☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
giu 8 2013

Ristorante Corso Dodici – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Corso 12 - Interno

Corso 12 – Interno

 

Prese il pane e lo spezzò. Giustappunto in dodici sareste dovuti giungere per rendermi grazia, perché ciascuno di voi sarebbe potuto divenire il mio tredicesimo, sottraendo al peccato l’umanità intera, dissetandosi alla fonte immortale della mia gloria. Che l’imperfetto giudizio dell’Uomo decreti miserevole questo destino, ben poco dovete curarvene; nessuno tra voi può arrivare ad intendere pienamente il perché di ciascuna piega delle mie vesti, né percepire l’infinita bellezza del mio celato orizzonte.
Bene, tutt’altro questo mio orizzonte si sarebbe sognato, che veder raccolti i dodici in uno, alla mia mensa, e questo “uno” vestito con abiti firmati Lacoste. Se non altro, non  sono capitato nel tavolo dei discepoli con i sandali griffati H… Acca di accallonato!
 

Corso 12 - Burrata su nido di melanzane

Corso 12 – Burrata su nido di melanzane

 

Il caldo, finalmente! Fulminante ed improvviso, gravoso e stuzzicante, arriva di Venerdì sera, e la città d’improvviso si anima. Come centomila lumache baluginanti dalla terra, dopo un acquazzone durato un Inverno intero, i cagliaritani si riversano per le strade del fine settimana, ed è subito un’esplosione di esibita superba vanità, di repressa e incontrollata sensualità. Il “Corso Vittorio” si trasforma in un asfissiante ed orgiastico fiume in piena, fatto di schiamazzi, di sguardi fugaci, di pretese richieste d’attenzione, di tutto quello, insomma, che l’areste Jesus divisa evitare, subitamente sgattaiolando – dopo un avventuroso ed impossibile parcheggio del Raschione Ettore – dentro il locale che li avrebbe ospitati.
 

Corso 12 - Tagliere di salumi e formaggi

Tagliere salumi formaggi

Corso 12 - Salmone marinato

Salmone marinato

 

Il “Corso dodici” è certamente un BAR-Ristorante di tendenza. Recentemente affacciatosi sul lato Sud del Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da Pizza Yenne -in Cagliari-, è strutturalmente caratterizzato da un lungo e stretto corridoio che, superato il pur breve bancone al vestibolo di ingresso, si estende spigolosamente fino all’ingresso di servizi e cucina. Gli spazi vengono tagliati con elegante e geometrica essenzialità, coniugata dalle pareti color grigio perla, dai tavolini rustici quadrangolari, e dai particolari inserti lignei superiori, che si alternano e scandiscono la presenza di numerosi e ben dosati punti luce. La parete al lato Est, sobriamente spoglia, accoglie una interminata fila di divanetti imbottiti mentre, al lato opposto, è notevole la sequenza di tele fotografiche in stile pop-art, i cui soggetti progressivamente degradano in umana espressività, dalla luce dell’ingresso fino al buio ideale del fondo sala.
 

Corso 12 - Trofie al pesce spada

Corso 12 – Trofie al pesce spada

 

Jesus e il Raschione – in obbligata formazione PACS per l’indisponibilità dell’Ing.Marrocu, e la congiunta indisponibilità dello stesso Jesus a spostare la ciccionata di Sabato – , alle ore 21 fanno il loro ingresso nel locale. A quell’ora la sala e praticamente vuota mentre, in virtù della calda serata, i tavolini e le sedie esterne non hanno difficoltà nel trovare avventori che possano accogliere. Al loro arrivo i Burricchi vengono ricevuti da un giovanile e ben nutrito personale, oltre ché da un lieve aromatico sentore di impregnante del legno, fisiologicamente comprensibile in virtù della recente apertura. Veniamo fatti accomodare su un piccolo tavolino per due (i fiorellini sono stati gentilmente fatti portare via, per lasciare spazio alle vivande: «non è una serata romantica!») che verrà poi affiancato da un suo gemello, onde sostenere le numerose pietanze ordinate, per poi venire nuovamente ridimensionato, causa l’arrivo di due coppie ritardatarie. A questo proposito, c’è da dire che questa operazione è stata furbescamente condotta sfruttando l’acquiescenza del più docile Raschione, nel mentre che Jesus – che altrimenti col cazzo avrebbe acconsentito – si trovava per questioni personali alla toilette!
 

Corso 12 - Fregola fiori di zucca e guanciale

Corso 12 – Fregola fiori di zucca e guanciale

 

Il Menù del ristorante (presentato tra l’altro con un accattivante libretto, quasi scardinato da Jesus per poterlo aprire) appare intelligente e ben strutturato, per la dimensione e la filosofia del locale. Agli antipasti freddi, i primi di pasta fresca, i tradizionali secondi di carne e pesce, viene dedicato un capitolo intero alle polpette, proposte in declinazione di terra e di mare. Ermetici i dessert evidenziati, mentre la pur fornita cantina – per quanto abbiamo inteso -, non è supportata da una dettagliata descrizione cartacea né, a quanto pare, da un efficiente servizio logistico-organizzativo, dato che il vino inizialmente comandato dai Burricchi è risultato sì presente, ma non immediatamente fruibile, in quanto sbadatamente scordato fuori dal frigo! Ad ogni modo, subitamente la prima etichetta veniva rimpiazzata da un ottimo Vermentino di Gallura superiore DOCG “Monteoro”, di Alghero, cantine Sella&Mosca, servito con la giusta teatrale assistenza a favore, questa volta, del poco teatrale quanto sbrigativo Raschione.
 

