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set 29 2013

La Taverna di Castello, alla Marina – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Taverna Marina - Interno

Taverna Marina – Interno

 

Nulla di nuovo alla Marina. Solite vie, soliti odori, colori; soliti lontani schiamazzi e soliti Burricchi viandanti, che s’inerpicano sui falsopiani e discendono lungo i declivi dei santi e pluri venerati angiporto, che tanto hanno impegnato e alimentato le nostre passioni, e che piacere ci fa ritrovare oggi, quasi a cavallo del mese di Ottobre, identici come il caldo costume di Luglio li aveva vestiti. Stessa calura, stesso ciondolare allegro di lingue straniere, stesso reverente entusiasmo e stupefatto vociare ed ottimistica attesa: che dietro quell’angolo io scopra un anfratto mai veduto, e che più splendido sia di quello che lo precede, e che ancora prosegua scortato dalle solari pietre di tufo, grondanti profumi e genuino bucolico trasporto, fin su a raggiungere Castello e poi tornare indietro, perché la “Taverna” oggi è qui, e fin su non c’importa di salire.
 

Taverna Marina - Tagliere cinghiale

Taverna Marina – Tagliere cinghiale

 

Venerdì sera, ultimo week end di Settembre. La 150cv è in “recovery mode” e il Raschione non sa che ristorante scegliere per questa settimana, adducendo presunta saturazione del mercato asinino. Propone dapprima un ristorante sotto casa sua, salvo accorgersi successivamente che aveva chiuso i battenti giusto pochi giorni prima. Dato che non ha voglia di cercare oltre, il burriccu opta poi per “La Taverna di Castello” che abbiamo nel non lontano passato già visionato, ma che secondo lui può assumere il ruolo di nuovo locale, perché nel frattempo ha movimentato gli alloggi giù nel quartiere Marina. Sarà quindi questo non più che un aggiornamento, così come suggeriamo a lui di aggiornare le sue fonti, dato che solo passeggiando per le strette stradine del quartiere, sono saltati fuori almeno tre ristoranti non visitati: mandroni!
 

Taverna Marina - Funghi

Taverna Marina – Funghi

 

Jesus è nervoso. In primo luogo perché ha dovuto viaggiare in bus. Sceso alla fermata di ritorno da lavoro, vede lontano un bancomat: «speriamo che qualche c. non arrivi prima di me». Il fortunato arriva e, immediatamente dopo, per effetto della cugurra presidenziale il dispositivo si pianta bloccandogli la carta all’interno. E’ nervoso perché deve utilizzare lo scooter del Burriccu Sollai come vettore per raggiungere il ristorante, ma la sfortunata tattica del Raschione, innesca nuove dinamiche e porta lo stesso Sollai ad importunare un nuovo passeggero e protagonista della serata: la Cry! Dopo qualche minuto di viaggio sull’autovettura condotta dal Raschione, una telefonata arriva a sconvolgere nuovamente le nostre programmate vicissitudini: «non parte lo scooter, batteria morta, veniteci a prendere!»
21.05. Conclusasi felicemente l’operazione di pick-up, con circa venti minuti di ritardo sull’orario stabilito, Jesus e il Raschione raggiungevano finalmente la “Taverna di Castello alla Marina” dove già il Burriccu Sollai e la Cry li attendevano.
 

Taverna Marina - Antipasti mare

Taverna Marina – Antipasti mare

 

E’quindi inevitabile porsi subitamente nell’ottica del paragone. L’esperienza alla “Taverna di Castello” in Castello era stata eccellente. Qui troviamo non più una deliziosa piccola grotta in romantica penombra con pochissimi coperti disponibili, ma un locale più ampio e luminoso, articolato in un’unica sala con pareti e mobilia chiare, sobri decori e una serie di tavoli disposti all’esterno sulla Via Barcellona, per soddisfare il perverso piacere di desinare alla mercé dei venditori di (nell’ordine): rose, soprammobili, accendini, orecchie luminose e spade laser. Avvertiamo subito che la nuova ambientazione non potrà mai competere con la suggestione del Castello, ma di certo la posizione attuale diviene economicamente strategica, per attingere i propri avventori dall’infinita fiumana di turisti che discendono la Via.
 

