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ott 12 2013

Il Tegamino Bianco – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Tegamino Bianco - Interno

Tegamino Bianco – Interno

 

Il tegamino è bianco. E’ bianco e sta sui fornelli. Il tegamino sta sui fornelli, e accanto a se ha un cuoco, una massaia; un impiegato, uno sciupafemmine, un marito premuroso o un azzeccagarbugli qualunque, che già per lui prevedono un dovere e una missione, una improrogabile incombenza sull’avanzare del proprio desiderio. Questa sera, in cucina, sarà lui a portare a termine un piccolo ed importante disegno, a determinare la gioia o il disgusto, la noia o la passione, la solitudine o il calore di una festa. E’ solo un tegamino, per di più è bianco, ma quando il coperchio spalanca e per un istante e accoglie i nostri culinari propositi, si trasforma nel primo protagonista della nostra vita: mica poco!
 

Tegamino Bianco - Tris d'autunno

Tegamino Bianco – Tris autunnale

 

Ottobre, giovedì sera. Già vien quasi tenerezza nel ricordare, a distanza di pochi giorni, il colossale appuntoramento che colse l’Ing.Marrocu in quel di Quartu S.Elena, e che ha scandito, nel regolare proporsi di fragorosi starnuti e nell’orografico accumularsi di fazzoletti di carta nei pressi del nostro tavolo, il progressivo evolversi della serata, di cui addì dodici andremo a dar rendiconto; serata, anormalmente organizzata in giorno feriale, proprio per venire incontro  alle esigenze dello stacanovista Ingegnere, che dapprima dichiarava di dover lavorare tutto il weekend – quindi potendo manco meno ipotizzare di scrivere lui questa recensione – per poi comunicare di aver cambiato turno. Tra l’altro, le maldestre quanto inefficaci precauzioni epidemiologiche dell’Ingegnere, hanno prodotto la prima vittima: Jesus, che mentre vi scrive ha la febbre prossima ai 101 gradi Fahrenheit!
 

Tegamino Bianco - Antipasti

Tegamino Bianco – Antipasti

 

E quindi, in quel di Quartu il Triumvirato del Donkey Challenge si ritrovava una sera, supportato dalla gentile ed eterea presenza della Donna del Presidente (DDP), da subito scorgendo, al puntualissimo incontro, l’uscio del novello ristorante “Il tegamino bianco”, che non poco anonimamente si propone sulla Via: la non centralissima “Luigi Merello”.
Apprezzando infinitamente l’araldica denominazione, accomodante l’archetipo dell’utensile di uso comune, suggeriamo di dotare la facciata esterna di insegna e lanternine d’atmosfera, onde rendere più accattivante l’ingresso. Superato quest’ultimo, ci si immette nello spoglio cortile di quella che appare, almeno strutturalmente, una magione campidanese, con copertura sviluppata a forma di elle. Escluso, per il clima non più generosissimo la possibilità di desinare all’aperto, procediamo lateralmente verso l’interno per poi, superato un breve vestibolo, accedere alla sala principale del ristorante.
 

Tegamino Bianco - Tris di primi

Tegamino Bianco – Tris di primi

 

L’atmosfera e lo stile della sala da pranzo sono deliziosamente costruiti sui principi di un arredamento elegante, minimale e moderno. Gli spazi si distribuiscono lungo uno uno splendido pavimento in legno rustico chiaro, dal quale emergono dei tavolini squadrati bianchi, con base impermeabile bruna, che rende superfluo l’utilizzo di tovagliame d’appoggio. Le tonalità cromatiche alle pareti e i punti luci si sviluppano con il raffinato equilibrio tra le sfumature del bianco e del grigio, mentre gli specchi e gli originali suppellettili d’arredo, donano un indiscusso tocco di classe a tutto l’ambiente. Annotiamo positivamente, infine, l’eleganza e la cura della toilette per la quale, invero, dobbiamo segnalare un piccolo difetto dell’uscio: maniglia della porta, rimasta in mano prima al Raschione, poi allo stesso Jesus, che si è dovuto ingegnare per ripristinarla.
 

