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dic 8 2012

Ristorante Don Pepicu – Sarroch

 Scritto da Melissa | 6 commenti | Commenta

Don Pepicu - Ingresso

Don Pepicu – Ingresso

 



Mi trovo nel mio buen retiro immerso nella ridente campagna, in un luogo ameno e tranquillo nel quale dare tregua al corpo spossato e dedicarsi alla scrittura. La Recensione mi chiama. In verità non faccio altro che fagocitare cibo come un oca da fois gras. Ma rifletto comunque, a pancia piena, sulla ciccionata da me vinta a mani basse con il supporto dei miei aficionados, che ringrazio. Penso ai Burricchi, a quanto sarebbero stati felici di brucare dell’erba così gustosa e fresca in pascoli così incontaminati.
 

Don Pepicu - Interno

Don Pepicu – Interno

 


Ben altri pascoli invece ci sono toccati in sorte venerdì scorso per la ciccionata da me vinta. Ma se vogliamo più che sorte è stata volontà, e in un certo qual modo imposizione del Raschione, dopo lungo braccio di ferro con Jesus, come potrebbe documentare la mia posta di facebook. Jesus infatti si lamentava del fatto che il posto prescelto fosse lontano, sosteneva tra l’altro che la scelta del Raschione non fosse stata casuale dal momento che la vettura che ci avrebbe condotto sarebbe stata appunto la sua 150 CV (o burricchi). Insomma io comunque emozionata per l’entità del premio vinto e per l’opportunità di conoscere tre personalità così importanti mi preparavo per la serata.
 

Don Pepicu - Antipasti

Don Pepicu – Burrida, dentice, pesce spada, seppiette

 

Appuntamento alle 20:30 in centro città. I Burricchi sono stati così gentili infatti da passare a prendermi e così accorti da avere invitato una gentil donzella, burricca anch’essa, che scoprirò poi essere la donna del presidente… della quale non mi è concesso rivelare le generalità, pena la radiazione dalla carica di burricca per un giorno. Puntualissima mi reco all’appuntamento e con il benestare di Carlo Felice che ci osserva dall’alto faccio la conoscenza del Raschione e subito dopo di Jesus e della sua dama. La 150 CV si mette in moto e schizza fuori dalla città senza seguire l’indicazione del povero Carlo Felice,ma prendendo la via del mare. E’ a quel punto mi viene svelata la meta della nostra ciccionata, non prima che la Dama del Presidente abbia verificato che sia libera da miscrospie. Sarroch è la nostra meta, patria della petrolchimica… ma che ci troveremo mai?
 

Don Pepicu - Antipasti2

Don Pepicu – Moscardini, anguilla, murici, orziadas

 

Notizia fresca li ci raggiungerà L’Ing. Marrocu, sottrattosi all’ultimo momento dai doveri lavorativi per festeggiare la vincitrice del concorso. Arrivati davanti al ristorante i due Burricchi eseguono le foto di rito cercando di ostacolarsi reciprocamente. Finito il teatrino decidiamo di entrare benché l’Ing. Marrocu non sia ancora giunto, infatti l’aria fredda e i fumi della vicina raffineria non rappresentano certo uno stimolo a star fuori. L’Oste proprietario del locale ci accoglie con gentilezza dandoci la possibilità di scegliere il tavolo che maggiormente ci aggrada. Piccola parentesi mi chiedo se si tratti di Don Pepicu in persona, e sopratutto questo titolo nobiliare sarà riconducibile a cosa? Noi troviamo solo una vaga somiglianza con il più celebre Grillini… mah!
 

