☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 17 2012

Ristorante L’Assommoir – Cagliari

 Scritto da Jesus | 7 commenti | Commenta

Assommoir - Interno

Assommoir – Interno

 

«Ça ne promet pas beaucoup de bonheur» dit Gervaise lorsque ensemble, avec Coupeau, ils annoncent leur mariage aux Lorilleux.

Qu’est-ce que le bonheur? Et pouvez-vous le voir dans la vérité, mais avec la misère et la faim?
E riuscireste voi a trovarla – la felicità -, con lo stomaco vuoto, nel delirio angosciante di una bottiglia di vino, o tra le sudicie mura di uno scannatoio sociale? Il decoro e la serenità appartengono a pochi, per tutti gli altri c’è una piccola stanza, chiusa nella propria penombra, una benda nera da stringersi agli occhi, e una botola di legno, spalancata verso l’oblio. Persi e costretti fra le pungenti righe del romanzo di Émile Zola, diamo ora inizio all’ennesimo atteso episodio, dell’ancora interminata saga del Donkey Challenge. Mettetevi comodi, buon ascolto.
 

Assommoir - Flan di caprino

Assommoir – Flan di caprino

 

Venerdì sera, ore 20.30 circa. Romba il motore della 150cv, che impudica ed inpunita, sfreccia molesta, per le trafficate arterie della città di Cagliari. Con poco salda mano al volante, un irrequieto e lamentoso Jesus, recrimina sul congestionante usufrutto dei distributori di carburante low cost, e sulle interminabili code che si prolungano, pericolosamente, fino alla carreggiata: «levatevi dai c…., susunki!»
Seguendo le indicazioni del Raschione, raggiunto il Viale Fra’Ignazio, i due Burricchi accomodano il bolide per poi dirigersi, pedibus calcantibus, alla non prossima destinazione: «Oh Raschione, ma là che potevamo parcheggiare molto più vicino, mi devi proprio far camminare: burriccu!?!». Allorquando, durante il tragitto, i malfidati Donkeys, già si interrogavano su quanto sarebbe stato consistente il ritardo dell’Ingegner Marrocu, eccoli incrociare, ex-abrupto, il passo spedito dell’ipo-tricotico Triumviro, anch’egli diretto verso la Via Porto Scalas, nei pressi del vicino corso Vittorio Emanuele II.
 

Assommoir - Antipasti

Assommoir – Antipasti

 

Il circolo privato “l’Assommoir”, si affaccia discretamente sulla suddetta Via, con un piccolo e disimpegnato vestibolo d’ingresso, che introduce ad un solido uscio di legno grezzo, privatamente tutelato da un piccolo dispositivo elettrico per la sollecitazione acustica volontaria, da parte di avventori all’esterno: sostanzialmente, il campanello! Suoniamo. Al suo interno, il locale si presenta con un’unica piccola sala, disegnata con le fattezze di una vecchia taverna, o di un suggestivo rudere campestre, dominato da un meraviglioso tetto in Zinnibiri (ginepro) e da solide pareti di pietra a vista, intervallate da una pur discutibile crosta di colore ocra. I rustici arredi in legno scuro, il bel parquet, le stampe in stile bohémienne e vari suppellettili della vita contadina – tra i quali, si eleva e domina una vecchia falce di ferro – disegnano un’atmosfera di certo intima e accattivante, supportata da una indovinata musica di sottofondo, almeno per il pur breve periodo in cui il ristorante non si è saturato degli schiamazzi di taluni sguaiati ed importuni clienti, nella tavolata affianco: «justizia si scallidi!»
 

Assommoir - Spiedini di gamberi e ananas

Assommoir – Spiedini di gamberi e ananas

 

Un angolo della sala, nei pressi dell’ingresso alle cucine, è dedicato alla zona “crêperie”. In effetti, questa piacevole peculiarità alimentare, è determinata ed indotta dalla proprietà e gestione del ristorante, legata al “Chez Victor”, storico locale del quartiere Stampace. Accomodati al nostro tavolo, veniamo subito introdotti alle costumanze ed incombenze del locale; apprendiamo così, dell’esigenza di apporre le nostre firme di presenza al circolo, attività che Jesus e il Raschione producono con salvaguardia dell’asinino anonimato. Invero, l’Ing.Marrocu, sospinto da un irrinunciabile spirito di ricerca della verità zoliana, rischia subitamente di far saltare la nostra copertura!
Molto gradita e professionale, l’anamnesi preventiva da parte del personale, circa nostre possibili allergie o intolleranze alimentari, che sarebbe opportuno fosse sistematica abitudine da parte di ciaschedun ristoratore.
 

Assommoir - Zuppa di porri e farro

Assommoir – Zuppa di porri e farro

 

Per imponderabili ragioni, che non abbiamo avuto pazienza e occasione di approfondire, la cucina dell’”Assommoir” è uno stupefacente esempio di rivisitazione della cucina popolare francese – bretone in particolare – sulla base dei prodotti tipici della nostra terra. Le crêpe, le zuppe, e le galette salate sono alla base del menù del ristorante mentre, per fiducia e apprezzamento nei confronti degli inarrivabili vini nostrani, la cantina è provvista maggiormente di etichette sarde, in luogo di importati nettari d’oltralpe. Rifiutiamo gentilmente, il proposto menù degustazione a 19€, e ci facciamo volentieri introdurre nell’excursus indicato dal giovane maître, supportati dapprima da un eccellente Nuragus DOC “Pedraia” della Cantina Santadi («ma ve l’ho detto che dobbiamo rischiare ogni tanto, abbiamo fatto il primo anno di solo “Costamolino”!» cit. Marrocu), e accompagnati poi da un prestigioso Carignano del Sulcis DOC Riserva “Rocca Rubia”, della medesima provenienza: ottimo.
 