Taverna Marina - Maccarrones

Taverna Marina – Maccarrones de busa

 

Il numero ben più elevato di clienti, inevitabilmente determina un rallentamento della velocità di cucina e servizio, per il quale non ci è dato modo, invero, di determinare la percentuale di mutazione rispetto alla recensione passata. Una cameriera, comunque, di certo l’abbiamo riconosciuta: «ci sgamerà subito, burriccu!!!».
Ad ogni modo, registriamo che dall’aver completato la formazione, alle 21.05, fino ad avere udienza almeno per i primi abbeveramenti, nell’occasione sono trascorsi 35 minuti circa. Nulla da dire, al contrario, sulla attitudine pratica del personale: puntuale e sistematico cambio di stoviglie e ceramiche, ineccepibile mescita del vino, la cui scelta e assaggio, in assenza del crumiro Ingegner Marrocu, è stata affidata al Raschione: ottimo rosso autoctono “Cagnulari”, cantina Santa Maria la Palma di Alghero.
 

Taverna Marina - Culurgiones

Taverna Marina – Culurgiones

 

L’anomala (per nostra abitudine) cernita del vino in qualche modo anticipa ed introduce il desiderio di assaporare per lo più pietanze di terra. L’iniziale intransigenza del Raschione è stata poi mitigata e formalizzata – in riferimento agli antipasti – con l’ordine di due porzioni di mix di “terra e mare”, articolati in otto portate (ne scopriremo cinque di mare). In esordio, arrivava in tavola un appagante tagliere di salumi e formaggi con prosciutto crudo e salsiccia su letto di rucola, fette di pecorino declinate in diversi gradi di stagionatura, il tutto accompagnato da confettura di fichi, particolarmente gradevole. Seguivano quindi dei buoni bocconcini di cinghiale al cannonau, parzialmente corrotti da una punta di acidità di troppo per proseguire con degli ottimi funghi (fritti) ripieni con pomodorini e dolce sardo, serviti su letto di carasau con formaggio fuso e accompagnati da miele millefiori.
 

Taverna Marina - Ravioli

Taverna Marina – Ravioli

 

Gli antipasti di mare si componevano di: buoni gianchetti (bianchetti) fritti accompagnati da polpettine di tonno e decoro di radicchio, carpaccio di pesce spada agli agrumi, insalata di polpo con melone e ananas (secondo Jesus il gusto dell’ananas copriva troppo quello del polpo, ma gli altri commensali l’hanno giudicata eccellente) per concludere con bocconcini di pesce spada in salsa primavera.
Giudizi contrastanti per i primi piatti. Jesus e la Cry si facevano affascinare dagli altisonanti maccarrones de busa in crema di ricci, nonostante di ricci non sia stagione e nonostante la cameriera gli avesse confermato che si trattava di prodotto surgelato. In realtà ricci surgelati, ancora ben colorati polposi e non acquosi abbiamo avuto modo di mangiarne; questi erano di qualità mediocre. Buoni invece i ravioli con speck e zafferano del burriccu Sollai e sontuosi i culurgiones con funghi porcini e guanciale del Raschione. Così come per gli antipasti, dobbiamo quindi giudicare anche i primi piatti mediamente positivi.
 

Taverna Marina - Dessert

Taverna Marina – Dessert

 

Invero, mediamente al limite della sufficienza, almeno per le nostre attese, i dessert, che apparivano non fascinosamente impiattati e con un generale stucchevole eccesso di zucchero: crema catalana per Jesus,  creme caramel per la Cry, tiramisù per il burriccu Sollai e semifreddo al croccante di mandorle con guarnitura di caramello per il Raschione. La cena si concludeva con due caffè, rum Ron Zacapa 23yo per Jesus (a cui non piace il rum, ovviamente, ma l’ha preso solo perché non guidava lui!)  rum Santa Teresa per Ettore, convenzionale Sprite per il burriccu Sollai.
Costo finale della cena 31€ cadauno, da giudicarsi un 15% inferiori rispetto a quello che ci saremmo potuto aspettate.

