☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 2 2013

Ristorante Josto al Duomo – Oristano

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Josto - Duomo

Josto – Duomo, scorcio

 

Eccoci qui, Josto baldanzoso e audace, a cantare le tue gesta, a narrare del tuo sconsiderato coraggio, delle tue orme veloci sul terreno della battaglia, del rosso tuo che nutrì la terra, delle spavalde grida contro il nemico romano, di tuo padre sconvolto e in fuga; del tuo nome, del tuo straordinario e melodico nome, che ha superato le barriere del tempo e della storia, che ha attraversato i secoli accarezzando i miti e le leggende del nostro popolo, che qui sentiamo pronunciare e pronunciamo, per nostro vizio e per nostra colpa. Nostro malgrado sei qui oggi con noi, e gli occhi nostri non possiamo distogliere dal tuo sguardo giovane, fiero, infelice, valoroso e … da secoli spento.
 

Josto - Interno

Josto – Interno

 

Trentuno Ottobre. Nel pieno dell’atmosfera di Ognissanti, tra un molesto vibrar di batacchio e un diabolico «dolcetto o scherzetto», il Raschione riprende a tramare nelle segrete del proprio castello, per maggiormente infastidire la istintuale propensione di Jesus ad evitare lunghe escursioni oltre il suo naturale baricentro di mandronia. Dopo decimi di secondo di riflessione, la mefistofelica macchina delle ciccionate decreta: «Questa settimana si va a Oristano».
La presunta ragione è sempre la stessa: «A Cagliari i ristoranti li abbiamo terminati!».
Invitiamo quindi i nostri più affezionati lettori ad inviare personalmente al burriccu le segnalazioni sulle decine di ristoranti della zona che ancora abbiamo mancato, e che il Raschione, non si sa per quale motivo, ignora. In caso contrario, vi anticipo che dovrete presto iniziare ad apprezzare l’inedita formazione PACS Marrocu-Raschione!
 

Josto - Cruditè di mare

Josto – Cruditè di mare

 

Primo Novembre. Cavalca veloce le buche della SS.131, la teutonica autovettura dell’Ing.Marrocu il quale, come da sua abitudine, non manca di riproporre agli astanti sentite reprimende nei confronti dell’assetto socio-politico sardo, finanche arrivando a criticare gli effetti del clima sul paesaggio extra-urbano isolano.
Dopo oltre un’ora di viaggio, in anticipo di una mezz’ora rispetto alla prenotazione a nome X del Raschione – alloggiato il carro buoi nei pressi del ristorante “Josto al Duomo” -, i tre decidevano di concedersi una preventiva escursione nella vicina piazza del Duomo, per apprezzare la baroccheggiante bellezza della settecentesca cattedrale. Qui iniziavano, invero, le reprimende di Jesus, contro la struttura urbana sviluppatasi intorno al tempio – che non ne valorizza appieno la maestosità e l’impatto visivo – e contro le numerose auto, sgradevolmente disposte sul piazzale in fronte all’ingresso principale, che hanno impedito per un buon quarto d’ora di fotografare la magnificenza del paesaggio e per le quali l’Ing.Marrocu ha finanche chiesto l’intervento della forza “pubblica”. Censvra grave!
 

Josto - Polpo doppia cottura

Polpo in doppia cottura

Josto - Bottarga muggine affumicato

Bottarghe, muggine

 

Il Ristorante affaccia il proprio uscio nella centralissima Via Vittorio Emanuele, a pochi metri dall’imponente campanile della cattedrale, ed è collocato in una più ampia struttura che comprende un caratteristico Hotel (Il Duomo) e una piccola bottega di prodotti tipici locali. Al ristorante si accede proprio superando la reception dell’albergo. Qualche tavolo, nel periodo estivo, viene collocato in un cortile disposto a cavallo tra la bottega e la scala che porta alle camere, mentre la sala principale appare, nella composizione delle basse volte, come una vecchia cantina tinteggiata di bianco, nella quale sono stati inseriti più moderni elementi d’arredo. Questi ultimi, sono stati oggetto di erudita discussione da parte dell’Ing.Marrocu e di Jesus. Il primo apprezzandone l’impatto generale, il secondo criticandoli nella loro efficacia cromatica; nella pratica asserendo essere, il colore verde di alcuni elementi occasionali, in contrasto armonico con la tonalità gli infissi. A parer mio, occorrerebbe fare una scelta più marcata e decisa (nell’ottica del bruno o del verde) e decorare le arcate che, attualmente, appaiono eccessivamente spoglie.
 

Josto - Fregolina in rosso

Josto – Fregolina in rosso

 

Al nostro arrivo, al ristorante “Josto al Duomo”,  l’accoglienza è calorosa e formale al medesimo tempo. Da quel che capiamo la gestione è, almeno in parte, a carattere familiare. Il preparatissimo maître/titolare – inconfondibilmente il sosia del calciatore Pirlo – tradisce, sotto la folta barba, la sua giovane età, che comunque non gli impedisce di distinguersi per professionalità e savoir fair. A lui si affianca un altro giovane cameriere e due/tre ragazze che, con tutta probabilità, governano anche l’amministrazione dell’Hotel. Dobbiamo invero asserire che il servizio, pur di eccellente livello medio, durante il pranzo ha peccato di talune piccole veniali imperfezioni, quali non subitamente approvvigionare di pane il nostro tavolo, e il farci ritrovare, episodicamente, senza le dovute posate: poco male, Jesus ha saccheggiato il tavolo vicino! A tal proposito il maître, ci ha successivamente confidato che vi erano state alcune defezioni di personale dell’ultimo minuto, dispiacendosi di non aver potuto gestire sin dall’inizio le nostre comande, ed in particolar modo di non averci potuto indirizzare su una cernita di vini consona al nostro mangiare; cernita che, per la sciagurata avventatezza dello “Josto” Marrocu, si è rivelata, per certi versi, catastrofica!
 

Josto - Spaghettoni zucchine menta bottarga

Josto – Spaghettoni zucchine menta bottarga

 

La prima catastrofe dobbiamo attribuirla, in concorso di colpa, al voluminoso tomo che costituisce la carta dei vini presenti in cantina, e che ha confuso per eccessiva abbondanza l’inesperto Ingegnere. Infatti il buon Marrocu, non volendo considerare alcun consiglio, puntava deciso e a testa bassa su un DOC delle Dolomiti “Muller Thurgau” del 2012, cantine “Bolognani” di Lavis (TN), facendosi ingannare dall’errata attribuzione della gradazione sul menù. In realtà il nettare si rivelerà oltremodo leggero, considerando le cruditè di mare e i sapori decisi che saremmo andati di lì a poco ad affrontare. Terminata la bottiglia di Bolognani, a cavallo tra il primo ed il secondo assaggio di primi piatti, nuovamente, il cocciuto Ingegnere pretendeva di visionare la carta, comandando senza indugi un “Alsace Riesling” del 2009, delle cantine alsaziane (lato francese) Binner. Anche qui il fato si sarebbe dimostrato malandrino: le bottiglie dell’annata richiesta risultavano terminate, tanto da rendere indispensabile optare per una vendemmia due anni antecedente, il vino poi dimostrandosi eccessivamente liquoroso (per via probabilmente dell’ulteriore invecchiamento). Qui arriverà a nostra salvaguardia il maître che, per consentirci di sfruttare appieno il gusto del vino scelto, escogiterà un meraviglioso assaggio di formaggi assortiti.
 

