☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
dic 15 2012

Ristorante DiSapore – Cagliari

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

DiSapore - Ingresso

DiSapore – Ingresso

 

Come promesso in quel di Cagliari, nella centrale Via Donizetti, con quello che già nella mente ritrovo annebbiato a seguito dell’Iselis che giusto poche ore orsono tracannai, ritengo sia opportuno esordire, in quest’ultima disamina, secondo le costumanze della vecchia abitudine, con una introduzione sobria e consunta, il linea con quanto capricciosamente e permalosamente dichiarato ieri a fine serata:
«se tu non vuoi scrivere la recensione, neppure io ne avrò voglia».
E quindi, adesso che veramente iscrivo, me ne frego e me ne fregherò!
Tale ruvida quanto teatralizzata presa di posizione, quasi si trattasse di un costruito e forzato dissapore, è stata espressa dal vostro amato Jesus, sulla soglia del ristorante “DiSapore”, nei confronti dell’ospite della serata, la neo-burricca Arianna, al suo diniego nel prendersi l’onere di scrivere questa recensione, che il burriccu mandrone, capziosamente e surrettiziamente cercava di scaricarle!
 

DiSapore - Interno

DiSapore – Interno

 

La bella fanciulla, che già aveva incautamente convenuto di presenziare (onerosamente!) alla ciccionata, come seconda classificata del concorso “vinci una giornata da burriccu“, ha giustamente schivato questa ulteriore trappola, lasciando tale faticosa incombenza a chi, con pagu gana, ora vi scrive.
Cagliari, ore 20.45. Dopo un breve e poco impegnativo percorso, e dopo aver identificato un anfratto per accomodare l’utilitaria del Raschione, Jesus e il suo collega burriccu raggiungevano la propria ospite, che già da tempo li attendeva, visibilmente infreddolita ed impaziente, all’esterno del locale. Dopo gli affettuosi convenevoli, e i doverosi improperi rivolti all’indirizzo dell’Ing.Marrocu, che come d’abitudine si faceva attendere, i tre decidevano di non sostare ulteriormente al freddo, e varcare la soglia del ristorante.
 

DiSapore - Antipasti

DiSapore – Antipasti

 

Ad accoglierli subitamente, la gentilezza del maître e il sorriso della cameriera al bancone d’ingresso, che offriva loro una graditissima sangria di benvenuto, dal gusto acidulo ed amarognolo, piuttosto distante dalla dolcezza della ricetta valenciana o catalana, ma di sicura, piena gradevolezza.
Il locale appare moderno e abbastanza ben curato. Superato il vestibolo d’ingresso, si percorre una sala che alterna pareti color crema a elementi dalle tonalità pistacchio; colore questo, che viene riproposto in alcune stampe ornamentali e in piccoli accessori da tavola, come saliere e salviette di carta. L’ambiente si allarga lateralmente verso il fondo della sala stessa, dove si trova l’ingresso delle cucine. Il soffitto, si caratterizza come una sinuosa e tagliente fenditura scavata verticalmente, dove trovano alloggio numerosi e suggestivi punti luce. Qualche elemento di disordine estetico dobbiamo invero rilevarlo, come la qualità discutibile dei quadri alle pareti (de gustibus…), la scelta della musica di sottofondo e la disposizione eccessivamente regolare e schematica dei tavoli; condizione quest’ultima, che capiamo comunque essere vincolata alla struttura allungata del locale.
 

DiSapore - Uova di quaglia bottarga

Uova di quaglia bottarga

DiSapore - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

 

Nonostante qualche circoscritto scivolone formale (per esempio, il vino dovrebbe essere servito prima alle signore o, equivalentemente, ai burricchi il cui nome inizia con la P e finisce con la G) e qualche asincronia nella tempistica di presentazione dei piatti, il servizio si è dimostrato sufficientemente adeguato e, soprattutto, velocissimo, tanto da indurre seri problemi nel processo di copertura LIVE dell’evento su Twitter.
Il effetti il maître, dopo averci inizialmente interrogato sull’orientamento preferenziale della nostra cena (terra o mare) ci propone e indirizza rapidamente nella scelta degli antipasti della casa che, a quanto pare, cambiano nello specifico di giorno in giorno. La comanda delle successive portate, viene così rimandata al seguito. Intanto però, abbiamo da subito modo di apprezzare delle ottime bruschette all’olio d’oliva, accomodate al nostro tavolo come incipit e intrattenimento pre-antipasto, nonché accompagnamento a tutto il resto della cena.
 

DiSapore - Linguine ai ricci

DiSapore – Linguine ai ricci

 

Il vino deputato a sostenere le piacevoli dissertazioni della festosa conventicola, è stato un “Iselis” delle cantine Argiolas (l’Ing.Marrocu non apprezza particolarmente questa etichetta, ma il Raschione senza curarsene la sceglie di sovente) che viene presentato come “ultima bottiglia” nella cantina, senza etichetta per un raro difetto di imbottigliamento, quasi ad affermarsi come un “Gronchi rosa” della enologia nostrana. A tal proposito, è stato divertente in seguito assistere, alla riproposizione di una seconda “ultima bottiglia” di Iselis, da parte del cameriere al tavolo affianco.
Dopo pochi minuti, prima addirittura che ci venissero consegnate le bottiglie d’acqua, le prime pietanze erano già state servite in tavola, così come gli insulti rivolti al Raschione Ettore, che si voleva nuovamente imporre – cagionando inutili fastidi e perdite di tempo – come fotografo ufficiale, ben consapevole che tutti i suoi scatti vengono sistematicamente censurati alla Vostra decenza.
 

