☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ott 23 2014

Ristorante Da Dedoni – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Dedoni - Interno

Dedoni – Interno

 

Si affaccia, indietreggia, tiene il passo; si nasconde all’angolo, osserva chi passa, intravede chi lo scorge da di qua del suo sguardo. Cammina presso ai muri per non dare nell’occhio, si ferma e borbotta qualcosa; gioca con il cellulare, risponde, simula una chiamata, si guarda intorno e riprende il cammino. Scruta in fondo ai vicoli, analizza i dettagli, con distacco si lascia trasportare dai profumi della Via, veloce ricompila per sé la ricetta più prossima alla sua memoria.  Rianalizza gli ingredienti, ricompone il tutto, trasfigura, miscela e, pletorico, con platonica soddisfazione personale, sentenzia infine il suo verdetto: «qui ci vorrebbe un “Costamolino”»! E’ il professionista delle ciccionate, il guru del mangiar bene, il sofisticato gourmet al di sopra del gusto comune, il solare Dio Apollo, fiammeggiante nel firmamento della Scuola di Pirri. Insomma, il Burriccu DOC.
 

Dedoni - Antipasti

Dedoni – Antipasti

 

Otto Settembre. Agosto alle nostre spalle, l’Estate ancora ci rincorre, l’afa ci abbraccia prepotente, come una donna che non può fare a meno di te. Sembrerebbe che noi, invero, possiamo fare a meno delle donne – almeno per quest’oggi -, e la serata all-screwdrivers, tanto per cambiare, è presto organizzata. Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu si danno appuntamento in quel di Via Angioy, in Cagliari. Luogo del contendere, il Ristorante “Da Dedoni”, di recente cittadina apertura. Dall’eccellente punto di parcheggio, con maestria conquistato dal Raschione Ettore, fino alla posizione in cui avrebbero poi incontrato il puntuale Ingegner Marrocu (che non con eguale rettitudine aveva intanto alloggiato il suo motociclo, giusto in fronte al locale), possono i Donkeys apprezzare pregi e difetti della Cagliari sedicente colta e culturale. Da uno scorcio urbano pittoresco e seducente, fino al pestilenziale fragu de aliga che come un fulmine a ciel sereno ti trafigge, quando ti avvicini ai cassonetti straripanti di umana beltà. Ahimè!
Alle ore 21, il Triumvirato della ristorazione sarda, in formazione tipo, poteva finalmente varcare la soglia del locale.
 

Dedoni - Fantasia di pesce spada e bottarga

Dedoni – Fantasia di pesce spada e bottarga

 

Il ristorante è strutturalmente organizzato su una topologia a forma di martello. Dal disimpegno d’ingresso, caratterizzato da una prima concentrazione laterale di coperti a ridosso della vetrina che dà sulla strada e da un bancone d’angolo, ci si immette in una sorta di largo corridoio, con due lunghe file di tavoli periodicamente disposti a ridosso delle pareti. La distribuzione dei tavoli, segue idealmente il percorso tracciato da una sorta di controsoffitto lineare color nocciola, che cela dentro di sé l’impianto di condizionamento centrale, e concentra ai suoi lati numerosi punti luce.
L’impatto estetico complessivo, in equilibrio tra uno stile moderno e minimalista, è a nostro parere piuttosto disarmonico, anche in virtù di una inelegante pavimentazione chiara, composita di piccole pianelle quadrate, che seguono pedissequamente la traccia longitudinale della sala. Con una pavimentazione più moderna color cotto, o false arcate spezzanti la monotona continuità della sala, tutta l’atmosfera di certo ne avrebbe da giovare.
 

Dedini - Fregola ai frutti di mare

Dedini – Fregola ai frutti di mare

 

Pochi gli astanti presenti – uno dei quali a fine serata si congederà dalle sue ospiti swinging from the chandeliers -, il servizio era tenuto dal titolare e da un altro cameriere. Sbrigativamente veniamo introdotti agli antipasti, che saranno in tavola esattamente tre minuti dopo il loro ordine! Contestualmente richiediamo un primo comune e scegliamo il vino: dapprima un Vermentino di Gallura DOCG Superiore “Cucaione” di Piero Mancini, seguito poi da un DOC “Olianas”, di identico uvaggio, direttamente estrapolato dall’Ing.Marrocu dopo una delle sue celebri escursioni in pellegrinaggio verso la vetrina dei vini.
 

