evadere dalle proprie costrizioni, per sentire la luce pervadere il nostro buio, un istante prima di ritornare prigionieri di noi stessi.
Scappate dalla vostra prigione più buia – la susunkaggine – e abbandonatevi alla passione, perdio!
 

Evasioni - Antipasti di mare

Evasioni – Antipasti di mare

 

E’ tiepida la città verso la fine dell’anno. E’ nient’affatto gelida l’oscurità della notte, ma trovare il calore della luce, riflessa da un diamante stilizzato, fa piacere in quel della via Puccini. E’ questo il logo del ristorante “Evasioni” che, inciso sulla sua insegna, presidia il locale e si offre al libero spirito dei più temerari avventori.
Cagliari, ore 20.58. Un inspiegabilmente freddoloso ingegner Marrocu, già insiste sull’uscio del ristorante, per meglio ripararsi dal vento; il Raschione, poco distante, si produce nel suo stucchevole e vano tentativo di imporsi come fotografo. Jesus, invero, sta ancora percorrendo la via, non perché i due burricchi titolari siano lì convenuti con differenti mezzi di locomozione, ma perché lo stesso Raschione, poco tempo prima – dopo aver trovato un efficace e regolarissimo accomodo alla propria autovettura in Piazza S. Benedetto -, aveva manifestato tutta la sua costrizione verso i rigori della legge: «eja sono strisce bianche ma forse non è un parcheggio, la sposto più in là» … «questo è stretto ne vedo un altro» … «azz questa è zona carico e scarico, anche se è tutto chiuso, meglio cercare altrove». Risultato: Jesus che era disceso un attimo per bloccargli uno spazio miracolosamente libero, se l’è dovuta fare a piedi: burriccu!!!
 

Evasioni - Spaghetti al caffè

Evasioni – Spaghetti al caffè

 

L’”Evasioni Restaurant”, di recentissima apertura, si alloggia negli stessi spazi che in passato hanno ospitato il ristorante “Retrogusto”, recensito dai burricchi nel Maggio dello scorso anno. La struttura ovviamente rimane la stessa: un’unica sala, non troppo estesa, a cui si accede dopo aver superato il breve dislivello del vestibolo di ingresso. Rispetto alla gestione precedente, l’impatto estetico è più sobrio e meno ostentatamente elegante: le solide pareti sono per lo più spoglie e castigatamente tinteggiate di bianco. Un tocco di colore lo danno i moderni punti luce e i lampadari in cristallo, che fanciullescamente giocano con i riflessi del verde, del giallo e del viola, tonalità che spesso vengono riproposte nelle decorazioni floreali dei piatti. L’angolo sud della sala è impreziosita da una riproduzione pittorica della “Creazione” di Michelangelo (i rigori della legge ci impediscono di riportare il commento del Raschione sul particolare del “dito”), mentre le finestre laterali sono coperte da trasparenti organze rosso accese (perché non viola?). La composizione scenica complessiva – che a dire il vero non ci convince pienamente – si completa con alcuni mobili in stile rustico e con sedie e tovaglie color latte, elegantemente e romanticamente imbandite. Nota di merito anche per i servizi che, nonostante gli infissi da aula B1 (!) riescono ad apparire efficacemente di gran classe.
 

Evasioni - Paccheri al nero di seppia

Paccheri al nero di seppia

Evasioni - Raviolini di cernia

Raviolini di cernia

 

La giovane maître, che ci accoglie e ci fa accomodare (e che si fa carico dell’intero servizio del ristorante), è un raro esempio di professionalità, gentilezza ed empatia nei confronti dell’avventore. L’accento del nord non tradisce le origini sarde, mentre la preparazione, la gestualità e l’attenzione per i dettagli, sono pienamente in accordo con il suo curriculum (così come quello dello chef), ricco di ristoranti e hotel a 5 stelle; tant’è che, durante la serata, per un istante (ma poi è passato) Jesus si è sinceramente vergognato di essere un impenitente pedduzzone:

«Gli antipasti erano di vostro gradimento, signori?»
«Sticazzi!»
«Ehm, ha espresso bene il concetto».
 

Evasioni - Tonno scottato in crosta di sesamo nero

Evasioni – Tonno scottato in crosta di sesamo nero

 

Già da un primo sguardo al menù, ci accorgiamo che l’excursus culinario che avremmo di lì a poco affrontato, non sarebbe stato convenzionale. Jesus, con gli occhi pieni di luce, si impone facilmente nella scelta degli antipasti («prendiamo tutto!») mentre l’Ing.Marrocu si ribella allo strapotere del Raschione, relativamente alla cernita del vino, per poi – di fronte allo straordinario bouquet di etichette sarde, italiane e straniere, disponibili nella cantina – chiedere consiglio alla maître. Alla fine optiamo coraggiosamente per un vino bianco neozelandese: Sauvignon Blanc “Saint Clair” (Saint Clair Family Estate), medaglia d’oro nel 2011 al Mundus Vini (Germania) al Marlborough Wine Show, e al New Zealand International Wine Show. La stessa azienda vinicola ha vinto in passato numerosi riconoscimenti a livello mondiale. Ci sarebbe da disquisire a lungo sulla espressività dell’Ing.Marrocu in sede di verifica del vino, e dei relativi commenti di apprezzamento per il medesimo, ma penso che lascerò alle note a margine dei miei colleghi burricchi questo privilegio.
 