DiSapore - Fregola con le arselle

DiSapore – Fregola con le arselle

 

Gli antipasti si componevano di sei portate piuttosto semplici – cinque fredde, una calda – preparate però con prodotti gustosi e genuini. La nostra ospite, invero, non ha gradito particolarmente una eccessiva abbondanza d’olio d’oliva che ha caratterizzato talune tra le composizioni proposte: insalata di mare con polpo, surimi, seppie, gamberi e peperoni; carpaccio di pesce spada; polpo con patate; scaglie di bottarga di muggine e sedano, eccellenti uova di quaglia con bottarga (unica particolarità della serie), per finire con una gustosissima zuppetta di cozze, che i burricchi sono riusciti a consumare fino all’ultima goccia, sottraendola alle grinfie del cameriere che, troppo frettolosamente, cercava di ritirare per fare ordine in tavola.
 

DiSapore - Grigliata mista

DiSapore – Grigliata mista

 

I primi si sono mantenuti sullo stesso livello, abbastanza gustosi e ben preparati ma senza particolare trascendenze. Linguine ai ricci di mare, più una ottima (almeno per il gusto di Jesus e Marrocu) fregola artigianale con arselle, decisamente “callada”.
Sulla attribuzione della qualità di artigianale, per quest’ultimo piatto, i commensali hanno parecchio disquisito, in virtù di una conformazione sì piuttosto irregolare – tipica delle preparazioni caserecce – della pasta, ma di una granulosità atipicamente e sospettosamente fine. Questo aspetto, dovrebbe essere quindi approfondito.
Dobbiamo in qualche modo lodare la scelta equilibrata delle porzioni da parte della cucina, più che sufficienti per soddisfare le fauci di quattro burricchi, ma che non hanno cagionato problemi di appesantimento, nonostante il veloce procedere della cena.
 

DiSapore - Sebada al miele

DiSapore-Sebada al miele

 

Cena che quindi è potuta proseguire, con la contrattazione di una grigliata mista, composta da due orate, una spigola e sei gamberi arrosto. Genuinità e freschezza del pesce indiscutibile – preparato a sa casteddaia con sa mazza (interiora) inside, mentre si potrebbe sindacare su una forse troppo marcata disidratazione del pescato in fase di cottura.
I gamberi, invero (le uniche leccornie assaggiate da Arianna in questo caso), sono risultati eccellenti.
Spazio c’era a quel punto, ancora per i dolci che, come qualità complessiva, si sono dimostrati un gradino al di sotto delle portate precedenti: tiramisù della casa per Arianna (che ha rilevato una bizzarra liquidità sul fondo del dessert), sebada con dozzinale millefiori per il Raschione e pesantissima torta al cioccolato per Jesus, terminata con molte difficoltà, esclusivamente per sfidare apertamente il cameriere. L’Ing.Marrocu, pur vantandosi di tenersi leggero con un semplice sorbetto al limone, ha poi preteso che gli venisse consegnato un cucchiaino, con il quale ha impropriamente attinto dai dolci di tutti gli altri commensali. Tutta questa fase, è stata accompagnata da un ottimo vino passito Angialis (cantine Argiolas) IGT “Isola dei nuraghi”.
 

DiSapore - Tiramisù

Tiramisù

DiSapore - Torta al cioccolato

Torta al cioccolato

 

La cena si concludeva quindi, con due caffé (per Jesus e Arianna), due liquori alla liquirizia “Maruzzo” per il Raschione e il Marrocu, un Cynar per Jesus, e con un limoncello della casa (non particolarmente brillante) per la nostra ospite.
Costo complessivo della serata 35,50€ cadauno, da giudicarsi adeguati e forse finanche inferiori al giusto dovuto. Da notare come, immancabilmente, una lauta mancia sia stata finanziata dai commensali, ad esclusione di uno il cui nome inizia con la M, che anzi ha trattenuto per sé l’arrotondamento, pagando meno della quota richiesta.

 

Di recente apertura, il ristorante DiSapore può vantare una ambientazione gradevole, e una cucina che, pur non arrivando ad alte vette di eccellenza, può rendere alimentarmente piacevole la vostra serata. Velocissimo il servizio facilitato, nel nostro caso, dal numero non eccessivo di clienti in sala. Tre burricchi meno meno.

Un doveroso ringraziamento, va alla nostra piacevolissima ospite Arianna, che ha accettato il nostro invito e subito le nostre bizzarrie, senza malfidarsi di tre burricchi commensali a sorpresa. Grazie a nome del Donkey Challenge.

 

VALUTAZIONE “DiSapore”: Tre Burricchi.
Ristorante DiSapore Indirizzo: Via Donizetti 51/A, Cagliari
Telefono: 07041869 [mostra in google maps]

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dic 1 2012

Ristorante Antica Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Antica Cagliari - Ingresso

Antica Cagliari – Ingresso

 

Cessu Cagliari Antica, non so se venirti a trovare, e discendere per il Castello fin giù alla Marina, da Stampace risalire verso il Colle, accarezzando le tue ruvide vie, incontrando mille ruvide voci di mille ruvidi volti, che qui le strade hanno tinto, di sudore e futura nostalgia, di lavoro ed incondizionato amore.
Cessu Antica Cagliari, non so se venirti a trovare, alzarmi dal mio letto di noia, calpestare le tue altezzose vie, incontrare mille rigidi volti, dipinti con mille sorrisi già spenti, per cercare, tra i tuoi infiniti e colorati anfratti, l’ultimo vero caldo piacere, che questo Autunno ancora può  regalarmi. Per favore, non deludermi.
 

