☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
apr 26 2014

New Barcavela – Santa Margherita di Pula

 Scritto da Jesus | | Commenta

New Barcavela - Interno

New Barcavela – Interno

 

Notte di Primavera. Silenzio sulla baia, calmo il vento, spenta la luna. Nulla si sente altrimenti il tenue sciabordare delle onde a riva e un lontano latrare di cani; così dal tramonto, fin presso l’alba. Ratto le urla, il fuoco, lo strepitio del ferro, il terrore, l’odore del sangue e della terra umida, i pianti soffocati, le spade che trafiggono la carne e le ossa in frantumi. Di nuovo silenzio sulla baia. Nora ha dei nuovi padroni.
Giochiamo oggi tra le ultime sue rovine: discrete e bellissime, macchiate dal silenzio e dall’accidia dei secoli. Calpestiamo le strade, accarezziamo le colonne, sfioriamo la pietra nuda. Ci pentiamo di non essere stati lì, un giorno prima o il giorno dopo la battaglia.
 

New Barcavela - Antipasti

New Barcavela – Antipasti

 

Pasquetta fuori porta. Dieci anni sulla s.s.195, a bordo della nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, che sciola meticolosamente tutte le sue dotazioni tecnologiche all’Ing.Marrocu, seduto al suo fianco; fintantoché non si tratti di vettura italiana, la sua approvazione è incondizionata, altrimenti avremmo dovuto sopportare circa un’ora di insulti e di pistolotti sulla bontà dell’industria teutonica e sulla inefficacia paesaggistica della assetata vegetazione sarda. Sul sedile posteriore Jesus, Donna del Presidente (DDP) e Cognata del Presidente (CDP), seguono la scena cantando a squarcia gola le canzoni dei Queen. Dopo 45′ dalla partenza, in coda, la domanda nasce da sé: «ma canduc… arribbausu??».
 

New Barcavela - Verdure grigliate

Verdure grigliate

New Barcavela - Frittura gamberi calamari

Frittura gamberi calamari

 

Sbarcata quindi alla conquista di Nora l’allegra comitiva, avendo a disposizione circa un’ora di tempo prima di sedersi a tavola, ben felicemente si apprendeva che i tempi delle visite guidate si incastravano perfettamente con l’asinino programma. Meno positivamente veniva accolto il rapporto costo (7,5€)/durata (45′) dell’escursione, in particolar modo da parte di taluni ingegneri del gruppo, che minacciavano di rivendersi il biglietto di ingresso, per poi restare comodamente in attesa al Bar. La questione veniva ad ogni modo rapidamente superata, al presentarsi della avvenente fanciulla che ci avrebbe accompagnati e fatto da guida: «veramente, una delle escursioni più interessanti della mia vita!»
 

New Barcavela - Risotto maloreddus

New Barcavela – Risotto maloreddus

 

Terminato il dovere storico-culturale, Burricchi e Signore si spostavano qualche chilometro più a Ovest, a Santa Margherita di Pula, presso l’Hotel “New Barcavela”. Lì ad attenderli, l’organizzatore dell’evento, una new entry per il Donkey Challenge: Burriccu per un giorno Agus, già in tenuta e carnagione estiva, tanto da non essere più etnicamente distinguibile rispetto alle popolazioni del corno d’Africa. Vorrei a questo proposito subito evidenziale la straordinaria simbiosi estetica tra il Burriccu Agus e l’Ing.Marrocu: una sorta di mescolanza tra Stasky & Hutch e i Blues Brothers, che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione da qualche talent scout nostrano o, meglio ancora, teutonico.
 

New Barcavela - Brasato di manzo

New Barcavela – Brasato di manzo

 

Non è invero felicissimo l’impatto estetico con l’Hotel. Immerso in una splendida pineta a pochi metri dal mare, appariva, almeno all’esterno, non perfettamente riassestato (ad esempio la piscina non era ancora stata pulita) e pronto per la prossima stagione estiva, dopo la pausa invernale. La sala da pranzo, invece, era accogliente e ben allestita: strutturalmente, la sua copertura dava l’impressione di trovarci sotto l’enorme scafo di una nave, e di vedere lunghi pennoni d’ottone cadere dall’alto. I tavoli erano imbanditi con sobria eleganza, mentre una lunga vetrata con drappi cremisi – ripresi in altri episodici particolari – separava gli astanti dalla natura circostante, così come alcuni commensali dalle loro numerose pause “sigaretta”. Il giudizio estetico complessivo sull’ambientazione, rimane quindi mediamente neutro, al netto della qualità del nome stesso dell’Hotel, che pare abbia ragioni prettamente storiche.
 

