☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
gen 27 2013

Ristorante Kiwi – Assemini

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kiwi - Esterno

Kiwi – Esterno

 

Non è che io vada esattamente pazzo per il kiwi. Sia chiaro: indiscusso che proprio io abbia qualcosa in contrario nello sradicare una qualsivoglia pianta autoctona (猕猴桃), per provare a coltivarla con profitto dall’altra parte del Mondo, in condizioni di clima e ambiente microbiologico ostile; se così non fosse stato nei secoli, cosa mangeremmo qui ora, come frutto dalla nostra Terra? Forse solo il cardo selvatico e sa canciofa; nemmeno sa ficumorisca: niente pomodori, niente angurie, melone, niente patata… Non è che esattamente non mi piaccia quel sapore, insistentemente acidulo, che sa di lontano estro orientale … ma, perdio, consentite che mi piaccia di più il gusto dolce del piricocco nostrano?
 

Kiwi - Interno

Kiwi – Interno

 

Sabato mattina. E’ breva la giornata per i Burricchi. Alle dieci, con il sole già alto, Jesus è ancora croccau mentre il Raschione, infortunato qualche giorno prima, è concentrato sulla stimolazione criogenica della sua caviglia gonfia. Il V-Hot, apprezzato e titolato personaggio della galassia Donkeys – che forse ricorderete in altre esaltanti apparizioni – è invece già in piedi, impegnato nell’hobby della meccanica, per ristrutturare una preziosa Vespa d’epoca. Di lì a breve, Jesus, avrebbe fatto irruzione nella sua dimora, per procedere al cambiamento di una lampadina della 150cv: «non puoi farlo tu da solo burriccu???». «Ho cercato il video su youtube, il 90% delle persone lo fanno fare all’elettrauto: pitticcu su casinu!». Per fortuna che il V-Hot c’è!
 

Kiwi - Cruditè di ostriche

Kiwi – Cruditè di ostriche

 

Dati i tre minuti di ritardo con cui i due burricchi (ricordiamo che l’Ing.Marrocu è nuovamente uccel di bosco, in vacanza all’estero) si presetavano di fronte alla abitazione del Raschione, ci saremmo aspettati che questi si manifestasse lanciando insulti e brandendo minacciosamente una stampella di legno. Invero, solo una ben mimetizzata cavigliera rigida tradiva il suo accidentale malessere fisico, oltre ché un ben evidente passo claudicante. Dopo circa venti minuti, passati a discutere su quale fosse la strada migliore per risparmiare quei venti/trenta secondi di viaggio, i tre raggiungevano il ristorante Kiwi, collocato a metà strada tra i comuni di Assemini e Decimo. Nonostante qualche riferimento indichi che il locale si trova formalmente nel comune di Decimo, Jesus preferisce pubblicare la prima collocazione, giusto per fare un dispetto al Raschione, che sosteneva insistentemente la tesi opposta.
 

Kiwi - Antipasti di mare

Kiwi – Antipasti di mare

 

La struttura – che secondo l’insegna all’esterno dovrebbe contemplare anche i servizi di gelateria e pizzeria – è una sorta di moderna villa con un piccolo giardino verde perimetrale ed un ampio parcheggio, edificata su misura per banchetti e ricevimenti di nozze di medie dimensioni.
Oltre che ombrelloni e tavolini metallici da bar, compare, sempre all’esterno del ristorante, un grande gazebo bianco coperto, probabilmente utilizzato nelle attività del periodo invernale. Internamente, il locale si compone di un’unica ampia sala, disegnata con uno stile sardo-new style, a cavallo tra il rustico e moderno, interrotta nella distribuzione degli spazi da alcune arcate in muratura color paglierino, poggiate su solidi pilastri bianchi. La resa scenica complessiva è piuttosto confusa e caotica, soprattutto nei pressi dell’ingresso, dove primeggia il bancone da bar e dove troviamo collocati gli split delle pompe di calore, con effetto piuttosto approssimativo e antiestetico. Punto di non ritorno nella sindacabile ricerca estetica, è il TV LCD che troneggia sui tavoli, tra l’altro con una vistosa macchia scura al centro. Più ordinato ed apprezzabile ci pare invece il fondo della sala, dove striate pareti chiare sono state arricchite con splendide sculture lignee amorfe, e dove alcuni discreti tendaggi cercano di celare i moderni infissi, non propriamente eleganti.
 

Kiwi - Aragostelle

Kiwi – Aragostelle

Kiwi - Zuppa di cozze

Kiwi – Zuppa di cozze

 

Proprio sul fondo della sala i tre burricchi vengono fatti accomodare, e scoprono subito che il freddo che avvertono (Jesus presenta ancora gli strascichi del puntore) dipende da un problema all’impianto di riscaldamento, al quale un tecnico in loco cercava di porre rimedio.
Il servizio in sala viene garantito da una giovane cameriera, un cameriere più anziano, e da un preparatissimo e gentile maître che, vi anticipiamo, per professionalità, cortesia e attenzione ai particolari, vale per metà la piacevolezza del pranzo, essendo riuscito finanche ad arginare, alcune evidenti disfunzioni organizzative che complessivamente abbiamo potuto rilevare.
 