Antica Cagliari – Interno

 

I propositi di Jesus, il pomeriggio dell’ultimo Venerdì del mese, nelle ultime ore di votazione del grande concorso “Vinci una giornata da Burriccu“, erano bellicosi. L’auriga della serata sarebbe stato questa volta il Raschione Ettore, e il burriccu già divisava di consumare una razione extra di cibarie e vino, a discapito dei prossimi futuri commensali. L’Ingegner Marrocu aveva già manifestato certezza, nel conferire sulla sua presenza, ma il malfidato Raschione, memore della defezione della settimana prima, ancora attendeva riscontri.
Alle ore 21 in punto, con due terzi dei burricchi già di fronte al locale, partiva la telefonata minatoria: «Ingegnere dove c… si trova???».  «Esattamente dietro di lei!». Espletati i rapidi convenevoli di rito, la ciccionata poteva avere inizio.
 

Antica Cagliari – Antipasti

 

L’”Antica Cagliari” è un ristorante intelligentemente affacciato sulla popolata “Via Sardegna” nel quartiere “La Marina”, punto focale e strategico del turismo cagliaritano. L’accattivante insegna, l’elegante menu a colonna e la pioggia di luci che illumina l’ingresso, invogliano il cliente ad entrare.
L’interno, si presenta come un lindo corridoio rettangole che, dal vestibolo di ingresso, dapprima si allunga con una zona bar laterale, per poi proseguire articolato in due file di piccoli tavoli quadrati, fino a raggiungere una seconda e meno longilinea sala; in questo piacevole anfratto – sapientemente decorato con pareti in pietra -, trovano alloggio una bella credenza rustica, una bandierina tricolore, suppellettili di vario tipo, e la foto celebrativa in bianco e nero, del Cagliari 1969/70. Evidentemente anche questa, è un’antichità da ricordare e preservare! Tutta la copertura superiore del locale, è poi dominata da travi in grezzo legno scuro, disposte alternativamente e trasversalmente lungo il corridoio. Nondimeno possiamo apprezzare, un cromaticamente equilibrato pavimento in finto parquet.
 

Antica Cagliari - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

Tonno alla catalana

 

La seconda sala appare ben più intima ed accogliente, rispetto alla regolare asetticità della prima, mentre, voltando lo sguardo verso l’ingresso,  si può scorgere una lunga scala che porta al piano superiore. Nonostante si possa immaginare che questa conduca ad un ulteriore livello di tavoli, il simpatico signore continentale, che ci ha interpellato dal balconcino che dà sulla strada poco prima del nostro congedo, ha fugato ogni dubbio: «wè, scusate, sapete per caso quanto ha fatto il Milan?»
 

Antica Cagliari - Linguine scampi porcini

Linguine scampi porcini

Antica Cagliari - Fregola ai crostacei

Fregola ai crostacei

Linguine all’astice

 

Al nostro ingresso veniamo accolti da un personale nutrito e gentile, già indaffarato a dimenarsi tra i numerosi avventori presenti e gli aspiranti tali: «mi spiace signori, è tutto esaurito già da ieri!»
La preventiva prenotazione, a nome di un fantomatico sig. X che sempre tutela, inconsapevolmente, il nostro prezioso anonimato, ci garantiva l’accesso alla sala scortati, fino al nostro tavolo, da una giovane e parecchio graziosa cameriera, efficiente perno portante del servizio, che possiamo certamente elogiare come impeccabile e attento. Oltre che dalla gentile signorina – in elegante livrea nera -, siamo stati assistiti da un più sbrigativo giovanotto addetto alle comande, e da quello che presumiamo essere il maître/gestore del locale.
 

Antica Cagliari – Grigliata mista

 

Dopo esserci gozzovigliati con i gustosi panini e “carasau” portati al tavolo, prendiamo visione del menù che, in accordo con il nome e la filosofia del ristorante, presenta un assortimento di pietanze tipiche della cucina cagliaritana, senza lasciare spazio a tralignanti interpretazioni o a fantasie particolari. Velocemente ordiniamo la carrellata di antipasti di mare, arricchiti da una zuppa di cozze in luogo dalla fritturina mista proposta dal cameriere; a seguire, tripartiamo la comanda su tre differenti primi, affidando all’evolversi degli eventi, la possibilità eventuale di consumare poi un secondo piatto. Vino scelto dal Raschione, un superbo IGT “Iselis” delle cantine Argiolas degustato, con il consueto impatto scenico, dall’Ing.Marrocu:
«Chi è l’esperto?» «L’ingegnere. Entrambi le classificazioni sono comunque discutibili!» A seguire, un prolungato quanto insensato “fare il figo” del Raschione, con improbabili domande in stile Trivial Pursuit, buttate sul tavolo ex-abrupto, senza una motivazione apparente: «Lei sa dove si trova la città di Sanah?». Marrocu: «è facile saperlo, dopo che si è guardato “alle falde del kilimangiaro” ieri sera!»
 

Antica Cagliari - Sebada miele arance

Antica Cagliari – Sebada miele arance

 

Gli antipasti arrivano velocemente, forse troppo, tanto da far avanzare l’ipotesi che non siano preparati sul momento. La verifica termica e la qualità non particolarmente brillante delle pietanze, danno credito a questa ipotesi:  insalata di gamberi con carote e cipolle, un po’ troppo fredda; insalata di polpo, buono ma non morbidissimo; dozzinale insalata di mare, con cozze, seppie, polpo e condimento simil-giardiniera particolarmente acido; buone cozze primavera con prezzemolo e pomodorini, anche se troppo ricche di condimento anziché di mitili; tonno alla catalana con cipolle e pomodori, per terminare con una zuppa di cozze nella quale il sapore del frutto di mare veniva irrimediabilmente alterato da un fastidioso eccesso di (ri)cottura, mentre il sugo si manteneva comunque piuttosto gustoso.
 