Dedoni - Astice alla catalana

Dedoni – Astice alla catalana

 

Gli antipasti si componevano di una serie di cinque portate, di cucina piuttosto semplice i quali, per quattro quinti, non ci hanno particolarmente stupito in ordine alla fantasia e alla ricercatezza realizzativa: tonno con olio e cipolle; tranci di salmone in umido con pomodori e olive; polpetti alla diavola; insalata di polpo con patate e prezzemolo; fantasia di carpaccio di pesce spada con cuore centrale di bottarga a scaglie su letto di radicchio. Il primo piatto comune, era invece una fregola ai frutti di mare, con base di pasta industriale e condimento di cozze, gamberi e seppie, almeno da quello che siamo riusciti a carpire visivamente, olfattivamente e a livello gustativo…
 

Dedoni - Cruditè di frutta

Dedoni – Cruditè di frutta

Dedoni - Profiterol

Dedoni – Profiterol

 

Non ancora pienamente soddisfatti, sceglievamo di proseguire la cena con un secondo piatto. Nella fattispecie, due astici di piccola pezzatura cucinati alla pseudo-catalana con olio, cipolle bianche, pomodorini e decoro di foglie di sedano. Gusto complessivo, comunque non entusiasmante. Prima dell’arrivo degli astici c’è stato un rinfrescante intermezzo di verdure in pinzimonio (finocchio, ravanelli e pomodorini).
 

Dedoni - Dolcetti sardi

Dedoni – Dolcetti sardi

 

Infine i dolci: profiterol al gelato di cioccolato per il Raschione, cruditè di frutta esotica, con ananas e Kiwi per l’Ing.Marrocu, dieta per Jesus. I primi dolci sono stati seguiti poi da un assortimento di dolcetti sardi classici, offerti dalla casa, accompagnati da un moscato di produzione locale, con gradazione più simile a quella del fil’e ferru piuttosto che del moscato!
Il pasto si concludeva qui. Costo complessivo della cena, 48 euro cadauno, da giudicarsi un 20% superiori rispetto al giusto dovuto, in funzione di qualità del servizio e della cucina di sufficiente valore ma, complessivamente, non particolarmente brillanti, almeno nella serata descritta.

 

Il nome è in qualche modo altisonante per la ristorazione cagliaritana. La cucina è semplice e l’ambientazione senza troppe pretese. Ideale per cene non troppo impegnative, o per uscire con due ragazze contemporaneamente, per poi però ubriacarvi, venire deriso dalle due, e non riuscire a concludere nulla. Due burricchi, meno meno meno.

 


VALUTAZIONE “Da Dedoni”: Due Burricchi.
Ristorante Da Dedoni Indirizzo: Via Angioy 82, Cagliari
Telefono: 331.9652166    [mostra in google maps]
 

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mag 28 2014

Trattoria La Pirata – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

La Pirata - Interno

La Pirata – Interno

 

La Pirata. Filibustiera arcigna e gentile, sguardo di fuoco, portamento regale. Corsara dei mari del Sud, pelle di seta e di sale, la tua sciabola hai sguainato per mille arrembaggi, la forza del nemico hai affrontato e offeso, il tuo sguardo fiero e tenace ha sedotto i soldati del Regno, infatuato signori e plebei, illuso la carne di Capitani e nostromi. Sotto coperta il silenzio è quello del Mare: i cigolii del legno, le funi tese,  il vento alle vele, le onde sullo scafo e i gabbiani affamati.
Attendi serena la nuova battaglia, sicura che il tuo sudore bagnerà il ponte nemico, che il tuo sangue colorerà la notte, e che infine indietro tornerai, sulla terraferma, dall’uomo che ti manca, il famoso brigante del mare, l’Ingegnere Nero!
 

La Pirata - Antipasti II

La Pirata – Antipasti II

La Pirata - Antipasti II

La Pirata – Antipasti I

 

Maledetta macchina delle ciccionate, che ti prendesti gioco di noi. Un tempo pervicace, quel dì fosti accidiosa e faceta, per spingerci verso l’oblio. Non ti bastò in un Venerdì qualunque, nella Cagliari primaverile, farci salpare sparigliati e ostili al decoro; ci obbligasti finanche ad abbandonare il vascello, su una fragile ed incerta scialuppa, per vagare nel mare delle nostre passioni, alla ricerca di un veliero o di un porto da conquistare.
 