Corso 12 - Tagliata di tonno

Corso 12 – Tagliata di tonno

 

Censurata sul nascere da Jesus la possibilità di integrare gli antipasti con delle polpette, ordiniamo tutte e tre le pietanze disponibili in menù; tagliere di salumi e formaggi composto da pomodorini, pecorino fresco, semi-stagionato, salsiccia sarda, prosciutto crudo, mustela (lonza di maiale), accompagnati da deliziose confetture di produzione familiare, alla mela dolce e mirto e alle mele e fichi; buonissimo salmone marinato abbinato (questo abbinamento è piaciuto però più al Raschione) ad arance e insalata di finocchi; burrata su nido di melanzane marinate alla maggiorana e aceto balsamico. Quest’ultimo piatto, pensato per la stagione estiva, ha invero ricevuto meno apprezzamenti, alla prova del gusto, rispetto ai primi due.

 

Corso 12 - Polpette al tonno con cipolle di Tropea

Corso 12 – Polpette al tonno con cipolle di Tropea

 

Se gli antipasti si sono rivelati di buona ma non rara fattura, possiamo decretare i primi piatti come momento più alto e solenne della cena: trofie di pasta fresca al pesce spada con pomodoro, basilico e olive taggiasche per Jesus, fregola con fiori di zucca e guanciale per il Raschione. Le trofie di Jesus dimostravano essere uno spettacolare equilibrio di raccolti e differenti sapori, che pungenti e singolari si alternavano sul palato senza mai sovrastarsi, costringendo alla vigile curiosità, fino all’ultima forchettata. Del tutto differente il discorso sui secondi, che forse hanno risentito degli effetti del gran numero di avventori (principalmente declinati nei cromosomi XX) , che chiassosamente andavano ad affollare via via la sala, cagionando così un incrementale carico di lavoro per servizio in sala (comunque mantenutosi efficace ed empatico per tutto il tempo) e la cucina; anonime (se non fosse per la cipolla) polpette di tonno con cipolla di Tropea e riduzione di aceto balsamico per il Raschione; insapore – quanto eccessivamente tostata in superficie -, tagliata di tonno in crosta di sesamo, su letto di rucola, peperoni e riduzione di aceto balsamico, per Jesus. Probabilmente il burriccu avrebbe dovuto chiedere il tonno crudo, così come il Raschione avrebbe dovuto pretendere un piatto piano per gustare le sue polpette! Ad ogni modo, le lamentele di Jesus hanno avuto come effetto la decurtazione del conto finale, cosa sempre apprezzabile, non come iridescente via di fuga concessa al cliente susunku, ma come costruttivo riconoscimento della sua insindacabile titolarità.
 

Corso 12 - Panna cotta

Corso 12 – Panna cotta

Corso 12 - Cheesecake

Corso 12 – Cheesecake

 

Con i dessert (del giorno) la qualità risaliva decisamente oltre la soglia del positivo: cheesecake ai frutti di bosco per il Raschione, panna cotta al caramello per Jesus, il tutto accompagnato da un moscatello della casa, invero apprezzato più da Jesus che dal Raschione. La cena si concludeva quindi senza ulteriori divagazioni. Costo complessivo 41€ cadaburriccu, da ritenersi adeguato, in funzione di qualità dell’ambientazione, servizio e soddisfazione alimentare prodotta.

 
Organizzato con un’ambientazione accattivante e alla moda, “Corso Dodici” deve certo risolvere alcuni piccoli problemi legati alla propria fase di avviamento, con severo riferimento ad episodiche défaillance della cucina. Detto questo, è buona l’impostazione generale, mentre la mano dello chef è in grado di certo di regalare più d’una soddisfazione. Se amate i locali di tendenza, e non avete preclusioni razziali nei confronti delle scarpe Hogan, Corso Dodici è il posto che fa per voi. Tre burricchi con qualche meno.

 

VALUTAZIONE “Corso Dodici”: Tre Burricchi.
Ristorante Corso Dodici Indirizzo: Corso V.Emanuele II 12, Cagliari
Telefono: 0700991988 [mostra in google maps]

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mag 25 2013

Antico Caffè 1855 – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Antico caffè - Interno

Antico caffè – Interno

 

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico.
C’è un ricordo lontano, non vissuto, di tempi andati, di gestualità pensate, di solenni raffinate eleganze, di amore per la forma e di diverse forme d’amore, narrate dalla posa scolorita di un vecchio dagherrotipo, fossile ingiallito ed impressione eterea di una Cagliari che fu.
Fu qui anche e prima di tutto Cagliari, al suo antico caffè. E ci fu con la sua luminosa bellezza, con il suo stile liberty, con l’imperfetta smisurata superbia, con il sentirsi ed essere città europea, protetta e custodita entro il rigido e culturale confino del ferro battuto, sulla prestigiosa terrazza che dà sulla Via.
Ancora oggi, come allora, c’è sempre una pretestuosa teiera, adagiata su quel tavolino; poco importa se sedute intorno non sono più Emilio Lussu o Grazia Deledda, ma tre “composte” e spensierate fanciulle nel fiore degli anni e dai capelli laccati. Non saranno proprio discorsi di lotta e di struggenti altipiani, ma l’importante è trovarsi lì. All’Antico caffè.
 

Antico caffè - Antipasti

Antico caffè – Antipasti

 

Giovedì sera, ore 21.15. Onestamente, nulla di più distante dalla raffinata eleganza dei caffè di inizio ‘900, ispirerebbe l’immagine di Jesus e del Raschione, che frettolosamente percorrono il Viale Regina Elena, con stampato in faccia l’impudico ghigno di chi ha appena inc… un parcheggio ad un povero cristo, con una dissennata quanto repentina inversione a U. Tra l’altro, le proteste dello sfortunato automobilista di turno sono durate ben poco, il tempo per Jesus di discendere dall’auto del Raschione e manifestarsi nel suo consueto abbigliamento da “Sono io quello che state cercando”.
La non brevissima attesa dell’Ing.Marrocu – che nel frattempo si era concesso un estemporaneo giro turistico per le strade tutt’attorno – , veniva ravvivata dalle lontane escandescenze di un pittoresco viandante, ben noto al chiacchiericcio della vita sub-urbana, conosciuto come quello a cui «hanno rubato i colori… i coglioni!»
 

