☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
gen 22 2014

Ristorante Cibò Qibò – Terralba

 Scritto da Jesus | | Commenta

Cibò Qibò - Interno

Cibò Qibò – Interno

 

Intrappolata negli incubi della mente, confinata entro una impenetrabile trama multicolore, fatta di sensazioni, bisogni, desideri, la vera realtà è un unico fermo immagine colto nel centro di una sala da ballo, al culmine di una passionale ed isterica danza, in cui i ballerini si scambiano ripetutamente, senza una logica né predeterminazione, di partner.
Piccole mutazioni, possibili entro questi metafisici confini di apparenza, ci consentono di approssimare un modello o una sua istanza, per assecondare al nostro interesse e alla nostra intelligibilità, ciò che è al di fuori della nostra portata razionale, e che mai riusciremmo altrimenti a cogliere nella sua essenza. Ecco così che non vi sembrerà anomalo, mutare il vostro più istintuale ordine biologico, reindirizzando lo stesso concetto di “cibo”, verso una semiotica più eccentrica e concettuale. Ma la vera questione è: cosa significa “Qibò”???
 

Cibò Qibò - Antipasti di mare

Cibò Qibò – Antipasti di mare

 

Iniziamo volenterosi questa nuova avventura, che ci porterà una volta di più lontano, oltre l’orizzonte del cielo cagliaritano, per volontà della indecifrabile macchina delle ciccionate, decretante, per intermediazione del Raschione Ettore, una ulteriore avventura in quel di Terralba.
Arriva, come suo solito mesu drommiu, Jesus la Domenica mattina, all’appuntamento con gli altri due burricchi, programmato al consueto transitorio punto di incontro, sulla via della S.S.131: parcheggio “Mediaworld” di Sestu. Dopo brevi immutabili convenevoli, si decideva quale sarebbero stati vettore e auriga che avrebbero condotto il Donkey Challenge verso la gloria. Il fato volle che l’ancient wolkswagen dell’Ing.Marrocu, in accoppiata con lo stralunato Jesus venissero irrazionalmente, scelti. Il Raschione Ettore decretava quindi essere l’ora successiva, una delle più a rischio della sua vita, dal punto di vista della sicurezza e della incolumità fisica, predisponendo allora, sul sedile di dietro, le prime accortezze per la necessaria tutela personale.
 

Cibò Qibò - Cruditè di mare

Cruditè di mare

Cibò Qibò - Zuppetta di cozze e arselle

Zuppetta cozze e arselle

 

Dopo circa cinquanta minuti di viaggio, passati per lo più ad evitare le buche della statale, i gaggi lanciati a 180km/h, e le pontificazioni dell’Ing.Marrocu, sotto il costante diluvio domenicale, i Triumviri parcheggiavano in Via Marceddì, giusto in fronte al ristorante “Cibò Qibò”, immediatamente adiacente ad un altro locale, recentemente visitato e pluriburriccato dai tre corsari della ristorazione sarda.
 

Cibò Qibò - Tagliatelle rucola bottarga

Cibò Qibò – Tagliatelle rucola bottarga

 

Il “Cibò Qibò”, al suo interno, è piacevolmente intimo ed accogliente. L’atmosfera è quella di un locale tipico degli anni ’80, articolato in un’unica grande sala, caratterizzata da colonne e decori rosa salmone, una zona bar angolare all’ingresso, ben dosati punti luce, ampi tavoli con tovagliame bianco e crema. Una minore entropia nei temi delle stampe alla pareti, si renderebbe necessaria per dare un tono più armonico ai suppellettili, escludendone una pur leggera componente kitsch. Al nostro arrivo veniamo accolti dalla padrona di casa, che ci fa accomodare al tavolo e che successivamente registrerà le nostre comande. Durante il pranzo, verremo per lo più assistiti da un secondo giovane cameriere e, occasionalmente, dallo stesso cuoco, che ogni tanto baluginerà in sala, con tanto di grembiule e pietanze in mano.
 

Cibò Qibò - Risotto ai frutti di mare

Risotto ai frutti di mare

 

Quest’ultimo dato, più che una curiosa e gradita singolarità, è apparsa invero una necessità, cagionata dal numero considerevole di avventori presenti, fatto anomalo per le nostre avventure pomeridiane e/o domenicali; questo, anche per effetto dell’arrivo di due chiassose tavolate, che hanno ben presto saturato le capacità di accoglienza acustica della sala, sovrastando l’iniziale piacevolezza della musica Jazz in sottofondo. Dobbiamo registrare, in effetti, come questa situazione abbia in qualche modo inciso sulla qualità generale del servizio, impedendo, ad esempio, che ci venissero sostituite stoviglie e posate – relativamente agli antipasti – con la giusta tempestività, cagionando qualche piccolo problema di comunicazione (l’amaro di Jesus è arrivato con ghiaccio anziché liscio, come richiesto) e determinando un sensibile rallentamento dell’incedere del pranzo (durato circa tre ore).
 

Cibò Qibò - Linguine al sugo di capone

Linguine al capone

 

Ineccepibile, invero, la qualità della cucina e delle materie prime, risultate mediamente «sopra le righe».
Iniziamo le ostilità con un brindisi di benvenuto: prosecco di Valdobbiadene, che accompagniamo all’ottimo cestino di pane guttiau servito in tavola. Uno stuzzichino più elaborato avrebbe fatto certamente più effetto. Il vino scelto dall’Ing.Marrocu è un buon DOCG “Greco di tufo”, del 2012,  cantine Torricino, dal colore paglierino ambrato, che supponiamo naturale, anziché risultato dei primi effetti ossidativi del tempo.
Impossibile rinunciare alle cruditè di giornata (porzionate per due persone) costituite da ostriche (presumibilmente) di Arborea, e cocciule (arselle) di Marceddì. Jesus sfidava la sorte divorando (ovviamente dopo opportuna apertura) le arselle rimaste chiuse.
 

