☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
giu 1 2013

Ristorante Bliss Caffè – Cagliari

 Scritto da Raffaele | 4 commenti | Commenta

Bliss - Interno

Bliss – Interno

 


Dopo aver partecipato a varie ciccionate, il burricco aggiunto Dessì, sottrattosi a tutte le altre, non poteva più esimersi dal recensire quest’ultima. Ore 20.55 i burricchi Sollai e Dessì giunti sul luogo dell’appuntamento notavano la presenza dell’Ing. Marrocu, puntualissimo oltre ogni previsione, che, telefono alla mano, era pronto a twittare il ritardo del duo Raschione e Jesus, i quali “come al solito” alle ore 21:00 si materializzavano davanti ai loro occhi. Destinazione scelta per la serata conviviale è il Bliss Caffè, situato nella centrale via Paoli.
 

Bliss - Cruditè di mare

Bliss – Cruditè di mare

 


All’ingresso si trova il bancone del bar, si prosegue con due sale, una interna ed una esterna dotata di barbeque. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala interna costituita da un arredamento gradevole e sobrio. La musica ha un volume adeguato ed è presente, inoltre, una grande tv che, con immensa gioia dei commensali, è spenta. Il sottofondo musicale e la presenza della sola troupe asinina rende agevole la conversazione. L’iniziale scambio di opinioni viene subito interrotto dall’arrivo del cameriere, il quale propone un aperitivo da scegliere tra alcolico e analcolico. Si opta per un prosecco, in quanto al solo pronunciare della parola analcolico il buon Jesus risponde con: la parola analcolico è un’offesa!
 

Bliss - Tartare di tonno

Bliss – Tartare di tonno

Bliss - Insalata di gamberi

Bliss – Insalata di gamberi

 

Il cameriere prosegue nel voler fare conversazione e la sua curiosità su come fosse avvenuta la conoscenza del locale, è subito soddisfatta dalla pronta risposta dell’Ing. Marrocu: Siamo amici dei giocatori del Cagliari e ci hanno indirizzato loro (pitticca sa ca**ada!). Orbene, si inizia con la scelta del vino, ricaduta su un D.O.C.G. Gewurztraminer della cantina altoatesina Rocca Savina annata 2012, il cui rito dell’assaggio è avvenuto solo dopo che il Dessì ha avvicinato il proprio bicchiere al cameriere, poco avvezzo a questa procedura.
 

Bliss - Antipasti

Bliss – Antipasti di mare

 

La mancanza di un menù cartaceo costringe i commensali a scegliere le pietanze dalla descrizione orale delle stesse fatte dal titolare, il quale propone la divisione della cena in due parti, antipasti e primi ed eventualmente, qualora non paghi, i secondi. In attesa dell’arrivo degli antipasti, tempo traducibile in 10 anni circa, inizia lo sfoggio da parte di alcuni commensali di prestigiose carte di credito di vari colori (pitticcu su famini!!), a cui seguono opinioni discordanti sui servizi svolti dai gestori delle medesime, soprattutto per i possessori di quelle gratuite (fare i fighi ma susunki inside n.d.r.).
 

Bliss - Spaghetti ai ricci di mare

Bliss – Spaghetti ai ricci di mare

 

La prima portata consta di un plateau di cruditè di mare costituita da cozze, gamberi e ostriche, di medie dimensioni. Il tutto gradevole ma niente di esaltante. Una dozzina di cozze sono state lasciate, in quanto alcuni commensali hanno preferito non sfidare la sorte. Segue una tartare di tonno, la quale presenta alcuni difetti di preparazione in quanto poco amalgamata, ma soprattutto proveniente da una parte del tonno poco adatta a questo tipo di piatto. Gli ulteriori antipasti serviti sono costituiti da un’insalata di gamberi argentini con insalata thai (zucchine, melanzane, peperoni al wok), di discreta fattura anche dovuta alla nazionalità del cuoco, che i burricchi scoprono essere filippino; insalata di polpo (senza arte ne parte); insalata di seppie e fagiolini, particolarmente gradita ad uno dei commensali; tonno in scatola con cipolle capperi e mandorle che, se fosse stato preparato con del tonno fresco, sarebbe stato sicuramente migliore; per finire un’insalata di totani bottarga e pomodoro.
 