Josto - Formaggi assortiti

Josto – Formaggi assortiti

 

Meravigliosa è la impagabile esplosione di gusto della proposta culinaria del “Josto”, che si manifesta con piatti ed ingredienti di primissima qualità,  tecnica di preparazione di altissimo livello e, al contempo, elaborazioni genuine e mai troppo complesse.
La prima portata è un plateau di cruditè di crostacei (gamberi e scampi) e carpacci di calamaro e dentice, impreziositi da una spolverata di pepe nero e germogli di (?) cipolla. Seguiva quindi un pedagogico assaggio “comparativo” di bottarga commerciale e casereccia (molto rara: aroma e gusto incredibili, avremo modo a fine pasto di constatarne la conservazione nel retrobottega dello shop!). La bottarga si accompagnava a buonissime lamelle di muggine affumicato, il tutto su letto di pane carasau impreziosito con un filo di olio d’oliva e i germogli di cui sopra. Gli antipasti terminavano con un impagabile polpo in doppia cottura, con deliziosa crema di limone e rucola, a compimento di un incredibile equilibrio tra il dolce e l’amaro: «questo piatto vale da solo la scampagnata!».
 

Josto - Torrone di Tonara

Josto – Torrone di Tonara

 


Identica la valutazione dei primi piatti. Dai sapori forti e genuini viriamo però, decisamente, verso l’equilibrio e la delicatezza. Partiamo con una fregolina (la pasta, ad onor del vero non ci è parsa artigianale) in rosso con pescato del giorno, dall’aspetto più simile ad una zuppa di pesce: gamberi, calamari, muggine e dentice. Piacevolissimo il gusto del sughetto, ben ponderato tra i sapori del pomodoro e del gambero. Il secondo “primo” era invece un piatto di “spaghettoni” (Jesus: «sarebbero stati meglio spaghettini, questi sono troppo grossi!») con zucchine, menta e bottarga vera.
 

Josto - Mostacciolo

Josto – Mostacciolo di Oristano

 

Come anticipato, a questo punto della ciccionata interviene il maître che ci propone, in luogo di un secondo piatto, un trittico di formaggi:  casizolu artigianale indigeno, fiore di Gavoi, Erborinato di Thiesi, accompagnati da ottima confettura di fichi. Marrocu «Se dobbiamo scegliere di morire per il colesterolo, questo è senza dubbio il modo migliore!».
Come avvicinamento ai dolci, irrompe la scenografica esposizione di un carrello con tagliere, mannaia e torrone di Tonara (vero anche questo, non di Dolianova!) che l’impavido Ingegner Marrocu ha divorato intingendo e leccandosi le dita, finanche davanti al maître: «lo faccio con onore!».
 

Tortino ai cereali e pistacchio

Tortino ai cereali

Josto - Apple crumble

Josto – Apple crumble

 

Impagabili i dessert che seguivano. Mostaccioli di Oristano per Jesus, disposti a mo’ di sandwich con gelato alla vaniglia e imbevuti nel vino, tortino ai cereali con gelato al pistacchio per l’Ing.Marrocu, apple crumble e vaniglia per il Raschione.
L’abbondante pranzo si concludeva quindi con dei caffè. La contrattazione degli amari, partita volutamente sul basso profilo («per me uno Stock 84») veniva presa in consegna dall’oculato maître che non poteva fare a meno di afferrare i burricchi per le orecchie: non ho quello che chiedete, ma ho qualcosa che potreste volere. Rum Caroni invecchiato dodici anni per il Raschione (non servito in bicchiere riscaldato come il burriccu senza essere in grado di apprezzare, amerebbe), cognac Martell XO Extra Old per Jesus e l’Ing. Marrocu.
L’esperienza qui si concludeva. Conto finale – da cui sono stati condonati amari e formaggi – 50€ cadauno, decisamente al di sotto del valore del pranzo appena consumato.

 

Se in quel di Oristano vi venite a trovare, e ricercate, di vostra abitudine, eccellenza e qualità, potete queste certamente cogliere in quel del ristorante “Josto al Duomo”. Una cucina orgogliosamente basata sulle tradizioni e su ingredienti del territorio, ma che riesce ad arrivare, nella fantasia dello chef e nell’offerta della cantina, fin oltre le sponde del nostro mare. Qualche piccolo difetto nel servizio, come indicato, dobbiamo identificarlo come episodico. Quattro burricchi.

 


VALUTAZIONE “Josto al Duomo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Josto al Duomo Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 34, Oristano
Telefono: 0783778061    [mostra in google maps]
 

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lug 24 2013

Ristorante Il Caminetto – Cabras

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Caminetto - Interno

Caminetto – Interno

 


Capita di trovarsi un giorno, più casualmente che con certezza, indeterminazione che coscienza, in strade che percorrere non avremmo immaginato il giorno prima; spiagge e orizzonti ammirare, che un tempo avevamo divisato di raggiungere, ma che ora ci appaiono un temporaneo e indesiderato intermezzo tra noi e un nostro agognato ritorno a casa. E la sua amata casa Jesus un giorno divisava di riconquistare, in una calda mattinata di lavoro, soffocata da sa basca che fino ad allora l’aveva accompagnato nel viaggio e nella sosta istituzionale, in quel di Nuraxinieddu, nei pressi di Oristano.
 

Caminetto - Antipasti al buffet

Caminetto – Antipasti al buffet

 

Dunque arrivò, in quel dì di metà Luglio, l’ora del temporaneo congedo, in coincidenza dello Zenit del sole sopra la mia testa, e sopra le teste delle mie colleghe, giust’appena salvaguardate dalla rigida capotte di una utilitaria Renault, per nostra fortuna recentemente rinnovata in ordine all’ormai indispensabile impianto di climatizzazione.
Necessità volle, a quell’ora del primo pomeriggio, di sostenere alimentarmente il nostro motore energetico, tanto da rendere necessario investire lo stesso Jesus dell’onere di ricercare un luogo, nelle immediate vicinanze, adatto al naturale rifornimento. Furbescamente Jesus delegava tale incombenza al proprio navigatore, integrato sul Pureview da 41 Megapixel, che sì aveva il suo bel dire in fatto di fotocamera, ma come cellulare in sé incespicava da tanti punti di vista.
 