Assommoir - Galette radicchio e formaggio

Galette al radicchio

Assommoir - Galette ai funghi porcini

Galette funghi porcini

 

Ora, in onore alla sintesi e alla sobria chiarezza, non mi dilungherò nel ricercare i doverosi superlativi, che le straordinarie portate assaporate pur meriterebbero, e che ci consentono di decretare la cucina dell’”Assommoir”, come una delle più apprezzabili, incontrate nella nostra lunga e scostumata carriera di pseudo-recensori.
Per dovere di cronaca, invero, dobbiamo pur registrare e segnalare alcuni banali quanto clamorosi difetti, in ordine al servizio in sala; servizio, che si è purtroppo dimostrato non all’altezza di una preparazione e presentazione, a dir poco commovente, dei piatti. In particolare, non ci riferiamo ad alcuni anche comprensibili rallentamenti, cagionati dall’affollamento del Venerdì sera, ma a fastidiosi e ingiustificabili dettagli, quali l’aver evitato di cambiare posate e stoviglie durante tutto l’incedere della cena, l’aver tentato di servire il vino rosso nello stesso calice utilizzato per quello bianco e, “dulcis” in fundo, una volta richiesta la sostituzione dei bicchieri, l’aver provveduto a risciacquarli approssimativamente in cucina, restituendoli alla tavola ancora sgocciolanti e in difetto di certezza del proprietario! Tale incredibile superficialità, manifestata da personale con esperienza – che in diverse circostanze avrebbe ingenerato l’umiliante mutilazione dell’orecchio in sede di giudizio -, sollecita e rende ormai improrogabile, lo sviluppo del progetto “La guida del somaro“: un decalogo di semplici “banalità” a costo zero, che apra gli occhi dei ristoratori su alcuni sistematici dettagli e piccoli comportamenti da mettere in pratica in cucina e nella sala da pranzo, per imboccare la non tortuosa strada della qualità.
 

Assommoir - Crêpe castagne cioccolato

Assommoir – Crêpe castagne cioccolato

 

Detto questo, ecco, nel dettaglio, la deliziosa cronaca delle pietanze assaporate.
Entrée. Flan di caprino su crema al radicchio e spaghetti fritti; involtini di melanzane, cipolle e pomodori secchi su letto di pane carasau; cestinetti in pasta brisè con pecorino, cipolle, pomodorini, melanzane e zucchine; hamburger di orata e gamberi (Jesus:« ma secondo me ha sapore di maiale!») in emulsione di formaggio, servito su foglie di lattuga e frittura di melanzane, e accompagnato da salsa allo yogurt; delizie di caprino con marmellata dolce di peperoncino, servite su letto di carasau; spiedini di gamberi e ananas con decoro di aceto balsamico, chicchi di melograno, e un piccolo cachi; zuppa di porri e farro, impreziosita da ramoscelli di mirto e accompagnata da bruschette di pane “civraxu” e da piccoli spirali di pane fritto. Una delle più buone sequenze di antipasti mai assaporate, chapeau!
Plate principal. Entra qui in gioco la crêperie, con due diverse espressioni di un piatto tipico della Bretagna: la galette, che Jesus, invero, ricordava (La galette des rois) in pastella più rigida, ma che in effetti, nella rivisitazione dell’”Assommoir” è risultata assolutamente notevole: galette con cipolle e funghi porcini, seguita dal medesimo tortino, declinato con un ripieno di formaggio e radicchio: ari-chapeau!
Dessert. Crêpe alla crema di castagne e cioccolato fondente: sublime! La serata si è quindi conclusa con una grappa barricata ed un caffè per Jesus, e con una sola barricata per il Raschione. Il Marrocu, non conquistato da null’altra proposta, saltava quest’ultima delizia. Costo complessivo della cena, meno di 27€ cadauno, probabilmente calmierato dal particolare regime fiscale a cui sono sottoposti i circoli privati, e da giudicare assolutamente ridicoli rispetto alla soddisfazione alimentare ricevuta.

Con un’ambientazione suggestiva e intrigante, ed una cucina assolutamente di primissimo livello, quello che manca a l’”Assommoir”, per entrare nell’olimpo della ristorazione sarda – e quindi della nostra classifica – è la cura dei dettagli in ordine al servizio; dettagli che, con un minimo di impegno, potranno senz’altro essere sanati ma che, hic et nunc, fanno la differenza. Tre burricchi. Il quarto burriccu, e l’altrimenti meritatissima menzione speciale, vengono vanificati dall’episodio del vino, che con una qualità delle pietanze di minore livello, avrebbe comportato la mozzatura dell’orecchio. Peccato!

