feb
24
2013
Milestone – Interno
Quanti pochi passi percorre un cavallo al galoppo, lanciato sulla strada che porta alla cima del monte. E se tanti passi occorrono per raggiungere una pietra miliare, e poi un’altra e dopo un’altra ancora, se ogni pietra è lo scandire di una passione, perché precipitarsi così rapidamente alla meta, per assaggiare solo brevi ed impercettibili istanti di tutto questo? Capite allora perché su cuaddu (ti seduca) che è fiamma che brucia un secondo, tanto invidia al fioco lume del burriccu, che per infiniti lampi, lungo la Via vi accompagna. Prese le bisacce e sellato su molenti, i Triumviri s’incamminano lungo l’irta mulattiera. Raggiunta la collina, seduti sul bordo della strada, ora vi canteranno la loro nuova avventura.
Milestone Antipasti
Non saranno tre soli i burricchi, che per quest’ultima peripezia si arrampicheranno in quel di Castello, per portare omaggio a un nuovo e suggestivo altare della ristorazione cagliaritana.
Uno solo sarà però il menestrello che ve ne canterà racconto. Questo menestrello, solo brevemente accennerà a come nuovamente la responsabilità del componimanto sia stata a lui – nonostante la folta combriccola di musicanti – affidata. Oltretutto, in questa circostanza, non potrà contare sull’assistenza del Raschione Ettore («sono incasinato») che ha provveduto a inviare via whatsapp la vera natura dei suoi casini: un piatto di granchietti marinati e una coppa di polpa di ricci di mare accompagnata da pane carasau! Jesus quindi, per protesta, già preannuncia una sua pausa letteraria per la prossima ciccionata. Se non salterà fuori qualche autore di buona volontà, il Donkey challenge si fermerà per una settimana!
Milestone – Pettini di mare
Venerdì sera. Jesus e il Raschione, in maniera piuttosto anomala per le loro abitudini, scelgono di convergere, con differenti strumenti di locomozione, ad un medesimo punto di incontro. Passeggiando poi in quel di “Castello”, incrociano il terzo Triumviro ufficiale, l’Ing. Marrocu, che li seguirà verso la destinazione finale, il ristorante “Milestone”, nella caratteristica Via Corte d’Appello, in Cagliari. Lì di fronte, in netto anticipo rispetto all’orario stabilito, il Burriccu Sollai e lo chef Taras pazientemente aspettano l’arrivo dei loro prossimi commensali. All’appello mancavano ancora l’avvocato Pisano e il Burriccu Orione, la cui abitazione non dista più di poche decine di metri dal locale. Alle 21 esatte, ignorando i burricchi ritardatari, la comitiva varcava la soglia d’ingresso del ristorante.
Milestone – Ricotta mustia, Fainè di ceci
L’interno del “Milestone” riprende il bel tema rustico medioevale di molti locali di Castello. Articolato in vari piccoli ambienti e nicchie, intervallati da brevi dislivelli, si presenta con pareti in roccia viva, lampadari in metallo, arredi minimalisti di discreta e sobria eleganza. L’ampio vestibolo di ingresso accoglie la zona di preparazione delle pizze, mentre risultano più fuori dal contesto le ampie vetrine affacciate sulla Via, che troppo rapidamente riconducono l’impronta estetica, sotto una luce più lineare e moderna.
Presto congiuntisi ai due meno puntuali Burricchi, i membri della conventicola si accomodano in uno spazioso tavolo della sala laterale. Poco più tardi, raggiunti da maître e titolare, possono prendere visione del menù, per poi subitamente deliziarsi con uno spumante di benvenuto (rosè di Valdobbiadene), accompagnato da un pre-antipasto composto da ottime bruschette alla crema di gorgonzola e noci, con spolverata di semi di papavero.
Milestone Primi piatti
Dopo qualche tentennamento, viene scelto il vino che ci accompagnerà durante la serata: Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente” della cantina “Santadi”, ottimo e rapidamente tracannato, anche se servito (l’Ing.Marrocu ha avuto occasione di segnalarlo platealmente alla cameriera durante il rituale dell’assaggio) leggermente troppo caldo rispetto alla temperatura ideale. Oltre che questo e altri difetti di tempistica nel servizio, dobbiamo registrare, durante la serata, un grave deficit di disponibilità delle toilette per un improvviso – ci è stato comunicato – problema idraulico. Nonostante la responsabilità non possa essere attribuita colpevolmente all’efficenza del ristorante, non possiamo non sottolineare il progredire del nostro malessere («tengu sa vescica cummenti una zampogna») durante l’incedere di cena e, soprattutto, delle bevande assorbite. Culmine di questa afflizione, è stata la sfida lanciata dallo chef Taras, di fronte a una “0.30” chiara: «Scommetto che riesco a berla in meno di quattro secondi». La registrazione video-magnetica della prova verrà pubblicata a tempo debito.