Tegamino Bianco - Raviolini allo zafferano

Tegamino Bianco – Raviolini allo zafferano

 

Il servizio in sala, di sicuro livello, è garantito (per quanto abbiamo intuito) dagli stessi soci che hanno preso in carico il ristorante: una solare ed elegante signora – con abbigliamento in tinta all’ambiente – e un più informale collega: eleganza prossima a quella di Jesus, fate voi. Il terzo socio apprendiamo essere il cuoco, ovviamente indaffarato in cucina.
Notevole il menù, in particolar modo per la non convenzionalità delle pietanze, ma per certi versi dispersivo nella presentazione. Per definire il nostro percorso ci districhiamo tra le varie proposte, attingendo dall’interessante “Menù dell’oste impazzito” (di base 20 euro, per i nostri più susunki lettori), dalle “Specialità d’Autunno” e dal Menù a la carte. Volendo spaziare “per monti e per mare”, decidiamo di scegliere un rosso di prestigio: IGT Isola dei Nuraghi “Cagnulari”, delle cantine Chessa di Usini, perfettamente mesciuto dalla titolare e, come consuetudine, ben valutato dall’Ing.Marrocu.
 

Tegamino Bianco - Asado australiano

Tegamino Bianco – Asado australiano

 

Dopo un primo brindisi, con un prosecco di benvenuto, i burricchi potevano dar fuoco alle polveri, ed iniziare le ostilità con un assaggio di eccellenti ostriche di San Teodoro, degustate dai tre quarti dei commensali, perché alla DDP non piacciono!
La naturale tendenza femminile all’inedia, si è più volte manifestata durante tutta la cena, tanto da dover richiedere un super lavoro mandibolare da parte di Jesus per consumarne gli avanzi, e quindi provocare l’interessata presa di posizione da parte dell’Ing.Marrocu: «la prossima volta mi siedo io vicino a lei!». Gli antipasti proseguivano quindi con un fantastico tris di prelibatezze: baby sufflè al pecorino erborinato ”Brebiblu” (prodotto da Argiolas, erroneamente traslitterato come “Breby blu”), crostini con lardo e spolverata di tartufo nero,  cono (in realtà fagottino) di frittura di polpettine di carne e funghi porcini; il tutto accompagnato da presenza abbondante di foglie di songino (valerianella). Seguivano poi: crostini di burrata e alici su letto di carasau e songino, con condimento di un’erbetta aromatica non meglio identificata (Jesus l’aveva indicata come cipollina, ma il pistillo nero ci fa dubitare); ottime frittelle con fiori di zucca e pecorino e, per terminare, goduriosa impepata di cozze, ingurgitata per la metà delle porzioni da Jesus, in virtù del fatto che la DDP ne gradiva solo il sugo di condimento! Nota di merito, vogliamo anticipare, per la qualità estetica dei piatti da portata, mentre l’ingegner Marrocu, per ragioni di funzionalità manuale, si è più volte lamentato della usabilità delle forchette! Segnaliamo, infine, cestinetti di pane d’accompagno molto gustosi.
 

Tegamino Bianco - Creme Caramel

Tegamino Bianco – Creme Caramel

 

Primi piatti. Nel mentre che la DDP sceglieva sobriamente di dedicarsi ad un’unico primo piatto, gli ingordi triunviri pretendevano di ordinare un tris di pietanze che comprendessero quella di cui sopra: raviolini in crema di zafferano e brebiblu, paccheri al ragù di bue rosso, cous cous di pesce (nell’occasione astice) e verdure del “tegamino bianco”. Buonissimi!
Non paghi, i quattro (i tre) divisavano almeno un assaggio di carne. Dalla voluminosa proposta di carni alla brace, estrapolavano quindi un allettante asado australiano, servito praticamente vivo, con salsa chimichurri, su letto di pane carasau e decoro di rosmarino e pomodorini: eccellente!
 