 
CONCORSO: ricordiamo a tutti i nostri lettori, che ancora per tutto Novembre 2012, è possibile partecipare al concorso VINCI UNA GIORNATA DA BURRICCU, che consente a tutti gli utenti Facebook di vincere una cena e presenziare ad una ciccionata ufficiale dei Burricchi! Per maggiori informazioni [leggere qui]
 


VALUTAZIONE “L’Assommoir: Tre Burricchi.
Ristorante L’Assommoir Indirizzo: Via Porto Scalas 25, Cagliari
Telefono: 3928935726    [mostra in google maps]
 

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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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ago 10 2012

Ristorante Eugenio – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Eugenio - Esterno

Eugenio – Esterno

 

Varcare i confini e la soglia del tempo, poco prima che le vacanze e le ferie arrivino, con tutto il loro ricco carico di ricordi, di mnesiche sensazioni, di voci e schiamazzi che si rincorrono e rivivono, alimentate dal calore della fine e bianca sabbia del Poetto (di un tempo), è come danzare su un pavimento crollato da anni, che ancora riesce a sostenere chi, con il pensiero, senta il desiderio di garbatamente calpestarlo.
Non è ora nostra intenzione melanconicamente approfondire, per nostra e vostra molestia, tutte le sensazioni e reminiscenze che un ristorante come “Eugenio” riesce a stimolare – ad onor di ciò, ciaschedun lettore faccia personale riflessione -, ma di questo “stargate” verso il passato, che i Donkeys incontrano dopo un lungo ininterrotto vagare, vogliamo oggi raccontarvi.
 

Eugenio - Interno

Eugenio – Interno

 

Giovedì sera, ore 20.20. Dopo alcuni minuti di viaggio, poco dopo essersi immessi sulla S.S.554, attraverso il “rotondone” di Flumini di Quartu, Jesus e il Raschione Ettore raggiungono “Eugenio”, storico e celeberrimo ristorante dell’hinterland cagliaritano.
Ad onor del vero, l’incursione dei burricchi in questo locale, arriva con sensibile ed incolpevole ritardo, rispetto ai loro auspici; il buon Raschione nei mesi scorsi, aveva infatti, ripetutamente ed insistentemente, cercato di prenotare un tavolo, vedendoselo comunque sempre negare, così come probabilmente sarebbe accaduto decenni or sono, ma con ben differenti motivazioni. L’anticipo di mezz’ora, rispetto all’orario canonico delle nostre ciccionate serali, è stato determinato dalla richiesta dell’Ing.Marrocu che, nonostante quello che affermi approssimativamente via twitter, arrivava poi lui stesso con qualche minuto di ritardo!
 

Eugenio - Insalata di mare

Eugenio – Insalata di mare

 

Il Ristorante si trova edificato all’ombra di un imponente nespolo dal sapore verghiano, collocato giusto lungo la strada statale, nel comune di Quartu.
Dall’esterno, la struttura appare semplice e con ben pochi orpelli, mentre gli infissi in alluminio, tradiscono il vissuto di un non recente passato che, negli anni ’60, ’70 (per quanto possano conoscere e approfondire tre burricchi trentenni), coronava “Eugenio” come uno dei più conosciuti e rinomati ristoranti della zona. L’architettura del locale, esternamente e all’interno, non sembra essere stata rinnovata in modo sensibile da allora. Lasciamo a voi valutare, se questo aspetto possa essere considerato un pregio oppure un difetto.
 

Eugenio - Frittelle

Frittelle di gianchetti

Eugenio - Melanzane

Melanzane in pastella

 

All’interno, l’impatto con il locale produce una serie di sensazioni marcatamente contraddittorie. Parallela alla bella veranda coperta – ahimè ben poco frequentata dato il non splendido panorama -, c’è la sala principale, dalle tinte chiare, dal soffitto scuro e dai caratteristici lampadari con annesso ventilatore, tipici degli anni ’70.
Le parete che dà sull’esterno è elegantemente striata d’arancio, mentre quella opposta, sviluppata su archi a volta (alcuni dei quali poco amabilmente ostruiti), separa la sala dagli ambienti di servizio ed è arricchita da numerose foto e stampe in bianco e nero.
 

Eugenio - Zuppa di cozze

Eugenio – Zuppa di cozze

 

Verso fondo del ristorante – piuttosto confuso e carico di elementi di dubbia eleganza, quali un rumoroso televisore sintonizzato su “Veline” e i frigoriferi delle bevande – compare un ampio pertugio, dal quale ogni tanto balugina il giovane cuoco, per consegnare le comande. In virtù degli inesorabili effetti del tempo, di suppellettili desueti e di qualche percettibile segno dell’umidità, l’ambiente nel suo complesso non si distingue certo per raffinatezza e compostezza estetica, ma riesce ad ogni modo a regalare delle vere nicchie di splendido arredo familiar-kitsh; inoltre, nel percorrere i suoi spazi essenziali e squadrati, si avverte e percepisce l’inebriante profumo della dolce vita cagliaritana.
 

Eugenio - Spaghetti al sugo di aragosta

Spaghetti al sugo di aragosta

 

In considerazione dell’ora non particolarmente tarda, i burricchi arrivavano quando il ristorante era ancora deserto, e venivano accolti da una gentile signora e da una ragazza più giovane, verosimilmente sua figlia.
Il servizio, seppure spiccatamente “alla mano”, risulterà invero rapido ed efficace, e impeccabili saranno i tempi della cucina, che dovranno forzatamente raccordarsi con quelli cagionati da un divertente imprevisto, che ha coinvolto il Raschione Ettore, e di cui narreremo tra breve.
La scelta del menù ricadeva, naturalmente, su un assaggio di antipasti di mare, che sarebbero stati accompagnati da un buon vermentino di Gallura D.O.C.G. “Funtanaliras”, il più appetibile della non generosissima carta dei vini.
 

