☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
dic 15 2012

Ristorante DiSapore – Cagliari

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

DiSapore - Ingresso

DiSapore – Ingresso

 

Come promesso in quel di Cagliari, nella centrale Via Donizetti, con quello che già nella mente ritrovo annebbiato a seguito dell’Iselis che giusto poche ore orsono tracannai, ritengo sia opportuno esordire, in quest’ultima disamina, secondo le costumanze della vecchia abitudine, con una introduzione sobria e consunta, il linea con quanto capricciosamente e permalosamente dichiarato ieri a fine serata:
«se tu non vuoi scrivere la recensione, neppure io ne avrò voglia».
E quindi, adesso che veramente iscrivo, me ne frego e me ne fregherò!
Tale ruvida quanto teatralizzata presa di posizione, quasi si trattasse di un costruito e forzato dissapore, è stata espressa dal vostro amato Jesus, sulla soglia del ristorante “DiSapore”, nei confronti dell’ospite della serata, la neo-burricca Arianna, al suo diniego nel prendersi l’onere di scrivere questa recensione, che il burriccu mandrone, capziosamente e surrettiziamente cercava di scaricarle!
 

DiSapore - Interno

DiSapore – Interno

 

La bella fanciulla, che già aveva incautamente convenuto di presenziare (onerosamente!) alla ciccionata, come seconda classificata del concorso “vinci una giornata da burriccu“, ha giustamente schivato questa ulteriore trappola, lasciando tale faticosa incombenza a chi, con pagu gana, ora vi scrive.
Cagliari, ore 20.45. Dopo un breve e poco impegnativo percorso, e dopo aver identificato un anfratto per accomodare l’utilitaria del Raschione, Jesus e il suo collega burriccu raggiungevano la propria ospite, che già da tempo li attendeva, visibilmente infreddolita ed impaziente, all’esterno del locale. Dopo gli affettuosi convenevoli, e i doverosi improperi rivolti all’indirizzo dell’Ing.Marrocu, che come d’abitudine si faceva attendere, i tre decidevano di non sostare ulteriormente al freddo, e varcare la soglia del ristorante.
 

DiSapore - Antipasti

DiSapore – Antipasti

 

Ad accoglierli subitamente, la gentilezza del maître e il sorriso della cameriera al bancone d’ingresso, che offriva loro una graditissima sangria di benvenuto, dal gusto acidulo ed amarognolo, piuttosto distante dalla dolcezza della ricetta valenciana o catalana, ma di sicura, piena gradevolezza.
Il locale appare moderno e abbastanza ben curato. Superato il vestibolo d’ingresso, si percorre una sala che alterna pareti color crema a elementi dalle tonalità pistacchio; colore questo, che viene riproposto in alcune stampe ornamentali e in piccoli accessori da tavola, come saliere e salviette di carta. L’ambiente si allarga lateralmente verso il fondo della sala stessa, dove si trova l’ingresso delle cucine. Il soffitto, si caratterizza come una sinuosa e tagliente fenditura scavata verticalmente, dove trovano alloggio numerosi e suggestivi punti luce. Qualche elemento di disordine estetico dobbiamo invero rilevarlo, come la qualità discutibile dei quadri alle pareti (de gustibus…), la scelta della musica di sottofondo e la disposizione eccessivamente regolare e schematica dei tavoli; condizione quest’ultima, che capiamo comunque essere vincolata alla struttura allungata del locale.
 

DiSapore - Uova di quaglia bottarga

Uova di quaglia bottarga

DiSapore - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

 

Nonostante qualche circoscritto scivolone formale (per esempio, il vino dovrebbe essere servito prima alle signore o, equivalentemente, ai burricchi il cui nome inizia con la P e finisce con la G) e qualche asincronia nella tempistica di presentazione dei piatti, il servizio si è dimostrato sufficientemente adeguato e, soprattutto, velocissimo, tanto da indurre seri problemi nel processo di copertura LIVE dell’evento su Twitter.
Il effetti il maître, dopo averci inizialmente interrogato sull’orientamento preferenziale della nostra cena (terra o mare) ci propone e indirizza rapidamente nella scelta degli antipasti della casa che, a quanto pare, cambiano nello specifico di giorno in giorno. La comanda delle successive portate, viene così rimandata al seguito. Intanto però, abbiamo da subito modo di apprezzare delle ottime bruschette all’olio d’oliva, accomodate al nostro tavolo come incipit e intrattenimento pre-antipasto, nonché accompagnamento a tutto il resto della cena.
 

