☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
apr 6 2014

Ristorante Villa di Chiesa – Iglesias

 Scritto da Jesus | | Commenta

Villa di Chiesa - Ingresso

Villa di Chiesa – Ingresso

 

Se dresse l’église, de la terre pour regarder le ciel, et son clocher est le bras de celui qui cherche de sortir de l’eau pour respirer.
Si innalza la chiesa dal terreno a cercare il cielo, e il suo campanile è la mano di colui che cerca di uscire dall’acqua per ritrovare il respiro.
Servono un campanile,  una locanda e un municipio per far nascere una città; bastano una preghiera, un bicchiere di vino e una bugia per creare una comunità.
E tutto questo qualunque sia il cielo sotto le stelle o il terreno sotto i propri piedi.
Ora narreremo a voi di una città e di mille chiese, di una piazza e un ristorante, di una cucina e di tre burricchi, che il loro vagare ha portato proprio qui: a Villa di Chiesa.
Tra le viuzze del centro storico, tra gli sguardi sbigottiti e sospetti dei passanti («ma chinic. funti custus»)  gli asinini viandanti recuperano le loro idee, si confondono con l’architettura locale, ammirano i colori dell’arredo urbano, fino a convergere, infine, alla piazza del Municipio e lì prendere confidenza con questa nuova avventura…
 

Villa di Chiesa - Interno

Villa di Chiesa – Interno

 

E’ inaspettatamente piacente il centro storico di Iglesias, a dispetto della discutibile architettura che lo circonda. Stradine e edifici di origine medievale che si sposano con costruzioni di inizio ‘900, nella sintesi armoniosa di colore ed eleganza tipiche di più blasonate città europee, dimostrandosi ricca di fascino e di storia antica. Marrocu: «da questo scorcio sembra di essere a Parigi». Raschione: «Come a Quartucciu…».
L’intermezzo turistico si è reso necessario per un eccesso di prudenza logistica, da parte del Raschione, che ha organizzato la partenza da Cagliari un’ora e mezzo prima del prenzo. Tempo impiegato per raggiungere l’antica città delle chiese: 25 minuti, con la teutonica vettura dell’Ing.Marrocu.
 

Villa di Chiesa - Carosello di mare I

Villa di Chiesa – Carosello di mare I

 

Dopo il ludico urbano vagabondaggio, appena i morsi della fame davano le prime avvisaglie, i burricchi varcavano la soglia del ristorante “Villa di Chiesa”, subito confrontandosi, al suo interno, con quello che, in tutta evidenza, appariva un conviviale quanto chiassoso bagordo celebrativo, tanto che venivano ratto scortati oltre la prima luminosa sala e condotti, superato un breve dislivello, in un secondo ambiente sul fondo, privo di illuminazione naturale e improntato su linee d’arredamento sussumibili allo stile degli anni ’80. Pareti color crema, interrotte nella loro continuità da piccole arcate ribassate, circoscrivono mobilia e suppellettili dalle ricorrenti tonalità verdi e nere. Una timida fontana senz’acqua non riesce a conquistare appieno lo spazio, mentre dobbiamo denunciare un certo grado di trascuratezza nei dettagli, quali un fastidioso eccesso di antiestetiche prese e scatole elettriche alle pareti, alcune delle quali dozzinalmente scoperte, con tanto di cavi “a vista”. Appena di pochi euro sarebbe il costo per accomodare il tutto: perché non farlo?
 

Villa di Chiesa - Carosello di mare II

Villa di Chiesa – Carosello di mare II

 

Veniamo accolti e assistiti da un distinto ma informale maître, dalle fattezze molto simili al cantante Gatto Panceri, che si scontrerà con l’irrequietezza e la poca propensione di Jesus nell’accogliere i suggerimenti altrui: «vedo che lei non segue i miei suggerimenti!»
Difficile l’accoglimento totale delle nostre richieste, per effetto di alcune pietanze del menù non disponibili, e in particolar modo è stato difficile per il maître esaudire richieste dell’Ing. Marrocu, che si concedeva minuti aggiuntivi per scegliere, come sua abitudine, bottiglie di vino poi rivelatesi non presenti in cantina. Alla fine, ripiegherà su un pur ottimo DOC “Parallelo 41″, torbato/sauvignon del 2012, cantine Sella&Mosca di Alghero.
Il pranzo si è sviluppato piuttosto lentamente, forse per effetto della libagione nella sala principale, mentre dobbiamo dire che il servizio (tenuto da altri due camerieri), seppur complessivamente sufficiente, ha avuto isolati momenti di smarrimento, come ad esempio nello spiacevole oblio dei nostri moscati, ordinati per accompagnare i dolci e mai arrivati.
 