New Barcavela - Grigliata mista

New Barcavela – Grigliata mista

 

La ciccionata si è quindi consumata entro il solco di un tipico menù prestabilito di Pasquetta, articolato in antipasti, primi, secondi e dolci con bis e richiami vari alla “all you can eat”. I piatti erano particolarmente semplici, ma preparati con ingredienti evidentemente freschi (essendo l’esordio della stagione sarebbe stato strano il contrario) e di buona soddisfazione generale. Più che positivi il servizio e i tempi della cucina, che ci hanno concesso di terminare le ostilità entro limiti ragionevoli. Non avendo potuto apprezzare il promesso aperitivo di benvenuto con stuzzichini (probabilmente per il nostro arrivo in ritardo), il nostro pranzo è esordito con una serie di piccoli antipasti leggeri e ed appaganti: fette di bresaola con rucola e grana, verdure alla griglia, crostini al pomodoro e deliziose “barchette” (panadine) al pecorino. Seguivano quindi delle ottime cozze gratinate e un buon fritto di calamari e gamberetti. Non pervenuta la promessa insalata di mare, non ci è ben chiara la ragione.
 

New Barcavela - Macedonia

Macedonia

New Barcavela - Colomba

Colomba

 

Molto gustoso il bis di primi piatti, di terra e di mare: maloreddus (gnocchetti) alla campidanese (con salsiccia) e risotto alla pescatora, con cozze, arselle, gamberi e scampi. Molto meno brillante (anche per effetto della mediocre presentazione) il brasato di manzo al cannonau che è seguito, mentre resta contraddittoria la valutazione sulla grigliata mista: seppie, gamberi, tonno e pesce spada. Personalmente ritengo siano stati positivi tonno e seppie, mentre meno efficaci gamberi e pesce spada.
 

New Barcavela - Dolcetti sardi

New Barcavela – Dolcetti sardi

 

Infine i dessert. Si partiva con una semplice macedonia di frutta (che Jesus non ha assaggiato) seguita da una “estrema” colomba pasquale inondata da un mare di crema al “gran marnier” e impreziosita da scorze d’arancia grattugiata.  Anche qui la presentazione poteva essere decisamente migliore. Seguiva un classico assortimento di dolci sardi quali pardulas e amaretti, quindi caffè e amari d’ordinanza (mirto e limoncello). Jesus, comunque, in onore del Burriccu Sollai, concludeva il suo pasto di resurrezione con una “Sprite”!
Tutto il pranzo è stato accompagnato da due buoni vinelli della casa (bianco e rosso) e da bevande analcoliche a profusione.
Costo del menù, 45€ cadauno, che in condizioni extra-pasquali avremmo giudicato un 5/10 euro al di sopra del valore del pranzo, ma che in quel contesto possiamo ritenere congrui.

 

Circondato da una splendida ambientazione naturale a contorno, forse non pienamente valorizzata dalla struttura, il ristorante del “New Barcavela” è sicuramente accattivante e bene organizzato dal punto di vista del servizio. Il proposto menù di Pasquetta è stato mediamente discreto, con una cucina semplice e genuina, ma con pochi spunti veramente di rilievo. Una presentazione meglio curata dei piatti avrebbe potuto fare la differenza. Per adesso, due burricchi con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “New Barcavela”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante New Barcavela Indirizzo: S.S.195 Km 39.800, S.Margherita di Pula
Telefono: 0709290476    [mostra in google maps]

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nov 30 2013

Trattoria Da Fortunato – Cagliari

 Scritto da Miss Parker | 7 commenti | Commenta

Da Fortunato - Interno

Da Fortunato – Interno

 

Dopo attente riflessioni, presa da una insana follia, ho pensato bene di aggregarmi ai burricchi confidando in una ciccionata sontuosa (viste le mie precedenti esperienze con la formazione forse dovrei desistere, ma sono un inguaribile ottimista). Alla mia richiesta di unirmi all’ultimo momento vengo ricattata: mi si richiede la recensione e la puntualità. Pur potendo soddisfare senza batter ciglio entrambe le richieste viene fuori il mio animo da sindacalista e ricambio facendo tre ulteriori proposte. Alla fine della contrattazione stabiliamo ora e luogo del rendez vous: appuntamento alle ore 20:30 a Cagliari, nei dintorni di viale Elmas (e lì inizio un po’ a preoccuparmi…); puntuale come un orologio svizzero mi presento all’indirizzo stabilito dove i tre asinelli mi attendono al freddo ed al gelo, presso la trattoria “Da Fortunato”, nella via Garigliano.