Kiwi - Fregola con arselle

Kiwi – Fregola con arselle

 

La prima disfunzione è la disponibilità della cantina. Nonostante la prestigiosa carta dei vini, abbiamo dovuto indirizzare la nostra scelta, verso un pur buon vermentino “Costamolino” DOC del 2011, delle cantine Argiolas, a seguito di una contingente indisponibilità di molte altre etichette.
La degustazione del vino è stata portata a termine dal V-Hot e condotta in maniera impeccabile dal maître mentre, per dovere di cronaca, segnaliamo che il Raschione Ettore ha solo in minima parte attinto alla bottiglia del nettare, perché assolutamente ligio e piegato alle controindicazioni istoriate nel bugiardino dei propri antidolorifici: maledetto infortunio!
 

Kiwi - Spaghetti alle arselle

Kiwi – Spaghetti alle arselle

 

Gli ordinati antipasti di mare, arrivavano al tavolo in tempi pienamente (ed eticamente) ragionevoli mentre, a parte le buonissime ostriche crude richieste come integrazione, non possiamo giudicare con entusiasmo il valore complessivo delle portate presentate: dozzinale insalata di mare con polpo, cozze, calamari, surimi e “giardinera”; anonima insalatina di rucola e polpa di gambero (o surimi, non era ben chiara la differenza); polpo alla diavola con buona aromatizzazione di pomodori secchi; poco efficaci frittelle di gianchetti, dal retrogusto eccessivamente acido. Seguivano poi delle buone aragostelle in salsa catalana (pomodoro e cipolle) e una discutibile zuppetta di cozze: sufficientemente gustoso (tanto quanto è gustoso il sugo casar) il sugo, ma la qualità dei mitili in sé lasciava piuttosto a desiderare. Il V-Hot non apprezzava. Abbiamo apprezzato, invero, la qualità e il gusto dei panini messi a disposizione della tavolata.
 

Kiwi - Grigliata mista

Kiwi – Grigliata mista

 

Un secondo “grave episodio” (che ha dilatato in maniera considerevole i tempi del pranzo) viene registrato, nell’avvicinamento ai primi piatti. Il Raschione, che inizialmente aveva richiesto delle altisonanti trenette “Kiwi” con arselle, fiori di zucca e zafferano, veniva avvicinato (ad antipasti terminati da un pezzo) dal desolato maître, che faceva notare come i fiori di zucca fossero ormai fuori stagione, e quindi sarebbe stato necessario modificare gli ingredienti o scegliere una portata alternativa. Ci chiediamo: perché tenerlo allora in menù?  Ad ogni buon conto, il Raschione derubricava il suo piatto verso il medesimo scelto da Jesus: una fregola con arselle in rosso, molto gustosa e servita alla giusta temperatura (buddia!), nonostante fosse stata preparata con pasta evidentemente non artigianale. Buoni anche gli spaghetti alle arselle del V-Hot, che però segnalava un eccesso di sabbiolina, non efficacemente drenata dalla appetitosa conchilifera.
 

Kiwi - Sorbetto

Kiwi – Sorbetto

 

Nonostante le porzioni fossero state abbondanti e i fumi dei vari analgesici/antiepiretici presenti nel sangue dei 2/3 dei commensali, si decideva per una “piccola” grigliata mista. La lunga attesa è stata mitigata dalla presentazione di fresco pinzimonio (finocchio, sedano, carote, pomodori), corredato da una deliziosa salsa vinaigrette, preparata con maestria sul momento dall’ottimo maître: «meglio che farsela preparare dal Marrocu, no?!».
L’ottima ed abbondante («meno di questo non ce la facciamo!») grigliata al gradevole aroma d’alloro era costituita da una grossa spigola, un’orata, tre seppie e sei gamberi.
Non pienamente convinti dai dolci della casa proposti, i Burricchi sceglievano di terminare il pranzo con tre sorbetti al limone, dimostratisi veramente gustosi, probabilmente per effetto del buon dosaggio di scorze di limone amare, e dell’utilizzo di Vodka (almeno pensiamo). L’avventura culinaria si concludeva con dei caffé, non accompagnati da alcun ulteriore liquore. Costo complessivo dell’esperienza 40€ cadauno, da giudicarsi un 10% limabile per difetto rispetto al giusto dovuto.

Il Ristorante Kiwi presenta un certo numero di difetti. Innanzitutto il nome, che richiama l’idea di una discoteca e che risulta poco accattivante per chi dovesse scegliere un locale della zona, in funzione della sola pubblicità (questo per rispondere ai dubbi del maître sulla fragile popolarità del luogo). Altri più seri difetti sono l’organizzazione complessiva (vini e menù dovrebbero essere sempre sotto controllo) e una scelta di antipasti piuttosto banale e approssimativa. Per il resto abbiamo potuto notare una cucina dalle buone potenzialità e un servizio a dir poco impeccabile, che gli vale obiettivamente la menzione speciale. Due burricchi.
 

VALUTAZIONE “Kiwi”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kiwi Indirizzo: SP Assemini/Decimo, Assemini
Telefono: 070946444    [mostra in google maps]

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ott 27 2012

Ristorante Al Castello – Cagliari

 Scritto da Jesus | 9 commenti | Commenta

Al Castello - Castello S.Michele

Al Castello – Castello S.Michele

 

Con la voglia e sa gana di chi, penitente, deve risalire, con il solo uso delle sue rotule, l’erta di San Michele fino al suo Castello, per dopo rotolarsi dal declivio cosparso di catrame ed unguenti griffati D&G iniziamo, “alla vecchia maniera”, la disamina e il resoconto della ciccionata di quest’ultimo Venerdì di Ottobre, nell’AD MMXII.
E la iniziamo, questa disamina, con un breve ma intenso accenno all’evanescente figura dell’Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, che i nostri lettori e lettrici divisano ormai insistentemente di rivedere – dopo settimane d’assenza – su queste pagine. Confidiamo che il governo canadese, che ha ospitato il vagabondo ingegnere durante il suo trip nordamericano, prenda una posizione chiara e decisa sull’argomento, e ce lo rimandi prontamente indietro, anche perché Jesus non vorrebbe presentarsi nuovamente in pubblico, con il Raschione, in formazione PACS!
 