 

La Taverna di Castello alla Marina, si conferma un ristorante di discreto livello, ma risente dei difetti di una filosofia che, probabilmente, strizza l’occhio più al turista di passaggio piuttosto che all’insoddisfabile appassionato di cibo, che sale fin su a Castello per provare un’esperienza culinaria fuori dal comune. Buoni antipasti e primi, deludenti i dessert. Il secondo piatto è stato saltato per compensare i tempi piuttosto lunghi del servizio. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “La Taverna di Castello alla Marina”: Tre Burricchi.
La Taverna di Castello, Marina Indirizzo: Via Barcellona 45/47, Cagliari
Telefono: 0703110056    [mostra in google maps]

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mar 16 2013

Taverna Su Milese – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Milese - Interno

Milese – Interno

 

Confiteor. Ho avuto serie difficoltà ad approcciarmi a quest’ultima recensione, che voi qui vedete vergata nero su bianco, estendersi e confinarsi lungo una stretta fila di caratteri sullo schermo, torcersi ermeticamente nell’alternarsi periodico dei paragrafi: prima a destra e poi a sinistra; a sinistra e poi di nuovo a destra, discendere e allinearsi verticalmente, quasi a seguire la misteriosa spirale della molecola della vita. Tutto questo vedete voi adesso così chiaramente espresso, nell’armonia delle geometrie, nel calore delle frasi già lette. Ma Jesus, hic et nunc,  avverte solo il vuoto da riempire, la lunghissima strada da percorrere d’innanzi a lui, e sa pagu gana che ha, di cadere spiritualmente verso il bianco fondo della pagina: speriamo che il DNA del burriccu, lo guidi fino alla luce senza troppi sforzi.
 

Milese - Carciofi e bottarga

Milese – Carciofi e bottarga

 

Accusatio I. Ma si può essere così Burricchi da organizzare una ciccionata, invitando peraltro un’ospite di spessore nazionale – la Burricca sindacalista Miss Parker -, e nemmeno premurarsi di scegliere un locale in cui sia possibile accedere con assoluta certezza, trascurando la imprescindibile pre-condizione della prenotazione?
Poi c’hanno ragione i volenterosi camerieri a doverci necessariamente rimbalzare perché i tavoli risultano già tutti riservati.
Alle 20.55 di Venerdì, per colpa imperdonabile del Raschione Ettore, il conclave cardinalizio del Donkey Challenge ancora non aveva individuato il possibile ristorante candidato alla somma liturgia settimanale.
 

Milese - Gamberi

Milese – Gamberi

 

Habemus Burriccum. Dopo un non lunghissimo girovagare per le strette vie della “Marina”, sotto una accennata pioggia purificatrice, la compagnia dei Burricchi raggiunge il locale che, secondo il piano alternativo del Raschione, avrebbe dovuto compensare il mancato iniziale approdo. Non c’è con loro il terzo Triumviro ufficiale, Ing. Marrocu, impegnato in una misteriosa ciccionata parallela – documentata dal medesimo con tanto di tweet live intrecciati con i nostri – mentre la nostra ospite, che già pregustava e disiggiava di assaporare pesce e molluschi crudi, non tratteneva il suo disappunto nello sbirciare il menù all’esterno del locale, non certo palesemente concentrato sulle più appetibili prelibatezze di mare. Trattavasi della Taverna “Su Milese”, collocata nella pittoresca e già battuta (nelle nostre escursioni culinarie) Via Barcellona, in quel di Cagliari. Questa volta, nonostante una non trascurabile presenza di clienti, non abbiamo problemi a trovare alloggio.
 

Milese - Antipasti sott'olio

Milese – Antipasti sott’olio

 

Al suo interno “Su Milese” ha un aspetto ordinato sobrio e gradevole. L’avventore viene accolto da una prima sala che, dalla soglia di ingresso si estende longitudinalmente fino al bancone di servizio e alla cucina, mentre un subitaneo disimpegno laterale conduce ad una seconda zona pranzo, caratterizzata da pareti albine, da un bel soffitto a volta, decori in pietra chiara e, sul fondo, inserti superiori in legno scuro. L’arredamento è spartano e minimalista, con piccoli tavoli squadrati vestiti con tovagliame di carta, sedie piuttosto rigide e alcune piccole stampe da muro, la cui cornice richiama il colore della pietra tutt’attorno.
 

Milese - Zuppa di cozze

Milese – Zuppa di cozze

 

