☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 12 2014

Ristorante Il Pomod’oro – Cagliari

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Il Pomod'oro - Interno

Il Pomod’oro – Interno

 

Pomo d’oro, ora rosso di vergogna, un tempo lasciasti le mani di Eris. Per te Afrodite vendette il cuore di Elena, e fu di Paride in dispetto a Menelao.
Ora hai il colore del sangue che ha bagnato la spiaggia di Troia, ma un tempo splendevi di luce come potrebbe un premio per un sondaggio su Facebook;
e Afrodite l’avrebbe certamente vinto, promettendo di far vedere le tette, ricevendo un miliardo di mi piace, mentre Era e Atena se la sarebbero presa in quel posto, anche perché la verità oggi sta dalla parte di chi ha più follower. Ecco perché Miss Italia è sempre la più brutta e perché tu puoi dirti d’oro: perché la pizza la mangiano tutti, mentre chi se la fila invece la biondissima mela cotogna, che avrebbe certamente più ragione di te nel decantarsi aurea? Detto questo non staremo certo qui a giudicare, ma non pensare di rimanere indenne oltre la fine di questo pasto, acidità di stomaco permettendo.
 

Il Pomod'oro - Tagliere salumi di Romagna

Il Pomod’oro – Tagliere salumi di Romagna

 

Se vi trovate a Cagliari e volete provare la cucina romagnola, non serve attraversare il mare, navigando verso il freddo Nord-Est. Incamminatevi invece verso l’alto, senza faticare più di tanto. Basta varcare, comodamente stando in città, la soglia del palazzo della Rinascente. Ad attendervi due ascensori. Ad attendervi, di nuovo, di su all’ultimo piano, un corpulento maggiordomo, che vi introdurrà in un ambiente dagli spazi aperti nel quale, vi stupirete, possono convivere, con apprezzabile organizzazione estetica, un ristorante orientale, un lunge bar, una toilette, un sistema di asciugatura mani comparabile alla turbina di un md-80 e, infine, un ristorante dal nome “Il Pomod’oro”.
 

Il Pomod'oro - Tavolozza di formaggi

Il Pomod’oro – Tavolozza di formaggi

 

Il “Pomod’oro” è un locale della catena “Fattoria Pomod’oro”, risultato di una sinergia imprenditoriale tra grandi aziende alimentari italiane (Saclà, Galvanina, Molino Spadoni) che, attraverso un modello di pizzeria/ristorante di qualità, promuovono e distribuiscono il loro prodotti. Anche l’arredamento è costruito su uno schema ben preciso. Spazi aperti, mobilia semplice ma ben curata, cucina e forno a vista, scaffali colmi di variopinti barattoli di sott’olio, a creare alte pareti divisorie; il tutto messo insieme per definire un’atmosfera indubbiamente gradevole e rilassante, a cavallo tra la trattoria casereccia e il glamour bar.
Il servizio è informale ma preciso ed attento, ed è tenuto da alcuni giovani camerieri, tra i quali ricordiamo una solare ragazza colombiana che ha avuto modo di interloquire e discorrere con – per l’occasione, manco a farlo apposta, molto curioso e loquace  – l’Ingegner Marrocu, presente alla serata al pari degli altri Triumviri ufficiali: Jesus e il Raschione Ettore.
 

Il Pomod'oro - Galletto al mattone

Il Pomod’oro – Galletto al mattone

 

Accomodati al tavolo prendiamo visione del menù, accorgendoci subito che i piatti proposti sono quelli di una cucina semplice e direi, casalinga, campagnola, con orientamento prettamente di terra. Quest’ultima caratteristica pareva non essere gradita ad un’avventrice prossima al nostro tavolo, che puntava i piedi e pretendeva dal proprio cavaliere – probabilmente conoscente di uno dei responsabili del ristorante – di portarla a mangiare del pesce. Beato a lui!
Dopo l’inaspettato exploit teatrale, potevamo meglio definire quella che sarebbe stata la nostra cena, individuando le pietanze a noi più gradite e il vino, ovviamente rosso: Sangiovese superiore “Scabi”, del 2012, azienda agricola “San Valentino”, Rimini.
 

Il Pomod'oro - Salsicce

Il Pomod’oro – Salsicce

Il Pomod'oro - Verdure grigliate

Verdure grigliate

 

Diciamo subito che, per nostra colpa e esigenze alimentari contingenti (seguire la voglia di carne dell’Ing.Marrocu) nessuno di noi ha ordinato un primo piatto, e quindi non abbiamo potuto sperimentare i piatti più tradizionalmente emiliano/romagnoli. Questo non ci ha impedito di verificare però l’impronta generale della cucina che, se voleva essere casalinga, ha certamente raggiunto il suo scopo. Quello che abbiamo assaggiato infatti, non si discosta di molto dalla cucina semplice che ciascuno di noi può ritrovare a casa propria. Annotiamo inoltre, per dovere di cronaca, il push gratuito di prodotti delle aziende del consorzio, quali i sott’olio della Saclà. Il giudizio, su questi ultimi è: sono prodotti sott’olio, nulla di più nulla di meno.
 