Antico caffè - Trofiette asparagi ricci

Antico caffè – Trofiette asparagi ricci

 

L’Antico Caffè, ex Caffè Genovese, ha il vanto di essere uno tra i più antichi e rinomati locali del capoluogo. Il caffè, ha accompagnato la crescita economica e culturale della Cagliari aristocratica per oltre un secolo e mezzo, ed è stato ludico serbatoio di ispirazione per scrittori, intellettuali, artisti sardi e stranieri, tanto da essere riconosciuto come edificio di interesse storico dal ministero dei beni culturali. Ormai superati gli anni eterni di quell’indisciplinato fervore, il locale – collocato allo spigoloso punto di congiungimento del Viale Regina Elena con la Via Sulis, verso Piazza Costituzione – ha subito, una quindicina di anni fa, una importante ristrutturazione, ma ancora adesso conserva buona parte del suo suo fascino antico. C’è ancora la celeberrima inferriata al perimetro della terrazza, al presente riparata dai rigori invernali per mezzo di una vetrata, oltreché da una copertura superiore in tela. La sala interna si mantiene sobria ed elegante; contraddistinta da pareti color paglierino, arcate in muratura, elementi basali lignei, raffinati punti luce e stampe istorianti il passato cittadino. Sopra il dualistico pavimento di palese simbologia massonica, si alternano tavolini tondi e squadrati, tanto da ricondurre la propria dimensione allo storico e disimpegnato caffè, piuttosto che a un moderno ristorante, mentre il lungo bancone del bar avvolge lateralmente la zona Est della sala, parzialmente celata da un tramezzo strutturale centrale.
 

Antico caffè - Linguine all'aragosta

Antico caffè – Linguine all’aragosta

 

Al nostro arrivo scopriamo – non certo imprevedibilmente – che il Raschione aveva in realtà prenotato un tavolo nella sala interna, piuttosto che l’accomodo che ci veniva assegnato sulla terrazza. Poco male, i compagni Triumviri impongono di sostare dove la quasi totalità (escluso il Raschione, appunto) degli avventori desierebbero desinare in una tiepida serata primaverile. Credo che non mi dilungherò nello descrivere la tipologia degli eredi di D’Annunzio e Quasimodo, che usano oggi frequentare questi spazi; mi limiterò a segnalare, quanto sia parimenti probabile trovarli distesi sui divanetti del “Libarium”, al “Peek a Boo” o al massimalista “Tupa Ruja”, con il SUV di ordinanza parcheggiato sopra il marciapiede.
Il personale è numeroso, gentile, formale e – nonostante  qualche piccola disattenzione durante la nostra serata – certamente ben preparato, pur comunque mantenendo un apprezzato ed empatico raccordo col il cliente, a tal punto da provvedere esso stesso all’acquisto delle “Malboro” dell’ing.Marrocu, che ci ha fatto l’onore di poter contribuire alla sua licenziosa abitudine, condividendone il costo nel conto finale!
 

Antico caffè - Trionfo di scampi e gamberi

Antico caffè – Trionfo di scampi e gamberi

 

Il menù alla carta appare equilibratamente esteso, in termini di numero di portate, ed intelligentemente strutturato per la natura stessa del ristorante. Nei sette antipasti disponibili non compare alcunché di impegnativo da cucinarsi per uno chef, ma l’ottima qualità degli ingredienti e la loro azzeccata composizione, ne determinano una indiscutibile appetibilità, seppure con qualche difetto nell’estetica dell’impiattamento (almeno con riferimento ai piatti ordinati dai burricchi). Il vino scelto per la serata, un ottimo Vermentino di Sardegna DOC “6 Mura” etichetta nera, è stato superbamente presentato e mesciuto dal maître che, chissà per quale ragione senza indugi e senza indicazione alcuna, si è rivolto direttamente all’Ingegner Marrocu, concedendoci uno dei più solenni e ben teatralizzati rituali dell’assaggio, a cui tutti siete ormai abituati: «strepitoso!»
 

Antico caffè - Delizia al caffè

Antico caffè – Delizia al caffè

 

Come su accennato, i quattro differenti antipasti, scelti dai burricchi per deliziare il loro palato all’esordio della cena, si sono dimostrati particolarmente gustosi ed appetibili, nonostante risultassero piuttosto semplici nella preparazione: involtini di mustela (lonza di maiale) con gorgonzola (il formaggio pecorino della ricetta originale non era occasionalmente disponibile) e pere; mozzarella di bufala con salmone King e pomodorini su base di rucola; carpaccio di polpo con misticanza di verdure; “selezione di formaggi e mostarde”, in realtà composta da cubetti di emmenthal, pecorino asiago e gorgonzola, accompagnati da miele e confettura di fichi. Da segnalare, inoltre, l’ottima qualità dei panini e del “carasau”, approvvigionati durante tutto l’incedere della serata e praticamente quasi per intero divorati dall’Ing.Marrocu (che mentre scriviamo, sorseggia vino scandinavo in quel di Oslo, ndr.).
 

Antico caffè - Crepe

Antico caffè – Crepe

 

Diverso e contraddittorio il discorso che dobbiamo affrontare in merito ai primi piatti. Pur manifestando apprezzamento per le integerrime “tofiette” con asparagi e ricci di mare assaporate dal Raschione, i problemi si sono manifestati nella portata scelta da Jesus e dall’Ing.Marrocu: linguine all’aragosta. Nonostante il giudizio dell’ingegnere si limitasse a sostenere che, seppur ottime al gusto, manifestavano un semplice eccesso di sale, il meno tollerante palato di Jesus e il severo giudizio del Raschione le hanno invero valutate errate nella cottura (di pasta e aragosta, che in certi punti risultava gelatinosamente cruda), imperfette nella mantecatura, sconsiderate nella sapidità, e discutibili dal punto di vista della qualità del crostaceo. Ad ogni qual modo, fatta notare la cosa, il mortificato cameriere si proponeva di farne preparare rapidamente un’altra porzione e, in subordine alla rigida dispensa di Jesus, di riconsiderare il conteggio del conto economico. In ogni caso, apprezzabile.
 