La Pirata - Zuppa di cozze

La Pirata – Zuppa di cozze

 

Il mare che navigammo quel dì fu il quartiere “La Marina”, percorso da Nord verso Sud, alla ricerca di un approdo sicuro, persi nella disperazione di un ammutinamento dell’ultimo minuto. Non so come, non so per quale magia del destino, dopo aver galleggiato e schivato marosi di turisti parsimoniosi e irrequieti, giungemmo infine su questa banchina, nella locanda che porta il tuo nome.
La Trattoria “La Pirata” ci accolse, senza batter ciglio, senza rendez-vous, senza prenotazione.
Il tavolo velocemente fu imbandito, l’Ingegnere nero si sedette al mio fianco, il filibustiere Ettore alla mia destra. La ciccionata, finalmente, stava per iniziare…
 

La Pirata - Linguine all'aragosta

La Pirata – Linguine all’aragosta

 

“La Pirata” è felicemente collocato all’angolo tra la Via Cavour e il Viale Regina Margherita. Superato un breve vestibolo di ingresso, lato Viale, si incontra subito un piccolo bancone da Bar, che circoscrive l’angolo Est della sala principale. Quest’ultima, è caratterizzata da una struttura essenziale, dalle linee squadrate e pulite – così come la mobilia minimalista dell’arredo – addolcite da colonnati trasversali con decori in pietra chiara. Di là del colonnato Nord si possono scrutare le cucine. Le pareti, piuttosto spoglie (qualche affresco farebbe sicuramente un suo effetto) sono tinteggiate di bianco, mentre una pioggia di luce arriva direttamente dal soffitto, grazie ai numerosi fari incassati.
Discorso a parte per l’acustica. La condizione ambientale, al riempirsi della sala, è stata via via più chiassosa e caotica, ma questo dipende per lo più dalla condizione di istintuale molesta sguaiataggine, a tavola, da parte dell’avventore cagliaritano medio. Prendete esempio dalla sobria compostezza dell’Ing.Marrocu, perdio!
 

La Pirata - Fregola

La Pirata – Fregola

 

Il Personale è piuttosto numeroso, rapido e incisivo. Il servizio ha correttamente la dimensione e il piglio di una Trattoria, intendendo lasciar fuori dall’uscio i formalismi e rituali più radical-chic, tanto da non nascondere l’esercizio goliardico da parte dei camerieri nei confronti di taluni amici avventori.
Ordiniamo velocemente antipasti e primi, mentre dalla non fornitissima cantina Marrocu estrapola un buon IGT “Colli del Limbara”, Vermentino superiore “Ruinas”, di Depperu.
Tra un racconto di avventure sulla steppa Russa da parte del Raschione e le critiche dell’Ingegner Marrocu sui sistemi automatici per la distribuzione del contante (poi pagherà lui con la carta, assicurandosi così un bonus di 2 euro), nostrani, velocemente i nostri antipasti erano già serviti in tavola.
 

La Pirata - Gamberoni arrosto

La Pirata – Gamberoni arrosto

 

Il richiesto “assaggio di antipasti”, oltre che l’integrazione di un discreto guazzetto di cozze, erano la successione di nove portate di mare nel complesso abbastanza anonime, senza particolare enfasi nella presentazione o spunti di creatività da parte dello chef. Un’idea di “cucina tipica sarda” che a parer nostro dovrebbe essere rivista: insalata di mare con cozze, polpi e gamberi; piccolo pescato del giorno; polpo bollito con olio e prezzemolo; insalata di gamberi, rucola e pomodorini; tonno con pomodori e cipolle, polpetti alla diavola, orziadas fritte (anemoni di mare); burrida di gattuccio di mare. Per nostra fortuna il livello dei piatti saliva di un gradino con i primi: fregola “gialla” con arselle per il Raschione, linguine all’aragosta («che facciamo pagare come l’astice») per Jesus e l’Ingegner Marrocu.
Nonostante il mal di stomaco denunciato da Jesus e le numerose portate già ingurgitate, l’Ingegner Marrocu pretendeva un assaggio (sei unità) di Gamberoni arrosto, presentati con condimento di prezzemolo, radicchio e limone.
 

La Pirata - Raviolini ricotta

Raviolini ricotta

La Pirata - Torta pere cioccolato

Torta pere cioccolato

 

Contraddittorio l’approccio ai dessert. Marrocu apprezzava i suoi raviolini di ricotta e miele, mentre la torta con pere e cioccolato di Jesus e Raschione aveva il sapore delle merendine preconfezionate, in offerta maxi formato.
La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum Matusalem 23 anni per il Raschione, e una grappa “18 lune” per il Marrocu, andato a prenderne visione direttamente al bancone del Bar.
Costo complessivo dell’esperienza 49 euro cadauno, da giudicarsi un buon 20% superiore al giusto, in funzione di un servizio spartano e una cucina mai sopra le righe.