Al Castello - Interno

Al Castello – Interno

 

Poco prima delle ore 21.00, nell’uggiosa serata di Venerdì, Jesus e il Raschione risalivano il colle di San Michele, non solleticando le proprie quattro rotule, ma per mezzo delle quattro ruote della 150cv presidenziale, che ha comunque sofferto e vagito non poco, nell’affrontare l’approssimativo sterrato e i numerosi dossi pseudo-artificiali, che portano su, fino ai parcheggi nei pressi degli ascensori comunali; a partire da questi, gli avventori del ristorante “Al Castello”, devono percorrere a piedi un suggestivo sentiero panoramico, da cui si ammirano, in tutta la loro notturna magnificenza, la città e il golfo di Cagliari. Ancor più accattivante prospettiva – possiamo immaginare -, avremmo avuto al crepuscolo, in una calda serata estiva inondati dagli sfumati ed accesi colori del tramonto. Lungo il non impegnativo cammino, ci si imbatte inevitabilmente nell’imponente (e abilmente illuminata) sagoma del Castello di S.Michele, fortezza difensiva medioevale, edificata nel X secolo D.C., oggi “Centro comunale d’Arte e Cultura” inaugurato nel 2011. Il descritto percorso turistico, non sarebbe invero necessario per arrivare al ristorante, in quanto direttamente raggiungibile (in auto) da una via secondaria interdetta al pubblico; motivo per il quale, nel caso abbiate particolari problemi di deambulazione, vi suggeriamo di richiedere l’accesso direttamente in fase di prenotazione.
 

Al Castello - Antipasti mare freddi

Al Castello – Antipasti mare freddi

 

Come indicato dalla gentile e giovane titolare (almeno abbiamo intuito fosse tale), il ristorante “Al Castello” è alloggiato nell’edificio che un tempo ospitava una caserma della Marina Militare, poco distante dallo storico maniero.
Alla solida struttura originaria dell’immobile, è stato aggiunto una sorta di funzionale gazebo perimetrale, che ospita la sala da pranzo e che è lateralmente delimitato da un’ampia vetrata, allestita al fine di valorizzare a pieno l’incantevole vista che si gode – su Cagliari – da lassù.
Le pareti e gli infissi della muratura interna, gli estesi drappeggi cremisi ed un efficace finto pozzo in pietra, ritagliano un’ambientazione di certo accattivante e romantica (suggerimento: l’utilizzo di candele al tavolo potrebbe esaltare questo fattore), sapientemente sostenuta da un’adeguata musica di sottofondo.
 

Al Castello - Antipasti terra mare caldi

Al Castello – Antipasti terra mare caldi

 

Aggirato il vestibolo di ingresso, ed introdotti nella sala panoramica, i due burricchi venivano fatti accomodare in un tavolo a ridosso della bella vetrata (per l’occasione aperta a beneficio del ricambio dell’aria e della voracità delle zanzare autunnali, acc!). Poco più tardi, arrivava l’unico gentile cameriere addetto al servizio che, nonostante qualche piccola sbavatura, si è dimostrato adeguatamente diligente e incisivo, aiutato fors’anche dall’esiguo numero di avventori presenti durante tutta la serata.
Notiamo subito nel menù – a dire la verità non particolarmente fantasioso, per il Burriccu Sollai, citiamo gli amati spaghetti alla bottarga! -, il “bouquet” di antipasti di mare e terra, che volentieri ordiniamo, parimenti ai primi piatti e, dopo una breve contrattazione determinata dall’assenza dell’etichetta inizialmente prescelta, il vino: Vermentino DOCG “Funtanaliras oro” della “Cantina del Vermentino” di Monti.
 

Al Castello - Spaghetti allo scoglio

Al Castello – Spaghetti allo scoglio

 

Dobbiamo ora, purtroppo, rendicontare sulle note dolenti. Gli antipasti, arrivati rapidamente al tavolo – ad esclusione degli affettati di terra che possiamo decretare dignitosamente appetibili -, a nostro giudizio si sono rivelati assolutamente mediocri, in ordine alle materie prime utilizzate (non lontano il sospetto che i frutti di mare  fossero per la quasi totalità surgelati) alla preparazione e alla loro presentazione. In particolare, la zuppetta di cozze si è manifestata solo “esternamente” tiepida, tanto da far sospettare che fosse stata preparata, riposta in frigorifero e maldestramente riscaldata in ultimo, prima di essere a noi servita.
Alla richiesta di spiegazioni, ci è stato riferito (con tanto di scuse ufficiali dello chef) che, per un disguido, le cozze si erano raffreddate prima di raggiungere la loro destinazione: «Pare che le cozze siano arrivate fredde nel passaggio cucina-tundra-steppa-sala (Cit. Raschione, via LIVE Twitter #CICCIONATA)».
Oltre alla già citata zuppetta di cozze, gli antipasti erano composti da: piatto di terra con salsiccia sarda, pecorino fresco, ricotta affumicata, olive verdi sott’olio; lonza di maiale (mustela) su letto di carote e verdure; insalata di mare (seppie surimi cozze, peperoni, cipolle); insalata di polpo con aceto balsamico; moscardini alla diavola (che sinceramente non capiamo come potessero essere definiti “alla diavola”, e che comunque registriamo come il piatto peggiore del bouquet) con limone, su letto di verdure; insalata di polpi e moscardini su letto di lattuga iceberg; melanzane a “sa schiscionera” su letto di pane carasau.
 