Evasioni - Dentice, insalata di cardoncello

Evasioni – Dentice, insalata di cardoncello

 

Entriamo invece nel merito delle pietanze assaporate, precedute da un prosecco di benvenuto, da un favoloso pre-antipasto e accompagnate, per l’intera serata, da deliziose (a dir poco) focacce con pomodoro secco, sfoglie di mais al sesamo, pane guttiau, bruschette all’olio e  panini fatti in casa: encroiables!
Evitando di corredare prolissamente, con mirabili quanto meritati aggettivi, ciascheduna singola pietanza, nello specifico il pre-antipasto era composto da: guanciale di Villagrande su nido di pasta Kataifi, tonno scottato al sesamo su scaglie di fiore sardo di Gavoi, crema di caprino con avocado.
Tutto era servito in tavola, su splendide porcellane bianche e sottopiatti di solida ardesia nera: chapeau!
 

Evasioni - Trancio di dentice marinato

Evasioni – Trancio di dentice marinato

 

Rigorosamente di mare, gli antipasti  si articolavano in tre differenti composizioni, le prime due di crudo. Giostra dei crudi di mare, con: branzino; ostriche della Bretagna; tartara di salmone e avocado; tartara di tonno su focaccia salata, filetto di tonno rosso, filetto crudo di cernia.
Tiepido mosaico di mare e aria di barbabietola, disegnato con piccoli tasselli di salmone, tonno e cernia, conditi con grano di sale nero e accompagnati da buonissimi capperi di Selargius, oltre ché da una spettacolare ed inarrivabile spuma di barbabietola: «Ma la barbabietola di solito fa schifo, come diavolo è riuscito a farla così buona????».
 Astice nudo, cotto, sgusciato e accomodato su nido di pasta Kataifi, impreziosito da scaglie di fiore sardo di Gavoi, e accompagnato da buonissimi carciofi confit di San Sperate. Sul palato, il gusto intenso dell’astice ci è sembrato divinamente “violento”!
 

Evasioni - Dessert

Evasioni – Dessert

 

Primi piatti. Non scendono la qualità delle materie prime, l’originalità e la presentazione, con i primi piatti proposti: spaghetti al caffè con crema ai ricci di mare e nuvola di zenzero per il Raschione Ettore; ravioli sporcati al saraceno, con ripieno di cernia e rana pescatrice, datteri e fonduta di formaggio “Casizolu” per Jesus; “mare nero” con paccheri al nero di seppia, ripieni di tartara di seppia per l’Ing. Marrocu. L’inappuntabile e raffinato allestimento dei piatti, potete ben valutarlo voi stessi, mentre dobbiamo segnalare – unico piccolo appunto di tutta la cena – la presenza di un lieve eccesso di sale (almeno per il nostro gusto personale) nel condimento della pasta, elemento in linea con la tradizione culinaria del Nord.
Secondi piatti. Nonostante le pietanze fino a lì ingurgitate, i Burricchi non potevano perdere l’occasione di assaggiare le ulteriori strepitose delizie, che la superlativa cucina del ristorante poteva e voleva offrire: tonno scottato in crosta di sesamo nero, accompagnato da baby melanzane e fiori di guanciale di Villagrande; tranci di dentice, leggermente marinato al timo e cardamomo su vellutata di zucca, accompagnato da caviale nero di alghe; dentice cotto a bassa temperatura con insalata di cardoncello (cordolin’e petza) e spuma di caprino. «Che Iddio li abbia in gloria»!
 

Evasioni - Panini fatti in casa

Panini fatti in casa

Evasioni - Dolcetti

Evasioni – Dolcetti

 

I dessert non erano da meno. Tortino al caffè 100% arabico, ganache al cioccolato e perla verde; Soffice di castagne con cialda alle nocciole e salsa al mandarino di Villasor; crema di caco servita su conchiglia di caco ghiacciato; buonissima crema di mascarpone, offerta dallo chef. Il tutto è stato accompagnato da un gradevolissimo moscato delle cantine di Dolianova.
Sul finale, i caffè di Jesus e Marrocu, i liquori artigianali Milanesi alla liquirizia per Marrocu e il Raschione, e il mistico liquore al pistacchio assaggiato da Jesus (e con la forza dagli altri due burricchi, tanto da dover richiedere un bis compensativo) sono stati supportati da ulteriori nuove delizie offerte: pastiglie di anice e menta; tortini dolci di zucca; pasticcini di pastafrolla; piccoli tartufini e sfogliatine: impagabili.
Costo complessivo della serata 76€ cadauno, assolutamente giustificati per la qualità eccezionale della cucina e per tutto il ben di dio che i Triumviri hanno opulentemente consumato.