Il Pomod'oro - Tagliata di manzo

Il Pomod’oro – Tagliata di manzo

 

Invero, riguardo gli antipasti realmente richiesti, abbiamo ordinato la degustazione di salumi “Mora romagnola”, con tagliere di prosciutto crudo, salame “gentile“, salame “Moro”, lardo e salsiccia passita. A seguire una “tavolozza” di formaggi misti emiliani: scoparolo, cacio di vino, parmigiano reggiano, accompagnati da miele e confettura di fichi caramellati; il tutto certamente ben presentato e costruito, ma non particolarmente ricercato, rispetto alle nostre abitudini e severe esigenze culinarie. Stesso discorso per i secondi piatti. Jesus ordinava un bis di salsicce: “non troppo pepata” e salsiccia speciale di “Mora romagnola” alla brace, decorate con aceto balsamico e accompagnate da verdure grigliate (pomodori, radicchio, melanzane, zucchine), bagnate da un filo di olio d’oliva. Il Raschione, optava per il galletto “al mattone” con patate arrosto e mattone scenograficamente portato a tavola, senza però restare pienamente soddisfatto per la resa dell’alimento a livello di gusto. Il piatto più buono della serata è stato probabilmente il secondo dell’ingegner Marrocu: tagliata di manzo al profumo di rosmarino, con decoro di pomodoro e radicchio.
 

Cheescake crema di zuppa inglese

Crema di zuppa inglese

Il Pomod'oro - Gelato alla vaniglia

Gelato alla vaniglia

 

Infine i dolci: gelato alla vaniglia per l’Ing.Marrocu, cheesecake alla crema di zuppa inglese per Ettore, serviti all’interno di barattoli di vetro tipici dei prodotti caserecci. Nulla per Jesus. La cena si concludeva quindi, senza amari, con un caffè d’orzo per l’Ing.Marrocu due caffè regolamentare per gli altri Burricchi.
Costo complessivo della cena, 42 euro cadauno, da giudicarsi un buon 20% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina che nella sua genuinità non ha comunque particolarmente brillato e fornito spunti degni di nota. Da segnalare, infine, la mastodontica stazza del cuoco ai fornelli, in linea con l’idea di opulenza emiliano-romagnola.

Immerso in un ambientazione di stampo glamour/casareccio, sapientemente costruita con dettagli estetici eleganti e di buon gusto, il ristorante/pizzeria “Il Pomod’oro” offre una cucina di stampo romagnolo, comunque senza particolari note positive da segnalare. Due burricchi con menzioni speciale per l’ambientazione.

 



VALUTAZIONE “Il Pomod’oro”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il Pomod’oro Indirizzo: Via Roma 143, Cagliari
Telefono: 07060451    [mostra in google maps]
 
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mar 29 2014

Su Zilleri ‘e su Doge – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Su Zilleri - Ingresso

Su Zilleri – Ingresso

 

Giocoforza attendendo il weekend e già scordandomi, in realtà, quando tutto ciò accadde, è tangibilmente ostico e faticoso narrare di tre asini vagabondi, di tre consumati e scostumati burricchi sellati, che nel loro impreciso e imprevedibile errare gozzovigliano impunemente per le Vie di una Città che, oramai, conoscono a menadito e della quale potrebbero mentalmente riprodurre ogni singolo dettaglio e sfumatura architettonica.
Fanno questo, invero, su un certo blog; mai però descrivendo panorami o anfratti, piuttosto concentrandosi, ad esempio, sulla regolarità di un chicco di riso, sulla lucentezza di una cocciula o sull’armonia strutturale di una zuppetta di cozze.
 

Su Zilleri - Interno

Su Zilleri – Interno

 

E anche oggi questo faremo, verificando se il recensendo “Su zilleri ‘e su Doge” (Lett.: l’osteria del Doge), in una Domenica di friusu de galera, si sia o meno meritato il titolo di ristorante sellato, garantendosi per questo il diritto di esporre il celeberrimo e prestigioso adesivo del Donkey Challenge.
Su “Zilleri” è un pittoresco locale collocato – in raccordo con la Piazza S.Giuseppe – al termine di Via Santa Croce, splendida e storica passeggiata cagliaritana, che accarezza l’omonimo bastione e dalla quale si può ammirare uno degli scorci più suggestivi della città. Ivi convergevano in tarda mattinata, Jesus il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, con logistica poco eco-compatibile, giusto una settimana fa.
 

Su Zilleri - Cruditè

Su Zilleri – Cruditè di mare

 

Su “Doge”, non può che essere il titolare della osteria, lo chef Claudio Ara, le cui gesta in cucina abbiamo in passato avuto modo di raccontarVi. Meno c’entra, dobbiamo dirlo per quanto noi si possa capire, il tema di Venezia, che compare nel nome e nelle grafiche del locale, ma che mai riusciremo a individuare nel menù, né tantomeno nella ambientazione, apparentemente legata e a doppio filo con le inconfondibili tradizioni nostrane.
Gli spazi all’interno del ristorante si distribuiscono su tre ambienti: un vestibolo di ingresso, una piccola sala da pranzo accogliente e luminosa, e una terza sala più in penombra, sul fondo. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala centrale, dominata da un’ampia finestra che dà su Via Santa Croce e caratterizzata da belle pareti bianche, decori in pietra, una bella specchiera d’epoca e da tanti piccoli suppellettili che ricordano la vecchia vita contadina.
 

Su Zilleri - Antipasti

Su Zilleri – Antipasti

 

E’ lo stesso chef Ara, in versione maître, a dirigere le operazioni, e finanche assisterci al tavolo, per un servizio che nel complesso si dimostrerà informale ma impeccabile. La cucina, e gli ingredienti in particolare, sono orgogliosamente tipici del territorio sardo, declinati con spunti non banali e assolutamente gradevoli. Durante il pranzo arriverà in sala fiananco un pescatore locale, brandendo due – parevano – palinurus regius (aligustas birdi) vive, che non avremo comunque modo di assaggiare per mancanza (ahimè) di ulteriore spazio nello stomaco. La contrattazione sulle pietanze e sul vino si dimostrerà non del tutto lineare, data la recente chiusura per ferie del ristorante, non ancora a regime dal punto di vista degli approvvigionamenti. In effetti, l’Ingegner Marrocu pareva andar a scegliere sistematicamente i piatti e le etichette quel giorno non disponibili. Alla fine, la cernita del nettare è ricaduta, per caloroso consiglio di Ara, su uno spettacolare IGT “Dignu” delle Cantine Depperu di Luras: un nebbiolo (rosso) vinificato bianco!
 