 

“La Pirata” è un locale che propone la cucina popolare cagliaritana, senza particolari spunti di eccellenza o menzioni da segnalare. Il tutto condito da servizio e ambientazione a cavallo tra un ristorante e una informale trattoria. Adatta a serate non troppo impegnative con gli amici. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “La Pirata”: Due Burricchi.
Trattoria La Pirata Indirizzo: Viale R.Margherita 22, Cagliari
Telefono: 070658474    [mostra in google maps]
 

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dic 8 2012

Ristorante Don Pepicu – Sarroch

 Scritto da Melissa | 6 commenti | Commenta

Don Pepicu - Ingresso

Don Pepicu – Ingresso

 



Mi trovo nel mio buen retiro immerso nella ridente campagna, in un luogo ameno e tranquillo nel quale dare tregua al corpo spossato e dedicarsi alla scrittura. La Recensione mi chiama. In verità non faccio altro che fagocitare cibo come un oca da fois gras. Ma rifletto comunque, a pancia piena, sulla ciccionata da me vinta a mani basse con il supporto dei miei aficionados, che ringrazio. Penso ai Burricchi, a quanto sarebbero stati felici di brucare dell’erba così gustosa e fresca in pascoli così incontaminati.
 

Don Pepicu - Interno

Don Pepicu – Interno

 


Ben altri pascoli invece ci sono toccati in sorte venerdì scorso per la ciccionata da me vinta. Ma se vogliamo più che sorte è stata volontà, e in un certo qual modo imposizione del Raschione, dopo lungo braccio di ferro con Jesus, come potrebbe documentare la mia posta di facebook. Jesus infatti si lamentava del fatto che il posto prescelto fosse lontano, sosteneva tra l’altro che la scelta del Raschione non fosse stata casuale dal momento che la vettura che ci avrebbe condotto sarebbe stata appunto la sua 150 CV (o burricchi). Insomma io comunque emozionata per l’entità del premio vinto e per l’opportunità di conoscere tre personalità così importanti mi preparavo per la serata.
 

Don Pepicu - Antipasti

Don Pepicu – Burrida, dentice, pesce spada, seppiette

 

Appuntamento alle 20:30 in centro città. I Burricchi sono stati così gentili infatti da passare a prendermi e così accorti da avere invitato una gentil donzella, burricca anch’essa, che scoprirò poi essere la donna del presidente… della quale non mi è concesso rivelare le generalità, pena la radiazione dalla carica di burricca per un giorno. Puntualissima mi reco all’appuntamento e con il benestare di Carlo Felice che ci osserva dall’alto faccio la conoscenza del Raschione e subito dopo di Jesus e della sua dama. La 150 CV si mette in moto e schizza fuori dalla città senza seguire l’indicazione del povero Carlo Felice,ma prendendo la via del mare. E’ a quel punto mi viene svelata la meta della nostra ciccionata, non prima che la Dama del Presidente abbia verificato che sia libera da miscrospie. Sarroch è la nostra meta, patria della petrolchimica… ma che ci troveremo mai?
 

Don Pepicu - Antipasti2

Don Pepicu – Moscardini, anguilla, murici, orziadas

 

Notizia fresca li ci raggiungerà L’Ing. Marrocu, sottrattosi all’ultimo momento dai doveri lavorativi per festeggiare la vincitrice del concorso. Arrivati davanti al ristorante i due Burricchi eseguono le foto di rito cercando di ostacolarsi reciprocamente. Finito il teatrino decidiamo di entrare benché l’Ing. Marrocu non sia ancora giunto, infatti l’aria fredda e i fumi della vicina raffineria non rappresentano certo uno stimolo a star fuori. L’Oste proprietario del locale ci accoglie con gentilezza dandoci la possibilità di scegliere il tavolo che maggiormente ci aggrada. Piccola parentesi mi chiedo se si tratti di Don Pepicu in persona, e sopratutto questo titolo nobiliare sarà riconducibile a cosa? Noi troviamo solo una vaga somiglianza con il più celebre Grillini… mah!
 

Don Pepicu - Zuppetta cozze arselle

Don Pepicu – Zuppetta cozze arselle

 

L’ambiente è gradevole, tinte arancio sulle pareti, archi in mattoncini rossi, luci abbastanza soffuse,mobilio classico in legno scuro ma con dei pezzi su misura che sfruttano bene l’ambiente. La pizzeria si trova all’ingresso e più avanti nella sala si trova la cucina a vista incorniciata da un grande arco. Giusto il tempo di dare uno sguardo al menù che arriva l’Ing. Marrocu a completare il Triumvirato. Scusatosi del suo leggero ritardo prima con le signore procedere nel accomodarsi a tavola. Ora che la tavolata è al completo passiamo alla scelta del vino, che ricade sul meraviglioso Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini. Un vermentino davvero eccellente che ci viene servito in calici da degustazione adattissimi, ma gran peccato non ci viene data l’opportunità di procedere all’assaggio da parte del Burriccu Marrocu. L’appetito intanto cresce quindi decidiamo di partire con il classico assaggio di antipasti di mare per poi passare ai primi piatti. Sennonché mentre ci accingiamo ad ordinare l’oste esordisce con una frase che semina il terrore tra i commensali: Se qualcosa non dovesse piacervi, ditecelo che lo sostituiamo. Di li a poco avremo capito il motivo di tale improperio che quasi suona come “augurio”.
 