Tegamino Bianco - Tiramisù retrò

Tiramisù retrò

Tegamino Bianco - Cheese cake

Cheesecake

 

La cena andava quindi concludendosi con i dessert: tiramisù “retrò” con amarene e piccolo cachi in recipiente di latta, su basamento di ardesia, per Jesus e DDP, creme caramel (senza lattosio) per l’Ing.Marrocu, cheesecake alle fragole e caramello per il Raschione, inevitabilmente accompagnati da ottimo passito di Pantelleria.
Fattosi tardi, e in considerazione della prossima dipartita del moribondo Ingegnere, i commensali decidevano di terminare le ostilità, senza caffè o amari. Costo complessivo della cena, 40€ cadauno, da giudicarsi un 20% al di sotto del giusto dovuto, in considerazione di qualità di portate e servizio.

Quartu Sant’Elena ci stupisce una volta di più, per l’ospitare un ulteriore nuovo ristorante di alto livello. Ambientazione elegante, servizio puntuale ed attento, menù originale ed appagante, attenzione estetica per i dettagli, fanno del “Tegamino bianco” un sicuro ricettacolo di amanti della cucina. Qualche segnalato difetto possiamo attribuirlo alla prima fase, di rodaggio e di apertura. Quattro burricchi con menzione speciale per l’ambientazione.

 


VALUTAZIONE “Il tegamino bianco”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il tegamino bianco Indirizzo: Via Merello 166, Quartu S.Elena
Telefono: 0708676237    [mostra in google maps]
 

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feb 6 2011

Ristorante Da Cesare (Caesar’s Hotel) – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Da Cesare - Winner

Da Cesare – Samuele, the Winner

 

Ecco a voi di nuovo gli amati/odiati Donkeys, che in questa attesissima giornata di particolare sincretismo, prodottosi tra l’ebdomadario appuntamento culinario dei Triumviri – ahimè, una volta di più declinati nel succedaneo “Biumviri” per la sfortunata defezione dell’Ing. Marrocu – e il felice epilogo del grande concorso “Il pranzo è servito, una giornata da burriccu!“, ha visto il tangibile concretizzarsi del singolare guiderdone (che il senso sia benevolo o meno, ci sarebbe da discutere) assicurato al fortunato vincitore. Diamo quindi il benvenuto al “Donkey per un giorno”, il nostro assiduo lettore e fan Samuele, che più volte si è distinto nel segnalare ai redattori di questo sito, locali di eccellente e indubbio interesse alimentare, e non solo. Very Welcome to Donkey Challenge Samuele!

Da Cesare - Interno

Da Cesare – Interno


Ad accompagnare il vincitore, in questa leggendaria avventura, un personaggio ben sperimentato alla severa magniloquenza della nostra cronaca. Trattasi dell’ex-Triumviro, oramai esclusivamente emerito, Burriccu Pg, per i quali i nostri fan più attenti porteranno un nostalgico ed acceso ricordo. 
I destini del Burriccu Pg si intrecciano inevitabilmente con la figura terza, ospite della giornata, la dottoressa Brunetti, il cui volto e l’araldico richiamo potrebbe non destare particolari reminiscenze a parecchi di voi («machinic…esti?!»), ma dalla quale possiamo assicurare il provenire di un incidentale e pesantissimo contributo al fatale realizzarsi degli avvenimenti di questo Blog. E si noti come sia facile passare dal superlativo “pesantissimo” al sostantivo “Zavorra”.