Bliss - Trofiette carciofi e bottarga

Trofiette carciofi bottarga

Bliss - Trofiette al tonno

Bliss – Trofiette al tonno

 

La proposta dei primi per l’allegra comitiva spazia su varie tipologie di pasta: trofie e spaghetti, nulla di più! Per Jesus la scelta ricade su spaghetti ai ricci, prontamente rimandati in cucina dopo appena una forchettata, per un eccesso di sapidità, accertata anche dal Raschione e dal Dessì (nonostante al titolare fosse stata specificata la pibincaggine del burricco). Lo chef, dopo aver effettuato le opportune correzioni, ripresenta il medesimo piatto, il quale tuttavia si rivela con ancor più difetti del primo. Questa volta, infatti, si avverte oltre che un eccesso di sapidità anche un eccesso di piccantezza dovuta al sovrabbondante utilizzo del peperoncino. Meglio lasciar perdere!
 

Bliss - Filetto di spigola

Bliss – Filetto di spigola con carciofi

 



Da notare, inoltre, l’imbarazzo del titolare alle domande dell’ipertricotico Jesus sulla conservazione della polpa di ricci. I primi piatti scelti dal Raschione e Marrocu sono trofiette con carciofi, cozze e bottarga, arrivati senza le cozze. Anche in queste si denota un leggerissimo eccesso di sapidità, cosa che è risultata comune anche alle altre due portate e cioè, trofiette con tonno, pomodorini e basilico per il Dessì e il burricco Sollai. Tutto questa sapidità ha fatto sì che venissero tracannate due bottiglie di vino e soprattutto cinque bottiglie d’acqua.
 

Bliss - Frittura mista

Bliss – Frittura mista

 

La scelta dei secondi piatti, purtroppo, non è più vasta di quella dei primi, in quanto ne vengono proposti solo due, presi entrambi con particolare dissenso da parte di Jesus e dell’Ing. Marrocu. Viene proposto, infatti, un fritto misto di calamari e gamberi e due spigole del peso di circa settecento grammi ciascuna, da preparare in padella con carciofi e pomodorini, servite già porzionate. La cottura delle spigole risulta ottima, ma si nota anche qui la presenza di un eccesso di pepe nero aggiunto dopo l’impiattamento. Per quanto riguarda invece il fritto misto niente da dire ma purtroppo neanche da ricordare. Tra le varie disquisizioni dei commensali merita menzione l’esposizione di varie teorie sulle scie chimiche tra il cameriere catalano e l’Ing. Marrocu, il quale si è visto ahimè surclassare dall’elevata preparazione dello stesso. Ci si domanda ancora come si è potuti arrivare a parlare di scie chimiche in seguito ad una semplice domanda al cameriere: Di che nazionalità sei?
 

Bliss - Dessert

Bliss – Dessert

 

Si arriva quindi al momento della scelta dei dolci. Fortunatamente la varietà qui è leggermente più ampia e la scelta ricade in un gelato al pistacchio per l’ing. Marrocu, una macedonia di frutta fresca per il Dessì che apprezza il fatto che non sia immersa in succhi vari, soufflè al cuore morbido di cioccolato per i due burricchi Raschione e Sollai, servito purtroppo senza la consueta quenelle di gelato. Per l’immenso Jesus sorbetto al limone della casa che con le lacrime agli occhi lo decreta come la pietanza migliore di tutta la serata. (Annammo bene!!). Data l’ora tarda si decide di rinunciare al caffè e, in attesa del conto, si opta solo per due bicchieri di un buon rum venezuelano, il Santa Teresa. Costo complessivo della serata 51 € cad. burriccu, almeno un 20% sovradimensionato rispetto alla qualità dell’offerta.

Alla luce di quanto sopra descritto, nonostante la simpatia del cameriere catalano, la qualità media dei piatti serviti è stata piuttosto bassa. Il locale prescelto, che lavora prevalentemente come bar, riporta nell’insegna posta all’ingresso la dicitura pasti veloci, tuttavia la cena ha avuto una durata di ben tre ore, nonostante fossero occupati solo due tavoli: due burricchi stiracchiati.
 


VALUTAZIONE “Bliss Caffè”: Due Burricchi.
Ristorante Bliss Caffè Indirizzo: Via Paoli 13, Cagliari
Telefono: 3477941300    [mostra in google maps]
 

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set 23 2012

Picasso Café Restaurant – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Picasso - Interno

Picasso – Interno

 

«A los doce años sabía dibujar como Rafael, pero necesité toda una vida para aprender a pintar como un niño

Yo soy Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Annibali Picasso – Olè!