Cibò Qibò - Rana pescatrice

Cibò Qibò – Rana pescatrice

 

Ottimi gli stuzzichini di mare, di difficile suddivisione data la monoliticità della porzione: maruzzelle (lumachine di mare) in salsa piccante, involtino di salmone con zucchine, bocconi (murici) di mare, polpo alla diavola su crostino di pane, tortino di polpo su patata lessa e pomodoro, filetto di muggine su base di pomodoro e basilico con cipolla di Tropea, insalata di finocchi e bottarga, rosellina di ravanello.
Ottima la zuppetta di cozze e arselle, caratterizzata da un certo grado di piccantezza, piacevole live motive (e non leitmotiv!) in tutta la cucina del “Cibò”, finanche portato all’estremo ideale, con la presenza tra i dessert di una mousse al cioccolato e peperoncino.
 

Cibò Qibò - Sorbetto al limone

Sorbetto al limone

Cibò Qibò - Tiramisù

Tiramisù

 

Molto gustosi i primi piatti: tagliatelle con rucola, bottarga e pomodoro per il Raschione, risotto ai frutti di mare (ottenuto dopo lunga contrattazione in porzione singola, nonostante il menù prevedesse un minimo di due persone) per l’Ing. Marrocu, corpose linguine al sugo di capone (chelidonichthys lucernus) per Jesus. Eccellente, invero, il secondo (in attesa del quale si era provveduto a ordinare un buon pinzimonio di verdure): coda di rospo con carciofi e crema allo zafferano, con spolverata di peperoncino. Superiore!
Infine i dessert: scenografico e spumoso sorbetto al limone con decoro di mandarino per Jesus e l’Ing.Marrocu, tiramisù (meno brillante nella presentazione) per il Raschione. Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e – non essendo disponibile alcuna tipologia di amaro confacente ai desideri degli esigenti burricchi – , un solo “Ramazzotti” per Jesus.
Costo della giornata, 49 euro cadauno, da giudicarsi un 15% al di là del giusto dovuto. Da segnalare, al ritorno, la conduzione affidata alla coppia Raschione (pilota) Marrocu (navigatore), che pur di rinnegare le indicazioni fornite dal Nokia 41Mp di Jesus, preferivano finire in un pantano fangoso. Burriccusu!

Ottima la proposta culinaria, atmosfera rilassante finché la sala non si riempie troppo, a nostro parere il “Cibò Qibò” registra qualche problema nei tempi e nell’efficienza del servizio, probabilmente legati – nella circostanza – a un difetto numerico del personale. Per ora, la media della nostra valutazione è di Tre Burricchi.

 


VALUTAZIONE “Cibò Qibò”: Tre Burricchi.
Ristorante Cibò Qibò Indirizzo: Via Marceddì 193 , Terralba – OR
Telefono: 078383730    [mostra in google maps]
 

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nov 2 2013

Ristorante Josto al Duomo – Oristano

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Josto - Duomo

Josto – Duomo, scorcio

 

Eccoci qui, Josto baldanzoso e audace, a cantare le tue gesta, a narrare del tuo sconsiderato coraggio, delle tue orme veloci sul terreno della battaglia, del rosso tuo che nutrì la terra, delle spavalde grida contro il nemico romano, di tuo padre sconvolto e in fuga; del tuo nome, del tuo straordinario e melodico nome, che ha superato le barriere del tempo e della storia, che ha attraversato i secoli accarezzando i miti e le leggende del nostro popolo, che qui sentiamo pronunciare e pronunciamo, per nostro vizio e per nostra colpa. Nostro malgrado sei qui oggi con noi, e gli occhi nostri non possiamo distogliere dal tuo sguardo giovane, fiero, infelice, valoroso e … da secoli spento.
 

Josto - Interno

Josto – Interno

 

Trentuno Ottobre. Nel pieno dell’atmosfera di Ognissanti, tra un molesto vibrar di batacchio e un diabolico «dolcetto o scherzetto», il Raschione riprende a tramare nelle segrete del proprio castello, per maggiormente infastidire la istintuale propensione di Jesus ad evitare lunghe escursioni oltre il suo naturale baricentro di mandronia. Dopo decimi di secondo di riflessione, la mefistofelica macchina delle ciccionate decreta: «Questa settimana si va a Oristano».
La presunta ragione è sempre la stessa: «A Cagliari i ristoranti li abbiamo terminati!».
Invitiamo quindi i nostri più affezionati lettori ad inviare personalmente al burriccu le segnalazioni sulle decine di ristoranti della zona che ancora abbiamo mancato, e che il Raschione, non si sa per quale motivo, ignora. In caso contrario, vi anticipo che dovrete presto iniziare ad apprezzare l’inedita formazione PACS Marrocu-Raschione!
 

Josto - Cruditè di mare

Josto – Cruditè di mare

 

Primo Novembre. Cavalca veloce le buche della SS.131, la teutonica autovettura dell’Ing.Marrocu il quale, come da sua abitudine, non manca di riproporre agli astanti sentite reprimende nei confronti dell’assetto socio-politico sardo, finanche arrivando a criticare gli effetti del clima sul paesaggio extra-urbano isolano.
Dopo oltre un’ora di viaggio, in anticipo di una mezz’ora rispetto alla prenotazione a nome X del Raschione – alloggiato il carro buoi nei pressi del ristorante “Josto al Duomo” -, i tre decidevano di concedersi una preventiva escursione nella vicina piazza del Duomo, per apprezzare la baroccheggiante bellezza della settecentesca cattedrale. Qui iniziavano, invero, le reprimende di Jesus, contro la struttura urbana sviluppatasi intorno al tempio – che non ne valorizza appieno la maestosità e l’impatto visivo – e contro le numerose auto, sgradevolmente disposte sul piazzale in fronte all’ingresso principale, che hanno impedito per un buon quarto d’ora di fotografare la magnificenza del paesaggio e per le quali l’Ing.Marrocu ha finanche chiesto l’intervento della forza “pubblica”. Censvra grave!
 