Ambientazione elegante, servizio di elevatissimo livello; materie prime di primissima qualità attinte dalla migliore tradizione sarda e ricette che, per originalità, tecnica di preparazione e presentazione, vanno ben oltre le normali consuetudini a cui siamo avvezzi. Rispetto alla media dei ristoranti che di solito visitiamo, siamo su di un altro pianeta. Come sottolineato dall’Ing.Marrocu: «non abbiamo (quasi) mai mangiato così bene». Considerato che (tra mille difficoltà) hanno aperto da pochi giorni, e che chef e maître sono meno che trentenni, tutto questo ci pare incredibile: chapeau!
Cinque meritati burricchi.
 


VALUTAZIONE “Evasioni Restaurant”: Cinque Burricchi.
Ristorante Evasioni Indirizzo: Via Puccini 23/A, Cagliari
Telefono: 3272305534    [mostra in google maps]
 

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dic 22 2012

The Show Kitchen – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Show Kitchen - Interno

Show Kitchen – Interno

 

Venerdi, 21 dicembre 2012. Profezie legate a maldestre interpretazioni new age del calendario di talune civiltà precolombiane vorrebbero un nuovo capitolo dell’umanità, secondo scenari di radicali trasformazioni, sia spirituali, tramite rivelazione divina a mezzo del profeta Jesus, sia strutturali, a causa di combinazioni eventi più roboanti della prosa del Triumvirato più famoso del Cagliaritano, più catastrofici di una recensione da un burriccu senza orecchio, più imprevedibili delle cugurre di certi ipertrcotici somari. Il problema della conservazione della specie imponeva un’accurata scelta di quadrupedi campione da proteggere e far salire nell’Arca di Noè che, in quella serata, li avrebbbe salvati. Il destino volle che il traghettatore della situazione, da buon democristiano, chiedesse una quota per il viaggio, richiesta non accordata per una parsimoniosa parte della carovana iniziale che preferì soccombere piuttosto che fuggire al proprio inesorabile destino. Ma the show must go on e il viaggio prosegue. A bordo i tre somari titolari e due graditissime ospiti, entrambi concorrenti del concorso Vinci una giornata da burriccu, Marianna e Melissa.

Show Kitchen - Ajoshi

Show Kitchen – Ajoshi

 

In questa ambientazione da Armageddon cagliaritano, manca poco alle 21:00 quando i due burricchi titolari Jesus ed Ettore convergono, secondo una inedita variazione al protocollo logistico che vede l’utilizzo di due vettori distinti, al fine di tutelare la sicurezza di parte delle nostre ospiti dalla maldestra guida di condottieri poco pratici, oltre che l’equilibrio globale della serata da fastidiose pressioni (ahiò movidindi!.. tengu pressi ca…!!), a pochi metri dalla destinazione designata per il consueto show alimentare del fine settimana: The Show Kitchen appunto, nella centralissima via Roma. Ineccepibile la puntualità dell’ottanta percento dei partecipanti, con un Ettore che inganna i pochi minuti di attesa in versione ombrellina da MotoGP per riparare dalla pioggia una delle preziose ospiti, Marianna che cerca di evitare interazioni con un losco individuo dal palese aspetto di pusher navigato che, in realtà, altro non era che Jesus. Il consueto ritardo dell’Ing. Marrocu, a seguito contattato e insultatato per questo a dovere da chi Vi scrive, non ha impedito alla compagnia di entrare e dare inizio alla ciccionata.

Show Kitchen - Tagliere salumi formaggi

Show Kitchen – Tagliere salumi formaggi

 

Straordinario l’impatto ambientale: l’ampia porta a vetri all’ingresso scopre un esclusivo lounge cafè con un lungo bancone nero che percorre in lunghezza l’intera sala, di fronte al quale, lungo la parete, sono alloggiati eleganti tavoli con sgabelli. In fondo alla sala, proprio di fronte all’ingresso delle cucine, una elegante scala conduce alla sala principale del piano superiore, ove veniamo condotti da una gentilissima e sempre sorridente cameriera. Una sensazione di opulenza e cura dei dettagli isinuava subito il dubbio di un consistente impatto economico della serata, con un po’ di rammarico per l’assenza di taluni parsimoniosi e previsti ospiti.