Milestone – Pizza nero di seppia rucola gamberi
Oltre ai crostini di benvenuto, l’assaggio di antipasti che proponeva il menù, si concentrava su quattro portate assolutamente originali, gustose e, nel complesso, ottimamente preparate: buonissimi pettini di mare (capesante) con caviale di melanzana e crema di peperone rosso; bresaola con rucola e salsa di capino francese; tonno affumicato al pepe rosa con finocchi e spremuta di agrumi cotti al forno; eccezionale ricotta mustia scottata in padella, con fainè di ceci e rucola in salsa mediterranea. Quest’ultimo piatto ha preteso inevitabilmente un bis.
Anche i primi piatti si presentavano di ottima e originale fattura, anche se contaminati da importante gaffe culinaria. Non chiedetemi di specificare esattamente chi dei commensali abbia preso che cosa, perché ero più concentrato sulla mia vescica piuttosto che su altri futili dettagli: ottimi ravioli freschi con cuore di carciofo in crema di castagne e formaggio Asiago; fantastici spaghetti con rana pescatrice, melanzane e pomodori cherry al profumo di maggiorana; trofie al pesto di rucola e gamberi che, a una prima analisi visiva e gustativa, ci sono parsi dozzinali “argentini”. Oltre ai piatti comandati, il lungimirante e analitico Ing.Marrocu, ha preteso di testare l’ultimo primo proposto dal menù, salvo poi abbandonare temporaneamente la sala, dopo averlo appena assaggiato: eccellente zuppa del giorno di patate e carote, con crostini e condimento di formaggio caprino e caviale.
Pizza fiordilatte lardo e miele
Pizza fiordilatte cardoncello ricotta
A questo punto della cena, di comune accordo i Burricchi decidevano di evitare dei secondi “convenzionali”, per focalizzare la loro attenzione su una delle caratteristiche peculiari del “Milestone”: la pizza! Non si tratta, invero, di pizze di tradizionale fattura, che potete degustare in qualunque locale della zona. Dopo una lunga (forse ingiustificata) attesa, prima che arrivassero le birre richieste come abbeveraggio d’abbinamento, i commensali riuscivano velocemente a divorare: una ottima pizza con salsa al pomodoro, nero di seppia, gamberi, rucola, pomodori cherry e cipolline primavera; pizza con condimento di fior di latte, funghi cardoncello e ricotta mustia; sublime pizza al fior di latte, con lardo di colonnata, rucola, scaglie di pecorino e miele di corbezzolo, una delle più buone mai assaggiate in vita mia!
Milestone – Dessert
I dessert sono stata la giusta conclusione della serata: torta di ricotta, mandorle, arance; ottima panna cotta con caramellato al caffè; buonissimo tortino caldo al cioccolato con gelato al pistacchio di Bronte; strepitoso tiramisù in coppa di biscotto croccante. Eccellenti!
Invero, dobbiamo dire che i dolci non sono stati adeguatamente supportati, per mezzo di un passito servitoci eccessivamente caldo.
A questo punto, in assenza di liquori particolarmente appetibili, anche in virtù del livello di saturazione alimentare raggiunto, i commensali concludevano la loro avventura, con dei caffè e una “Fanta” (non disponibile l’adorata “Sprite”) per il Burriccu Sollai. Costo finale dell’esperienza 40€ cadauno, assolutamente commisurata alla qualità di quanto assaggiato, ed integrata a 45, per merito di un magistrale impegno comunicativo dello chef Taras, che ha così arginato sul principio qualsiasi atto di susunkaggine da parte di taluni recidivi astanti.