Josto - Polpo doppia cottura

Polpo in doppia cottura

Josto - Bottarga muggine affumicato

Bottarghe, muggine

 

Il Ristorante affaccia il proprio uscio nella centralissima Via Vittorio Emanuele, a pochi metri dall’imponente campanile della cattedrale, ed è collocato in una più ampia struttura che comprende un caratteristico Hotel (Il Duomo) e una piccola bottega di prodotti tipici locali. Al ristorante si accede proprio superando la reception dell’albergo. Qualche tavolo, nel periodo estivo, viene collocato in un cortile disposto a cavallo tra la bottega e la scala che porta alle camere, mentre la sala principale appare, nella composizione delle basse volte, come una vecchia cantina tinteggiata di bianco, nella quale sono stati inseriti più moderni elementi d’arredo. Questi ultimi, sono stati oggetto di erudita discussione da parte dell’Ing.Marrocu e di Jesus. Il primo apprezzandone l’impatto generale, il secondo criticandoli nella loro efficacia cromatica; nella pratica asserendo essere, il colore verde di alcuni elementi occasionali, in contrasto armonico con la tonalità gli infissi. A parer mio, occorrerebbe fare una scelta più marcata e decisa (nell’ottica del bruno o del verde) e decorare le arcate che, attualmente, appaiono eccessivamente spoglie.
 

Josto - Fregolina in rosso

Josto – Fregolina in rosso

 

Al nostro arrivo, al ristorante “Josto al Duomo”,  l’accoglienza è calorosa e formale al medesimo tempo. Da quel che capiamo la gestione è, almeno in parte, a carattere familiare. Il preparatissimo maître/titolare – inconfondibilmente il sosia del calciatore Pirlo – tradisce, sotto la folta barba, la sua giovane età, che comunque non gli impedisce di distinguersi per professionalità e savoir fair. A lui si affianca un altro giovane cameriere e due/tre ragazze che, con tutta probabilità, governano anche l’amministrazione dell’Hotel. Dobbiamo invero asserire che il servizio, pur di eccellente livello medio, durante il pranzo ha peccato di talune piccole veniali imperfezioni, quali non subitamente approvvigionare di pane il nostro tavolo, e il farci ritrovare, episodicamente, senza le dovute posate: poco male, Jesus ha saccheggiato il tavolo vicino! A tal proposito il maître, ci ha successivamente confidato che vi erano state alcune defezioni di personale dell’ultimo minuto, dispiacendosi di non aver potuto gestire sin dall’inizio le nostre comande, ed in particolar modo di non averci potuto indirizzare su una cernita di vini consona al nostro mangiare; cernita che, per la sciagurata avventatezza dello “Josto” Marrocu, si è rivelata, per certi versi, catastrofica!
 

Josto - Spaghettoni zucchine menta bottarga

Josto – Spaghettoni zucchine menta bottarga

 

La prima catastrofe dobbiamo attribuirla, in concorso di colpa, al voluminoso tomo che costituisce la carta dei vini presenti in cantina, e che ha confuso per eccessiva abbondanza l’inesperto Ingegnere. Infatti il buon Marrocu, non volendo considerare alcun consiglio, puntava deciso e a testa bassa su un DOC delle Dolomiti “Muller Thurgau” del 2012, cantine “Bolognani” di Lavis (TN), facendosi ingannare dall’errata attribuzione della gradazione sul menù. In realtà il nettare si rivelerà oltremodo leggero, considerando le cruditè di mare e i sapori decisi che saremmo andati di lì a poco ad affrontare. Terminata la bottiglia di Bolognani, a cavallo tra il primo ed il secondo assaggio di primi piatti, nuovamente, il cocciuto Ingegnere pretendeva di visionare la carta, comandando senza indugi un “Alsace Riesling” del 2009, delle cantine alsaziane (lato francese) Binner. Anche qui il fato si sarebbe dimostrato malandrino: le bottiglie dell’annata richiesta risultavano terminate, tanto da rendere indispensabile optare per una vendemmia due anni antecedente, il vino poi dimostrandosi eccessivamente liquoroso (per via probabilmente dell’ulteriore invecchiamento). Qui arriverà a nostra salvaguardia il maître che, per consentirci di sfruttare appieno il gusto del vino scelto, escogiterà un meraviglioso assaggio di formaggi assortiti.
 

Josto - Formaggi assortiti

Josto – Formaggi assortiti

 

Meravigliosa è la impagabile esplosione di gusto della proposta culinaria del “Josto”, che si manifesta con piatti ed ingredienti di primissima qualità,  tecnica di preparazione di altissimo livello e, al contempo, elaborazioni genuine e mai troppo complesse.
La prima portata è un plateau di cruditè di crostacei (gamberi e scampi) e carpacci di calamaro e dentice, impreziositi da una spolverata di pepe nero e germogli di (?) cipolla. Seguiva quindi un pedagogico assaggio “comparativo” di bottarga commerciale e casereccia (molto rara: aroma e gusto incredibili, avremo modo a fine pasto di constatarne la conservazione nel retrobottega dello shop!). La bottarga si accompagnava a buonissime lamelle di muggine affumicato, il tutto su letto di pane carasau impreziosito con un filo di olio d’oliva e i germogli di cui sopra. Gli antipasti terminavano con un impagabile polpo in doppia cottura, con deliziosa crema di limone e rucola, a compimento di un incredibile equilibrio tra il dolce e l’amaro: «questo piatto vale da solo la scampagnata!».
 

Josto - Torrone di Tonara

Josto – Torrone di Tonara

 


Identica la valutazione dei primi piatti. Dai sapori forti e genuini viriamo però, decisamente, verso l’equilibrio e la delicatezza. Partiamo con una fregolina (la pasta, ad onor del vero non ci è parsa artigianale) in rosso con pescato del giorno, dall’aspetto più simile ad una zuppa di pesce: gamberi, calamari, muggine e dentice. Piacevolissimo il gusto del sughetto, ben ponderato tra i sapori del pomodoro e del gambero. Il secondo “primo” era invece un piatto di “spaghettoni” (Jesus: «sarebbero stati meglio spaghettini, questi sono troppo grossi!») con zucchine, menta e bottarga vera.
 

Josto - Mostacciolo

Josto – Mostacciolo di Oristano

 

Come anticipato, a questo punto della ciccionata interviene il maître che ci propone, in luogo di un secondo piatto, un trittico di formaggi:  casizolu artigianale indigeno, fiore di Gavoi, Erborinato di Thiesi, accompagnati da ottima confettura di fichi. Marrocu «Se dobbiamo scegliere di morire per il colesterolo, questo è senza dubbio il modo migliore!».
Come avvicinamento ai dolci, irrompe la scenografica esposizione di un carrello con tagliere, mannaia e torrone di Tonara (vero anche questo, non di Dolianova!) che l’impavido Ingegner Marrocu ha divorato intingendo e leccandosi le dita, finanche davanti al maître: «lo faccio con onore!».
 