Su Zilleri - Linguine cocciulas asparagi

Su Zilleri – Linguine cocciulas asparagi

 

Dopo aver divorato, a testa, mezzo chilo di pane abbrustolito e carasau, accompagnati da un eccellente olio extra-vergine d’oliva “Sa mola de Orri” di Sarroch, iniziavano ad arrivare al tavolo i primi antipasti, nella fattispecie una graditissima insalata di carciofi, rucola, bottarga e scaglie di formaggio pecorino granglona; vivamente consigliata a chi adora i gusti amarognoli. Seguiva quindi una sontuosa cruditè di scampi e gamberi rossi di Villassimius, accompagnati da salsa vinaigrette, sale aromatizzato delle Hawaii (probabilmente la località delle ferie!) e pepe nero. Ancora, trippa (che Jesus non gradisce di suo, ma i commensali hanno apprezzato) di bue rosso con sugo di pomodoro e mentuccia, seguito da un fantastico tagliere di terra composto da: prosciutto crudo di Oliena, ricotta mustia di Thiesi, salsiccia e coppa di Ploaghe, pancetta di Samassi. Gli antipasti terminavano quindi con un gradevolissimo guazzetto di cozze e pomodori.
 

Su Zilleri - Linguine ricci e favette

Su Zilleri – Linguine ricci e favette

 

Interessanti e gustosi i primi piatti, due paste che combinavano entrambe, nei loro condimenti, un ingrediente di terra e uno di mare. L’Ingegner Marrocu optava per linguine con cocciulas (arselle) e asparagi, mentre Jesus e il Raschione Ettore gustavano delle clamorose linguine alle favette e ai frutti di mare: «Scusate, ma uno di voi due non era fàbico?». Jesus: «Ingegnere, se un giorno mi vedrete accasciare al suolo, saprete perché!»
Come già anticipato, dopo i primi piatti decidevamo di passare direttamente al dessert: sebada al miele di acacia («lo saprò pur riconoscere il sapore di un miele, no?») per l’Ing.Marrocu e uno scenografico tiramisù con savoiardi di Fonni per Jesus e il Raschione. I dolci venivano (su richiesta) valorizzati da uno strepitoso (non per il blasfemo Jesus: «secondo me ha il sapore di uno spumante da 2 euro!») moscato d’Asti DOCG “I vignaioli di S.Stefano” del 2010. Quello che doveva essere un assaggio ha rischiato di trasformarsi in un infinito tracannamento, dato che la bottiglia di moscato è stata incautamente lasciata sul tavolo dei burricchi.
 

Su Zilleri - Tiramisù

Su Zilleri – Tiramisù

Su Zilleri - Sebada

Su Zilleri – Sebada

 

Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e, dopo varie contrattazioni sugli amari, con un caratteristico whiskey “Laphroaig”, invecchiato dieci anni e dal particolare sapore, distintamente affumicato.
Costo complessivo, 60€ cadauno, da ritenersi appena lievemente superiore al giusto dovuto, per una ciccionata comunque di elevato livello e di indubbio prestigio.

 

Caratteristico, romantico, accogliente, il ristorante “Su Zilleri ‘e su Doge” presenta in tutti i suoi particolari i pregi e la mano attenta dello chef Ara. Notevole la qualità delle materie prime utilizzate, mentre l’approccio della cucina risulta senza dubbio ricercata e non banale. Gli unici appunti sono legati all’indisponibilità di alcune pietanze e un limitato numero di liquori presenti in cantina. Quattro burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Su Zilleri ‘e su Doge”: Quattro Burricchi.
Ristorante Su Zilleri ‘e su Doge Indirizzo: Piazza S.Giuseppe 2, Cagliari
Telefono: 3271542216    [mostra in google maps]
 

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giu 8 2013

Ristorante Corso Dodici – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Corso 12 - Interno

Corso 12 – Interno

 

Prese il pane e lo spezzò. Giustappunto in dodici sareste dovuti giungere per rendermi grazia, perché ciascuno di voi sarebbe potuto divenire il mio tredicesimo, sottraendo al peccato l’umanità intera, dissetandosi alla fonte immortale della mia gloria. Che l’imperfetto giudizio dell’Uomo decreti miserevole questo destino, ben poco dovete curarvene; nessuno tra voi può arrivare ad intendere pienamente il perché di ciascuna piega delle mie vesti, né percepire l’infinita bellezza del mio celato orizzonte.
Bene, tutt’altro questo mio orizzonte si sarebbe sognato, che veder raccolti i dodici in uno, alla mia mensa, e questo “uno” vestito con abiti firmati Lacoste. Se non altro, non  sono capitato nel tavolo dei discepoli con i sandali griffati H… Acca di accallonato!
 

Corso 12 - Burrata su nido di melanzane

Corso 12 – Burrata su nido di melanzane

 

Il caldo, finalmente! Fulminante ed improvviso, gravoso e stuzzicante, arriva di Venerdì sera, e la città d’improvviso si anima. Come centomila lumache baluginanti dalla terra, dopo un acquazzone durato un Inverno intero, i cagliaritani si riversano per le strade del fine settimana, ed è subito un’esplosione di esibita superba vanità, di repressa e incontrollata sensualità. Il “Corso Vittorio” si trasforma in un asfissiante ed orgiastico fiume in piena, fatto di schiamazzi, di sguardi fugaci, di pretese richieste d’attenzione, di tutto quello, insomma, che l’areste Jesus divisa evitare, subitamente sgattaiolando – dopo un avventuroso ed impossibile parcheggio del Raschione Ettore – dentro il locale che li avrebbe ospitati.
 