Da Cesare - Petali di Salmone

Da Cesare – Petali di Salmone


Il ristorante scelto per l’incontro è il celeberrimo “Da Cesare”, locale piacevolmente integrato nel complesso architettonico dell’altrettanto noto (che classe) Hotel Caesar’s ★★★★, a sua volta meno piacevolmente integrato in una struttura che dall’esterno appare similare a quella di un anonimo centro commerciale, mentre al suo interno potremmo definire luminosamente accattivante.
All’ingresso del ristorante il gentilissimo personale ci fa accomodare in una delle varie sale interne, il cui tema marinaresco è trasfigurato nel raffinato (a proposito di questo giudizio segnalo la discordanza di opinione tra i vari ospiti, ma si sa che è quella di Jesus che conta!) utilizzo del colore azzurro  per  la parete principale, impreziosita da alcune tele, risaltate con raffinatezza da un sistema di illuminazione ad-hoc.

Da Cesare - Gran misto mare

Da Cesare – Gran misto mare


Il nostro tavolo, discretamente spazioso e di splendida forma circolare, appariva da subito, come tutti i coperti della sala, elegantemente ed ottimamente apparecchiato. Potevano finanche notare degli splendidi candelieri a tre fiamme in stile inglese, disposti su una lunga tavolata che di lì a poco avrebbe accolto una compagnia di coloriti e rumorosi avventori.
Il personale del ristorante è numeroso, attento, composto, preparato, gentilissimo e, a dir poco, professionalmente ineccepibile!
Appena accomodati, dopo aver diligentemente sistemato i nostri soprabiti nel guardaroba, ci venivano offerti degli stuzzichini composti da bruschette all’olio, pane carasau e un trittico di squisite salsine: ai ricci di mare, ai pomodori secchi e casu axedu, alle patate, pecorino e burro. Il tutto accompagnato dal brindisi proposto con un ottimo e gradito spumante di benvenuto. Bravi!

Da Cesare - Antipasto vegetariano

Da Cesare – Antipasto vegetariano


Oltre alla notevole preparazione del personale, rimarchiamo subito la encomiabile e non comune attenzione del ristorante “Da Cesare”, nei confronti degli avventori che mostrano una qualche sorta di intolleranza alimentare. Lo stesso menu cartaceo si presenta con una serie di immediate indicazioni stilizzate, ad evidenziare quali possano essere le pietanze controindicate per persone celiache, intolleranti al lattosio, e via discorrendo. Ugualmente, le bruschette per gli stuzzichini e il pane in generale, vengono preparati a parte se serviti ai commensali con problemi di questa natura.
Esordendo con tali ineccepibili premesse, non ci saremmo aspettati per questa ciccionata, nulla di meno che un pasto di fattura regale. Ed infatti così è avvenuto.

Da Cesare - Risotto cannonau zabaione

Da Cesare – Risotto cannonau zabaione


Raccolti i consigli del meticoloso cameriere, in merito ad un incedere del nostro pasto sullo stesso tema della sala che ci accoglieva, I tre ex Triumviri ufficiali, Jesus, Raschione e Pg, ricondotti ad una reminiscente singolare armonia, ordinavano il medesimo Gran misto mare. Il neo Donkey Samuele sceglieva invero un meno variopinto e più salutare antipasto tiepido “vegetariano”, mentre la Dottoressa Brunetti si lasciava rapire da un maestoso piatto di “Petali di salmone marinato, con ovaline di bufala e scaglie di bottarga di muggine”.
Nella fattispecie il Gran misto mare si articolava, topologicamente distribuito sui quattro quadranti di uno splendido cristallo rettangolare (equilatero ed equiangolo), in una gustosa e delicatissima cernia preparata in agrodolce (simil scabecciu), un assaggio di gamberi su un letto di ceci rucola e aceto balsamico (sublimi!),