Tortino ai cereali e pistacchio

Tortino ai cereali

Josto - Apple crumble

Josto – Apple crumble

 

Impagabili i dessert che seguivano. Mostaccioli di Oristano per Jesus, disposti a mo’ di sandwich con gelato alla vaniglia e imbevuti nel vino, tortino ai cereali con gelato al pistacchio per l’Ing.Marrocu, apple crumble e vaniglia per il Raschione.
L’abbondante pranzo si concludeva quindi con dei caffè. La contrattazione degli amari, partita volutamente sul basso profilo («per me uno Stock 84») veniva presa in consegna dall’oculato maître che non poteva fare a meno di afferrare i burricchi per le orecchie: non ho quello che chiedete, ma ho qualcosa che potreste volere. Rum Caroni invecchiato dodici anni per il Raschione (non servito in bicchiere riscaldato come il burriccu senza essere in grado di apprezzare, amerebbe), cognac Martell XO Extra Old per Jesus e l’Ing. Marrocu.
L’esperienza qui si concludeva. Conto finale – da cui sono stati condonati amari e formaggi – 50€ cadauno, decisamente al di sotto del valore del pranzo appena consumato.

 

Se in quel di Oristano vi venite a trovare, e ricercate, di vostra abitudine, eccellenza e qualità, potete queste certamente cogliere in quel del ristorante “Josto al Duomo”. Una cucina orgogliosamente basata sulle tradizioni e su ingredienti del territorio, ma che riesce ad arrivare, nella fantasia dello chef e nell’offerta della cantina, fin oltre le sponde del nostro mare. Qualche piccolo difetto nel servizio, come indicato, dobbiamo identificarlo come episodico. Quattro burricchi.

 


VALUTAZIONE “Josto al Duomo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Josto al Duomo Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 34, Oristano
Telefono: 0783778061    [mostra in google maps]
 

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mag 5 2013

Ristorante Da Renzo – Siamaggiore

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Da Renzo - Interno

Da Renzo – Interno

 

Quel burriccu sullo stagno di Cabras, che arriva a mezzogiorno tra due carroghe non interrotte da insulti, tutte a «gira qui» o «rallenta», a seconda dello sporgere del gomito dal finestrino, o del rientrare di questo, vien quasi a un tratto, tra un campo di carciofi a destra e il Tirso dall’altra parte; e il ponte della 131, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile al deretano le proprie buche, e segni il punto in cui l’asfalto cessa e il Raschione – ancorato ai sedili di dietro – inizia a ripigliar colore mentre l’Ingegner Marrocu, allontanandosi di nuovo dall’arrivo, lancia via il navigatore, e lascia il fato distendersi e condurli verso una nuova fantastica destinazione.
 

Da Renzo - Antipasti

Da Renzo – Antipasti

 

Sabato mattina. Dopo una settimana di delittuose ed insensate vicissitudini, il Triumvirato si ritrova congiunto e compatto, pronto ad affrontare una nuova sfida culinaria, che avrebbe condotto i burricchi ben oltre i confini del cagliaritano, fin addentro il fascino naturalistico della bassa valle del Tirso. Sfreccia la 150cv sulla “SS.131″, alla guida della quale l’auriga Jesus viene più volte incomprensibilmente richiamato alla tutela della incolumità altrui. Al suo fianco l’Ingegner Marrocu – prendendo spunto dai decennali (ventennali, trentennali) lavori mai completati sulla strada – rispolvera il suo discorso di investitura politica, che contrappone le viziose consuetudini locali alla riconosciuta efficienza teutonica. D’altro canto il Raschione Ettore, alloggiato posteriormente, prova ad attutire come può gli effetti delle sospensioni rigide e cerca di metabolizzare lo spavento cagionato da l’Ingegnere che, occultando inizialmente la sua presenza sulla autovettura, si era manifestato improvvisamente alle sue spalle, per poi prendere possesso del più comodo sedile anteriore.
 

Da Renzo - Insalata di Polpo

Insalata di Polpo

Da Renzo - Calamari in agrodolce

Calamari in agrodolce

 

Dopo circa un’ora di viaggio e un breve pellegrinare tra svincoli, incomprensibili segnaletiche, e rotonde non contemplate dalle mappe dei loro dispositivi elettronici, i Burricchi raggiungono infine la grossa pietra di calcare grezzo, su cui è scolpito il nome del ristorante che li avrebbe accolti: “Da Renzo”, in quel di Siamaggiore nei pressi di Oristano. Dopo l’ennesima discussione su quale lato del parcheggio dover scegliere, Jesus si accomoda sotto l’ombra degli alberi.
Dinanzi a loro, superata una solida cancellata di ferro nero, si presenta un ben tenuto prato inglese, al cospetto del quale si erge una villa, presumibilmente edificata negli anni ’70, piuttosto sobria nello stile e nelle dimensioni. Dopo poco, ci si rende conto che la villa è in realtà il cuore germinale di una struttura che, con il passare delle stagioni, è andata via via ampliandosi, in modo particolare in direzione Sud-Est dove, in ideale raccordo rispetto all’ossatura originale, si estendono le più moderne mura di una sesquipedale sala da pranzo.
 