Panna cotta

Semifreddo al torroncino

 

Ottimi e abbondanti dobbiamo giudicare, invero, i primi piatti, arrivati in tempi più ragionevoli: linguine agli scampi e porcini per il Raschione; fregola (non artigianale) ai crostacei con gamberi e scampi per Jesus; linguine all’astice per l’Ing.Marrocu.
Ancora non paghi e incerti sul giudizio, i burricchi richiedevano una grigliata mista, quantificata in due porzioni da dividere in tre, e articolata in: due gamberi (buoni), due orate (piuttosto anonime) e due seppiette (eccessivamente cotte).
Piuttosto controverso anche il giudizio sul dessert: buona sebada al miele (millefiori) e arance per il Raschione, semifreddo al torroncino e caramello per l’Ing.Marrocu, mediocre panna cotta con caramello per Jesus.
Due caffè, una grappa barricata per Jesus e due liquori alla liquirizia (Eclisse) per gli altri burricchi concludevano la cena. Costo complessivo: 53€ cadauno, assolutamente ingiustificati e in disaccordo con la qualità delle pietanze assaporate, più tollerabili in funzione della professionalità del servizio. Registriamo inoltre, che tale costo non si è ugualmente distribuito sui commensali perché l’ing.Marrocu, volendo pagare con la sua appariscente “American Express”, dopo aver  acquisito le quote dei suoi colleghi, maggiorate della giusta mancia,  ha poi “inspiegabilmente” disatteso di elargire la medesima al pur meritevole personale.

Ambientazione elegante e gradevole, servizio puntuale ed attento; i punti deboli dell’”Antica Cagliari”, sono però la superficialità del menù e la qualità della cucina – solo a tratti interessante -, che mediamente risulta ben lontana dalla eccellenza. Due burricchi con menzione speciale per il servizio.

 


VALUTAZIONE “Antica Cagliari”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Antica Cagliari Indirizzo: Via Sardegna 49, Cagliari
Telefono: 0707340198 [mostra in google maps]
 

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giu 23 2012

Ristorante Hype – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Hype - Panorama

Hype – Panorama

 

Nei circa quattro minuti e trenta secondi, impiegati per identificare tutte le numerose sfumature – di carattere gergale o meno – attribuibili al termine che compare a oggetto di questa recensione, per poi offrirle come puntuale servizio di erudizione ai nostri equi-ignoranti (come noi ignoranti e come noi equidi burricchi) lettori, un baluginante principio di egoismo mediatico, si faceva strada nella mente irrequieta e inesatta del sovra-eccitato, sovra-divertente, sovra-stratega del marketing, Jesus.
Motivo per il quale, quest’oggi, il tradizionale principio di elaborazione certosina degli articoli, verrà derubricato in un meno prestigioso: «C’è caldo, non ho voglia di fare un c… , ho dormito male, in questo momento vorrei essere con la tipa in una spiaggia di honolulu, prendetevelo come viene!»
 

Hype - Ingresso

Hype – Ingresso

 

Venerdì sera, ore 20.30. Un affrettato Ettore e uno stordito Jesus, procedono speditamente, nell’auto multicolore del Raschione, verso il centro storico di Cagliari. Lo stato di sobrietà del vostro amato, parte quest’oggi da una condizione di equilibrio meta-stabile, per l’effetto di un peccaminoso «vuoi qualcosa da bere?», troppo ingenuamente interpretato come «vuoi un bicchier d’acqua?», rivelatosi, invero, l’offerta di una sesquipedale alchimia super-alcolica.
La direzione è quella della centralissima e sopraelevata Piazza Palazzo, per raggiungere la quale, partendo dal Viale Regina Elena – dopo aver alloggiato l’autoveicolo nel comodo parcheggio custodito – i due Triumviri usufruiscono del suggestivo ascensore panoramico che, molto opportunamente, sostiene cittadini e turisti nell’ascesa del colle; un impagabile assaggio scenico, di quello che avrebbero vissuto qualche minuto più tardi.
 

Hype - Antipasti di mare

Hype – Antipasti di mare

 

Nonostante un sensibile ritardo sulla tabella di marcia, i due burricchi arrivavano, come ovvio, prima del terzo traballante Triumviro ufficiale, Ing.Marrocu, di ritorno dalla sua vacanza turca, quest’oggi accompagnato da una piacevole conoscenza dei Donkeys – Michela P. –, a cavallo di una rombante due ruote, fin dentro la ZTL cagliaritana. Confidiamo  sul fatto che i dispositivi automatici di rilevamento delle targhe, compiano correttamente il loro lavoro e, in caso contrario, garantiamo fin d’ora la nostra più totale disponibilità, a fornire ogni dettaglio e generalità sul soggetto, richieste dalle autorità sanzionanti.
Terminati quindi i pletorici convenevoli di rito, i quattro commensali convergevano in Piazza Palazzo, nei pressi dell’elegante atrio del Ristorante-Lounge Bar “Hype”. Nella stagione calda, il bar usufruisce degli spazi all’aperto del locale, mentre la zona ristorante viene adibita nella confinante piazzetta “Mercede Mundula”, che offre un panorama e una vista spledidi sullo stagno di Molentargius, sul mare e tutta la parte Sud della città. L’incantevole ambientazione offre di per sé ragione sufficiente per decidere di condurre da “Hype” le vostre ottimistiche cene all’insegna del “con questo me la darà di sicuro”. Inoltre, quasi incredibilmente, non registriamo quasi alcun problema di aggressività entomologica, per effetto dei piccoli ma potenti fari che attiravano a sé gli insetti.
 