Corso 12 - Tagliere di salumi e formaggi

Tagliere salumi formaggi

Corso 12 - Salmone marinato

Salmone marinato

 

Il “Corso dodici” è certamente un BAR-Ristorante di tendenza. Recentemente affacciatosi sul lato Sud del Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da Pizza Yenne -in Cagliari-, è strutturalmente caratterizzato da un lungo e stretto corridoio che, superato il pur breve bancone al vestibolo di ingresso, si estende spigolosamente fino all’ingresso di servizi e cucina. Gli spazi vengono tagliati con elegante e geometrica essenzialità, coniugata dalle pareti color grigio perla, dai tavolini rustici quadrangolari, e dai particolari inserti lignei superiori, che si alternano e scandiscono la presenza di numerosi e ben dosati punti luce. La parete al lato Est, sobriamente spoglia, accoglie una interminata fila di divanetti imbottiti mentre, al lato opposto, è notevole la sequenza di tele fotografiche in stile pop-art, i cui soggetti progressivamente degradano in umana espressività, dalla luce dell’ingresso fino al buio ideale del fondo sala.
 

Corso 12 - Trofie al pesce spada

Corso 12 – Trofie al pesce spada

 

Jesus e il Raschione – in obbligata formazione PACS per l’indisponibilità dell’Ing.Marrocu, e la congiunta indisponibilità dello stesso Jesus a spostare la ciccionata di Sabato – , alle ore 21 fanno il loro ingresso nel locale. A quell’ora la sala e praticamente vuota mentre, in virtù della calda serata, i tavolini e le sedie esterne non hanno difficoltà nel trovare avventori che possano accogliere. Al loro arrivo i Burricchi vengono ricevuti da un giovanile e ben nutrito personale, oltre ché da un lieve aromatico sentore di impregnante del legno, fisiologicamente comprensibile in virtù della recente apertura. Veniamo fatti accomodare su un piccolo tavolino per due (i fiorellini sono stati gentilmente fatti portare via, per lasciare spazio alle vivande: «non è una serata romantica!») che verrà poi affiancato da un suo gemello, onde sostenere le numerose pietanze ordinate, per poi venire nuovamente ridimensionato, causa l’arrivo di due coppie ritardatarie. A questo proposito, c’è da dire che questa operazione è stata furbescamente condotta sfruttando l’acquiescenza del più docile Raschione, nel mentre che Jesus – che altrimenti col cazzo avrebbe acconsentito – si trovava per questioni personali alla toilette!
 

Corso 12 - Fregola fiori di zucca e guanciale

Corso 12 – Fregola fiori di zucca e guanciale

 

Il Menù del ristorante (presentato tra l’altro con un accattivante libretto, quasi scardinato da Jesus per poterlo aprire) appare intelligente e ben strutturato, per la dimensione e la filosofia del locale. Agli antipasti freddi, i primi di pasta fresca, i tradizionali secondi di carne e pesce, viene dedicato un capitolo intero alle polpette, proposte in declinazione di terra e di mare. Ermetici i dessert evidenziati, mentre la pur fornita cantina – per quanto abbiamo inteso -, non è supportata da una dettagliata descrizione cartacea né, a quanto pare, da un efficiente servizio logistico-organizzativo, dato che il vino inizialmente comandato dai Burricchi è risultato sì presente, ma non immediatamente fruibile, in quanto sbadatamente scordato fuori dal frigo! Ad ogni modo, subitamente la prima etichetta veniva rimpiazzata da un ottimo Vermentino di Gallura superiore DOCG “Monteoro”, di Alghero, cantine Sella&Mosca, servito con la giusta teatrale assistenza a favore, questa volta, del poco teatrale quanto sbrigativo Raschione.
 

Corso 12 - Tagliata di tonno

Corso 12 – Tagliata di tonno

 

Censurata sul nascere da Jesus la possibilità di integrare gli antipasti con delle polpette, ordiniamo tutte e tre le pietanze disponibili in menù; tagliere di salumi e formaggi composto da pomodorini, pecorino fresco, semi-stagionato, salsiccia sarda, prosciutto crudo, mustela (lonza di maiale), accompagnati da deliziose confetture di produzione familiare, alla mela dolce e mirto e alle mele e fichi; buonissimo salmone marinato abbinato (questo abbinamento è piaciuto però più al Raschione) ad arance e insalata di finocchi; burrata su nido di melanzane marinate alla maggiorana e aceto balsamico. Quest’ultimo piatto, pensato per la stagione estiva, ha invero ricevuto meno apprezzamenti, alla prova del gusto, rispetto ai primi due.

