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dic 1 2012

Ristorante Antica Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Antica Cagliari - Ingresso

Antica Cagliari – Ingresso

 

Cessu Cagliari Antica, non so se venirti a trovare, e discendere per il Castello fin giù alla Marina, da Stampace risalire verso il Colle, accarezzando le tue ruvide vie, incontrando mille ruvide voci di mille ruvidi volti, che qui le strade hanno tinto, di sudore e futura nostalgia, di lavoro ed incondizionato amore.
Cessu Antica Cagliari, non so se venirti a trovare, alzarmi dal mio letto di noia, calpestare le tue altezzose vie, incontrare mille rigidi volti, dipinti con mille sorrisi già spenti, per cercare, tra i tuoi infiniti e colorati anfratti, l’ultimo vero caldo piacere, che questo Autunno ancora può  regalarmi. Per favore, non deludermi.
 

Antica Cagliari – Interno

 

I propositi di Jesus, il pomeriggio dell’ultimo Venerdì del mese, nelle ultime ore di votazione del grande concorso “Vinci una giornata da Burriccu“, erano bellicosi. L’auriga della serata sarebbe stato questa volta il Raschione Ettore, e il burriccu già divisava di consumare una razione extra di cibarie e vino, a discapito dei prossimi futuri commensali. L’Ingegner Marrocu aveva già manifestato certezza, nel conferire sulla sua presenza, ma il malfidato Raschione, memore della defezione della settimana prima, ancora attendeva riscontri.
Alle ore 21 in punto, con due terzi dei burricchi già di fronte al locale, partiva la telefonata minatoria: «Ingegnere dove c… si trova???».  «Esattamente dietro di lei!». Espletati i rapidi convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
 

Antica Cagliari – Antipasti

 

L’”Antica Cagliari” è un ristorante intelligentemente affacciato sulla popolata “Via Sardegna” nel quartiere “La Marina”, punto focale e strategico del turismo cagliaritano. L’accattivante insegna, l’elegante menu a colonna e la pioggia di luci che illumina l’ingresso, invogliano il cliente ad entrare.
L’interno, si presenta come un lindo corridoio rettangole che, dal vestibolo di ingresso, dapprima si allunga con una zona bar laterale, per poi proseguire articolato in due file di piccoli tavoli quadrati, fino a raggiungere una seconda e meno longilinea sala; in questo piacevole anfratto – sapientemente decorato con pareti in pietra -, trovano alloggio una bella credenza rustica, una bandierina tricolore, suppellettili di vario tipo, e la foto celebrativa in bianco e nero, del Cagliari 1969/70. Evidentemente anche questa, è un’antichità da ricordare e preservare! Tutta la copertura superiore del locale, è poi dominata da travi in grezzo legno scuro, disposte alternativamente e trasversalmente lungo il corridoio. Nondimeno possiamo apprezzare, un cromaticamente equilibrato pavimento in finto parquet.
 

Antica Cagliari - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

Tonno alla catalana

 

La seconda sala appare ben più intima ed accogliente, rispetto alla regolare asetticità della prima, mentre, voltando lo sguardo verso l’ingresso,  si può scorgere una lunga scala che porta al piano superiore. Nonostante si possa immaginare che questa conduca ad un ulteriore livello di tavoli, il simpatico signore continentale, che ci ha interpellato dal balconcino che dà sulla strada poco prima del nostro congedo, ha fugato ogni dubbio: «wè, scusate, sapete per caso quanto ha fatto il Milan?»
 

Antica Cagliari - Linguine scampi porcini

Linguine scampi porcini

Antica Cagliari - Fregola ai crostacei

Fregola ai crostacei

Linguine all’astice

 

Al nostro ingresso veniamo accolti da un personale nutrito e gentile, già indaffarato a dimenarsi tra i numerosi avventori presenti e gli aspiranti tali: «mi spiace signori, è tutto esaurito già da ieri!»
La preventiva prenotazione, a nome di un fantomatico sig. X che sempre tutela, inconsapevolmente, il nostro prezioso anonimato, ci garantiva l’accesso alla sala scortati, fino al nostro tavolo, da una giovane e parecchio graziosa cameriera, efficiente perno portante del servizio, che possiamo certamente elogiare come impeccabile e attento. Oltre che dalla gentile signorina – in elegante livrea nera -, siamo stati assistiti da un più sbrigativo giovanotto addetto alle comande, e da quello che presumiamo essere il maître/gestore del locale.
 