Da Cesare - Trofiette ricci bottarga

Da Cesare – Trofiette ricci bottarga


del tonno tabarchino fresco accostato a bianche cipolle sottaceto (per Jesus il meno significativo dei quadranti, ma de gustibus…), e una splendida insalata di polpo, gamberi e seppiette. Buonissima!
L’antipasto tiepido vegetariano si componeva – verosimilmente – di un ottimo tortino conoidale con melanzane spinaci e piselli accompagnato da rucola fresca, assaggio di rotolo con prosciutto e melanzane, una sorta di melanzane panate su un letto di radicchio trevigiano, un non meglio identificato tortino di verdure e, dulcis in fundo, un assaggio di pomodori freschi impreziosito da pesto alla genovese e decorato con foglie di basilico.
Potendo definire auto-esegetica la titolatura dei “petali di salmone” prima citati, scelti come antipasto dalla D.ssa Brunetti, non ci resta che sottolineare l’estrema cura con cui le varie portate sono state presentate agli ammirati commensali.

Da Cesare - Gnocchetti all'acqua bianca

Da Cesare – Gnocchetti all'acqua bianca


Da segnalare inoltre il vino consigliato e scelto grazie all’esperto Samuele, per guidare gli antipasti e tutti i piatti successivi: Tuvaoes, vermentino di Sardegna D.O.C. delle cantine vinicole di Giovanni Cherchi, Usini (SS), il cui gusto secco e il retrogusto amarognolo si sposavano splendidamente con la natura dei sapori di mare sovrintesi; rimarchiamo inoltre, qualora ve ne fosse necessità, l’estrema cura ed elegante maestria con le quali l’esperto sommelier si è diligentemente profuso, nella presentazione e apertura di due identiche successive bottiglie, consumate dai crescentemente avvinazzati burricchi: che classe!
Conclusasi questa prima ottima ondata di pietanze, dopo una salutare e non fastidiosa attesa, addolcita dalle adeguate melodie del sottofondo soft-jazz diffuso in sala, i sei (vedi commento di Samuele, ndr.) commensali potevano dedicarsi ai primi piatti scelti.

Da Cesare - Risotto nero di seppia e Cozze

Da Cesare – Risotto nero di seppia e Cozze


Partiamo dall’originalissimo Risotto al cannonau e zabaione al parmigiano scelto dal Donkey Samuele, per il quale Jesus non si è sottratto ad un incuriosito frugale assaggio. A dir poco, ottimo. 
Il Raschione Ettore e il Burriccu Pg si dedicavano invece a delle Trofiette ai ricci di mare e bottarga, la cui qualità possiamo ricondurre alla medesima armonia di sapori della sublime salsina assaggiata nell’esordio del pranzo: spettacolo!
Ineccepibili gli Gnocchetti all’acqua bianca, con pecorino ricotta e bottarga scelti da Jesus, mentre una incontentabile Dr.ssa Brunetti riusciva a lamentarsi di un buonissimo Risotto al nero di seppia e cozze, perché, a suo dire, la sfumatura cromatica non appariva in linea con lo stereotipato immaginario comune, salvo poi venire “redarguita” dall’erudito cameriere, che improvvisava una breve ed esplicativa lezione sulle differenti gradazioni e dosaggio del nero, al fine di pesare e armonizzare la sinossi di sapori del piatto finale.

Da Cesare - Dessert Esageriamo

Da Cesare – Dessert Esagerazione


Esclusa la possibilità di frapporre un secondo piatto tra il primo e i dolci di fine pranzo, anche in virtù di un serale culinario/sportivo appuntamento dei due Biumviri ufficiali, in compagnia della bella e telegenica V. (leggi vuppuntato), congiuntamente e senza indugi i sei ordinavano il “Dessert Esagerazione” della casa; una serie di abbondanti e buonissimi assaggi di vari dolci: tartufo con cuore di cioccolato, gelato alla fragola con cioccolato bianco, gelato di mascarpone, semifreddo passito con noci e caffè, crème brulée, semifreddo con crema di cioccolato. Una delizia per il palato!
Caffè (manco a dirlo ottimamente servito e presentato) e ammazzacaffè vari (acquavite per Jesus, liquore di liquirizia per il Raschione e Pg) hanno concluso il sontuoso e fiero pasto.