Al Castello - Fregola con arselle

Al Castello – Fregola con arselle

 

Oltre alle cozze, abbiamo avuto seria difficoltà nell’identificare, nei pur numerosi antipasti, un appena lontano gusto di mare, con ingredienti – tra l’altro insistentemente riproposti, come il polpo e i moscardini -, che risultavano praticamente insapore.
Ben più gustosi, ci sono apparsi invece i primi piatti, probabilmente per merito delle arselle che, a differenza dei succitati mitili, riuscivano a trasferire un minimo di gusto e piacevolezza al condimento: spaghetti allo scoglio con cozze (!), arselle, seppie, gamberi e pomodori per Jesus, fregola con arselle per il Raschione.
A questo punto i burricchi, avendo immaginato per interpolazione la possibile qualità dei secondi piatti, decidevano di passare direttamente al dolce.
 

Al Castello - Sebada al miele

Sebada al miele

Al Castello - Mini viennetta

Mini viennetta

 

Per nulla conquistato dall’offerta della casa in merito ai dessert, Jesus dirottava la sua scelta verso una preconfezionata e altisonante “Mini Viennetta” Algida, che si è dimostrata in effetti piuttosto buona e ben presentata.
Meno entusiasmante, il dessert del Raschione: una Sebada al miele che, seppure esteticamente ben allestita (con arance, kiwi e pere) e felicemente preparata, veniva demolita da un dozzinale “millefiori”, utilizzato come condimento di base. Sarebbe bastato un miele appena più prestigioso…

 

La cena si concludeva quindi con un caffè («Gesucristu!») e un amaro “Montenegro” per Jesus (servito nel bicchiere originale), e con un “Jagermeister” per il Raschione. Costo complessivo della serata, 36€ cadauno (in origine 40€, poi scontati), commisurati con riferimento alla meravigliosa location, totalmente sovrastimati in merito alla qualità delle pietanze consumate.

Il ristorante “Al Castello” presenta senz’altro un notevole punto di forza nella sua posizione privilegiata e nell’intelligente allestimento estetico. Se parliamo di qualità delle materie prime e della cucina in generale, invero, non possiamo che esortare la titolare e il personale a cambiare totalmente registro: non tutti i turisti e non tutti i cagliaritani, si accontentano così facilmente! Un burriccu, con menzione speciale per il bel panorama.

 


VALUTAZIONE “Al Castello”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Al Castello Indirizzo: Parco colle S.Michele, Cagliari
Telefono: 070554438    [mostra in google maps]
 

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lug 22 2012

Ristorante Il Terzo tempo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Terzo tempo - Interno

Terzo tempo – Interno

 

Primo tempo. L’elogio della battaglia, il palpitar del cuore, mentre la penna del desiderio traccia le vesti di una incontrastabile vittoria, mentre il sapore del trionfo si insinua tra le maglie dell’ego e scavalca l’intransigenza del destino.
Secondo tempo. Il sudore e il sangue sulla fronte, i muscoli tesi verso le insormontabili vette della fatica, lo stordimento e l’abbandono ai proprio limiti, la ribellione e l’orgoglio, la vittoria e la disfatta.
Terzo tempo. Il profumo dell’incenso, il sapore del reale, gli onori, la ricompensa della tavola e un pragmatico irrefutabile pensiero: «ma non potevamo iniziare direttamente da qui?!?»

 

Terzo tempo - Salmone

Terzo tempo – Salmone

Terzo tempo - Cozze alla marinara

Cozze alla marinara

Terzo tempo - Focaccia

Terzo tempo – Focaccia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terzo tempo - Carpaccio di polpo

Terzo tempo – Carpaccio di polpo

 

Gentile e pacato è il tempo, quello meteorologico intendiamo, che a metà Luglio regala a Jesus – Intollerante alla calura estiva – il piacere di qualche serata all’insegna della vivibilità climatica.
Felice condizione, questa, per il rinnovarsi dell’ancestrale rito àsinino, in passato svoltosi e sviluppatosi in disaccordo alla consuetudine istituzionale, tralignante l’essenza e la sintesi del Triumvirato.
Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, si ritrovano invece quest’oggi a onorare la tradizione, insensibili al canto delle sirene di eventi no-cost, che surrettiziamente prorompono dalla calca della spiaggia dei cagliaritani, la sera del penultimo Venerdì del mese.

 

Terzo tempo - Insalata pere bottarga

Terzo tempo – Insalata pere bottarga

 

Ore 21. Jesus e il Raschione sono, come d’abitudine, in anticipo sui tempi del ritardatario Marrocu, e possono ammirare, nella sua composta imponenza, il braciere olimpico che ha accolto la fiamma dei giochi universitari qualche decennio fa, o qualche manifestazione simile, che tre patologici patiti della forchetta trovano difficile ricordare. Ci troviamo all’interno del complesso sportivo del C.U.S., poco distanti dalle facoltà di Lettere e Ingegneria, sull’irto “declivio” della Via Is Mirrionis, in Cagliari; attorno a noi, prorompe la vista di verdi campi da giuoco, palestre per il fitness e tutto quello che Jesus tenterebbe a evitare, se non esistesse, suo malgrado, anche il fattore “donna del presidente”.