 

Corso 12 - Polpette al tonno con cipolle di Tropea

Corso 12 – Polpette al tonno con cipolle di Tropea

 

Se gli antipasti si sono rivelati di buona ma non rara fattura, possiamo decretare i primi piatti come momento più alto e solenne della cena: trofie di pasta fresca al pesce spada con pomodoro, basilico e olive taggiasche per Jesus, fregola con fiori di zucca e guanciale per il Raschione. Le trofie di Jesus dimostravano essere uno spettacolare equilibrio di raccolti e differenti sapori, che pungenti e singolari si alternavano sul palato senza mai sovrastarsi, costringendo alla vigile curiosità, fino all’ultima forchettata. Del tutto differente il discorso sui secondi, che forse hanno risentito degli effetti del gran numero di avventori (principalmente declinati nei cromosomi XX) , che chiassosamente andavano ad affollare via via la sala, cagionando così un incrementale carico di lavoro per servizio in sala (comunque mantenutosi efficace ed empatico per tutto il tempo) e la cucina; anonime (se non fosse per la cipolla) polpette di tonno con cipolla di Tropea e riduzione di aceto balsamico per il Raschione; insapore – quanto eccessivamente tostata in superficie -, tagliata di tonno in crosta di sesamo, su letto di rucola, peperoni e riduzione di aceto balsamico, per Jesus. Probabilmente il burriccu avrebbe dovuto chiedere il tonno crudo, così come il Raschione avrebbe dovuto pretendere un piatto piano per gustare le sue polpette! Ad ogni modo, le lamentele di Jesus hanno avuto come effetto la decurtazione del conto finale, cosa sempre apprezzabile, non come iridescente via di fuga concessa al cliente susunku, ma come costruttivo riconoscimento della sua insindacabile titolarità.
 

Corso 12 - Panna cotta

Corso 12 – Panna cotta

Corso 12 - Cheesecake

Corso 12 – Cheesecake

 

Con i dessert (del giorno) la qualità risaliva decisamente oltre la soglia del positivo: cheesecake ai frutti di bosco per il Raschione, panna cotta al caramello per Jesus, il tutto accompagnato da un moscatello della casa, invero apprezzato più da Jesus che dal Raschione. La cena si concludeva quindi senza ulteriori divagazioni. Costo complessivo 41€ cadaburriccu, da ritenersi adeguato, in funzione di qualità dell’ambientazione, servizio e soddisfazione alimentare prodotta.

 
Organizzato con un’ambientazione accattivante e alla moda, “Corso Dodici” deve certo risolvere alcuni piccoli problemi legati alla propria fase di avviamento, con severo riferimento ad episodiche défaillance della cucina. Detto questo, è buona l’impostazione generale, mentre la mano dello chef è in grado di certo di regalare più d’una soddisfazione. Se amate i locali di tendenza, e non avete preclusioni razziali nei confronti delle scarpe Hogan, Corso Dodici è il posto che fa per voi. Tre burricchi con qualche meno.

 

VALUTAZIONE “Corso Dodici”: Tre Burricchi.
Ristorante Corso Dodici Indirizzo: Corso V.Emanuele II 12, Cagliari
Telefono: 0700991988 [mostra in google maps]

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apr 13 2013

Kuvee wine grill – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Kuvee - Interno

Kuvee – Interno

 

Siamo giunti fin qui dalla radura. Abbiamo sconfitto i patrigni elementi del Creato, attraversato foreste incantate, guadato fiumi color del sangue, superato i più alti e ingenerosi dirupi, ma adesso insormontabile ci appare questo colle; perigliosa diviene questa strada che, tracciata dal ferro e dal fuoco di mille battaglie, si innalza fin dove l’occhio non riesce a scorgere, dove una mente ebbra e timorosa, figura meravigliosi tesori e terribili prove da superare.
Si narra che per queste vie, il Lanciallotto possente e valoroso, ogni luna nuova impavidamente si inerpichi col suo fedele Cuaddu verso il Castello, per concedersi in gran segreto alla sua Ginevra, donna amorevole e passionale. Basterà seguire le sue orme, celati dal buio della notte e dal placido passo del burriccu, per raggiungere quei tesori che da sempre noi, instancabili donkeys, andiamo cercando.
 

Kuvee - Cestinetti alici peperoni rucola

Kuvee – Cestinetti alici peperoni rucola

 

Cagliari, Venerdì sera. Sotto un filo di luna nuova, è lunga e onerosa la salita che conduce i burricchi dall’oblio di una grigia settimana di lavoro, verso la brillante luce dell’opulenza. Via San Giovanni si mostra inaccessibile e lontana e l’Ing.Marrocu, reduce da una non breve periodo di febbri e deliri – questa volta giustificati -, avverte tutta la fatica del dislivello. Al suo fianco un impeccabile Raschione, e un Jesus in armatura da pusher, congiuntamente incutono non pochi timori ai pochi viandanti che percorrono la Via.
Poche ore prima, lo stesso Jesus aveva manifestato profondi dubbi sulla destinazione della serata, apparentemente di basso profilo; raggiunto l’uscio del “Kuvee wine grill”, anche l’esigente Marrocu manifestava una qualche contenuta perplessità:
«Ma che avete scelto, un ca. di bisteccheria?!?». Vedremo a breve, come ogni pregiudiziale scetticismo verrà subitamente spazzato via.
 

Kuvee - Antipasti

Kuvee – Antipasti

 

Il “Kuvee” è l’espressione gastronomica tangibile dell’enoteca “Lancillotto”, noto ed eccellente punto di riferimento enologico nell’ambito della ristorazione cagliaritana. Il locale appare come un ben curato ed accogliente buggigattolo rettangolare, con una decina di tavoli, stracolmo di bottiglie e suppellettili, utilizzati come ornamento a contorno di mura color paglierino, strutture in legno ed elementi rustici di varia natura. Le prestigiose etichette, compaiono organizzate in scaffali e mensole, appese alle pareti in pietra o disposte trasversalmente su supporti non lineari. La parete di nord-est, si raccorda cromaticamente alla contro-soffittatura per mezzo di suggestivi pannelli lignei, ricavati probabilmente da confezioni rigide di vini pregiati. Pregevole e ben dosata è la proposta musicale diffusa in etere, mentre ci appaiono fuori luogo il pur discreto (spento) televisore LCD e un grosso frigorifero centrale, il cui impatto scenico suggeriamo di alleggerire, per lo meno con un rivestimento in stile rustico.
 