L’abbandono della prospettiva, la diserzione dello spazio, l’autorità del colore, sospinti e confinati con violenza sulla tela, afferrati e urlati al mondo in un vortice psichedelico di cognizione ed emozione. Ogni tratto è un segno di vita, ogni dettaglio è un delirio di umana passione.
 

Picasso - Tagliere di terra

Picasso – Tagliere di terra

 

«Su questo tessuto di tela bianca, che ha come confini la vita fuori dall’arte, scopro il mio campo di battaglia, in cui un solo soldato solitario, combatterà la sua guerra contro se stesso.»

Entro questi ovattati confini, oltre i quali potete trovare quella cosa inutile che non è Donkey Challenge, settimanalmente combattono, i vostri amati donkeys, le loro colorate e allegoriche battaglie, condotte contro l’inedia e il sobrio vivere per conquistare, con fatica e determinazione, le più alte vette della buona cucina e delle nostrane, culinarie tradizioni.
La guernica che adesso qui dipingiamo, descrive la nostra nuova battaglia, vissuta in una tiepida notte di fine Estate in quel di Cagliari. I “feroci nemici” di oggi saranno, vedremo tra breve, due giovani ed avvenenti fanciulle, che hanno sudato non poco nel guerreggiare con quattro esigenti ed incontentabili burricchi, difendendo con passione il loro arrocco.
 

Picasso - Bruschette al pomodoro

Picasso – Bruschette al pomodoro

 

Giovedì sera. Il giorno prima della ciccionata l’ingegner Marrocu – felicemente integrato in una comitiva “tutti cacciavite” -, viene intercettato dalla donna del presidente, in un noto e pluriburriccato locale cagliaritano. In quell’occasione, sollecitato indirettamente da Jesus – in contatto medianico/mediatico dalla sua cameretta – dichiarava che non avrebbe potuto presentarsi all’empio svolgersi del rito, per imprescindibili impegni di lavoro.
Venerdì sera, ore 20.59. Allorquando Jesus e il Raschione, arrivati nella stretta via Ospedale ed individuata l’antimimetica sagoma del Burriccu Sollai, volgevano lo sguardo verso il ristorante “Picasso café”, riuscivano a scorgere, con trattenuti accenni di giubilo e stupore, la plumbea figura dell’ingegnere, che intanto s’era scientemente celato sull’ingresso del locale, per produrre manifesta e rumorosa sorpresa, già sindacando sul fatto che fosse arrivato qualche minuto prima dei due comunque puntuali burricchi. Ancora prima, aveva paventato telefonicamente la remota ipotesi del suo arrivo, a dispetto del forfait iniziale. Come “ospite” aggiunto alla prima prenotazione, avrebbe poi causato non pochi problemi di benessere ambientale, ai tre più irreprensibili (nella condotta) colleghi.
 

Picasso - Raviolini ai funghi porcini

Picasso – Raviolini ai funghi porcini

 

L’ingresso dei quattro equidi nel ristorante, sembra quasi l’introduzione di una commedia pirandelliana, la cui protagonista è la graziosa e gentilissima cameriera dai tratti nordici che, contemporaneamente al nostro arrivo, vedeva incidentalmente presentarsi altri due gruppi di commensali, all’unisono rivendicanti la loro prenotazione, tanto da creare non poco disordine e caos, fino al punto di indurla a sincretizzare logisticamente i burricchi, con gli avventori di un altro tavolo!
Durante la serata, la stessa cameriera verrà insistentemente importunata dalla puntigliose richieste del Tetriumvirato – di Jesus in particolare – mantenendo, sempre e comunque, un approccio empatico e cordiale, nonché un istintuale ed incorruttibile sorriso sulle labbra. Personalmente, io ci avrei servito il veleno per topi!
 

Picasso - Trofiette noci gorgonzola

Picasso – Trofiette noci gorgonzola

 

Strutturalmente, il locale si presenta con un grande vestibolo d’ingresso e con accattivanti pareti vermiglie, decorate da riproduzioni d’opere del geniale pittore iberico, verosimilmente riconducibili al periodo cubista analitico. Il vestibolo, muta rapidamente in una graziosa zona bar, in cui sembrano comunque non integralmente valorizzati gli spazi architettonici. Una prima sala da pranzo laterale, ospita le tavolate più consistenti mentre, più in fondo al locale, compare una saletta più intima e riservata, che sarebbe ritrovo ideale per cene all’insegna della quiete e del romanticismo, se non fosse per l’immancabile, molesto, televisore LCD – tra l’altro con un evidente problema di saturazione degli altoparlanti -, che violenta irrimediabilmente l’ambientazione. «Non vi piace? Eppure i nostri clienti lo vogliono per guardarsi il Tg a pranzo». «Allora forse è meglio che cambiate clientela! »
 