Da Renzo - Cartocci di fritto misto

Cartocci di fritto misto

Da Renzo - Cruditè di cozze e ostriche

Cruditè di cozze e ostriche

 

Al suo interno quest’ultima, si presenta come un interminato giardino coperto, sormontato da una gigantesca intelaiatura lignea, priva di qualsivoglia sostegno strutturale intermedio che possa interrompere la prorompente continuità degli spazi. La superficie, viene invero occasionalmente conquistata dalle radici e dal fusto di piante di ciliegio in fiore, di nespoli e (immaginiamo) di ficus, che sovrastano i tavoli e le sedie color del cielo, mentre le pareti tutt’attorno – che si alternano a vetrate di discutibile fattura – richiamano in maniera inequivocabile il contrasto cromatico del torrone alle nocciole, il cui motivo viene insistentemente riproposto nelle rifiniture esterne. Sul lato sud della sala, oltre che alla estesa zona barbecue a vista, si può apprezzare una imponente apertura di vetri colorati che, pur indirizzando il pensiero verso un moderno spazio di culto, risulta essenziale nel conferire a tutto l’ambiente il giusto grado di luminosità naturale. Ottimo e ben integrato nella copertura il poderoso impianto di condizionamento, mentre non capiamo francamente il tema musicale anni ’90 proposto e diffuso nell’aere.
Addentrandosi oltre la sala, ci si può imbattere nella zona relax del complesso, composta da prato inglese, vari gazebo, divani e dormeuse, una elegante piscina e le suite per gli ospiti. Interessante la presenza decorativa di una curiosa imbarcazione, poi accertata come proveniente dalla Tanzania, inizialmente riconosciuta da Jesus come rudere locale tra la scomposta e inopportuna ilarità generale.
 

Da Renzo - Lorighittas all'astice

Da Renzo – Lorighittas all’astice

 

Il personale di servizio e la cucina, hanno di certo l’impostazione e le tempistiche necessarie per soddisfare, con metodica organizzazione, un grande numero di avventori (la struttura è in grado di gestire 600 coperti, cerimonie e convegni), ma nell’occasione dobbiamo registrare che l’ottimo lavoro della esperta maître non veniva impeccabilmente supportato dagli altri camerieri, i quali ci sono apparsi ben più superficiali ed apatici. A farne le spese, ad esempio, la rituale teatralità dell’assaggio del vino, negata all’Ing.Marrocu dopo una ben ponderata analisi della carta delle etichette, interamente referente e dedicata alle produzioni autoctone. Ad ogni modo, la scelta è ricaduta, in esordio, su un ottimo Vermentino di Gallura DOCG “Vigna ‘Ngena” Capichera (premiato con 2 bicchieri gambero rosso) per poi mutare verso un sublime “Tuvaoes” DOC delle aziende vinicole Cherchi.
 

Da Renzo - Fregola pesto e rana pescatrice

Fregola pesto e pescatrice

Da Renzo - Fregola ai crostacei

Fregola ai crostacei

 

Durante la contrattazione del nostro percorso culinario, la intraprendente maître ci racconta brevemente la storia e i meriti del “Da Renzo”, primo ristorante ad aver lanciato i prodotti della cantina Argiolas, in particolare il “Costamolino”, non essendo probabilmente consapevole di interloquire con l’incarnazione della sua stessa nemesi. Altrettanto lodevole pare la riscoperta, in tempi non sospetti, di tradizioni culinarie dimenticate, come l’utilizzo delle “Lorighittas” o della fregola sarda, con tanto di deposito di un marchio commerciale ad hoc. Ad ogni buon conto i tre, consapevoli della nomea e dei pregi del ristorante, cercavano subito di far mutare quella che doveva essere una «piccola degustazione» di antipasti (obbligatoriamente di mare) in una «grande degustazione» con integrazioni ed aggiunte varie. A seguire, richiedevano gli inevitabili primi piatti con subitanea prelazione di un secondo, ancora da definire. Nonostante facessero capolino nel menù alcuni inquietanti asterischi tutelativi, venivamo rassicurati sul fatto che tutti i prodotti erano freschissimi, in particolar modo i crostacei, che potevamo facilmente individuare, dimenarsi nel grande acquario in fondo alla sala.
 

Da Renzo - Grigliata

Da Renzo – Grigliata

 

In effetti la cucina del “Da Renzo” non è sofisticata o tralignante le tradizioni povere della zona ma, basata su materie prime di altissimo livello, visita ed individua accostamenti di sapori che ci sono apparsi deliziosi nella loro semplicità, a partire dalle ottime bruschette di pane carasau con olio d’oliva autoctono, e da un pre-antipasto costituito da filetti di alice su letto di pomodoro e basilico, e condimento di olio extravergine. Il profumo e il sapore del basilico della casa, ci è rimasto impresso fino alla fine del pranzo.
Gli antipasti sono poi proseguiti con: impressionate carpaccio di tonno (quasi impalpabile al tatto, ma intensissimo al gusto) con capperi e fragole; insalata di polpo con patate, rucola e prezzemolo; ottimi cubetti di pesce spada su crema di peperoni e spolverata di bottarga; insalata di gamberi, rucola, cavolfiore e cardi selvatici; sublimi calamari in agrodolce con olio e cipolle; vigorosa cruditè di cozze e ostriche di Arborea; gustosissimi cartocci di fritto misto con gamberi, murena e mangiatutto.
 

Da Renzo - Dessert

Da Renzo – Dessert

 

L’unico incidente, dal punto di vista della cucina, per il “Da Renzo”, lo dobbiamo registrare per uno dei primi piatti. Infatti, mentre non possiamo esimerci dal qualificare come straordinarie la fregola “Corona” ai crostacei di Jesus (verosimilmente gamberi e aragostelle) con pomodoro e prezzemolo, e quella al pesto e rana pescatrice del Raschione, dobbiamo pur rilevare come l’esigente Ing.Marrocu abbia denunciato un eccesso di acidità e di rosolamento dell’aglio nelle sue lorighittas all’astice, tanto da ingenerare il subitaneo intervento della maître, con conseguente replicazione del piatto; quest’ultimo, invero, veniva presentato, in seconda istanza, in composizione impeccabile, e quindi condiviso nelle ceramiche degli altri commensali dalle quali, nel frattempo, l’ingegnere aveva famelicamente attinto. Un cantuccio v’era rimasto, negli allenati stomachi dei Burricchi, per un secondo piatto, nella fattispecie una piccola grigliata di seppie e calamari, cotti alla perfezione nel barbecue. Infine i dessert: coppa di fragole di stagione, zucchero e limone, condita da foglioline di menta per l’Ing. Marrocu; imperiale crema catalana – l’ing.Marrocu dopo averla assaggiata dichiarava di non averne mai gustata una così buona, nonostante non fosse preparata sul momento dato il cuore sensibilmente freddo – per Jesus; coppa di tiramisù per il Raschione. Oltre ai dolci comandati, ci è stato offerto un assortimento di dolcetti sardi, composto da amaretti di mandorle, dolce gattò, gueffus, bianchini e pabassinas. Il pranzo si concludeva quindi con dei caffè e un Rum “Santiago de Cuba” extra anejo, invecchiato 20 anni per il Raschione. Costo finale dell’operazione: 76 euro cadauno – integrati a 80 – che riteniamo adeguati in relazione alla qualità della cucina e delle bottiglie di vino tracannate, un po’ di meno in riferimento al servizio, non sistematicamente di altissimo livello (ad esempio, sul finale, nel difetto di non suggerire esplicitamente un vino passito per un giusto accompagnamento dei dolci).
Per dovere di cronaca, registriamo la personale iniziativa dell’Ing.Marrocu di voler contribuire istantaneamente e in solido al costo dei viaggio a favore di Jesus, mentre non dubitiamo che il Raschione – depositario dell’IBAN del suddetto – provveda al medesimo buon costume, seppure stimolato e con qualche giorno di dilazione.

