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gen 20 2013

Ristorante Le plus Bon – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Le plus Bon - Interno

Le plus Bon – Interno

 

Mettiamo subito le cose in chiaro: quest’oggi sono drammaticamente appuntorato e quindi, dopo aver doverosamente ringraziato la Donna del presidente <3 per le amorevoli e materne cure prestate al mistico capezzale, non cercherò di nascondere il fastidio e il disappunto per la mia personalissima nuvoletta influenzale, che si manifesta periodicamente tra le 18 di Venerdì sera e le 7 di Lunedì.
Motivo per il quale, ragionando sulla responsabilità e sull’obbligo morale che grava su Jesus e sui Burricchi, in favore della fame di conoscenza dei propri fan, anche questo fine settimana potrete godere della nostra ebdomadaria recensione, ma non lamentatevi della resa letteraria!
 

Le plus Bon - Antipasti

Le plus Bon – Antipasti

 

Venerdì sera. A bordo della 150cv, Jesus e il Raschione Ettore si dirigono verso il ristorante “Le Plus Bon”, di non lontanissima apertura in quel di “Piazzetta Unione Sarda”, nuovo punto di ritrovo delle attività ludico-alimentari di Cagliari. I fumi del male già pervadono la mente dell’auriga Jesus (come se ve ne fosse stato bisogno), che sbaglia lo svincolo e si dirige verso Sassari tra le urla e gli insulti del Raschione. Poco male, la correzione della rotta non è difficile ma, di lì a breve – a dieci minuti dal rendez vous – uno sprezzante e improponibile messaggio dell’Ing. Marrocu metteva in allarme la macchina organizzativa del Donkey Challenge: “Sono stanco, non vengo”!
«Questa è la volta buona che scatta la squalifica… anche stasera in formazione PACS!»
 

Le plus Bon - Risotto

Le plus Bon – Risotto

 

Alloggiata la 150cv nel comodo parcheggio custodito sotterraneo, gratis per le prime tre ore (cosa che stimolerebbe la celerità metabolica di qualsivoglia susunku in procinto di desinare), i due Burricchi, già rassegnati ad una romantica cena a due, fanno il loro ingresso nel locale. “Le plus bon” (letteralmente il più buono) era già conosciuto in città come ottimo caffè/pasticceria/panetteria/servizio catering, abbondantemente utilizzato in passato dallo stesso Jesus, finanche per celebrare il proprio genetliaco con tanto di tartine al caviale, pasticceria mignon, torte alla nutella e spumanti DOC. I colleghi tutti ancora ringraziano!
In Piazzetta Unione Sarda, ritroviamo la stessa insegna e lo stesso logo, declinati però in chiave estesa ristorante/pizzeria.
 

Le plus Bon - Frittura di mare

Le plus Bon – Frittura di mare

 

La sala principale del ristorante appare, nel proprio contesto, enorme: dalla vetrina di ingresso (si prega vivamente di aprire o mascherare la porta di sinistra! ndr.) si sviluppa longitudinalmente seguendo il lungo bancone del bar, fino a raggiungere l’estesa parete opposta, dove quasi si mimetizzano gli ingressi di toilettes e cucina. I piccoli ed eleganti tavoli squadrati di colore chiaro, sono raggruppati in linea retta, tra loro piuttosto ravvicinati, pur occupano, nel complesso architettonico, solo una parte dello spazio disponibile. Lo stile è accentuatamente spigoloso e moderno, disegnato essenzialmente dai numerosi segmenti di luce colorata, integrati nelle pareti e nel contro-soffitto bianco. Le stesse pareti vengono decorate con stampe minimaliste e con una sorta di traslitterazione dispersiva, in caratteri rosso lucido, del nome del locale. L’effetto complessivo riconduce il tutto ad una ambientazione spaziosa, ma rumorosa e caotica allo stesso tempo. Lateralmente localizzata in fondo al locale, compare invero una ulteriore e più piccola sala – dove i Burricchi vengono alloggiati – che maggiormente apprezziamo per intimità e utilizzo degli spazi (confinati con una bella vetrata dalla quale si può scorgere via Santa Gilla) ma che si pavoneggiava di una vibrata e continua stimolazione luminosa al neon (potete verificarlo dalla qualità psichedelica delle foto) che, così come i giochi per la PS3, dovrebbe venire corredata da avvertenze sui rischi di permanenza prolungata. Durante la cena, per rilassarsi un po’ la vista, Jesus ha avuto modo di andare alla toilette dove, casualmente, una lampadina difettosa procurava peggiori effetti di pulsazione nevrotica: «a boccidura!»
 

