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mar 29 2014

Su Zilleri ‘e su Doge – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Su Zilleri - Ingresso

Su Zilleri – Ingresso

 

Giocoforza attendendo il weekend e già scordandomi, in realtà, quando tutto ciò accadde, è tangibilmente ostico e faticoso narrare di tre asini vagabondi, di tre consumati e scostumati burricchi sellati, che nel loro impreciso e imprevedibile errare gozzovigliano impunemente per le Vie di una Città che, oramai, conoscono a menadito e della quale potrebbero mentalmente riprodurre ogni singolo dettaglio e sfumatura architettonica.
Fanno questo, invero, su un certo blog; mai però descrivendo panorami o anfratti, piuttosto concentrandosi, ad esempio, sulla regolarità di un chicco di riso, sulla lucentezza di una cocciula o sull’armonia strutturale di una zuppetta di cozze.
 

Su Zilleri - Interno

Su Zilleri – Interno

 

E anche oggi questo faremo, verificando se il recensendo “Su zilleri ‘e su Doge” (Lett.: l’osteria del Doge), in una Domenica di friusu de galera, si sia o meno meritato il titolo di ristorante sellato, garantendosi per questo il diritto di esporre il celeberrimo e prestigioso adesivo del Donkey Challenge.
Su “Zilleri” è un pittoresco locale collocato – in raccordo con la Piazza S.Giuseppe – al termine di Via Santa Croce, splendida e storica passeggiata cagliaritana, che accarezza l’omonimo bastione e dalla quale si può ammirare uno degli scorci più suggestivi della città. Ivi convergevano in tarda mattinata, Jesus il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, con logistica poco eco-compatibile, giusto una settimana fa.
 

Su Zilleri - Cruditè

Su Zilleri – Cruditè di mare

 

Su “Doge”, non può che essere il titolare della osteria, lo chef Claudio Ara, le cui gesta in cucina abbiamo in passato avuto modo di raccontarVi. Meno c’entra, dobbiamo dirlo per quanto noi si possa capire, il tema di Venezia, che compare nel nome e nelle grafiche del locale, ma che mai riusciremo a individuare nel menù, né tantomeno nella ambientazione, apparentemente legata e a doppio filo con le inconfondibili tradizioni nostrane.
Gli spazi all’interno del ristorante si distribuiscono su tre ambienti: un vestibolo di ingresso, una piccola sala da pranzo accogliente e luminosa, e una terza sala più in penombra, sul fondo. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala centrale, dominata da un’ampia finestra che dà su Via Santa Croce e caratterizzata da belle pareti bianche, decori in pietra, una bella specchiera d’epoca e da tanti piccoli suppellettili che ricordano la vecchia vita contadina.
 

Su Zilleri - Antipasti

Su Zilleri – Antipasti

 

E’ lo stesso chef Ara, in versione maître, a dirigere le operazioni, e finanche assisterci al tavolo, per un servizio che nel complesso si dimostrerà informale ma impeccabile. La cucina, e gli ingredienti in particolare, sono orgogliosamente tipici del territorio sardo, declinati con spunti non banali e assolutamente gradevoli. Durante il pranzo arriverà in sala fiananco un pescatore locale, brandendo due – parevano – palinurus regius (aligustas birdi) vive, che non avremo comunque modo di assaggiare per mancanza (ahimè) di ulteriore spazio nello stomaco. La contrattazione sulle pietanze e sul vino si dimostrerà non del tutto lineare, data la recente chiusura per ferie del ristorante, non ancora a regime dal punto di vista degli approvvigionamenti. In effetti, l’Ingegner Marrocu pareva andar a scegliere sistematicamente i piatti e le etichette quel giorno non disponibili. Alla fine, la cernita del nettare è ricaduta, per caloroso consiglio di Ara, su uno spettacolare IGT “Dignu” delle Cantine Depperu di Luras: un nebbiolo (rosso) vinificato bianco!
 