Il Ristorante “Milestone”, non é assente di qualche difetto organizzativo, che si è manifestato durante l’incedere della serata, e che speriamo possa risolverli durante il rodaggio del locale. Epperò, l’indiscutibile qualità della cucina, associata ad una incredibile originalità delle ricette – con particolare riferimento alle pizze – espresse in un ambiente suggestivo e romantico, lo collocano di certo tra i ristoranti più appetibili nel panorama gastronomico di Cagliari, e del quartiere “Castello” in particolare. Quattro burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Milestone”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Milestone |
Indirizzo: Via Corte D’Appello 33, Cagliari
Telefono: 0707564335 [mostra in google maps]
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nov
3
2012
Oca Bianca – Ingresso
Per l’ambizioso lettore che cerca l’interpretazione del sistema secondo un prontuario di simboli antichi possono venire incontro i chackra della tradizione indu. Si tratta di sette vortici di energia che hanno la funzione di assorbire quella universale per alimentare i vari livelli del campo energetico, collegarli con il corpo fisico, ed infine rilasciarla all’esterno. Il perfetto funzionamento del sistema energetico è sinonimo di buona salute e, di conseguenza, la totale apertura di tutti i chakra consente di raggiungere quel livello energetico che i grandi maestri orientali chiamano Illuminazione.
Oca Bianca – Interno
Proprio nel primo chackra, il Muladhara, localizzato ahimè nelle zone meno nobili del corpo umano, ricorre la simbologia del dio Brahma, signore dell’origine dell’universo, dotato di quattro volti e rappresentato come un fanciullo. La sua cavalcatura è l’oca bianca dal capo striato, animale che nella tradizione indù rappresenta l’anima e che viene identificato con il cigno dai traduttori occidentali. I quattro volti della divinità avrebbero contemplato, oltre a tre noti somari Jesus, Ettore e il rientrante Ing. Marrocu, la presenza del burriccu dal capo blucerchiato Dott. Melis, simbolo della mera parsimonia e vittima della stessa negatività introdotta nel sistema e dei propri timori per una folle spesa fuori dal bilancio.
Oca Bianca – Antipasti
Cagliari, venerdi 2 novembre, quartiere Marina, ore 20:45. Nel giorno della commemorazione dei defunti, dopo aver trovato un fortunato accomodamento vista mare per la fedele utilitaria, in barba alle più funeste previsioni di parcheggio del sedicente navigatore (cuccurra) Jesus, i due stoici somari potevano godersi uno scorcio della movida cagliaritana ed approfittare dei tempi favorevoli, prima di riabbracciare il presunto defunto e ritardatario Ing. Marrocu, di ritorno da un viaggio in terra americana, viaggio che apporterà alla causa solamente improbabili racconti, non supportati da adeguata documentazione, per consumare un aperitivo a base di prosecco e gamberi presso il friendly ristorante La Tavernetta, poco distante dalla meta designata per le celebrazioni dell’ennesima ciccionata: il ristorante L’Oca Bianca, nella centrale via Napoli.
Ravioli freschi della casa
Tagliatelle allo zafferano
Il locale è sviluppato su tre livelli, dei quali il pian terreno è dedicato alla cassa, alle cucine e ad un angolo bar/caffetteria, mentre i rimanenti ospitano le sale per i clienti. Le pareti color crema fanno risaltare il muro di protezione per la scala color antracite e sono arredate con grossi specchi e stampe retrò che, unite alla particolare musica di sottofondo, riportano i Donkeys ai tempi della Belle Epoque nella Ville Lumiere degli inizi del secolo scorso.
Oca Bianca – Filetto di manzo al Porto
Completano il quadro un singolare accostamento fra indecifrabili lampadari a goccia colorati di dubbio gusto, probabilmente frutto di regali di nozze reciclati, e ventilatori da soffitto rossi, stile anni ’60 che, uniti ad un efficiente impianto di condizionamento, garantiscono una temperatura in sala ottimale in qualunque periodo. Suggestivo l’effetto regalato da potenti fari alogeni collocati all’esterno in modo da illuminare a giorno, dal basso verso l’alto, le finestre che danno sulla via Napoli, protette sul lato interno da efficaci tende i cui colori ben si sposano con quelli delle pareti.
Tagliata con provola
Filetto di Tonno
I tavoli sono quadrati in legno scuro, rivestiti da tovaglie color crema, le sedie nere. All’uscita delle rampe di scale trovano posto i servizi. Complessivamente ciascuna sala può ospitare circa 20-25 coperti. Veniamo fatti accomodare al secondo piano, in una sala con tutti i coperti occupati durante il corso della (lunga) serata. Il servizio al nostro piano è garantito da una giovane e simpatica cameriera, che si alternerà con una altrettanto giovane collega ed un terzo cameriere.