Le plus bon - millesfoglie al cioccolato

Le plus Bon – millesfoglie al cioccolato

 

Dopo esserci scusati con il gentile cameriere per l’assenza del terzo burriccu, ed essere stati fatti accomodare ad un tavolo per due, ecco la inaspettata sorpresa: l’Ing. Marrocu si manifestava ex-abrupto in sala. «Che bei piccioncini romantici!» … «Ma allora Lei è veramente un burriccu!», la nostra risposta. Proseguiti per un po’ gli insulti reciproci, e cambiato obbligatoriamente tavolo, finalmente i burricchi potevano prendere visione del menù del ristorante che, escludendo la sezione pizze, pare intelligentemente articolato in quattro/cinque non banali pietanze per ciaschedun raggruppamento di entrée, primi piatti e secondi/insalate. Dopo una breve consultazione Jesus si rivolgeva al maître (che guardacaso scopriamo essere un conoscente dell’Ingegnere): «prendiamo tutti gli antipasti, escluso il primo in elenco.», ottenendo, in risposta, una valida alternativa: «se permettete posso consigliavi…». Seguito dall’elenco degli antipasti dal secondo all’ultimo in menù!
Invero, nonostante la ottima dotazione tecnologica del personale (con palmari direttamente collegato alle cucine) e la conseguente celerità nella gestione delle comande, il servizio pare peccare con difetti nei più piccoli ed umani dettagli, come il non presentare spontaneamente il pane al tavolo prima dell’inizio della cena, o come il “dimenticarsi” di corredare il cestello del ghiaccio con una opportuna stoffa per asciugare la bottiglia di vino, che nella fattispecie era un ottimo Vermentino di Sardegna DOC “Opale”, delle cantine “Mesa” di Sant’Anna Arresi, scelto e valutato con dovizia dall’Ing.Marrocu.
 

Le plus Bon - Panna cotta al cioccolato

Le plus Bon – Panna cotta al cioccolato

 

Come anticipato, gli antipasti scelti e proposti erano di non banale fattura e, complessivamente, di buona sintesi. Riportiamo (dalla stessa carta): Tataki (senza crosta di sesamo, come questa denominazione suggerirebbe) di tonno fresco con insalatina di riso nero integrale, maionese di ricci di scoglio e bottarga, ben presentato e gustoso (a mio gusto il migliore piatto del trittico); Insalatina tiepida di polpo arrostito alla griglia, con radicchio rosso, ceci, ciliegini e riduzione di aceto balsamico, dal particolare impiattamento che la faceva apparire più una zuppa, anche data la quantità di sugo (piuttosto insapore), presente sul fondo; piccola quiche con gruyère (gruviera svizzero, quello vero non l’Emmental con i buchi, con il quale viene spesso confuso!) porri e pancetta su fonduta di mozzarella di bufala: buona.
Pur indirizzati verso altre scelte dal risoluto maître, e nonostante le possibili alternative, i testardi Burricchi si concentravano su un unico primo piatto: risottino Carnaroli mantecato al nero di seppia, con julienne di capesante, seppie, brunoise (dadini) di verdurine di stagione e spolverata di bottarga di muggine. Nonostante l’intrinseca rusticità della presentazione, possiamo giudicare questo piatto appetitoso e abbondante.
 