Caminetto - Scabecciu

Caminetto – Scabecciu

Caminetto - Moscardini

Caminetto – Moscardini

 

Fatto sta che, anche in funzione di un non ottimale sistema di cartellonistica verticale nella zona, anziché venire condotti presso un ittiturismo in riva allo stagno, come inizialmente avevano sperato, i tre colleghi (non parliamo qui del Triumvirato ma di una strana conventicola guidata dal reduce Jesus) si ritrovavano presto fagocitati dal centro cittadino di Cabras, in fronte al ristorante “Il Caminetto”.
 

Caminetto - Insalata

Caminetto – Insalata

 

Il Ristorante si trova inserito in una anonima palazzina, nella centrale Via Battisti, a pochi passi da due delle chiese principali della città, una delle quali, presumibilmente (pagu gana di approfondire!) è quella di Maria Vergine Assunta, che citiamo perché i nostri lettori cerexini potranno ritrovarla, almeno trasposta nella assonanza, in quel del loro Paese. Detto questo, il locale è al suo interno piuttosto carino. Superato un breve vestibolo di ingresso, in cui è presente la cassa – dotata di POS, particolare che in quel contingente contesto ci ha consentito di non restare digiuni – ci si immette nella sala principale che, aggirato il piccolo caminetto in muratura e pietra calcarea, si estende più avanti verso altri spazi. Le pareti sono di color paglierino mentre, i bei candelabri a goccia e le sedie in legno e tessuto blu danno un tono di sobria eleganza all’ambiente.
 

Caminetto - Fregola

Caminetto – Fregola

 

Il personale è abbastanza numeroso, gentile e preparato, anche se durante il nostro pranzo si è perso in qualche dettaglio come nella mescita del vino – un pur ottimo e indigeno IGT di Tharros, Karmis della cantina “Contini”, scelto da Jesus in versione 375 cl  – mai accomodato in un giusto supporto refrigerante. Dobbiamo dire che, a parte la carta dei vini, il menù non si offre all’avventore, in maniera netta e totalizzante, con sapori e caratteristiche proprie della penisola del Sinis, tanto che non notiamo particolari differenze con quello che avremmo mangiato in un ristorante del cagliaritano.
 

Caminetto - Ravioli

Caminetto – Ravioli

 

Dal menù, Jesus e L. sceglievano quindi un assaggio di antipasti in due che, per questioni di allergie, P. non avrebbe ahimè mai potuto digerire. Gli antipasti “al buffet” – se la non presente memoria del Raschione non ci inganna -, si articolavano in: insalata di polpo, cozze gratinate, salmone affumicato, burrida, moscardini in umido e scabecciu di (verosimilmente) dentice. Nonostante apparentemente siano stati usati ingredienti di buona qualità, il nostro giudizio si deve purtroppo fermare alla indeterminatezza dei sapori: anonimi! P. lamentava inoltre, al di là della bella presentazione, una insalata mista di bassa appetibilità, con riferimento particolare al gusto dei pomodori.
 

Caminetto - Dolcetti

Caminetto – Dolcetti

 

Il Canovaccio si ripropone con i ravioli al sugo di P. e la fregola con arselle e pomodori scelta da Jesus e L.: molto positivo il sapore delle arselle, in luogo di un gusto inesistente della fregola in sé.
Le note positive arrivano invece quando non ci avremmo sperato. Avendo evitato di ordinare i dessert (per la non appetibilità dell’offerta), questi ci vengono comunque consegnati in forma di omaggio al momento di richiedere i caffè. Sia i dolcetti mignon, che i caffè stessi si dimostrano di tutto rispetto e soddisfazione.
Costo complessivo del pranzo, circa 19€ cadauno, da considerarsi adeguati, e sicuramente al di sotto degli standard del Donkey Challenge.

 

Il Ristorante “Il Caminetto” si presenta all’avventore con una ambientazione gradevole e un servizio sufficientemente adeguato. Non ci hanno pienamente soddisfatto, invero, il menù, parimenti alla sua espressione pratica da parte della cucina che, nelle nostre speranzose attese, avrebbe dovuto conquistarci facendoci provare i veri sapori di quel meraviglioso territorio. Un burriccu.

 


VALUTAZIONE “Il Caminetto”: Un Burriccu.
Ristorante Il Caminetto Indirizzo: Via Battisti 8, Cabras – OR
Telefono: 0783391139    [mostra in google maps]
 

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dic 29 2012

Evasioni Restaurant – Cagliari

 Scritto da Jesus | 28 commenti | Commenta

Evasioni - Interno

Evasioni – Interno

 

Chiudere gli occhi ed evadere. Quando la costrizione della parola è una insopportabile camicia di forza, i cui lacci stringono e soffocano l’espressione delle proprie passioni, solo escludendo lo sguardo della luce e la luce dal proprio sguardo, si riesce a tornare liberi.
Ci troviamo qui oggi, incatenati al peso dei nostri limiti, nell’impossibilità di esprimere ciò che nella sera di quest’ultimo Venerdì dell’A.J. MMXII, è riuscito ad accarezzare le nostre passioni e regalarci, per brevissimi e indimenticabili istanti, la nostra più sincera e vorace cupidigia alimentare.
Chiudere gli occhi e dischiudere le labbra: portare dentro di sé l’amore per la cucina, per evadere dalle proprie costrizioni, per sentire la luce pervadere il nostro buio, un istante prima di ritornare prigionieri di noi stessi.
Scappate dalla vostra prigione più buia – la susunkaggine – e abbandonatevi alla passione, perdio!
 

Evasioni - Antipasti di mare

Evasioni – Antipasti di mare

 

E’ tiepida la città verso la fine dell’anno. E’ nient’affatto gelida l’oscurità della notte, ma trovare il calore della luce, riflessa da un diamante stilizzato, fa piacere in quel della via Puccini. E’ questo il logo del ristorante “Evasioni” che, inciso sulla sua insegna, presidia il locale e si offre al libero spirito dei più temerari avventori.
Cagliari, ore 20.58. Un inspiegabilmente freddoloso ingegner Marrocu, già insiste sull’uscio del ristorante, per meglio ripararsi dal vento; il Raschione, poco distante, si produce nel suo stucchevole e vano tentativo di imporsi come fotografo. Jesus, invero, sta ancora percorrendo la via, non perché i due burricchi titolari siano lì convenuti con differenti mezzi di locomozione, ma perché lo stesso Raschione, poco tempo prima – dopo aver trovato un efficace e regolarissimo accomodo alla propria autovettura in Piazza S. Benedetto -, aveva manifestato tutta la sua costrizione verso i rigori della legge: «eja sono strisce bianche ma forse non è un parcheggio, la sposto più in là» … «questo è stretto ne vedo un altro» … «azz questa è zona carico e scarico, anche se è tutto chiuso, meglio cercare altrove». Risultato: Jesus che era disceso un attimo per bloccargli uno spazio miracolosamente libero, se l’è dovuta fare a piedi: burriccu!!!
 