 

Il Ristorante “Da Renzo” è una splendida realtà polivalente, collocata nell’incanto della valle del Tirso che, oltre a spendersi in maniera impeccabile nell’organizzazione di cerimonie ed eventi, offre all’avventore un sicuro punto di riferimento in ordine alla migliore espressione della ristorazione isolana. Eccellente la qualità della cucina, mentre sono da accordare alcuni aspetti del servizio, cosa che comunque non compromette l’attribuzione di un giudizio sintetico di elevato prestigio: quattro burricchi, meno meno.

 


VALUTAZIONE “Da Renzo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Da Renzo Indirizzo: S.S.131 Km 99, Siamaggiore – OR
Telefono: 3355294141    [mostra in google maps]
 

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mar 16 2013

Taverna Su Milese – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Milese - Interno

Milese – Interno

 

Confiteor. Ho avuto serie difficoltà ad approcciarmi a quest’ultima recensione, che voi qui vedete vergata nero su bianco, estendersi e confinarsi lungo una stretta fila di caratteri sullo schermo, torcersi ermeticamente nell’alternarsi periodico dei paragrafi: prima a destra e poi a sinistra; a sinistra e poi di nuovo a destra, discendere e allinearsi verticalmente, quasi a seguire la misteriosa spirale della molecola della vita. Tutto questo vedete voi adesso così chiaramente espresso, nell’armonia delle geometrie, nel calore delle frasi già lette. Ma Jesus, hic et nunc,  avverte solo il vuoto da riempire, la lunghissima strada da percorrere d’innanzi a lui, e sa pagu gana che ha, di cadere spiritualmente verso il bianco fondo della pagina: speriamo che il DNA del burriccu, lo guidi fino alla luce senza troppi sforzi.
 

Milese - Carciofi e bottarga

Milese – Carciofi e bottarga

 

Accusatio I. Ma si può essere così Burricchi da organizzare una ciccionata, invitando peraltro un’ospite di spessore nazionale – la Burricca sindacalista Miss Parker -, e nemmeno premurarsi di scegliere un locale in cui sia possibile accedere con assoluta certezza, trascurando la imprescindibile pre-condizione della prenotazione?
Poi c’hanno ragione i volenterosi camerieri a doverci necessariamente rimbalzare perché i tavoli risultano già tutti riservati.
Alle 20.55 di Venerdì, per colpa imperdonabile del Raschione Ettore, il conclave cardinalizio del Donkey Challenge ancora non aveva individuato il possibile ristorante candidato alla somma liturgia settimanale.
 

Milese - Gamberi

Milese – Gamberi

 

Habemus Burriccum. Dopo un non lunghissimo girovagare per le strette vie della “Marina”, sotto una accennata pioggia purificatrice, la compagnia dei Burricchi raggiunge il locale che, secondo il piano alternativo del Raschione, avrebbe dovuto compensare il mancato iniziale approdo. Non c’è con loro il terzo Triumviro ufficiale, Ing. Marrocu, impegnato in una misteriosa ciccionata parallela – documentata dal medesimo con tanto di tweet live intrecciati con i nostri – mentre la nostra ospite, che già pregustava e disiggiava di assaporare pesce e molluschi crudi, non tratteneva il suo disappunto nello sbirciare il menù all’esterno del locale, non certo palesemente concentrato sulle più appetibili prelibatezze di mare. Trattavasi della Taverna “Su Milese”, collocata nella pittoresca e già battuta (nelle nostre escursioni culinarie) Via Barcellona, in quel di Cagliari. Questa volta, nonostante una non trascurabile presenza di clienti, non abbiamo problemi a trovare alloggio.
 

Milese - Antipasti sott'olio

Milese – Antipasti sott’olio

 

Al suo interno “Su Milese” ha un aspetto ordinato sobrio e gradevole. L’avventore viene accolto da una prima sala che, dalla soglia di ingresso si estende longitudinalmente fino al bancone di servizio e alla cucina, mentre un subitaneo disimpegno laterale conduce ad una seconda zona pranzo, caratterizzata da pareti albine, da un bel soffitto a volta, decori in pietra chiara e, sul fondo, inserti superiori in legno scuro. L’arredamento è spartano e minimalista, con piccoli tavoli squadrati vestiti con tovagliame di carta, sedie piuttosto rigide e alcune piccole stampe da muro, la cui cornice richiama il colore della pietra tutt’attorno.
 

Milese - Zuppa di cozze

Milese – Zuppa di cozze

 

Accusatio II. Diciamo subito che la serata non è stata esattamente caratterizzata da un servizio puntuale ed attento, probabilmente a causa di una organizzazione dei compiti male distribuita tra maître e cameriere. Effettivamente, nonostante non vi fosse il “tutto esaurito”, siamo riusciti a ricevere la carta, circa un quarto d’ora/venti minuti successivamente al nostro ingresso nel ristorante; il maître si è poi presentato al nostro tavolo dopo una ulteriore consistente attesa, senza possibilità di ricevere preventivamente una richiesta fornitura d’acqua naturale.
Il menù de “Su Milese” non si compone di pietanze che possano richiamare in modo inequivocabile le origini stesse del proprio nome (il paese di Milis, provincia di Oristano), ma presenta una serie di piatti piuttosto semplici, espressi senza particolare fantasia e carattere. Gli ingredienti utilizzati («noi trattiamo solo roba fresca») sembrano in realtà scelti nell’ottica di limitare al massimo l’esborso economico da parte del cliente, piuttosto che ispirati da una ricercata condotta sulla via della qualità. Questa filosofia potrà risultare estremamente positiva per taluni nostri parsimoniosi lettori (pecunia fit gustibus) ma non può certo soddisfare le esigenze dei viziati Triumviri del Donkey Challenge.
 