Don Pepicu - Zuppetta cozze arselle

Don Pepicu – Zuppetta cozze arselle

 

L’ambiente è gradevole, tinte arancio sulle pareti, archi in mattoncini rossi, luci abbastanza soffuse,mobilio classico in legno scuro ma con dei pezzi su misura che sfruttano bene l’ambiente. La pizzeria si trova all’ingresso e più avanti nella sala si trova la cucina a vista incorniciata da un grande arco. Giusto il tempo di dare uno sguardo al menù che arriva l’Ing. Marrocu a completare il Triumvirato. Scusatosi del suo leggero ritardo prima con le signore procedere nel accomodarsi a tavola. Ora che la tavolata è al completo passiamo alla scelta del vino, che ricade sul meraviglioso Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini. Un vermentino davvero eccellente che ci viene servito in calici da degustazione adattissimi, ma gran peccato non ci viene data l’opportunità di procedere all’assaggio da parte del Burriccu Marrocu. L’appetito intanto cresce quindi decidiamo di partire con il classico assaggio di antipasti di mare per poi passare ai primi piatti. Sennonché mentre ci accingiamo ad ordinare l’oste esordisce con una frase che semina il terrore tra i commensali: Se qualcosa non dovesse piacervi, ditecelo che lo sostituiamo. Di li a poco avremo capito il motivo di tale improperio che quasi suona come “augurio”.
 

Don Pepicu - Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

Culurgiones Don Pepicu

Culurgiones Don Pepicu

 

Gli antipasti intanto arrivano abbondanti accompagnati da alcune ottime focacce,pizze bianche,appena sfornate. Antipasti classici di mare niente che possa considerarsi rivoluzionario, però alcuni di questi sono convincenti come le orziadas fritte, i bocconi, la zuppa di cozze e arselle, servita quest’ultima su un fondo di pane carasau, piatto gradito in particolar modo dalla Dama del Presidente. Altri abbastanza nella norma come i polpi alla diavola, che non erano affatto indiavolati anzi, o le seppie con i piselli, o ancora il carpaccio di spada, troppo ricco di limone e di semi di finocchio un po’ fastidiosi (perchè non utilizzare i grani pepe rosa? qui è la cuoca che è in me che parla). Alcuni antipasti invece erano troppo freddi per essere gustati adeguatamente, la burrida per esempio o le anguille “scaloppate”. Poi una “bestemmia culinaria per me, il pasticcio di dentice in salsa di maionese e yogurt. Per inciso… ma come diavolo può venire in mente di oltraggiare in tale maniera un pesce così prestigioso. Devo annotare per correttezza che il Burriccu Ing. Marrocu ha apprezzato questo piatto non prendendo le difese dello sfortunatissimo e nobile dentice. Dopo aver comunque ingurgitato una certa quantità di antipasti accompagno l’Ing. per una breve pausa nella quale ci siamo raccontati un po’ di vicende lavorative: Ah la crisi,certo che mi piacerebbe partire e cambiare aria e Beh si anche a me non voglio sputare sul mio lavoro ma….
 

Don Pepicu - Orata arrosto

Orata arrosto

Don Pepicu - Seppie arrosto

Seppie arrosto

 

Al nostro rientro con grande gioia troviamo una nuova bottiglia ad attenderci. Il Merì delle cantine Argiolas di Serdiana, un vermentino doc stavolta, più secco rispetto al primo ma altrettanto gradevole. Inoltre un gesto non scontato quello dell’Oste che ci cambia il calice. L’insoddisfazione comunque già serpeggia tra i burricchi che vorrebbero comprendere se i primi risolleveranno le sorti della ciccionata: Spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu e Culurgiones ogliastrini alla Don Pepicu per me, il Raschione e la Dama del Presidente. Le pietanze abbondanti ci vengono portate a tavola in vassoi in modo da servirci noi stessi, così assaggiamo tutti entrambi i primi. Gli spaghetti all’astice hanno un ottimo aspetto ma dopo averli assaggiati ed essermi confrontata con il mio dirimpettaio L’Ing. giungiamo alla conclusione che il sugo di pomodoro è troppo dolce, Jesus concorda. Probabilmente lo chef ha abbondato con lo zucchero per stemperare l’acidità della salsa di pomodoro. Sulla stessa linea i culurgiones alla Don Pepicu conditi con una salsa ottenuta dal succo dell’arancia, un tantino dolciastri e a tratti nauseabondi, benché il culurgione in sé fosse buono.
 

