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mar 29 2014

Su Zilleri ‘e su Doge – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Su Zilleri - Ingresso

Su Zilleri – Ingresso

 

Giocoforza attendendo il weekend e già scordandomi, in realtà, quando tutto ciò accadde, è tangibilmente ostico e faticoso narrare di tre asini vagabondi, di tre consumati e scostumati burricchi sellati, che nel loro impreciso e imprevedibile errare gozzovigliano impunemente per le Vie di una Città che, oramai, conoscono a menadito e della quale potrebbero mentalmente riprodurre ogni singolo dettaglio e sfumatura architettonica.
Fanno questo, invero, su un certo blog; mai però descrivendo panorami o anfratti, piuttosto concentrandosi, ad esempio, sulla regolarità di un chicco di riso, sulla lucentezza di una cocciula o sull’armonia strutturale di una zuppetta di cozze.
 

Su Zilleri - Interno

Su Zilleri – Interno

 

E anche oggi questo faremo, verificando se il recensendo “Su zilleri ‘e su Doge” (Lett.: l’osteria del Doge), in una Domenica di friusu de galera, si sia o meno meritato il titolo di ristorante sellato, garantendosi per questo il diritto di esporre il celeberrimo e prestigioso adesivo del Donkey Challenge.
Su “Zilleri” è un pittoresco locale collocato – in raccordo con la Piazza S.Giuseppe – al termine di Via Santa Croce, splendida e storica passeggiata cagliaritana, che accarezza l’omonimo bastione e dalla quale si può ammirare uno degli scorci più suggestivi della città. Ivi convergevano in tarda mattinata, Jesus il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, con logistica poco eco-compatibile, giusto una settimana fa.
 

Su Zilleri - Cruditè

Su Zilleri – Cruditè di mare

 

Su “Doge”, non può che essere il titolare della osteria, lo chef Claudio Ara, le cui gesta in cucina abbiamo in passato avuto modo di raccontarVi. Meno c’entra, dobbiamo dirlo per quanto noi si possa capire, il tema di Venezia, che compare nel nome e nelle grafiche del locale, ma che mai riusciremo a individuare nel menù, né tantomeno nella ambientazione, apparentemente legata e a doppio filo con le inconfondibili tradizioni nostrane.
Gli spazi all’interno del ristorante si distribuiscono su tre ambienti: un vestibolo di ingresso, una piccola sala da pranzo accogliente e luminosa, e una terza sala più in penombra, sul fondo. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala centrale, dominata da un’ampia finestra che dà su Via Santa Croce e caratterizzata da belle pareti bianche, decori in pietra, una bella specchiera d’epoca e da tanti piccoli suppellettili che ricordano la vecchia vita contadina.
 

Su Zilleri - Antipasti

Su Zilleri – Antipasti

 

E’ lo stesso chef Ara, in versione maître, a dirigere le operazioni, e finanche assisterci al tavolo, per un servizio che nel complesso si dimostrerà informale ma impeccabile. La cucina, e gli ingredienti in particolare, sono orgogliosamente tipici del territorio sardo, declinati con spunti non banali e assolutamente gradevoli. Durante il pranzo arriverà in sala fiananco un pescatore locale, brandendo due – parevano – palinurus regius (aligustas birdi) vive, che non avremo comunque modo di assaggiare per mancanza (ahimè) di ulteriore spazio nello stomaco. La contrattazione sulle pietanze e sul vino si dimostrerà non del tutto lineare, data la recente chiusura per ferie del ristorante, non ancora a regime dal punto di vista degli approvvigionamenti. In effetti, l’Ingegner Marrocu pareva andar a scegliere sistematicamente i piatti e le etichette quel giorno non disponibili. Alla fine, la cernita del nettare è ricaduta, per caloroso consiglio di Ara, su uno spettacolare IGT “Dignu” delle Cantine Depperu di Luras: un nebbiolo (rosso) vinificato bianco!
 