Le plus bon - Sacher Torte

Le plus Bon – Sacher Torte

 

Molto meno positivamente, si manifestava l’assaggio di secondo richiesto: di fatto, una delle peggiori fritture di mare – con calamari, patatine e gamberi -, mai sperimentata! La panatura, eccessivamente unta d’olio, lasciava facilmente nudi i gamberi, venendo via con un soffio, tanto da far venire il sospetto che fosse stata preparata da ore e tolta dal frigorifero un minuto prima di venire tradotta nell’olio bollente; questa supposizione è in accordo con i brevissimi tempi di produzione, non «eticamente» compatibili con la ricetta di una buona frittura.
Anche i dolci – preconfezionati, pur se ben presentati -, non ci lasciano un buon ricordo: Sacher torte eccessivamente asciutta per Jesus, anonima panna cotta al cioccolato per l’Ing.Marrocu, fortunatamente buona millesfoglie al cioccolato per il Raschione.
La cena si concludeva quindi con 2 caffé, un mirto per Jesus, una grappa barricata per il Raschione (ripudiata l’”Animanera” offerta come surrogato del richiesto liquore alla liquirizia). Costo complessivo, 38€ cadauno, da giudicarsi un 15-20% eccessivo rispetto alla qualità complessiva registrata.

Le plus Bon si caratterizza con una ambientazione accattivante e alla moda, con un servizio rapido ma non sempre impeccabile e con un menù di buon livello, messo in pratica però in maniera talvolta approssimativa. Grossa la delusione per i dolci: con una tradizione ed un nome così altisonante, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “Le plus Bon”: Due Burricchi.
Ristorante Le plus Bon Indirizzo: Piazzetta Unione Sarda, Cagliari
Telefono: 0702099121    [mostra in google maps]
 

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dic 8 2012

Ristorante Don Pepicu – Sarroch

 Scritto da Melissa | 6 commenti | Commenta

Don Pepicu - Ingresso

Don Pepicu – Ingresso

 



Mi trovo nel mio buen retiro immerso nella ridente campagna, in un luogo ameno e tranquillo nel quale dare tregua al corpo spossato e dedicarsi alla scrittura. La Recensione mi chiama. In verità non faccio altro che fagocitare cibo come un oca da fois gras. Ma rifletto comunque, a pancia piena, sulla ciccionata da me vinta a mani basse con il supporto dei miei aficionados, che ringrazio. Penso ai Burricchi, a quanto sarebbero stati felici di brucare dell’erba così gustosa e fresca in pascoli così incontaminati.
 

Don Pepicu - Interno

Don Pepicu – Interno

 


Ben altri pascoli invece ci sono toccati in sorte venerdì scorso per la ciccionata da me vinta. Ma se vogliamo più che sorte è stata volontà, e in un certo qual modo imposizione del Raschione, dopo lungo braccio di ferro con Jesus, come potrebbe documentare la mia posta di facebook. Jesus infatti si lamentava del fatto che il posto prescelto fosse lontano, sosteneva tra l’altro che la scelta del Raschione non fosse stata casuale dal momento che la vettura che ci avrebbe condotto sarebbe stata appunto la sua 150 CV (o burricchi). Insomma io comunque emozionata per l’entità del premio vinto e per l’opportunità di conoscere tre personalità così importanti mi preparavo per la serata.
 

Don Pepicu - Antipasti

Don Pepicu – Burrida, dentice, pesce spada, seppiette

 

Appuntamento alle 20:30 in centro città. I Burricchi sono stati così gentili infatti da passare a prendermi e così accorti da avere invitato una gentil donzella, burricca anch’essa, che scoprirò poi essere la donna del presidente… della quale non mi è concesso rivelare le generalità, pena la radiazione dalla carica di burricca per un giorno. Puntualissima mi reco all’appuntamento e con il benestare di Carlo Felice che ci osserva dall’alto faccio la conoscenza del Raschione e subito dopo di Jesus e della sua dama. La 150 CV si mette in moto e schizza fuori dalla città senza seguire l’indicazione del povero Carlo Felice,ma prendendo la via del mare. E’ a quel punto mi viene svelata la meta della nostra ciccionata, non prima che la Dama del Presidente abbia verificato che sia libera da miscrospie. Sarroch è la nostra meta, patria della petrolchimica… ma che ci troveremo mai?
 