Eugenio - Calamari arrosto

Eugenio – Calamari arrosto

 

Gli antipasti, e in generale le pietanze, proposti dalla cucina di Eugenio, sono quelle classiche della tradizione cagliaritana e, seppur non brillando per originalità e ricercatezza delle composizioni, esprimono, con la genuinità e la freschezza degli ingredienti, tutto il potenziale della nostra cucina, tanto da non lasciarci insoddisfatti. All’attenzione dei Donkeys sono quindi arrivate, nell’ordine: ottima insalata di mare con polpo, calamari, seppiette e surimi, frittelle di gianchetti, melanzane in pastella e, per concludere, una goduriosa zuppa di cozze. Il tutto veniva accompagnato da delle eccellenti bruschette all’olio e aglio, molto apprezzate dal Raschione. Potrebbe, tale sequenza di pietanze, apparire in qualche modo difettosa in termini di abbondanza, ma assicuriamo che, nell’ottica di un pasto che comprenda anche primo, secondo e dolce, risultava assolutamente adeguata.
 

Eugenio - Orata arrosto

Eugenio – Orata arrosto

Eugenio - Spigola arrosto

Eugenio – Spigola arrosto

 

Come prima accennato dobbiamo registrare, tra gli antipasti e il primo piatto, la temporanea dipartita del Raschione Ettore che, impossessatosi della 150cv di Jesus, ha impiegato il tempo record di 14’50”, per recarsi nella sua abitazione, provvedere all’accesso di madre sorella e cane  – che nel frattempo l’avevano chiamato per segnalargli di aver scordato le chiavi – e ritornare al ristorante, per sedersi comodamente al tavolo ed apprezzare, giusto in tempo, degli ottimi spaghetti al sugo di aragosta (non vogliamo chiederci perché siano stati chiamati in tale nome). In questo scompiglio, segnaliamo inoltre che Jesus ha colpevolmente scordato di provvedere alla cattura preventiva dell’immagine di succitato piatto, prima che i commensali lo sbranassero per almeno due terzi.
 

Eugenio - Torta della nonna

Eugenio – Torta della nonna

Eugenio - Gelato al limone

Eugenio – Gelato al limone

 

Per il secondo piatto, le scelte dei tre donkeys si differenziano, inconsapevolmente convergendo nella più classica grigliata mista: buonissima orata arrosto per Jesus, spigola arrosto per l’Ing. Marrocu e degli eccellenti calamari arrosto con prezzemolo per il Raschione.
Dessert conclusivo per Marrocu, che ordinava un gelato al limone, per il Raschione, che apprezzava la “Torta della nonna” e per Jesus, che invero restava a digiuno, a causa di un inusuale mal di testa e per la quantità d’acqua fino ad allora ingurgitata, che gli aveva inesorabilmente saturato lo stomaco. Un caffè più “amaro Ramazzotti” per Jesus e un “Jägermeister” per il Raschione, ponevano termine alle ostilità.
Costo complessivo della cena, 43€ cadauno, da giudicarsi sinteticamente adeguato.
Non volendo qui considerare i vecchi fasti del ristorante, “Eugenio” si presenta al pubblico come un buon locale dal fascino anni ’70, che può essere apprezzato per la sua semplicità e il voler restare radicato ad un suggestivo passato, tanto da far assaporare ai propri clienti, atmosfere dal gusto ormai dimenticato. Buona, a tratti ottima la cucina che, sobria e genuina, riesce anch’essa a suscitare positive sensazioni. Invero, una salutare rinfrescata alle pareti e il passaggio ad infissi in legno (senza voler compromettere lo stile di base), renderebbe la location certamente più affascinante. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Eugenio”: Tre Burricchi.
Ristorante Eugenio Indirizzo: Viale Europa 4 (S.S.554), Quartu Sant’Elena
Telefono: 070830369 [mostra in google maps]

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lug 15 2012

Le officine di Hermes – Cagliari

 Scritto da Ettore | 23 commenti | Commenta

Officine di Hermes - Interno

Officine di Hermes – Interno

 

Hermes, figlio di Zeus e della Pleiade Maia, l’inventore del fuoco, della lira e della siringa (leggi flauto di Pan), dotato di grande scaltrezza, capace fin da bambino di rubare e nascondere la mandria immortale di Apollo e di celarne le tracce, tanto da sollecitare l’intervento come arbitro dello stesso Zeus che, durante la discussione viene ammaliato a tal punto dal suono della lira da assolvere completamente la baby divinità.
Gli fu attribuito il ruolo di interprete, di messaggero degli dei, fu inventore del pugilato e per questo protettore degli atleti, intervenne a protezione di Priamo Re di Troia questi entra nell’accampamento acheo per chiedere che gli fosse restituito il corpo del figlio Ettore per dargli i funerali, nonostante fosse schierato dalla parte degli Achei nella guerra.
Preferiamo in ogni modo ricordarlo come scrissero Platone e poi Socrate: Hermes è dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos, pur ritenendo che in realtà di questi dèi non sappiamo nulla, probabilmente perchè, come chi Vi scrive, si erudirono sull’argomento guardando Pollon.

Officine di Hermes - Apri cena

Officine di Hermes – Apri cena

 


Intrecci storici e mitologici portano in questa occasione tre figure asinìne di cui si legge e si scrive molto, messaggeri della cultura della tavola, e per questo amate, rispettate, ma anche criticate e attaccate da sedicenti ronzanti filosofi del terzo millennio, presso le officine in cui presero forma le invenzioni che il buon Hermes regalò ai mortali.
Trattasi di Jesus, figlio di Zeus, Ettore, figlio di Priamo e di un’oscura eminenza grigia che non vuole svelarsi in questa occasione al nostro pubblico e che chiameremo, nel rispetto della privacy richiestaci, al fine di depistare qualsiasi associazione, IM.