Antica Cagliari – Grigliata mista

 

Dopo esserci gozzovigliati con i gustosi panini e “carasau” portati al tavolo, prendiamo visione del menù che, in accordo con il nome e la filosofia del ristorante, presenta un assortimento di pietanze tipiche della cucina cagliaritana, senza lasciare spazio a tralignanti interpretazioni o a fantasie particolari. Velocemente ordiniamo la carrellata di antipasti di mare, arricchiti da una zuppa di cozze in luogo dalla fritturina mista proposta dal cameriere; a seguire, tripartiamo la comanda su tre differenti primi, affidando all’evolversi degli eventi, la possibilità eventuale di consumare poi un secondo piatto. Vino scelto dal Raschione, un superbo IGT “Iselis” delle cantine Argiolas degustato, con il consueto impatto scenico, dall’Ing.Marrocu:
«Chi è l’esperto?» «L’ingegnere. Entrambi le classificazioni sono comunque discutibili!» A seguire, un prolungato quanto insensato “fare il figo” del Raschione, con improbabili domande in stile Trivial Pursuit, buttate sul tavolo ex-abrupto, senza una motivazione apparente: «Lei sa dove si trova la città di Sanah?». Marrocu: «è facile saperlo, dopo che si è guardato “alle falde del kilimangiaro” ieri sera!»
 

Antica Cagliari - Sebada miele arance

Antica Cagliari – Sebada miele arance

 

Gli antipasti arrivano velocemente, forse troppo, tanto da far avanzare l’ipotesi che non siano preparati sul momento. La verifica termica e la qualità non particolarmente brillante delle pietanze, danno credito a questa ipotesi:  insalata di gamberi con carote e cipolle, un po’ troppo fredda; insalata di polpo, buono ma non morbidissimo; dozzinale insalata di mare, con cozze, seppie, polpo e condimento simil-giardiniera particolarmente acido; buone cozze primavera con prezzemolo e pomodorini, anche se troppo ricche di condimento anziché di mitili; tonno alla catalana con cipolle e pomodori, per terminare con una zuppa di cozze nella quale il sapore del frutto di mare veniva irrimediabilmente alterato da un fastidioso eccesso di (ri)cottura, mentre il sugo si manteneva comunque piuttosto gustoso.
 

Panna cotta

Semifreddo al torroncino

 

Ottimi e abbondanti dobbiamo giudicare, invero, i primi piatti, arrivati in tempi più ragionevoli: linguine agli scampi e porcini per il Raschione; fregola (non artigianale) ai crostacei con gamberi e scampi per Jesus; linguine all’astice per l’Ing.Marrocu.
Ancora non paghi e incerti sul giudizio, i burricchi richiedevano una grigliata mista, quantificata in due porzioni da dividere in tre, e articolata in: due gamberi (buoni), due orate (piuttosto anonime) e due seppiette (eccessivamente cotte).
Piuttosto controverso anche il giudizio sul dessert: buona sebada al miele (millefiori) e arance per il Raschione, semifreddo al torroncino e caramello per l’Ing.Marrocu, mediocre panna cotta con caramello per Jesus.
Due caffè, una grappa barricata per Jesus e due liquori alla liquirizia (Eclisse) per gli altri burricchi concludevano la cena. Costo complessivo: 53€ cadauno, assolutamente ingiustificati e in disaccordo con la qualità delle pietanze assaporate, più tollerabili in funzione della professionalità del servizio. Registriamo inoltre, che tale costo non si è ugualmente distribuito sui commensali perché l’ing.Marrocu, volendo pagare con la sua appariscente “American Express”, dopo aver  acquisito le quote dei suoi colleghi, maggiorate della giusta mancia,  ha poi “inspiegabilmente” disatteso di elargire la medesima al pur meritevole personale.

Ambientazione elegante e gradevole, servizio puntuale ed attento; i punti deboli dell’”Antica Cagliari”, sono però la superficialità del menù e la qualità della cucina – solo a tratti interessante -, che mediamente risulta ben lontana dalla eccellenza. Due burricchi con menzione speciale per il servizio.