Don Pepicu - Antipasti2

Don Pepicu – Moscardini, anguilla, murici, orziadas

 

Notizia fresca li ci raggiungerà L’Ing. Marrocu, sottrattosi all’ultimo momento dai doveri lavorativi per festeggiare la vincitrice del concorso. Arrivati davanti al ristorante i due Burricchi eseguono le foto di rito cercando di ostacolarsi reciprocamente. Finito il teatrino decidiamo di entrare benché l’Ing. Marrocu non sia ancora giunto, infatti l’aria fredda e i fumi della vicina raffineria non rappresentano certo uno stimolo a star fuori. L’Oste proprietario del locale ci accoglie con gentilezza dandoci la possibilità di scegliere il tavolo che maggiormente ci aggrada. Piccola parentesi mi chiedo se si tratti di Don Pepicu in persona, e sopratutto questo titolo nobiliare sarà riconducibile a cosa? Noi troviamo solo una vaga somiglianza con il più celebre Grillini… mah!
 

Don Pepicu - Zuppetta cozze arselle

Don Pepicu – Zuppetta cozze arselle

 

L’ambiente è gradevole, tinte arancio sulle pareti, archi in mattoncini rossi, luci abbastanza soffuse,mobilio classico in legno scuro ma con dei pezzi su misura che sfruttano bene l’ambiente. La pizzeria si trova all’ingresso e più avanti nella sala si trova la cucina a vista incorniciata da un grande arco. Giusto il tempo di dare uno sguardo al menù che arriva l’Ing. Marrocu a completare il Triumvirato. Scusatosi del suo leggero ritardo prima con le signore procedere nel accomodarsi a tavola. Ora che la tavolata è al completo passiamo alla scelta del vino, che ricade sul meraviglioso Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini. Un vermentino davvero eccellente che ci viene servito in calici da degustazione adattissimi, ma gran peccato non ci viene data l’opportunità di procedere all’assaggio da parte del Burriccu Marrocu. L’appetito intanto cresce quindi decidiamo di partire con il classico assaggio di antipasti di mare per poi passare ai primi piatti. Sennonché mentre ci accingiamo ad ordinare l’oste esordisce con una frase che semina il terrore tra i commensali: Se qualcosa non dovesse piacervi, ditecelo che lo sostituiamo. Di li a poco avremo capito il motivo di tale improperio che quasi suona come “augurio”.
 

Don Pepicu - Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

Culurgiones Don Pepicu

Culurgiones Don Pepicu

 

Gli antipasti intanto arrivano abbondanti accompagnati da alcune ottime focacce,pizze bianche,appena sfornate. Antipasti classici di mare niente che possa considerarsi rivoluzionario, però alcuni di questi sono convincenti come le orziadas fritte, i bocconi, la zuppa di cozze e arselle, servita quest’ultima su un fondo di pane carasau, piatto gradito in particolar modo dalla Dama del Presidente. Altri abbastanza nella norma come i polpi alla diavola, che non erano affatto indiavolati anzi, o le seppie con i piselli, o ancora il carpaccio di spada, troppo ricco di limone e di semi di finocchio un po’ fastidiosi (perchè non utilizzare i grani pepe rosa? qui è la cuoca che è in me che parla). Alcuni antipasti invece erano troppo freddi per essere gustati adeguatamente, la burrida per esempio o le anguille “scaloppate”. Poi una “bestemmia culinaria per me, il pasticcio di dentice in salsa di maionese e yogurt. Per inciso… ma come diavolo può venire in mente di oltraggiare in tale maniera un pesce così prestigioso. Devo annotare per correttezza che il Burriccu Ing. Marrocu ha apprezzato questo piatto non prendendo le difese dello sfortunatissimo e nobile dentice. Dopo aver comunque ingurgitato una certa quantità di antipasti accompagno l’Ing. per una breve pausa nella quale ci siamo raccontati un po’ di vicende lavorative: Ah la crisi,certo che mi piacerebbe partire e cambiare aria e Beh si anche a me non voglio sputare sul mio lavoro ma….
 