Don Pepicu - Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

Culurgiones Don Pepicu

Culurgiones Don Pepicu

 

Gli antipasti intanto arrivano abbondanti accompagnati da alcune ottime focacce,pizze bianche,appena sfornate. Antipasti classici di mare niente che possa considerarsi rivoluzionario, però alcuni di questi sono convincenti come le orziadas fritte, i bocconi, la zuppa di cozze e arselle, servita quest’ultima su un fondo di pane carasau, piatto gradito in particolar modo dalla Dama del Presidente. Altri abbastanza nella norma come i polpi alla diavola, che non erano affatto indiavolati anzi, o le seppie con i piselli, o ancora il carpaccio di spada, troppo ricco di limone e di semi di finocchio un po’ fastidiosi (perchè non utilizzare i grani pepe rosa? qui è la cuoca che è in me che parla). Alcuni antipasti invece erano troppo freddi per essere gustati adeguatamente, la burrida per esempio o le anguille “scaloppate”. Poi una “bestemmia culinaria per me, il pasticcio di dentice in salsa di maionese e yogurt. Per inciso… ma come diavolo può venire in mente di oltraggiare in tale maniera un pesce così prestigioso. Devo annotare per correttezza che il Burriccu Ing. Marrocu ha apprezzato questo piatto non prendendo le difese dello sfortunatissimo e nobile dentice. Dopo aver comunque ingurgitato una certa quantità di antipasti accompagno l’Ing. per una breve pausa nella quale ci siamo raccontati un po’ di vicende lavorative: Ah la crisi,certo che mi piacerebbe partire e cambiare aria e Beh si anche a me non voglio sputare sul mio lavoro ma….
 

Don Pepicu - Orata arrosto

Orata arrosto

Don Pepicu - Seppie arrosto

Seppie arrosto

 

Al nostro rientro con grande gioia troviamo una nuova bottiglia ad attenderci. Il Merì delle cantine Argiolas di Serdiana, un vermentino doc stavolta, più secco rispetto al primo ma altrettanto gradevole. Inoltre un gesto non scontato quello dell’Oste che ci cambia il calice. L’insoddisfazione comunque già serpeggia tra i burricchi che vorrebbero comprendere se i primi risolleveranno le sorti della ciccionata: Spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu e Culurgiones ogliastrini alla Don Pepicu per me, il Raschione e la Dama del Presidente. Le pietanze abbondanti ci vengono portate a tavola in vassoi in modo da servirci noi stessi, così assaggiamo tutti entrambi i primi. Gli spaghetti all’astice hanno un ottimo aspetto ma dopo averli assaggiati ed essermi confrontata con il mio dirimpettaio L’Ing. giungiamo alla conclusione che il sugo di pomodoro è troppo dolce, Jesus concorda. Probabilmente lo chef ha abbondato con lo zucchero per stemperare l’acidità della salsa di pomodoro. Sulla stessa linea i culurgiones alla Don Pepicu conditi con una salsa ottenuta dal succo dell’arancia, un tantino dolciastri e a tratti nauseabondi, benché il culurgione in sé fosse buono.
 

Don Pepicu - Sorbetto al limone

Don Pepicu – Sorbetto al limone

 

Giunti a questo punto quasi non ci rimaneva che arrenderci ma Jesus propone di dividere una grigliatina di orate e seppie. L’Oste infatti caldeggia la grigliata, forse preoccupato dell’insoddisfazione dovuta ai primi. Così ci vengono servite due orate di mare, a detta dell’Oste, e tre seppiette arrosto. Io mi cimento nella pulitura di un orata così come il Raschione. L’Ing. con occhio attento nota la mia dimestichezza e si offre di dividere il piatto con me,mentre il povero Jesus è costretto a mangiare l’orata stuprata dal Raschione. Una grigliata senza infamia e senza lode, le seppie erano a dirla tutta un po’ durette e l’orata non particolarmente saporita. Decidiamo così di concludere senza dessert, a dirla tutta l’elenco era poco stimolante, quindi sorbetti per tutti. E a seguire due caffè per Marrocu e Jesus, tre liquirizie di Muravera per me, il Raschione e l’Ing. Marrocu e per Jesus una grappa 903.
Devo dire che complessivamente non attribuirei più di due burricchi stiracchiati, da un lato per la qualità del cibo, reso meno buono proprio dal modo in cui è stato cucinato. Poi un altro errore grossolano è stato quello di non distinguere tra antipasti caldi e freddi, servirli in tempi diversi dopo magari aver cambiato il piatto. L’Oste è stato a mio avviso molto gentile anche nel gestire le nostre critiche, più che nostre di Jesus che si è fatto portavoce, ha interpretato i nostri umori.
Non mi rimane che ringraziare i tre Burricchi e la Dama per la piacevole compagnia, sono stata davvero bene… Lunga vita ai Burricchetti!