Antico caffè - Crema catalana

Antico caffè – Crema catalana

 

Su opulenta iniziativa dell’Ing.Marrocu, a lavare l’onta del primo piatto – nonostante lo scetticismo di Jesus, che sarebbe volentieri passato ai dolci – ci avrebbe pensato, di lì a poco,  la sublime presentazione del “Trionfo” di gamberi e scampi alla “ammiraglia” (cotti al vapore) con salsa citronette di accompagnamento; qualità e gusto degli scampi veramente paradisiaca, e lacrime agli occhi per l’entusiasta Ingegnere.
Immancabilmente, spazio restava ancora per i dessert, che venivano comunque preceduti da un improvvisato intermezzo dello chef: delizia con crema di caffè, cioccolato e granella di nocciole, molto delicato ed equilibrato di gusto.
Jesus e l’ing.Marrocu potevano quindi apprezzare una eccellente realizzazione di creme catalane – accompagnate rispettivamente da un passito “Angialis” IGT di Argiolas e da un “Chateau Haut Monteils” 2007 di Sauternes – , mentre il Raschione godeva infine di una ottima crepe alla crema di castagne e liquore maraschino, e di un Angialis.
La cena così terminava, senza ulteriori orpelli alimentari o vinicoli. Costo complessivo della serata 65€ cadauno (spontaneamente integrati a 70), probabilmente limati sulla pasta all’aragosta di Jesus e sulle sigarette del Marrocu, da giudicarsi adeguati per l’ambientazione e per la qualità del servizio, meno per l’appetibilità media della cucina.

Tempio e custode di una antica cultura e di abitudini tanto lontane quanto a noi care e vicine, l’Antico caffè trasuda di atmosfere e di storie della Cagliari che fu riproponendole e abreagendole nella rituale gestualità del proprio personale. Elegante l’ambientazione e convincente, seppur con qualche distinguo, la cucina. Impossibile, per qualsiasi cagliaritano, non varcare la sua soglia almeno una volta. Tre burricchi con menzione speciale.

 

VALUTAZIONE “Antico Caffè”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Antico Caffè Indirizzo: Piazza Costituzione 10/11, Cagliari
Telefono: 070666569    [mostra in google maps]

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ott 27 2012

Ristorante Al Castello – Cagliari

 Scritto da Jesus | 9 commenti | Commenta

Al Castello - Castello S.Michele

Al Castello – Castello S.Michele

 

Con la voglia e sa gana di chi, penitente, deve risalire, con il solo uso delle sue rotule, l’erta di San Michele fino al suo Castello, per dopo rotolarsi dal declivio cosparso di catrame ed unguenti griffati D&G iniziamo, “alla vecchia maniera”, la disamina e il resoconto della ciccionata di quest’ultimo Venerdì di Ottobre, nell’AD MMXII.
E la iniziamo, questa disamina, con un breve ma intenso accenno all’evanescente figura dell’Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, che i nostri lettori e lettrici divisano ormai insistentemente di rivedere – dopo settimane d’assenza – su queste pagine. Confidiamo che il governo canadese, che ha ospitato il vagabondo ingegnere durante il suo trip nordamericano, prenda una posizione chiara e decisa sull’argomento, e ce lo rimandi prontamente indietro, anche perché Jesus non vorrebbe presentarsi nuovamente in pubblico, con il Raschione, in formazione PACS!
 

Al Castello - Interno

Al Castello – Interno

 

Poco prima delle ore 21.00, nell’uggiosa serata di Venerdì, Jesus e il Raschione risalivano il colle di San Michele, non solleticando le proprie quattro rotule, ma per mezzo delle quattro ruote della 150cv presidenziale, che ha comunque sofferto e vagito non poco, nell’affrontare l’approssimativo sterrato e i numerosi dossi pseudo-artificiali, che portano su, fino ai parcheggi nei pressi degli ascensori comunali; a partire da questi, gli avventori del ristorante “Al Castello”, devono percorrere a piedi un suggestivo sentiero panoramico, da cui si ammirano, in tutta la loro notturna magnificenza, la città e il golfo di Cagliari. Ancor più accattivante prospettiva – possiamo immaginare -, avremmo avuto al crepuscolo, in una calda serata estiva inondati dagli sfumati ed accesi colori del tramonto. Lungo il non impegnativo cammino, ci si imbatte inevitabilmente nell’imponente (e abilmente illuminata) sagoma del Castello di S.Michele, fortezza difensiva medioevale, edificata nel X secolo D.C., oggi “Centro comunale d’Arte e Cultura” inaugurato nel 2011. Il descritto percorso turistico, non sarebbe invero necessario per arrivare al ristorante, in quanto direttamente raggiungibile (in auto) da una via secondaria interdetta al pubblico; motivo per il quale, nel caso abbiate particolari problemi di deambulazione, vi suggeriamo di richiedere l’accesso direttamente in fase di prenotazione.
 

Al Castello - Antipasti mare freddi

Al Castello – Antipasti mare freddi

 

Come indicato dalla gentile e giovane titolare (almeno abbiamo intuito fosse tale), il ristorante “Al Castello” è alloggiato nell’edificio che un tempo ospitava una caserma della Marina Militare, poco distante dallo storico maniero.
Alla solida struttura originaria dell’immobile, è stato aggiunto una sorta di funzionale gazebo perimetrale, che ospita la sala da pranzo e che è lateralmente delimitato da un’ampia vetrata, allestita al fine di valorizzare a pieno l’incantevole vista che si gode – su Cagliari – da lassù.
Le pareti e gli infissi della muratura interna, gli estesi drappeggi cremisi ed un efficace finto pozzo in pietra, ritagliano un’ambientazione di certo accattivante e romantica (suggerimento: l’utilizzo di candele al tavolo potrebbe esaltare questo fattore), sapientemente sostenuta da un’adeguata musica di sottofondo.
 