Don Pepicu - Orata arrosto

Orata arrosto

Don Pepicu - Seppie arrosto

Seppie arrosto

 

Al nostro rientro con grande gioia troviamo una nuova bottiglia ad attenderci. Il Merì delle cantine Argiolas di Serdiana, un vermentino doc stavolta, più secco rispetto al primo ma altrettanto gradevole. Inoltre un gesto non scontato quello dell’Oste che ci cambia il calice. L’insoddisfazione comunque già serpeggia tra i burricchi che vorrebbero comprendere se i primi risolleveranno le sorti della ciccionata: Spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu e Culurgiones ogliastrini alla Don Pepicu per me, il Raschione e la Dama del Presidente. Le pietanze abbondanti ci vengono portate a tavola in vassoi in modo da servirci noi stessi, così assaggiamo tutti entrambi i primi. Gli spaghetti all’astice hanno un ottimo aspetto ma dopo averli assaggiati ed essermi confrontata con il mio dirimpettaio L’Ing. giungiamo alla conclusione che il sugo di pomodoro è troppo dolce, Jesus concorda. Probabilmente lo chef ha abbondato con lo zucchero per stemperare l’acidità della salsa di pomodoro. Sulla stessa linea i culurgiones alla Don Pepicu conditi con una salsa ottenuta dal succo dell’arancia, un tantino dolciastri e a tratti nauseabondi, benché il culurgione in sé fosse buono.
 

Don Pepicu - Sorbetto al limone

Don Pepicu – Sorbetto al limone

 

Giunti a questo punto quasi non ci rimaneva che arrenderci ma Jesus propone di dividere una grigliatina di orate e seppie. L’Oste infatti caldeggia la grigliata, forse preoccupato dell’insoddisfazione dovuta ai primi. Così ci vengono servite due orate di mare, a detta dell’Oste, e tre seppiette arrosto. Io mi cimento nella pulitura di un orata così come il Raschione. L’Ing. con occhio attento nota la mia dimestichezza e si offre di dividere il piatto con me,mentre il povero Jesus è costretto a mangiare l’orata stuprata dal Raschione. Una grigliata senza infamia e senza lode, le seppie erano a dirla tutta un po’ durette e l’orata non particolarmente saporita. Decidiamo così di concludere senza dessert, a dirla tutta l’elenco era poco stimolante, quindi sorbetti per tutti. E a seguire due caffè per Marrocu e Jesus, tre liquirizie di Muravera per me, il Raschione e l’Ing. Marrocu e per Jesus una grappa 903.
Devo dire che complessivamente non attribuirei più di due burricchi stiracchiati, da un lato per la qualità del cibo, reso meno buono proprio dal modo in cui è stato cucinato. Poi un altro errore grossolano è stato quello di non distinguere tra antipasti caldi e freddi, servirli in tempi diversi dopo magari aver cambiato il piatto. L’Oste è stato a mio avviso molto gentile anche nel gestire le nostre critiche, più che nostre di Jesus che si è fatto portavoce, ha interpretato i nostri umori.
Non mi rimane che ringraziare i tre Burricchi e la Dama per la piacevole compagnia, sono stata davvero bene… Lunga vita ai Burricchetti!

 
N.D.R. Aggiungiamo il dettaglio del conto economico, non specificato dalla pur abile recensitrice: 39€ per coperto che, non essendo l’autore di questo articolo, lascio voi giudicare. Il corrispettivo è stato poi rimpinguato da una adeguata mancia – finanziata interamente da Ettore e Jesus -, parzialmente riassorbita dalla manchevolezza contributiva del più parsimonioso degli astanti.

 


VALUTAZIONE “Don Pepicu”: Due Burricchi.
Ristorante Don Pepicu Indirizzo: Via al Mare 52/A, Sarroch
Telefono: 070900499    [mostra in google maps]
 

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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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