Milese - Lo scoglio del milese

Milese – Lo scoglio del milese

 

Accusatio III. Non essendo previsto un preciso percorso degustazione, scegliamo quindi quattro antipasti singoli da dividere in tre (che arriveranno prima delle nostre stoviglie!) e ordiniamo una buona bottiglia di “Filine”, Vermentino di Sardegna DOC della Cantina Dorgali. Il vino è pervenuto al tavolo eccessivamente caldo, tanto da cagionare una simpatica incomprensione tra Jesus e il cameriere: «Se ci fornisce il secchiello del ghiaccio, probabilmente riusciamo a recuperarlo» … «non è proprio un secchiello» … «Beh se è una terrina, va bene lo stesso!».
In realtà il gentile cameriere si riferiva a un semplice accomodo termico, che purtroppo si è reso disponibile solo a bottiglia abbondantemente tracannata.
Gli antipasti si articolavano in quattro portate dal gusto e dalla qualità complessivamente discutibili: carciofi con bottarga a scaglie (non male i carciofi ma la bottarga sarebbe stata meglio più abbondante) su letto di olio d’oliva; dozzinali gamberi argentini serviti freddi (e non impeccabilmente puliti) con pomodori e cipolle; terrificanti antipastini sott’olio, dal gusto eccessivamente acido, comprensivi di carciofi, olive e peperoncini ripieni; zuppetta di cozze il cui sugo, nonostante l’eccessivo impiego di prezzemolo, non era malvagio, mentre il sapore dei mitili era praticamente inesistente. Unico aspetto positivo, il gusto del pane d’accompagno.
 

Milese - Spaghetti ai ricci

Milese – Spaghetti ai ricci di mare

 

Reprimenda finalis. Anche i primi piatti si sono dimostrati di mediocre fattura. Gli spaghetti ai ricci di mare di Jesus erano tristemente asciutti, cirdini e senza sapore, mentre la polpa di riccio – evidentemente congelata – aveva più l’aspetto di piccoli tocchetti di ragù di carne (vedere foto).
Ancor peggio il pur altisonante “Scoglio del Milese”, con cozze, arselle e gamberi. Nonostante lo chef abbia negato questa circostanza, sia il Raschione che la nostra ospite (intollerante al lattosio) hanno denunciato il sospetto utilizzo di burro per cucinare la pietanza («beh se non è burro sarà margarina!») tanto da lasciare il piatto assolutamente immacolato.
Ad onor del vero, il personale si è decorosamente scusato, non conteggiando gli spaghetti nella traduzione del conto finale.
Terminati i primi piatti, in considerazione che null’altro probabilmente li avrebbe soddisfatti, i Burricchi non se la sono sentita di andare avanti e hanno chiesto direttamente il conto, che è stato di circa 16€ (secondo i nostri conti sarebbero dovuti essere 26, senza scorporo).

Carino, accogliente, e ben collocato in quel della “Marina”, Su Milese propone una cucina economica. ma di certo non in grado di soddisfare le aspettative dei palati più esigenti. Piuttosto mal organizzato il servizio, soprattutto nei tempi d’accoglienza. Un burriccu meno meno.

 


VALUTAZIONE “Su Milese”: Un Burriccu.
Taverna Su Milese Indirizzo: Via Barcellona 32, Cagliari
Telefono: 070680957    [mostra in google maps]
 

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giu 19 2012

Ristorante La Marinella – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

La Marinella - Ingresso

La Marinella – Ingresso

 

Pochi di voi non conoscono, non amano, non disprezzano o non sono indifferenti, alla discografia di De André.
Ciò che rende godibile e apprezzabile qualsiasi forma d’Arte, che è Arte perché godibile e godibile perché è Arte, non è l’estetica del percettibile – che è di per sé serendipità, e non ha ragion d’essere come valore assoluto nel reale -, ma l’intuito e l’espressione del sensibile che l’hanno generata. L’intuizione e l’espressione, non scindibili e distinguibili oltre i limiti del nucleare secondo Benedetto Croce, riescono a rendere meraviglioso – grazie a un folle impulso interpretativo – un ridicolo, banale motivetto per sdolcinate fanciulle, quale “La canzone di Marinella”, non per l’armonia e la metrica della sua lirica, non per la struggente vicenda d’amore e tragedia che questa dipinge, ma perché narra la storia (vera) di una rozza e villana prostituta, annegata nel fiume Tanaro.
 

La Marinella - Interno

La Marinella – Interno

 

Per chi non avesse mai danzato intorno all’ardente fuoco della realtà, per appena accarezzarlo senza bruciarsi, un poco socchiudendo le palpebre per non restare accecato, preghiamo di non cercare le fiamme tra queste righe, ma di intuire e leggere il calore che ne ha dato ragione.

Sabato mattina, ore 12.50. Di nuovo sulla strada del mare, i due Biumviri Jesus e Raschione Ettore, trovano un cielo quasi plumbeo a scrutare il loro veloce incedere sul Viale Colombo di Quartu. La 150 cv, offre prezioso e confortevole riparo dalla prima, umida calura estiva. Il pensiero si estranea verso terre lontane e, solenne e severo, accarezza il ricordo dell’uccel di bosco Ing.Marrocu, sempre più inconsapevolmente compromesso, nella sua posizione di Triumviro ufficiale in seno al
Donkey Challenge. Pochi minuti ancora, e i due inappuntabili burricchi sarebbero arrivati alla loro ebdomadaria destinazione: ristorante “La Marinella”, storico locale quartese, integrato fin dentro la spiaggia del lungomare.
 