Picasso - Bistecca patatine

Picasso – Bistecca patatine

 

In quest’ultimo riservato ambiente, vengono fatti accomodare i quattro asinini clienti, in un piccolo tavolo quadrato che – come da prenotazione -, doveva e poteva accoglierne esclusivamente tre.
L’esordio relazionale con la cameriera, non mancava di gag subitamente esilaranti.

C.: «Potete scegliere dal menù questo e questo…»
J.: «Ehm, come scusi?»
C.: «Non avete, il coupon? avete “scontu”???»
S.: «No, abbiamo i soldi!»
C.: «Allora scegliete tutto quello che volete!»

Il menù del “Picasso” – tra l’altro interamente scritto a mano su carta quadrettata, con bella calligrafia, 10 anni!!! – si compone quasi esclusivamente di piatti di terra, di non articolatissima composizione, ed è particolarmente ampio e variegato; una diversa e più ricercata filosofia, avrebbe preferito restringere il numero di pietanze proposte, per concentrarsi su piatti di maggiore elaborazione e qualità.
 

Picasso - Carpaccio rucola e grana

Picasso – Carpaccio rucola e grana

 

Di buon grado, i burricchi si adeguavano all’offerta della cucina, indirizzandosi obbligatoriamente sugli antipasti di terra, e contestualmente comandavano un rosso DOC “Perdera” di Argiolas.
Gli antipasti erano costituiti da un variopinto tagliere, allestito con pecorino semi stagionato, ricotta vaccina, mortadella speziata, salsiccia sarda piccante, salame, testa in cassetta (tutto senza particolari eccellenze) con successiva appendice di olive sott’olio (simil-saclà) e bruschettine al pomodoro (buone).
Decisamente più interessanti i primi piatti, di marcato proponimento autunnale: trofiette alle noci e gorgonzola per il Raschione Ettore e per l’Ing.Marrocu, Raviolini ai funghi porcini, burro e salvia, per Jesus e il Burriccu Sollai.
A questo punto, già ordinati ed attesi i secondi piatti, l’Ing.Marrocu, dopo esser brevemente uscito dal locale per una malsana pausa sigaretta, ritornava al tavolo con la fronte corrugata e una notizia inquietante da comunicarci: «Ragazzi, la situazione è questa, c’è una ispezione ASL in corso, la cucina è bloccata e io mi devo alzare alle 5 e mezza. Ciao ciao!». La dipartita del preoccupato ingegnere – a dire la verità non contestata o contrastata con partecipazione da nessuno dei commensali – è risultata pressoché frettolosa, perché dopo pochi minuti, conclusasi felicemente l’ispezione, si sarebbe di nuovo materializzata la cortese cameriera (sempre la stessa, solo occasionalmente sostituita da un ragazzo, altrettanto gentile), con le pietanze richieste qualche decina di minuti prima («Vorrei una bistecca, che tagli avete?».«Le facciamo da 350g!»).
 

Picasso - Torta al cioccolato

Picasso – Torta al cioccolato

 

Relativamente al burriccu Sollai, trattavasi di una buona costata di manzo, senza condimento (l’alternativa era aglio e prezzemolo), servita con contorno di patatine fritte; Jesus e il Raschione, invero, si erano fatti conquistare da un carpaccio di manzo con rucola e grana, rivelatosi piuttosto buono, benché Jesus non abbia gradito (perché non particolarmente amante di quest’erba) la presenza della rucola, unico difetto, a suo dire, dei carpacci rucola e grana. Vi chiederete, a questo punto, perché un soggetto mentalmente equilibrato, debba ordinare una pietanza che non ama, in presenza di un’ampia scelta di più apprezzate pietanze, e questa domanda contiene già di per sé la risposta che cercate!
La cena si concludeva quindi con una discreta torta (gelato) al cioccolato, con la canonica sprite digestiva per Sollai, con una eccellente liquirizia “Tanca dei pavoni” per Ettore, e con un caffè e un “Cynar” per Jesus. Il prezzo finale, 22€ cadauno, è da giudicarsi un 15-20% sotto la soglia ideale.