Su Zilleri - Linguine cocciulas asparagi

Su Zilleri – Linguine cocciulas asparagi

 

Dopo aver divorato, a testa, mezzo chilo di pane abbrustolito e carasau, accompagnati da un eccellente olio extra-vergine d’oliva “Sa mola de Orri” di Sarroch, iniziavano ad arrivare al tavolo i primi antipasti, nella fattispecie una graditissima insalata di carciofi, rucola, bottarga e scaglie di formaggio pecorino granglona; vivamente consigliata a chi adora i gusti amarognoli. Seguiva quindi una sontuosa cruditè di scampi e gamberi rossi di Villassimius, accompagnati da salsa vinaigrette, sale aromatizzato delle Hawaii (probabilmente la località delle ferie!) e pepe nero. Ancora, trippa (che Jesus non gradisce di suo, ma i commensali hanno apprezzato) di bue rosso con sugo di pomodoro e mentuccia, seguito da un fantastico tagliere di terra composto da: prosciutto crudo di Oliena, ricotta mustia di Thiesi, salsiccia e coppa di Ploaghe, pancetta di Samassi. Gli antipasti terminavano quindi con un gradevolissimo guazzetto di cozze e pomodori.
 

Su Zilleri - Linguine ricci e favette

Su Zilleri – Linguine ricci e favette

 

Interessanti e gustosi i primi piatti, due paste che combinavano entrambe, nei loro condimenti, un ingrediente di terra e uno di mare. L’Ingegner Marrocu optava per linguine con cocciulas (arselle) e asparagi, mentre Jesus e il Raschione Ettore gustavano delle clamorose linguine alle favette e ai frutti di mare: «Scusate, ma uno di voi due non era fàbico?». Jesus: «Ingegnere, se un giorno mi vedrete accasciare al suolo, saprete perché!»
Come già anticipato, dopo i primi piatti decidevamo di passare direttamente al dessert: sebada al miele di acacia («lo saprò pur riconoscere il sapore di un miele, no?») per l’Ing.Marrocu e uno scenografico tiramisù con savoiardi di Fonni per Jesus e il Raschione. I dolci venivano (su richiesta) valorizzati da uno strepitoso (non per il blasfemo Jesus: «secondo me ha il sapore di uno spumante da 2 euro!») moscato d’Asti DOCG “I vignaioli di S.Stefano” del 2010. Quello che doveva essere un assaggio ha rischiato di trasformarsi in un infinito tracannamento, dato che la bottiglia di moscato è stata incautamente lasciata sul tavolo dei burricchi.
 

Su Zilleri - Tiramisù

Su Zilleri – Tiramisù

Su Zilleri - Sebada

Su Zilleri – Sebada

 

Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e, dopo varie contrattazioni sugli amari, con un caratteristico whiskey “Laphroaig”, invecchiato dieci anni e dal particolare sapore, distintamente affumicato.
Costo complessivo, 60€ cadauno, da ritenersi appena lievemente superiore al giusto dovuto, per una ciccionata comunque di elevato livello e di indubbio prestigio.

 

Caratteristico, romantico, accogliente, il ristorante “Su Zilleri ‘e su Doge” presenta in tutti i suoi particolari i pregi e la mano attenta dello chef Ara. Notevole la qualità delle materie prime utilizzate, mentre l’approccio della cucina risulta senza dubbio ricercata e non banale. Gli unici appunti sono legati all’indisponibilità di alcune pietanze e un limitato numero di liquori presenti in cantina. Quattro burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Su Zilleri ‘e su Doge”: Quattro Burricchi.
Ristorante Su Zilleri ‘e su Doge Indirizzo: Piazza S.Giuseppe 2, Cagliari
Telefono: 3271542216    [mostra in google maps]
 

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ott 20 2012

Ristorante La Cantina del Ritual – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Ritual - Ingresso

Ritual – Ingresso

 

Da quel della notte dei tempi, quando un cielo plumbeo soffocante di morte, venne trafitto da mille e uno tormenti di luce, e un divino germoglio di vita – che poi si rivelò ahimè OGM –  piovve incerto sull’arida Terra scura, sferzato dal carezzevole soffio del fato, tre e più burricchi celebrano il loro non imponderabile mito;

celebrano l’opulenza,
celebrano le passioni,
celebrano l’umana gaiezza che vince sulla mestizia,
celebrano la vita.
E nel celebrarla, il loro Mito si ripete nei secoli, e nei secoli.
 