Villa di Chiesa - Raviolini di cernia scampi

Villa di Chiesa – Raviolini di cernia scampi

 

Tutto il processo di selezione e di attesa degli antipasti è stato condito dal frenetico tentativo del Raschione di inserire la lunghissima quanto improponibile chiave wifi del locale (poi rivelatasi inefficace, in virtù di un verosimile blocco MAC), fornita dal cameriere, tra i continui e molesti solleciti dei suoi commensali, che l’hanno tediato fino a farlo sbottare con giustificati insulti e con un autolesionistico moto di astensione dal vino (non rimasto imbevuto)!
L’attesa degli antipasti è stata comunque ripagata in virtù della qualità dei piatti a noi presentati. Non scontati, mediamente abbastanza curati nella presentazione ma, soprattutto, ricercati dal punto di vista dell’equilibrio dei sapori: un continuo gioco tra note dolciastre e componenti amare che in certi frangenti ci ha conquistato.
 

Villa di Chiesa - Tagliatelle nero di seppia

Tagliatelle nero di seppia

Villa di Chiesa - Spaghetti di paranza

Spaghetti di paranza

 

Il “carosello di mare”, ordinato in termini di due porzioni, era composto da otto differenti portate: vaschetta con gambero scottato (sarebbe stato meglio servirla un po’ più calda) su crema di ceci, impreziosita da rami di finocchio; salmone marinato all’arancia e verdure; insalata di tonno (questo dall’aspetto discutibile, da tonno in scatola!), rucola, cipolle pomodorino e scorza di limone; bocconcini di muggine con cipolla fritti su letto di verdure; cozze con purea di arancia e verdure; quadrati di polenta al nero di seppia con muggine scottato e carpaccio di zucchine e pomodori; seppie in umido con piselli, accompagnate da crostini di pane fritti; insalata di polpo con radicchio e aceto balsamico.
 

Villa di Chiesa - Calamari arrosto

Villa di Chiesa – Calamari arrosto

 

Anche i primi piatti si riveleranno piuttosto goderecci; seguivano la linea del gioco di sapori individuata negli antipasti: accattivanti raviolini di cernia con scampi, pomodorini e cipollotto fresco per l’Ingegner Marrocu; tagliatelle al nero di seppia in crema di patate, cappone e bottarga, impreziosita da scorze di limone per il Raschione Ettore; spaghetti di paranza con calamaretto fresco e panure al limone, con spolverata di bottarga (forse sarebbe stato meglio spolverarla meno, anche se il gusto non appariva comunque eccessivamente invasivo) per Jesus.
Il secondo era anch’esso inevitabile, porzionato per due: ottimi calamari arrosto (cottura perfetta) con pomodorini e decoro di mirto e finocchietto.
 

Villa di Chiesa - Bis di fritti

Villa di Chiesa – Bis di fritti

 

Notevole il dessert del Raschione e dell’Ing.Marrocu che, a differenza di un dismesso Jesus, che si accontentava di un semplice sorbetto al limone, sceglievano di concludere il pranzo con un sontuoso “bis di fritti”: raviolini alla crema, seadas al miele di acacia, salame di cioccolato e nocciole, fragole e vaschetta di crema pasticcera con pezzi di cioccolato. Superbe!
L’esperienza terminava con tre caffè, un rum “Ron Zacapa XO” per Marrocu, e un Mathusalem per il Raschione; accattivante il bicchiere con cui è stato servito, difettante invero di opportuno riscaldamento e accompagnamento ghiacciato. Costo complessivo, 51 euro cadauno, da ritenersi in eccesso di un 15-20% rispetto al giusto dovuto.

 
Con qualche difetto di ambientazione e di servizio, il “Villa di Chiesa” si distingue comunque per una cucina ricercata e apprezzabile, dal punto di vista dell’equilibrio dei sapori e della ricerca del gusto.
Vale inoltre la pena pensare di andarci per visitare il centro storico della bella Iglesias, la città del Màestro Jack! Tre burricchi pieni.

 

VALUTAZIONE “Villa di Chiesa”: Tre Burricchi.
Ristorante Villa di Chiesa Indirizzo: Piazza Municipio 9, Iglesias
Telefono: 078131641 [mostra in google maps]

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mar 14 2014

Ristorante Peccato di gola in mare – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Peccato di gola - Molo

Peccato di gola – Molo S.Elmo

 


Onda su onda il mare ci porterà alla deriva, in balia di un’orziadas barrosa e aggressiva. Voi tutti non sapete come può essere stimolante cenare vis a vis con un Ingegnere di lungo corso, e apprezzare dietro di lui il mutare periodico dello sfondo, cullati da un insolito ed assuefante dondolare del pavimento ai vostri piedi. Osservando a babordo il profilo di Cagliari ridipingersi ogni istante, secondo l’ipnotico salmodiare delle onde alle gelide carezze della bonaccia invernale, un lontano pensiero ci sovviene, sviluppando una molesta e razionale antinomia tra le nostre confuse idee ma… per vostra fortuna, me lo sono dimenticato…!
 