Oca Bianca – Cheese cake ai frutti di bosco
L’Oca Bianca propone una interessante offerta di terra e di mare che spazia tra la cucina italiana, piatti etnici e pizzeria. Nonostante la tentazione di orientarsi su piatti etnici, i tre somari riconoscono la propria incompetenza nel settore e convergono verso un percorso di piatti tipici della tradizione nostrana. Notevole la scelta della cantina, fra cui il buon Ettore individua il nettare prescelto: il più volte lodato Vermentino DOC 2011 Tuvaoes delle cantine di Giovanni Cherchi di Usini (SS), servito con l’immancabile rito dell’assaggio del nostro esperto sommelier Ing. Marrocu, talmente esperto che per tutta la serata pensava fosse un Funtanaliras: burriccu!!
Essendo formalmente negata la possibilità di una degustazione di antipasti, i tre voraci avventori selezionano quattro piatti tra le varie alternative di menu. Dopo una prima attesa contenuta iniziano le danze: ottimo carpaccio di polpo all’arancia con vellutata di zucchine, notevole insalata di carciofi con scaglie di bottarga su un letto di pani carasau, straordinario tomino di capra grigliato con miele di corbezzolo e noci su un letto di rucola: spettacolo! In un secondo tempo arriva l’unico antipasto caldo della serata: notevole polpo scottato con patate e aceto balsamico. Terminati con soddisfazione gli antipasti i burricchi devono attendere abbastanza per i primi piatti, attesa consumata dal racconto di improbabili aneddoti dell’Ing. Marrocu in terra straniera:
Ing. M.: La cosa che più mi infastidiva era che una persona su tre aveva una pistola!
E.: Era Lei era uno dei tre?!
Torta irlandese
Semifreddo al torroncino
I primi piatti confermano, a parte qualche dubbio insinuato dal nostro ipotricotico burriccu, e per questo da considerarsi ininfluente, i medesimi livelli di qualità fino ad allora apprezzati: ottimi ravioli della casa con ricotta e verdure per Jesus e tagliatelle allo zafferano con bottarga e nocciole, valutate ottime secondo chi Vi scrive, mentre meno gradevoli risultavano al fine palato dell’Ing. Marrocu che rilevava sentori di aglio eccessivamente riscaldato.
Stimolati dalla qualità dei piatti e favoriti da una oculata scelta degli antipasti che ha evitato precoci sensazioni di sazietà, i tre voraci triumviri scelgono di provare i secondi piatti. Nella notevole attesa che seguirà potranno apprezzare un discreto ricambio di clientela in sala, a favore delle nuove generazioni e delle quote rosa, con notevoli punte di eccellenza nel risultato finale. Luci e ombre anche per i secondi piatti: tagliata di filetto con provola e rucola per l’ipertricotico Jesus, valutata non entusiasmante ed eccessivamente cotta, filetto di manzo al Porto, valutato eccessivamente dolce, probabilmente perchè condito con un vino dolce e liquoroso, filetto di tonno al pepe nero e radicchio per Ettore, variante questa della proposta iniziale del menu che prevedeva sesamo nero, indisponibile per la serata, ottimo per sapore, ma eccessivamente piccante per chi l’ha scelto.
Non avendo ancora raggiunto la saturazione alimentare i tre somari non rinunciano ad assaporare i dessert della casa: impegnativa torta irlandese al cioccolato con marmellata all’arancia e pan di Spagna imbevuto nella birra Guinness, per un NON amante del genere, Jesus, ottimo semifreddo al torroncino con granella di pistacchi per l’Ing. Marroccu, straordinaria cheese cake ai frutti di bosco per Ettore. La cena si conclude con caffè per Jesus e Marrocu, abba ardente Santu Lussurgiu per Jesus e ottimo liquore di liquirizia Myrsine (Dolianova). Costo dell’esperienza: 53,34€ cad. burriccu, probabilmente un 10% eccessivo rispetto alla qualità complessiva del servizio provato, e comunque meritevole di una mancia d’integrazione, quota ripartita non uniformemente tra i tre compagni di merende e che vede Jesus, vittima del resto, come azionista di maggioranza.
Un notevole assortimento dell’offerta che garantisce qualità elevata dalla pizzeria alla cucina etnica, passando per la cucina nostrana, unita ad un servizio preciso e puntuale e ad una gradevole e particolare ambientazione fanno de L’Oca Bianca il teatro ideale per piacevoli serate accompagnate dal buon cibo. I costi non popolari probabilmente scoraggeranno molti parsimoniosi avventori, ma per quanto ci riguarda, non avendo rilevato sbavature di entità, non possiamo che conferire l’encomiabile giudizio di tre burricchi: complimenti!
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