 


VALUTAZIONE “Antica Cagliari”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Antica Cagliari Indirizzo: Via Sardegna 49, Cagliari
Telefono: 0707340198 [mostra in google maps]
 

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set 17 2011

Ristorante Ada – San Sperate

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Ada - Interno

Ada – Interno Ing. Marrocu, Raschione Ettore

 

«E LA ADA SI VIDE DIVISA DA ALE».
«E MAI, ADA, LA DAI A ME»!  (*)

Scusandoci innanzitutto per le due palindrome didascalie, che propongono, con irriverente audacia, i verosimili pensieri che potrebbero folgorare tra le asinine orecchie di due evergreen Triumviri ufficiali – Ing. Marrocu (men noto Ale) e Raschione Ettore – con lo scorgere una qualsiasi figura femminile, ivi trasfigurata e sinteticamente con-figurata dal palindromo ADA, nonché rendendo venia alle vicine e lontane amiche e fan, che tal bel nome per la loro vita portano, iniziamo la disanima del ristorante di quest’oggi.

Ada - Insalata di Mare Burrida Cernia

Ada – Insalata di Mare, Burrida, Carpaccio di cernia

 

E la iniziamo, codesta lunga disamina, in terra lontana; navigando nella notte sul bastimento – la pacchiana 150 cv di Jesus – carica di burricchi, che risale il rio ss 130 e i suoi affluenti, fino ad attraccare su una banchina della centrale Via Cagliari, suggestivo porto e approdo storico del Paese di San Sperate.
Santu Sparau, terra ricca di storia d’antichissima memoria, di arte, di cultura, di splendidi murales, di attenzione per l’ambiente, per l’agricoltura biologica e sinergica, per la buona tavola, e non povera di persone che riescono a indirizzare e concentrare tutto questo, in un’unica ristretta e splendida agorà alimentare,
che di tutta una città riesce a diventare simbolo e prezioso monile.
E’ un monile indistinto, poco sgargiante, forse nascosto o perduto tra i solchi, nella terra di un orto cresciuto e curato con le idee e i precetti delle coltivazioni rispettose dei delicati e fragili equilibri della natura.

Ada - Mustela Cardi selvatici Melanzane

Ada – Mustela rucola e grana, Cardi selvatici, Melanzane

 

Il monile di cui si parla, è il Ristorante, Bar, Pizzeria – Art-Caffè Ada, per l’appunto, sito in Via Cagliari, nella cittadina di San Sperate, a una ventina di km da Cagliari stessa.
L’impressione d’impatto, all’ingresso del locale verso le 21.05 di Venerdì sera, non è a dire il vero entusiasmante.
Varcata la soglia del ristorante ci si imbatte subito nel piccolo bancone del Bar, dove alcuni ebbri avventori indigeni, interagiscono empaticamente
(ed ovviamente empiricamente) con le graziose ed indaffaratissime cameriere, che a dire il vero non sembrano curarsene più di tanto.

Ada - fichi d'india Peperoncini Provola e Pere

Ada – Fichi d'india, Peperoncini, Provola e Pere

 



All’interno del locale possiamo individuare due piccole sale laterali. La prima, abbastanza convenzionale, con ampi tavoli squadrati in legno e tinteggiatura uniforme, è quella in cui inizialmente ci fanno accomodare, giusto di fronte all’ingresso della cucina.
Su questo ultimo dettaglio Jesus, non gradendo il frenetico viavai del personale, si impunta e pretende una collocazione più adeguata.  Il giovane gestore/proprietario, anziché provvedere ad assestare un colpo di remo risolutivo, sulla schiena al capriccioso presidente burriccu, volentieri asseconda la sua richiesta.

Ada - Antipasti Fritti

Ada – Verdure Fritte

 

La sala seconda è di per sé una piccola perla incastonata nel monile ma, ahimè, longitudinalmente sfigurata da alcuni elementi di dubbio gusto.
Strutturalmente appare, parimenti alla prima, come un largo corridoio, arredata e decorata con splendide sedie e tavoli in vetro e ferro battuto, bei lampadari a goccia, sgargianti pareti bicromatiche – color verde e arancio accesi, assegnati in maniera esclusiva a ciaschedun lato – che fanno da sfondo a numerose ed accattivanti opere pittoriche neo-futuriste, dell’artista locale Raffaele Muscas.  Da Segnalare due splendide tele con trasfigurazioni antropomorfe, dai tratti sinuosi e delicati, accostate alla spigolosità di irregolari strutture in pietra, forse a rappresentare due diversi modi di percepire la spiritualità umana, al cospetto della cruda realtà della Madre Terra.