 

Terzo Tempo - Mezze maniche pesto gamberi

Terzo Tempo – Mezze maniche pesto gamberi

 

Il ristorante “Il Terzo tempo”, è integrato organicamente nel complesso sportivo.
Se esternamente il suo ingresso non appare più suggestivo di quello di una palestra di fitboxe – eccezion fatta per un pittoresco barbecue urbano allestito in prossimità del locale -, l’interno risulta piuttosto curato, con copertura e travi di legno, pareti giallo paglierino, arredi rustici e una splendida ben fornita vetrina dei vini. La vista che si gode dalle vetrate laterali, è quella delle piste di atletica e dei palazzi del quartiere tutto attorno. Nella parte inferiore dello stesso edificio, sono inoltre alloggiati gli spazi adibiti a pizzeria/bisteccheria, che non abbiamo avuto occasione di visitare.
Arrivato finalmente il Marrocu, ci possiamo accomodare al nostro tavolo, non prima però che lo stesso ingegnere potesse disquisire con il maître del ristorante, nonché suo sosia laterale (identico di profilo, allargato di un fattore due, frontalmente), sul perché sedersi in quel particolare tavolo e non in un altro perfettamente equivalente nei suoi pressi: alta filosofia accidentale!

 

Terzo tempo - Riso Basmati con tonno e verdure

Terzo tempo – Riso Basmati con tonno e verdure

 

Oltre che dal succitato, affabile maître (di certo un ex atleta, dati fisico e tatuaggi), il servizio veniva garantito da un ragazzo più giovane e, occasionalmente, da una accomodante signora. Complessivamente possiamo ritenere buono tale servizio, anche se dobbiamo registrare qualche imperfezione provocata, in parte, da episodici difetti di comunicazione, a noi stessi imputabili.
L’assaggio di antipasti richiesto non comprendeva (come da noi ingenuamente ipotizzato) tutto il menù proposto, ma un trittico di comunque succulente pietanze: insalata di salmone, cipolle, funghi, capperi e olio d’oliva, carpaccio di polpo su letto di rucola, radicchio e finocchi, cozze alla marinara, il tutto anticipato e accompagnato da un assaggio di ottima focaccia alle spezie, prodotta dalla pizzeria interna. Un quarto supplementare e bramatissimo antipasto integrativo, è stato quindi richiesto e servito dopo l’assaggio dei primi: spettacolare accostamento di pere e bottarga di muggine, su letto di insalata e finocchi. Buonissimo!

 

Terzo tempo - Orata al forno con patate

Terzo tempo – Orata al forno con patate

Terzo tempo - Cappone al forno con patate

Terzo tempo – Cappone al forno con patate

 

La seconda incomprensione è stata cagionata, nella preparazione dei primi piatti, da un disequilibrio di comunicazione verbale del Raschione, che sovrapponeva la cernita del suo piatto a quella del Marrocu, conducendo a credere il cameriere, che l’ingegnere avesse cambiato in ultimo la sua scelta. Arrivate in tavola le pietanze, dopo lo sgomento iniziale e un rapido rimescolamento di attribuzione, Jesus e il Raschione potevano assaggiare delle strepitose mezze maniche (forse impropriamente definite “paccheri”) rigate al pesto e gamberi freschi, il Marrocu un parimenti ottimo Risotto Basmati, con verdurine e tocchetti di tonno.

Terzo tempo - Dessert

Terzo tempo – Dessert

 

Secondo piatto comune ai tre commensali in termini di (buonissimo) condimento, differente nella sostanza: cappone e orata al forno con patate, zucchine, peperoni e olive verdi. Se il cappone si dimostrava inappuntabilmente gustoso, meno brillante dobbiamo valutare il sapore dell’orata, per stesso riconoscimento del maître, di allevamento.
In ultimo, la cena si concludeva con una splendida composizione di cruditè di frutta (arance, fragole, kiwi, ananas) con panna cotta, creme caramel, budino al cioccolato, sciroppo di fragole e granella di nocciola: godurioso!
Fine delle ostilità con due caffé, liquore alla liquirizia (“Lik li” calabrese, non particolarmente apprezzata) per Raschione e Marrocu e una grappa barricata per Jesus.
Tutta la cena è stata, invero, accompagnata da un già abbondantemente elogiato bianco IGT del 2012, “Karmis”, delle cantine Contini di Tharros.
Costo complessivo, 44€ cadauno, da giudicarsi all’incirca adeguato, limabile per difetto.
Il “Terzo Tempo”, è senza dubbio un ottimo ristorante, che propone una cucina semplice, con punte di culinaria eccellenza, in ordine alla gustosità dei piatti. L’ambiente interno e il panorama sono di certo accattivanti, ma l’esterno del locale appare piuttosto dozzinale e potrebbe essere certamente migliorato, per esempio dotando il barbecue di una sovrastruttura in legno, o impreziosendo con delle piante invasate la strada d’accesso. Qualcosa andrebbe forse registrata anche in seno al servizio ma, si sa, gestire tre esigenti burricchi non è mai stata una impresa facile. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Il Terzo tempo”: Tre Burricchi.
Ristorante Terzo tempo Indirizzo: Via Is Mirrionis 3, Cagliari
Telefono: 3388785924 [mostra in google maps]

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giu 19 2011

Ristorante Villa del Mas – Elmas

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Villa del Mas – Interno

 