Peccato di gola - Interno

Peccato di gola – Interno

 

Dunque orbene, col senno di poi Jesus ha ben intuito la ragione per la quale il maitre tuttofare del “Peccato di gola”, abbia invitato gli asinini avventori ad accomodarsi su un tavolo lungo la fila centrale, in luogo di una più panoramica collocazione a ridosso delle vetrate laterali; invito, ovviamente disatteso. In effetti la non fastidiosissima inclinazione del nostro tavolo rendeva bene l’idea di come il ristorante non sia la ricostruzione estetica del sottocoperta di una imbarcazione qualunque, ma un reale vissuto bastimento che, ci verrà poi comunicato, ha in passato servito l’Istituto delle patrie galere, per la conduzione dei detenuti lungo i tragitti in mare, fino alla sua fonda definitiva.
 

Peccato di gola - Antipasti

Peccato di gola – Antipasti

 

E’ quasi piacevole attendere l’Ing.Marrocu al freddo del molo di Sant’Elmo, quando si può godere del dimenarsi del Raschione Ettore che, con ampio gesticolare e movimenti ritmici al telefono, cerca di fornire al burriccu ritardatario, le giuste indicazioni per giungere a destinazione. Una volta questi arrivato, con una autovettura non sua (ma per certe zone del cagliaritano la cosa risulta piuttosto normale, per cui non si fanno troppe domande) i tre burricchi possono quindi congiuntamente imbarcarsi. La sala del ristorante è il ponte di coperta del battello, chiuso e piacevolmente ristrutturato; gli elementi lignei e d’arredo marinareschi, non riescono comunque ad elevare il grado di eleganza oltre una certa misura, contenendo l’ambientazione entro una dimensione accessibile e pittoresca. Meno accattivante la TV satellitare, non efficientissima in merito alla ricezione del segnale, nonostante il parabolone collocato a terra, sulla banchina.
 

Peccato di gola - Zuppa cozze arselle

Peccato di gola – Zuppa cozze arselle

 

E’ empatico, gentile e parecchio indaffarato l’unico cameriere di sala, numericamente più che adeguato per gestire i pochi tavoli occupati, due terzi dei quali impegnati per intercessione di celebri iniziative promozionali online. Non pochi problemi ha dovuto gestire il maitre durante la serata, come il farsi carico del trasbordo di un grosso bombolone del gas, per le anguste scale diretta al ponte superiore, con l’aiuto della cuoca (e titolare?). Subito esclusa la possibilità di usufruire di menù fissi, ci facciamo indirizzare verso i classici antipasti di mare e ci informiamo sui primi di giornata. Curiosamente, il non più imberbe cameriere, resterà stupito dal nostro conoscere il significato del termine “tempura”: «io l’ho appreso la prima volta venendo a lavorare qui!». Poco fornita la cantina, dalla quale l’Ing.Marrocu attingerà un bianco DOC (Vermentino più Sauvignon) “Le Sabbie” delle cantine Meloni, uvaggi provenienti dalle campagne di Senorbì; vino, dobbiamo dire, comunque mesciuto con sufficiente esperienza ed eleganza.
 

Peccato di gola - Risotto alla pescatora

Risotto alla pescatora

Peccato di gola - Spaghetti ai ricci

Spaghetti ai ricci

 

Nonostante qualche piccolo scetticismo, determinato da quelle che ci sono apparse problematiche organizzative dello staff, dobbiamo ammettere che gli antipasti, seppure nella loro semplicità, ci sono apparsi preparati da un polso sicuro e “navigato”.
Trattavasi di una serie di cinque pietanze: frittura di bianchetti, insalata di polpo, buonissime cozze fritte, tempura di verdure, per terminare con una deliziosa zuppa di cozze e arselle in rosso.
 

Peccato di gola - Pesce spada

Peccato di gola – Pesce spada in guazzetto rosso

 

Medesima qualità dobbiamo registrare per i primi. L’Ingegner Marrocu, si rendeva protagonista, in ordine alla scelta del suo piatto, del ben codificato principio del gregge e del pastore, dapprima richiedendo degli accattivanti spaghetti agli scampi per poi, qualche minuto più tardi, modificare la sua ordinazione, avendo udito che al tavolo vicino era stato scelto un risotto alla pescatora: «ma scusi Ingegnere, gliel’ha proposto cinque minuti fa!». Ad ogni modo, ingegneristicamente parlando, la scelta risulterà produttiva, avendo ritrovato nel suo piatto, oltre che gli scampi, un sempre gradito assortimento di cozze e arselle. L’abbondanza del risotto del Marrocu era comparabile con quella degli spaghetti ai ricci di mare, condivisi tra Jesus e il Raschione Ettore. Per nostra fortuna Jesus, reduce dagli strascichi dell’ultimo monumentale puntore, ma soprattutto di un’altra ciccionata pomeridiana, non aveva troppa fame.
 