Don Pepicu - Sorbetto al limone

Don Pepicu – Sorbetto al limone

 

Giunti a questo punto quasi non ci rimaneva che arrenderci ma Jesus propone di dividere una grigliatina di orate e seppie. L’Oste infatti caldeggia la grigliata, forse preoccupato dell’insoddisfazione dovuta ai primi. Così ci vengono servite due orate di mare, a detta dell’Oste, e tre seppiette arrosto. Io mi cimento nella pulitura di un orata così come il Raschione. L’Ing. con occhio attento nota la mia dimestichezza e si offre di dividere il piatto con me,mentre il povero Jesus è costretto a mangiare l’orata stuprata dal Raschione. Una grigliata senza infamia e senza lode, le seppie erano a dirla tutta un po’ durette e l’orata non particolarmente saporita. Decidiamo così di concludere senza dessert, a dirla tutta l’elenco era poco stimolante, quindi sorbetti per tutti. E a seguire due caffè per Marrocu e Jesus, tre liquirizie di Muravera per me, il Raschione e l’Ing. Marrocu e per Jesus una grappa 903.
Devo dire che complessivamente non attribuirei più di due burricchi stiracchiati, da un lato per la qualità del cibo, reso meno buono proprio dal modo in cui è stato cucinato. Poi un altro errore grossolano è stato quello di non distinguere tra antipasti caldi e freddi, servirli in tempi diversi dopo magari aver cambiato il piatto. L’Oste è stato a mio avviso molto gentile anche nel gestire le nostre critiche, più che nostre di Jesus che si è fatto portavoce, ha interpretato i nostri umori.
Non mi rimane che ringraziare i tre Burricchi e la Dama per la piacevole compagnia, sono stata davvero bene… Lunga vita ai Burricchetti!

 
N.D.R. Aggiungiamo il dettaglio del conto economico, non specificato dalla pur abile recensitrice: 39€ per coperto che, non essendo l’autore di questo articolo, lascio voi giudicare. Il corrispettivo è stato poi rimpinguato da una adeguata mancia – finanziata interamente da Ettore e Jesus -, parzialmente riassorbita dalla manchevolezza contributiva del più parsimonioso degli astanti.

 


VALUTAZIONE “Don Pepicu”: Due Burricchi.
Ristorante Don Pepicu Indirizzo: Via al Mare 52/A, Sarroch
Telefono: 070900499    [mostra in google maps]
 

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apr 28 2012

Ristorante La Finestra sul cielo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Finestra sul cielo - Interno

Finestra sul cielo – Interno

 


Sì, ma ditemi, di quale cielo voi parlate, ora? E cosa c’è di veramente inarrivabile al di qua dei vostri umani pensieri?
Forse è il cielo citato pochi giorni or sono, quello della precessione degli equinozi, delle levate eliache e delle percettibili e luminescenti costellazioni?
Magari vi riferite all’oblio senza colori, per voi dipinto dal filosofeggiare di astuti pittori, destinati a spogliarsi delle sbiadite vesti porpora, non appena si troveranno oltre la tela… Oppure, ancora, ricordate il cielo dell’Alta fantasia, che mancò e nessuno mai raggiunse, o da cui nessuno mai riuscì di tornare indietro, per descriverla.
 

Finestra sul cielo - Antipasti

Finestra sul cielo – Antipasti

 

Ci dedicheremo invero quest’oggi, senza eccessi o utopiche disserzioni, a un ben più terreno ed effimero orizzonte, scrutabile dalle finestre al quarto piano del ristorante “La Finestra sul cielo”, in Cagliari.
Senza eccessi perché, nonostante il vostro amato abbia sollecitato i suoi burricchi colleghi, sul proporsi per lo scrivere l’ultima recensione, questi hanno infingardamente declinato ogni invito, caricando l’onere del lavoro sulle spalle dell’oberato molenti Jesus, che quindi quest’oggi terrà  – per protesta – una condotta letteraria e sintattica di basso profilo. Ulteriori forme di dissenso e nuove rivendicazioni sindacali, verranno presentate in seguito. Stay tuned!
 