Kuvee - Lardo di pata negra

Kuvee – Lardo di pata negra

 

Il servizio in sala, impeccabile e risoluto, è garantito da un giovane maître, che gentilmente ci fa accomodare e ci indirizza verso l’excursus culinario della serata. La cucina del “Kuvee” è quasi esclusivamente basata su piatti di terra, per cui l’autorevole e magistralmente strutturata carta dei vini, non poteva che suggerire un vino rosso come accompagnamento della cena. L’ingegner Marrocu, sulla cernita dell’etichetta si impunta di principio («sennò la finiamo anche stavolta a “Costamolino”!»), e  pretende che si attinga dalla produzione vinicola extra-territoriale, pur non avendone chiaramente coscienza e conoscenza alcuna, tanto da dover fare appello all’esperto cameriere. Dopo qualche ragionamento, si sceglie una etichetta australiana («Ingegnere, lei guarda troppo “Airport Security”!») che si rivelerà invero, di aroma, fragranza, e gusto notevoli:  “Norwood” Shiraz cabernet merlot del 2008, delle tenute “Salomon” nel sud dell’Australia. «Questa bottiglia ha aspettato cinque anni prima di trovare chi l’avrebbe apprezzata!»
 

Kuvee - Tagliatelle, tortelli

Kuvee – Tagliatelle, tortelli

 

Prima di questo, avevamo già avuto modo di gustare un buon prosecco di Valdobbiadene, offerto e accompagnato con un originale e appetitoso stuzzichino di benvenuto, composto da pomodoro pachino, sposato a semi di sesamo e amalgama di miele.
Riguardo gli antipasti, li abbiamo trovati semplici nella loro composizione, ma con qualità, equilibrio di sapori e presentazione di indubbio livello: cestinetti di alici con peperoni rucola e riduzione di vino rosso; flan di pecorino, con crema di basilico e accenno di peperoncino in polvere; mozzarelline di bufala, con pomodorini confit e decoro di basilico fresco; polpette di manzo alla crema di zafferano; tortelloni di bresaola, con ripieno di melanzana su letto di rucola; tagliere con leggerissimo lardo di “Patanegra” su letto di carasau e decoro di rosmarino.
 

Kuvee - Bistecca

Kuvee – T-Bone di scottona

 

La filosofia di condurre la cena con equilibrio di sapori e senza pietanze eccessivamente costipanti, prosegue con l’assaggio dei due primi di giornata: fettuccine ai funghi porcini; tortelli di patate e carciofi, serviti con condimento di burro e salvia.
Le due paste, che sopra potete apprezzare combinate nell’impiattamento prodotto da Jesus, risultavano delicatissime e gustose. In particolar modo i funghi porcini – per i quali non è certamente stagione, come il maître ci ha doverosamente fatto notare – avevano paradossalmente guadagnato in termini di delicatezza dal necessario e inevitabile percorso lungo la catena del freddo, che li aveva fatti arrivare fino alla nostra tavola.
 

Kuvee - Meringa

Kuvee – Meringa

 

Con ancora qualche spazio a disposizione, i burricchi decidevano quindi il taglio di carne da richiedere, come inevitabile e doveroso secondo piatto. Dopo qualche tentennamento, la scelta ricadeva su una “T-Bone” di scottona argentina (o almeno così mi pare di ricordare) che ponderatamente  e compostamente sceglievamo di condividere, salvo poi pentircene un minuto dopo, dato che ne avremmo volentieri divorato ben altre quantità. Impagabile la scelta di fornirci di ceramiche pre-riscaldate (buddiasa) al fine di esaltare il gusto della carne sul piatto. Onore al merito all’Ing.Marrocu che si è prodotto in un minuzioso disossamento, senza per questo lasciarsi andare a poco eleganti fagocitazioni. Da segnalare inoltre, che avendo Jesus dichiarato di non voler terminare il poco vino rimasto nel proprio calice, i due asinini commensali si sono precipitati a spartirsi il prezioso nettare: «non vorrai mica sprecare il sangue di Cristo?!?».
 

Kuvee - Tiramisù

Kuvee – Tiramisù

 

Strepitosa, seppur limitata, la proposta dei dessert. L’Ing.Marrocu ha avuto modo di impegnarsi con una deliziosa meringa con sciroppo ai frutti di bosco e gelato al pistacchio, mentre Jesus e il Raschione hanno optato per un tiramisù su letto di tortilla e spolverata di cacao. Entrambi i dolci erano decorati con una sorta di composizione artistica cubista, realizzata con caramello rigido, e giustamente accompagnati da un richiesto passito di Pantelleria, volutamente escludente, da parte dell’Ing.Marrocu, possibili alternative autoctone.
Il pasto si concludeva quindi con due caffé e tre buoni rum “Ron Zacapa”, invecchiati 23 anni. Costo finale della cena, 40€ cadauno, da valutarsi un 10% inferiore al giusto dovuto, in funzione di una cucina di ottimo livello, e di una cantina e un servizio eccezionali.

La denominazione del ristorante, deriva probabilmente dal termine francese Cuvée e sta ad indicare la miscela di uve che cerca di raggiungere l’alchemica perfezione nell’arte dell’enologia. Il “Kuvee wine grill” è di per sé una ben riuscita miscela di accoglienza, professionalità ed equilibrio, articolata con una proposta gastronomica di primo livello e sostenuta da una eccezionale carta dei vini. Quattro burricchi con menzione speciale per la cantina e il servizio.