Ada - Ravioli all'arancia

Ada – Ravioli all'arancia

 

Tale mostra d’arte permanente – le opere sono in vendita, come sottolineato dall’originale sottopiatto di carta – è solo una delle numerose iniziative culturali, didattiche, alimentari, di cui il ristorante Ada è catalizzatore. Per maggiori informazioni, vi rimandiamo al loro non aggiornatissimo sito internet.
Questa sensibilità per l’arte e la cultura non ha però impedito, allo sconsiderato designer, di deturpare una così piacevole ambientazione, disponendo su una parete terminale della sala degli orribili frigoriferi per le bevante e, sul lato opposto, una vistosa TV LCD. Censura grave!

Ada - Ravioli carciofi e ricci

Ada – Ravioli carciofi e ricci di mare

 


Il servizio, soprattutto all’inizio della serata, è particolarmente lento e approssimativo. Il gestore è l’unico autorizzato a prendere le ordinazioni per cui, data la sua naturale gentilezza e predisposizione all’interazione con il cliente, impiega circa 10 anni prima di avvicinarsi al tavolo dei burricchi dove, un irrequieto e intollerante Jesus, aveva già riempito di insulti il Raschione Ettore per la scelta della location: «spero che siamo venuti a casino per qualcosa!»
Inevitabile scegliere gli antipasti, che nel menu sono di terra e di mare. Almeno riguardo quelli di terra, diciamo subito che, per la quasi totalità, gli ingredienti sono di produzione diretta del ristorante, o dei patner collegati. Produzione, come su accennato, di origine sinergica (“biologica estrema” come definita dal proprietario).

Ada - Ravioli branzino e asparagi

Ada – Ravioli branzino e asparagi

 

Ordiniamo il vino dalla immensa cantina di vini e birre artigianali superiori (il numero  indicato di cinquecento è da verificare!): un bianco vermentino Tuvaoes DOC delle cantine Cherchi di Usini, che arriva giusto contemporaneamente ai primi antipasti, tanto da creare un qualche scompiglio organizzativo sul nostro tavolo.
Purtuttavia, è bastato un primo assaggio per far scomparire ogni sorta di intolleranza ambientale.
Gli antipasti sono, seppure non elaborati, genuili, particolari e assolutamente sopra la media in termini di bontà assoluta finale.

Ada - Parfait

Ada – Parfait

 



Su gradevoli porcellane, ben geometricamente distribuiti, venivano serviti: insalata di polpi, cozze e gamberi, delicatissima burrida, carpaccio di cernia alla catalana con sedano e pomodorini tritati, cardi selvatici,  melanzane arrosto con cipolline in agrodolce, mustela (lonza di maiale) con rucola e grana, peperoncini ripieni alla crema di tonno, deliziosi involtini di fico d’india con prosciutto crudo, eccezionali pere con provola affumicata. Gli antipasti si concludevano con una serie di particolarissime verdure fritte, dai sapori spiccatamente selvatici ed autunnali: frittelle di foglie di salvia e formaggio; frittelle di spinaci, fiori di zucca e, per concludere, polpettine di carne. Deliziose.

Ada - Tiramisù alla pesca

Ada – Tiramisù alla pesca

 

Diciamo, a questo punto, che la cena è stata scandita dalle periodiche “uscite”, verbali e logistiche, da parte dell’Ing.Marrocu:

«Ma secondo voi è normale dimenticarsi il portafogli a casa quando si esce?».
«Beh, per un susunku sì, è normale!»

Dopo gli antipasti, ai burricchi veniva proposto un concordato trittico di ravioli, prodotti artigianalmente: ravioli all’arancia (deliziosi), ravioli ai carciofi e ricci di mare (ottimi nonostante non fosse stagione di ricci), ravioli al branzino e asparagi. Assolutamente ineccepibili!