Finesrra sul cielo - Scampi, Insalata mare, Tonno, Cozze

Finesrra sul cielo – Scampi, Insalata mare, Tonno con cipolle, Cozze marinate

 

Ore 20.55 di Venerdì sera. Nonostante le direttive del buon senso, dovrebbero scoraggiare lo svolgersi di ciccionate nelle ore immediatamente successive a lunghissime sessioni di lavoro, per venire incontro alle immeritevoli esigenze dell’altrimenti effimero Ing.Marrocu, Jesus e il Raschione Ettore decidevano di accogliere le sue capricciose richieste.
Rendez vous di fronte all’Hotel residence “Ulivi e Palme”, struttura di non particolare fascino architettonico, sita nella Via Bembo, in prossimità del cavalcavia dell’asse mediano di scorrimento.
La recensendo destinazione, è infatti integrata al quarto piano dell’Hotel e, per raggiungerla, è necessario oltrepassare vari ambienti – non propriamente eleganti -, come un’improvvisata saletta per fumatori, che fa da anticamera alla sala da pranzo, poco oltre i vani ascensore e un corridoio con gli alloggi degli ospiti dell’albergo.
 

Finestra sul cielo - Lumache al sugo

Finestra sul cielo – Lumache al sugo

 

L’interno del ristorante, nonostante il suggestivo panorama dello stagno di Molentargius e del golfo di Cagliari – che si possono apprezzare grazie alle numerose finestre lungo il perimetro -, non è comunque di straordinario e raffinato impatto scenico. Le pareti sono tinteggiate di un colore giallo acceso ed impreziosite, almeno nell’intenzione, da dozzinali drappeggi chiari.
Ciò che però rileviamo essere più sgraziato ed inelegante, dal punto di vista estetico, è il controsoffitto in pannelli di plastica bianca, visibilmente opacizzati dalla fuliggine. Seppure, ben capiamo, la nostra valutazione potrà sembrare oltremodo ingenerosa, precisiamo da subito che un tale allestimento, avrebbe potuto eleggersi gradevole e caratteristico in un altro contesto ambientale, ma che, data la location dalle potenzialità straordinarie, qui ci sovviene come una sorta di incredibile, disattesa occasione.
 

Finestra sul cielo - Linguine all'astice

Finestra sul cielo – Linguine all'astice

 

Il servizio in sala è comunque molto cordiale, empatico ed efficiente.
Un cameriere più anziano (forse il gestore?) e un giovane più in erba si alternano ai tavoli, simpaticamente e lungamente simulando un contenzioso a distanza, interrotto da generosi consigli sull’articolarsi della cena e sulle pietanze da scegliere.
In realtà sarebbe suggeribile, per il personale, un più attento coordinamento, considerando che, in più di un occasione, ci sarebbe stato chiesto se avessimo già ordinato la pietanza successiva. Ad ogni modo, nessuno spiacevole inconveniente, ha per ciò avuto luogo.
Non fornitissima la cantina, dalla quale scegliamo un vermentino di gallura DOCG “Funtanaliras”, l’etichetta più prestigiosa disponibile tra i vini bianchi.
 

Finestra sul cielo - Spaghetti alla mediterranea

Spaghetti alla mediterranea

Finestra sul cielo - Fregola con arselle

Finestra sul cielo – Fregola con arselle

 

Giustamente (con giustizia) negato al Marrocu il beneficio dell’assaggio ritualistico del vino, accogliamo la proposta di procedere con gli antipasti di mare, che si sarebbero dimostrati quantitativamente piuttosto consistenti, e complessivamente di distinta fattura, fatto salvo per alcune sgradevoli stonature: buonissimo carpaccio di salmone affumicato con mozzarelline e pomodorini, scabbecciu di dentice con peperoni, pinoli, melanzane e olive, grigliata di verdure con peperoni, melanzane, funghi champignon gratinati (con pomodorini e pan grattato), ottime cozze gratinate, scampi arrosto su letto di rucola e ceci, insalata di mare con cozze, seppie, polpo, gamberi, filetto di tonno con cipolla dolce, cozze marinate calde, per finire con degli strepitosi zizzigorrus (lumache) al sugo.
 