 

 

Officine di Hermes - Cinquina siciliana

Officine di Hermes – Cinquina siciliana

 

Venerdi, ore 21:25, dopo una serata che ha visto il nostro ipertricotico burriccu vittima di un tentativo di sequestro della propria persona presso un noto autolavaggio di Cagliari, salvato unicamente dall’aria condizionata della fedele autovettura, dopo aver trovato un accomodamento per la citata 150CV, Jesus ed Ettore attendono l’arrivo del sedicente ospite, che di lì a poco arriverà esibendo l’orologio del proprio dozzinale telefono, auto congratulandosi per una puntualità, decisamente sforata di alcuni minuti: burriccu! Punto di convergenza Le Officine di Hermes, nella via De Magistris al centro di uno dei quartieri più eleganti della città.

Officine di Hermes - Gnocchi di patate allo scoglio

Officine di Hermes – Gnocchi di patate allo scoglio

 

Il locale si configura come un Lounge Cafè Restaurant: arredamento moderno e lineare, ingresso in cui spicca una sorta di teca con tre ceri accesi, in onore del fuoco di Hermes supponiamo (anche se preferiamo ricordare ciò come un omaggio al Triumvirato). Di fronte all’ingresso domina il bancone del bar, separato dalla sala principale da un elegante paravento divisorio. La sala, ospita poco più di venti coperti, le pareti e i pilastri a vista sono tinteggiati di un particolare verde oliva molto chiaro; la parete portante è attrezzata con diversi ripiani, in cui trovano posto differenti bottiglie della riserva, oltre che un poco opportuno televisore LCD.
I tavoli sono quadrati, di colore bianco, sorretti da un’unica struttura metallica e rivestiti da eleganti tovaglie trasversali scure.

Officine di Hermes - Tonno cipolle pomodorini

Officine di Hermes – Tonno cipolle pomodorini

 

Il servizio in sala è garantito da un unico ma efficiente e molto cordiale cameriere. Un primo scambio di battute tra Jesus e il responsabile della sala sulla disposizione a tavola rompe subito i formalismi. J: Mi siedo qui per avere le spalle coperte. C: Come in Sicilia, non si spara mai ai barbieri!
Il locale propone un’offerta di cucina tipica siciliana, accompagnata da una cantina che spazia dalle (poche) etichette nostrane ai vitigni di tutto il SUD Italia.
Non appena accomodati ci viene servito un ottimo calice di prosecco di produzione artigianale da vitigni siciliani, accompagnato da un sontuoso apri cena composto da tomino di capra su un letto di miele d’arancio, impreziosito da scorze di arancia e granella di pistacchi di Bronte: straordinario!
Dopo questo esordio col botto, arriva il momento della scelta del nettare con cui accompagnare il percorso alimentare appena intrapreso. Non avendo molta esperienza su etichette non sarde la scelta è ricaduta su quella dal nome più accattivante, e in questo caso decisamente appropriato: un ottimo Lacryma Christi DOC (leggi cuccurra di Jesus) del 2010, della cantina I Nobili del Vesuvio di Boscotrecase, composto per l’80% da uve Coda di Volpe e per il 20% da Falanghina; l’assaggio affidato al nostro ospite IM, che insinua subito dei dubbi, rivelatisi poi infondati, sull’appropriato accompagnamento con i piatti che ci si apprestava ad assaporare.
 

Officine di Hermes - Cannolo siciliano

Officine di Hermes – Cannolo siciliano

 

In assenza di menu, non ci viene presentata una vera e propria offerta di antipasti, ma ci viene servita la codiddetta cinquina siciliana composta da: arancino siciliano, timballo di olive, mattonella di melanzane condite con formaggio fresco, zucchina ripiena di ricotta di pecora e pastella fritta alle olive ed alici. Ottima preparazione e trionfo di sapori, sebbene meno raffinati e molto più tradizionali del piatto che li ha preceduti.
Terminati con successo gli antipasti concordiamo col cameriere un percorso di cucina di mare e per la prima volta nella serata ci viene offerta una scelta di piatti; scelta unanime per il primo piatto: gnocchi di patate allo scoglio con sugo, arselle, cozze e delle discutibili fette di surimi. Primo piatto molto particolare, con il giusto equilibrio di sapore e piccantezza, sebbene registriamo un inspiegabile aumento della corposità delle pietanze, e una conseguente lieve flessione della qualità, rimanendo comunque molto al di sopra della media. Gli gnocchi, la cui forma poco regolare poteva far pensare fossero caserecci, erano in realtà confezionati, ma ciò non ha inciso sul gradimento complessivo del piatto.

Officine di Hermes - Tiramisù

Officine di Hermes – Tiramisù

 

Il giusto equilibrio nelle dosi dei piatti appena consumati lascia ancora spazio ai tre voraci avventori per provare altri doni degli dei del fuoco. Scelta comune anche in questo caso: ottimo tonno rosso al vapore con cipolle e pomodorini, dal sapore delicato e leggero, sebbene la pigmentazione del pelagico in questione fosse in netta contraddizione con la denominazione del piatto.
Di fronte ad un’invitante offerta di dolci tipici della nostra isola cugina, il burriccu Jesus sceglie il poco esotico tiramisù con savoiardi di Fonni, risultato comunque particolarmente gustoso; altra scelta per i rimanenti commensali che premiano il cannolo siciliano, risultato buono, anche se non di recentissima preparazione.
La cena si conclude con un caffè per Jesus e un liquore di liquirizia Liq per Ettore e IM, servito colpevolmente con ghiaccio perchè non conservato alla temperatura adeguata.
Per dovere di cronaca segnaliamo l’imbarazzante proposta del cameriere di offrire ai burricchi lo stesso trattamento economico dei clienti col coupon di groupon, proposta rigettata con un secco: Assolutamente no! ci faccia il prezzo intero! Pur non sapendo quanto la nostra replica sia stata ascoltata, riportiamo comunque un costo della serata di 29€ cad. Burriccu, decisamente inferiore alla qualità dei piatti e del servizio offerto, e per questo rimpinguata da una cospicua mancia, sebbene non egualemente distribuita fra i commensali.