Hype - Fritturina di verdure e calamari

Hype – Fritturina di verdure e calamari

 

L’impatto con il personale è stato all’inizio abbastanza positivo: dopo esserci accomodati in graziosi tavolini chiari, sormontati da funzionali ed eleganti tendaggi, ci veniva offerto uno spumante brut di benvenuto. Il servizio era garantito da due pragmatici camerieri, mentre le ordinazioni sono state prese in carico dal cuoco (vagamente somigliante a Michael Duglas) che, con vibrante slancio empatico, si accomodava personalmente al nostro tavolo, esibendo un evidente tatuaggio con la dicitura CHEF: «Vedo che la sua passione per la cucina, è arrivata fin sulla sua epidermide!».
Nonostante lo scetticismo sulla possibilità di arrivare a fine pasto consumando antipasti, primi, secondi e dolci, e il conseguente consiglio di fermarsi ai primi, i Burricchi proseguivano per la loro strada, articolando la cena nei termini delle scelte di mare. Intelligente e intrigante la proposta del sommelier di non procedere con un unica etichetta di vino, per abbinare ciascheduna portata a un diverso calice, ma condotta in maniera perlomeno inopportuna: il vino è stato servito – oltreché sistematicamente in ritardo, rispetto all’arrivo delle pietanze – sempre nel medesimo bicchiere, cosa tollerabile nel passaggio tra il primo e secondo nettare (molto simili), ma censurabile nell’ulteriore divenire, anche in funzione di una esplicita richiesta di sostituzione, da parte di Jesus.
 

Hype - Spaghetti al cartoccio di mare

Hype – Spaghetti al cartoccio di mare in bellavista

 

Ad ogni modo, trattavasi dapprima di un Sauvignon friulano DOC delle cantine “La Tunella” (leggi Travaglione!!!), molto aromatizzato e deliziosamente abbinato con gli antipasti, per poi proseguire con un Chardonnay della medesima cantina e concludere, infine, con un sardissimo Vermentino di Gallura DOCG “Juannisolu” delle vigne Surrau, forse il meno brillante dei tre.
Particolarmente buono l’esordio con gli antipasti, originali, ben dosati e adatti alla calda serata: spicchi di spianatina con ricotta, salmone affumicato e rucola, eccellenti frittelline di bottarga e ottima insalata di sedano, pomodori, bottarga.
Più contraddittoria la seconda portata, una ottima tempura di verdure (zucchine, peperoni, melanzane, cavolo) abbinata a dei maldestri calamari fritti, che probabilmente difettavano per la qualità dell’olio di cottura.
 

Hype - Cernia allo zafferano, Trancio di tonno

Hype – Cernia allo zafferano, Trancio di tonno

 

Complessivamente ottimo il primo piatto: spaghetti al cartoccio di mare in bellavista, con cozze, arselle, gamberi, astice e (non sappiamo perché ce l’abbiano messi, visto che il resto del condimento era assolutamente eccellente) dozzinali gamberetti, probabilmente surgelati!
Meno accattivante e ben riuscito il secondo piatto, anch’esso comune a tutti i commensali – arrivato al tavolo dopo una non brevissima attesa – : discreta cernia allo zafferano, accostata ad un assolutamente anonimo, trancio di tonno arrostito e marinato.
Il giudizio del Marrocu, lamentatosi praticamente per tutte le portate in funzione di un pranzo luculliano che gli aveva cagionato sensibili assuefazione e irritabilità, qui coincideva con quello più oggettivo dei colleghi Donkeys e della loro gentile ospite.
 

Hype - Dolcetti pere e ricotta

Hype – Dolcetti pere e ricotta

 

Veramente succulento, invero, il dolce: dei particolarissimi fagottini (straccetti involtini, o come volete chiamarli) di ricotta e pere, accompagnate da salsine di caramello, zabaione e da una crema preparata con qualcosa di buonissimo e impercettibile, probabilmente alcolico.
Temporaneamente non a disposizione i liquori alla liquirizia, la serata terminava quindi con due caffè (acqua) e due grappe barricate per Jesus e per Michela, che nel frattempo si faceva immortalare in più di una posa ricordo.
Costo complessivo della cena 50€ cadauno, da giudicarsi un 25% eccessivo rispetto al giusto dovuto.


L’ambientazione è splendida, l’approccio del personale empatico e positivo, la cucina accattivante e (nonostante le sbavature denunciate) potenzialmente ottima. Quelli che indichiamo come elementi di massima stonatura, per il ristorante “Hype”, e da rivedere nell’ottica della ricerca dell’eccellenza, sono le disattenzioni e i tempi del servizio. La cura del dettaglio, come ad esempio il servire primariamente le gentili signore presenti, piuttosto che un burriccu che si guarda la partita sull’iPhone, sono quelle piccole accortezze e accorgimenti, semplici da mettere in pratica, che possono fare la differenza tra un ristorante qualunque e un locale di prestigio.
A malincuore, il nostro giudizio è di due burricchi, con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “Hype”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Hype Indirizzo: Piazza Palazzo, Cagliari
Telefono: 070666796    [mostra in google maps]

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feb 12 2012

Ristorante La Pineta due – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

La Pineta 2 - Ingresso

La Pineta 2 – Ingresso

 


Giù per le colline da cui si scorge l’irrequieta maestà del Mediterraneo, orgogliosi gli ulivi si ribellano al freddo maestrale, ricordando nel gelo la promessa d’attendere una nuova Estate, che presto arriverà.
Su per le valli del Nord, gli alti pioppi sollevano i piedi e con affanno scalano il cielo, impazienti di riconquistare un limpido e vitale respiro.
Si piegano e arrendono gli abeti sui monti, fanno di sé teatranti, si vestono di neve e di ghiaccio e vendono loro stessi al fastoso spettacolo dell’Inverno, nello smisurato palcoscenico della natura.
 