Show Kitchen - Risotto basmati

Risotto basmati

Show Kitchen - Ravioli di cernia

Ravioli di cernia

 

La sala superiore è piuttosto ampia, e qui si concentrano una serie di ampli tavoli di diverse geometrie, elegantemente approntati con tovaglie e sedie color crema, cristalli da vino, ampie lampade sferiformi d’atmosfera. La cornice è si complessivamente raffinata, disegnata con ampie vetrate e pannelli color cremisi ma, secondo il nostro personalissimo gusto, l’accostamento tra il grigio topo e il bianco delle pareti squadrate (senza particolari arricchimenti decorativi di supporto), riconduce l’impressione estetica ad una dimensione non pienamente definita ed espressa, così come, vi anticipiamo, avremo modo di riscontrare nella composizione di talune pietanze che abbiamo assaporato. Degna di nota è la saletta privata, confinata esternamente da un muro di vetro, ed arredata con un sesquipedale televisore al plasma. Lo stesso spazio, è dedicato ad alloggiare il guardaroba del ristorante, particolare che ci pare alquanto curioso e incompatibile con la proposta riservatezza del confino.

Show Kitchen - Salmone in crosta di pistacchi

Show Kitchen – Salmone in crosta di pistacchi

 

Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da una maître/sommelier e da altre due giovani cameriere. Veniamo fatti accomodare in un elegante tavolo rotondo, impreziosito dall’illuminazione soffusa di una candela protetta da apposito globo. Sempre nell’attesa del recidivo ritardatorio Ing. Marrocu, ci viene offerto un calice di ottimo prosecco come aperitivo. Dopo quindici minuti (leggi: diecianni!!), con l’arrivo dell’ipotricotico burriccu, possiamo cominciare. L’offerta della cucina è perfettamente in linea con l’impegnativo nome del locale e propone sia interessanti interpretazioni della cucina etnica in chiave nostrana, sia una rivisitazione dei prodotti tipici isolani secondo inusuali e persino bizzarre ricette. Su consiglio dell’esperta Melissa, decidiamo di accompagnare inizialmente il pasto con uno straordinario DOCG Hysony della cantina Pedra Majore di Calangianus, servito con l’immancabile rito dell’assaggio performato dall’ Ing. Marrocu, sotto lo sguardo divertito della sommelier che ne ammirava le maldestre movenze e le frasi insensate.

Show Kitchen - Filetto di tonno

Show Kitchen – Filetto di tonno

 

La scelta degli antipasti è uno strano accostamento tra un tagliere di salumi nostrani, composto da guanciale (impreziosito da una marmellata di frutti di bosco), prosciutto, salsiccia di cinghiale, pecorino con diversi gradi di stagionatura, servito su un letto di pane carasau, decorato con gocce di aceto balsamico, e una interpretazione cagliaritana del soushi chiamato Ajoshi, composto da cubetti di riso con philadelphia, cernia e semi di sesamo, involtino di alga con riso, tonno e zucchine, filetto di tonno crudo, cubetto di tonno con riso e vinaigrette di peperoni, accompagnato da salsa di soia e wasabi. A parte l’inopportuno accostamento, imputabile al nostro bizzarro ipertricotico burriccu, la resa dei piatti ci è sembrata non esaltante, sebbene l’ajoshi risultasse al sottoscritto più gradevole del classico soushi.

Show Kitchen - Gelato al pistacchio cioccolato amarene

Show Kitchen – Gelato al pistacchio, liquore

 

A seguire arrivano i primi piatti: ottimo riso basmati con calamari e gamberi per Marianna e Jesus, ravioli di cernia alla crema di ricci e verdure per i rimanenti commensali, risultati molto meno gradevoli, soprattutto per un palese difetto di temperatura, difetto che ha costretto lo sfacciato Ing. Marrocu a richiedere un ulteriore riscaldamento del piatto; richiesta accolta con sollecitudine dal personale che, in realtà, ha provveduto a far preparare per il nostro indisciplinato burriccu una nuova porzione, con la soddisfazione di tutti i commensali per l’encomiabile gesto, soddisfazione subito rientrata per il ripresentarsi dello stesso difetto segnalato: e torrada!!..

Show Kitchen - Foresta nera con panna e amarene

Foresta nera

Show Kitchen - Panna cotta

Panna cotta

 

Nel frattempo, all’esaurimento della prima bottiglia, si decide di continuare con un vino della stessa cantina, un ottimo DOCG I Graniti, con opportuno cambio dei calici, previa esplicita richiesta dell’attenta sommelier. Nell’attesa per la preparazione dei secondi piatti, Melissa stupisce i compagni con un graditissimo omaggio di dolci preparati da sè artigianalmente: non ci sono parole per descrivere la gioia di tutti, soprattutto per qulalche susunku che ha pensato di sfruttare l’occasione per evitare di aggiungere un dessert al conto finale.

