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dic 22 2012

The Show Kitchen – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Show Kitchen - Interno

Show Kitchen – Interno

 

Venerdi, 21 dicembre 2012. Profezie legate a maldestre interpretazioni new age del calendario di talune civiltà precolombiane vorrebbero un nuovo capitolo dell’umanità, secondo scenari di radicali trasformazioni, sia spirituali, tramite rivelazione divina a mezzo del profeta Jesus, sia strutturali, a causa di combinazioni eventi più roboanti della prosa del Triumvirato più famoso del Cagliaritano, più catastrofici di una recensione da un burriccu senza orecchio, più imprevedibili delle cugurre di certi ipertrcotici somari. Il problema della conservazione della specie imponeva un’accurata scelta di quadrupedi campione da proteggere e far salire nell’Arca di Noè che, in quella serata, li avrebbbe salvati. Il destino volle che il traghettatore della situazione, da buon democristiano, chiedesse una quota per il viaggio, richiesta non accordata per una parsimoniosa parte della carovana iniziale che preferì soccombere piuttosto che fuggire al proprio inesorabile destino. Ma the show must go on e il viaggio prosegue. A bordo i tre somari titolari e due graditissime ospiti, entrambi concorrenti del concorso Vinci una giornata da burriccu, Marianna e Melissa.

Show Kitchen - Ajoshi

Show Kitchen – Ajoshi

 

In questa ambientazione da Armageddon cagliaritano, manca poco alle 21:00 quando i due burricchi titolari Jesus ed Ettore convergono, secondo una inedita variazione al protocollo logistico che vede l’utilizzo di due vettori distinti, al fine di tutelare la sicurezza di parte delle nostre ospiti dalla maldestra guida di condottieri poco pratici, oltre che l’equilibrio globale della serata da fastidiose pressioni (ahiò movidindi!.. tengu pressi ca…!!), a pochi metri dalla destinazione designata per il consueto show alimentare del fine settimana: The Show Kitchen appunto, nella centralissima via Roma. Ineccepibile la puntualità dell’ottanta percento dei partecipanti, con un Ettore che inganna i pochi minuti di attesa in versione ombrellina da MotoGP per riparare dalla pioggia una delle preziose ospiti, Marianna che cerca di evitare interazioni con un losco individuo dal palese aspetto di pusher navigato che, in realtà, altro non era che Jesus. Il consueto ritardo dell’Ing. Marrocu, a seguito contattato e insultatato per questo a dovere da chi Vi scrive, non ha impedito alla compagnia di entrare e dare inizio alla ciccionata.

Show Kitchen - Tagliere salumi formaggi

Show Kitchen – Tagliere salumi formaggi

 

Straordinario l’impatto ambientale: l’ampia porta a vetri all’ingresso scopre un esclusivo lounge cafè con un lungo bancone nero che percorre in lunghezza l’intera sala, di fronte al quale, lungo la parete, sono alloggiati eleganti tavoli con sgabelli. In fondo alla sala, proprio di fronte all’ingresso delle cucine, una elegante scala conduce alla sala principale del piano superiore, ove veniamo condotti da una gentilissima e sempre sorridente cameriera. Una sensazione di opulenza e cura dei dettagli isinuava subito il dubbio di un consistente impatto economico della serata, con un po’ di rammarico per l’assenza di taluni parsimoniosi e previsti ospiti.

Show Kitchen - Risotto basmati

Risotto basmati

Show Kitchen - Ravioli di cernia

Ravioli di cernia

 

La sala superiore è piuttosto ampia, e qui si concentrano una serie di ampli tavoli di diverse geometrie, elegantemente approntati con tovaglie e sedie color crema, cristalli da vino, ampie lampade sferiformi d’atmosfera. La cornice è si complessivamente raffinata, disegnata con ampie vetrate e pannelli color cremisi ma, secondo il nostro personalissimo gusto, l’accostamento tra il grigio topo e il bianco delle pareti squadrate (senza particolari arricchimenti decorativi di supporto), riconduce l’impressione estetica ad una dimensione non pienamente definita ed espressa, così come, vi anticipiamo, avremo modo di riscontrare nella composizione di talune pietanze che abbiamo assaporato. Degna di nota è la saletta privata, confinata esternamente da un muro di vetro, ed arredata con un sesquipedale televisore al plasma. Lo stesso spazio, è dedicato ad alloggiare il guardaroba del ristorante, particolare che ci pare alquanto curioso e incompatibile con la proposta riservatezza del confino.