Su Zilleri - Linguine cocciulas asparagi

Su Zilleri – Linguine cocciulas asparagi

 

Dopo aver divorato, a testa, mezzo chilo di pane abbrustolito e carasau, accompagnati da un eccellente olio extra-vergine d’oliva “Sa mola de Orri” di Sarroch, iniziavano ad arrivare al tavolo i primi antipasti, nella fattispecie una graditissima insalata di carciofi, rucola, bottarga e scaglie di formaggio pecorino granglona; vivamente consigliata a chi adora i gusti amarognoli. Seguiva quindi una sontuosa cruditè di scampi e gamberi rossi di Villassimius, accompagnati da salsa vinaigrette, sale aromatizzato delle Hawaii (probabilmente la località delle ferie!) e pepe nero. Ancora, trippa (che Jesus non gradisce di suo, ma i commensali hanno apprezzato) di bue rosso con sugo di pomodoro e mentuccia, seguito da un fantastico tagliere di terra composto da: prosciutto crudo di Oliena, ricotta mustia di Thiesi, salsiccia e coppa di Ploaghe, pancetta di Samassi. Gli antipasti terminavano quindi con un gradevolissimo guazzetto di cozze e pomodori.
 

Su Zilleri - Linguine ricci e favette

Su Zilleri – Linguine ricci e favette

 

Interessanti e gustosi i primi piatti, due paste che combinavano entrambe, nei loro condimenti, un ingrediente di terra e uno di mare. L’Ingegner Marrocu optava per linguine con cocciulas (arselle) e asparagi, mentre Jesus e il Raschione Ettore gustavano delle clamorose linguine alle favette e ai frutti di mare: «Scusate, ma uno di voi due non era fàbico?». Jesus: «Ingegnere, se un giorno mi vedrete accasciare al suolo, saprete perché!»
Come già anticipato, dopo i primi piatti decidevamo di passare direttamente al dessert: sebada al miele di acacia («lo saprò pur riconoscere il sapore di un miele, no?») per l’Ing.Marrocu e uno scenografico tiramisù con savoiardi di Fonni per Jesus e il Raschione. I dolci venivano (su richiesta) valorizzati da uno strepitoso (non per il blasfemo Jesus: «secondo me ha il sapore di uno spumante da 2 euro!») moscato d’Asti DOCG “I vignaioli di S.Stefano” del 2010. Quello che doveva essere un assaggio ha rischiato di trasformarsi in un infinito tracannamento, dato che la bottiglia di moscato è stata incautamente lasciata sul tavolo dei burricchi.
 

Su Zilleri - Tiramisù

Su Zilleri – Tiramisù

Su Zilleri - Sebada

Su Zilleri – Sebada

 

Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e, dopo varie contrattazioni sugli amari, con un caratteristico whiskey “Laphroaig”, invecchiato dieci anni e dal particolare sapore, distintamente affumicato.
Costo complessivo, 60€ cadauno, da ritenersi appena lievemente superiore al giusto dovuto, per una ciccionata comunque di elevato livello e di indubbio prestigio.

 

Caratteristico, romantico, accogliente, il ristorante “Su Zilleri ‘e su Doge” presenta in tutti i suoi particolari i pregi e la mano attenta dello chef Ara. Notevole la qualità delle materie prime utilizzate, mentre l’approccio della cucina risulta senza dubbio ricercata e non banale. Gli unici appunti sono legati all’indisponibilità di alcune pietanze e un limitato numero di liquori presenti in cantina. Quattro burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Su Zilleri ‘e su Doge”: Quattro Burricchi.
Ristorante Su Zilleri ‘e su Doge Indirizzo: Piazza S.Giuseppe 2, Cagliari
Telefono: 3271542216    [mostra in google maps]
 

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ott 12 2013

Il Tegamino Bianco – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Tegamino Bianco - Interno

Tegamino Bianco – Interno

 

Il tegamino è bianco. E’ bianco e sta sui fornelli. Il tegamino sta sui fornelli, e accanto a se ha un cuoco, una massaia; un impiegato, uno sciupafemmine, un marito premuroso o un azzeccagarbugli qualunque, che già per lui prevedono un dovere e una missione, una improrogabile incombenza sull’avanzare del proprio desiderio. Questa sera, in cucina, sarà lui a portare a termine un piccolo ed importante disegno, a determinare la gioia o il disgusto, la noia o la passione, la solitudine o il calore di una festa. E’ solo un tegamino, per di più è bianco, ma quando il coperchio spalanca e per un istante e accoglie i nostri culinari propositi, si trasforma nel primo protagonista della nostra vita: mica poco!
 