Lodevole l’iniziativa della bella proprietaria che, visibilmente mortificata, é arrivata in sala per scusarsi personalmente del ritardo – tra l’altro neanche particolarmente pesante -, cagionato dall’ispezione a sorpresa («E’ la prima che subiamo da quando siamo aperti» … chiedetevi perché, proprio in concomitanza con l’arrivo dei burricchi!), con la quale Jesus ha poi imbastito la discussione relativa all’opportunità di tenere o meno un televisore in sala, in luogo di un adeguato impianto di amplificazione acustica, con relativa musica d’atmosfera in sottofondo, e di cacciare a pedate, eventuali clienti che ne richiedessero nuova installazione.
Impagabile l’episodio finale per il quale, già fuori dal locale, siamo stati rincorsi dalla stessa proprietaria, che aveva interpretato come errore di calcolo («Questi non sbagliano, sono Ingegneri … o susunki! cit.») i dieci euro elargiti come mancia, a riconoscimento della comunque piacevole serata:

«Scusi ma i suoi clienti non lasciano mai la mancia?»
«No mai, perché?».
«Gliel’ho detto che deve cambiare clienti!»

Il “Picasso café”, è caratterizzato da un’ambientazione gradevole e da una atmosfera familiare e rilassante, confezionata attraverso l’empatica gentilezza del personale (menzione speciale). Un meno appassionato panegirico, possiamo imbastire per la qualità della cucina (comunque discreta), che sembra compressa e condizionata dalla scelta del target di riferimento. Suggeriamo, a rischio di perdere qualche cliente per l’inevitabile innalzarsi dei prezzi, di puntare di più su una cucina ricercata e di qualità, che potrebbe rendere il ristorante un saldo punto di riferimento della Cagliari culinaria. Due burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Picasso café”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Picasso café Indirizzo: Via Ospedale 33, Cagliari
Telefono: 3492901317 [mostra in google maps]
 

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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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gen 14 2012

Ristorante steak house Jope – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Jope - Ingresso

Jope – Ingresso

 

Trattenendo per pochi istanti la nostra irreprensibile e istintuale sardità, per intuire e discernere sentimenti ed emozioni lontani alle nostre radicate consuetudini, potremmo con la mente vagare, per qui giustamente onorare, con velleità visionarie, questo ultimo, ormai passato, Venerdì tredici.
Non sarebbe difficile allora, immaginarsi dall’altro capo del Mondo conosciuto, nella calda Australia in una frenetica Sidney primaverile, ed osservare tre indistinte e spigliate giovinette, interagire con un idioma ed uno slang ai più incomprensibile, mentre varcano la soglia del “Jope’s steak-house”, così concedendosi una giusta meritata pausa, dopo i dietetici rigori della settimana.
 

Jope - Interno

Jope – Interno

 

A ottomila miglia di distanza, in una assolata San Diego, alcuni distinti colleghi di lavoro – dai visi pallidi e spenti -, avanzano con cautela sulla Parsimony Street, ben attenti a non voler sfidare un ricorrenza che, seppur raziocinio imporrebbe di irridere, riesce a far sentire i suoi melliflui, malefici influssi, finanche verso ben saldi uomini di scienza. Destinazione finale ultima: una bistecca da Mr.Jope.
Più presso a noi, infine, ecco due aitanti hombres catalani, sfrecciare per le strade di Barcellona sulla loro possente ciento cincuenta caballos – diretti verso un nuovo alimentare approdo -, impattare una fangosa pozzanghera d’acqua piovana, tanto da inondare lo stesso sfortunato e non tricotico passante, che poche ore prima aveva declinato, adducendo risibili motivazioni, il loro rituale invito: «Jope! hilos de $!@!!!!»
 

Jope - Insalata di gamberi

Jope – Insalata di gamberi

 

Delegando al Raschione Ettore l’onore e l’onere di descrivere le ragioni (con i relativi insulti) per le quali non possiamo quest’oggi narrare di una ciccionata a tre, avendo dovuto rinunciare alla sempre gradita compagnia dell’Ing.Marrocu – che Jesus, con tutta probabilità, avrà modo di incontrare nel prossimo fine settimana, mentre sarà impegnato nell’esercizio delle sue funzioni in quel di Elmas -, procediamo ad introdurre il ristorante/bisteccheria che quest’oggi aveva la (s)fortuna di ospitarci.
Quartu, Via Polonia, sotto un ampio ma freddo porticato di probabile recente costruzione, si affaccia il quasi anonimo ingresso del locale.
 