Show Kitchen - Salmone in crosta di pistacchi

Show Kitchen – Salmone in crosta di pistacchi

 

Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da una maître/sommelier e da altre due giovani cameriere. Veniamo fatti accomodare in un elegante tavolo rotondo, impreziosito dall’illuminazione soffusa di una candela protetta da apposito globo. Sempre nell’attesa del recidivo ritardatorio Ing. Marrocu, ci viene offerto un calice di ottimo prosecco come aperitivo. Dopo quindici minuti (leggi: diecianni!!), con l’arrivo dell’ipotricotico burriccu, possiamo cominciare. L’offerta della cucina è perfettamente in linea con l’impegnativo nome del locale e propone sia interessanti interpretazioni della cucina etnica in chiave nostrana, sia una rivisitazione dei prodotti tipici isolani secondo inusuali e persino bizzarre ricette. Su consiglio dell’esperta Melissa, decidiamo di accompagnare inizialmente il pasto con uno straordinario DOCG Hysony della cantina Pedra Majore di Calangianus, servito con l’immancabile rito dell’assaggio performato dall’ Ing. Marrocu, sotto lo sguardo divertito della sommelier che ne ammirava le maldestre movenze e le frasi insensate.

Show Kitchen - Filetto di tonno

Show Kitchen – Filetto di tonno

 

La scelta degli antipasti è uno strano accostamento tra un tagliere di salumi nostrani, composto da guanciale (impreziosito da una marmellata di frutti di bosco), prosciutto, salsiccia di cinghiale, pecorino con diversi gradi di stagionatura, servito su un letto di pane carasau, decorato con gocce di aceto balsamico, e una interpretazione cagliaritana del soushi chiamato Ajoshi, composto da cubetti di riso con philadelphia, cernia e semi di sesamo, involtino di alga con riso, tonno e zucchine, filetto di tonno crudo, cubetto di tonno con riso e vinaigrette di peperoni, accompagnato da salsa di soia e wasabi. A parte l’inopportuno accostamento, imputabile al nostro bizzarro ipertricotico burriccu, la resa dei piatti ci è sembrata non esaltante, sebbene l’ajoshi risultasse al sottoscritto più gradevole del classico soushi.

Show Kitchen - Gelato al pistacchio cioccolato amarene

Show Kitchen – Gelato al pistacchio, liquore

 

A seguire arrivano i primi piatti: ottimo riso basmati con calamari e gamberi per Marianna e Jesus, ravioli di cernia alla crema di ricci e verdure per i rimanenti commensali, risultati molto meno gradevoli, soprattutto per un palese difetto di temperatura, difetto che ha costretto lo sfacciato Ing. Marrocu a richiedere un ulteriore riscaldamento del piatto; richiesta accolta con sollecitudine dal personale che, in realtà, ha provveduto a far preparare per il nostro indisciplinato burriccu una nuova porzione, con la soddisfazione di tutti i commensali per l’encomiabile gesto, soddisfazione subito rientrata per il ripresentarsi dello stesso difetto segnalato: e torrada!!..

Show Kitchen - Foresta nera con panna e amarene

Foresta nera

Show Kitchen - Panna cotta

Panna cotta

 

Nel frattempo, all’esaurimento della prima bottiglia, si decide di continuare con un vino della stessa cantina, un ottimo DOCG I Graniti, con opportuno cambio dei calici, previa esplicita richiesta dell’attenta sommelier. Nell’attesa per la preparazione dei secondi piatti, Melissa stupisce i compagni con un graditissimo omaggio di dolci preparati da sè artigianalmente: non ci sono parole per descrivere la gioia di tutti, soprattutto per qulalche susunku che ha pensato di sfruttare l’occasione per evitare di aggiungere un dessert al conto finale.