Show Kitchen - Dolcetti preparati da Melissa

Show Kitchen – Dolci preparati da Melissa

 

In poco tempo giungono al tavolo due porzioni di salmone in crosta di pistacchi, accompagnato da una composta di cipolle di Tropea e da melanzane arrosto con aceto balsamico, e tonno al lime e cocco, accompagnato da una insalata di finocchi e arance. In linea con il resto dei piatti, i secondi non soddisfano pienamente le aspettative richiamate dai bizzarri accostamenti. In particolare sembra mancare la giusta continuità tra i diversi sapori, probabilmente ottenibile con trattamenti più elaborati degli ingredienti di base prima della cottura. Non completamente gratificati dal percorso culinario, i commensali provano comunque a scommettere sui dessert. Interessante, come del resto lo è stata per gli altri piatti, la proposta: gelato al pistacchio, cioccolato, amarena per Jesus e Marrocu, selva nera con biscotto, cioccolato, panna, amarene e sciroppo di amarene pe Ettore e Melissa, mentre Marianna, affidandosi a San beta galattosidasi decide per la panna cotta al cioccolato e sciroppo di frutti di bosco. Hanno accompagnato il momento uno straordinario Tokaterra di Cherchi per Ing. Marrocu e Melissa, un ottimo Muscadeddu delle cantine Dettori per chi Vi scrive. La cena si è conclusa con caffè per Jesus, Melissa, Marrocu, un Montenegro per Marianna e un liquore di liquirizia Myrsine per Ettore.
Costo della esperienza: 49,50€ cad. burriccu, da ritenersi complessivamente adeguato alla qualità del servizio offerto, soprattutto per quanto riguarda i vini e i liquori con cui è stata accompagnata la serata.

Una eccellente ambientazione, l’attenzione a molti dettagli come la sala privata insonorizzata, l’eleganza dei servizi igienici (veramente encomiabile in questo caso), arredati, tra l’altro, in sintonia cromatica col maglione del sottoscritto, unite ad un servizio, professionale e puntuale, sebbene ci saremmo aspettati maggiore attenzione nella comunicazione su piatti che avrebbero potuto provocare problemi per particolare intolleranze di qualcuno dei nostri commensali, rappresentano il punto di forza di un locale il cui nome propone di sorprendere, soprattutto con la cucina. Ma è proprio la cucina il punto dolente riscontarto in questa esperienza: ricette bizzarre e interessanti, interpretate però in modo non pienamente soddisfacente. Ciascun piatto è risultato sempre a metà per sapore. Molto Show e poca umiltà: ci chiediamo se la eventuale proposta di ricette più semplici abbia lo stesso impatto. In ogni caso, in virtù delle enormi potenzialità dimostrate, dalla attenzione per i dettagli e la presumibile volontà di correzione dei difetti, mi sento comunque di proferire un giudizio più che sufficiente: tre burricchi – – – (2,60).

VALUTAZIONE “The show kitchen”: Tre Burricchi.
Ristorante The show kitchen Indirizzo: Via Roma 68/D, Cagliari
Telefono: 0706848567 [mostra in google maps]
 

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dic 1 2012

Ristorante Antica Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Antica Cagliari - Ingresso

Antica Cagliari – Ingresso

 

Cessu Cagliari Antica, non so se venirti a trovare, e discendere per il Castello fin giù alla Marina, da Stampace risalire verso il Colle, accarezzando le tue ruvide vie, incontrando mille ruvide voci di mille ruvidi volti, che qui le strade hanno tinto, di sudore e futura nostalgia, di lavoro ed incondizionato amore.
Cessu Antica Cagliari, non so se venirti a trovare, alzarmi dal mio letto di noia, calpestare le tue altezzose vie, incontrare mille rigidi volti, dipinti con mille sorrisi già spenti, per cercare, tra i tuoi infiniti e colorati anfratti, l’ultimo vero caldo piacere, che questo Autunno ancora può  regalarmi. Per favore, non deludermi.
 

Antica Cagliari – Interno

 

I propositi di Jesus, il pomeriggio dell’ultimo Venerdì del mese, nelle ultime ore di votazione del grande concorso “Vinci una giornata da Burriccu“, erano bellicosi. L’auriga della serata sarebbe stato questa volta il Raschione Ettore, e il burriccu già divisava di consumare una razione extra di cibarie e vino, a discapito dei prossimi futuri commensali. L’Ingegner Marrocu aveva già manifestato certezza, nel conferire sulla sua presenza, ma il malfidato Raschione, memore della defezione della settimana prima, ancora attendeva riscontri.
Alle ore 21 in punto, con due terzi dei burricchi già di fronte al locale, partiva la telefonata minatoria: «Ingegnere dove c… si trova???».  «Esattamente dietro di lei!». Espletati i rapidi convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
 

Antica Cagliari – Antipasti

 

L’”Antica Cagliari” è un ristorante intelligentemente affacciato sulla popolata “Via Sardegna” nel quartiere “La Marina”, punto focale e strategico del turismo cagliaritano. L’accattivante insegna, l’elegante menu a colonna e la pioggia di luci che illumina l’ingresso, invogliano il cliente ad entrare.
L’interno, si presenta come un lindo corridoio rettangole che, dal vestibolo di ingresso, dapprima si allunga con una zona bar laterale, per poi proseguire articolato in due file di piccoli tavoli quadrati, fino a raggiungere una seconda e meno longilinea sala; in questo piacevole anfratto – sapientemente decorato con pareti in pietra -, trovano alloggio una bella credenza rustica, una bandierina tricolore, suppellettili di vario tipo, e la foto celebrativa in bianco e nero, del Cagliari 1969/70. Evidentemente anche questa, è un’antichità da ricordare e preservare! Tutta la copertura superiore del locale, è poi dominata da travi in grezzo legno scuro, disposte alternativamente e trasversalmente lungo il corridoio. Nondimeno possiamo apprezzare, un cromaticamente equilibrato pavimento in finto parquet.
 