Naturalmente, in questa particolare circostanza, in cui veniva idealmente premiata l’affettuosa partecipazione di tutti i nostri fan alle iniziative del Donkey Challenge,  il costo complessivo della iniziativa è stato interamente sostenuto dalla matrigna compartecipazione della
SeuDeu™ Productions (www.seudeu.com).
Motivo per il quale, non sveleremo come nostro solito il prezzo risultante cadauno.
Possiamo dirvi però, per dovere di cronaca, che quanto pagato è assolutamente proporzionato alla eccellente qualità di quanto propostoci e del servizio ricevuto, e anzi ben inferiore a quanto elargito in meno positive circostanze o al costo che ci si aspetterebbe per un ristorante rinomato e di gran classe come “Da Cesare.”.
Ovviamente ai vertici della nostra personale classifica.



VALUTAZIONE “Da Cesare”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Da Cesare Indirizzo: Via Darwin 2/4, Cagliari
Telefono: 070340750    [mostra in google maps]
 

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dic 18 2010

Trattoria La Damigiana – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La Damigiana - Interno

La Damigiana – Interno

 

La damigiana. Simbolo di ebbrezza, di copiosità, di opulenza, di profluvio.
Dall’alto del trono a lei riservato – una pittoresca credenza in stile povero antico – domina e regna sugli avventori della Trattoria che porta il suo nome.
Nella caratteristica sala del locale, che nel regolare alternarsi di numerosi piccoli tavoli, si allunga tra la finestrella che dà sulla cucina e il piccolo deposito dei liquori vicino l’ingresso, i Biumviri ufficiali Ettore e Jesus accolgono un terzo, occasionale, ma sempre gradito ospite: il Dottor Melis. Invero, ben altra compagine di commensali, in questo freddo sabato pre-natalizio, era attesa alla corte di Jesus e il Raschione ma, ahimè, le circostanze della vita spesso intervengono per rivoltare il corso degli eventi, imprimendo la loro inattesa, imprevedibile impronta.

La Damigiana - Insalata di mare

La Damigiana – Insalata di mare


E ancora, ben diverso sarebbe dovuto essere l’accomodamento dei Tre, che in principio prevedevano di destinarsi a un diverso e più altisonante locale; trattasi di un altro appetibile ristorante cagliaritano, dalla denominazione spiccatamente antropomorfica, il cui personale non è stato purtroppo istruito nel rispondere con solerzia alle telefonate dei proponenti avventori, che avrebbero l’intenzione di prenotare. Clienti persi.
Ma modi ancora peggiori si ingegnano di trovare taluni ristoratori della nostra città, per mettere i propri clienti nella condizione di verificare quanto miope (e a dir poco irrispettoso) possa essere il loro atteggiamento nei confronti di chi potenzialmente rappresenta la loro fortuna. A questo proposito riteniamo poco intelligente e professionale confermare una prenotazione per le ore 13.00 e, ciononostante, interdire alle 13.05 – con un certo difetto di gentilezza – l’accesso alla sala pranzo: «aspettate dieci minuti (al freddo ndr.), non siamo ancora pronti». Risultato: «Ciao, ciao!». Ancora, clienti persi. Che schifo!

La Damigiana - Cozze gratinate

La Damigiana – Cozze gratinate


Dato l’evolversi antipositivo degli eventi, il sempre democratico Jesus, ordinava al plotone dei burricchi il repentino cambio di rotta, lasciando al Dott. Melis l’onore e l’onere di scegliere la nuova destinazione.
Ed eccoli quindi, forse trascinati dagli istinti di parsimonia del succitato dottore, accomodarsi nell’accogliente quanto spartana trattoria “La Damigiana”,  il cui ambiente appare sobriamente gradevole nella sua semplicità. Meno sobrio sembra, invero, il rumoroso TV CRT situato nei pressi dell’ingresso.
Ci serve l’unico gentile cameriere presente in sala, dai tratti somatici che vagamente possono ricordare il calciatore macedone Goran Pandev.
Velocemente ordiniamo un assaggio di antipasti di mare, e Spaghetti ai ricci come primo piatto. Dalla (non troppo fornita) cantina scegliamo un buon vermentino “La Cala” di Sella&Mosca, Alghero.