Evasioni - Spaghetti al caffè

Evasioni – Spaghetti al caffè

 

L’”Evasioni Restaurant”, di recentissima apertura, si alloggia negli stessi spazi che in passato hanno ospitato il ristorante “Retrogusto”, recensito dai burricchi nel Maggio dello scorso anno. La struttura ovviamente rimane la stessa: un’unica sala, non troppo estesa, a cui si accede dopo aver superato il breve dislivello del vestibolo di ingresso. Rispetto alla gestione precedente, l’impatto estetico è più sobrio e meno ostentatamente elegante: le solide pareti sono per lo più spoglie e castigatamente tinteggiate di bianco. Un tocco di colore lo danno i moderni punti luce e i lampadari in cristallo, che fanciullescamente giocano con i riflessi del verde, del giallo e del viola, tonalità che spesso vengono riproposte nelle decorazioni floreali dei piatti. L’angolo sud della sala è impreziosita da una riproduzione pittorica della “Creazione” di Michelangelo (i rigori della legge ci impediscono di riportare il commento del Raschione sul particolare del “dito”), mentre le finestre laterali sono coperte da trasparenti organze rosso accese (perché non viola?). La composizione scenica complessiva – che a dire il vero non ci convince pienamente – si completa con alcuni mobili in stile rustico e con sedie e tovaglie color latte, elegantemente e romanticamente imbandite. Nota di merito anche per i servizi che, nonostante gli infissi da aula B1 (!) riescono ad apparire efficacemente di gran classe.
 

Evasioni - Paccheri al nero di seppia

Paccheri al nero di seppia

Evasioni - Raviolini di cernia

Raviolini di cernia

 

La giovane maître, che ci accoglie e ci fa accomodare (e che si fa carico dell’intero servizio del ristorante), è un raro esempio di professionalità, gentilezza ed empatia nei confronti dell’avventore. L’accento del nord non tradisce le origini sarde, mentre la preparazione, la gestualità e l’attenzione per i dettagli, sono pienamente in accordo con il suo curriculum (così come quello dello chef), ricco di ristoranti e hotel a 5 stelle; tant’è che, durante la serata, per un istante (ma poi è passato) Jesus si è sinceramente vergognato di essere un impenitente pedduzzone:

«Gli antipasti erano di vostro gradimento, signori?»
«Sticazzi!»
«Ehm, ha espresso bene il concetto».
 

Evasioni - Tonno scottato in crosta di sesamo nero

Evasioni – Tonno scottato in crosta di sesamo nero

 

Già da un primo sguardo al menù, ci accorgiamo che l’excursus culinario che avremmo di lì a poco affrontato, non sarebbe stato convenzionale. Jesus, con gli occhi pieni di luce, si impone facilmente nella scelta degli antipasti («prendiamo tutto!») mentre l’Ing.Marrocu si ribella allo strapotere del Raschione, relativamente alla cernita del vino, per poi – di fronte allo straordinario bouquet di etichette sarde, italiane e straniere, disponibili nella cantina – chiedere consiglio alla maître. Alla fine optiamo coraggiosamente per un vino bianco neozelandese: Sauvignon Blanc “Saint Clair” (Saint Clair Family Estate), medaglia d’oro nel 2011 al Mundus Vini (Germania) al Marlborough Wine Show, e al New Zealand International Wine Show. La stessa azienda vinicola ha vinto in passato numerosi riconoscimenti a livello mondiale. Ci sarebbe da disquisire a lungo sulla espressività dell’Ing.Marrocu in sede di verifica del vino, e dei relativi commenti di apprezzamento per il medesimo, ma penso che lascerò alle note a margine dei miei colleghi burricchi questo privilegio.
 

Evasioni - Dentice, insalata di cardoncello

Evasioni – Dentice, insalata di cardoncello

 

Entriamo invece nel merito delle pietanze assaporate, precedute da un prosecco di benvenuto, da un favoloso pre-antipasto e accompagnate, per l’intera serata, da deliziose (a dir poco) focacce con pomodoro secco, sfoglie di mais al sesamo, pane guttiau, bruschette all’olio e  panini fatti in casa: encroiables!
Evitando di corredare prolissamente, con mirabili quanto meritati aggettivi, ciascheduna singola pietanza, nello specifico il pre-antipasto era composto da: guanciale di Villagrande su nido di pasta Kataifi, tonno scottato al sesamo su scaglie di fiore sardo di Gavoi, crema di caprino con avocado.
Tutto era servito in tavola, su splendide porcellane bianche e sottopiatti di solida ardesia nera: chapeau!
 

Evasioni - Trancio di dentice marinato

Evasioni – Trancio di dentice marinato

 

Rigorosamente di mare, gli antipasti  si articolavano in tre differenti composizioni, le prime due di crudo. Giostra dei crudi di mare, con: branzino; ostriche della Bretagna; tartara di salmone e avocado; tartara di tonno su focaccia salata, filetto di tonno rosso, filetto crudo di cernia.
Tiepido mosaico di mare e aria di barbabietola, disegnato con piccoli tasselli di salmone, tonno e cernia, conditi con grano di sale nero e accompagnati da buonissimi capperi di Selargius, oltre ché da una spettacolare ed inarrivabile spuma di barbabietola: «Ma la barbabietola di solito fa schifo, come diavolo è riuscito a farla così buona????».
 Astice nudo, cotto, sgusciato e accomodato su nido di pasta Kataifi, impreziosito da scaglie di fiore sardo di Gavoi, e accompagnato da buonissimi carciofi confit di San Sperate. Sul palato, il gusto intenso dell’astice ci è sembrato divinamente “violento”!
 

Evasioni - Dessert

Evasioni – Dessert

 

Primi piatti. Non scendono la qualità delle materie prime, l’originalità e la presentazione, con i primi piatti proposti: spaghetti al caffè con crema ai ricci di mare e nuvola di zenzero per il Raschione Ettore; ravioli sporcati al saraceno, con ripieno di cernia e rana pescatrice, datteri e fonduta di formaggio “Casizolu” per Jesus; “mare nero” con paccheri al nero di seppia, ripieni di tartara di seppia per l’Ing. Marrocu. L’inappuntabile e raffinato allestimento dei piatti, potete ben valutarlo voi stessi, mentre dobbiamo segnalare – unico piccolo appunto di tutta la cena – la presenza di un lieve eccesso di sale (almeno per il nostro gusto personale) nel condimento della pasta, elemento in linea con la tradizione culinaria del Nord.
Secondi piatti. Nonostante le pietanze fino a lì ingurgitate, i Burricchi non potevano perdere l’occasione di assaggiare le ulteriori strepitose delizie, che la superlativa cucina del ristorante poteva e voleva offrire: tonno scottato in crosta di sesamo nero, accompagnato da baby melanzane e fiori di guanciale di Villagrande; tranci di dentice, leggermente marinato al timo e cardamomo su vellutata di zucca, accompagnato da caviale nero di alghe; dentice cotto a bassa temperatura con insalata di cardoncello (cordolin’e petza) e spuma di caprino. «Che Iddio li abbia in gloria»!
 