La Pineta 2 - Interno

La Pineta 2 – Interno

 

Ma dove infine la vita prende il sopravvento, dove ci si sente vezzeggiati dall’odore della salsedine e persuasi dal rumore del mare, dove l’ombra diviene cappello e rigenera il senno, nel delirio del sole cocente, è lì che quest’oggi i Burricchi del Donkey Challenge cercano sollievo e rifugio.
Arrivano Jesus e il Raschione Ettore alle ore tredici di Sabato mattina, nella Via Bacaredda in Cagliari. Appuntamento con l’Ing.Marrocu di fronte allo storico ristorante “La Pineta due”.
Marrocu ovviamente non c’è, non si vede, è uccel di bosco (uno dei due termini è inappropriato); l’impaziente Raschione sollecita telefonicamente, ottenendo una nuova inattesa, quanto irragionevole replica:  «Vi sto aspettando da un quarto d’ora!»
 

La Pineta 2 - Antipasti di Mare

La Pineta 2 – Antipasti di Mare

 

Allontanato lo sguardo sul lato opposto della strada, gli assennati Triumviri riuscivano quindi ad intravedere una figura infagottata e circospetta, intenta a fotografare chissacché nella vetrina di un negozio d’arredamento.
Lentamente, con camminata austera, la sagoma si avvicinava a loro e, nel mistico riverbero del sole alle sue spalle, manifestava progressivamente la sua reale natura. Jesus sentenziava: «Potrebbe essere l’omino michelin, un personaggio di South Park, oppure è l’Ing.Marrocu imbacuccato all’inverosimile!».
La terza ipotesi era invero corretta; una nuova incredibile ciccionata, poteva quindi avere inizio.
 

La Pineta 2 - Lasagnetta ai gamberi rossi

La Pineta 2 – Lasagnetta ai gamberi rossi

 

La Pineta due è, come sopra accennato, uno degli storici e più rinomati ristoranti del capoluogo sardo, in auge nella città sin dalla fine degli anni ’70, inizio degli ’80.
Il conflitto di interessi che legava la vecchia gestione al Raschione Ettore, è stato di recente sanato con il pensionamento del personale, la vendita del locale e quindi il cambio di proprietà. Venuta a cadere la necessità del blind trust, i Triumviri decidevano quindi di  dedicare alla “pineta” le loro attenzioni, per anticipare un eventuale stravolgimento di ambientazione e menù che comunque, sentito il nuovo proprietario, non dovrebbero esserci nel prossimo futuro.
Il locale, senza scampo, è strutturalmente ed emotivamente legato alla filosofia architettonica degli anni ’70, a partire dallo stile dell’insegna che capeggia sull’ingresso principale, allo stesso tempo futurista e dal sapore retrò.
 

La Pineta 2 - Spaghetti ai ricci

La Pineta 2 – Spaghetti ai ricci

 

Collocato alla base di un grigio palazzone di fascino post-sovietico, il ristorante è al suo interno organizzato con intelligente distribuzione degli spazi. I muri perimetrali sono caratterizzati da una serie di stretti setti squadrati a dente di sega, periodicamente spezzati da alte feritoie che filtrano la luce, obliquamente rubandola alla rigida geometria dei contorni esterni. Con lo stesso orientamento a 45° sono disposti i pilastri portanti e il caratteristico controsoffitto di pannelli fonoassorbenti verticali, che creano una sorta di scacchiera sospesa nell’aria, utile per integrare gli impianti di illuminazione e condizionamento. La mobilia dal calore familiare, pareti dalle tonalità verde/terra e alcuni pratici ed eleganti separè, definiscono una atmosfera dal gusto decisamente vintage che, chi ricorda con nostalgia gli anni di Zico e Paolo Rossi, non potrà non apprezzare.
 

La Pineta 2 - Gran fritto

La Pineta 2 – Gran fritto

 

Pochi gli avventori presenti in sala, il servizio veniva garantito da un unico gentile, volenteroso, ma a volte disattento cameriere, che ha comunque affrontato con discreta e piacevole empatia le stravaganze dei tre esigenti Burricchi. Cernita del vino parzialmente condizionata dal fato: Il Raschione divisava sovrascrivere la volontà dell’Ingegner Marrocu, anteponendo un Tuvaoes d’annata alla scelta del collega, ma questo risultava in ultimo non più disponibile, tant’è che la prima ipotesi veniva pragmaticamente ripescata: vermentino/chardonnay IGT Villa di Chiesa del 2009, Cantina di Santadi.
Il menù, per una scelta di riverente continuità col passato, ripropone i piatti
– non eccessivamente elaborati ma cucinati su prodotti e materie prime di primissima qualità – della gestione precedente.
 

La Pineta 2 - Latte cotto con fragole

La Pineta 2 – Latte cotto con fragole

 

I Burricchi onoravano quindi gli antipasti, saturando in pratica tutta la disponibilità della cucina per il pranzo: spiedino di gamberi rossi in crosta di pane e pancetta su fonduta di “Blue Stilton” (praticamente gorgonzola), insalata di mare con calamari, gamberi e cozze, calamari spadellati con crema di piselli al profumo di rosmarino, frittino misto del pescato di giornata, con trigliette, gamberi e calamari. Piacevolezza, gusto e genuinità degli ingredienti, ineccepibile.
Primi piatti sulla falsa riga degli antipasti: preparazione ottima, ma senza particolari concessioni alla ricercatezza estetica; lasagnetta ai gamberi rossi per Il Raschione e l’Ing.Marrocu, sontuosi spaghetti ai ricci freschi per Jesus. Spazio ancora rimaneva per un secondo piatto: gran fritto di gamberi, calamari e carciofi che, per una sottovalutazione delle capacità digestive degli anomali commensali, stavano per essere serviti in misura di una porzione da dividere in tre.
 