Le Officine di Hermes valorizzano in maniera ottima una cucina tipica che ha molte somiglianze con quella sarda, sfruttando la straordinaria qualità dei prodotti freschi dei nostri mari e i migliori prodotti delle terre di Sicilia, affidandosi alle mani di uno chef d’alta scuola e a personale preparato e cortese, un binomio ideale che, unito ad una location molto elegante benchè poco capiente, garantisce una serata gradevole per gli ospiti.
Le potenzialità della cucina sono enormi, probabilmente in questa occasione penalizzate da una scelta di antipasti eccessivamente corposi, mentre interessante è risultata l’offerta dei vini.
Al netto delle poche sbavature citate possiamo sicuramente collocare il locale fra le mete da visitare assolutamente, e non solo per la parte più attenta alla spesa dei nostri lettori, e formulare una valutazione di tre somarelli più che meritati.


VALUTAZIONE “Le officine di Hermes”: Tre Burricchi.
Ristorante Officine di Hermes Indirizzo: Via Edmondo De Magistris 5, Cagliari
Telefono: 3346869037    [mostra in google maps]
 

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giu 15 2012

Da Taras – Dolianova

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Taras - Acquario piranha

Taras – Acquario piranha

 

Il Burriccu, nobile espressione dell’impegno, della dedizione, della testardaggine nella quotidianità dell’uomo medio, impersonata nell’estate degli Europei da un gruppo di quindici sedicenti atleti, dalle spiccate rotondità, chiamati dal Presidente Jesus a onorare la propria essenza nell’evento sportivo (e mediatico) più importante dell’estate cagliaritana, sotto la direzione sportiva del buon Ettore e la conduzione tecnica della Presidentessa Christina Jones Corrias, e puntuali a rispondere con una sonora sconfitta all’esordio, ma anche espressione di indisciplina e insubordina-zione, fino al degenerare nello spettro del sabotaggio, ma Jesus vede e provvede e le sentenze arriveranno inesorabili.

Taras - Gamberi confit su crema di patate, Bocconcini di tonno scottato con vinaigrette di peperoni

Gamberi confit su crema di patate Bocconcini di tonno scottato

 
Il destino vuole che, dopo meno di una giornata dall’esordio della gloriosa squadra del Donkey Team, allo stesso modo una comitiva di quindici elementi variamente assortita tra burricchi triumviri, neo burricchi e frastimers, si ritrovino per celebrare insieme quello che si rivelerà presto il Diverland del buongustaio e del ciccione grazie ad uno straordinario interprete della cucina nostrana, diventato ormai celebre fra chi vuole scegliere semplicemente il meglio per i banchetti degli eventi da ricordare, Alessandro Taras.
L’esperienza che andremo a descrivere è macchiata da una violazione, purtroppo inevitabile del protocollo di anonimato che ha sempre distinto le nostre recensioni, e su cui basiamo la nostra credibilità. L’organizzazione sapeva della presenza del Triumvirato, ma confidiamo che la situazione non abbia alterato i parametri di qualità dell’offerta, qualità difficilmente raggiungibile, anche in maniera episodica, in assenza di una base di cultura e esperienza gastronomica di alto livello, come si evincerà nella narrazione delle circostanze.

Taras - Uova di quaglia fritte

Uova di quaglia fritte

Taras - Bocconcini di ostriche

Bocconcini di ostriche

Taras - Anguille caramellate

Anguille caramellate

 

 

 

 

 

 

 

Presente per l’evento il Triumvirato, nella formazione titolare Jesus, Ettore, Ing. Marrocu, con tutta la panchina a disposizione composta da Franco, Orione, Piero e Fabrizio, ciascuno accompagnato dalla propria Signora, oltre alla emerita Presidentessa CJC, la donkey fan Mima e relativi consorti.
Primo punto di aggregazione presso i Sepolcri Paulesi per una più eco-sostenibile redistribuzione dei partecipanti fra le vetture. Al centro della scena si inserisce subito il più indisciplinato dei burricchi, in colpevole ritardo come da copione, ritardo decisamente non imputabile ad una attenta selezione dell’abbigliamento per la serata, più adatto questo ad una mezza maratona over 65 ma anche ad una grigliata di Pasquetta.
 