Evasioni - Panini fatti in casa

Panini fatti in casa

Evasioni - Dolcetti

Evasioni – Dolcetti

 

I dessert non erano da meno. Tortino al caffè 100% arabico, ganache al cioccolato e perla verde; Soffice di castagne con cialda alle nocciole e salsa al mandarino di Villasor; crema di caco servita su conchiglia di caco ghiacciato; buonissima crema di mascarpone, offerta dallo chef. Il tutto è stato accompagnato da un gradevolissimo moscato delle cantine di Dolianova.
Sul finale, i caffè di Jesus e Marrocu, i liquori artigianali Milanesi alla liquirizia per Marrocu e il Raschione, e il mistico liquore al pistacchio assaggiato da Jesus (e con la forza dagli altri due burricchi, tanto da dover richiedere un bis compensativo) sono stati supportati da ulteriori nuove delizie offerte: pastiglie di anice e menta; tortini dolci di zucca; pasticcini di pastafrolla; piccoli tartufini e sfogliatine: impagabili.
Costo complessivo della serata 76€ cadauno, assolutamente giustificati per la qualità eccezionale della cucina e per tutto il ben di dio che i Triumviri hanno opulentemente consumato.

Ambientazione elegante, servizio di elevatissimo livello; materie prime di primissima qualità attinte dalla migliore tradizione sarda e ricette che, per originalità, tecnica di preparazione e presentazione, vanno ben oltre le normali consuetudini a cui siamo avvezzi. Rispetto alla media dei ristoranti che di solito visitiamo, siamo su di un altro pianeta. Come sottolineato dall’Ing.Marrocu: «non abbiamo (quasi) mai mangiato così bene». Considerato che (tra mille difficoltà) hanno aperto da pochi giorni, e che chef e maître sono meno che trentenni, tutto questo ci pare incredibile: chapeau!
Cinque meritati burricchi.
 


VALUTAZIONE “Evasioni Restaurant”: Cinque Burricchi.
Ristorante Evasioni Indirizzo: Via Puccini 23/A, Cagliari
Telefono: 3272305534    [mostra in google maps]
 

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dic 8 2012

Ristorante Don Pepicu – Sarroch

 Scritto da Melissa | 6 commenti | Commenta

Don Pepicu - Ingresso

Don Pepicu – Ingresso

 



Mi trovo nel mio buen retiro immerso nella ridente campagna, in un luogo ameno e tranquillo nel quale dare tregua al corpo spossato e dedicarsi alla scrittura. La Recensione mi chiama. In verità non faccio altro che fagocitare cibo come un oca da fois gras. Ma rifletto comunque, a pancia piena, sulla ciccionata da me vinta a mani basse con il supporto dei miei aficionados, che ringrazio. Penso ai Burricchi, a quanto sarebbero stati felici di brucare dell’erba così gustosa e fresca in pascoli così incontaminati.
 

Don Pepicu - Interno

Don Pepicu – Interno

 


Ben altri pascoli invece ci sono toccati in sorte venerdì scorso per la ciccionata da me vinta. Ma se vogliamo più che sorte è stata volontà, e in un certo qual modo imposizione del Raschione, dopo lungo braccio di ferro con Jesus, come potrebbe documentare la mia posta di facebook. Jesus infatti si lamentava del fatto che il posto prescelto fosse lontano, sosteneva tra l’altro che la scelta del Raschione non fosse stata casuale dal momento che la vettura che ci avrebbe condotto sarebbe stata appunto la sua 150 CV (o burricchi). Insomma io comunque emozionata per l’entità del premio vinto e per l’opportunità di conoscere tre personalità così importanti mi preparavo per la serata.
 

Don Pepicu - Antipasti

Don Pepicu – Burrida, dentice, pesce spada, seppiette

 

Appuntamento alle 20:30 in centro città. I Burricchi sono stati così gentili infatti da passare a prendermi e così accorti da avere invitato una gentil donzella, burricca anch’essa, che scoprirò poi essere la donna del presidente… della quale non mi è concesso rivelare le generalità, pena la radiazione dalla carica di burricca per un giorno. Puntualissima mi reco all’appuntamento e con il benestare di Carlo Felice che ci osserva dall’alto faccio la conoscenza del Raschione e subito dopo di Jesus e della sua dama. La 150 CV si mette in moto e schizza fuori dalla città senza seguire l’indicazione del povero Carlo Felice,ma prendendo la via del mare. E’ a quel punto mi viene svelata la meta della nostra ciccionata, non prima che la Dama del Presidente abbia verificato che sia libera da miscrospie. Sarroch è la nostra meta, patria della petrolchimica… ma che ci troveremo mai?
 

Don Pepicu - Antipasti2

Don Pepicu – Moscardini, anguilla, murici, orziadas

 

Notizia fresca li ci raggiungerà L’Ing. Marrocu, sottrattosi all’ultimo momento dai doveri lavorativi per festeggiare la vincitrice del concorso. Arrivati davanti al ristorante i due Burricchi eseguono le foto di rito cercando di ostacolarsi reciprocamente. Finito il teatrino decidiamo di entrare benché l’Ing. Marrocu non sia ancora giunto, infatti l’aria fredda e i fumi della vicina raffineria non rappresentano certo uno stimolo a star fuori. L’Oste proprietario del locale ci accoglie con gentilezza dandoci la possibilità di scegliere il tavolo che maggiormente ci aggrada. Piccola parentesi mi chiedo se si tratti di Don Pepicu in persona, e sopratutto questo titolo nobiliare sarà riconducibile a cosa? Noi troviamo solo una vaga somiglianza con il più celebre Grillini… mah!
 

Don Pepicu - Zuppetta cozze arselle

Don Pepicu – Zuppetta cozze arselle

 

L’ambiente è gradevole, tinte arancio sulle pareti, archi in mattoncini rossi, luci abbastanza soffuse,mobilio classico in legno scuro ma con dei pezzi su misura che sfruttano bene l’ambiente. La pizzeria si trova all’ingresso e più avanti nella sala si trova la cucina a vista incorniciata da un grande arco. Giusto il tempo di dare uno sguardo al menù che arriva l’Ing. Marrocu a completare il Triumvirato. Scusatosi del suo leggero ritardo prima con le signore procedere nel accomodarsi a tavola. Ora che la tavolata è al completo passiamo alla scelta del vino, che ricade sul meraviglioso Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini. Un vermentino davvero eccellente che ci viene servito in calici da degustazione adattissimi, ma gran peccato non ci viene data l’opportunità di procedere all’assaggio da parte del Burriccu Marrocu. L’appetito intanto cresce quindi decidiamo di partire con il classico assaggio di antipasti di mare per poi passare ai primi piatti. Sennonché mentre ci accingiamo ad ordinare l’oste esordisce con una frase che semina il terrore tra i commensali: Se qualcosa non dovesse piacervi, ditecelo che lo sostituiamo. Di li a poco avremo capito il motivo di tale improperio che quasi suona come “augurio”.
 