DiSapore - Linguine ai ricci

DiSapore – Linguine ai ricci

 

Il vino deputato a sostenere le piacevoli dissertazioni della festosa conventicola, è stato un “Iselis” delle cantine Argiolas (l’Ing.Marrocu non apprezza particolarmente questa etichetta, ma il Raschione senza curarsene la sceglie di sovente) che viene presentato come “ultima bottiglia” nella cantina, senza etichetta per un raro difetto di imbottigliamento, quasi ad affermarsi come un “Gronchi rosa” della enologia nostrana. A tal proposito, è stato divertente in seguito assistere, alla riproposizione di una seconda “ultima bottiglia” di Iselis, da parte del cameriere al tavolo affianco.
Dopo pochi minuti, prima addirittura che ci venissero consegnate le bottiglie d’acqua, le prime pietanze erano già state servite in tavola, così come gli insulti rivolti al Raschione Ettore, che si voleva nuovamente imporre – cagionando inutili fastidi e perdite di tempo – come fotografo ufficiale, ben consapevole che tutti i suoi scatti vengono sistematicamente censurati alla Vostra decenza.
 

DiSapore - Fregola con le arselle

DiSapore – Fregola con le arselle

 

Gli antipasti si componevano di sei portate piuttosto semplici – cinque fredde, una calda – preparate però con prodotti gustosi e genuini. La nostra ospite, invero, non ha gradito particolarmente una eccessiva abbondanza d’olio d’oliva che ha caratterizzato talune tra le composizioni proposte: insalata di mare con polpo, surimi, seppie, gamberi e peperoni; carpaccio di pesce spada; polpo con patate; scaglie di bottarga di muggine e sedano, eccellenti uova di quaglia con bottarga (unica particolarità della serie), per finire con una gustosissima zuppetta di cozze, che i burricchi sono riusciti a consumare fino all’ultima goccia, sottraendola alle grinfie del cameriere che, troppo frettolosamente, cercava di ritirare per fare ordine in tavola.
 

DiSapore - Grigliata mista

DiSapore – Grigliata mista

 

I primi si sono mantenuti sullo stesso livello, abbastanza gustosi e ben preparati ma senza particolare trascendenze. Linguine ai ricci di mare, più una ottima (almeno per il gusto di Jesus e Marrocu) fregola artigianale con arselle, decisamente “callada”.
Sulla attribuzione della qualità di artigianale, per quest’ultimo piatto, i commensali hanno parecchio disquisito, in virtù di una conformazione sì piuttosto irregolare – tipica delle preparazioni caserecce – della pasta, ma di una granulosità atipicamente e sospettosamente fine. Questo aspetto, dovrebbe essere quindi approfondito.
Dobbiamo in qualche modo lodare la scelta equilibrata delle porzioni da parte della cucina, più che sufficienti per soddisfare le fauci di quattro burricchi, ma che non hanno cagionato problemi di appesantimento, nonostante il veloce procedere della cena.
 

DiSapore - Sebada al miele

DiSapore-Sebada al miele

 

Cena che quindi è potuta proseguire, con la contrattazione di una grigliata mista, composta da due orate, una spigola e sei gamberi arrosto. Genuinità e freschezza del pesce indiscutibile – preparato a sa casteddaia con sa mazza (interiora) inside, mentre si potrebbe sindacare su una forse troppo marcata disidratazione del pescato in fase di cottura.
I gamberi, invero (le uniche leccornie assaggiate da Arianna in questo caso), sono risultati eccellenti.
Spazio c’era a quel punto, ancora per i dolci che, come qualità complessiva, si sono dimostrati un gradino al di sotto delle portate precedenti: tiramisù della casa per Arianna (che ha rilevato una bizzarra liquidità sul fondo del dessert), sebada con dozzinale millefiori per il Raschione e pesantissima torta al cioccolato per Jesus, terminata con molte difficoltà, esclusivamente per sfidare apertamente il cameriere. L’Ing.Marrocu, pur vantandosi di tenersi leggero con un semplice sorbetto al limone, ha poi preteso che gli venisse consegnato un cucchiaino, con il quale ha impropriamente attinto dai dolci di tutti gli altri commensali. Tutta questa fase, è stata accompagnata da un ottimo vino passito Angialis (cantine Argiolas) IGT “Isola dei nuraghi”.
 

DiSapore - Tiramisù

Tiramisù

DiSapore - Torta al cioccolato

Torta al cioccolato

 

La cena si concludeva quindi, con due caffé (per Jesus e Arianna), due liquori alla liquirizia “Maruzzo” per il Raschione e il Marrocu, un Cynar per Jesus, e con un limoncello della casa (non particolarmente brillante) per la nostra ospite.
Costo complessivo della serata 35,50€ cadauno, da giudicarsi adeguati e forse finanche inferiori al giusto dovuto. Da notare come, immancabilmente, una lauta mancia sia stata finanziata dai commensali, ad esclusione di uno il cui nome inizia con la M, che anzi ha trattenuto per sé l’arrotondamento, pagando meno della quota richiesta.