 
N.D.R. Aggiungiamo il dettaglio del conto economico, non specificato dalla pur abile recensitrice: 39€ per coperto che, non essendo l’autore di questo articolo, lascio voi giudicare. Il corrispettivo è stato poi rimpinguato da una adeguata mancia – finanziata interamente da Ettore e Jesus -, parzialmente riassorbita dalla manchevolezza contributiva del più parsimonioso degli astanti.

 


VALUTAZIONE “Don Pepicu”: Due Burricchi.
Ristorante Don Pepicu Indirizzo: Via al Mare 52/A, Sarroch
Telefono: 070900499    [mostra in google maps]
 

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dic 18 2010

Trattoria La Damigiana – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La Damigiana - Interno

La Damigiana – Interno

 

La damigiana. Simbolo di ebbrezza, di copiosità, di opulenza, di profluvio.
Dall’alto del trono a lei riservato – una pittoresca credenza in stile povero antico – domina e regna sugli avventori della Trattoria che porta il suo nome.
Nella caratteristica sala del locale, che nel regolare alternarsi di numerosi piccoli tavoli, si allunga tra la finestrella che dà sulla cucina e il piccolo deposito dei liquori vicino l’ingresso, i Biumviri ufficiali Ettore e Jesus accolgono un terzo, occasionale, ma sempre gradito ospite: il Dottor Melis. Invero, ben altra compagine di commensali, in questo freddo sabato pre-natalizio, era attesa alla corte di Jesus e il Raschione ma, ahimè, le circostanze della vita spesso intervengono per rivoltare il corso degli eventi, imprimendo la loro inattesa, imprevedibile impronta.

La Damigiana - Insalata di mare

La Damigiana – Insalata di mare


E ancora, ben diverso sarebbe dovuto essere l’accomodamento dei Tre, che in principio prevedevano di destinarsi a un diverso e più altisonante locale; trattasi di un altro appetibile ristorante cagliaritano, dalla denominazione spiccatamente antropomorfica, il cui personale non è stato purtroppo istruito nel rispondere con solerzia alle telefonate dei proponenti avventori, che avrebbero l’intenzione di prenotare. Clienti persi.
Ma modi ancora peggiori si ingegnano di trovare taluni ristoratori della nostra città, per mettere i propri clienti nella condizione di verificare quanto miope (e a dir poco irrispettoso) possa essere il loro atteggiamento nei confronti di chi potenzialmente rappresenta la loro fortuna. A questo proposito riteniamo poco intelligente e professionale confermare una prenotazione per le ore 13.00 e, ciononostante, interdire alle 13.05 – con un certo difetto di gentilezza – l’accesso alla sala pranzo: «aspettate dieci minuti (al freddo ndr.), non siamo ancora pronti». Risultato: «Ciao, ciao!». Ancora, clienti persi. Che schifo!

La Damigiana - Cozze gratinate

La Damigiana – Cozze gratinate


Dato l’evolversi antipositivo degli eventi, il sempre democratico Jesus, ordinava al plotone dei burricchi il repentino cambio di rotta, lasciando al Dott. Melis l’onore e l’onere di scegliere la nuova destinazione.
Ed eccoli quindi, forse trascinati dagli istinti di parsimonia del succitato dottore, accomodarsi nell’accogliente quanto spartana trattoria “La Damigiana”,  il cui ambiente appare sobriamente gradevole nella sua semplicità. Meno sobrio sembra, invero, il rumoroso TV CRT situato nei pressi dell’ingresso.
Ci serve l’unico gentile cameriere presente in sala, dai tratti somatici che vagamente possono ricordare il calciatore macedone Goran Pandev.
Velocemente ordiniamo un assaggio di antipasti di mare, e Spaghetti ai ricci come primo piatto. Dalla (non troppo fornita) cantina scegliamo un buon vermentino “La Cala” di Sella&Mosca, Alghero.