Ritual – Interno

 

Allorquando il Donkey Challenge era soltanto un germoglio d’idea, celato alla luce dal malsano fango della mente dei Burricchi, una prima sferzante passione diede impulso all’istituirsi del sacro rito della Ciccionata. L’occasione fu un pranzo, celebrato con tripudio di gusto e travolgente piacevolezza alimentare, al ristorante Sa Piola.
Per ritrovare e riaccendere tale licenziosa passione, i Triumviri, poi Biumviri, poi ancora Triumviri, hanno puntualmente ed assiduamente riproposto il laico rituale, documentato su queste pagine. Quest’oggi, in occasione della ciccionata CXXXIII, cento oltre gli anni di Jesus – Presente il Burriccu Pg, fondatore, poi esautorato con Capitis deminutio Maxima -, sentiamo ancora quella stessa carezza vitale e qui ritroviamo il medesimo chef – Claudio Ara – che a quel tempo esprimeva la sua Arte in quel de “Sa Piola”.
 

Ritual - Pre antipasti

Pre antipasto

Cruditè di gamberi

Insalata di granchi

 

 

 

 

 

 

 

Lo chef Ara, ha quindi preso in gestione (non ci è dato di sapere per quanto) il ristorante, integrato all’interno del pittoresco “Ritual caffé”, lounge bar/disco pub il cui spirito, celato agli avventori durante la cena, improvvisamente prende vita («Esti cumminzau su Burdellu!» cit. C. Ara) sul finire della serata.
 

Ritual – Arselle a sa schiscionera

 

Il piccolo ingresso del locale, collocato nella via Università (al ri-evocativo 33), lungo la passeggiata che porta verso il Bastione di St.Remy, è di per sé un piccolo altare, edificato in onore dei prodotti della nostra Terra, approntato con piante ornamentali, tuberi, miceti e frutti di stagione; il cliente che varca la soglia, si inchina di fronte al tabernacolo, e prosegue per un ambiente affascinante e caratteristico.
Il ristorante, si trova infatti alloggiato in un’antica cantina scavata nel tufo, e porta con sé tutte le suggestioni e i difetti (l’umido, anche se ben tollerabile) di una grotta. Le sale da pranzo si articolano su due livelli. Al piano superiore il bancone del bar/zona cucina, lascia spazio a pochi tavoli immersi in un genuino ma sobrio tripudio di prodotti, decori e suppellettili di origine contadina, armonizzati da un sapiente utilizzo di candele, punti luce e un ben utilizzato impianto di riproduzione acustica. Scendendo lungo una impegnativa scala con ringhiera in ferro battuto, si arriva poi alla seconda sala, più estesa ed ordinata negli spazi, in cui compaiono congiuntamente botti da vino e i faretti del discopub. Qualche difetto, invero, possiamo trovarlo nella non impeccabilità dei servizi igienici e per qualche molesto cavo “a vista” individuato sulle pareti.
 

Ritual - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Ritual - Coccio di polpo con patate

Coccio di polpo con patate

 

La sera di Venerdì, alle 21.05 Jesus, il Raschione Ettore, il Burriccu Pg e il dott.Melis, dopo le varie riprovevoli attese, cagionate insindacabilmente dai due ospiti, venivano fatti accomodare in un bel tavolo squadrato in legno, giusto a ridosso del parapetto verso il livello inferiore.
Il servizio in sala, assolutamente puntuale (molto gradito il sistematico cambio di stoviglie e posate, quasi dopo ogni pietanza), preciso e avveduto, veniva garantito da un giovane ragazzo, gentile, diligente e metodico, oltre ché dallo stesso chef, in termini più informali, ma con inappuntabile livello e professionalità.
 

Ritual - Boccaccetto di Claudio Ara

Ritual – Boccaccetto di Claudio Ara

 

Coscientemente e concordemente, convenivamo con lo chef, di «andare per mare» (ovviamente sono presenti in menù anche i piatti di terra), in quella che si dimostrerà essere non una semplice degustazione di antipasti, ma una vera liturgia del buon gusto! La cucina del Ritual, sposa in maniera intelligente ed assoluta le tradizioni enogastronomiche della Sardegna, senza concedere troppo spazio ai giochi di fantasia e ordine estetico, prendendo sempre spunto da materie prime di assoluto valore e qualità, preparate e cucinate con un’attenzione finanche maniacale.
Congiuntamente agli antipasti e ai primi piatti, abbiamo avuto modo di ordinare il vino per la serata. Dapprima si sceglieva un vermentino DOCG superiore “Canayli” della “Cantina Gallura”, per poi concludere con un altrettanto ottimo Bianco IGT di Tharros “Karmis” delle cantine “Contini”, ben evidenziato all’attenzione dei nostri lettori, in numerose occasioni.
 