Taras - Cruditè di ostriche

Taras – Cruditè di ostriche

Taras - Crema di porri

Taras – Crema di porri

Taras - Cruditè di gamberi rossi

Cruditè di gamberi rossi

 

 

 

 

 

 

 

 

Taras - Carpacci, Tartara, Bocconi

Taras – Carpacci, Tartara, Bocconi

 

Il trio ainìno premia la scelta della promozionale utilitaria giapponese del burriccu Orione, dai notevoli contenuti tecnologici, decisamente messi a dura sollecitazione dalle maldestre mani di Jesus e dell’Ing. Marrocu, che evidentemente pensavano di vincere qualcosa premendo tutti i tasti e manovrando tutte le leve a disposizione. Destinazione della serata la sala privata della società di catering Blue Eyes nella vicina Dolianova, presso la centrale via Roma. Segnaliamo subito un siparietto del sempre eccentrico Orione, per nulla disposto a cedere al sempre stimato Ing. Marrocu, in quella che durante la serata assumerà i connotati di una vera e propria sfida, la palma del più susunku della serata, che deve giocare non poco al ribasso con lo sportello bancomat adiacente la nostra destinazione per evitare di rimpinguare in maniera eccessiva le proprie liquidità da mettere a disposizione per la serata “ma i 5 euro non li dà??…“.
La sala è ospitata presso il retro di un moderno American Bar, che da tempo ormai ha il monopolio delle colazioni nel paese, i cui i clienti possono trovare comoda sistemazione su sgabelli rialzati o presso i tavolini della sala principale, nella quale spicca una zona rialzata in cui troneggia una splendida ricostruzione di un ecosistema fluviale tropicale ospitato dentro un capiente acquario in cui la scena è dominata da panciuti piranhas: quale meraviglia!

 

Taras - Cappuccino di patate con seppie al nero

Taras – Cappuccino di patate con seppie al nero

Taras - Frittino misto gamberi, cappone, calamari

Taras – Frittino misto

 

All’ingresso del bar veniamo condotti verso un piccolo cortile, riparato da un gazebo all’ombra del quale in breve tempo sarebbe stato servito un sfizioso apri cena. Il servizio è assicurato da un giovane cameriere e due cameriere e si rivelerà cortese e disponibile oltre che estremamente puntuale.
L’apricena, presentato in modalità self-service è composto di bocconcini di gambero confit su un letto di crema di patate, impreziositi con uova di lompo, straordinari bocconcini di tonno scottato con vinaigrette di peperoni, impreziositi con finocchietto e serviti su piccoli vassoi in legno dalle sembianze di gusci di cozza, che proprio per questo hanno ingannato diversi commensali. Seguivano poi degli inarrivabili spiedini di anguilla caramellata, eccellenti spiedini di ostriche scottate e fritte in pastella, per finire in meravigliosi bocconcini di uova di quaglia fritte: chapeau! Gli stuzzichini sono stati innaffiati con dell’ottimo prosecco Karalis Chardonnay Brut delle Cantine di Dolianova.

Taras - Paccheri cozze cappone

Taras – Paccheri cozze cappone

 

Concluso con soddisfazione il non banale aperitivo ci spostiamo nella sala privata adibita a banchetti di prova delle offerte di catering e, occasionalmente, proprio come nel caso della serata che ci vede protagonisti, a cene private. Si tratta di un ambiente sobrio ed elegante, adiacente alla cucina, non molto illuminato, al centro del quale stona decisamente la presenza di un seppur efficiente monta carichi per le pietanze fredde. Vi è posto per poco più di venti coperti e veniamo fatti accomodare in un’unica tavolata sviluppata in lunghezza e per questo un tantino dispersiva. Gli arredi sono essenziali, le pareti spoglie, le tovaglie semplici in stoffa chiara. La non indimenticabile ricercatezza nell’ambientazione deriva essenzialmente dal fatto che la sala non è aperta al pubblico e assumiamo per questo che sia un aspetto non valutabile per l’esperienza.
Appena accomodati l’eccentricità dell’Ing. Marrocu lo porta ad ostentare con i commensali il prossimo viaggio nella terra di Bisanzio, programma questo che avrebbe sottinteso l’auto-esclusione del burriccu in questione dal proprio apporto alla causa del Donkey Team, senza le dovute comunicazioni alle figure di riferimento della squadra. Salomonico il verdetto del buon Jesus alla conoscenza degli eventi: Comunicazione ufficiale. L’ingegner marrocu è fuori dalla squadra. Esonero e sostituzione per disonore.

Taras - Raviolo di cappone e ricotta

Raviolo cappone e ricotta

Taras - Risotto agli agrumi cappone code di gambero

Risotto agli agrumi cappone gamberi

 

Il nettare scelto dallo chef per accompagnare la cena è l’eccellente e più volte citato Iselis delle cantine Argiolas, le cui scorte sono state messe in imbarazzo dall’apprezzamento diffuso nella tavolata.
La cena inizia con una carrellata di cruditè: ostriche, gamberi accompagnati da una sfiziosa crema di porri, ottimo carpaccio di polpo con sale nero e delizioso carpaccio di pesce castagna.
Seguiva poi uno spettacolo con una particolare tartara di pesce castagna su burrata con vinaigrette di peperoni, cardi e nero di seppia, un incredibile cappuccino di patate e con seppie al nero, un forse eccessivamente piccante, ma altrettanto altisonante, flan di pecorino con bocconi in salsa rossa, per concludere in bellezza con un frittino di gamberi, cappone, calamari.

Taras - Cartoccio di mare

Taras – Cartoccio di mare

 

Non meno strepitosi i primi piatti: ottimo risotto agli agrumi con cappone e code di gamberi, impreziosito da foglie di finocchietto, per alcuni un tantino carente di cottura (non per chi Vi scrive che ha lasciato solo le ceramiche), un eccessivamente corposo raviolo ripieno di ricotta e cappone in bagno d’olio extra vergine di oliva, e gustosissimi paccheri con cozze e cappone.
Si inizia a manifestare per alcuni commensali una sensazione di imminente saturazione, che tuttavia non fa desistere l’ispirato chef a proporre l’unico secondo piatto: cartoccio di mare con cozze, arselle, gamberi, cappone: ottimo.