La Damigiana - Zuppa di cozze

La Damigiana – Zuppa di cozze


L’esordio non è certamente positivo: l’insalata di mare che ci propongono, composta prevalentemente da polpetti marinati, cozze sgusciate e surimi, ha l’aspetto degli antipasti assortiti del supermercato. Il sapore sarebbe stato anche apprezzabile, se non ci fosse stata servita gelida.
Stesso discorso per le cozze gratinate, che comunque possiamo ascrivere alla categoria degli alimenti gradevolmente commestibili. Meno buoni i gamberi alla catalana, per i quali dobbiamo giudicare poco dosati i sapori di cipolle (eccessivo) e pomodorini.
Piuttosto anonima, è risultata la non abbondante porzione di carpaccio di salmone, anch’essa probabilmente assortita in confezione industriale. Buona (e calda), per nostra fortuna, la zuppa di cozze che è seguita; unica nota realmente positiva degli antipasti.


La Damigiana – Gamberi alla catalana

La Damigiana - Pane Carasau alla fondina

La Damigiana – Pane Carasau alla fondina

La Damigiana - Carpaccio di salmone

La Damigiana – Carpaccio di salmone


La Damigiana – Spaghetti ai ricci


Totalmente fuori dal contesto e fuori da ogni possibile armonia di gusto, l’ultimo piatto proposto, nella pur numerosa serie di pietanze: pane carasau inzuppato da una colata di formaggio fuso, probabilmente semplice fondina; a parte il discutibile valore gastronomico in termini assoluti, non possiamo fare a meno di sottolineare come la scelta ci risulti per lo meno inappropriata, al termine di un crescendo di sapori di mare.
La cosa che però ci ha lasciati veramente perplessi, è stata la qualità degli spaghetti ai ricci di mare. Apparivano in effetti scotti, insipidi, privi di qualsiasi accenno di sapore riconducibile ai ricci di mare. Tutti e tre i Burricchi, hanno conseguentemente evitato di terminare la propria porzione.

La Damigiana – Sebada


Prevedendo la qualità di un possibile secondo in linea con quanto finora mangiato, si passava direttamente al dolce. I tre commensali sceglievano tre dolci diversi, che coprivano interamente le possibilità di scelta offerte dal menu: sebada al miele (giudicata buona) per il Raschione, tartufo nero (assortito e mal servito) per Jesus, dolcetti sardi per il dottor Melis.
Il pasto terminava con un caffè che ci è apparso tristemente acquoso, e con ammazzacaffè altrettanto inconsistenti: 
amaro Averna per Jesus, liquore alla liquirizia per gli altri due burricchi.

Costo totale del pranzo: 30€ cadauno, di un buon 30% sovrastimato rispetto alla qualità delle pietanze proposte, alla loro presentazione, e al servizio complessivo.

Tra l’altro dobbiamo far notare quanto sia perlomeno fastidioso, in ottica turistica, non predisporre il pagamento tramite bancomat o carta di credito. Per quanto riguarda il giudizio complessivo, tra le numerose pietanze che ci sono sembrate inadeguate siamo riusciti a cogliere qualche eccezione positiva. E’ strano pensare che basterebbe un minimo di attenzione, per dare maggior lustro al proprio menu e al proprio locale. Evidentemente, tra i ristoratori nostrani, per questo aspetto c’è un ben poco diffuso interesse.



VALUTAZIONE “La Damigiana”: Un Burriccu.
Trattoria La Damigiana Indirizzo: Corso V. Emanuele II 115, Cagliari
Telefono: 070 658277    [mostra in google maps]
 

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lug 17 2010

Trattoria L’Infinito – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Infinito – Tranci di granchio

 

Di ritorno dalla sua breve vacanza estiva, durante la quale il vostro amato Jesus ha purtroppo dovuto mettere alla prova la sua naturale propensione alla spesa (i suoi compagni di viaggio erano purtroppo di tutt’altra sponda – vedere Burriccu Pg e notare la raffinata ambiguità della frase), per l’ennesima Susunkata del Triunviro ciccione, i due irriducibili burricchi, Jesus appunto e il Raschione Ettore, si ritrovano nuovamente da soli ad affrontare i loro istituzionali doveri pre-domenicali.
CENSVRA quindi, grave e solenne, nei confronti del burriccone Pg il quale, accampando le solite balbettanti scuse (“ma mi avevi detto che… io ho un sacco di spese… “) , si sottrae una volta di più al suo fato, cercando di nascondere quello che a tutti appare sempre più evidente: i suoi soldi non sono più suoi, il suo tempo non é più suo. Tristezza e compatimento!

Infinito - Gamberi e fave

Infinito – Gamberi e fave


Dopo questo doloroso preambolo, già accompagnato da gustose immagini catturate durante la liturgia ciccionica, possiamo tornare nel corretto seminato e descrivere, per quanto possibile accuratamente, l’esperienza alla trattoria “L’Infinito”, sita in Cagliari, via Santa gilla.
In effetti l’ubicazione non dà di per sé l’idea d’essere prettamente orientata al turismo, ma piuttosto un familiare ritrovo di abituari avventori indigeni, né di meno gli ambienti, dimensionalmente piuttosto angusti, evidenziano un modello economico ben lontano dalla speculativa ristorazione di massa.