Show Kitchen - Dolcetti preparati da Melissa

Show Kitchen – Dolci preparati da Melissa

 

In poco tempo giungono al tavolo due porzioni di salmone in crosta di pistacchi, accompagnato da una composta di cipolle di Tropea e da melanzane arrosto con aceto balsamico, e tonno al lime e cocco, accompagnato da una insalata di finocchi e arance. In linea con il resto dei piatti, i secondi non soddisfano pienamente le aspettative richiamate dai bizzarri accostamenti. In particolare sembra mancare la giusta continuità tra i diversi sapori, probabilmente ottenibile con trattamenti più elaborati degli ingredienti di base prima della cottura. Non completamente gratificati dal percorso culinario, i commensali provano comunque a scommettere sui dessert. Interessante, come del resto lo è stata per gli altri piatti, la proposta: gelato al pistacchio, cioccolato, amarena per Jesus e Marrocu, selva nera con biscotto, cioccolato, panna, amarene e sciroppo di amarene pe Ettore e Melissa, mentre Marianna, affidandosi a San beta galattosidasi decide per la panna cotta al cioccolato e sciroppo di frutti di bosco. Hanno accompagnato il momento uno straordinario Tokaterra di Cherchi per Ing. Marrocu e Melissa, un ottimo Muscadeddu delle cantine Dettori per chi Vi scrive. La cena si è conclusa con caffè per Jesus, Melissa, Marrocu, un Montenegro per Marianna e un liquore di liquirizia Myrsine per Ettore.
Costo della esperienza: 49,50€ cad. burriccu, da ritenersi complessivamente adeguato alla qualità del servizio offerto, soprattutto per quanto riguarda i vini e i liquori con cui è stata accompagnata la serata.

Una eccellente ambientazione, l’attenzione a molti dettagli come la sala privata insonorizzata, l’eleganza dei servizi igienici (veramente encomiabile in questo caso), arredati, tra l’altro, in sintonia cromatica col maglione del sottoscritto, unite ad un servizio, professionale e puntuale, sebbene ci saremmo aspettati maggiore attenzione nella comunicazione su piatti che avrebbero potuto provocare problemi per particolare intolleranze di qualcuno dei nostri commensali, rappresentano il punto di forza di un locale il cui nome propone di sorprendere, soprattutto con la cucina. Ma è proprio la cucina il punto dolente riscontarto in questa esperienza: ricette bizzarre e interessanti, interpretate però in modo non pienamente soddisfacente. Ciascun piatto è risultato sempre a metà per sapore. Molto Show e poca umiltà: ci chiediamo se la eventuale proposta di ricette più semplici abbia lo stesso impatto. In ogni caso, in virtù delle enormi potenzialità dimostrate, dalla attenzione per i dettagli e la presumibile volontà di correzione dei difetti, mi sento comunque di proferire un giudizio più che sufficiente: tre burricchi – – – (2,60).

VALUTAZIONE “The show kitchen”: Tre Burricchi.
Ristorante The show kitchen Indirizzo: Via Roma 68/D, Cagliari
Telefono: 0706848567 [mostra in google maps]
 

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ago 21 2010

Ristorante St.Remy – Cagliari

 Scritto da Jesus | 13 commenti | Commenta

St.Remy – Chiesa S.Rosalia

 

In uno degli scorci più belli della Cagliari storica, gli ormai (per questo felicemente rassegnati) Biumviri, visitano uno dei ristoranti più interessanti del loro già corposo itinerario, tenuto per le strade e lungo i percorsi della buona cucina; è il ristorante St.Remy, poco distante dall’omonimo celeberrimo monumento (Bastione) della città.
Nel vicolo traverso alla nota via Torino, giusto in fronte alla splendida chiesa quattrocentesca di Santa Rosalia, – chiusa ai turisti come d’obbligo – fregiatasi nel suo recente passato dello regale stemma sabaudo, incede con passo lento l’ombra familiare del Raschione Ettore, che si appropinqua, affrontando una breve e ripida pendenza, verso l’uscio del ristorante.
Questa favolosa prospettiva, regalata dall’imperioso Tempio, nell’intento di elevare a noi lo spirito, esprime la penosa rappresentazione di un’evanescente ombra effimera, nei nostri pensieri idealmente trasposta in quella del burriccone Pg, ormai lontano ed inutile ricordo di un glorioso passato.