Giunge atteso, a Jesus piacendo, un nuovo fine settimana e quindi un nuovo istituzionale appuntamento – anche per quest’occasione by night – per la radicata conventicola dei burricchi Triumviri, che mai non mancano di onorare il loro tradizionale rito e quindi di trasfondere, a voi nostri fedeli e affezionati lettori e fan, le impressioni ed emozioni di ‘sì tanto bramata, ebdomadaria e culinaria esperienza.
Serata questa, marcata e interessata da due ben distinti registri e filosofie di pensiero. Prima parte, dalle 20.30 alle 21.20 circa, scandita dai più irriverenti e fantasiosi insulti nei confronti dell’Ing.Marrocu che, benché reduce da maiuscole prestazioni sportive che hanno incensato la maglia del glorioso Donkey Team (dettagli qui), si distingueva nel più censurabile atto di diniego ed eclissi dell’ultimo minuto al suo imprescindibile dovere ainino.

Villa del Mas – Gianchetti fritti Carpaccio


Appuntamento alle ore 21, quindi, al ristorante “Villa del Mas”, antico nome (città della masseria) del Paese che ospita l’ormai celebre scalo aeroportuale di Cagliari Elmas, ben conosciuto per interesse professionale dal succitato ingegnere, il quale, con ricercato colpo di teatro e meditato effetto scenico , irrompeva più tardi ex-abrupto nella sala principale del ristorante, cagionando lo stupore e l’ammirazione degli astanti burricchi – Jesus, il Raschione Ettore e il dottor Melis – e l’indaffarata concitazione degli efficientissimi camerieri, preoccupati di ristabilire gli equilibri della cena che già aveva individuato il suo ottimale indirizzo, e raggiunto il mezzo del cammin di nostri antipasti.
Seconda parte allora, caratterizzata dalla naturale ricomposizione del solido Triumvirato e dalla non più occasionale presenza del Dott. Melis la quale, statisticamente e probabilisticamente, coincide in genere con un piacevole elevato conto finale. Sarà andata così anche ‘sta volta?

Villa del Mas – Ostriche crude


Il Ristorante è in realtà una bella villa che si affaccia sulla parte alberata del Viale Elmas, interrompendo il breve susseguirsi extra-urbano di anonime attività commerciali. Oltre il cancello d’ingresso si presenta l’elegante zona “aperitivo” all’aperto, caratterizzata da un ampio pergolato in legno, comodissimi divanetti color crema,  moderne luci d’atmosfera.
Varcata la soglia della villa, invece, dopo un ampio vestibolo ci si ritrova nella sala principale del locale, che richiama lo stile intravisto all’esterno e raffinatamente confonde l’impronta spiccatamente rustica di pavimentazione e arredi in arte povera, con ben più moderne soluzioni estetiche, articolate in ampie vetrate a Nord, cucina a vista, drappeggi tra il bianco crema e il color caffè, soffitto grigio scuro, illuminazione ben diffusa e misuratamente dosata.

Gamberi e fagiolini

Flan di pecorino bottarga


Incomprensibilmente assente (o forse inutilizzato), invero, un adeguato impianto di riproduzione acustica, che avrebbe senza dubbio aggiunto un’ulteriore piacevole componente all’atmosfera generale, la quale, ad ogni qual modo, appare complessivamente di classe. Oltre l’ambiente principale, contiamo almeno tre ulteriori piccole sale interne, allestite per conviviali ritrovi o ricorrenze particolari.

Villa del Mas – Tortelli ripieni


L’accoglienza è splendida, ed ampio e comodo è il tavolo su cui ci accomodiamo, giusto di fronte alla vetrata da cui si possono osservare i lavori della cucina. Aspetto questo, molto gradito dall’aspirante sguattero Ing.Marrocu; decisamente meno dall’integralista estetico Jesus, che lo ritiene un fattore di molesta compromissione dell’eleganza generale e dell’intimità della sala. Comunque dopo i primi due bicchieri di vino bianco, in generale non ci si fa più caso.
Il gentile ed efficiente cameriere, che raccoglie le nostre comande, ci fa subito notare che, parecchie delle pietanze  proposte – soprattutto di terra -, sono di indigena produzione del ristorante. Ci orientiamo invero verso i più rinfrescanti antipasti di mare, irrobustiti da un maestoso vassoio di ostriche crude e amabilmente sedotti dal vino scelto per la serata: il più volte citato e lodato “bianco” della Valle del Tirso, “Karmis”, medaglia d’oro al Vinitaly 2009.
Assaggio ritualmente consumato, per il fino ad allora non sanato difetto dell’Ing.Marrocu, da parte del sempre pronto Raschione Ettore.

Villa del Mas – Grigliata mista


Gli antipasti arrivano velocemente e, nella loro semplicità, abbondanza e ottima peresentazione, risultano mediamente di notevole fattura: gianchetti fritti con pomodorini e pane guttiau, carpaccio di dentice e orata su letto di rucola e limone, polpo sbollentato, marinato con condimento di capperi – questi non i semplici capperi che siamo abituati a vedere sulle nostre tavole, ma di dimensioni decisamente più corposi e appariscenti -, carpaccio di salmone impreziosito da burro, rucola e aceto balsamico, gamberi con condimento di fagiolini verdi, pomodorini rossi e rucola, tortini-flan di pecorino su vellutata di zucchine e bottarga, per terminare poi con la splendida e gustosissima cruditè di ostriche.