Jope - Affettati misti

Jope – Affettati misti

 

A parte la copertura superiore, discretamente composta ma vagamente dozzinale, l’interno del ristorante è piuttosto curato. Un piccolo bancone in legno accoglie i visitatori e li introduce nell’unica (crediamo) non amplissima sala, con una decina di tavoli squadrati, pareti colore paglierino, decori in pietra, eleganti separè in tela, mensole con prestigiose bottiglie di vino in bella mostra, punti luce d’atmosfera, che difettano però per l’impianto elettrico poco decorosamente a vista. L’arredamento potrebbe di per sé garantire un sufficiente impatto di raffinatezza e romanticismo, alimentato dalla ben calibrata musica di sottofondo, se non fosse per i quasi irritanti brusio e chiassosità ambientale, gradualmente manifestatisi con il progredire del pasto, che non sappiamo se attribuire a una strutturale compromissione acustica, o alle moleste abitudini degli avventori il Venerdì sera.
 

Jope - Trofiette porri tartufo porcini

Jope – Trofiette porri tartufo porcini

 

Il servizio in sala veniva garantito da tre gentili, frenetiche ed efficienti cameriere, che non davano però l’impressione di essere o venire rigorosamente coordinate, in una pur risoluta anarchia generale.
Come i nostri lettori potranno dedurre dal prefisso al nome del ristorante, il “Jope” propone una cucina quasi esclusivamente di terra e, in virtù dello stupore percepito alla comanda, immaginiamo non siano molti i clienti che scelgono di articolare il loro pasto in termini di antipasti, primi secondi e dolce, anziché la comune bistecca con contorno e birra. Pur tuttavia, ad eccezione dei secondi piatti interamente dedicati alla carne, possiamo giudicare il menù alla carta sufficientemente distinto e adeguato.
 

Jope - Angus argentino

Jope – Angus argentino

 

I due burricchi commensali, sceglievano quindi di esordire con gli antipasti, declinati in un misurato binomio terra mare: affettati misti con prosciutto crudo, speck, salsiccia sarda, mortadella, coppa e pecorino stagionato, più una insalata di gamberetti rucola e pomodori. Abbondanza e presentazione degli antipasti apprezzabile, ma qualità e composizione assolutamente mediocri! Censurabile in particolar modo il valore dei gamberi surgelati, dal gusto e consistenza pressoché impalpabili. Il tutto era comunque accompagnato da un ottimo vino rosso: carignano del Sulcis DOC, “Rocca Rubia”, della cantina Santadi, scelto dal Raschione e servito colpevolmente in ritardo, dopo l’arrivo delle entrée.
 

Jope - Rocca rubia, sorbetto

Jope – Rocca rubia, sorbetto

 

Decisamente di tutt’altro spessore il primo piatto, comune a Jesus ed Ettore, che, pur non rappresentando un picco di eleva scuola culinaria, riusciva ad avere un degno impatto emotivo, nell’ottica di un caldo pasto invernale: trofiette ai porri, funghi porcini e tartufo d’alba. Discreto.
Ovviamente il piatto forte della serata doveva essere quello di carne.
Esclusa per Jesus la possibilità di gustare un filetto al cannonau (che a dire della cameriera nei fine settimana non si prepara!?), la scelta ricadeva su un Angus argentino, rivelatosi poi di eccellente qualità e di superba cottura.
Considerata l’abbondanza delle porzioni, si sceglieva quindi di terminare la cena con un semplice ma ottimo sorbetto al limone, senza degustare i proposti dessert della casa o – terminata la amata liquirizia – richiedere l’assaggio di ulteriori alcolici.
Costo effettivo della cena, 46€ cadauno, da ritenersi un 15-20% in eccesso rispetto alla qualità media delle portate proposte, al servizio approssimativo e a una non raggiunta gradevolezza ambientale.

La sintesi e la valutazione complessiva del ristorante “Jope”, che centellinando i nostri ben collaudati indici misureremmo in un burriccu e mezzo, per divina misericordia e in considerazione dell’eccellenza proposta nell’ambito della natura propria della steakhouse, viene arrotondata e mitigata in una più onorevole: due burricchi meno meno.


VALUTAZIONE “Jope”: Due Burricchi.
Ristorante Bisteccheria Jope Indirizzo: Via Polonia 123, Quartu S.E.
Telefono: 070861497    [mostra in google maps]
 

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