Al Castello - Antipasti terra mare caldi

Al Castello – Antipasti terra mare caldi

 

Aggirato il vestibolo di ingresso, ed introdotti nella sala panoramica, i due burricchi venivano fatti accomodare in un tavolo a ridosso della bella vetrata (per l’occasione aperta a beneficio del ricambio dell’aria e della voracità delle zanzare autunnali, acc!). Poco più tardi, arrivava l’unico gentile cameriere addetto al servizio che, nonostante qualche piccola sbavatura, si è dimostrato adeguatamente diligente e incisivo, aiutato fors’anche dall’esiguo numero di avventori presenti durante tutta la serata.
Notiamo subito nel menù – a dire la verità non particolarmente fantasioso, per il Burriccu Sollai, citiamo gli amati spaghetti alla bottarga! -, il “bouquet” di antipasti di mare e terra, che volentieri ordiniamo, parimenti ai primi piatti e, dopo una breve contrattazione determinata dall’assenza dell’etichetta inizialmente prescelta, il vino: Vermentino DOCG “Funtanaliras oro” della “Cantina del Vermentino” di Monti.
 

Al Castello - Spaghetti allo scoglio

Al Castello – Spaghetti allo scoglio

 

Dobbiamo ora, purtroppo, rendicontare sulle note dolenti. Gli antipasti, arrivati rapidamente al tavolo – ad esclusione degli affettati di terra che possiamo decretare dignitosamente appetibili -, a nostro giudizio si sono rivelati assolutamente mediocri, in ordine alle materie prime utilizzate (non lontano il sospetto che i frutti di mare  fossero per la quasi totalità surgelati) alla preparazione e alla loro presentazione. In particolare, la zuppetta di cozze si è manifestata solo “esternamente” tiepida, tanto da far sospettare che fosse stata preparata, riposta in frigorifero e maldestramente riscaldata in ultimo, prima di essere a noi servita.
Alla richiesta di spiegazioni, ci è stato riferito (con tanto di scuse ufficiali dello chef) che, per un disguido, le cozze si erano raffreddate prima di raggiungere la loro destinazione: «Pare che le cozze siano arrivate fredde nel passaggio cucina-tundra-steppa-sala (Cit. Raschione, via LIVE Twitter #CICCIONATA)».
Oltre alla già citata zuppetta di cozze, gli antipasti erano composti da: piatto di terra con salsiccia sarda, pecorino fresco, ricotta affumicata, olive verdi sott’olio; lonza di maiale (mustela) su letto di carote e verdure; insalata di mare (seppie surimi cozze, peperoni, cipolle); insalata di polpo con aceto balsamico; moscardini alla diavola (che sinceramente non capiamo come potessero essere definiti “alla diavola”, e che comunque registriamo come il piatto peggiore del bouquet) con limone, su letto di verdure; insalata di polpi e moscardini su letto di lattuga iceberg; melanzane a “sa schiscionera” su letto di pane carasau.
 

Al Castello - Fregola con arselle

Al Castello – Fregola con arselle

 

Oltre alle cozze, abbiamo avuto seria difficoltà nell’identificare, nei pur numerosi antipasti, un appena lontano gusto di mare, con ingredienti – tra l’altro insistentemente riproposti, come il polpo e i moscardini -, che risultavano praticamente insapore.
Ben più gustosi, ci sono apparsi invece i primi piatti, probabilmente per merito delle arselle che, a differenza dei succitati mitili, riuscivano a trasferire un minimo di gusto e piacevolezza al condimento: spaghetti allo scoglio con cozze (!), arselle, seppie, gamberi e pomodori per Jesus, fregola con arselle per il Raschione.
A questo punto i burricchi, avendo immaginato per interpolazione la possibile qualità dei secondi piatti, decidevano di passare direttamente al dolce.
 

Al Castello - Sebada al miele

Sebada al miele

Al Castello - Mini viennetta

Mini viennetta

 

Per nulla conquistato dall’offerta della casa in merito ai dessert, Jesus dirottava la sua scelta verso una preconfezionata e altisonante “Mini Viennetta” Algida, che si è dimostrata in effetti piuttosto buona e ben presentata.
Meno entusiasmante, il dessert del Raschione: una Sebada al miele che, seppure esteticamente ben allestita (con arance, kiwi e pere) e felicemente preparata, veniva demolita da un dozzinale “millefiori”, utilizzato come condimento di base. Sarebbe bastato un miele appena più prestigioso…

 

La cena si concludeva quindi con un caffè («Gesucristu!») e un amaro “Montenegro” per Jesus (servito nel bicchiere originale), e con un “Jagermeister” per il Raschione. Costo complessivo della serata, 36€ cadauno (in origine 40€, poi scontati), commisurati con riferimento alla meravigliosa location, totalmente sovrastimati in merito alla qualità delle pietanze consumate.

Il ristorante “Al Castello” presenta senz’altro un notevole punto di forza nella sua posizione privilegiata e nell’intelligente allestimento estetico. Se parliamo di qualità delle materie prime e della cucina in generale, invero, non possiamo che esortare la titolare e il personale a cambiare totalmente registro: non tutti i turisti e non tutti i cagliaritani, si accontentano così facilmente! Un burriccu, con menzione speciale per il bel panorama.

 


VALUTAZIONE “Al Castello”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Al Castello Indirizzo: Parco colle S.Michele, Cagliari
Telefono: 070554438    [mostra in google maps]
 

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set 17 2011

Ristorante Ada – San Sperate

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Ada - Interno

Ada – Interno Ing. Marrocu, Raschione Ettore

 

«E LA ADA SI VIDE DIVISA DA ALE».
«E MAI, ADA, LA DAI A ME»!  (*)

Scusandoci innanzitutto per le due palindrome didascalie, che propongono, con irriverente audacia, i verosimili pensieri che potrebbero folgorare tra le asinine orecchie di due evergreen Triumviri ufficiali – Ing. Marrocu (men noto Ale) e Raschione Ettore – con lo scorgere una qualsiasi figura femminile, ivi trasfigurata e sinteticamente con-figurata dal palindromo ADA, nonché rendendo venia alle vicine e lontane amiche e fan, che tal bel nome per la loro vita portano, iniziamo la disanima del ristorante di quest’oggi.