 


VALUTAZIONE “Kuvee wine grill”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kuvee wine grill Indirizzo: Via San Giovanni 224, Cagliari
Telefono: 0706670046    [mostra in google maps]
 

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dic 22 2012

The Show Kitchen – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Show Kitchen - Interno

Show Kitchen – Interno

 

Venerdi, 21 dicembre 2012. Profezie legate a maldestre interpretazioni new age del calendario di talune civiltà precolombiane vorrebbero un nuovo capitolo dell’umanità, secondo scenari di radicali trasformazioni, sia spirituali, tramite rivelazione divina a mezzo del profeta Jesus, sia strutturali, a causa di combinazioni eventi più roboanti della prosa del Triumvirato più famoso del Cagliaritano, più catastrofici di una recensione da un burriccu senza orecchio, più imprevedibili delle cugurre di certi ipertrcotici somari. Il problema della conservazione della specie imponeva un’accurata scelta di quadrupedi campione da proteggere e far salire nell’Arca di Noè che, in quella serata, li avrebbbe salvati. Il destino volle che il traghettatore della situazione, da buon democristiano, chiedesse una quota per il viaggio, richiesta non accordata per una parsimoniosa parte della carovana iniziale che preferì soccombere piuttosto che fuggire al proprio inesorabile destino. Ma the show must go on e il viaggio prosegue. A bordo i tre somari titolari e due graditissime ospiti, entrambi concorrenti del concorso Vinci una giornata da burriccu, Marianna e Melissa.

Show Kitchen - Ajoshi

Show Kitchen – Ajoshi

 

In questa ambientazione da Armageddon cagliaritano, manca poco alle 21:00 quando i due burricchi titolari Jesus ed Ettore convergono, secondo una inedita variazione al protocollo logistico che vede l’utilizzo di due vettori distinti, al fine di tutelare la sicurezza di parte delle nostre ospiti dalla maldestra guida di condottieri poco pratici, oltre che l’equilibrio globale della serata da fastidiose pressioni (ahiò movidindi!.. tengu pressi ca…!!), a pochi metri dalla destinazione designata per il consueto show alimentare del fine settimana: The Show Kitchen appunto, nella centralissima via Roma. Ineccepibile la puntualità dell’ottanta percento dei partecipanti, con un Ettore che inganna i pochi minuti di attesa in versione ombrellina da MotoGP per riparare dalla pioggia una delle preziose ospiti, Marianna che cerca di evitare interazioni con un losco individuo dal palese aspetto di pusher navigato che, in realtà, altro non era che Jesus. Il consueto ritardo dell’Ing. Marrocu, a seguito contattato e insultatato per questo a dovere da chi Vi scrive, non ha impedito alla compagnia di entrare e dare inizio alla ciccionata.

Show Kitchen - Tagliere salumi formaggi

Show Kitchen – Tagliere salumi formaggi

 

Straordinario l’impatto ambientale: l’ampia porta a vetri all’ingresso scopre un esclusivo lounge cafè con un lungo bancone nero che percorre in lunghezza l’intera sala, di fronte al quale, lungo la parete, sono alloggiati eleganti tavoli con sgabelli. In fondo alla sala, proprio di fronte all’ingresso delle cucine, una elegante scala conduce alla sala principale del piano superiore, ove veniamo condotti da una gentilissima e sempre sorridente cameriera. Una sensazione di opulenza e cura dei dettagli isinuava subito il dubbio di un consistente impatto economico della serata, con un po’ di rammarico per l’assenza di taluni parsimoniosi e previsti ospiti.

Show Kitchen - Risotto basmati

Risotto basmati

Show Kitchen - Ravioli di cernia

Ravioli di cernia

 

La sala superiore è piuttosto ampia, e qui si concentrano una serie di ampli tavoli di diverse geometrie, elegantemente approntati con tovaglie e sedie color crema, cristalli da vino, ampie lampade sferiformi d’atmosfera. La cornice è si complessivamente raffinata, disegnata con ampie vetrate e pannelli color cremisi ma, secondo il nostro personalissimo gusto, l’accostamento tra il grigio topo e il bianco delle pareti squadrate (senza particolari arricchimenti decorativi di supporto), riconduce l’impressione estetica ad una dimensione non pienamente definita ed espressa, così come, vi anticipiamo, avremo modo di riscontrare nella composizione di talune pietanze che abbiamo assaporato. Degna di nota è la saletta privata, confinata esternamente da un muro di vetro, ed arredata con un sesquipedale televisore al plasma. Lo stesso spazio, è dedicato ad alloggiare il guardaroba del ristorante, particolare che ci pare alquanto curioso e incompatibile con la proposta riservatezza del confino.

Show Kitchen - Salmone in crosta di pistacchi

Show Kitchen – Salmone in crosta di pistacchi

 

Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da una maître/sommelier e da altre due giovani cameriere. Veniamo fatti accomodare in un elegante tavolo rotondo, impreziosito dall’illuminazione soffusa di una candela protetta da apposito globo. Sempre nell’attesa del recidivo ritardatorio Ing. Marrocu, ci viene offerto un calice di ottimo prosecco come aperitivo. Dopo quindici minuti (leggi: diecianni!!), con l’arrivo dell’ipotricotico burriccu, possiamo cominciare. L’offerta della cucina è perfettamente in linea con l’impegnativo nome del locale e propone sia interessanti interpretazioni della cucina etnica in chiave nostrana, sia una rivisitazione dei prodotti tipici isolani secondo inusuali e persino bizzarre ricette. Su consiglio dell’esperta Melissa, decidiamo di accompagnare inizialmente il pasto con uno straordinario DOCG Hysony della cantina Pedra Majore di Calangianus, servito con l’immancabile rito dell’assaggio performato dall’ Ing. Marrocu, sotto lo sguardo divertito della sommelier che ne ammirava le maldestre movenze e le frasi insensate.