Tegamino Bianco - Tris d'autunno

Tegamino Bianco – Tris autunnale

 

Ottobre, giovedì sera. Già vien quasi tenerezza nel ricordare, a distanza di pochi giorni, il colossale appuntoramento che colse l’Ing.Marrocu in quel di Quartu S.Elena, e che ha scandito, nel regolare proporsi di fragorosi starnuti e nell’orografico accumularsi di fazzoletti di carta nei pressi del nostro tavolo, il progressivo evolversi della serata, di cui addì dodici andremo a dar rendiconto; serata, anormalmente organizzata in giorno feriale, proprio per venire incontro  alle esigenze dello stacanovista Ingegnere, che dapprima dichiarava di dover lavorare tutto il weekend – quindi potendo manco meno ipotizzare di scrivere lui questa recensione – per poi comunicare di aver cambiato turno. Tra l’altro, le maldestre quanto inefficaci precauzioni epidemiologiche dell’Ingegnere, hanno prodotto la prima vittima: Jesus, che mentre vi scrive ha la febbre prossima ai 101 gradi Fahrenheit!
 

Tegamino Bianco - Antipasti

Tegamino Bianco – Antipasti

 

E quindi, in quel di Quartu il Triumvirato del Donkey Challenge si ritrovava una sera, supportato dalla gentile ed eterea presenza della Donna del Presidente (DDP), da subito scorgendo, al puntualissimo incontro, l’uscio del novello ristorante “Il tegamino bianco”, che non poco anonimamente si propone sulla Via: la non centralissima “Luigi Merello”.
Apprezzando infinitamente l’araldica denominazione, accomodante l’archetipo dell’utensile di uso comune, suggeriamo di dotare la facciata esterna di insegna e lanternine d’atmosfera, onde rendere più accattivante l’ingresso. Superato quest’ultimo, ci si immette nello spoglio cortile di quella che appare, almeno strutturalmente, una magione campidanese, con copertura sviluppata a forma di elle. Escluso, per il clima non più generosissimo la possibilità di desinare all’aperto, procediamo lateralmente verso l’interno per poi, superato un breve vestibolo, accedere alla sala principale del ristorante.
 

Tegamino Bianco - Tris di primi

Tegamino Bianco – Tris di primi

 

L’atmosfera e lo stile della sala da pranzo sono deliziosamente costruiti sui principi di un arredamento elegante, minimale e moderno. Gli spazi si distribuiscono lungo uno uno splendido pavimento in legno rustico chiaro, dal quale emergono dei tavolini squadrati bianchi, con base impermeabile bruna, che rende superfluo l’utilizzo di tovagliame d’appoggio. Le tonalità cromatiche alle pareti e i punti luci si sviluppano con il raffinato equilibrio tra le sfumature del bianco e del grigio, mentre gli specchi e gli originali suppellettili d’arredo, donano un indiscusso tocco di classe a tutto l’ambiente. Annotiamo positivamente, infine, l’eleganza e la cura della toilette per la quale, invero, dobbiamo segnalare un piccolo difetto dell’uscio: maniglia della porta, rimasta in mano prima al Raschione, poi allo stesso Jesus, che si è dovuto ingegnare per ripristinarla.
 

Tegamino Bianco - Raviolini allo zafferano

Tegamino Bianco – Raviolini allo zafferano

 

Il servizio in sala, di sicuro livello, è garantito (per quanto abbiamo intuito) dagli stessi soci che hanno preso in carico il ristorante: una solare ed elegante signora – con abbigliamento in tinta all’ambiente – e un più informale collega: eleganza prossima a quella di Jesus, fate voi. Il terzo socio apprendiamo essere il cuoco, ovviamente indaffarato in cucina.
Notevole il menù, in particolar modo per la non convenzionalità delle pietanze, ma per certi versi dispersivo nella presentazione. Per definire il nostro percorso ci districhiamo tra le varie proposte, attingendo dall’interessante “Menù dell’oste impazzito” (di base 20 euro, per i nostri più susunki lettori), dalle “Specialità d’Autunno” e dal Menù a la carte. Volendo spaziare “per monti e per mare”, decidiamo di scegliere un rosso di prestigio: IGT Isola dei Nuraghi “Cagnulari”, delle cantine Chessa di Usini, perfettamente mesciuto dalla titolare e, come consuetudine, ben valutato dall’Ing.Marrocu.
 