Don Pepicu - Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

Culurgiones Don Pepicu

Culurgiones Don Pepicu

 

Gli antipasti intanto arrivano abbondanti accompagnati da alcune ottime focacce,pizze bianche,appena sfornate. Antipasti classici di mare niente che possa considerarsi rivoluzionario, però alcuni di questi sono convincenti come le orziadas fritte, i bocconi, la zuppa di cozze e arselle, servita quest’ultima su un fondo di pane carasau, piatto gradito in particolar modo dalla Dama del Presidente. Altri abbastanza nella norma come i polpi alla diavola, che non erano affatto indiavolati anzi, o le seppie con i piselli, o ancora il carpaccio di spada, troppo ricco di limone e di semi di finocchio un po’ fastidiosi (perchè non utilizzare i grani pepe rosa? qui è la cuoca che è in me che parla). Alcuni antipasti invece erano troppo freddi per essere gustati adeguatamente, la burrida per esempio o le anguille “scaloppate”. Poi una “bestemmia culinaria per me, il pasticcio di dentice in salsa di maionese e yogurt. Per inciso… ma come diavolo può venire in mente di oltraggiare in tale maniera un pesce così prestigioso. Devo annotare per correttezza che il Burriccu Ing. Marrocu ha apprezzato questo piatto non prendendo le difese dello sfortunatissimo e nobile dentice. Dopo aver comunque ingurgitato una certa quantità di antipasti accompagno l’Ing. per una breve pausa nella quale ci siamo raccontati un po’ di vicende lavorative: Ah la crisi,certo che mi piacerebbe partire e cambiare aria e Beh si anche a me non voglio sputare sul mio lavoro ma….
 

Don Pepicu - Orata arrosto

Orata arrosto

Don Pepicu - Seppie arrosto

Seppie arrosto

 

Al nostro rientro con grande gioia troviamo una nuova bottiglia ad attenderci. Il Merì delle cantine Argiolas di Serdiana, un vermentino doc stavolta, più secco rispetto al primo ma altrettanto gradevole. Inoltre un gesto non scontato quello dell’Oste che ci cambia il calice. L’insoddisfazione comunque già serpeggia tra i burricchi che vorrebbero comprendere se i primi risolleveranno le sorti della ciccionata: Spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu e Culurgiones ogliastrini alla Don Pepicu per me, il Raschione e la Dama del Presidente. Le pietanze abbondanti ci vengono portate a tavola in vassoi in modo da servirci noi stessi, così assaggiamo tutti entrambi i primi. Gli spaghetti all’astice hanno un ottimo aspetto ma dopo averli assaggiati ed essermi confrontata con il mio dirimpettaio L’Ing. giungiamo alla conclusione che il sugo di pomodoro è troppo dolce, Jesus concorda. Probabilmente lo chef ha abbondato con lo zucchero per stemperare l’acidità della salsa di pomodoro. Sulla stessa linea i culurgiones alla Don Pepicu conditi con una salsa ottenuta dal succo dell’arancia, un tantino dolciastri e a tratti nauseabondi, benché il culurgione in sé fosse buono.
 

Don Pepicu - Sorbetto al limone

Don Pepicu – Sorbetto al limone

 

Giunti a questo punto quasi non ci rimaneva che arrenderci ma Jesus propone di dividere una grigliatina di orate e seppie. L’Oste infatti caldeggia la grigliata, forse preoccupato dell’insoddisfazione dovuta ai primi. Così ci vengono servite due orate di mare, a detta dell’Oste, e tre seppiette arrosto. Io mi cimento nella pulitura di un orata così come il Raschione. L’Ing. con occhio attento nota la mia dimestichezza e si offre di dividere il piatto con me,mentre il povero Jesus è costretto a mangiare l’orata stuprata dal Raschione. Una grigliata senza infamia e senza lode, le seppie erano a dirla tutta un po’ durette e l’orata non particolarmente saporita. Decidiamo così di concludere senza dessert, a dirla tutta l’elenco era poco stimolante, quindi sorbetti per tutti. E a seguire due caffè per Marrocu e Jesus, tre liquirizie di Muravera per me, il Raschione e l’Ing. Marrocu e per Jesus una grappa 903.
Devo dire che complessivamente non attribuirei più di due burricchi stiracchiati, da un lato per la qualità del cibo, reso meno buono proprio dal modo in cui è stato cucinato. Poi un altro errore grossolano è stato quello di non distinguere tra antipasti caldi e freddi, servirli in tempi diversi dopo magari aver cambiato il piatto. L’Oste è stato a mio avviso molto gentile anche nel gestire le nostre critiche, più che nostre di Jesus che si è fatto portavoce, ha interpretato i nostri umori.
Non mi rimane che ringraziare i tre Burricchi e la Dama per la piacevole compagnia, sono stata davvero bene… Lunga vita ai Burricchetti!

 
N.D.R. Aggiungiamo il dettaglio del conto economico, non specificato dalla pur abile recensitrice: 39€ per coperto che, non essendo l’autore di questo articolo, lascio voi giudicare. Il corrispettivo è stato poi rimpinguato da una adeguata mancia – finanziata interamente da Ettore e Jesus -, parzialmente riassorbita dalla manchevolezza contributiva del più parsimonioso degli astanti.

 


VALUTAZIONE “Don Pepicu”: Due Burricchi.
Ristorante Don Pepicu Indirizzo: Via al Mare 52/A, Sarroch
Telefono: 070900499    [mostra in google maps]
 

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mar 26 2012

100. Ristorante Andreini – Alghero

 Scritto da Jesus | 7 commenti | Commenta

Andreini - Alghero Chiesa S.Francesco

Andreini – Alghero Chiesa S.Francesco

 

Prologo. Infine è arrivata. Cento, come le resurrezioni d’un secolo. Cento, come i canti della Comedia, cento come le grazie e gli onori di questa infinita avventura, consumata in Terra di Sardegna, per lunghi, cortissimi, interminati e interminabili spazi al di là della siepe dell’umana comprensione.
Dove la ragion dell’uomo si ferma, sovrastata dalla genuina essenza del Divino –  le cui manifestazioni terrene interessano il culto del piacere -, là il burriccu oltrepassa, col pensiero e con la carne scavalca, per condurvi in un nuovo Universo di trascendenti ed opulente emozioni. Non è una fine, non è un inizio, ma il segno di un passaggio, un’orma sull’argilla fangosa, che un sole accecante imprimerà nell’eterno.
 