Taras - Spumosa di mascarpone

Spumosa di mascarpone

Taras - Rum

Rum 23 Years Old

 

Quando ormai la comitiva non sembra più in grado di dare ulteriori soddisfazioni alla cucina, il buon Alessandro Taras confeziona il capolavoro: meravigliosa spumosa di mascarpone con guscio di cioccolato fondente, con crumble (leggi biscotto streccau) di pastafrolla, su composta di fragole, timo e limone, accompagnato da dell’ottimo nasco Angialis di Argiolas.

 
La cena si conclude felicemente con dell’ottimo rum Ron Zacapa invecchiato ventitre anni, accompagnato da sfiziosi tartufini di cioccolato e, per gli amanti, da sigaro cubano romeo y giulieta.
Superfluo riportare che i primi utenti del sigaro for free sono stati i burricchi Marrocu e Orione. Nessuno dei lettori si stupirà nell’apprendere che agli stessi elementi a fine serata era imputabile l’ammanco delle quote partecipative, ammanco alla fine risarcito dopo continue sollecitazioni. Casualità…
Il costo dell’esperienza è stato di 50€ cad. Burriccu, da considerarsi un tantino inferiore rispetto alla qualità dei piatti assaporati, sebbene si fossero presi accordi in precedenza.

Nonostante qualche sbavatura di lieve entità sugli antipasti caldi, ci siamo trovati al cospetto di una delle espressioni più elevate della ristorazione isolana. Niente è lasciato al caso: scelta degli ingredienti migliori, creatività e presentazione, uniti ad uno staff di camerieri di eccellente professionalità e disponibilita.
La collocazione di questi elementi in una location adeguata rende sicuramente perfetto per i partecipanti un evento da non dimenticare. D’altra parte proprio su quest’ultimo aspetto non siamo in grado di dare un giudizio. Ricordiamo inoltre che si può organizzare una serata come quella descritta solo dopo aver preso accordi con l’organizzazione, aspetto che priva la valutazione della parte di occasionalità, valutazione che colloca comunque Alessandro Taras nella nostra Champions League con quattro meritati somarelli e menzione speciale per la creatività delle ricette e l’eccellenza nel servizio.

 
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Cena del 10 luglio 2013.

 
Riportiamo i dettagli fotografici di una esperienza successiva, altrettanto entusiasmante, avvenuta a circa un anno di distanza dalla prima, a cui hanno portecipato, tra gli altri, oltre ai Triumviri Ettore e Ing. Marrocu (Jesus assente per motivi di lavoro), i burricchi Sollai, Orione, Varioli, Raffaele, Avv. Pisano e l’Ing. Loi, in qualità di ospiti, oltre al burriccu chef in cucina, che ha riservato ai compagni di ciccionate l’onere dell’impiattamento delle prelibatezze della serata.

Taras - Ostrica in gel prosecco clubber di verdure

Ostrica in gel di prosecco clubber

Taras - Gamberi crudi con pesche nettarine

Gamberi crudi con pesche nettarine

Taras - Flan di piselli con ragù di seppie

Flan di piselli con ragù di seppie

Taras - Sarde marinate con panzanella

Sarde marinate con panzanella

Taras - Filetto di manzo non cucinato

Filetto di manzo non cucinato

Taras - Palamita casu axedu cipolla croccante

Filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante

Taras - Raviolio di polpo, gamberi, cernia

Raviolio di polpo, gamberi, cernia

Taras - Filetto di dentice con paté d'olive e zuppetta di patate

Dentice zuppetta di patate

Taras - Lamb burger e Panino con anguilla caramellata

Lamb burger e panino all’anguilla caramellata

Taras - Pancetta in agrodolce indivia

Pancetta in agrodolce indivia

Taras - Mousse di cioccolato bianco con gelato al melone

Mousse di cioccolato gelato

Taras - Scaleri

Spumante demi-sec Scaleri del Parteolla





Vini: bianco IGT “Iselis” 2012 della cantina Argiolas, Serdiana; rosso DOC “Rocca Rubia” della cantina di Santadi.
Aperitivo: Ostriche in gel di prosecco su clubber di verdure a base di gin tonic.
Antipasti: Gamberi crudi con pesche nettarine; flan di piselli con ragù di seppie; sarde marinate ripiene di panzanella con basilico viola e cipolla rossa; filetto di manzo panato, non cucinato, con salsa d’uovo al curry; filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante.
Primo piatto: Raviolio, raviolone in bagno d’olio ripieno di gamberi, cernia, polpo, servito con salsa al pomodoro.
Secondi piatti: Lamb burger (con carne d’agnello) e panino con anguilla caramellata e pomodoro; filetto di dentice con patè di olive nere su zuppetta di patate; pancetta cotta a bassa temperatura con salsa agrodolce e indivia.
Dessert: Mousse di cioccolato bianco su crumble di biscotto e frutti rossi, servito con gelato al melone.
Liquori: Rum Diplomatico Reserva Exclusiva; spumante demi-sec Scaleri (Malvasia del Parteolla).

Ancora una volta il grande Chef ha saputo stupirci mettendo in pratica in maniera magistrale accostamenti di sapori che, sebbene per alcuni casi possano sembrare bizzarri, ci hanno regalato un continuo crescendo di emozioni: complimenti!
 


VALUTAZIONE “Da Taras – Blue eyes Catering”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Catering Da Taras Indirizzo: Via Roma 37, Dolianova
Telefono: 3385321950    [mostra in google maps]
 

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