 

Da Fortunato - Antipasti freddi

Da Fortunato – Antipasti freddi

 

Al nostro ingresso la prima cosa che mi colpisce è l’odore da ristorante cinese (che, tra l’altro, è ancora addosso alla mia maglia); al secondo impatto mi colpiscono i colori eleganti (il ristorante è bianconero, e già questo in me suscita avversione!) ma, dopo una più attenta analisi, mi accorgo che si tratta di una finta eleganza che personalmente non apprezzo. In una trattoria preferirei avesse uno stile casereccio, piuttosto che colori freddi e tinte chiaro scure per poi scoprire, avvicinandomi al tavolo, tovaglie e tovaglioli di carta. Altro punto a sfavore il televisore acceso per tutta la serata. In sala a servire un solo cameriere, probabilmente il gestore, che si garantirà comunque un servizio efficiente, a tratti stile formula 1, vista la velocità nel presentare gli antipasti.

 

Da Fortunato - Antipasti caldi

Da Fortunato – Antipasti caldi

 


Passiamo alle cose per le quali vale la pena vivere (mi riferisco al cibo!); ci lasciamo a guidare nella degustazione attraverso una serie di antipasti caldi e freddi, ma prima arriva la scelta del vino: un buon DOC “Is Argiolas”, delle omonime cantine, che ci accompagnerà per tutta la serata, in due bottiglie, servito in maniera impeccabile, con assaggio performato dall’Ing. Marrocu. Il cameriere si presenta immediatamente dopo la comanda, portando una serie di antipasti freddi seguiti a breve distanza (troppo breve!) da quelli caldi. A mio parere in generale quelli caldi erano in linea con quello che deve essere il cibo da trattoria, classico e casereccio.

 

Da Fortunato - Zizzigorrus al sugo

Da Fortunato – Zizzigorrus al sugo

 


La menzione speciale a mio avviso va ai piedini di agnello al sugo, veramente ottimi, ed alla trippa (anche se avrei fatto un sugo più ristretto e avrei aggiunto la mentuccia); discrete, anche se non esaltanti, le lumache al sugo, mentre a mio avviso i bocconi di mare(murici) non risultavano apprezzabili, probabilmente anche per il fatto che sono stati mangiati praticamente gelidi. Discorso a parte meritano le fave, piaciute molto ai miei commensali ma non a me, a causa dell’aggiunta di finocchietto, ma si tratta di gusti e nel giudizio mi lascio guidare dai ben più esperti burricchi.

 

Da Fortunato - Funghi e ravioli

Da Fortunato – Funghi e ravioli

 


Valutazione diversa per gli antipasti freddi. Nel complesso li ho trovati mediamente mediocri, per quanto concerne l’insalata di sedano, cetrioli, gamberetti (precotti) e ceci, e le verdure grigliate (buonissimi i peperoni, ma non le melanzane); cozze con pomodoro e sedano gradevoli, buona l’insalata di polpo e patate e ottimi i culurgiones grigliati con l’accompagamento di funghi cardoncelli; punta negativa nello scabecciu in bianco di gattuccio, a mio avviso eccessivamente acetato (lo so che non si dice ma mi piaceva il suono!).
 

 

Da Fortunato - Orata alla vernaccia

Orata alla vernaccia

Da Fortunato - Spigola alla vernaccia

Spigola alla vernaccia

 

Saltati i primi – più per necessità che per scelta vera e propria (il cameriere prima ci consiglia di passare al pesce e, successivamente su pressante richiesta del buon Jesus, che sembra non poter resistere al richiamo del carboidrato, si lancia suggerendoci degli spaghetti alla bottarga!) -, decidiamo, per obbligata proposta in menù, di prendere orate e spigole alla vernaccia con patate, che si rivelano motivo sufficente per promuovere la ciccionata. Entrambi i tipi di pesce si presentavano ottimi al gusto, cotti perfettamente e conditi in maniera magistrale (una menzione speciale va al buon Jesus, che mi ha porzionato il pesce, consentedomi di gustare entrambe le tipologie).

 

Da Fortunato - Dolce

Da Fortunato – Dolce

 

Per terminare abbiamo preso (anche in questo caso non per scelta) il dolce della casa, una sorta di pasticcio con crema di mascarpone, biscotti pan di stelle, nocciole, cocco, cioccolato bianco e fondente, presentato in elegantissimo contenitore in alluminio monouso. Ricordando la mia intolleranza al lattosio ed essendo a corto di enzimi, mi sono limitata ad un assaggio; lascio ai commensali il giudizio. La cena si è conclusa con caffè per me e Jesus ed amari presentatici come produzione propria: limonello per me e l’Ing. Marrocu, mirto per Ettore e fil’è ferru(acquavite) per l’ipertricotico burriccu. A mio modesto parere, visto il colore e la mancaza di residui (tipici dei liquori artigianali di cui modestamente mi intendo, dato che in casa abbiamo una distilleria clandestina), dubito che fossero caserecci.

 
Il conto si è rivelato 30 euro cadauno, a mio avviso leggermente al di sopra della qualità degustata, se non fosse stato per l’ottimo secondo piatto. Giudizio finale tre somarelli superstiracchiati (fosse possibile, ne assegnerei due e mezzo).