Accusatio II. Diciamo subito che la serata non è stata esattamente caratterizzata da un servizio puntuale ed attento, probabilmente a causa di una organizzazione dei compiti male distribuita tra maître e cameriere. Effettivamente, nonostante non vi fosse il “tutto esaurito”, siamo riusciti a ricevere la carta, circa un quarto d’ora/venti minuti successivamente al nostro ingresso nel ristorante; il maître si è poi presentato al nostro tavolo dopo una ulteriore consistente attesa, senza possibilità di ricevere preventivamente una richiesta fornitura d’acqua naturale.
Il menù de “Su Milese” non si compone di pietanze che possano richiamare in modo inequivocabile le origini stesse del proprio nome (il paese di Milis, provincia di Oristano), ma presenta una serie di piatti piuttosto semplici, espressi senza particolare fantasia e carattere. Gli ingredienti utilizzati («noi trattiamo solo roba fresca») sembrano in realtà scelti nell’ottica di limitare al massimo l’esborso economico da parte del cliente, piuttosto che ispirati da una ricercata condotta sulla via della qualità. Questa filosofia potrà risultare estremamente positiva per taluni nostri parsimoniosi lettori (pecunia fit gustibus) ma non può certo soddisfare le esigenze dei viziati Triumviri del Donkey Challenge.
 

Milese - Lo scoglio del milese

Milese – Lo scoglio del milese

 

Accusatio III. Non essendo previsto un preciso percorso degustazione, scegliamo quindi quattro antipasti singoli da dividere in tre (che arriveranno prima delle nostre stoviglie!) e ordiniamo una buona bottiglia di “Filine”, Vermentino di Sardegna DOC della Cantina Dorgali. Il vino è pervenuto al tavolo eccessivamente caldo, tanto da cagionare una simpatica incomprensione tra Jesus e il cameriere: «Se ci fornisce il secchiello del ghiaccio, probabilmente riusciamo a recuperarlo» … «non è proprio un secchiello» … «Beh se è una terrina, va bene lo stesso!».
In realtà il gentile cameriere si riferiva a un semplice accomodo termico, che purtroppo si è reso disponibile solo a bottiglia abbondantemente tracannata.
Gli antipasti si articolavano in quattro portate dal gusto e dalla qualità complessivamente discutibili: carciofi con bottarga a scaglie (non male i carciofi ma la bottarga sarebbe stata meglio più abbondante) su letto di olio d’oliva; dozzinali gamberi argentini serviti freddi (e non impeccabilmente puliti) con pomodori e cipolle; terrificanti antipastini sott’olio, dal gusto eccessivamente acido, comprensivi di carciofi, olive e peperoncini ripieni; zuppetta di cozze il cui sugo, nonostante l’eccessivo impiego di prezzemolo, non era malvagio, mentre il sapore dei mitili era praticamente inesistente. Unico aspetto positivo, il gusto del pane d’accompagno.
 

Milese - Spaghetti ai ricci

Milese – Spaghetti ai ricci di mare

 

Reprimenda finalis. Anche i primi piatti si sono dimostrati di mediocre fattura. Gli spaghetti ai ricci di mare di Jesus erano tristemente asciutti, cirdini e senza sapore, mentre la polpa di riccio – evidentemente congelata – aveva più l’aspetto di piccoli tocchetti di ragù di carne (vedere foto).
Ancor peggio il pur altisonante “Scoglio del Milese”, con cozze, arselle e gamberi. Nonostante lo chef abbia negato questa circostanza, sia il Raschione che la nostra ospite (intollerante al lattosio) hanno denunciato il sospetto utilizzo di burro per cucinare la pietanza («beh se non è burro sarà margarina!») tanto da lasciare il piatto assolutamente immacolato.
Ad onor del vero, il personale si è decorosamente scusato, non conteggiando gli spaghetti nella traduzione del conto finale.
Terminati i primi piatti, in considerazione che null’altro probabilmente li avrebbe soddisfatti, i Burricchi non se la sono sentita di andare avanti e hanno chiesto direttamente il conto, che è stato di circa 16€ (secondo i nostri conti sarebbero dovuti essere 26, senza scorporo).

Carino, accogliente, e ben collocato in quel della “Marina”, Su Milese propone una cucina economica. ma di certo non in grado di soddisfare le aspettative dei palati più esigenti. Piuttosto mal organizzato il servizio, soprattutto nei tempi d’accoglienza. Un burriccu meno meno.

 


VALUTAZIONE “Su Milese”: Un Burriccu.
Taverna Su Milese Indirizzo: Via Barcellona 32, Cagliari
Telefono: 070680957    [mostra in google maps]
 

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gen 12 2013

Ristorante S’Abbuffara – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

S'Abbuffara - Via Barcellona

S’Abbuffara – Via Barcellona

 

Una lunga e stretta via, con un marcato e molesto declivio, che un poco intimidisce e lascia intendersi come malagevole accomodamento, è una tavola quasi infinita, da bandire e imbandire con mille squisitezze e leccornie: arrosti appetitosi innaffiati da vino rosso, colorati e succulenti frutti di mare accompagnati da deliziose salse agli agrumi, corposa selvaggina in umido condita con spezie e sapori di montagna, energici ed aromatici salumi delle valli, delicate zuppe dal gusto raffinato, piacevoli e generosi condimenti di ogni sorta, guarnitissimi ed opulenti dolciumi, composti e decorati con la maestria di un artista, in un orgiastico tripudio di porcellane e cristalli, ricolmi di inebrianti e seducenti nettari degli Dei.
 