Antica Cagliari - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

Tonno alla catalana

 

La seconda sala appare ben più intima ed accogliente, rispetto alla regolare asetticità della prima, mentre, voltando lo sguardo verso l’ingresso,  si può scorgere una lunga scala che porta al piano superiore. Nonostante si possa immaginare che questa conduca ad un ulteriore livello di tavoli, il simpatico signore continentale, che ci ha interpellato dal balconcino che dà sulla strada poco prima del nostro congedo, ha fugato ogni dubbio: «wè, scusate, sapete per caso quanto ha fatto il Milan?»
 

Antica Cagliari - Linguine scampi porcini

Linguine scampi porcini

Antica Cagliari - Fregola ai crostacei

Fregola ai crostacei

Linguine all’astice

 

Al nostro ingresso veniamo accolti da un personale nutrito e gentile, già indaffarato a dimenarsi tra i numerosi avventori presenti e gli aspiranti tali: «mi spiace signori, è tutto esaurito già da ieri!»
La preventiva prenotazione, a nome di un fantomatico sig. X che sempre tutela, inconsapevolmente, il nostro prezioso anonimato, ci garantiva l’accesso alla sala scortati, fino al nostro tavolo, da una giovane e parecchio graziosa cameriera, efficiente perno portante del servizio, che possiamo certamente elogiare come impeccabile e attento. Oltre che dalla gentile signorina – in elegante livrea nera -, siamo stati assistiti da un più sbrigativo giovanotto addetto alle comande, e da quello che presumiamo essere il maître/gestore del locale.
 

Antica Cagliari – Grigliata mista

 

Dopo esserci gozzovigliati con i gustosi panini e “carasau” portati al tavolo, prendiamo visione del menù che, in accordo con il nome e la filosofia del ristorante, presenta un assortimento di pietanze tipiche della cucina cagliaritana, senza lasciare spazio a tralignanti interpretazioni o a fantasie particolari. Velocemente ordiniamo la carrellata di antipasti di mare, arricchiti da una zuppa di cozze in luogo dalla fritturina mista proposta dal cameriere; a seguire, tripartiamo la comanda su tre differenti primi, affidando all’evolversi degli eventi, la possibilità eventuale di consumare poi un secondo piatto. Vino scelto dal Raschione, un superbo IGT “Iselis” delle cantine Argiolas degustato, con il consueto impatto scenico, dall’Ing.Marrocu:
«Chi è l’esperto?» «L’ingegnere. Entrambi le classificazioni sono comunque discutibili!» A seguire, un prolungato quanto insensato “fare il figo” del Raschione, con improbabili domande in stile Trivial Pursuit, buttate sul tavolo ex-abrupto, senza una motivazione apparente: «Lei sa dove si trova la città di Sanah?». Marrocu: «è facile saperlo, dopo che si è guardato “alle falde del kilimangiaro” ieri sera!»
 

Antica Cagliari - Sebada miele arance

Antica Cagliari – Sebada miele arance

 

Gli antipasti arrivano velocemente, forse troppo, tanto da far avanzare l’ipotesi che non siano preparati sul momento. La verifica termica e la qualità non particolarmente brillante delle pietanze, danno credito a questa ipotesi:  insalata di gamberi con carote e cipolle, un po’ troppo fredda; insalata di polpo, buono ma non morbidissimo; dozzinale insalata di mare, con cozze, seppie, polpo e condimento simil-giardiniera particolarmente acido; buone cozze primavera con prezzemolo e pomodorini, anche se troppo ricche di condimento anziché di mitili; tonno alla catalana con cipolle e pomodori, per terminare con una zuppa di cozze nella quale il sapore del frutto di mare veniva irrimediabilmente alterato da un fastidioso eccesso di (ri)cottura, mentre il sugo si manteneva comunque piuttosto gustoso.
 

