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Taverna Su Milese – Cagliari

 Scritto da Jesus il 16 marzo 2013 alle 18:52 2 commenti | Commenta

Milese - Interno

Milese – Interno

 

Confiteor. Ho avuto serie difficoltà ad approcciarmi a quest’ultima recensione, che voi qui vedete vergata nero su bianco, estendersi e confinarsi lungo una stretta fila di caratteri sullo schermo, torcersi ermeticamente nell’alternarsi periodico dei paragrafi: prima a destra e poi a sinistra; a sinistra e poi di nuovo a destra, discendere e allinearsi verticalmente, quasi a seguire la misteriosa spirale della molecola della vita. Tutto questo vedete voi adesso così chiaramente espresso, nell’armonia delle geometrie, nel calore delle frasi già lette. Ma Jesus, hic et nunc,  avverte solo il vuoto da riempire, la lunghissima strada da percorrere d’innanzi a lui, e sa pagu gana che ha, di cadere spiritualmente verso il bianco fondo della pagina: speriamo che il DNA del burriccu, lo guidi fino alla luce senza troppi sforzi.
 

Milese - Carciofi e bottarga

Milese – Carciofi e bottarga

 

Accusatio I. Ma si può essere così Burricchi da organizzare una ciccionata, invitando peraltro un’ospite di spessore nazionale – la Burricca sindacalista Miss Parker -, e nemmeno premurarsi di scegliere un locale in cui sia possibile accedere con assoluta certezza, trascurando la imprescindibile pre-condizione della prenotazione?
Poi c’hanno ragione i volenterosi camerieri a doverci necessariamente rimbalzare perché i tavoli risultano già tutti riservati.
Alle 20.55 di Venerdì, per colpa imperdonabile del Raschione Ettore, il conclave cardinalizio del Donkey Challenge ancora non aveva individuato il possibile ristorante candidato alla somma liturgia settimanale.
 

Milese - Gamberi

Milese – Gamberi

 

Habemus Burriccum. Dopo un non lunghissimo girovagare per le strette vie della “Marina”, sotto una accennata pioggia purificatrice, la compagnia dei Burricchi raggiunge il locale che, secondo il piano alternativo del Raschione, avrebbe dovuto compensare il mancato iniziale approdo. Non c’è con loro il terzo Triumviro ufficiale, Ing. Marrocu, impegnato in una misteriosa ciccionata parallela – documentata dal medesimo con tanto di tweet live intrecciati con i nostri – mentre la nostra ospite, che già pregustava e disiggiava di assaporare pesce e molluschi crudi, non tratteneva il suo disappunto nello sbirciare il menù all’esterno del locale, non certo palesemente concentrato sulle più appetibili prelibatezze di mare. Trattavasi della Taverna “Su Milese”, collocata nella pittoresca e già battuta (nelle nostre escursioni culinarie) Via Barcellona, in quel di Cagliari. Questa volta, nonostante una non trascurabile presenza di clienti, non abbiamo problemi a trovare alloggio.
 

Milese - Antipasti sott'olio

Milese – Antipasti sott’olio

 

Al suo interno “Su Milese” ha un aspetto ordinato sobrio e gradevole. L’avventore viene accolto da una prima sala che, dalla soglia di ingresso si estende longitudinalmente fino al bancone di servizio e alla cucina, mentre un subitaneo disimpegno laterale conduce ad una seconda zona pranzo, caratterizzata da pareti albine, da un bel soffitto a volta, decori in pietra chiara e, sul fondo, inserti superiori in legno scuro. L’arredamento è spartano e minimalista, con piccoli tavoli squadrati vestiti con tovagliame di carta, sedie piuttosto rigide e alcune piccole stampe da muro, la cui cornice richiama il colore della pietra tutt’attorno.
 

Milese - Zuppa di cozze

Milese – Zuppa di cozze

 

Accusatio II. Diciamo subito che la serata non è stata esattamente caratterizzata da un servizio puntuale ed attento, probabilmente a causa di una organizzazione dei compiti male distribuita tra maître e cameriere. Effettivamente, nonostante non vi fosse il “tutto esaurito”, siamo riusciti a ricevere la carta, circa un quarto d’ora/venti minuti successivamente al nostro ingresso nel ristorante; il maître si è poi presentato al nostro tavolo dopo una ulteriore consistente attesa, senza possibilità di ricevere preventivamente una richiesta fornitura d’acqua naturale.
Il menù de “Su Milese” non si compone di pietanze che possano richiamare in modo inequivocabile le origini stesse del proprio nome (il paese di Milis, provincia di Oristano), ma presenta una serie di piatti piuttosto semplici, espressi senza particolare fantasia e carattere. Gli ingredienti utilizzati («noi trattiamo solo roba fresca») sembrano in realtà scelti nell’ottica di limitare al massimo l’esborso economico da parte del cliente, piuttosto che ispirati da una ricercata condotta sulla via della qualità. Questa filosofia potrà risultare estremamente positiva per taluni nostri parsimoniosi lettori (pecunia fit gustibus) ma non può certo soddisfare le esigenze dei viziati Triumviri del Donkey Challenge.
 