St.Remy – Interno


Ai fan che ancora si chiedono le ragioni di tale prolungato difetto, noncuranti delle teatrali e commiserevoli rappresentazioni di comodo del soggetto, possiamo solo dire che l’EX Triumviro Pg ha scelto di lasciarsi rinchiudere nella sua prigione dorata da 2790 euro/mese (volendo essere generosi) da cui, come suo solito, avrà già preventivato di scappare alla prima occasione per lui conveniente.
In attesa che ciò avvenga, con conseguenti, tragiche e poco lungimirantemente previste conseguenze, faccio appello ai nostri lettori perché dall’interno del loro stesso movimento, nasca presto una figura capace di sostituire definitivamente il burriccone nel suo ruolo di Triumviro.
Una figura nobile e autorevole, che si dimostri fedele e costante nel tempo, che abbia innate doti di personalità, sicurezza, lealtà, iniziativa e amore per la verità. Caro fan economicamente facoltoso, abbiamo bisogno di te! Diventa tu il nuovo Triumviro! Uiuontiu!!

St.Remy – Gamberi ananas, Insalata di polpi fritti



Conclusosi questo lungo quanto doloroso preambolo, eccoci dentro il ristorante St.Remi. L’ambientazione è splendida. L’interno molto curato, le atmosfere elegantemente rustiche; un
uso sapiente delle rifiniture in pietra crea il giusto equilibrio con il contesto strutturale, che ha il sapore di una vecchia cantina scavata nel tufo. Vecchie bottiglie di vino, disposte su alcune mensole e altri suppellettili in tema marinaresco, completano finemente le decorazioni. Scorgiamo piccole nicchie appartate e altre sale più spaziose e accoglienti. Luci ben dosate, tavoli eleganti e luccicanti posate d’argento. Superbe!

St.Remy – Polpette di pesce spada



Unica nota stonata – è proprio il caso di dirlo -,  la musica diffusa nel locale, certamente e inspiegabilmente non in tema. Una suadente suonata classica o una ballata soft-jazz – a costo zero – avrebbero reso l’atmosfera impagabile. Misteri del buon gusto.
Ci accoglie una gentilissima ed efficiente cameriera che, con i suoi formalismi un po’ forzati ed acerbi, tradisce una probabile recente formazione alberghiera. Ci fa accomodare in una delle piccole sale appartate e ci offre delle ottime olive nostrane, pane e grissini come stuzzichini. Nonostante non siano espressamente previsti nel menù, ordiniamo un assaggio di antipasti di mare. All’esordio, ci accorgiamo subito che non si tratterà delle solite pietanze convenzionali di inizio pasto.
Iniziamo con una originalissima fantasia di gamberi, ananas, rucola e basilico  (sorprendente nell’accostamento di sapori) e una altrettanto strabiliante insalata di polpi fritti.  Jesus redarguisce il Raschione che accenna a miscelare frettolosamente le varie vivande, vanificando i raffinati dosaggi dello chef.

St.Remy – Cozze e areselle alla marinara



Proseguiamo con delle altrettanto originali e gustosissime polpette di pesce spada, adagiate su un letto di buona lattuga; segue un più abituale – ma non per questo meno squisito – assaggio di polpo marinato. Gli antipasti si concludono con uno scenografico ed abbondante piatto di cozze e arselle alla marinara, notevoli per la delicatezza ed il sapore del sughetto che le accompagnava.
Dobbiamo sicuramente sottolineare che, a parte l’originalità, la qualità e la squisitezza di ciascuna delle portate presentate (ognuna accompagnata dalle proprie posate d’argento), il dosaggio delle medesime è risultato adeguato e intelligente. Adeguato perché i due burricchi hanno potuto ritenersi appagati e quantitativamente soddisfatti; intelligente perché non si è sconfinato nell’eccesso (che a volte maschera l’inadeguatezza),  condizionando inevitabilmente il corretto articolarsi del pranzo nella sua interezza. Complimenti allo chef!