Panna cotta

Semifreddo al torroncino

 

Ottimi e abbondanti dobbiamo giudicare, invero, i primi piatti, arrivati in tempi più ragionevoli: linguine agli scampi e porcini per il Raschione; fregola (non artigianale) ai crostacei con gamberi e scampi per Jesus; linguine all’astice per l’Ing.Marrocu.
Ancora non paghi e incerti sul giudizio, i burricchi richiedevano una grigliata mista, quantificata in due porzioni da dividere in tre, e articolata in: due gamberi (buoni), due orate (piuttosto anonime) e due seppiette (eccessivamente cotte).
Piuttosto controverso anche il giudizio sul dessert: buona sebada al miele (millefiori) e arance per il Raschione, semifreddo al torroncino e caramello per l’Ing.Marrocu, mediocre panna cotta con caramello per Jesus.
Due caffè, una grappa barricata per Jesus e due liquori alla liquirizia (Eclisse) per gli altri burricchi concludevano la cena. Costo complessivo: 53€ cadauno, assolutamente ingiustificati e in disaccordo con la qualità delle pietanze assaporate, più tollerabili in funzione della professionalità del servizio. Registriamo inoltre, che tale costo non si è ugualmente distribuito sui commensali perché l’ing.Marrocu, volendo pagare con la sua appariscente “American Express”, dopo aver  acquisito le quote dei suoi colleghi, maggiorate della giusta mancia,  ha poi “inspiegabilmente” disatteso di elargire la medesima al pur meritevole personale.

Ambientazione elegante e gradevole, servizio puntuale ed attento; i punti deboli dell’”Antica Cagliari”, sono però la superficialità del menù e la qualità della cucina – solo a tratti interessante -, che mediamente risulta ben lontana dalla eccellenza. Due burricchi con menzione speciale per il servizio.

 


VALUTAZIONE “Antica Cagliari”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Antica Cagliari Indirizzo: Via Sardegna 49, Cagliari
Telefono: 0707340198 [mostra in google maps]
 

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giu 3 2012

Ristorante Kaika – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kaika - Piazza Yenne

Kaika – Piazza Yenne

 

All’ora in cui il sole è già spento, per questo angolo del Regno, e i colori del crepuscolo s’affogano nei primi deliqui alcolici della sera, si sente scivolare, oltre il muoversi delle onde e il bruciare dell’orizzonte, il rinnovarsi del circolo dell’esistenza, l’incandescente espressione del veloce rincorrersi della vita che, a Oriente, nel medesimo istante, si manifesta con il vermiglio levar del sole.
Prigioniero del suo scarlatto Impero, regna colui che nei secoli si è incarnato sovrano celeste (天皇), custode del divino Mistero e dell’unità del suo popolo.
Il nono Tennō, che imperscrutabilmente lega il suo destino con la più occidentale tradizione asinina, Roba no chōsen (ロバの挑戦), è l’imperatore Kaika (開化), le cui gesta si perdono oramai nel tempo, e la cui storia si confonde inevitabilmente con la leggenda.
Qui si legano, con un taumaturgico filo d’oro, le prodezze di antichi Samurai del “Sol levante”, con l’interminabile epopea di tre onorevoli burricchi.
 

Kaika - Interno

Kaika – Interno

 

Per raccontar qui, le nuove gesta dei mitologici orecchiuti guerrieri, partiamo oggi, a seimila chilometri di distanza dalla terra nipponica, dal luogo simbolo dello svago e del ludico piacere cagliaritano: la Piazza Yenne, dedicata all’Ettore che costruir la volle, con il suo piccolo obelisco cilindrico, che partendo dal suo frequentato basamento, spinge lo sguardo verso le più alte e lontane stelle.
A pochi metri dal centro della piazza, nella rumorosa confusione della giovanile ed economa agorà casteddaia, compare, rassicurante e accogliente, l’ingresso del ristorante Kaika (rivisitazione, in realtà, del desulese Caìcca, Francesca, ndr.).
Ad Accompagnare Jesus, il Raschione Ettore, e l’Ingegner Marrocu, in questa ennesima avventura, la docile e muliebre compagnia del binomio MV, contrazione e declinazione del tripolo iniziale AMV, subitamente sgretolatosi per non ben limpidissime ragioni.
 

Kaika - Aragostelle

Kaika – Aragostelle

 

Il ristorante, di recente apertura, al suo interno è caratterizzato da una atmosfera sobria e raffinata. La non spaziosissima sala, si estende longitudinalmente lungo un elegante corridoio, occasionalmente interrotto da piccoli anfratti laterali. Nel primo e più ampio anfratto, che accoglie l’asinina comitiva, sono alloggiati due tavoli signorilmente e misuratamente approntati, un piccolo bancone da bar e una feritoia che dà sulla cucina. La sinossi scenica dell’ambiente, si sviluppa con la bella volta ad arco – da cui spiovono raffinati lampadari di cristallo -, con pareti in perlato bianco, decori in pietra chiara, con uno splendido pavimento grigio e con ben dosati effetti luce. Le uniche critiche che possiamo muovere all’allestimento complessivo, sono relative alla lunga parete principale, forse eccessivamente spoglia, nella quale compare un’unico riferimento visivo, all’origine orientale del nome del ristorante.