Peccato di gola - Tiramisù

Peccato di gola – Tiramisù

 


Lo stesso istinto all’inedia conduce i burricchi a richiedere solo un piccolo assaggio di secondo – ottimo pesce spada in guazzetto rosso – e, successivamente, un unico dolce – Tiramisù fatto in casa – per il Raschione Ettore: «Ci porti anche tre cucchiaini, così magari lo assaggiamo pure noi (susunki!)».
La cena terminava quindi con due caffè e, non essendo contemplata (e forse neanche mai teorizzata) in cantina la presenza di qualche “rum agricolo”, con le ultime gocce di Cynar per Jesus e con una grappa di discutibile qualità per il Marroccu. Costo finale 45€ cadauno, un 25% superiore al giusto dovuto.

 

Accattivante l’ambientazione, abbastanza spartano il servizio e l’organizzazione della cantina, il ristorante “Peccato di gola in mare” è comunque un locale rilassante e piacevole per assaporare una buona cucina veracemente cagliaritana cullati dalle onde del mare. Consigliatissimo d’Estate. Tre burricchi meno meno.

 
 

VALUTAZIONE “Peccato di gola in mare”: Tre Burricchi.
Ristorante Peccato di gola in mare Indirizzo: Molo Sant’Elmo, Cagliari
Telefono: 3405656797    [mostra in google maps]

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dic 29 2013

Ristorante Mondo e Luca – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Mondo e Luca - Interno

Mondo e Luca – Interno

 

Giusto un po’ di freddo non basta a trattenerci l’appetito. Giusto qualche difficoltà a trovar parcheggio, nel primo giorno dei saldi invernali, non ci scoraggia dall’affrontar la strada. Giusto qualche piccolo disequilibrio in seno al Donkey Challenge non ci impedisce di programmare, come ogni settimana, la predestinata e indiscussa incursione a sorpresa in qualchedun ristorante della Sardegna, per regalare a voi e noi il godimento o il fastidio di una inderogabile critique de le restaurant.
Se questo appuntamento ha per voi stessi qualche valore, più che gli elementi della natura e gli eventi del post-creato, abbiate timore della involontà, de sa pagu gana, della monotonia, della noia, in poche parole… di noi stessi. Con questa simpatica prolusione, parte la recensione di quest’oggi.
 

Mondo e Luca - Tris di mare

Mondo e Luca – Polpo, tonno, burrida

 

Venerdì sera. Gelida serata di fine anno, parcheggio “a casino”. Non sono gli zoccoli di qualche tradizionale bipede amico del Triumvirato, ma il rumore dei tacchi della Donna del Presidente (DDP) – e della Cognata del Presidente (CDP) -, a confondere il consueto e banale tramestio della Cagliari by Night. Su verso il colle di Stampace il fiato si fa corto, la fame diviene pungente, il desiderio di conquistare il sonno del giusto, dopo una giornata di assoluto non nulla, inizia a far capolino. Ma chi ha inventato le vacanze?
Alle 21.05, speditamente arrivando in fronte al “Mondo e Luca”, Jesus e il Raschione Ettore, come galateo impone, precedono le due donzelle nel sbirciar oltre la soglia del ristorante.
 

Mondo e Luca - Sedano e bottarga

Sedano e bottarga

Mondo e Luca - Carciofi e bottarga

Carciofi e bottarga

 

Esteticamente, il locale ci stupisce sin dall’entrata. La porta di ingresso, e tutto quello che vi sta attorno, non sono molto dissimili da ciò che si può osservare di fronte ad un comune ufficio postale o una stazione dei vigili urbani, se non fosse per una scostumata escrescenza superiore: una petulante luce stroboscopica che irrompe con psichedelica coercizione sull’avventore in arrivo, importunandolo fin dal marciapiede. Superato un disimpegno ascendente ci si immette in una prima sala (una seconda laterale non l’abbiamo visitata) caratterizzata da sedie di colore verde, mobilia povera e dai tratti tipici di una trattoria, eccezion fatta per una bella successione di tele artistiche sulla parete Nord-Est. Note di demerito da assegnare per lo specchio a forma di cuore nella toilette, e per un disarmonico proteggi muro in vetro/plexiglass, che corre lungo tutto il perimetro della sala. Sostituito da una striscia di tonalità verde acido, o da pietre decorative, darebbe un’impronta totalmente differente all’ambiente.
 