Tegamino Bianco - Asado australiano

Tegamino Bianco – Asado australiano

 

Dopo un primo brindisi, con un prosecco di benvenuto, i burricchi potevano dar fuoco alle polveri, e allora esordire con un assaggio di eccellenti ostriche di San Teodoro, degustate dai tre quarti dei commensali, perché alla DDP non piacciono!
La naturale tendenza femminile all’inedia, si è più volte manifestata durante tutta la cena, tanto da dover richiedere un super lavoro mandibolare da parte di Jesus per consumarne gli avanzi, e infino provocare l’interessata presa di posizione da parte dell’Ing.Marrocu: «la prossima volta mi siedo io vicino a lei!». Gli antipasti proseguivano quindi con un fantastico tris di prelibatezze: baby sufflè al pecorino erborinato “Brebiblu” (prodotto da Argiolas, erroneamente traslitterato come “Breby blu”), crostini con lardo e spolverata di tartufo nero,  cono (in realtà fagottino) di frittura di polpettine di carne e funghi porcini; il tutto accompagnato da presenza abbondante di foglie di songino (valerianella). Seguivano poi: crostini di burrata e alici su letto di carasau e songino, con condimento di un’erbetta aromatica non meglio identificata (Jesus l’aveva indicata come cipollina, ma il pistillo nero ci fa dubitare); ottime frittelle con fiori di zucca e pecorino e, per terminare, goduriosa impepata di cozze, ingurgitata per la metà delle porzioni da Jesus, in virtù del fatto che la DDP ne gradiva solo il sugo di condimento! Nota di merito, vogliamo anticipare, per la qualità estetica dei piatti da portata, mentre l’ingegner Marrocu, per ragioni di funzionalità manuale, si è più volte lamentato della usabilità delle forchette! Segnaliamo, infine, cestinetti di pane d’accompagno molto gustosi.
 

Tegamino Bianco - Creme Caramel

Tegamino Bianco – Creme Caramel

 

Primi piatti. Nel mentre che la DDP sceglieva sobriamente di dedicarsi ad un’unico primo piatto, gli ingordi triunviri pretendevano di ordinare un tris di pietanze che comprendessero quella di cui sopra: raviolini in crema di zafferano e brebiblu, paccheri al ragù di bue rosso, cous cous di pesce (nell’occasione astice) e verdure del “tegamino bianco”. Buonissimi!
Non paghi, i quattro (i tre) divisavano almeno un assaggio di carne. Dalla voluminosa proposta di carni alla brace, estrapolavano quindi un allettante asado australiano, servito praticamente vivo, con salsa chimichurri, su letto di pane carasau e decoro di rosmarino e pomodorini: eccellente!
 

Tegamino Bianco - Tiramisù retrò

Tiramisù retrò

Tegamino Bianco - Cheese cake

Cheesecake

 

La cena andava quindi concludendosi con i dessert: tiramisù “retrò” con amarene e piccolo cachi in recipiente di latta, su basamento di ardesia, per Jesus e DDP, creme caramel (senza lattosio) per l’Ing.Marrocu, cheesecake alle fragole e caramello per il Raschione, inevitabilmente accompagnati da ottimo passito di Pantelleria.
Fattosi tardi, e in considerazione della prossima dipartita del moribondo Ingegnere, i commensali decidevano di terminare le ostilità, senza caffè o amari. Costo complessivo della cena, 40€ cadauno, da giudicarsi un 20% al di sotto del giusto dovuto, in considerazione di qualità di portate e servizio.

Quartu Sant’Elena ci stupisce una volta di più, per l’ospitare un ulteriore nuovo ristorante di alto livello. Ambientazione elegante, servizio puntuale ed attento, menù originale ed appagante, attenzione estetica per i dettagli, fanno del “Tegamino bianco” un sicuro ricettacolo di amanti della cucina. Qualche segnalato difetto possiamo attribuirlo alla prima fase, di rodaggio e di apertura. Quattro burricchi con menzione speciale per l’ambientazione.