La Marinella - Tonno con uva passa, Pesce spada

La Marinella – Tonno con uva passa, Pesce spada

La Marinella - Burrida, Insalata di mare

La Marinella – Burrida, Insalata di mare

 

Alla sala da pranzo del ristorante, si accede percorrendo dapprima un breve corridoio esterno, superando poi il vestibolo d’ingresso – con la bella vetrina del pesce fresco in mostra -, e svoltando, infine, sulla destra (alla sinistra, pensiamo ci sia l’area riservata ai clienti della pizzeria) dove l’avventore viene accolto in un grande e luminoso salone, ben climatizzato e separato dalla spiaggia da ampie vetrate, probabilmente a specchio, dato l’insistente sbirciare di irriverenti e spigliati marmocchi, con paletta e secchiello d’ordinanza.
 

La Marinella - Salmone affumicato

La Marinella – Salmone affumicato

 

Di colore verde sono le sedie in legno, mentre le tovaglie ai tavoli si presentano con un bel giallo paglierino, così come la parete opposta alla grande vetrata, che è comunque quasi per intero ricoperta da un’esposizione di maglie da giuoco di famosi calciatori (probabilmente essi stessi occasionali avventori) del recente passato sportivo, settorialmente organizzate in funzione del ruolo tattico del giocatore. Senza voler entrare nel merito dell’impatto estetico complessivo di tali atipici elementi d’arredo, registriamo, come accidentale difetto estetico del locale, qualche crepatura nella vetrata, probabile conseguenza di incivili atti vandalici, consumati nottetempo.
Valore aggiunto dell’ambientazione è, come ovvio, il ritrovarsi praticamente sulla spiaggia, dalla quale è possibile ammirare le non frenetiche attività di belle e discinte bagnanti, impegnate nel moderno rituale di doratura e valorizzazione dell’epidermide.
 

La Marinella - Cozze marinate

Cozze marinate

La Marinella - Polpetti alla diavola

Polpetti alla diavola

 

Nonostante qualche piccola sbavatura, è buona la qualità del servizio offerta dal numeroso personale.
Le ordinazioni iniziali vengono prese in carico da un giovinetto e successivamente, da un conciso e puntuale maître più anziano. Richiediamo quindi i canonici antipasti di mare, integrati da una zuppa di cozze e arselle, e ci facciamo sedurre nella scelta di un’etichetta oristanese a noi sconosciuta: Vermentino DOC Pariglia, della cantina Contini, risultato poi particolarmente gradevole per profumo e sapidità, correttamente mesciuto e accomodato nell’apposito secchiello del ghiaccio.
 

La Marinella - Zuppa di cozze e arselle

La Marinella – Zuppa di cozze e arselle

 

Gli antipasti proposti, si articolavano in otto (sette più una) portate, non particolarmente originali ma complessivamente, a parte qualche incertezza, di buona fattura. Venivano quindi serviti: buona insalata di mare con gamberi, polpo, seppie e cozze, delicatissima burrida con noci olio e aceto, mediocre pesce spada con cipolline e cetriolini, ottimo tonno con uva sultanina (consigliamo di abbondare maggiormente con tale condimento, per rendere il piatto ancora più appetitoso), carpaccio di salmone affumicato (per Jesus dal gusto un po’ troppo deciso) con pepe rosso e capperi, buoni polpetti alla diavola, per finire con un abbondante piatto di cozze marinate. Riguardo quest’ultima portata, dobbiamo distinguere il giudizio del Raschione Ettore da quello di Jesus, che ha trovato eccessivo l’utilizzo di olio d’oliva nel condimento.
 

La Marinella - Fregola con le arselle

La Marinella – Fregola con arselle

 

Meno marcato, tale eccesso si è palesato anche nella zuppa di cozze e arselle
– richiesta come supplemento agli antipasti- , risultata comunque complessivamente ottima e in grado, vista la consistenza qualitativa e quantitativa, di costituire di per sé un secondo, capace di soddisfare le ambizioni alimentari dei due esigenti Burricchi.
La scelta del primo piatto è stata condizionata dal desiderio del Raschione Ettore di consumare il suo piatto preferito: fregola con arselle; il vincolo imposto dal menù, di ordinare perlomeno due porzioni della pietanza, ha quindi indotto il misericordioso Jesus ad adeguarsi, nonostante non sia un particolare estimatore di questa specialità. Ad ogni modo, seppur visibilmente non artigianale, la fregola è risultata piuttosto buona, anche per effetto della eccellente qualità delle arselle.
 

La Marinella - Sebada al miele

La Marinella – Sebada al miele

 

Per la cronaca e per il piacere del Burriccu Sollai, registriamo agli atti che, in caso di libertà nella scelta, Jesus avrebbe optato per degli spaghetti alla bottarga («Ma itta seusu in ristoranti o da zia mia?», cit.)!
Meno positivo l’approccio ai dolci; dal non amplissimo ventaglio di proposte, Jesus optava per un semplice  sorbetto al limone (buono), mentre il raschione sceglieva di deliziarsi con una tradizionale sebada al miele, il cui condimento risultava però un dozzinale e poco brillante millefiori.
Conclusione del pasto con due caffè e un liquore alla liquirizia (poi rivelatosi l’”odiato” Animanera) per il Raschione.
Costo complessivo del pranzo 42€ cadauno, forse da ritenersi un 10% eccessivo rispetto alla qualità complessiva della cucina, ma adeguato data la comunque accattivante ubicazione.
Con la sua ambientazione particolare e pittoresca – che ha storicamente assunto la sua impronta e non sarebbe corretto pensare di cambiare -, il ristorante “La Marinella” è un luogo dove si può apprezzare una buona cucina, in un contesto suggestivo e al contempo poco impegnato. Dal nostro modesto punto di vista, inoltre, non sarebbe difficile, curando maggiormente alcuni dettagli nella preparazione dei piatti e nella scelta degli ingredienti, fare un grosso salto di qualità in cucina. Due Burricchi con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “La Marinella”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Marinella Indirizzo: Viale Golfo di Quartu 47, Quartu S.E. – CA
Telefono: 070810126    [mostra in google maps]

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