Mondo e Luca - Antipasti

Mondo e Luca – Antipasti

 

Il servizio in sala è verosimilmente tenuto dal titolare (Mondo?) e, a latere, da un secondo ragazzo (Gianluca???), con modalità informali ma piuttosto precise e attente. I quattro asinini commensali vengono assistiti dal più anziano dei due, che si dimostrerà affabile e disponibile. Il menù viene presentato “a la carte”, ma può essere considerato un canovaccio di prima misura, poiché parecchie risulteranno essere le pietanze extra, accessibili visivamente dal bancone in sala o dall’itinerante cesto del pescato del giorno. Dopo qualche minuto di esitazione e un giro turistico al succitato bancone, concordiamo una serie di otto antipasti (sette di mare, uno di terra) che, vedremo, diventeranno nove per un improvviso e insalubre sfizio di Jesus.
 

Mondo e Luca - Spaghetti alle orziadas

Mondo e Luca – Spaghetti alle orziadas

 

Inaspettatamente ben fornita la cantina del ristorante, dal quale il Raschione, per prolungamento ideale rispetto alla settimana precedente, attingeva un Vermentino di Gallura DOCG “Karagnanj” della cantina Tondini, poi seguito da un più classico (sempre Vermentino) “I Graniti” di Pedra Majore.
Gli antipasti erano quindi così organizzati e composti: buone insalata di polpo e buona burrida, anonimo tonno con pomodoro secc0 (che stranamente aveva sapore di sedano!) apprezzabili insalate di sedano e bottarga a scaglie e carciofi con spolverata di bottarga, favette verdi saltate, deliziose maruzzelle (lumachine) di mare piccanti mangiate interamente da Jesus, per finire con una buon guazzetto di cozze in rosso, al peperoncino.
 

Mondo e Luca - Spaghetti ai ricci

Spaghetti ai ricci

Mondo e Luca - Fregola

Fregola con arselle

 

Terminati gli antipasti, arrivava al nostro tavolo il titolare, brandendo il cesto del pescato, e proponendoci un sesquipedale pesce San Pietro da cuocere al forno. Desiderosi di provare i primi piatti i burricchi declinavano la proposta e rilanciavano con la loro comanda. Stimabile l’iniziativa di Jesus che, avendo intravisto nella vetrina degli antipasti la presenza di arengu (aringhe) affumicate, le domandava come intrattenimento in attesa dei primi e, per la gioia delle sue transaminasi GTP, le ingurgitava per i tre quarti del totale!
I primi piatti risulteranno poi davvero ottimi: inusuali e apprezzati spaghetti alle orziadas (anemoni di mare) per il Raschione, spaghetti con “colata” di ricci di mare per Jesus e CDP,  fregola con arselle per la DDP la quale, con sacrilego sortilegio e come sua abitudine, ha eliminato i molluschi di condimento. Non chiedeteci il perché!
 

Mondo e Luca - Parago carciofi patate

Mondo e Luca – Parago carciofi patate

 


Conclusa quest’ultima sessione di lavoro, ecco ripresentarci il cesto dei pesci entro il quale, in luogo dell’esagerato San Pietro, individuiamo un più contenuto Parago, da cucinare con patate e carciofi (al forno). In realtà Jesus avrebbe preferito una meno originale spigola di media pezzatura, e in effetti qui esiste una certa distanza tra il giudizio dei vari commensali, sul risultato finale del piatto. D’ogni buon conto, dobbiamo comunque segnalare che l’attesa del pesce è stata intrattenuta da graditissimo pinzimonio con verdure di stagione: sedano, radicchio, pomidoro e arravonella rossa.
 

Mondo e Luca - Crema catalana

Crema catalana

Mondo e Luca - Sebada

Sebada al miele

 

La cena – costantemente accompagnata da pane abbrustolito e bruschette di pane carasau all’olio d’oliva- si concludeva con i dessert: sorbetto al limone analcolico per Jesus e DDP, sebada artigianale con dozzinale miele millefiori (perché non usarne uno più prestigioso per dare con semplicità un tono superiore al dolce?) per il Raschione, crema catalana alla fiamma (!) per la CDP. Due caffè pessimi (bruciati) e due insperati rum Ron Zacapa 23YO per Raschione e CDP, decretavano quindi la fine delle ostilità. Costo finale 45€ cadauno, da ritenersi un 10% superiori al giusto dovuto.

 

Il Ristorante Mondo e Luca presenta i caratteri di una buona trattoria, dove si possono trovare pesce fresco e taluni piatti (i primi) cucinati con maestria e generosità. Altre pietanze proposte si mantengono invece, come l’ordine estetico generale del locale e il servizio, in quel limbo della cucina, dove si individuano discontinui elementi di lode, senza però particolari originalità o eccellenze. Per noi, due burricchi.