Andreini - Marrocu Alfa

Andreini – Marrocu, Alfa verso il Sole

Andreini - Jesus

Andreini – Jesus al cospetto di Jesus

 

In principio fu il burriccu.
«Se io mi nasce un figlio come te, mi trancio i cog… , perché oltre ad essere un brutto burriccu, fai pure la linguetta»!
Al poco citato “Anziano“, l’onore e il genio di aver stimolato, con l’insulto e i «colpi di remo sulla schiena», le perverse fantasie del neo-nichilista Jesus.
Al troppo citato “Burriccu Pg“, l’onore di aver avviato, con malsano e innaturale istinto masochistico, il periodo dei challenge dietetici, documentati su queste pagine e consumati, per il sadico esercizio del vostro amato, nei migliori ristoranti della Sardegna. Così ha avuto origine il Donkey Challenge: la sfida del burriccu!
 

Andreini - Ingresso

Andreini – Ingresso

 

Burricchi verso il sole. Sabato pomeriggio. Un lamentoso ed insofferente Ingegner Marrocu, stringe poco saldamente il volante ultra-sensibile della 150 cavalli di Jesus, speditamente avviata verso il sole del piacere e della lussuria alimentare; a tratti pontifica, a tratti (ricordandosi di essere un radicale estimatore della industria teutonica) dileggia. Pochi minuti prima, non avendo appieno apprezzato la comodità del sedile posteriore in pelle, al cospetto della rigidità di un assetto sportivo sulle buche della S.S.131, il buon ingegnere aveva convinto l’auriga Ettore nel tralignare il percorso stabilito, per fare tappa nel bar di una tranquilla e accogliente località del nuorese: Borore!
Dopo essersi assicurato al posto di guida, esercitava quindi l’arte dell’imprudenza e dell’incoscienza, platealmente inveendo contro un austero automobilista locale. Il successivo disimpegno nell’apprendere la modalità di utilizzo del cruise-control, ne avrebbe poi cagionato un grave difetto di attenzione, tanto da produrre un sensibile allungamento dei tempi di percorrenza della strada. Risultato: giunti finalmente in albergo, il povero Raschione Ettore, stimolato nel profondo delle viscere, arrivava ad implorare la prima stanza disponibile (ovvero quella più vicina alla reception) al fine di raggiungere, il più speditamente possibile, l’agognata toilette.
 

Andreini - Interno, Marrocu Churchill

Andreini – Interno, Marrocu Churchill

 

Alghero. L’Alguer, Barceloneta, splendida enclave catalana integrata nel Nord-Ovest della Sardegna. Spiagge bianchissime, un suggestivo porto turistico, incantevoli stradine e stretti angiporto, alternati a maestose torri e bastioni, che trafiggono il cuore pulsante della città.
Inebrianti profumi e composti rumori di festa, accolgono l’incedere dei Donkey, accompagnato dal fastidioso avanzare del costosissimo trolley del Raschione: «Dobbiamo restare una notte, cosa tutto ti sei portato, burriccu?!?».
Nei pressi del centralissimo tempio dedicato a San Francesco, inserito nell’omonimo virtuoso convento, si trova l’alloggio scelto da Jesus, per penitentemente ospitare le mortali fattezze dei tre Triumviri: Hotel San Francesco, le cui camere (o, per meglio dire, “cellette”) si confondono con quelle dei frati, affacciate sul chiostro inferiore. Tanti nostalgici ricordi nella memoria di Jesus…
 

Andreini - PreAntipasti, Pane

Andreini – PreAntipasti, Pane

 

I nostri più affezionati fan, che hanno seguito in tempo reale le vicende di questa centesima ciccionata sulla pagina facebook, avranno già avuto modo di conoscere il primo evolversi della serata, che ha avuto un alcolico preludio in Piazza Civica – quasi interamente finanziato dal buon Ettore -, con la degustazione di due “biciclette” più “Martini bianco” con ghiaccio (per Jesus) accompagnate da buonissime (e salatissime) patatine fritte di stampo indigeno.
Poco prima, Jesus e il Raschione avevano avuto modo di ritrovare il disperso Ing.Marrocu, allontanatosi preventivamente dal gruppo principale, ovviamente con difetto di comunicabilità a distanza! Terminato questo “pre-aperitivo”, i tre si dirigevano verso la via Ardoino. Destinazione Andreini.
 

Andreini - Antipasti

Andreini – Antipasti

 

Ristorante Andreini. Il Ristorante si raggiunge percorrendo brevemente la via Ardoino (attenzione a non confondersi con l’errata toponomastica di Google) appena dopo aver superato la trattoria “Appena Prima” (bistrot all’aperto della medesima proprietà), la cui denominazione non sappiamo se definire geniale o oltremodo maliziosa.
L’uscio di ingresso è un portone in legno e ferro abbastanza anonimo, da cui fa capolino una splendida pianta grassa, per la quale la nostra ignoranza in botanica non ci consente di fornire ulteriori dettagli, ma che possiamo affermare essere ricorrente negli arredi interni, finanche arrivando a decorare gli esteticamente curati servizi igienici.
 

Andreini - Pecorino flambée

Andreini – Pecorino, crema flambée

Andreini - Tagliolini in crosta di pecorino

Andreini – Tagliolini in crosta di pecorino

 

Il tema strutturale ed architetturale del ristorante, è piuttosto comune per la città di Alghero. Il complesso è allestito su due lunghe gallerie parallele scavate nel tufo, caratterizzate da accattivanti volte a botte
– comunicanti per mezzo di ingressi ad arco -, decorate ed arredate con gusto e raffinatezza. Quadri e stampe in bianco e nero alle pareti, impalpabili lampadari spioventi, piccole serie di candele, misurati punti luce e un generoso acquario di vegete aragoste, dipingono un ambiente elegante ma informale, moderno ma dal fascino retrò. Una terza galleria dà alloggio alle cucine – affacciate e visibili direttamente dalla strada -, governate dai fratelli Andreini, stellati Michelin 2010 e 2011.
 

Andreini - Risotto di fregula

Andreini – Risotto di fregula

 

L’accoglienza del personale in sala è a dir poco incantevole. Una graziosa, elegante e gentilissima signorina ci fa accomodare, trattenendo i nostri soprabiti nel guardaroba, mentre i suoi numerosi colleghi predispongono minuziosamente l’accoglienza, con attenzione e gestualità fuori dal comune, senza mai comunque peccare di eccessivi o imbarazzanti formalismi.
Il servizio, assolutamente impeccabile, è quindi garantito da non pochi preparatissimi camerieri, mentre non di rado lo chef balugina nella sala, per servire personalmente le pietanze ed assicurarsi del pieno benessere degli avventori.
Tutto è ben misurato e naturale, tanto da rendere l’atmosfera empaticamente calorosa e rilassante.
 