Ada - Tuvaoes

Ada – Tuvaoes

 


In virtù dell’abbondanza dei primi, oltre ché della decina di antipasti assaggiati, e visto che i tempi della cena stavano ormai protraendosi verso le tre ore, i Donkey sceglievano di passare direttamente al dessert.
Anche questi, artigianalmente preparati, non tradivano le attese: semifreddo “Parfait” alle pesche per l’Ing.Marrocu, tiramisù alla pesca – che di tiramisù aveva poco o niente, ma comunque buonissimo! – per Jesus e il Raschione Ettore.
Con un semplice caffè per Jesus e due eccellenti liquori alla liquirizia per i rimanenti commensali, terminava quindi la cena.
Costo complessivo, 38€ cadauno, da giudicarsi ben adeguato, se non in difetto di alcuni euro per la qualità di quanto assaggiato.

La qualità della cucina – ed in particolare degli ingredienti – del ristorante Ada, è assolutamente da segnalare per rare genuinità ed eccellenza, con riferimento specifico alle modalità di approvvigionamento delle materie prime.

Assolutamente da vivere, inoltre, le iniziative artistico/culturali di contorno all’attività metabolica.
Meno positivi, invero, l’organizzazione del servizio e i plateali difetti di ambientazione, che trattengono il ristorante dal diventare un punto di riferimento assoluto e inestimabile diamante della ristorazione isolana.
Comunque, una meta imprescindibile per chi è amante della cucina più genuina e ricercata.

(*) palindromi liberamente tratti da questa pagina


VALUTAZIONE “Ada”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Ada Indirizzo: Via Cagliari 21, San Sperate – CA
Telefono: 0709600972    [mostra in google maps]
 

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lug 30 2011

Trattoria Deidda – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Trattoria Deidda – Interno

 

Sabato di fine Luglio. La mattinata non è assolatissima e il risveglio di Jesus, prematuramente destato dagli indecifrabili SMS della donna del presidente (per maggiori dettagli potete vedere qui), è uno psicodramma a cavallo tra la metamorfosi kafkiana e il meno letterariamente nobile: «chi sono, dove mi trovo? cosa tutto avrò bevuto ieri … ?!?».
Ore 12.45. Il Raschione Ettore, nell’ombra ed al fresco della sua dimora, dopo essersi dedicato alla soluzione delle equazioni di Maxwell al contorno della propria toilette, ed aver speso parecchie energie per trovare un onorevole compromesso sui problemi di politica internazionale, si propone di affrontare un ben più alto e gravoso impegno: identificare un ristorante pronto ad accogliere i Triumviri ufficiali, manchevoli del terzo significativo elemento, l’Ing. Marrocu che preferiva, nell’occasione, difettarsi dall’insindacabile dovere primario di burriccu e dedicarsi a più effimere e ludiche attività estive. Da escludere inoltre il “contorno” di qualsivoglia satellite della galassia àinina, per effetto di una improvvisa e globalizzante politica di strisciante, pestilenziale susunkaggine.

Trattoria Deidda – Antipasti di mare


«Pronto? Salve, è possibile prenotare un tavolo per due? … Sì a nome di Marrocu, Ing. Marrocu … verso le 13.30».

«Ma a pranzo? Ahah, no siamo chiusi, dal 28 Luglio apriamo solo per cena».

«Ah bene, mi dica se ho ben compreso. Arriva l’alta stagione, il centro è pieno di turisti affamati e voi chiudete tutti i giorni a pranzo ??? Scienziati! Arrivederci! … tu tu tuuu».

Senza voler tornare su una polemica e una battaglia combattuta più volte su queste pagine, consigliamo vivamente al giovane neo sindaco della municipalità di Cagliari – presunta e sedicente città turistica – di prendersi qualche giorno di ferie al fine di visitare, come tanti suoi coetanei, il seducente capoluogo catalano di Barcellona, con l’intendimento di verificare personalmente se in questo periodo dell’anno, a qualsiasi ora del giorno o della notte, sia possibile individuare un solo locale con le saracinesche abbassate, onde prendere spunto sui criteri di assegnazione e di revoca delle licenze ai dinamici ristoratori di casa nostra.