Infinito - Zuppa di Cozze

Infinito – Zuppa di Cozze


I due Triumviri, vengono comunque sistemati piuttosto comodamente, su una confortevole tavola affiancata da una utile e pratica estensione accogli-pietanze. Alle pareti sobrie decorazioni, climatizzazione gradevole e un delizioso profumo di mare proveniente da una vetrina all’ingresso, che accoglie amabilmente l’affamato cliente.

Jesus ed Ettore, già prima di effettuare la comanda, mettono in conto di articolare un pranzo coi contro-fiocchi, il cui itinerario poteva prevedere antipasti primo secondo e dolce. Ahimè questa volta hanno dovuto invece abbassare la barra.


Infinito - Frittura

Infinito – Frittura


Sarà infatti stato il caldo, sarà stata la quantità devastante degli antipasti ma, vedremo, questa volta i due hanno dovuto cedere alle loro aspirazioni.
Veramente possiamo dire che, in termini di quantità, gli antipasti dell’”Infinito” non possono temere confronto con qualunque altro ristorante i Triumviri abbiano fino a qui visitato. Tutto di qualità nella norma, c’è da dire, a tratti buono o ottimo, ma in proporzioni veramente industriali, tanto da riportare un profeta dell’eccesso come Jesus, a più moderate rivelazioni: “Ma forse un eccesso così evidente può essere dannoso nell’ottica di un pranzo che vorrebbe consumarsi serenamente e senza fatica.”.


Infinito - Antipasti

Infinito – Antipasti



Ecco quindi arrivare, velocemente e a ritmo continuo: polpi marinati, burrida, originali gamberi con fave, pasticcio di tonno, frittura di pesce, granchio a tranci con aceto, polpetti alla diavola, zuppa di cozze e quant’altro non siamo riusciti a cogliere, una volta entrati in una sorta di turbinoso vortice alimentare. Una frenesia ipnotica, alimentata da una sottintesa sfida rivolta a cuoco, camerieri e infine noi stessi. Il tutto veramente sproporzionato, tanto da lasciare una traccia che i Triumviri ricorderanno piuttosto a lungo.



Infinito – Pasta arselle bottarga


Superata con grossa fatica la prova degli antipasti, che aveva già oltremodo riempito i due burricchi questi, nel rispetto del loro nome, non desistevano assolutamente, sperando di ricuperare le forze mandibolari e ritrovare un certo appetito, nell’attesa dei primi piatti che avevano già originariamente ordinato (evitando giudiziosamente di eccedere nella comanda anticipata del secondo).

Sarebbe stato, invero, meglio orientarsi su un più leggero secondo piatto, magari un buon pesce arrosto, e invece i due sono stati rapiti dall’epico e affascinante richiamo di parole pronunziate dal gentile cameriere:


Infinito - Fregola con le arselle

Infinito – Fregola con Arselle


“Pasta arselle e bottarga … Fregola con le arselle….”.  Ecco allora i due trovarsi di fronte a una nuova imponente prova, una montagna questa volta pur tuttavia insormontabile.
Il Raschione ha trovato la sua fregola piuttosto buona ma, viste le proporzione che voi stessi potete valutare, non è riuscito ad andare oltre il 50% del piatto.
Jesus, forse perché ormai totalmente privo di ogni appetito, ha trovato invece i suoi spaghetti eccessivamente invasi da pomodori freschi, che conferivano al sapore finale un troppo elevato grado di acidità.
Il buon vinello, che accompagnava il pasto dei due, non ha potuto essere di supporto e quindi, ammettiamo, il vostro amato non ha ingoiato che qualche forchettata, tanto da venire successivamente schernito da una pur gentile ed efficiente cameriera.
Il pasto non poteva infine che concludersi con un digestivo sorbetto, ed il caffè di rito.
Il conto, anche e soprattutto per la quantità delle pietanze, é risultato complessivamente leggero. 
La valutazione del ristorante a questo punto risulta inevitabilmente contraddittoria.  Da un lato non si possono tralasciare la non eccezionale qualità e gusto di quanto assaporato (tale indicazione potrebbe derivare nel nostro subconscio dal rancore per la sconfitta alimentare subita) e, dall’altro, vanno sicuramente rimarcate e menzionate generosità delle pietanze e costo economico piuttosto contenuto.


VALUTAZIONE “L’Infinito”: Un Burriccu con menzione speciale.
Trattoria L’Infinito Indirizzo: Via Santa Gilla 39, Cagliari
Telefono: 070283261    [mostra in google maps]
 

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