Villa del Mas – Semifreddo Granella di Aranzadas


Riguardo il primo piatto, scelto comune dai tre iniziali commensali e successivamente acquisito, per induzione, anche dal ritardatario Ing.Marrocu, c’è da riportare la cronaca di una non rara indicazione del cameriere, proponente – evidentemente non avendo coscienza delle potenzialità dei burricchi – agli increduli Donkeys, un semplice assaggio del medesimo, onde lasciar successivamente spazio ai secondi piatti. Ovviamente l’offerta è stata declinata, a buon conto visto che la porzione proposta a ciascheduno non si è rivelata abbondantissima. Comunque eccellenti i tortelli ripieni con dentice, gamberi in salsa di pomodoro: squisiti!

Villa del Mas – Semifreddo torroncino


Secondo piatto anch’esso comune ai quattro commensali. Una solenne grigliata mista composta da calamari, gamberi, scampi e spigole arrosto: spettacolare.
Dessert conclusivi, al contrario dell’uniformità delle scelte fin lì manifestate, dicotomicamente differenziati in semifreddo al torroncino su letto di cioccolato e decoro di fragola e kiwi per il Dott. Melis e l’Ing.Marrocu, semifreddo alla granella di aranzadas per Jesus e il Raschione Ettore. Sublimi, anche se accompagnati da un moscato eccessivamente caldo.
Finale con vari caffè, eccellente liquore alla liquirizia e grappa barricata (invecchiata tre anni) per Jesus.


Conto finale complessivo, 63€ cadauno, che riconferma il felice statistico coinvolgimento del buon Ing. Melis nelle serate più high cost dei di lui meno parsimoniosi Triumviri.

Costo comunque che, nonostante il piacere di poter ostentare quanto pagato con un MMS indirizzato verso l’integralista susunku Anziano (che ovviamente non ha voluto spendere i 10 centesimi per la risposta), dobbiamo ritenere un 20% al di sopra del dovuto ideale.

Non per questo possiamo negare al Ristorante “Villa del Mas” il riconoscimento – a parte le succitate imperfezioni – per l’eleganza e raffinatezza degli ambienti, l’ottima qualità della cucina e, con menzione particolare, per l’eccellente efficienza del servizio, che si è rivelata ben pronta rispetto ad un imprevedibile quanto molesto elemento di ricombinazione, quale l’irruzione dell’Ing. Marrocu in sala, a cena ormai avviata.



VALUTAZIONE “Villa del Mas”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Villa del Mas Indirizzo: Viale Elmas 224, Elmas – CA
Telefono: 0702128009    [mostra in google maps]
 

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set 5 2010

Ristorante Antica Hostaria – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Antica Hostaria – Vicoli di Cagliari

 

Cagliari, Sabato, ore 13 ca. Quartiere “La Marina”.
I Biumviri incedono tra le strette viuzze, i pittoreschi vicoli della città turistica, accompagnati dai profumi delle essenze di mare, conditi dai forti odori di cucina etnica provenienti da qualche abitazione di stranieri, ospiti della comunità locale.
Il nobile amore per l’armonia estetica del luogo cede presto il passo ad un più primordiale richiamo alimentare, rendendo il passo quindi più spedito: «pitticcu su famini»! 
La direzione è quella della “Antica Hostaria”, storico ristorante cagliaritano, sito nella centralissima via Cavour, poco distante dal porto.
A dire la verità la tappa settimanale sarebbe dovuta inizialmente essere ben diversa; i due burricchi avevano preparato con cura la visita ad una trattoria, il cui nome e la logistica parevano decisamente affascinanti. Purtroppo ci si è dovuti scontrare una volta di più con il frequente atteggiamento nonditenguganistico del personale:  «siamo al completo (alle 12.00 ndr.) – tu tu tuuu!».

Antica Hostaria – Locale


Ed eccoci quindi entrare, accolti con garbo ed estrema efficacia, nella sala pranzo dell’Hostaria, e accomodati ad una tavola finemente apparecchiata con tanto di posate d’argento e sottopiatto ornato da un grazioso centrino.
Immediatamente riconosciamo alcuni tratti caratteristici di un altro ristorante, visitato dai Biumviri alcune settimane fà, la cui proprietà – e/o gestione – è la medesima: il Saint Remy.
Se si deve fare un paragone, diciamo subito che l’”Antica Hosteria” si presenta con ambienti più essenziali, meno raffinati e d’atmosfera, seppure comunque ben curati.

Antica Hostaria – Ostriche



Volendo ragionare su alcuni aspetti di carattere architettonico/ambientale, potremmo suggerire lo sfoltimento dell’eccesso di suppellettili alle pareti, l’addolcimento degli angoli della sala con semplici decorazioni in pietra (simil Saint Remy) e, soprattutto, sturaindi cussa radio!

Proseguendo con i paragoni, il servizio appare decisamente meno attento, ma l’estrema simpatia ed indaffarata empatia che il proprietario (almeno pensiamo fosse lui in sala) naturalmente emana, al pari del resto del personale, rendono l’ambiente indiscutibilmente più rilassato e familiare. La gentilezza, inoltre, è a dir poco squisita, tanto che verrebbe da contraddirci immediatamente: evitate di seguire i nostri consigli e lasciate tutto così che è molto meglio!