 


VALUTAZIONE Da Fortunato: Tre Burricchi.
Trattoria Da Fortunato Indirizzo: Via Garigliano 16, Cagliari
Telefono: 3204449188    [mostra in google maps]
 

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set 22 2013

AgriHotel Morada – Villa San Pietro

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Morada - Interno

Morada – Interno

 

«E io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.» Mt.16,18.
E poi ti dico: tu sei un burriccu, e su questo blog edificherai il Donkey Challenge, e le stelle saranno la tua dimora. La biada sarà il tuo nutrimento, e le forze della susunkaggine non prevarranno sulla mia mensa.
A te darò le chiavi del mio regno, dove per locande vagherai senza meta, dove troverai i miei discepoli, dove chi t’incontrerà verrà giudicato, dai vivi e dai morti, dal Raschione Ettore e dall’Ingegner Marrocu, sempre in termini di controventature, ovviamente… Chiudi la porta quando esci e, soprattutto, fatti rilasciare lo scontrino, che Minosse non digerisce bene gli evasori fiscali!
 

Morada - Antipasti

Morada – Antipasti

 

Ventuno Settembre. Giusto per celebrare, in quest’ultimo giorno d’Estate, l’onorata visita del Padre dei cristiani in Terra sarda, esigendo e celebrando loro, più laicamente e paganamente, una nuova e solenne liturgia della tavola, i Triumviri del Donkey Challenge si ritrovano, stretti dal mesto profumo della stagione che scivola via, in quel della cittadina che porta in sé il nome del primo Vescovo di Roma e della cattolicità tutta.
Seppure a qualcuno potesse risultare prosaica e blasfema la nostra condotta, questi non si stupiscano: certamente lo è, ma tanto qui da noi sono sempre i più furbi ad averla vinta!
 

Morada - Gamberoni e guanciale

Morada – Gamberoni e guanciale

 

Ore 21. A proposito di furberie; a prima vista non sembrerebbe chiaro cosa abbia spinto il Raschione Ettore ad organizzare un cervellotico quanto inusuale piano logistico di avvicinamento alla ciccionata, prevedendo dapprima il pickup dell’Ingegner Marrocu, direttamente al termine del suo turno di lavoro, l’alloggio della sua utilitaria poi – giusto in fronte ad un presidiato obiettivo ultra sensibile – , e la successiva sostituzione della medesima, come vettore di transizione, in favore della attempata volkswagen dello stesso ingegnere: «non preoccupatevi, con le forze dell’ordine ho regolato tutto io!»
Dopo circa mezz’ora di viaggio, tra strade statali e sconnesse mulattiere pedemontane, i Donkeys raggiungono il locale scelto per la serata: L’ Agrihotel “Morada” (la dimora), ben collocato nelle colline del Paese di Villa San Pietro.
 

Morada - Cozze primavera

Morada – Cozze primavera

 

La dimensione della visitando struttura la svelano, seppure nella penombra della notte, le numerose autovetture allestite a festa nello sterrato che circonda lateralmente l’immobile.
Il “Morada” è un sesquipedale complesso che si compone di un hotel, un ristorante, due cucine, e una sala matrimoni, disposti a diverse altezze e circondati dal verde di un vasto prato inglese. Questo, almeno per riferirci alla parte che abbiamo potuto visionare di persona, non potendo e volendo andare in escursione per tutti gli ambienti.
Il Ristorante è di per sé non eccessivamente esteso, ma carino e accogliente. Alcuni tavoli trovano alloggio nella panoramica veranda esterna mentre, all’interno, la sala principale è dominata da un solido caminetto centrale, intorno al quale sono disposti gli altri tavoli lignei. Il caminetto e le chiare pareti del locale sono decorate con bucolici e gradevoli affreschi sul tema delle arance, emblema della gestione passata.
 

Morada - Ravioli

Morada – Ravioli

 

Al nostro arrivo, veniamo accolti dall’unica cameriera di sala – per altro più che sufficiente per il numero modesto di avventori -, che si dimostrerà sufficientemente efficace con il suo stile ultra-formale e dimesso. Ogni tanto baluginava tra i tavoli il (probabile) gestore, per noi prodigo di informazioni sulla storia del ristorante e sui prestigiosi ospiti che esso occasionalmente accoglie (Es. Fiorello!).
E’ anomala invece la prassi per la quale – almeno nel nostro caso – l’avventore, prima che venga consultato nel merito, viene condotto verso un implicito menù degustazione, probabilmente in accordo con quanto offerto agli ospiti dell’Hotel oppure, maliziosamente parlando, a quelli delle cerimonie in corso (in realtà, come detto, le cucine dovrebbero essere separate).
 