St.Remy – Fregola con le arselle



Nell’ordinare il primo, come consuetudine, il Raschione si è fatto catturare dalla rassicurante certezza di un piatto a lui caro, che oramai ha assunto al ruolo di empirico parametro di valutazione della cucina: fregola con arselle.
Le sue osservazioni al termine dell’analisi sono state: la dimensione dei singoli elementi discreti, costituenti la pasta in sé, è un processo stocastico dalla natura totalmente incomprensibile; significa che questa, con tutta probabilità, non è di origine industriale. Eccellente!
A parte la discutibile deformazione ingegneristica del problema, direi che sia sufficiente verificare l’immagine di supporto documentale per condividere tale affermazione.

St.Remy – Risotto Bleu al caviale e salmone


Avranno più difficoltà, credo, i nostri lettori, a valutare per un unico colpo d’occhio, il bizzarro primo piatto che è stato comandato dal vostro amato Jesus: un risotto al caviale e salmone di uno stranissimo colore blu turchese, che voleva richiamare le ideali sfumature del mare, i cui preziosi frutti a noi offerti in sacrificio, doveva in suo luogo accogliere.
Come ben anticipato dalla cameriera, il suo sapore, forte ed invitante, è risultato essere, a dir poco, squisito.
Non inganni il lettore la prospettiva della visione presentata, che fa sembrare esigua la porzione di riso. Il piatto in realtà era veramente abbondante tanto che, concordemente con il già più che soddisfatto Raschione, si è scelto di evitare di proseguire forzatamente con i secondi piatti.

St.Remy – Torta Millesfoglie con crema chantilly


Uno dei problemi che si può riscontrare nel cambiar spesso ristorante,  ignorando quindi a priori le porzioni delle specifiche pietanze, è quello di non poter-voler prediligere un secondo piatto in luogo del primo, nella sempre viva speranza di avere la possibilità, alla fine, di gustare entrambi.

Eccoci quindi giungere al comandare le delizie che il menu ci offriva. Questa volta il buon Ettore, devo dire abbastanza stranamente, non si è fatto tentare dall’ordinare la sua amata e sempre ricercata sebada (altro suo distintivo parametro di giudizio), probabilmente perché anticipato dalla solerte cameriera, che riusciva ad affascinarlo con la proposta di una favolosa torta millesfoglie con crema chantilly, impreziosita da fragole di stagione e abilmente decorata.

St.Remy – Torta black Forest al cioccolato e amarene



Jesus optava invece per una torta “black forest”, al cioccolato e amarene, ugualmente squisita e ottimamente presentata.

Il pranzo si è quindi concluso con il caffè e un assaggio di mirto, gentilmente offerto dalla casa. Il Raschione mi chiede di sottolineare la mancanza di liquore alla liquirizia che, per ammissione della stessa cameriera, non viene deliberatamente acquistato dalla proprietà: altro fattore inspiegabile!
Il conto finale è stato di circa 37€ cadauno , che per la qualità di quello che si è mangiato risulta ben sotto la soglia dell’opportuno dovuto, anche considerando la bottiglia di ottimo vino bianco “costamolino” DOC, adeguatamente servito e preservato nella sua integrità termica.

Il ristorante si presenta sicuramente eccellente dal punto di vista della cucina. La qualità e l’originalità delle pietanze – che pur si mantenevano in linea con la tradizioni della cucina sarda -, ci sono apparse molto sopra la media. L’ambientazione è suggestiva, anche se purtroppo difetta per i piccoli problemi accennati; altra fastidiosa stortura rispetto al contesto (mi fa notare Ettore), la non adeguata rubinetteria nella toilette.
Se la quantizzazione della nostra scala di giudizio ce lo permettesse, assegneremmo al ristorante una valutazione di tre burricchi e mezzo; epperò, come segno di incoraggiamento a raccogliere i nostri suggerimenti, e in virtù della relativa economicità del pranzo, il nostro giudizio definitivo è stato il seguente.



VALUTAZIONE “St.Remy”: Quattro Burricchi.
Ristorante St.Remy Indirizzo: Via Torino 16, Cagliari
Telefono: 070657377    [mostra in google maps]
 

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