S'Abbuffara - Interno

S’Abbuffara – Interno

 

Di questi lascivi e peccaminosi pensieri sono ricolme – in quel di Cagliari la sera di Venerdì –  le menti monotonali e monotone di Jesus e del Raschione Ettore che, in obbligata formazione PACS e a digiuno da parecchie ore, risalgono la Via Barcellona, percorrendo da parte a parte il quartiere “La Marina”, nel tiepido capoluogo sardo. L’idea della loro nuova destinazione, il ristorante “S’Abbuffara”, s’insinua nei loro distorti meccanismi mentali, trasformando ogni dettaglio dell’arredo urbano, in corrispondenti allucinazioni alimentari: una finestra si trasforma in una torta salata, una lampadina è una pasta di zucchero, una crepa sul muro diviene una fetta di Sacher.
Quando alle 20.45, in netto anticipo rispetto alla prenotazione, il menù esposto fuori dal locale si presentava a Jesus come l’Arcangelo Emanuele (il Màestro!), che gli annunciava la presenza di un maialetto da latte nel suo seno, i Donkeys intuivano che non sarebbe stato il caso di indugiare oltre, e decidevano di varcare la soglia del ristorante.
 

S'Abbuffara - Antipasti

S’Abbuffara – Antipasti

 

Ad accogliere i due affamati Burricchi, è il giovane e sorridente maître/titolare del locale, che con informale gentilezza cagliaritana, li indirizza verso un ampio tavolo (che avrebbe dovuto ospitare anche il diffidato Ing.Marrocu) in un angolo della sala principale. La medesima sala, risulta defilata lateralmente rispetto al vestibolo e all’atrio di ingresso, congiungendosi con quest’ultimo, per mezzo di una spartana apertura rettangolare, che divora la parete bianca per circa un terzo. Il pavimento, appare di una tonalità bruno scura, ben intonandosi con i copri-tovaglie dei tavoli, con il maestoso soffitto in legno grezzo, e con le caratteristiche sedie verde acido, che lo stesso titolare ci dirà provenire dal “Corte noa” di Pula. Anche gli infissi, la mobilia e (intelligentemente) il frigo delle bevande all’ingresso sono in legno, ma suggeriamo di uniformarne le varie sfumature di colore, per evitare un certo disordine cromatico, da noi ben notato.
 

S'Abbuffara - Moscardini e ceci

S’Abbuffara – Moscardini e ceci

 

“S’Abbuffara” è aperto da pochi giorni per cui, in attesa che vengano consegnati i menù cartacei definitivi, il maître si propone di suggerirci lui stesso pietanze e vino, supportato da un canovaccio di fogli A4, che si sviluppava con due diverse tipologie di percorso: di terra e di mare. Come da nostra abitudine ci indirizziamo verso il mare, e scegliamo un “Iselis bianco” di Argiolas, come vino di supporto, tra le etichette della cantina, sufficientemente fornita.
Anche per il numero non eccessivo di clienti, il servizio (il maître era coadiuvato da una premurosa cameriera) e la cucina,  si sono dimostrati da subito rapidissimi, tanto da consentirci di rincasare ben prima della 23, giusto in tempo per seguire il reality dei “Club Dogo” su MTV, e così esorcizzare l’irritante offerta musicale del locale: «Le canzoni di Tiziano Ferro, mi fanno venire in mente il recente lifting di George Clooney!»
 