La Pineta 2 - Villa di Chiesa

La Pineta 2 – Villa di Chiesa

 

Solo l’intervento di Jesus, che aveva correttamente intuito le intenzioni del cameriere, ha ristabilito le giuste proporzioni, comunque improponibili al concludersi del pasto, per un qualunque consumatore medio.
Dessert condizionato dall’ennesima bizzarria dell’Ing.Marrocu che, dopo aver richiesto e consumato – al pari di Jesus – un semplice sorbetto al limone (qualità nella media), veniva rapito dall’assaggio del dolce del Raschione – uno spettacolare latte cotto con fragole, mojito e spuma rosa -, tanto da ordinarne subito uno tutto per sé!
In conclusione, per accompagnare il caffè, venivano offerti dei biscottini fatti in casa con crema di nocciole e cioccolatini. Due liquori di liquirizia e una grappa barricata per Jesus chiudevano quindi le ostilità.
Conto finale 60€ cadauno che, nonostante la più volte rimarcata genuinità degli ingredienti, dobbiamo ritenere un 15-20% eccedente il giusto dovuto, per presentazione dei piatti, qualità del servizio e ambientazione.
Un pranzo ad ogni modo di ottima qualità, che propone la nuova gestione della “Pineta” come degnissima erede di un nobile e non lontano passato. Passato che, questo Sabato, per qualche ora, abbiamo avuto il piacere di rivivere.

 

VALUTAZIONE “La Pineta due”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Pineta due Indirizzo: Via Bacaredda 101, Cagliari
Telefono: 070497173    [mostra in google maps]

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gen 7 2012

La locanda di Baccalamanza – Capoterra

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La locanda di Baccalamanza – Viale

 

‘Eπιφάνια. Epifania. «Seu deu!»
Sono io, sono qui per voi, e per voi mi manifesto. Sentite la mia voce: è il vento che sferza le vostre valli, è la tormenta che si abbatte sulle vostre montagne, sono le disperate strida che si confondono e soffocano per mano della bufera.
Non sono per questo Mondo le mie parole, e non verga la terra il mio passo, perché non possiate mai seminare e cogliere il frutto della mia essenza.
Non cercatemi dentro di voi, non elevate gli occhi al cielo, ma solo digiunate di pensieri, di buio purificate le vostre passioni, di luce penetrate la vostra mente finché, allora, sarò io a trovarvi.

La locanda di Baccalamanza – Interno

 

Un solo giorno ti concedo, una notte sola sarà tua eppure, di nuovo ancora, qui tu non mi vedrai.
Non sai chi sei e Non sai parlare, ma avverti che tutto io lascio scorrere; nulla sento il bisogno di narrarti, nulla ti dirò che è certo, ma solo che tutto quello che ho è qui per te.
Gelide feste e gelida fine; giorni di silenziosi tormenti, consumate in una notte di vera, epocale burrasca. Tormenti di pensieri per Jesus, tormenti di ingordigia per il Raschione Ettore, tormentata insonnia per l’Ing.Marrocu, alle prese con i malfermi infissi della sua dimora, asserviti al melodioso fiato di un iracondo Eolo.

La locanda di Baccalamanza – Antipasti

 


Con la gelida mattinata che seguiva la tormenta, un nuovo impegnativo risveglio, attendeva fatale gli spirituali Triumviri.
In questa occasione di festa, abbigliati con gli sfarzosi costumi dei Mangi, i tre burricchi si apprestavano a risalire in sella per concludere il lungo cammino ispirato e guidato dalla luce della cometa alimentare.
Cammino che, iniziato in una notte d’Autunno, sulla soglia raffinata e regale del “Castello di greta“, – innalzato nel tempo perduto fin su, a toccare il cielo -, doveva culminarsi nella riscoperta del terreno, della vera origine e natura di noi stessi:  «Polvere eravate e polvere ritornerete».

La locanda di Baccalamanza – Lasagnette ricci carciofi

 

Ma il tortuoso viaggio verso il terminale approdo, esigeva d’improvviso interrompersi, per assecondare un lontano, apocrifo desiderio. L’incontro dei regali quadrupedi con il quarto Mangio, di cui antica leggenda narra : « io vengo separatamente dagli altri santi Re che ti hanno reso omaggio e di cui tu hai ricevuto i doni».
Non più un Re, ma una Regina invero, non più la Greta salvata dai principi burricchi, ma la bella Michela, collega del Magio Marrocu e nostra gradita ospite in questa fortunata occasione.
Destinazione: “La locanda di Baccalamanza”, che prende il nome della località che l’accoglie e che viene condotta, per l’appunto, dalla stessa gestione del “Greta’s”.

La locanda di Baccalamanza – Tortelli di zucca

 

Immergendosi nelle campagne di Capoterra, percorrendo le non tortuose stradine che verso i monti sfuggono al mare, si trova un’oasi di terrena lussuria: sono le vigne, gli orti, gli uliveti della “Locanda di Baccalamanza”.
La “Locanda” non è di certo un ristorante convenzionale, né un agriturismo o una semplice struttura adibita per accogliere ricevimenti ed eventi non lontano dalla città, ma piuttosto uno splendido complesso ctonio, intimamente legato alle tradizioni agricole e al fascino delle coltivazioni di una ben custodita proprietà terriera.
La componente “ristorativa” della locanda, si articola in numerosi locali, architetturalmente indipendenti, dedicati a differenti tipologie, e diversamente numerabili aggregazioni di ospiti.