La Damigiana - Zuppa di cozze

La Damigiana – Zuppa di cozze


L’esordio non è certamente positivo: l’insalata di mare che ci propongono, composta prevalentemente da polpetti marinati, cozze sgusciate e surimi, ha l’aspetto degli antipasti assortiti del supermercato. Il sapore sarebbe stato anche apprezzabile, se non ci fosse stata servita gelida.
Stesso discorso per le cozze gratinate, che comunque possiamo ascrivere alla categoria degli alimenti gradevolmente commestibili. Meno buoni i gamberi alla catalana, per i quali dobbiamo giudicare poco dosati i sapori di cipolle (eccessivo) e pomodorini.
Piuttosto anonima, è risultata la non abbondante porzione di carpaccio di salmone, anch’essa probabilmente assortita in confezione industriale. Buona (e calda), per nostra fortuna, la zuppa di cozze che è seguita; unica nota realmente positiva degli antipasti.


La Damigiana – Gamberi alla catalana

La Damigiana - Pane Carasau alla fondina

La Damigiana – Pane Carasau alla fondina

La Damigiana - Carpaccio di salmone

La Damigiana – Carpaccio di salmone


La Damigiana – Spaghetti ai ricci


Totalmente fuori dal contesto e fuori da ogni possibile armonia di gusto, l’ultimo piatto proposto, nella pur numerosa serie di pietanze: pane carasau inzuppato da una colata di formaggio fuso, probabilmente semplice fondina; a parte il discutibile valore gastronomico in termini assoluti, non possiamo fare a meno di sottolineare come la scelta ci risulti per lo meno inappropriata, al termine di un crescendo di sapori di mare.
La cosa che però ci ha lasciati veramente perplessi, è stata la qualità degli spaghetti ai ricci di mare. Apparivano in effetti scotti, insipidi, privi di qualsiasi accenno di sapore riconducibile ai ricci di mare. Tutti e tre i Burricchi, hanno conseguentemente evitato di terminare la propria porzione.

La Damigiana – Sebada


Prevedendo la qualità di un possibile secondo in linea con quanto finora mangiato, si passava direttamente al dolce. I tre commensali sceglievano tre dolci diversi, che coprivano interamente le possibilità di scelta offerte dal menu: sebada al miele (giudicata buona) per il Raschione, tartufo nero (assortito e mal servito) per Jesus, dolcetti sardi per il dottor Melis.
Il pasto terminava con un caffè che ci è apparso tristemente acquoso, e con ammazzacaffè altrettanto inconsistenti: 
amaro Averna per Jesus, liquore alla liquirizia per gli altri due burricchi.

Costo totale del pranzo: 30€ cadauno, di un buon 30% sovrastimato rispetto alla qualità delle pietanze proposte, alla loro presentazione, e al servizio complessivo.

Tra l’altro dobbiamo far notare quanto sia perlomeno fastidioso, in ottica turistica, non predisporre il pagamento tramite bancomat o carta di credito. Per quanto riguarda il giudizio complessivo, tra le numerose pietanze che ci sono sembrate inadeguate siamo riusciti a cogliere qualche eccezione positiva. E’ strano pensare che basterebbe un minimo di attenzione, per dare maggior lustro al proprio menu e al proprio locale. Evidentemente, tra i ristoratori nostrani, per questo aspetto c’è un ben poco diffuso interesse.



VALUTAZIONE “La Damigiana”: Un Burriccu.
Trattoria La Damigiana Indirizzo: Corso V. Emanuele II 115, Cagliari
Telefono: 070 658277    [mostra in google maps]
 

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