Milese - Lo scoglio del milese

Milese – Lo scoglio del milese

 

Accusatio III. Non essendo previsto un preciso percorso degustazione, scegliamo quindi quattro antipasti singoli da dividere in tre (che arriveranno prima delle nostre stoviglie!) e ordiniamo una buona bottiglia di “Filine”, Vermentino di Sardegna DOC della Cantina Dorgali. Il vino è pervenuto al tavolo eccessivamente caldo, tanto da cagionare una simpatica incomprensione tra Jesus e il cameriere: «Se ci fornisce il secchiello del ghiaccio, probabilmente riusciamo a recuperarlo» … «non è proprio un secchiello» … «Beh se è una terrina, va bene lo stesso!».
In realtà il gentile cameriere si riferiva a un semplice accomodo termico, che purtroppo si è reso disponibile solo a bottiglia abbondantemente tracannata.
Gli antipasti si articolavano in quattro portate dal gusto e dalla qualità complessivamente discutibili: carciofi con bottarga a scaglie (non male i carciofi ma la bottarga sarebbe stata meglio più abbondante) su letto di olio d’oliva; dozzinali gamberi argentini serviti freddi (e non impeccabilmente puliti) con pomodori e cipolle; terrificanti antipastini sott’olio, dal gusto eccessivamente acido, comprensivi di carciofi, olive e peperoncini ripieni; zuppetta di cozze il cui sugo, nonostante l’eccessivo impiego di prezzemolo, non era malvagio, mentre il sapore dei mitili era praticamente inesistente. Unico aspetto positivo, il gusto del pane d’accompagno.
 

Milese - Spaghetti ai ricci

Milese – Spaghetti ai ricci di mare

 

Reprimenda finalis. Anche i primi piatti si sono dimostrati di mediocre fattura. Gli spaghetti ai ricci di mare di Jesus erano tristemente asciutti, cirdini e senza sapore, mentre la polpa di riccio – evidentemente congelata – aveva più l’aspetto di piccoli tocchetti di ragù di carne (vedere foto).
Ancor peggio il pur altisonante “Scoglio del Milese”, con cozze, arselle e gamberi. Nonostante lo chef abbia negato questa circostanza, sia il Raschione che la nostra ospite (intollerante al lattosio) hanno denunciato il sospetto utilizzo di burro per cucinare la pietanza («beh se non è burro sarà margarina!») tanto da lasciare il piatto assolutamente immacolato.
Ad onor del vero, il personale si è decorosamente scusato, non conteggiando gli spaghetti nella traduzione del conto finale.
Terminati i primi piatti, in considerazione che null’altro probabilmente li avrebbe soddisfatti, i Burricchi non se la sono sentita di andare avanti e hanno chiesto direttamente il conto, che è stato di circa 16€ (secondo i nostri conti sarebbero dovuti essere 26, senza scorporo).

Carino, accogliente, e ben collocato in quel della “Marina”, Su Milese propone una cucina economica. ma di certo non in grado di soddisfare le aspettative dei palati più esigenti. Piuttosto mal organizzato il servizio, soprattutto nei tempi d’accoglienza. Un burriccu meno meno.

 


VALUTAZIONE “Su Milese”: Un Burriccu.
Taverna Su Milese Indirizzo: Via Barcellona 32, Cagliari
Telefono: 070680957    [mostra in google maps]
 

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Taverna Su Milese – Cagliari 1.7 out of 5 based on 6 ratings.
1/5 stars     

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2 Commenti su “Taverna Su Milese – Cagliari”

  • Ettore Dice:

    Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto;
    e non turba mai la gioia de’ suoi figli
    se non per prepararne loro una più certa e più grande.
    (I Promessi Sposi, cap. VIII)
    Cosa sarebbe la vita, come riportato da tale Alessandro Manzoni, cantore minore del quale apprendiamo solo ora l’esistenza, senza la divina Provvidenza che non regala momenti di difficoltà se non per riservare, in un futuro prossimo o remoto, una gioia molto più grande? Ma soprattutto cosa sarebbe stato della serata se non ci fosse stato il nostro friendly ristorante preferito?
    L’errare ad cazzum della Compagnia dell’Asinello fra le strade della ristorazione cagliaritana regala lo spettacolo delle più piacevoli realtà, ma anche le insidie di un mondo molto variegato. D’altronde la nostra missione è mangiare, bere e parafrasare, nel bene e nel male, sempre e comunque.
    Spero siano questi o simili i profondi pensieri che hanno accompagnato la nostra cara ospite Miss Parker in questa seconda e meno fortunata celebrazione dei piaceri della tavola insieme ai somari più chiacchierati della città.
    Ambientazione dignitosa, semplice senza particolare impronta, servizio decisamente inefficiente, a tratti imbarazzante, soprattutto per la gestione di clienti con intolleranze particolari e delle critiche degli esigenti avventori, non sono che l’antipasto di una esperienza da NON ripetere assolutamente;
    completano il quadro una cucina, che ha l’ambizione di essere a kilometro zero (e i gamberi argentini?), ma che nella variante di mare scelta ha dimostrato non pochi limiti di realizzazione pratica, seppure nel contesto di ricette molto semplici. Esemplare l’aneddoto della contestazione dell’aroma di burro (o addirittura margarina) nella pasta, liquidato con un: buono a sapersi!..
    La bassa qualità dei piatti e i tempi biblici della cucina non hanno certo alimentato l’appetito per proseguire oltre.
    Fortunatamente siamo riusciti a rimediare parzialmente alla delusione con un piano di emergenza che ci ha consentito di assaporare dolci squisiti e prelibati assaggi di ostriche, ricci e delizioso polpo fritto in un poco distante e sempre impeccabile locale della zona, che non ringrazieremo mai abbastanza per esserci :-)
    Confermo quindi il burriccu molto stiracchiato, non mutilato essenzialmente per non inimicarsi le comunità di lettori più animaliste.
    Ringrazio e mi scuso con la nostra sempre gradita ospite Miss Parker, che ha saputo comunque affrontare con allegria e positività il disastro della seppure non eccessivamente dispendiosa esperienza.

  • marianna Dice:

    prima di essere ufficialmente ammonita mi accingo a lasciare un mio commento… mentre mastico ancora i resti del pranzo….

    Mi appresto a scrivere con un po di imbarazzo vista la leggendaria prosa dei burricchi rispetto alla mia umile modalità di scrittura…. (di certo sono più brava a parlare che a scrivere)
    In genere sono un anima pia per cui mi spiace dover lasciare un commento su questa disastrosa esperienza culinaria… (davvero DILUDENTE!!!) e devo ammettere che se non ci fosse stata un appendice alla serata che mi ha permesso di desinare almeno un pochino, questa sarebbe stata la mia ultima esperienza con i vurricchi :-D

    Banda alle ciance mi accingo a fare un rapido resoconto asciutto e scarno perchè poco vi è da aggiungere ai commenti dei miei illustri commensali e credo che mai come in questo caso il giudizio possa essere unanime…

    Locale carino e pulito ma acustica tremenda si faceva davvero fatica a portare avanti una conversazione…
    Servizio mediocre, quasi 20 minuti per un menù e più di mezz’ora per ordinare senza nel frattempo aver ricevuto l’acqua da noi richiesta, inoltre come mi aspetterei da un locale che fa della cucina kilometro zero nessun suggerimento su ciò che sarebbe stato meglio assaggiare, nessun tentativo di guidare in qualche modo la nostra esperienza.
    Passiamo alla descrizione delle portate, il classico carciofi e bottariga forse l’unico piatto buono della giornata grazie al sapore genuino delle pietanze ma anche questo si rivelava mal condito e con una certa scarsità dell’ingrediente più pregiato, la zuppetta di cozze salvata dal sugo (e dal pane), l’insalata di gamberi e cipolle veramente troppo fredda e con sapori non amalgamati tra loro, mentre sorvolerei decisa sui sott’oli. Passiamo ai primi piatti una pasta ai ricci che non invitava all’assaggio ed una pasta con il pesce dal sapore deciso del sugo (come quello della zuppetta) ma rovinato dalla presenza di burro (o margarina) con un sapore predominante in tutto il piatto. Fermo restando il mio personale giudizio fortemente negativo sulla presenza di tale ingrediente in una pasta con il pesce (insomma è come se l’avessero portata a tavola con una bella spolverata di pecorino) se un commensale fa presente un intolleranza ci dovrebbe essere da parte della cucina una maggiore attenzione (mi chiedo cosa sarebbe accaduto se si fosse trattato di un allergia…). Come dal resoconto del burrico jesus, vista la qualità riscontrata, abbiamo preferito non proseguire oltre.
    Sul conto finale nessun commento in proposito se non per segnalare la correttezza mostrata nell’escludere il piatto non sonsumato dal conto finale. A mio avviso anche il basso prezzo non giustifica una simile “prestazione” a mio avviso si può puntare su menù poco dispendiosi magari proponendo menù fissi o percorsi di degustazione magari utilizzando ingredienti poveri. Io avrei dato mezzo burrico….

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