Antica Hostaria - Gamberi e Kiwi

Antica Hostaria – Gamberi e Kiwi

Con la gentilezza di cui sopra, ci viene offerto in esordio un bicchiere di buon spumante, accompagnato da stuzzichini costituiti da olive grissini e pane. Il menu è del tutto simile a quello del St.Remy, così come la cantina; scegliamo, come d’abitudine e con buona pace dell’innominabile ex-triumviro, una bottiglia di ottimo “Costamolino DOC”, elegantemente riposto sul suo piedistallo nel cestello del ghiaccio.
Antipasti di mare. Un esordio di deliziose ostriche crude – in quantità forse troppo limitata rispetto al gusto che ne alimentava fortemente il desiderio – seguiti da un eccezionale accostamento di gamberi e kiwi su un letto di rucola e basilico: avverto l’istinto di mangiarmi il monitor del mio macbook-pro nel rivederne l’immagine riprodotta!

Antica Hostaria - Polpo fritto

Antica Hostaria – Polpo fritto


Ed ecco arrivare il fantastico “polpo fritto” con pomodori e insalata rossa, già apprezzato al St.Remy. Sublime!
Da notare come, anche qui, ogni portata di antipasti era accompagnata con le proprie posate d’argento, per evitare contaminazioni di gusto tra un piatto ed il successivo, salvaguardando così il certosino lavoro di amalgama dei componenti da parte dello chef. Faceva capolino, a questo punto, un piatto di polpo marinato, estremamente morbido ma dal gusto non particolarmente degno di nota.
Infine, gli antipasti si concludevano con una pietanza alla quale, per esigenze documentali, dobbiamo prestare particolare attenzione.

Antica Hostaria – Carpaccio di orata con patè di olive


Parliamo di un particolarissimo piatto che all’apparenza veniva presentato come un dolce decorato col cioccolato; alla prova del gusto risultava assomigliare ad una buonissima burrida, dal sapore particolarmente acceso, ma al contempo delicato. In realtà trattavasi di orate (anzichè gattuccio di mare) condite con una salsa (mesi dopo individuato come patè di olive, ndr.) di natura sconosciuta.
A questo punto il Raschione, affascinato dall’enigma, chiedeva numi alla graziosa cameriera, che con aria un po’ rassegnata rispondeva:
«Vi prego, non chiedetemi cosa sia perché non ne ho idea. Il cuoco se ne inventa una nuova ogni giorno!»

Antica Hostaria – Bavette carciofi porcini frutti di mare


Tale spiegazione veniva accolta dai Biumviri con un misto di divertimento ed ammirazione: màestro!
Ed eccoci quindi arrivare al primo piatto, consigliato dallo stesso chef: particolarissime bavette con carciofi, funghi porcini e frutti di mare. Nonostante la sua particolarità anche il Raschione Ettore si univa volentieri al progressista Jesus nella originale scelta; non rimaneva deluso. Un tripudio di sapori che si accendevano sempre diversi, con una trama di fondo però ben definita, ogni forchettata che arrivava alla bocca. Forchettata dopo forchettata, assaggio dopo assaggio alla ricerca di un nuovo gusto particolare, le bavette erano presto terminate, nonostante le porzioni non si potessero certo considerare esigue.

Antica Hostaria – Orata ai Funghi Porcini


Non potendo ordinare il bis per ovvie ragioni di opportunità, i due Biumviri si lasciavono affascinare dall’effetto visivo prodotto poco distante, da uno splendido carrello del pesce fresco, che straripava di orate, spigole cernie, pesci san pietro ecc. ecc.
Individuata la loro preda e concordata con il titolare la modalità con cui sarebbe dovuta essere trattata, questi la afferrava prontamente con le mani per consegnarla personalmente alle cucine.
Ed ecco, dopo un adeguato tempo di preparazione durante il quale i triumviri si sono intrattenuti osservando la passerella di splendidi piatti di pesce destinati agli altri avventori, arrivare la loro buonissima – a dir poco – orata arrosto condita con una salsina carica di funghi porcini; altro accostamento tanto originale quanto efficace  in termini di gusto finale.

Antica Hostaria – Millesfoglie crema chantilly


Arrivava infine il momento di scegliere il dolce. Anche in questa occasione il Raschione ci stupisce per non essersi fatto tentare dal richiedere una Sebada, che sarebbe arrivata corposa e gravida di gusto, come l’invitante aspetto di quella ordinata da una bella avventrice mediorientale lasciava trasparire; la sua scelta invece è stata la medesima di quella manifestata in occasione del pranzo al “Saint Remy”: millesfoglie con crema chantilly, buona a suo dire, ma sicuramente non all’altezza nel confronto estetico con la prima .
Il buon Jesus, ormai ben più che satollo, si “accontentava” invece di un sorbetto al limone alcolico (non pensavamo ce ne fosse una versione differente, come l’appunto della cameriera sulla richiesta lasciava intendere).

Il caffè (in questa occasione piuttosto buono) senza il supporto di ulteriori alcolici ha infine concluso il pranzo.
Il costo finale é stato di 45€ cadauno, che vale appieno la qualità eccellente del cibo; meno la sua presentazione e l’ambientazione del locale. Se ritorniamo al paragone con il ristorante gemello, un conto limato in difetto sarebbe risultato meglio adeguato.
Pur tuttavia, considerata la qualità, l’accoglienza gentile e la piacevolezza familiare dell’atmosfera nel suo complesso, i Biumviri non hanno esitato ad arrotondare ai 100€ il costo complessivo, includendo una meritata mancia. La valutazione finale, non può che essere la sintesi delle qualità e dei difetti sopra riportati (menzione speciale attribuita successivamente, in funzione delle nuove positive, personali esperienze).


VALUTAZIONE “Antica Hostaria”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Antica Hostaria Indirizzo: Viale Cavour 60, Cagliari
Telefono: 070665870 [mostra in google maps]

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