 


VALUTAZIONE “Mondo e Luca”: Due Burricchi.
Ristorante Mondo e Luca Indirizzo: Via Goffredo Mameli 101, Cagliari
Telefono: 070670480    [mostra in google maps]
 

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ott 28 2013

Ristorante Le Mole – Is Molas golf club

 Scritto da Ettore | | Commenta

Le Mole - Buvette golf club

Le Mole – Buvette golf club

 

Unicuique suum, rielaborazione di suum cuique tribuere (a ciascuno il suo), sintetizzava tale Cicerone, formulando una delle locuzioni fondamentali del diritto romano.
Accade così che taluni esponenti della piccola borghesia cagliaritana vengano accostati ad attività sportive economicamente impegnative, quali il golf, piuttosto che ad altre ben più popolari, come l’italianissimo giuoco del “calcio”, indissolubilmente legato allo spirito dell’uomo medio il quale, al più, può pensare ad una Golf unicamente come mezzo di locomozione.
In questa ottica di rigida associazione, quando si asserisce is molentis a is molas (traduzione: Gli asini alla propria mola) può accadere che, per una volta, i diversi scenari si compenetrino armonicamente, in un quadro socio-culturale razionale e perfetto.

Le Mole - Interno

Le Mole – Interno

 

Sotto queste premesse, tre somari della Cagliari qualunque, erravano un giorno, alla ricerca di nuovi territori da esplorare, in fuga da una città che ormai ha ben poco da offrire e che sta diventando asfissiante con la sua inusuale calura di uno strano Autunno; calura che, alle porte di Novembre, non riesce a scacciare gli ultimi colpi di coda dell’Estate. Essi si ritrovavano quindi in viaggio verso Ovest, a bordo della fedele utilitaria nipponica del buon Ettore, unico mezzo disponibile, con la tracotante 150CV furbescamente accomodata nei sotterranei più inarrivabili di via La Playa e la teutonica vettura dell’Ing. Marrocu parcheggiata e smontata nei suoi componenti fondamentali nei sobborghi pirresi, al mero fine di renderla meno appetibile all’avido potenziale ospite usufruttuario. Destinazione: le colline di Pula, che tanto care furono al buon Jesus, ove, a breve, si sarebbe consumato l’ennesimo sacrificio di elementi fondamentali della dieta mediterranea.

Le Mole - Spaghetti

Le Mole – Spaghetti

 

Domenica 27 ottobre, ore 12:45. Dopo un breve – seppur tormentato da inutili commenti sul confort della navigazione e sulla taratura delle sospensioni dell’autovettura di chi Vi scrive – viaggio, i somari si ritrovano alla sbarra d’ingresso del celebre Is Molas resort, nella omonima località. Ivi, dopo aver ignorato con disinvoltura i controlli dell’addetto alla sicurezza, la comitiva si mette alla ricerca dell’oggetto del desiderio: il ristorante Le Mole. Il locale è integrato nella struttura del golf club, emblema di opulenza per la creme cagliaritana, ai bordi dei campi teatro di importanti manifestazioni sportive internazionali. I somari chiedono conferma della prenotazione alla reception, non senza un minimo di apprensione per probabile inadeguatezza nell’abbigliamento di qualche elemento, nonostante l’abbondanza di griffe esibite.
Ettore: Il giorno che ci mandano via a son’è gorru, sarei curioso di vedere cosa twitteresti!
Jesus: Nel caso, onore a loro!

Le Mole - Orecchiette

Le Mole – Orecchiette

 

Il ristorante si trova allo stesso livello dell’ingresso ai campi, adiacente agli spogliatoi femminili, per l’occasione violati da due distratti elementi, e vi si accede applicando il metodo della forza bruta alla porta d’ingresso. Un piccolo disimpegno separa l’accesso ai servizi e alle cucine da un vistoso bancone, che segna il confine della sala, unica, di pianta quadrata; tre lati di questa, godono di ampia visuale sui campi da golf, grazie a delle enormi vetrate riparate dal sole da appositi tendaggi chiari. In legno i pilastri centrali, le decorazioni dei muri e il soffitto, nel quale dominano le travi “a vista” e da cui cadono singolari lampadari a globo. La sala può ospitare circa settanta coperti su tavoli di diversa forma e dimensione, rivestiti da eleganti tovaglie color crema. Meno elegante la scelta della tipologia di sedie, in metallo nero e plastica bianca, tipiche da bar dello sport. Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente professionale, cortese e disponibile, è garantito da un maître di mezza età e da un giovane cameriere, entrambi in tinta abbinata al tovagliame in sala: che classe!!