Trattoria Deidda – Zuppa di Cozze, Polpo


Ore  13.05. Non essendo stato possibile bloccare telefonicamente un tavolo in alcun ristorante del cagliaritano, Jesus si presenta comunque di fronte all’abitazione del Raschione con la sua 150 cavalli. Destinazione la via Sardegna, unico, inestimabile e inesauribile serbatoio di piccoli accoglienti ristoranti – generalmente aperti – della città.
Dopo un breve camminare longo la via, la scelta è compiuta. Trattoria Deidda, locale ormai storico del quartiere della Marina, non distante dall’esteticamente discutibile sede della Regione Sardegna.
L’interno della trattoria si presenta, architettonicamente parlando, con un oblungo corridoio, esteso tra l’ingresso e la zona cucina; “a vista”, non per effetto di un’ampia vetrina ma per la porta di accesso, perennemente e fastidiosamente aperta.

Trattoria Deidda – Orecchiette arselle bottarga


Splendide arcate in pietra, sapienti rifiniture di probabile recente fattura, punti luce ottimamente studiati, renderebbero l’ambiente finanche raffinato e romantico a dispetto dell’appellativo di “trattoria”, se non fosse per alcuni elementi di distorsione quali: appariscente frigorifero delle bevande in bella vista, bancone da latteria utilizzato come ripostiglio al centro della sala e colore delle tovaglie, decisamente in contrapposizione caco-cromatica rispetto alle eleganti tonalità delle pareti. Parallelamente alla sala principale, un ampio corridoio gemello rende le capacità ricettive della trattoria particolarmente invitanti, anche per occasionali numerose tavolate.
Pochi gli avventori presenti – tutti probabilmente abituali – il servizio in sala è garantito da un’unica graziosa cameriera, particolarmente gentile e alla mano, anche se a tratti piuttosto sbrigativa.

Trattoria Deidda – Orata e seppiette arrosto


I due Biumviri superstiti ordinavano quindi gli antipasti di mare misti. Dalla esigua cantina del ristorante, sceglievano un vermentino di Gallura DOCG Aristana, particolarmente buono ma purtroppo servito eccessivamente caldo – nonostante una preventiva quanto azzardata latenza nel congelatore – data l’impossibilità di disporre di un semplice cestello del ghiaccio.
Ottima e degna di nota invece la qualità degli antipasti.
Gustosissimi granchi bolliti, salmone a tranci preparato alla catalana con olio e cipolle, gianchetti fritti su salsina di pomodori secchi,  polpo marinato (meno convincente), ed infine una eccellente zuppa di cozze, con scarpetta finale sul superbo e salatissimo sughetto di fondo. Assolutamente ineccepibile quindi la genuinità e la qualità delle pietanze, meno encomiabili invece abbondanza e presentazione estetica dei piatti, evidentemente … da trattoria.

Trattoria Deidda – Sebada al miele


Sulla falsariga degli antipasti, è il primo piatto, scelto dai burricchi: due ottime e ben presentate porzioni di orecchiette arselle e bottarga, la cui unica rimarcabile lacuna, potrebbe essere individuata nella difettante quantità dell’olio impiegato per il condimento, apparso buonissimo ma forse eccessivamente asciutto.
Eccellente la qualità delle seppiette arrosto e dell’orata, che hanno rappresentato l’inevitabile coronamento del pranzo degli affamati Biunviri, che anzi avrebbero ben gradito la presenza di una seconda orata, anziché dover dividere e divisare competitivamente la medesima.
Il pasto si concludeva con una sebada al miele (di media qualità) per il Raschione e un (pessimo) sorbetto al limone per Jesus.
Con l’appendice di caffè e liquore alla liquirizia per Ettore, terminavano quindi le ostilità.
Costo complessivo cadauno 38€, per l’occasione interamente finanziato dal  Raschione Ettore – al fine di compensare e contrastare le recenti ed eclatanti attività sperequative di Jesus -, da ritenersi un 10-15% superiore rispetto al giusto dovuto.
Chi volesse provare la cucina della Trattoria Deidda, stia pur certo di trovare un ambiente gradevole e conviviale e finanche alcuni piatti di pregevole fattura, con particolare riferimento alla genuinità e alla qualità degli ingredienti. Meno consigliato, per chi invece dovesse ritenersi un amante degli ambienti raffinati, dei piatti ben presentati o esiga, da parte del servizio, una maniacale attenzione per i dettagli.



VALUTAZIONE “Trattoria Deidda”: Due Burricchi.
Trattoria Deidda Indirizzo: Via Sardegna 100, Cagliari
Telefono: 070663668    [mostra in google maps]
 

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