 


VALUTAZIONE “Il tegamino bianco”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il tegamino bianco Indirizzo: Via Merello 166, Quartu S.Elena
Telefono: 0708676237    [mostra in google maps]
 

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mar 31 2012

MeC Puddu’s – Cagliari

 Scritto da Ettore | 11 commenti | Commenta

MeC Puddu's - Logo

MeC Puddu's – Logo

 

Terza settimana di Quaresima, terza settimana di sacrifici e di astinenze, soprattutto per taluni parsimoniosi somari, che eleggono tale ricorrenza quale centoduesima scusante al fine di non partecipare all’irriverente sacrificio dei doni della terra e del mare che ogni weekend, puntuale, si consuma. In una settimana di tensioni sociali gli stoici Ettore e Jesus si ritrovano inoltre privi dello scioperante sempre (sovra)stimato, quanto non giustificato e per questo ammonito, Ing. Marrocu. Onore ai diffidati! potrebbero intonare le frange più estremiste dei nostri ultras, ma attenzione: i diffidati prima o poi vengono squalificati… A parziale risarcimento dell’assenza del meno attivo dei Triumviri arriva l’inaspettata partecipazione del burriccu Ing. Melis, recentemente proiettato verso nuovi, quanto lontani nel tempo(leggi 10 anni…), traguardi scientifici. In verità la partecipazione del suddetto si rivelerà rientrante in una diversa interpretazione dei criteri di susunkaggine secondo cui l’accezione della meta eletta per l’occasione avrebbe potuto implicare una spesa contenuta.

MeC Puddu's - Interno

MeC Puddu's – Interno, Dott.Melis

 

Alle 12:55 di sabato i tre compagni di ciccionata si ritrovano presso MeC Puddu’s, immancabile meta turistica del lungomare di Santa Maria Navarrese, che presenta un’offerta in chiave fast food della cucina tipica ogliastrina e barbaricina, balzato agli onori della cronaca per una singolare disputa legale sul nome iniziale (Mc Puddu’s), è approdato a Cagliari da poco meno di un mese e ha subito incontrato il gradimento di una clientela che difficilmente non satura la disponibilità di posti a sedere. Il locale si presenta come un’unica sala, piuttosto un largo corridoio, interrotto da due vistose volte a crociera, con pareti colorate di vivaci colori pastello e impreziosite da gigantografie di paesaggi della nostra isola e dei piatti offerti. Dirimpetto all’ingresso si trova il bancone presso cui possono ritirarsi i piatti pronti e la cassa per le ordinazioni, mentre un piccolo arco nasconde l’ingresso alle cucine e ai servizi. I clienti trovano sistemazione su comode sedie in legno e vimini presso robusti tavoli in legno. Il locale dispone di una sessantina di coperti. Il servizio offerto è quello tipico del fast food, secondo cui i clienti effettuano le ordinazioni alla cassa e ricevono in comodato una sorta di cicalino che vibra nel momento in cui i piatti ordinati son pronti al bancone, consentendo nell’attesa piacevoli conversazioni presso il proprio tavolo.

MeC Puddu's - Antipasti

MeC Puddu's – Antipasti

 

Veniamo accolti da una persona distinta, che ha l’aria di essere uno dei gestori, dall’aspetto che ricorda vagamente qualche personaggio di qualche famosa serie televisiva, e dalle geometrie che indicano una certa attitdine ad assaggiare e testare il cibo e la birra offerta alla clientela. Veniamo istruiti, sebbene ce ne fosse bisogno dopo aver letto le opportune indicazioni nei menu, sulle modalità di fruizione del servizio e sui piatti e le bevande forti del posto. Dopo una poco democratica seduta presieduta dal solito Jesus i burricchi deliberano per un percorso in due tappe: la prima con antipasti e primi, propedeutica a quella per i secondi piatti. Grande lo stupore nell’osservare il cicalino vibrare al momento del ritiro dei primi vassoi, grande quanto lo spettro dell’ennesima spesa poco susunku-friendly alla presentazione del primo scontrino per il burricco Melis.