 

Di recente apertura, il ristorante DiSapore può vantare una ambientazione gradevole, e una cucina che, pur non arrivando ad alte vette di eccellenza, può rendere alimentarmente piacevole la vostra serata. Velocissimo il servizio facilitato, nel nostro caso, dal numero non eccessivo di clienti in sala. Tre burricchi meno meno.

Un doveroso ringraziamento, va alla nostra piacevolissima ospite Arianna, che ha accettato il nostro invito e subito le nostre bizzarrie, senza malfidarsi di tre burricchi commensali a sorpresa. Grazie a nome del Donkey Challenge.

 

VALUTAZIONE “DiSapore”: Tre Burricchi.
Ristorante DiSapore Indirizzo: Via Donizetti 51/A, Cagliari
Telefono: 07041869 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook 


nov 10 2012

Ristorante La Bohème – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Boheme - Interno

Boheme – Interno

 

«Ma che gelida manina» Jesus, fredda di un “puntore” che te lo ricorderai finché campi.
Paonazzo di tosse, corrugato in fronte, ti riesce appena un accenno di parola, che già ti manca il fiato per completarla.
Schivi i dottori e le supposte, ti lasci dominare dalla sorte, ma ancora per questa settimana, sotto il chiarore della luna, al tuo ebdomadario appuntamento con lo scialo, non manchi di recitare.
«Mi mì, è arrivato Jesus!», senti gridare da sopra il palco del tuo magnificente delirio, ma il tuo pubblico e i tuoi attori, oggi subiranno una lirica fatta di germi e  di batteri. Come tuo dire… ‘azzi loro: si declina ogni responsabilità morale e materiale sull’argomento!
 

Boeheme - Zuppetta di cozze

Boeheme – Zuppetta di cozze

 

Giovedì sera. Venti minuti alle venti. Quattro navigati attori della tavola, indossando il loro costume e le orecchie di scena, già fremendo di salir sul palco; sono Jesus, il Raschione Ettore, l’Ingegner Marrocu, e un quarto (poco) misterioso ospite: il burriccu Tony Frau, che – per chi non avvertisse familiare questo nome – probabilmente avrete già notato, immortalato tra le gigantografie all’esterno del mercato di S.Benedetto.
Quando c’è la fama! Il palcoscenico per questa ennesima opulenta rappresentazione del gusto, è il Ristorante “La Bohème”, locale di relativamente recente apertura, ispirato – almeno nel nome – alla celeberrima opera lirica di Puccini e non casualmente ubicato nella via Lai, poco distante dal Teatro Lirico di Cagliari.
 

Boheme - Cavolo e alici

Cavolo e alici

Boheme - Insalata di polpo

Insalata di polpo

 

Il ristorante, al suo interno, è composto da un’unica sala ordinata e geometricamente piuttosto regolare. L’allestimento architettonico, solo brevemente e localmente accenna alle allegorie d’arredo bohémienne, concentrate per lo più su una sorta di comò d’epoca, situato nei pressi dell’ingresso della cucina, impreziosito da una piccola ed elegante specchiera, da alcuni vasi di fiori cremisi, e da uno splendido grammofono color argento. Sul resto della sala – piuttosto spoglia d’arredi, a parte alcune stampe d’epoca alle pareti – domina un più moderno bancone da bar, tinteggiato con tonalità bianche e rosa. Un tempo, era presente in sala un pianoforte, che il titolare-lavapiatti-musicista, si dilettava a suonare per i propri clienti, ma che le signore anziane del quartiere, hanno poi spiacevolmente preteso che tacesse.
 

Boheme - Crostini ai ricci

Boheme – Crostini ai ricci

 

L’inquietante acustica della struttura, viene pesantemente messa alla prova da un fastidiosissimo cicalino elettronico, che accoglie i clienti ad ogni dischiudersi della porta d’ingresso, con un molesto messaggio di benvenuto multilingue. Non dubitiamo che il cicalino non fosse stato previsto da chi ha ideato e predisposto l’arredo (l’illuminata ex del titolare). Suggeriamo al responsabile di valorizzare meglio l’impronta e l’anima del ristorante, per esempio diffondendo in sala la musica di Puccini, piuttosto che arie pop di radio 105: «quella ci serve per coprire le urla che vengono dalla cucina!»
Il servizio in sala viene garantito dal titolare, che con piglio amichevole e con una flemma composta e rilassante, suggerisce e serve i piatti, con fare tempestivo, attento e professionale.
 