Ritual - Paella di fregola sarda

Ritual – Paella di fregola sarda

 

Durante l’attesa per gli antipasti – non brevissima nonostante l’esiguo numero di avventori –  abbiamo avuto modo di verificare come questi venissero preparati sul momento (spesso non è scontato), con tanto di rumori di coltelli, affettatrici e mixer, provenienti dal bancone del bar: «beh, possiamo essere sicuri che non li stanno togliendo dal frigo!».
Come pre-antipasto, oltre che gli appetitosi cestini di pane bianco, integrale e carasau – accompagnati da un prestigioso extravergine d’oliva Villa d’Orri – siamo stati “intrattenuti” da una singolare insalatina di cardi selvatici, pomodori secchi e olio d’oliva: buonissima!
 

Ritual - Linguine alle arselle

Ritual – Linguine alle arselle

 

Al cospetto dei quattro burricchi commensali (che subitamente avvinazzati iniziavano a degenerare con filosofiche citazioni e video-proiezioni dotte) arrivavano quindi: cruditè di gamberi di Villasimius, con insalatina di rucola e salsa vinaigrette; insalata di granchietti, con gustosissimi pomodori tritati; arselle a “sa schiscionera” (preparate con la loro stessa acqua di decantazione); strepitoso guazzetto di cozze, con pomodori tritati su letto di carasau; “coccio” di polpo (incredibilmente morbido), con patate lesse, per concludere con una caratteristica invenzione dello chef: il “boccaccetto” di Claudio Ara, ossia un particolare barattolo in vetro per il sottovuoto, dove vengono fatti cuocere (a mo’ di conserva, a vapore) verdure, gamberi, calamari, cozze e arselle, serviti in tavola sigillati nel medesimo contenitore di cottura. Chapeau!
Spazio rimaneva ahimè (avremmo voluto assaggiare tutto il menù à la carte!), per due soli assaggi di primi: Paella di fregola sarda tostata, condita con calamari, gamberi, cozze e arselle; linguine alle arselle di Santa Gilla. Per queste ultime (buonissime), lamentandosi Jesus su un presunto eccesso di sapidità, il cameriere ci informava che erano state giustamente cotte con la propria acqua, senza aggiunta alcuna di sale, e scappava via inorridito al suggerimento di infilare una patata nella pentola. «lo perdoni, Jesus vede la patata dappertutto!»
 

Ritual-Dessert

Ritual-Dessert

 

L’ultimo disperato cantuccio disponibile, l’abbiamo fortunatamente ritrovato, per assaggiare i dolci del ristorante, delle vere e assolute prelibatezze:  cheesecake alla salsa di fichi d’india (delicatissima, nonostante la nomea del frutto) per il Raschione, Tiramisù della casa per il Dottor Melis, panna cotta alla salsa di fichi d’india per Jesus, cheesecake ai frutti di bosco (fragole, vedere commento di Pg, ndr.) per Pg. Tutti preparati con eccellente latte caprino (il sapore era ben evidente).
La cena si è conclusa con due (ottimi) caffè per Jesus e Pg, una grappa barricata per Jesus e tre liquori di liquirizia “Eclisse”  (Eccellente) per gli altri commensali.
Costo finale complessivo, 55€ cadauno, da giudicarsi assolutamente adeguati alla qualità di piatti e del servizio, auto elevati a 60€, come giusta e doverosa mancia «per i ragazzi…»

Cosa dire, dello chef Ara abbiamo avuto già modo, indirettamente in passate occasioni, di cantare le gesta e tessere le lodi che, transitivamente, dobbiamo riferire quest’oggi a “La Cantina del Ritual”. In un ambiente suggestivo e romantico, potete ritrovare i vecchi sapori della Sardegna più autentica e genuina. Quattro burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “La Cantina del Ritual”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Cantina del Ritual Indirizzo: Via Università 33, Cagliari
Telefono: 070652071    [mostra in google maps]
 

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