Ada - Insalata di Mare Burrida Cernia

Ada – Insalata di Mare, Burrida, Carpaccio di cernia

 

E la iniziamo, codesta lunga disamina, in terra lontana; navigando nella notte sul bastimento – la pacchiana 150 cv di Jesus – carica di burricchi, che risale il rio ss 130 e i suoi affluenti, fino ad attraccare su una banchina della centrale Via Cagliari, suggestivo porto e approdo storico del Paese di San Sperate.
Santu Sparau, terra ricca di storia d’antichissima memoria, di arte, di cultura, di splendidi murales, di attenzione per l’ambiente, per l’agricoltura biologica e sinergica, per la buona tavola, e non povera di persone che riescono a indirizzare e concentrare tutto questo, in un’unica ristretta e splendida agorà alimentare,
che di tutta una città riesce a diventare simbolo e prezioso monile.
E’ un monile indistinto, poco sgargiante, forse nascosto o perduto tra i solchi, nella terra di un orto cresciuto e curato con le idee e i precetti delle coltivazioni rispettose dei delicati e fragili equilibri della natura.

Ada - Mustela Cardi selvatici Melanzane

Ada – Mustela rucola e grana, Cardi selvatici, Melanzane

 

Il monile di cui si parla, è il Ristorante, Bar, Pizzeria – Art-Caffè Ada, per l’appunto, sito in Via Cagliari, nella cittadina di San Sperate, a una ventina di km da Cagliari stessa.
L’impressione d’impatto, all’ingresso del locale verso le 21.05 di Venerdì sera, non è a dire il vero entusiasmante.
Varcata la soglia del ristorante ci si imbatte subito nel piccolo bancone del Bar, dove alcuni ebbri avventori indigeni, interagiscono empaticamente
(ed ovviamente empiricamente) con le graziose ed indaffaratissime cameriere, che a dire il vero non sembrano curarsene più di tanto.

Ada - fichi d'india Peperoncini Provola e Pere

Ada – Fichi d'india, Peperoncini, Provola e Pere

 



All’interno del locale possiamo individuare due piccole sale laterali. La prima, abbastanza convenzionale, con ampi tavoli squadrati in legno e tinteggiatura uniforme, è quella in cui inizialmente ci fanno accomodare, giusto di fronte all’ingresso della cucina.
Su questo ultimo dettaglio Jesus, non gradendo il frenetico viavai del personale, si impunta e pretende una collocazione più adeguata.  Il giovane gestore/proprietario, anziché provvedere ad assestare un colpo di remo risolutivo, sulla schiena al capriccioso presidente burriccu, volentieri asseconda la sua richiesta.

Ada - Antipasti Fritti

Ada – Verdure Fritte

 

La sala seconda è di per sé una piccola perla incastonata nel monile ma, ahimè, longitudinalmente sfigurata da alcuni elementi di dubbio gusto.
Strutturalmente appare, parimenti alla prima, come un largo corridoio, arredata e decorata con splendide sedie e tavoli in vetro e ferro battuto, bei lampadari a goccia, sgargianti pareti bicromatiche – color verde e arancio accesi, assegnati in maniera esclusiva a ciaschedun lato – che fanno da sfondo a numerose ed accattivanti opere pittoriche neo-futuriste, dell’artista locale Raffaele Muscas.  Da Segnalare due splendide tele con trasfigurazioni antropomorfe, dai tratti sinuosi e delicati, accostate alla spigolosità di irregolari strutture in pietra, forse a rappresentare due diversi modi di percepire la spiritualità umana, al cospetto della cruda realtà della Madre Terra.

Ada - Ravioli all'arancia

Ada – Ravioli all'arancia

 

Tale mostra d’arte permanente – le opere sono in vendita, come sottolineato dall’originale sottopiatto di carta – è solo una delle numerose iniziative culturali, didattiche, alimentari, di cui il ristorante Ada è catalizzatore. Per maggiori informazioni, vi rimandiamo al loro non aggiornatissimo sito internet.
Questa sensibilità per l’arte e la cultura non ha però impedito, allo sconsiderato designer, di deturpare una così piacevole ambientazione, disponendo su una parete terminale della sala degli orribili frigoriferi per le bevante e, sul lato opposto, una vistosa TV LCD. Censura grave!

Ada - Ravioli carciofi e ricci

Ada – Ravioli carciofi e ricci di mare

 


Il servizio, soprattutto all’inizio della serata, è particolarmente lento e approssimativo. Il gestore è l’unico autorizzato a prendere le ordinazioni per cui, data la sua naturale gentilezza e predisposizione all’interazione con il cliente, impiega circa 10 anni prima di avvicinarsi al tavolo dei burricchi dove, un irrequieto e intollerante Jesus, aveva già riempito di insulti il Raschione Ettore per la scelta della location: «spero che siamo venuti a casino per qualcosa!»
Inevitabile scegliere gli antipasti, che nel menu sono di terra e di mare. Almeno riguardo quelli di terra, diciamo subito che, per la quasi totalità, gli ingredienti sono di produzione diretta del ristorante, o dei patner collegati. Produzione, come su accennato, di origine sinergica (“biologica estrema” come definita dal proprietario).