Show Kitchen - Filetto di tonno

Show Kitchen – Filetto di tonno

 

La scelta degli antipasti è uno strano accostamento tra un tagliere di salumi nostrani, composto da guanciale (impreziosito da una marmellata di frutti di bosco), prosciutto, salsiccia di cinghiale, pecorino con diversi gradi di stagionatura, servito su un letto di pane carasau, decorato con gocce di aceto balsamico, e una interpretazione cagliaritana del soushi chiamato Ajoshi, composto da cubetti di riso con philadelphia, cernia e semi di sesamo, involtino di alga con riso, tonno e zucchine, filetto di tonno crudo, cubetto di tonno con riso e vinaigrette di peperoni, accompagnato da salsa di soia e wasabi. A parte l’inopportuno accostamento, imputabile al nostro bizzarro ipertricotico burriccu, la resa dei piatti ci è sembrata non esaltante, sebbene l’ajoshi risultasse al sottoscritto più gradevole del classico soushi.

Show Kitchen - Gelato al pistacchio cioccolato amarene

Show Kitchen – Gelato al pistacchio, liquore

 

A seguire arrivano i primi piatti: ottimo riso basmati con calamari e gamberi per Marianna e Jesus, ravioli di cernia alla crema di ricci e verdure per i rimanenti commensali, risultati molto meno gradevoli, soprattutto per un palese difetto di temperatura, difetto che ha costretto lo sfacciato Ing. Marrocu a richiedere un ulteriore riscaldamento del piatto; richiesta accolta con sollecitudine dal personale che, in realtà, ha provveduto a far preparare per il nostro indisciplinato burriccu una nuova porzione, con la soddisfazione di tutti i commensali per l’encomiabile gesto, soddisfazione subito rientrata per il ripresentarsi dello stesso difetto segnalato: e torrada!!..

Show Kitchen - Foresta nera con panna e amarene

Foresta nera

Show Kitchen - Panna cotta

Panna cotta

 

Nel frattempo, all’esaurimento della prima bottiglia, si decide di continuare con un vino della stessa cantina, un ottimo DOCG I Graniti, con opportuno cambio dei calici, previa esplicita richiesta dell’attenta sommelier. Nell’attesa per la preparazione dei secondi piatti, Melissa stupisce i compagni con un graditissimo omaggio di dolci preparati da sè artigianalmente: non ci sono parole per descrivere la gioia di tutti, soprattutto per qulalche susunku che ha pensato di sfruttare l’occasione per evitare di aggiungere un dessert al conto finale.

Show Kitchen - Dolcetti preparati da Melissa

Show Kitchen – Dolci preparati da Melissa

 

In poco tempo giungono al tavolo due porzioni di salmone in crosta di pistacchi, accompagnato da una composta di cipolle di Tropea e da melanzane arrosto con aceto balsamico, e tonno al lime e cocco, accompagnato da una insalata di finocchi e arance. In linea con il resto dei piatti, i secondi non soddisfano pienamente le aspettative richiamate dai bizzarri accostamenti. In particolare sembra mancare la giusta continuità tra i diversi sapori, probabilmente ottenibile con trattamenti più elaborati degli ingredienti di base prima della cottura. Non completamente gratificati dal percorso culinario, i commensali provano comunque a scommettere sui dessert. Interessante, come del resto lo è stata per gli altri piatti, la proposta: gelato al pistacchio, cioccolato, amarena per Jesus e Marrocu, selva nera con biscotto, cioccolato, panna, amarene e sciroppo di amarene pe Ettore e Melissa, mentre Marianna, affidandosi a San beta galattosidasi decide per la panna cotta al cioccolato e sciroppo di frutti di bosco. Hanno accompagnato il momento uno straordinario Tokaterra di Cherchi per Ing. Marrocu e Melissa, un ottimo Muscadeddu delle cantine Dettori per chi Vi scrive. La cena si è conclusa con caffè per Jesus, Melissa, Marrocu, un Montenegro per Marianna e un liquore di liquirizia Myrsine per Ettore.
Costo della esperienza: 49,50€ cad. burriccu, da ritenersi complessivamente adeguato alla qualità del servizio offerto, soprattutto per quanto riguarda i vini e i liquori con cui è stata accompagnata la serata.

Una eccellente ambientazione, l’attenzione a molti dettagli come la sala privata insonorizzata, l’eleganza dei servizi igienici (veramente encomiabile in questo caso), arredati, tra l’altro, in sintonia cromatica col maglione del sottoscritto, unite ad un servizio, professionale e puntuale, sebbene ci saremmo aspettati maggiore attenzione nella comunicazione su piatti che avrebbero potuto provocare problemi per particolare intolleranze di qualcuno dei nostri commensali, rappresentano il punto di forza di un locale il cui nome propone di sorprendere, soprattutto con la cucina. Ma è proprio la cucina il punto dolente riscontarto in questa esperienza: ricette bizzarre e interessanti, interpretate però in modo non pienamente soddisfacente. Ciascun piatto è risultato sempre a metà per sapore. Molto Show e poca umiltà: ci chiediamo se la eventuale proposta di ricette più semplici abbia lo stesso impatto. In ogni caso, in virtù delle enormi potenzialità dimostrate, dalla attenzione per i dettagli e la presumibile volontà di correzione dei difetti, mi sento comunque di proferire un giudizio più che sufficiente: tre burricchi – – – (2,60).

VALUTAZIONE “The show kitchen”: Tre Burricchi.
Ristorante The show kitchen Indirizzo: Via Roma 68/D, Cagliari
Telefono: 0706848567 [mostra in google maps]
 

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