Le Mole - Salmone in crosta di sesamo

Le Mole – Salmone in crosta di sesamo

 

Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo rotondo, a ridosso di una delle vetrate, quasi proiettati nel verde e nella natura dei green circostanti, natura che faceva sentire la propria presenza in sala tramite ronzanti ambasciatori che si aggiravano a ridosso del vetro, rompendo uno strano silenzio, rilassante per alcuni, inquietante per altri, che ha accompagnato l’intero pranzo: un po’ di musica di sottofondo sarebbe stata più che gradita. Discretamente assortita l’offerta della cantina, interamente di produzione isolana, sebbene poche fossero le etichette di livello superiore registrate, ma comunque in grado di darci il piacere di far designare al sottoscritto (il parsimonioso sommelier usufruiva dei servizi) un ottimo DOC “Tuvaoes” 2012 delle cantine Cherchi di Usini, servito in maniera ineccepibile col rito dell’assaggio, performato per l’occasione dal discernente, nel pieno rispetto del protocollo, mentre in sala altri nobili palati ordinavano “Ichnusa” in bottiglia, servita in inusuale vassoio in argento. L’offerta della cucina non è ecessivamente articolata, prevede comunque percorsi di terra e di mare, con modalità di fruizione tramite menù a prezzo fisso o a la carte.

Le Mole - Spigola di Calasetta

Le Mole – Spigola di Calasetta

 

Singolare l’assenza di antipasti nel menù, nonostante la possibilità di usufruire di piccoli stuzzichini a buffet (king bowl di insalata), decisamente non in linea con il resto dell’offerta e per questo gentilmente scartati. Questa limitazione è stata probabilmente indotta dalle esigenze di tempo della clientela del circolo, stabile e selezionata. Come da tradizione la comitiva si orienta su un menù di mare, che inizia con i primi piatti, nell’attesa dei quali è stato possibile degustare dell’ottimo pane carasau con olio aromatizzato al rosmarino, praticamente una droga che accompagnerà tutto il pasto. Dopo fisiologici tempi di preparazione giungono al tavolo spaghetti con cozze, carciofi e peperoncino per Jesus e Marrocu, presentati come due colline in un elegante piatto allungato e delle sontuose orecchiette con alici, broccoli e parmigiano per Ettore.

Le Mole - Torta di mele

Le Mole – Torta di mele

 

Entrambi i primi piatti si son rivelati ottimi per scelta di ingredienti e preparazione, sebbene si debba registrare una certa abbondanza di olio che ha costretto il buon Jesus a compromettere la propria già discutibile presentabilità con l’impudico utilizzo del bavaglino, tra lo scherno dell’Ing. Marrocu che, dopo appena pochi minuti, l’avrebbe seguito a ruota! A conferma di una ritrovata sintonia tra l’ipotricotico e l’ipertricotico burriccu, l’attesa per i secondi piatti si consuma tra sogni e progetti per una vita migliore, lontano dai limiti della società isolana, ma anche italiana e, guarda caso, proprio per bocca di chi si lamenta di ciccionate al di fuori dei confini dell’hinterland cagliaritano. L’ordine seguente, per i due, si conferma il medesimo: spigola di Calasetta con porri croccanti e salsa al limone, mentre chi Vi scrive sceglieva invece una scaloppa di salmone in crosta di sesamo con zenzero in agro, soia e wasabi. Lo zenzero, erroneamente assaporato senza accompagnamento, ha compromesso il senso del gusto per i prossimi due mesi.
Ettore: «provatelo: è come mangiare un arbre magique!»

Le Mole - Coppa gelato

Le Mole – Coppa gelato

 

Secondi piatti sopra le righe, sebbene l’estetica della presentazione del salmone fosse eccessivamente inficiata dall’abbondanza, nel piatto, di olio aromatizzato e soia. L’offerta di dessert nell’angolo glicemico non brilla per assortimento, ma mantiene comunque il livello di qualità sopra la sufficienza: torta di mele per Ettore e coppa gelato al pistacchio e stracciatella per i restanti somari. A conclusione del pranzo, mentre Ettore e l’Ing. Marrocu contrattavano la giusta etichetta di rum agricolo (alla fine Ron Zacapa 12) – con cui annullare gli effetti di un caffè da dimenticare (Ing. Marrocu: deve essere il primo dell’autunno!) -, Jesus optava per un popolare cynar: sa pagu classi!!
Costo dell’esperienza: 50€ cad. burriccu, forse un 10% al di sopra dell’offerta, ma comunque allineato al blasone della struttura.

 
Il ristorante Le Mole regala parentesi enogastronomiche più che soddisfacenti, in un incantevole scenario naturale dominato dal relax, e garantisce alla esigente clientela del circolo del golf pasti di livello in tempi contenuti; il tutto, condito da un servizio impeccabile. Gli avventori occasionali probabilmente non rimarranno impressionati dalla particolarità dei piatti, ma potranno comunque trovare ampia soddisfazione. In queste condizioni possiamo, senza indugi, attribuire tre somarelli pieni.