Morada - Tonno in crosta di mirto

Morada – Tonno in crosta di mirto

 

Invero, tra tutte le pietanze proposte, abbiamo avuto modo di scegliere singolarmente solo i dessert; le altre sono arrivate al nostro tavolo in maniera improvvisa, naturale e quasi scontata senza che ce ne lamentassimo (come nostra abitudine ci avremmo mangiato tutto ugualmente), non prima però che il Raschione avesse potuto selezionare il vino per la serata (direttamente dal discreto frigorifero alloggiato lateralmente al caminetto): Vermentino di Sardegna DOC “Cannisonis” delle cantine Massidda, a dire il vero non particolarmente apprezzato dall’Ing.Marrocu, che ne ha perfino delegato il rituale dell’assaggio al Raschione, in virtù di una indisposizione dovuta alle recenti fatiche lavorative.
 

Morada - Tortino al cioccolato

Morada – Tortino al cioccolato

 


Nello specifico, tra una boccata d’aria e una visita delle pelose mascotte dell’albergo, arrivavano al nostro tavolo: tempura di pescato e verdure (molto buona, ma fredda, evidentemente preparata qualche ora prima, peccato), ottimo flan di pecorino © su (verosimilmente) vellutata di insalata verde e polvere di bottarga, insalata di gamberi pomodori e zucchine, eccellente tonno alla griglia con cubetti di arance su vellutata di melanzane, buonissime cozze primavera su letto di rucola e spolverata di bottarga, buoni gamberoni arrosto, parzialmente spellati e avvolti nel guanciale.
 

Morada - Croccante

Morada – Croccante

 

Molto buono anche il primo: ravioli con ripieno di gorgonzola e noci, e delicato condimento al pesto di noci e gamberi. E’ soggettivo, invero, il giudizio sulla composizione del secondo: tonno in crosta di mirto con emulsione di aceto balsamico; parrebbe che faccia impazzire Fiorello ma, almeno secondo Jesus, presentava un eccesso di aceto che andava a coprire l’ottimo aroma di mirto. Sontuosi i dessert: semplice sorbetto al limone per Jesus, tortino al cuore di cioccolato e crema di fragole e frutti di bosco per il Raschione, gelato al croccante (sponsorizzato calorosamente dal gestore) con crema di fragole, more e ribes per il satollo ingegnere, che da principio era incerto sul poter terminare la sua porzione, per poi quasi richiedere del pane per riuscire a farne scarpetta!
La cena si concludeva con due caffè e un Rum J.Bally per il Raschione (Il proposto “Mount Gay” era stato scartato per questione di ortodossia cristiana!). Costo complessivo della serata 35€ cadauno, da giudicarsi un quindici per cento inferiore al giusto dovuto.

Il “Morada” non è solo un ristorante e una struttura adatta alle grande cerimonie. Se si ha voglia di addentrarsi tra le colline di Villa San Pietro, ci si può piacevolmente accomodare in un ambiente discreto e rilassante e gustare piatti certamente non comuni. Qualche piccolo difetto di preparazione delle pietanze e la poca flessibilità nella proposta della cucina, non spostano di molto il nostro positivo giudizio. Tre burricchi con menzione speciale per l’ambientazione.

 

VALUTAZIONE “Morada”: Tre Burricchi con menzione speciale.
AgriHotel Morada Indirizzo: Loc. Su Guventeddu, Villa San Pietro
Telefono: 070907543    [mostra in google maps]

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ago 24 2013

Ristorante Lucitta – Arbatax

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Lucitta - Terrazza

Lucitta – Terrazza

 

Ogliastra. Terra di spazi aperti, di orizzonti bagnati dal mare. Terra di confine e di arrocco, di grotte e dirupi, di voragini e costoni rocciosi, di alte falesie ancorate su acque dal blu cristallino; di falchi che dominano il cielo, di spiagge e di megaliti, di vento e di chiese di montagna, di coste scoscese e di olivastri centenari, di sole e di ombre, di quiete e di fascino antico. Di antichi misteri, di leggende che si perdono nel tempo, di memoria, di tradizioni millenarie, di cavalli e burricchi allo stato brado, di divertimento e pericolo, di pace e di passione, di frastuono e di infiniti silenzi, che cullano e accarezzano valli e panorami distesi sulla frontiera della nostra storia.
 