Andreini - Gnocco arrosto dentice

Andreini – Gnocco arrosto dentice

 

Ci accomodiamo su una spaziosa tavola rotonda, approntata con una raffinata e lunghissima tovaglia bianca, ornata da alcuni suppellettili in ceramica e da un sofisticato porta-candela sferico. Il cameriere ci propone di esordire con un veloce aperitivo, trovando la nostra incondizionata approvazione, nonostante la recentissima e preventiva assunzione di alcolici. Malvasia di Bosa “Zarelli” per Jesus e il Raschione, Cedrata Tassoni (Sciroppo di Cedro e acqua Perrier) scelta dall’Ing. Marrocu. L’aperitivo veniva accompagnato, dapprima con i particolarissimi e strepitosi panini serviti in tavola (focaccia bianca con lievito madre, panino con scarola e alici, focaccia con capperi, olive e pomodori secchi) e successivamente con un inarrivabile pre-antipasto concepito dallo chef: un trittico costituito da panetto soffice, olio di oliva di Alghero, royal di carciofi sormontata da spuma di merluzzo e goccia di polpa di ricci. Sublime!
 

Andreini - Zuppetta di pesce

Andreini – Zuppetta di pesce

 

Il vino scelto per la serata è determinato dalla volontà di Jesus di provare una prestigiosa etichetta locale. Scelta invero quasi obbligata, data la mancanza, per contingenza vinicola del periodo, di più valide alternative nella pur fornitissima carta dei vini: sauvignon “Le Arenarie” del 2010, di Sella&Mosca.
Da qui è forse è utile sottolineare un aspetto di carattere semiologico. Raramente abbiamo avuto modo di riscontrare una attenzione e un rigore talmente maniacali nei processi di creazione dei piatti, come da “Andreini”. Ciascuna singola pietanza, oltre che essere caratterizzata da una filogenesi di sperimentazione, viene accompagnata da non sbrigativi processi di preparazione, basati su genuini ingredienti di stampo “casereccio”, elevati verso le vette più alte della cucina. Particolarità ed attenzioni che, ammettiamo, l’avventore medio (noi compresi) non è in grado di apprezzare nella sua interezza, e che vanno ben oltre il soggettivo compendio del sapore finale.
 

Andreini - PreDolce

Andreini – PreDolce mascarpone pistacchio

 

Antipasti. I quattro eccellenti antipasti proposti, sono stati serviti su un accattivante vassoio di vetro squadrato, adagiato su un sottopiatto d’alluminio color madreperla, con centro di sughero: tartara di pesce agli agrumi e sardine marinate, cozze e gamberetti in tempura, polpette di baccalà e anemoni con maionese di ricci, insalatina di polpo (quasi impalpabile al tatto, per la morbidezza) carciofi e bottarga.
La presentazione delle pietanze veniva giustamente accompagnata dalle esaustive spiegazioni dei camerieri, sollecitati e interpellati più volte dagli esigenti e curiosi burricchi, fino a stimolare oltre misura il non contenuto eloquio del titolare, trattenutosi più volte al nostro tavolo per imbastire discorsi di viscerale passione e amore per il proprio lavoro. Bravo!
 

Andreini - Tortino al pistacchio

Andreini – Tortino al pistacchio

 

Primi piatti. Suggestiva ed impagabile l’estetica del rituale di allestimento del primo piatto scelto da Jesus. Trattasi di tagliolini in crosta di pecorino, bottarga di muggine e salvia. Una forma scavata di pecorino viene al suo interno innaffiata con del brandy e accesa a mo’ di flambée. Una volta ottenuto un deposito di crema sul fondo, si inseriscono i tagliolini, poi conditi con la salvia, pepe nero e scaglie di bottarga: goduriosi!
L’ingegner Marrocu si deliziava invece con un abbondante risotto di fregula, con ventresca di tonno alla brace, asparagi e cipollotto, mentre il Raschione accondiscendeva volentieri alla fantasia del giorno dello chef, suggerita da Andreini in persona: gnocco arrosto con pomodorini e dentice. A detta del Raschione: «Uno dei migliori primi mai assaggiati».
 

Andreini - Dolcetti

Andreini – Dolcetti assortiti

 

Secondo piatto. Comune questo a tutti i commensali, da definire semplicemente sublime: delicata zuppetta di pesce con molluschi e crostacei, declinata in gamberetti, polpi, dentice e pesce scorfano.
Dolci, pre-dolci e post-dolci. La cena si avviava quindi verso la sua naturale conclusione. Il pre-dolce servito in tavola era una crema di mascarpone e pistacchio con fragole e sorbetto di gelsomino, mentre il dolce vero e proprio, un tortino caldo al pistacchio su zuppetta di fico d’india e sorbetto alle mandorle, decorato da un fiore di mandorlo, colto nel giardino degli Andreini. Senza parole! Ad accompagnare i dessert,  monica passita con doppia fermentazione per Jesus, nasco “Monteloce” di Sella&Mosca per il Marrocu, Nasco “Angialis” di Argiolas del 2006 per il Raschione Ettore.
 

Andreini - Tavola a fine pasto

Andreini – Tavola a fine pasto

 

Infine i dolcetti finali:  meringhe alla crema di nocciola e peperoncino, dolci di mandorle e crema di mascarpone e uguale condimento di peperoncino. Un caffè per Jesus
– opulentemente corredato da quattro differenti sfumature di zucchero diversamente raffinato -, due grappe barricate più un Whisky per il Marrocu in versione Winston Churchill (con tanto di sigaro toscano in bocca) concludevano una cena eccezionale. Costo complessivo, 83€ cadauno, da considerarsi adeguati per l’impagabile qualità della cucina e un servizio più che straordinario. Da Segnalare, infine, la non comune abitudine del ristorante, di congedare i propri ospiti con un piccolo presente, fatto di dolcetti di produzione propria, adatti alla colazione del giorno seguente.

Il Ristorante Andreini, già positivamente valutato dai nostri meno rinomati (!) colleghi della guida Michelin, rappresenta uno dei rari e preziosi punti di riferimento in Sardegna, per chi non si accontenta di una cucina convenzionale e scontata. Lo straordinario è invece qui istintuale e di casa; un sublime accogliente nido, per chi ama farsi vezzeggiare fino ed oltre i confini dei più nobili vizi umani.
Grazie a tutti voi, cari fan. Alle prossime cento ciccionate.
 


VALUTAZIONE “Andreini”: Cinque Burricchi.
Ristorante Andreini Indirizzo: Via Ardoino 45, Alghero
Telefono: 079982098    [mostra in google maps]
 


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