Ada - Ravioli branzino e asparagi

Ada – Ravioli branzino e asparagi

 

Ordiniamo il vino dalla immensa cantina di vini e birre artigianali superiori (il numero  indicato di cinquecento è da verificare!): un bianco vermentino Tuvaoes DOC delle cantine Cherchi di Usini, che arriva giusto contemporaneamente ai primi antipasti, tanto da creare un qualche scompiglio organizzativo sul nostro tavolo.
Purtuttavia, è bastato un primo assaggio per far scomparire ogni sorta di intolleranza ambientale.
Gli antipasti sono, seppure non elaborati, genuili, particolari e assolutamente sopra la media in termini di bontà assoluta finale.

Ada - Parfait

Ada – Parfait

 



Su gradevoli porcellane, ben geometricamente distribuiti, venivano serviti: insalata di polpi, cozze e gamberi, delicatissima burrida, carpaccio di cernia alla catalana con sedano e pomodorini tritati, cardi selvatici,  melanzane arrosto con cipolline in agrodolce, mustela (lonza di maiale) con rucola e grana, peperoncini ripieni alla crema di tonno, deliziosi involtini di fico d’india con prosciutto crudo, eccezionali pere con provola affumicata. Gli antipasti si concludevano con una serie di particolarissime verdure fritte, dai sapori spiccatamente selvatici ed autunnali: frittelle di foglie di salvia e formaggio; frittelle di spinaci, fiori di zucca e, per concludere, polpettine di carne. Deliziose.

Ada - Tiramisù alla pesca

Ada – Tiramisù alla pesca

 

Diciamo, a questo punto, che la cena è stata scandita dalle periodiche “uscite”, verbali e logistiche, da parte dell’Ing.Marrocu:

«Ma secondo voi è normale dimenticarsi il portafogli a casa quando si esce?».
«Beh, per un susunku sì, è normale!»

Dopo gli antipasti, ai burricchi veniva proposto un concordato trittico di ravioli, prodotti artigianalmente: ravioli all’arancia (deliziosi), ravioli ai carciofi e ricci di mare (ottimi nonostante non fosse stagione di ricci), ravioli al branzino e asparagi. Assolutamente ineccepibili!

Ada - Tuvaoes

Ada – Tuvaoes

 


In virtù dell’abbondanza dei primi, oltre ché della decina di antipasti assaggiati, e visto che i tempi della cena stavano ormai protraendosi verso le tre ore, i Donkey sceglievano di passare direttamente al dessert.
Anche questi, artigianalmente preparati, non tradivano le attese: semifreddo “Parfait” alle pesche per l’Ing.Marrocu, tiramisù alla pesca – che di tiramisù aveva poco o niente, ma comunque buonissimo! – per Jesus e il Raschione Ettore.
Con un semplice caffè per Jesus e due eccellenti liquori alla liquirizia per i rimanenti commensali, terminava quindi la cena.
Costo complessivo, 38€ cadauno, da giudicarsi ben adeguato, se non in difetto di alcuni euro per la qualità di quanto assaggiato.

La qualità della cucina – ed in particolare degli ingredienti – del ristorante Ada, è assolutamente da segnalare per rare genuinità ed eccellenza, con riferimento specifico alle modalità di approvvigionamento delle materie prime.

Assolutamente da vivere, inoltre, le iniziative artistico/culturali di contorno all’attività metabolica.
Meno positivi, invero, l’organizzazione del servizio e i plateali difetti di ambientazione, che trattengono il ristorante dal diventare un punto di riferimento assoluto e inestimabile diamante della ristorazione isolana.
Comunque, una meta imprescindibile per chi è amante della cucina più genuina e ricercata.

(*) palindromi liberamente tratti da questa pagina


VALUTAZIONE “Ada”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Ada Indirizzo: Via Cagliari 21, San Sperate – CA
Telefono: 0709600972    [mostra in google maps]
 

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nov 14 2010

Ristorante Su Cumbidu – Cagliari

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Su Cumbidu – Interno

 

Prosegue frenetico, senza soste o impedimento alcuno, per i Biumviri ufficiali Jesus ed Ettore, il lungo itinerario sui deliziosi e tormentati sentieri della cucina (sarda e non solo), alla scoperta e all’assalto di ciò che ristoranti e trattorie del cagliaritano propongono e offrono ai loro affamati o curiosi avventori.
Veniamo di sovente interrogati su quale sia la traccia, la bussola ideale che ci spinge a scegliere un locale piuttosto che un altro, se possa esistere un disegno superiore che tutto ha previsto e tutto ha disposto, disegno che i Burricchi, con estrema devozione o trasporto, pedissequamente assecondano.
Non volendo profondamente addentrarci negli ambiti e tra le maglie della ragione teologica, benché Jesus qui possa facilmente dare una sua impronta autorevole, la risposta meditata e razionale che possiamo concedere, non può essere che: *zzi nostri!

Su Cumbidu - Salumi e Formaggi

Su Cumbidu – Salumi e Formaggi


La scelta questa settimana ricade su un altro ristorante dal nome evocativo, situato nella Via Napoli, traversa della storica Via Sardegna, serbatoio principe di alcuni tra i migliori ristoranti cagliaritani.
Ristorante Su Cumbidu. Dal sardo, il termine potrebbe essere tradotto come “l’invito”, come invitante e accogliente appare il locale al suo interno.
L’ambientazione è, senza ombra di dubbio, caratteristica è ben curata; richiama l’aspetto e i costumi estetici di un’antica osteria: pareti in muratura e pietra, arcate ben decorate, soffitto con travi in legno scuro,  luci d’atmosfera, mobilia in arte povera. Contiamo per lo meno due sale, una più interna e una includente l’ampio bancone di ingresso, dove con frenesia si preparano e curano le pietanze, servite sui caratteristici “talleris”, giusto vicino alla cucina.
Se si può fare un appunto allo stile dell’ambientazione, riteniamo una stonatura ricoprire i tramezzi del locale con numerose foto degli avventori (fossero state in bianco e nero avrebbero avuto ben più senso) piuttosto che utilizzare vari suppellettili della tradizione sarda come giusto ornamento.
La musica diffusa in sottofondo, dopo un breve passaggio dei sempre graditi ma inadatti Dire Straits, si è in seguito più correttamente allineata ai canoni tradizionali.