Finestra sul cielo - Seppie e gamberi arrosto

Finestra sul cielo – Seppie e gamberi arrosto

 

Le sgradevoli stonature a cui facciamo riferimento, riguardano la piacevolezza di taluni ingredienti, quali le cozze e i gamberi rossi, riproposti in più di una portata, e che a nostro personale giudizio apparivano di
– perlomeno – discutibile qualità:

«Ingegnere, questo gambero non meriterebbe più dignità che l’essere appeso, a mo’ di arbre magique, nella sua pur modesta autovettura!» (cit.Raschione).

Ad ogni modo, intenderei promuovere globalmente gli antipasti, in particolar modo per le più buone lumache al sugo finora assaggiate lungo il nostro escursus, giudicando i difetti segnalati, accidentali.
 

Finestra sul cielo - Spigona arrosto

Spigona arrosto

Finestra sul cielo - Orata arrosto

Orata arrosto

 

Senza appello e giustificazione, invero, è la bocciatura che dobbiamo, nostro malgrado, decretare per i primi piatti. Abbastanza positivi gli spaghetti alla mediterranea scelti dal Marrocu, conditi con zafferano, vongole, cozze e bottarga, che risentivano inevitabilmente, della qualità dei succitati mitili;
sciagurata, invero, la preparazione delle linguine all’astice (tra l’altro, il crostaceo in sé era eccellente!) scelte da Jesus e la fregola con le arselle del Raschione, entrambe insensatamente demolite dalla pochezza e dall’eccessiva acidità del sugo al pomodoro, utilizzato come base.
 

Finestra sul cielo - Semifreddo alla nocciola

Finestra sul cielo – Semifreddo alla nocciola

 

Tra il primo e il secondo, segnaliamo un intermezzo digestivo, con la proposta di verdura rossa, sedano e finocchi, preso a pretesto dall’ingegner Marrocu per esibirsi nella personale composizione (con i prodotti presenti in tavola) del più improbabile dei condimenti: una poltiglia alchemica, elaborata con olio d’oliva, olio piccante, pepe nero sale e limone, assolutamente immangiabile!
Nella media, l’appetibilità di una concordata grigliata mista: seppie, gamberi, orata e spigola arrosto, di cui citerei esclusivamente la bontà delle seppie, e che avrei suggerito di meglio ricomporre, per motivi scenografici, in un unico piatto organico, anziché su tre differenti ceramiche.
 
Il finale della cena è anch’esso contraddittorio: eccellenti sorbetti alcolici al limone per Jesus e l’Ing.Marrocu, mediocre semifreddo della casa alla nocciola, impreziosita con crema ai frutti di bosco, per il Raschione. Conclusione con due buoni liquori alla liquirizia “Pacini” e un mirto per Jesus. Conto finale decurtato dai 40€ cadauno formali, ai 30€ sostanziali, da giudicarsi promozionali e leggermente al di sotto del giusto dovuto.
Il Ristorante “La finestra sul cielo” vanta una location invidiabile, non però adeguatamente valorizzata. La cucina è di buon livello ma risente di talune gravi distrazioni, che andrebbero sanate con una maggiore ricercatezza e attenzione da parte dello chef. Ad ogni modo, un posto sereno e gradevole, consigliato per serate non particolarmente impegnative e formali. Due burricchi.
 


VALUTAZIONE “La finestra sul cielo”: Due Burricchi.
Ristorante La Finestra sul cielo Indirizzo: Hotel Ulivi e Palme, Via Bembo 25, Cagliari
Telefono: 0704512770    [mostra in google maps]
 

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