MeC Puddu's - Culurgiones al sugo

MeC Puddu's – Culurgiones al sugo

 

Non usuale la scelta della bevanda con cui i somari decidono di innaffiare quello che si preannuncerà un sostanzioso pasto: dell’ottima birra artigianale (base Weiss 16-71), servita in bottiglie da 50cl, in numero stimato in maniera eccessiva da chi Vi scrive, anche per far lievitare i costi del pasto al fine di onorare la presenza del ricorrente ospite dal palato fine, che non perde occasione per far presenza nei locali più blasonati del panorama gastronomico cagliaritano a mezzo di convenienti promozioni. Scegliamo per una composizione di antipasti che prevede tagliere(Taggeri Supramonte), di gradevoli salumi, formaggi e funghi di produzione olienese, stuzzicanti mozzarelline fritte, bocconcini di pane pistoccu fritto(Pistoccu Friggiu) e ottimi Gathulius, anelli di patate e formaggio fritti di produzione ogliastrina.

MeC Puddu's - Bue rosso patatine

MeC Puddu's – Bue rosso patatine

 

Con apprezzabile tempismo, giusto al termine degli antipasti, il gadget vibrante richiama la comitiva ainìna al banco per ritirare i primi piatti. Trattasi di culurgiones al ragu per Jesus e il burriccu Melis, e laneddos al sugo, una sorta di gnocchi di patate non schiacciati al centro, ricavati da un unico sfilatino di pasta tagliato a fette, per il buon Ettore. Dobbiamo sicuramente appuntare una lieve flessione nella qualità imputabile al sugo, poco saporito ed eccessivamente amalgamato col formaggio, formaggio che sarebbe stato preferibile fosse dosato dal cliente piuttosto che dal cuoco. Terminati i primi piatti si decide per proseguire la carrellata calorica con un secondo piatto e la scelta premiata è un’altisonante bistecca di bue rosso, esemplare caratteristico delle campagne dell’Oristanese, con contorno di patate fritte. Singolare come all’atto dell’ordinazione non sia stato contrattato il tipo di cottura(al sange, media, cotta) della carne con l’addetto alle ordinazioni, addetto con cui si è consumato al termine del pasto una composta disputa sulla responsabilità di tale mancanza.

MeC Puddu's - Tiramisù

MeC Puddu's – Tiramisù

MeC Puddu's - Creme caramel

Creme caramel

 

Da parte sua il cuoco ha salomonicamente optato per una cottura media della carne, soddisfando solo parzialmente i gusti dei tre esigenti avventori, avventori che devono registrare una bistecca servita eccessivamente fredda, episodio in seguito chiarito dal gestore del locale e imputabile ad un problema tecnico che ha portato ad una sovrapposizione delle numerose commesse per la cucina.

MeC Puddu's - Birra artigianale

MeC Puddu's – Birra artigianale

 

La prelibatezza del bovino rosso non è stata potuta assaporare nella pienezza del sapore dai meno nobili quadrupedi anche perchè non è stata valorizzata da un opportuno condimento con aglio e prezzemolo, che consigliamo di prevedere nell’offerta. Il pranzo si concluderà con tre deliziosi dessert di produzione artigianale: tiramisù della casa per Ettore e il Dott. Melis e un sempre casereccio Creme Caramel per l’ipertricotico Jesus, gentilmente offerti dalla casa. Il costo del pranzo è stato quindi di 36,84€ cad. burriccu, in realtà gonfiato di un eccesso di bottiglie di birra non consumate, ma in linea con la qualità dell’offerta. La qualità e la genuinità degli ingredienti, unita alla particolare modalità di fruizione del fast food e ad un’offerta di piatti tipici ampia e variegata fanno di MeC Puddu’s una meta irrinunciabile per il turista occasionale e per l’avventore casuale che premia le scelte parsimoniose. L’accezione di fast food indurrebbe il cliente distratto ad aspettarsi tempi celeri di preparazione, ma la particolarità dei piatti proposti richiedono tempi di preparazione considerevoli, seppur ben gestiti grazie al sistema di segnalazione tramite cicalino, nonostante il gran numero dei presenti in sala, con tutti i coperti occupati e momenti di coda all’ingresso.
A dispetto di una esperienza che parrebbe non indimenticabile, considerata la recentissima apertura e il periodo fisiologico per arrivare ad una gestione ottimale della folta clientela, ma soprattutto la qualità delle materie prime conferisce al locale grandi potenzialità di miglioramento, che sintetizzerei con un giudizio di tre somarelli meno meno.

 

VALUTAZIONE “MeC Puddu’s”: Tre Burricchi.
Ristorante MeC Puddu’s Indirizzo: Via Sassari 136, Cagliari
Telefono: 3202783444 [mostra in google maps]

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