Lucitta - Antipasti

Lucitta – Antipasti

 

Estate. Le vacanze non si negano a nessuno, tantomeno alla placida quiete del burriccu, raggiunta con ininterrotta e devota attitudine al duro lavoro, protratta lungo il freddo inverno e finanche alle soglie di questo ultimo, torrido Agosto.
L’Ogliastra è stata scelta dal Donkey Challenge per placare i demoni della fatica, per rigenerare le membra e lo spirito, per dare conforto e nutrimento alle ultime residue energie. Tristemente assente l’Ing.Marrocu, ecco quindi Jesus, il Raschione Ettore, la Donna del Presidente (DDP), la Cognata del Presidente (CDP), e la sua amica Monica, prendere temporaneamente possesso di queste Terre, tra bagni di sole, spiagge, piscine, escursioni in montagna, e una buona dose di componente alcolica nella propria dieta.
I nostri lettori subitamente trasaliranno: ma tutto questo relax, avrà per caso condotto i famosi burricchi, ad interrompere la loro inarrestabile attività mangereccia? Direi proprio di no…
 

Lucitta - Fantasia di crudi

Lucitta – Fantasia di crudi

 

In quel di Arbatax, soleggiata frazione di Tortolì, una fresca serata di vacanza, la pittoresca comitiva di turisti trova accomodo al Ristorante Lucitta, famoso punto di riferimento in ordine alla ristorazione della costa ogliastrina.
Il locale si affaccia direttamente sulla via che porta al mare, a un centinaio di metri dalla spiaggia in località Porto Frailis, ed è strutturalmente identificabile come una sobria casa di villeggiatura che si eleva sul percorso dei bagnanti. Il suo interno, mediamente elegante nello stile, si configura come una piccola sala non nettamente separata dalla zona della cucina, ma si può dire che la gran parte della attività estiva del locale si svolge sull’ampia veranda esterna, che si estende coperta per una prima parte, per poi proseguire totalmente all’aperto sulla terrazza, più verso il mare.
 

Lucitta - Linguine al ragù di mare

Lucitta – Linguine al ragù di mare

 

L’avventore viene accolto, oltre che dal personale, da un curioso avviso che in esordio estingue ogni velleità culinaria a base di pizza. In effetti il movimento di una pizzeria si scorge al di là del muretto di recinzione, nascosto dalle siepi, ma non è chiaro quale sia il suo ingresso. Il servizio in sala del “Lucitta” è garantito da un esperto maître (che ad onor del vero non gestisce tutte le comande) e da due giovani cameriere le quali, nonostante un approccio propositivo ed empatico verso il cliente, gestiscono con minore distacco e professionalità i rapporti con il medesimo, ad esempio discutendo tra loro a due passi dai tavoli, o disapprovando con decisione le scelte dell’avventore, qualora queste rischiassero di condurlo a prolungate attese, per effetto di irrilevanti tecnicismi e limiti strutturali della cucina: «abbiamo solo un bollitore!»
 

Lucitta - Tortelli di pesce

Lucitta – Tortelli di pesce

 

In assenza dell’Ing.Marrocu, è il Raschione Ettore il delegato per la scelta del vino, inevitabilmente bianco, in accordo con le esigenze del nostro ordine, e in disaccordo – abbiamo successivamente appreso – rispetto ai gusti personali della ospite Monica: DOC di uve Torbato e Sauvignon “Parallelo 41″ delle cantine Sella&Mosca di Alghero. Il Menù del “Lucitta” si articola in percorsi di terra e di mare e si può subito dire che, per la ricercatezza degli ingredienti, la cura nella preparazione e nelle presentazioni (almeno nell’intenzione, dato che il pignolo Jesus ha avuto qualcosa da ridire!) si pone un gradino sopra la gran parte dei locali della zona, più orientati alle consuetudini della cucina tradizionale, in onore del turista prima che della licenziosa passione alimentare. Segnaliamo come ottimo l’intendimento, da parte del ristorante, di indicare nel menù l’origine delle materie prime, con tanto di riferimento ai produttori e fornitori delle medesime.
 

Lucitta - Tonno in crosta di sesamo

Lucitta – Tonno in crosta di sesamo

 

L’esordio è più che positivo. Per accompagnarci verso gli antipasti ci viene fornito uno stuzzichino caratterizzato da una sorta di crocchetta fritta di tonno, accompagnata da cipolla rossa, salsina agrodolce e riduzione di crema al basilico, non valorizzante, invero, alcun brut di benvenuto, che ne sarebbe stata la sua gradita apoteosi. Da evidenziare, al contrario, l’eccellente fornitura di pane, come accompagno di tutta la cena, declinata in pane carasau, ottimi panini, focacce, pizzette e pane alla cipolla. La parte centrale degli antipasti iniziava con un’ottima fantasia di crudo, composta da tartare di tonno, carpaccio di pesce spada, gamberi rossi e scampi, esaltata da brunoise di pesche, crema di basilico e anguria fresca. Dobbiamo registrare che, in questa portata, la qualità di scampi e gamberi spiccava nettamente sopra il gusto di tonno e pesce spada, decisamente meno apprezzabili.
 

Lucitta - Raviolini

Lucitta – Raviolini

 

Le entrée proseguivano quindi con un delizioso polpo arrostito su crema di patate, paprika e decoro di rosmarino, e con una fantastica tartare di pecora, accompagnata da carasau e fonduta di pecorino, su letto di verdure e decoro di timo: «struppiau!».
Qui le strade dei commensali venivano a dividersi. Jesus, Raschione, DDP e CDP puntavano su un primo, mentre Monica ordinava un buonissimo (e cotto alla perfezione) tonno in crosta di sesamo, con peperoni rossi e riduzione di aceto balsamico, arrivato qualche minuto prima degli altri piatti. Nel dettaglio, Jesus, il Raschione e la CDP ordinavano dei tortelli di pesce con cozze, bottarga e pomodorini arrostiti – a dire il vero apprezzati appieno solo da Jesus -, mentre venivano uniformemente riconosciute come eccellenti, le linguine al ragù di mare con pinoli e basilico, scelti dalla DDP.
 

Lucitta - Sebada

Lucitta – Sebada

Lucitta - Tortino al cioccolato

Lucitta – Tortino

 

Sublimi i dolci: tortino al cuore morbido di cioccolato con con gelato alla vaniglia e crema ai frutti di bosco («da orgasmo!») per il Raschione, sebada al miele con gelato allo zafferano e gocce di estratto di mango per la CDP, raviolini fritti con formaggio fresco di capra e crumble per Jesus e DDP. La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum “Caroni heavy trinidad” per il Raschione, un mirto per Jesus e CDP, e forse qualcos’altro che mi sfugge perché il burriccu è attualmente ammandronato in spiaggia anziché qui a darmi assistenza. Costo complessivo della serata, 42€ cadauno circa, da ritenersi assolutamente adeguati, interamente finanziati dalla CDP, che ha bruciato sullo scatto il lento Raschione, forse appesantito dalla quota in contanti fornitagli da Jesus.

 

Il Ristorante “Lucitta”, è senza dubbio un’isola felice nel cuore dell’Ogliastra, ideale per chi vuole gustare una cucina che va al di là dell’offerta tradizionalmente riservata ai turisti estivi. Ottime e particolari sono le composizioni di mare e i dolci mentre, per compiere il vero salto di qualità, suggeriamo di rivedere le gestualità e i formalismi del servizio, attualmente impostati più verso i caratteri di una pizzeria, in luogo di un ristorante di alto livello. Quattro burricchi, meno meno meno.

 


VALUTAZIONE “Lucitta”: Quattro Burricchi.
Ristorante Lucitta Indirizzo: Viale Europa, Arbatax – Tortolì
Telefono: 0782664095    [mostra in google maps]
 

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ago 17 2013

Ristorante L’Oasi – Carloforte

 Scritto da Jesus | | Commenta

L'Oasi - Interno

L’Oasi – Interno

 

Cosa ci sia al di là del mare è un dato di fatto, perché così è, anche se mutevole nel tempo. Quello che noi sappiamo o crediamo esservi, è ben altro problema; ma è sempre ciò che la nostra immaginazione o i nostri sogni insistentemente stuzzicano, a spingerci oltre il nostro ignoto, a condurci una calda mattinata d’Agosto verso un’isola lontana, per consapevolmente offrire in sacrificio la cara 150cv ad un mastodontico ciclope marino, e vederla poi spingere via, dal metallico ventre dello stesso, lontano dalle sicure e amate sponde. Questa terra vicina e distante, questa lingua sconosciuta e nota, queste vie grigie e ricche di colori accesi, ancora ci confondono.
Ma bastano pochi istanti di sguardi, di aria e di mare, per ritrovarsi consapevoli d’essere qui, e non al Mondo dolorosamente altrove.
 

L'Oasi - Fritto misto

L’Oasi – Fritto misto

 

Quattordici Agosto: uno, uno, uno, zero. In un giorno simbolicamente carico di valori e significati per il Donkey Challenge, il Raschione e l’Ing.Marrocu sono chissà dove, mentre Jesus e la Donna del Presidente, in tenuta da turisti ferragostani, da pochi minuti son sbarcati sull’isola di San Pietro, nella parte Sud-occidentale della Sardegna e del Sulcis-iglesiente.
Splendido enclave genovese, Patria del venerabile Anziano, l’isola vede risalire la sua storia al 1700, quando un gruppo di coloni, originari del quartiere di “Pegli”, si spostarono dall’oasi tunisina di Tabarka, verso disabitate sponde sarde, per fondarare “Carloforte”; quella stessa cittadina che ora, gioiosa e splendida, si mostra e ci appare con il suo lungomare, le sue strette stradine colorate, il suo arrampicarsi sul promontorio fin verso le mura, replicando ed esaltando nello stile e nelle voci che si odono per i suoi anfratti, la Genova più pittoresca ed antica.
 

L'Oasi - Tonno pomodori e cipolle

L’Oasi – Tonno pomodori e cipolle

 

Dopo un breve ed intenso girovagare esplorativo per il centro storico, Jesus si fa irrimediabilmente trasportare dai profumi del mare e della cucina, che subdolamente si insinuano e risalgono dalle strette stradine fino ad afferrarlo alle narici, quasi fossero un invisibile lazo che lo trascineranno seguendo un chissà quale intelligente progetto. Ed ecco, quasi all’improvviso, con la prorompenza della certezza assoluta, presentarlo di fronte l’uscio del locale che avrebbe accolto lui e la sua Signora.
Il Ristorante “L’Oasi” si colloca nella centralissima Via Gramsci, e fa angolo con la strettissima via Spano, da dove, come gamberetti dalle rocce, all’improvviso siamo sbucati.
 

L'Oasi - Tutto tonno

L’Oasi – Tutto tonno

 

Al suo interno il locale è molto carino e caratteristico. Superato un breve vestibolo di ingresso, delimitato da una breve muratura, sormontata da una elegante barriera in ferro battuto, ci si immette in una piccola sala, caratterizzata da tavoli squadrati, pareti color paglierino chiaro, inserti in pietra, foto e decori in stile cittadino e marinaro. Deliziosi sono i punti luce, mentre non può non stonare il televisore LCD (comunque spento) collocato in fondo alla sala, vicino l’ingresso della cucina. A una seconda e più ampia sala, si può accedere lateralmente rispetto alla prima, mentre altri pittoreschi tavolini sono collocati all’esterno, insinuandosi fin verso via Spano. Se vogliamo trovare un rilevante difetto estetico, questo va individuato nell’insegna esterna, più adatta a una gelateria in contro-tono rispetto al ricercato stile dell’interno.
 

L'Oasi - Seppiette arrosto

L’Oasi – Seppiette arrosto

 

Il Personale è parecchio gentile ed empatico. Il Titolare, un ragazzo e una risoluta cameriera, tengono il servizio con velocità e precisione. Inevitabilmente basiamo il nostro menù sull’ingrediente principe di Carloforte: il tonno rosso! E’ nella tonnara a Nord dell’isola che lo scombridae della qualità più pregiata e apprezzata viene pescato, e indirizzato per rotte che arrivano fino all’altra parte del Mondo!
Il nostro percorso nei sapori di questa terra inizia però scegliendo il vino, cernita determinata dalla disponibilità di mezze bottiglie, essendo la Donna del Presidente non avvezza alle grandi bevute: Vermentino di Sardegna DOC “Cala Reale” delle cantine Sella & Mosca di Alghero.
 

L'Oasi - Profiterol

L’Oasi – Profiterol

 

Subitamente affermiamo che i piatti del ristorante sono quelli tipici carlofortini. La cucina è poco elaborata, ma senz’altro basata su qualità delle materie prime che –  con tutta probabilità per strutturali questioni di logistica – non può neanche lontanamente essere paragonata a quella che abbiamo abitudine di provare a Cagliari: eccezionale!
Scegliamo un antipasto di filetto di tonno fresco condito con olio, pomodori e cipolle, impreziosito da un rametto di mirto, e un fritto misto con polpette di tonno e frittelle, dal quale emergeva meravigliosamente il gusto di eccezionali orziadas (anemoni di mare). Chapeau!
 

L'Oasi - Sebada al miele

L’Oasi – Sebada al miele

 

La coppia presidenziale, in morigerato stile dietetico, sceglieva di procedere direttamente con il secondo, ma la comanda di Jesus (inizialmente tonno e pomodori) rapidamente mutava quando per errore veniva portato al nostro tavolo un appariscente antipasto “tutto tonno”: «ho cambiato idea, voglio questo!». Il piatto era composto da filetto di tonno, carpaccio, polpettine, bottarga di tonno, affumicato e musciame, dal gusto e dalla sapidità a dir poco intensi. Un ulteriore secondo piatto, consisteva in buonissime seppiette arrosto condite con brunoise di pomodorini, prezzemolo limone, decorate con il consueto rametto di mirto. I dolci che seguivano, invero, apparivano un gradino al di sotto delle altre portate, ma risultavano comunque gustosi: profiterol per la Donna del Presidente, sebada al miele per Jesus (che lo ha scelto ovviamente perché non amante delle sebada!) condito con “millefiori” anziché con il terminato miele di castagno. Il pranzo si concludeva quindi con due caffè. Costo complessivo: 36 euro cadauno, da ritenersi adeguato per ambientazione, servizio e qualità delle materie prime.

 

Ristorante pittoresco e caratteristico, personale gentile, ambiente confortevole, L’”Oasi” è veramente un rifugio dove trovare alimentare riparo dal mare in tempesta o dal sole accecante dell’isola di San Pietro. Tre burricchi con menzione speciale, per la qualità delle materie prime.

 

VALUTAZIONE “L’Oasi”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante L’Oasi Indirizzo: Via Gramsci 59, Carloforte
Telefono: 0781856701    [mostra in google maps]

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