Kaika - Insalata di cernia

Kaika – Insalata di cernia

Kaika - Cozze primavera

Kaika – Cozze primavera

Kaika - Insalata di polpo con patate

Kaika – Insalata di polpo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Impreziosire gli spazi con un bell’arazzo in seta, avrebbe forse dato più consistenza all’atmosfera. Inoltre segnaliamo che, per effetto del vistoso impianto di condizionamento in acciaio, e per la particolare acustica della sala da pranzo, durante la serata si possono raggiungere momenti di caotica confusione, allorquando vi siano parecchi co-avventori presenti.

Kaika - Involtini di peperone

Kaika – Involtini peperone

Kaika - Ostriche e cozze crude

Kaika – Ostriche e cozze

Kaika - Cozze gratinate

Kaika – Cozze gratinate

 

 

 

 

 

 

 

 

Kaika - Zuppetta di cozze

Kaika – Zuppetta di cozze e arselle

 

Il servizio all’interno del locale, è garantito da un numero piuttosto consistente di camerieri, mentre altri colleghi sono deputati all’assistenza degli avventori presenti all’esterno, nei tavolini allestiti sulla piazza.
Dopo una breve attesa, cagionata probabilmente dalla incomprensione sul difetto della sesta commensale, i Donkey possono finalmente contrattare il canovaccio alimentare della serata.
L’esordio, inevitabile ricade su un assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC, delle cantine Argiolas.
Registriamo qui un deficit dell’assistenza, in merito al rituale della mescita del vino, e sulla mancata proposta di alloggiamento del medesimo, in un adeguato rifugio isotermico. Da questo punto di vista, il personale dovrebbe essere meglio istruito, dal caposala responsabile. Nel resto della serata, invero, i tempi della cucina e il servizio sono apparsi rapidi, puntuali ed attenti.
 

Kaika - Fregola con arselle

Kaika – Fregola con arselle

 

La serie di otto (sette più uno, a sopresa) antipasti si sono dimostrati oltremodo abbondanti, nonché di buona – a tratti eccellente -, fattura. La non comune ouverture, con gustose aragostelle in salsina di limone, ha stimolato non poco il palato appetitosamente casalingo di Jesus. Seguivano poi una (ahimè piuttosto anonima) insalata di cernia con olive, pomodori e sedano, ottime cozze primavera (affogate in una sovrabbondanza di pomodorini), buona insalata di polpo con patate, delicatissimi involtini di peperone con filetto di alice e capperi su letto di radicchio, succulente ostriche e cozze crude, per finire con una fantastica zuppetta di cozze e arselle, su un “cuscino” di pane carasau lievitato: sublime! Come già accennato, alle sette portate previste, si è poi aggiunto un piatto di buone cozze gratinate. Piacevolmente registriamo, inoltre, la gradevolezza dei panini e grissini speziati, fatti in casa, distribuiti per tutto l’incedere della cena: buonissimi!
 

Kaika - Spaghetti ai ricci

Kaika – Spaghetti ai ricci

Kaika - Linguine all'astice

Kaika – Linguine all'astice

 

Se gli antipasti si sono rivelati piuttosto abbondanti, in termini di quantità – anche per effetto della istintuale inappetenza femminile, che ha costretto i tre Triumviri agli straordinari – i primi piatti hanno evidenziato porzioni al di là un salubre umano appetito, tanto da precludere ogni possibilità di loro termine: spaghetti ai ricci di mare fuori stagione (inevitabilmente abbattuti, per effetto del corrente blocco biologico) per Jesus e il Raschione Ettore, linguine all’astice per l’Ing.Marrocu, fregola con le arselle (piuttosto buone, anche se suggeriremmo l’utilizzo di fregola artigianale) per il binomio MV.
 

Kaika - Sorbetto al limone

Kaika – Sorbetto al limone

 


Esclusa qualsivoglia possibilità di ingerire ulteriori cibi solidi, per un inspiegabile e colpevole difetto di appetito – per il quale solo la calda e faticosa giornata ormai estiva, appare come una lontana giustificazione – i Triumviri ordinavano congiuntamente un sorbetto al limone, poi rivelatosi particolarmente gustoso. Null’altro invero, per le gentili ospiti. La cena si concludeva quindi con dei caffè, tre liquori alla liquirizia (Barman liquirizia “LIQ”) e una grappa barricata per Jesus. Costo finale del pasto, 40€ cadauno, da giudicarsi adeguato, in funzione della splendida ambientazione, della cucina di buon livello, e di un servizio complessivamente all’altezza.

 

Il ristorante “Kaika”, nonostante risenta di taluni difetti di gioventù, che abbiamo puntualmente segnalato, si presenta con una ambientazione raffinata ma non impegnativa, proponendo una cucina di buon livello, in linea con la migliore tradizione cagliaritana. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Kaika”: Tre Burricchi.
Ristorante Kaika Indirizzo: Piazza Yenne 29, Cagliari
Telefono: 0708588471 [mostra in google maps]

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