Boheme - Calamari fritti

Boheme – Calamari fritti

 

Per una scelta di attenzione e qualità sulle materie prime, l’offerta gastronomica del ristorante viene limitata e condizionata alla spesa di prodotti freschi, acquistati in giornata, tanto che il proprietario suggerisce di indicare eventuali pietanze che si vorrebbero assaporare, già in fase di anticipata prenotazione.
Concordiamo volentieri un assaggio di quattro antipasti di giornata, e sottoponiamo all’istinto casuale del Raschione la cernita del vino, selezionato dalle poche bottiglie disponibili, fisicamente e congiuntamente presentate alla nostra tavola: un apprezzabile Vermentino “Blu” della cantina “Santa Maria la Palma” di Alghero.
 

Boheme - Tagliolini ai ricci e alla boheme

Boheme – Tagliolini ai ricci e alla boheme

 

Sin dalla presentazione degli antipasti – che possiamo giudicare complessivamente di buona fattura – , evinciamo facilmente la buona tecnica della cucina, che riesce a presentare piatti di tutto rispetto, basati sui non tantissimi ingredienti a disposizione. Al nostro cospetto, sono stati presentati: deliziosa zuppetta di cozze e pomodorini, che ha preteso un successivo bis con integrazione di arselle; insalata di cavolo e alici; insalata di polpo (questo invero, abbastanza insapore e forse un po’ troppo duro: «avremmo bisogno di un abbattitore, ma costa troppo»). Gli antipasti terminavano con uno squisito assaggio di crostini ai ricci di mare freschi, buonissimi! Degno di nota anche il pane, servito e costantemente approvvigionato alla nostra tavola.
 

Boheme - Millefoglie al carasau

Boheme – Millefoglie al carasau

 

Durante l’incedere degli antipasti, i burricchi prendevano atto della sciagurata abitudine di Tony Frau, di evitare per principio qualsiasi primo piatto, tanto da vedersi costretti a differenziare la portata successiva, con un binomio primi/secondi serviti all’unisono. Dopo tutto il tempo necessario a produrre una frittura, la divina justitia ha così provveduto ad elargire dei «dozzinali» calamari fritti per il burriccu Tony, mentre i restanti commensali hanno avuto modo di apprezzare due eccellenti porzioni di tagliolini: ai ricci di mare, e alla “bohème”; questi ultimi si componevano di una pasta al nero di seppia, con pomodorini arselle e asparagi. Da registrare che Jesus, al limite fisico della propria già malsana sopravvivenza, ha lasciato praticamente metà dei tagliolini sul piatto, chiedendo in ultimo che gli venisse servita una bombola d’ossigeno!
 

Boheme - Mousse al cioccolato

Boheme – Mousse al cioccolato

 

Data l’abbondanza dei primi piatti, e in virtù dell’istintuale inappetenza di Tony Frau, i burricchi decidevano di passare direttamente al dolce: ottimi sorbetti al limone per Jesus e Marrocu, buonissima mousse al cioccolato e panna per Tony, originalissima Millefoglie con pane carasau, crema chantilly e frutti di bosco per il Raschione. La cena si è conclusa con un liquore alla liquirizia “Maruzzo” per tre, e con una “ispezione” alle cucine, condotta da Marrocu e Jesus, a seguito di un ripetuto “fare il figo” del proprietario, che ne rivendicava l’impeccabile pulizia e lucentezza. In effetti, le cucine hanno superato la prova dei fatti, anche grazie al minuzioso barcamenarsi dello chef tuttofare. Quest’ultimo si presentava esteticamente e comportamentalmente del tutto simile al Marrocu, con cui ha condiviso gli ultimi trenta minuti della serata, a discutere di chissà cosa: «beato a lui!» 
Costo complessivo della cena, 35€ cadauno, da giudicarsi equilibrati in relazione alla qualità del servizio e del mangiato.
Segnaliamo, per terminare, l’insistenza con cui il titolare sosteneva di averci già visto da qualche parte, senza riuscire mai a risolvere il suo facile enigma. Anche lui (come “Zaira” ndr.) non ha creduto a Jesus, quando affermava che lavorava in TV; chissà perché…

Il Ristorante “La Bohème”, si presenta come un gradevole locale a conduzione simil-familiare, in cui qualche stonatura estetica non riesce a compromettere l’intima piacevolezza dell’ambientazione, e dove l’abilità e la fantasia dello chef, riescono abilmente a sopperire alle ristrettezze dell’offerta. Di certo, comunque,  una serata positiva. Tre burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “La Bohème”: Tre Burricchi.
Ristorante La Bohème Indirizzo: Via Enrico Lai 48, Cagliari
Telefono: 070482444    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook