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ago 17 2013

Ristorante L’Oasi – Carloforte

 Scritto da Jesus | | Commenta

L'Oasi - Interno

L’Oasi – Interno

 

Cosa ci sia al di là del mare è un dato di fatto, perché così è, anche se mutevole nel tempo. Quello che noi sappiamo o crediamo esservi, è ben altro problema; ma è sempre ciò che la nostra immaginazione o i nostri sogni insistentemente stuzzicano, a spingerci oltre il nostro ignoto, a condurci una calda mattinata d’Agosto verso un’isola lontana, per consapevolmente offrire in sacrificio la cara 150cv ad un mastodontico ciclope marino, e vederla poi spingere via, dal metallico ventre dello stesso, lontano dalle sicure e amate sponde. Questa terra vicina e distante, questa lingua sconosciuta e nota, queste vie grigie e ricche di colori accesi, ancora ci confondono.
Ma bastano pochi istanti di sguardi, di aria e di mare, per ritrovarsi consapevoli d’essere qui, e non al Mondo dolorosamente altrove.
 

L'Oasi - Fritto misto

L’Oasi – Fritto misto

 

Quattordici Agosto: uno, uno, uno, zero. In un giorno simbolicamente carico di valori e significati per il Donkey Challenge, il Raschione e l’Ing.Marrocu sono chissà dove, mentre Jesus e la Donna del Presidente, in tenuta da turisti ferragostani, da pochi minuti son sbarcati sull’isola di San Pietro, nella parte Sud-occidentale della Sardegna e del Sulcis-iglesiente.
Splendido enclave genovese, Patria del venerabile Anziano, l’isola vede risalire la sua storia al 1700, quando un gruppo di coloni, originari del quartiere di “Pegli”, si spostarono dall’oasi tunisina di Tabarka, verso disabitate sponde sarde, per fondarare “Carloforte”; quella stessa cittadina che ora, gioiosa e splendida, si mostra e ci appare con il suo lungomare, le sue strette stradine colorate, il suo arrampicarsi sul promontorio fin verso le mura, replicando ed esaltando nello stile e nelle voci che si odono per i suoi anfratti, la Genova più pittoresca ed antica.
 

L'Oasi - Tonno pomodori e cipolle

L’Oasi – Tonno pomodori e cipolle

 

Dopo un breve ed intenso girovagare esplorativo per il centro storico, Jesus si fa irrimediabilmente trasportare dai profumi del mare e della cucina, che subdolamente si insinuano e risalgono dalle strette stradine fino ad afferrarlo alle narici, quasi fossero un invisibile lazo che lo trascineranno seguendo un chissà quale intelligente progetto. Ed ecco, quasi all’improvviso, con la prorompenza della certezza assoluta, presentarlo di fronte l’uscio del locale che avrebbe accolto lui e la sua Signora.
Il Ristorante “L’Oasi” si colloca nella centralissima Via Gramsci, e fa angolo con la strettissima via Spano, da dove, come gamberetti dalle rocce, all’improvviso siamo sbucati.
 

L'Oasi - Tutto tonno

L’Oasi – Tutto tonno

 

Al suo interno il locale è molto carino e caratteristico. Superato un breve vestibolo di ingresso, delimitato da una breve muratura, sormontata da una elegante barriera in ferro battuto, ci si immette in una piccola sala, caratterizzata da tavoli squadrati, pareti color paglierino chiaro, inserti in pietra, foto e decori in stile cittadino e marinaro. Deliziosi sono i punti luce, mentre non può non stonare il televisore LCD (comunque spento) collocato in fondo alla sala, vicino l’ingresso della cucina. A una seconda e più ampia sala, si può accedere lateralmente rispetto alla prima, mentre altri pittoreschi tavolini sono collocati all’esterno, insinuandosi fin verso via Spano. Se vogliamo trovare un rilevante difetto estetico, questo va individuato nell’insegna esterna, più adatta a una gelateria in contro-tono rispetto al ricercato stile dell’interno.
 

L'Oasi - Seppiette arrosto

L’Oasi – Seppiette arrosto

 

Il Personale è parecchio gentile ed empatico. Il Titolare, un ragazzo e una risoluta cameriera, tengono il servizio con velocità e precisione. Inevitabilmente basiamo il nostro menù sull’ingrediente principe di Carloforte: il tonno rosso! E’ nella tonnara a Nord dell’isola che lo scombridae della qualità più pregiata e apprezzata viene pescato, e indirizzato per rotte che arrivano fino all’altra parte del Mondo!
Il nostro percorso nei sapori di questa terra inizia però scegliendo il vino, cernita determinata dalla disponibilità di mezze bottiglie, essendo la Donna del Presidente non avvezza alle grandi bevute: Vermentino di Sardegna DOC “Cala Reale” delle cantine Sella & Mosca di Alghero.
 

L'Oasi - Profiterol

L’Oasi – Profiterol

 

Subitamente affermiamo che i piatti del ristorante sono quelli tipici carlofortini. La cucina è poco elaborata, ma senz’altro basata su qualità delle materie prime che –  con tutta probabilità per strutturali questioni di logistica – non può neanche lontanamente essere paragonata a quella che abbiamo abitudine di provare a Cagliari: eccezionale!
Scegliamo un antipasto di filetto di tonno fresco condito con olio, pomodori e cipolle, impreziosito da un rametto di mirto, e un fritto misto con polpette di tonno e frittelle, dal quale emergeva meravigliosamente il gusto di eccezionali orziadas (anemoni di mare). Chapeau!
 

L'Oasi - Sebada al miele

L’Oasi – Sebada al miele

 

La coppia presidenziale, in morigerato stile dietetico, sceglieva di procedere direttamente con il secondo, ma la comanda di Jesus (inizialmente tonno e pomodori) rapidamente mutava quando per errore veniva portato al nostro tavolo un appariscente antipasto “tutto tonno”: «ho cambiato idea, voglio questo!». Il piatto era composto da filetto di tonno, carpaccio, polpettine, bottarga di tonno, affumicato e musciame, dal gusto e dalla sapidità a dir poco intensi. Un ulteriore secondo piatto, consisteva in buonissime seppiette arrosto condite con brunoise di pomodorini, prezzemolo limone, decorate con il consueto rametto di mirto. I dolci che seguivano, invero, apparivano un gradino al di sotto delle altre portate, ma risultavano comunque gustosi: profiterol per la Donna del Presidente, sebada al miele per Jesus (che lo ha scelto ovviamente perché non amante delle sebada!) condito con “millefiori” anziché con il terminato miele di castagno. Il pranzo si concludeva quindi con due caffè. Costo complessivo: 36 euro cadauno, da ritenersi adeguato per ambientazione, servizio e qualità delle materie prime.

 

Ristorante pittoresco e caratteristico, personale gentile, ambiente confortevole, L’”Oasi” è veramente un rifugio dove trovare alimentare riparo dal mare in tempesta o dal sole accecante dell’isola di San Pietro. Tre burricchi con menzione speciale, per la qualità delle materie prime.

 

VALUTAZIONE “L’Oasi”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante L’Oasi Indirizzo: Via Gramsci 59, Carloforte
Telefono: 0781856701    [mostra in google maps]

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mar 6 2011

Ittiturismo La laguna a tavola – Sant’Antioco

 Scritto da Jesus | 10 commenti | Commenta

La laguna a tavola – Scorcio stagnu Cirdu

 

Iniziamo la disamina di quest’oggi con uno splendido scorcio (arditamente taroccato per eliminare una sconsiderata “ditata” di Jesus) dello “stagnu Cirdu” di Sant’Antioco; città e isola – non più isola – dell’arcipelago del Sulcis, settima per estensione nel mar Mediterraneo, intimamente congiunta alla terra madre per mezzo di un istmo artificiale, attraversato, in questa giornata di lunga trasferta istituzionale, dal gruppo storico dei Donkey: Jesus, Raschione Ettore, Burriccu Pg, Dott. Melis (noto “bianco”). Assente ahimè, il solo Ing.Marrocu, terzo e attuale Triumviro ufficiale, che in quel medesimo istante del sabato mattina, veniva assorbito da ben più gravosi impegni di natura squisitamente professionale, dai quali dipende in buona parte la sicurezza aeronautica e aeroportuale della comunità locale, e per i quali noi tutti riponiamo estrema fiducia, profonda gratitudine e sconfinata stima.

La laguna a tavola – Interno


Come spesso accade invero, la rotta indicata dal navigatore integrato nel BlackBerry di Jesus conduceva i burricchi in ben altra direzione, il lungomare del paese di Calasetta, di qualche chilometro più prossimo alla loro destinazione finale: l’isola – questa sì isola – di San Pietro, regno della lingua tabarchina e impero incontrastato del venerabile Anziano, quinta essenza dell’esser carlofortino, che attendeva impaziente i colleghi Donkey per il succitato impegno (religioso e alimentare) del pomeriggio. Imperocchè, percorrendo tortuose stradine sterrate della zona, il Raschione veniva rapito da una sfuggente ‘nsegna con su vergata la parola “ittiturismo”, la rotta subiva immediato e autoritario deflesso, con buona pace della gentile ma oltremodo petulante signorina, integrata anch’ella nel BlackBerry medesimo: «fuori percorso … ricalcolo … fuori percorso … quando possibile effettuare una inversione a U… ricalcolo».

La Laguna a tavola – Antipasti


Dopo un lungo impegnativo itinerario, questa volta guidato da numerose e frequenti indicazioni stradali ad-hoc, raggiungiamo la nostra meta. Superate alcune serre – di per noi incerto impiego, forse itticoltura -, ci infiliamo in un lembo di terra che divide lo stagno dal mare aperto ed è sede di tutte le attività dell’ittiturismo, compresa quella a noi più cara: la ristorazione.
Entriamo in una sorta di spazioso e solido gazebo in legno, sostenuto da un unico pilone centrale in muratura e circondato da ininterrotte luminosissime vetrate, che ripropongono in suggestiva e prorompente guisa, le bellezze naturalistiche tutt’intorno.

 

Trofiette tonno olive bottarga

 

All’arrivo  ci accoglie l’unica gentile (e parecchio esteticamente apprezzabile, come di frequente per le donne di queste parti, ndr.) cameriera, che ci fa accomodare su un tavolo già imbandito dei primi antipasti. In effetti il vostro amato, visto la irreversibilità dell’indirizzamento logistico, si era premurato di annunciare, pochi minuti prima, il loro arrivo, grazie al riferimento telefonico individuato in uno dei tanti cartelli di indirizzo incontrati durante il percorso verso la destinazione.
Il menù è quello fisso e non ci vengono proposte delle alternative. Ci adeguiamo volentieri. La scelta del vino ricade invece su due possibili varianti: biano o nero (della casa). Ovviamente scegliamo il bianco, che risulterà essere però oltremodo anonimo.  Gli antipasti sono buoni e genuini; piuttosto originali per quanto abituati nel cagliaritano, ma senza particolari eccellenze. Ottime comunque le zucchine con ragu di pesce, e l’insalata di cozze e pomodori propostici. Molto buona anche la burrida di gattuccio di mare.

 

La laguna a tavola – Grigliata mista

 

Contraddittorio invece il polpo con le patate. Ottimo il polpo, ma le patate sembravano male accostarsi come condimento. Concludeva gli antipasti di pesce, uno dei piatti principe della zona: il cous cous al tonno, che nell’isola di Carloforte pronunciano “cascas” «Vagni a pijò u cascà! (grazie alla Dr.ssa Cadello per la correzione sintattica, ndr.)»
Seguiva di lì a poco il primo piatto: trofiette al sugo di tonno, bottarga e olive. Molto gustoso tutto l’accompagnamento, ma piuttosto inefficace la cottura delle trofiette che, in conclusione, non sono riuscite ad assorbire correttamente il condimento medesimo applicato.
Secondo piatto, una abbondante grigliata mista di prodotti, probabilmente indigeni: orate, a dire la verità un po’ troppo magre e poco saporite – come prevedibile per i pesci d’allevamento – seppiette molto buone e gamberi senza sapore. Il tutto impreziosito da alcune fette di limone decorative.

La laguna a tavola – Pg Titanic


Nessun dolce era previsto nel menu, a parte un buon sorbetto al limone. Il pasto si è quindi concluso con quattro caffè e altrettanti amari (mirto per tutti ad esclusione della grappa per Jesus). Costo complessivo del pranzo 25€ cadauno, da ritenersi adeguato. Il ristorante non presenta particolari eccellenze dal punto di vista della cucina, ma vale sicuramente la pena visitarlo, data la genuinità dei prodotti serviti a tavola e in virtù della suggestiva ambientazione.
La serata dei Donkey, come anticipato, si è quindi conclusa in quel di Carloforte.
Potete, a questo proposito, ammirare l’innata propensione al romanticismo del Burriccone Pg – per la mondana occasione abbigliato da D&G – che sul traghetto verso l’isola sulcitana mimava l’attrice Kate Winslet nella celeberrima scena del beneaugurante lungometraggio Titanic, aspettando forse che un qualche “Di Caprio” si accostasse teneramente alle sue spalle.


 


VALUTAZIONE “La laguna a tavola”: Due Burricchi.
Itticoltura La laguna a tavola Indirizzo: Loc. Stagnu Cirdu, Sant’Antioco
Telefono: 347 0323404    [mostra in google maps]
 

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