Su Cumbidu – Antipasti e Bruschette


I due Biumviri vengono accolti e fatti accomodare in un ampio tavolo. La sala interna è già praticamente piena, cosa che vediamo di rado nei nostri pranzi istituzionali del Sabato. Di solito è il chiaro indice di un peso economico non eccessivo.
Ci serve un gentile ed amichevole giovanotto – con la t-shirt ufficiale del locale, di colore azzurro, decisamente fuori contesto – che frettolosamente ci introduce al costume alimentare de “Su Cumbidu”: non si propone alcun menu cartaceo, né si concedono troppe possibilità di scelta all’avventore. Si mangia e si beve quel che c’è!
Ci lasciamo quindi trasportare dal vento degli eventi; accogliamo ben volentieri il vino rosso novello che ci viene servito su una brocca in terracotta da mezzo litro: sapore e qualità da antica cantina (quelle con la palma all’ingresso, frequentata dai bevitori abituali di Paese, per intenderci). Ancora prima di ambientarci il cameriere si presenta con uno splendido (esteticamente) talleri (tagliere) contenente vari salumi e formaggi della tradizione nostrana, ma sulla cui qualità si potrebbe decisamente discutere.

Su Cumbidu - Casu Marzu

Su Cumbidu – Casu Marzu


Degna di nota solo la buona ricotta affumicata, accompagnata da un discreto pecorino semi-stagionato, da alcune fette di salsiccia sarda, prosciutto e, per finire, lonza di maiale che, nell’idioma indigeno, il linguista Ettore indica chiamarsi “sa mustela”. Il tutto – servito su un letto di pane carasau e ornato da un mazzolino di prezzemolo – è risultato tristemente anonimo.
Su un altro tagliere oblungo ci venivano servite tre piccole terrine con, rispettivamente: zizzigorrus (lumache) al sugo piuttosto buone, insignificanti favette saltate con la pancetta e altrettanto mediocri polpette di carne (due).
Ma il peggio di sé credo che la cucina de “Su Cumbidu” l’abbia data con gli assaggi di verdure e ortaggi cotti: cipolle in agrodolce, peperoni, cordolinus (funghi), frittata di cavolo (crediamo), patate (semi-crude), zucchine.
Tutto di qualità discutibile e, soprattutto, servito indecorosamente freddo. Citiamo, per completezza, le bruschette di pane con olio d’oliva che facevano da contorno agli antipasti. Non degne di menzioni particolari.


Su Cumbidu - Gnocchi, Maloreddus

Su Cumbidu – Gnocchi, Maloreddus alla campidanese


Non possiamo fare a meno di menzionare invece  un assaggio di “casu marzu”, il celeberrimo formaggio marcio con i vermi, espressamente richiesto da Jesus che era riuscito a scorgerlo sulla tavola di altri intraprendenti avventori.
Il formaggio sardo, buonissimo ma diciamo subito senza l’ombra apparente di un verme per questioni di igiene alimentare, veniva servito su un unico e pittoresco contenitore monolitico, costituito dalla stessa forma di formaggio privata del tappo superiore, migrata dal cameriere di tavolo in tavolo ogni qual volta venisse richiesto.
Dopo una breve attesa, sarebbero arrivati i primi piatti. Ovviamente, non negoziabili.

Su Cumbidu - Pecora e Proceddu

Su Cumbidu – Pecora in umido e Proceddu


Trattasi di gnocchi e maloreddus alla campidanese, cucinati con la salsiccia, dignitosi ma sempre con il problema di essere stati messi in tavola non particolarmente caldi. Questo limite pensiamo sia un effetto collaterale diretto dei menù che propongono le pietanze “del giorno”, che non vengono evidentemente preparate in conseguenza delle comande, ma piuttosto cucinate preventivamente, in quantità sufficienti a soddisfare un certo numero di avventori che le richiedessero in seguito.
Per spezzare la pur breve attesa tra i primi e secondi, veniva proposto ai burricchi un intermezzo di verdure quali sedano, finocchi, e gustosissimi pomodorini sardi.
I secondi piatti sarebbero arrivati di lì a poco; in primo luogo il caratteristico proceddu arrosto (maialetto), che Jesus ha trovato non male, ma che l’intenditore Ettore ha giudicato decisamente non all’altezza.
La carne di pecora in umido, viceversa, nonostante non servita bollente come il buon costume imporrebbe,  è risultata ottima.

Su Cumbidu – Dolcetti sardi, Sorbetto



I dessert previsti per la giornata, potevano articolarsi in frutta di stagione, assortimento di dolcetti sardi, o sorbetto a limone/caffè.
I due Donkey sceglievano quest’ultima soluzione. Il sorbetto (al limone) è risultato buonissimo, nonostante venisse servito su un insolito bicchiere da liquore, e un cucchiaino come strumento di degustazione.
Ci veniva inoltre offerto un piccolo assaggio di dolcetti sardi, accompagnato da un bicchierino di non ottima vernaccia.
Due caffè, nella norma, hanno concluso il pasto.
Il costo finale complessivo, come ampiamente previsto, non è stato significativo: 25 € cadauno. Nonostante sia stato un pasto completo (antipasti primo secondo dessert), considerata la qualità complessiva, pretendere un euro di più sarebbe stato un delitto.
Quanto pagato può quindi ritenersi commisurato.
In conclusione, l’ambientazione e l’atmosfera casereccia de “Su Cumbidu” risultano apprezzabili, come del resto la cordialità del personale (o almeno del ragazzo che ci ha servito). La qualità della cucina, nonostante gli sforzi per tenerla in linea con i principi e la tradizione gastronomica sarda, è però da dimenticare.



VALUTAZIONE “Su Cumbidu”: Un Burriccu.
Ristorante Su Cumbidu Indirizzo: Via Napoli 11/13, Cagliari
Telefono: 070 660017    [mostra in google maps]
 

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