La locanda di Baccalamanza – Spizzula e ghetta

 

Tralasciando le componenti deputate ad ospitare matrimoni e grosse convention (potete per questo fare riferimento al loro sito internet) dedichiamoci qui, all’accoglienza riservata agli avventori convenzionali. Percorso un breve viale e un giardino particolarmente curato, dopo aver seguito le indicazioni di un energico (pensiamo) agricoltore dall’accento oriundo, ci introduciamo nella sala da pranzo principale del ristorante. L’ambientazione interna è relativamente semplice, e richiama alla mente l’idea di un suggestivo rifugio di montagna: alte pareti rosse senza particolari ornamenti, maestoso tetto sporgente in legno, infissi di color verde, che per la gioia dell’Ing.Marrocu lasciavano invero penetrare dei fastidiosi spifferi di vento. Tavole rotonde ben imbandite e posate d’argento ai posti tavola. Più caratteristiche ed accoglienti, alcune salette interne, caratterizzate da decori in pietra, caminetto tradizionale, dettagli ed arredi più puntigliosamente curati.

La locanda di Baccalamanza – Tagliatelle olive astice porcini

 

Il personale e il servizio è quello del Greta’s, per cui non possiamo che riconfermarlo come ineccepibile. Accoglienza calorosa riservata ai Burricchi perché, nonostante la convinzione del Raschione di non venire riconosciuti malgrado le nostra recente esperienza in quel di castello (Jesus per questa ragione era scettico su un così repentino ripresentarsi), e nonostante la premura con cui era stata mantenuta segreta fino all’ultimo la destinazione, le prime parole proferite dalla giovane cameriera sono state: «Oh, i burricchi!!».
Censura grave per il Raschione! Aspetto positivo della vicenda:  i Triumviri hanno potuto felicemente trascurare ogni principio di prudenza, producendosi nei più appassionati, liberi e vicendevoli insulti, senza risparmiarsi e assecondando così la loro ainina natura, per il divertimento della loro ospite.

La locanda di Baccalamanza – Astice letto di avocado

 

Benché la itinerante cucina della “Locanda” sia la medesima della Greta’s, il menù viene periodicamente aggiornato, motivo per il quale i Burricchi hanno potuto apprezzare piatti assolutamente difformi dalla passata esperienza, comunque preparati con la medesima inopinabile maestria. Dopo un piacevole brindisi di benvenuto, sostenuto da pane carasau, condito con patè di salmone e olive nere buonissimi, i quattro commensali ordinavano gli antipasti e sceglievano il vino di giornata. Ecco quindi il riproporsi del “famigerato” Bianco della Locanda, nuragus particolarmente leggero, prodotto dai vigneti del ristorante e insignito anch’esso, parimenti al suo gemello cremisi, dell’ancestrale simbolo del femminino profano, emblema distintivo dell’azienda; terminata la bottiglia, la scelta ricadeva su un altrettanto buon nuragus “Selegas” della cantine Argiolas.

La locanda di Baccalamanza – Frittura calamari gamberoni

 

Quattro, finalmente, gli antipasti scelti dai burricchi: petali di bottarga in crema di sedano su letto di verdure, fritturina mista dell’orto in cestino di carasau, superbo baccalà fritto con purea di melanzane e cialdine di polenta, fagottini marinari alla ricotta e finocchietto con crema di legumi. Impagabili per preparazione e presentazione, ed accompagnati da un olio extravergine d’oliva, anch’esso di genuina produzione autoctona.
I primi piatti sono risultati, anch’essi, all’altezza delle aspettative: gran tortelli di zucca gialla con pesto di rucola, mandorle e pistacchi tostati per Jesus, “Spizzula e ghetta” con julienne di calamari, pistacchi e scorzette di limone per Michela, tagliatelle alle olive nere, astice e funghi porcini divorate da Marrocu, lasagnette con ricci e carciofi e condimento di pistacchi per il Raschione. Buonissimi! A questo punto i commensali raggiungevano un compromesso che mediava tra la saggia intenzione di terminare subitamente le ostilità, manifestata dall’Ing.Marrocu e dalla nostra ospite, e i più bellicosi proponimenti di Ettore e Jesus.

Crema al torroncino

Strudel di mele

 

I quattro ordinavano quindi una porzione di astice con cipolle, limone e letto di avocado, e una spettacolare frittura di calamari e gamberoni “in camicia”, su letto di patate fritte. Tutto da dividere in quattro misurate porzioni.
Portate intere, invero per i dolci: Crema al torroncino in scodellina di cioccolato fondente aromatizzato al cognac per il Raschione e l’Ingegnere, più tradizionale strudel di mele con gelato alla vaniglia per i restanti commensali. Unico appunto da muovere al personale, nell’incedere del luculliano pasto, è quello di non aver proposto un adeguato moscatino (magari di produzione locale) come giusto accompagnamento per i dessert.
Il pranzo terminava quindi con i caffè, liquori alla liqurizia (“eclisse”, eccellente!) e una grappa barricata per Jesus.
Di 55€ il conto cada-burriccu finale, giustamente sostenuto per due quote dall’Ing.Marrocu, e da giudicarsi assolutamente adeguato alla qualità della cucina, come era facile aspettarsi.
Gradevole appendice al pranzo, le divertenti discussioni con il personale e il rinnovarsi della proposta, da parte dell’Ing.Marrocu, di farsi assumere come tuttofare, durante la visita alle sesquipedali e modernissime cucine.
Partendo dal saldo ormeggio della cucina, non è nostra intenzione fare dei paragoni tra questa esperienza è quella del “Greta’s”, che per la propensione di Jesus a divisare il cielo, rappresenta comunque l’ideale estetica elevazione, per tali piaceri dei sensi. La madre Terra, non può comunque essere meno meritevole: quattro burricchi.


VALUTAZIONE “La locanda di Baccalamanza”: Quattro Burricchi.
Rist. La locanda di Baccalamanza Indirizzo: Località Baccalamanza, Capoterra
Telefono: 070728321    [mostra in google maps]
 

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