S'Abbuffara - Fregola

S’Abbuffara – Fregola

 

Gli antipasti di mare si articolavano in cinque differenti portate, presentate in rapida successione e quasi congiuntamente al tavolo, nonostante accortezza imporrebbe di servire verso la fine i piatti caldi, onde evitare possibili raffreddamenti:
buoni (anche se piuttosto freddi) gamberi bolliti, conditi con olio e limone; gustosi moscardini al sugo e ceci; insalata di polpo con aglio e prezzemolo (che «sarebbe stato apprezzato dallo chef Taras» per la ostentata durezza); ottimi carciofi freschi con spolverata di bottarga, forse la cosa più buona assaggiata in serata. Piatti fin qui particolarmente semplici, che non brillavano certo per fantasia ed estetica della composizione, ma che abbiamo avuto modo di apprezzare per la buona qualità degli ingredienti di mare, evidenziata dal gradevole profumo delle pietanze. Molto meno positivo, invero, l’ultimo antipasto della serie, la zuppa di cozze su pane carasau che, oltre a essere composta da mitili che in buona parte risultavano semi-chiusi e insapori, era caratterizzata da un sugo non all’altezza, forse eccessivamente cotto o degenerato da un inopportuno dosaggio degli ingredienti (come ad esempio il prezzemolo).
 

S'Abbuffara - Seppie al vino bianco

S’Abbuffara – Seppie al vino bianco

 

Medesimo discorso deve essere fatto per il primo piatto, comune ai due navigati molentis – fregola ai frutti di mare – che, oltre a basarsi su una pasta palesemente industriale, data l’uniformità dei grani, presentava, ahimè, un evidente difetto nel sugo di preparazione, impostato su un eccesso di acidità di base. Il gusto dei pur buoni frutti di mare (cozze, arselle, moscardini, seppiette) ne risultava quindi inevitabilmente compromesso.
Al contempo, la voce suadente e romantica di Tiziano Ferro avvolgeva la sala, tanto da infondere coraggio ai venditori di rose, che si presentavano al tavolo dei due Burricchi confidando nel riproporsi del mito androgino di Aristofane, e provocando così l’ilarità degli altri avventori: «prende rosa?» … «non mi pare il caso!»
 

S'Abbuffara - Calamari

S’Abbuffara – Calamari e porcini

 

Nel mentre che l’ultimo venditore pakistano, riusciva per sfinimento ad inc… tre euro al Raschione, come contropartita per una dozzinale pila-portachiavi, in luogo dei meravigliosi laser zoomorfi con tanto di effetti sonori (gli mancava solo il burriccu!), potevamo assaporare i secondi piatti, precedentemente ordinati e arrivati anch’essi con estrema celerità: seppie al vino bianco con contorno di pomodoro e radicchio per Jesus; calamari ai funghi porcini e uguale ornamento d’insalata per il Raschione Ettore.
Queste ultime pietanze, rispetto alla fregola precedentemente analizzata, ben si potevano distinguere per qualità, originalità e presentazione (particolarmente efficaci i solidi piatti di vetro), anche se “tottu vizius” Jesus, ha evitato accuratamente di consumare le zampette delle seppie, un pochino troppo abbrustolite.
 

S'Abbuffara - Tiramisu ai frutti di bosco

S’Abbuffara – Tiramisu ai frutti di bosco

 

Il pasto poteva quindi concludersi con i dessert: particolare tiramisù ai frutti di bosco per il Raschione, semplice sorbetto al limone (servito crediamo per scelta senza la usuale cannuccia), per Jesus.
Dopo una breve disquisizione tra il maître ed il Raschione, sulla nomenclatura delle grappe, il Burriccu decide per una grappa barricata “Anghelu Ruju” di Sella e Mosca come ammazzacaffé, mentre il sempre originale Jesus richiede un caffè e una “Vecchia Romagna etichetta nera”, in onore delle atmosfere anni ’80: «a quel punto potevi prendere uno Stock 84, burriccu!».
Costo complessivo della serata, 35€ cadauno, da ritenersi adeguato ed economico, considerati il pasto completo e la bottiglia di Iselis tracannata. Per chi fosse interessato, abbiamo notato esposto, invero, un menù degustazione mare da 25€ e terra da 20.

Di recente apertura, collocato nel cuore della “Marina”, il ristorante “S’Abbuffara” si propone come locale informale e accogliente, per serate non particolarmente impegnative. Buona la qualità del servizio mentre la cucina, semplice e senza particolari elaborazioni, ha accusato qualche difetto (non sappiamo quanto accidentale) nella preparazione dei sughi. Difetti di esperienza, che probabilmente verranno sanati con il tempo. Nel frattempo, la nostra personale valutazione è di due Burricchi.

 


VALUTAZIONE “S’Abbuffara”: Due Burricchi.
Ristorante S’Abbuffara Indirizzo: Via Barcellona 11, Cagliari
Telefono: 3939990612    [mostra in google maps]
 

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