 


VALUTAZIONE “Le Mole: Tre Burricchi.
Ristorante Le Mole Indirizzo: Is molas resort – Località Is Molas, Pula
Telefono: 0709241006    [mostra in google maps]
 

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set 9 2013

Ristorante Kontiki – Quartu S.E.

 Scritto da Ettore | 5 commenti | Commenta

Kontiki - Interno

Kontiki – Interno

 

Illumina o dio del Sole questo nostro lungo e tormentato viaggio, attraverso l’oceano dell’ignoranza che ci possiede, tra onde, venti, tempeste, fame, sete, fai in modo che le terre di Tuamotu appaiano all’orizzonte e diano un senso a questo peregrinare… e semmai di un segno di devozione avrai bisogno, il petulante e indolente Ingegnere cuoco noi sacrificheremo alla tua causa!!
Così, affidando il proprio destino nelle mani di chi vede e provvede, la spedizione guidata da Ec-Thor Heyerdahl, affiancato dall’esperto navigatore Jesus Hesselberg, dall’Ingegnere cuoco Alex Danielsson e dall’esperto narratore Frank Watzinger salpava da Porto Ceraxao(Perù) il 28 aprile 1947 alla volta delle isole del Pacifico, carica di aspettative, con l’obbiettivo di dimostrare una teoria storica e, dopo oltre cento giorni in balia delle onde e oltre quattromila miglia marine, la compagnia approdò nell’arcipelago polinesiano.

 

Kontiki - Antipasti freddi

Kontiki – Antipasti freddi

 

Diversa sorte fu riservata, come vedremo, ad un bastimento carico di somari, che oltre sessant’anni dopo, dirigeva le proprie vele proprio in rotta proprio del figlio del dio Sole, ma le aspettative della più breve, seppur non meno tormentata, spedizione, a casusa dei lamenti inutili e continui di certi ipotricotici compagni, naufragò in un oceano di aspettative e la compagnia se la prese… in the sun!
Flumini di Quartu Sant’Elena, venerdi 6 settembre ore 20:57. Dopo un travagliato viaggio dal paese del cappero a bordo della fedele utilitaria di chi Vi scrive, segnato da continui e sterili commenti da parte di un elettrico Ing. Marrocu che, dopo essersi curato di manomettere ogni singolo comando elettrico e meccanico del mezzo, continuamente si lamentava di manovre praticate con gran margine di sicurezza e volte unicamente al rispetto dei tempi di una tabella di marcia, alterata all’ultimo minuto proprio dall’indisciplinato elemento, che non voleva rinunciare per la serata alla possibilità di preservare l’ambiente dai fumi della propria autovettura, il Triumvirato titolare converge presso il parcheggio dell’Hotel Setar; ad attenderli, il quarto burriccu Sollai, con la sua proverbiale puntualità. Espletati le formalità di reciproci insulti e saluti, può avere inizio l’ennesima celebrazione degli eccessi della tavola, presso il ristorante del complesso alberghiero sopra citato, il “Kontiki” (da Kon Tiki, “figlio del sole”, in antica lingua Inca).

 

Kontiki - Antipasti caldi

Kontiki – Antipasti caldi

 

Il locale si configura come ristorante pizzeria ed è ricavato al piano terra della rinomata struttura, sul lato sud, con la quale condivide la piscina all’aperto, attorno a cui è ambientata la terrazza esterna. La zona interna è realizzata in un’unica sala che si sviluppa in lunghezza, interrotta dalla zona bar, di fronte all’ingresso e da una parete paravento, opportunamente attrezzata per contenere stoviglie e suppellettili, in corrispondenza dell’accesso alla terrazza esterna; sul lato dell’ingresso troviamo i servizi e una serie di mensole ospitanti una collezione di etichette pregiate, mentre sulla parete opposta della sala troviamo l’ingresso alle cucine. Un insidioso scivolo realizzato per agevolare il passaggio delle persone diversamente abili nella zona dei coperti, leggermente sovra elevata rispetto al resto, senza opportune segnalazioni e adeguate ringhiere di protezione, ha costituito più di un pericolo per l’incolumità di alcuni clienti, salvati dall’impatto con gli spigoli vivi del pavimento solamente dalla prontezza dell’azione di alcuni supereroi celati tra gli avventori. I tavoli sono in legno massello e rivestiti da elegante tovagliame marrone e cremisi, le sedie eleganti poltrone in simil pelle brown. Dal soffitto vistosi lampadari a sospensione e una costellazione di faretti alogeni garantiscono una gradevole e uniforme illuminazione. Non ottimale invece l’acustica della sala, soprattutto in serate da “tutto esaurito” come ci è capitato. Complessivamente, fra le due sale, il locale è in grado di ospitare circa centocinquanta coperti.

 

Carbonara di mare

Carbonara di mare

Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

 

Il servizio, garantito da un giovane e disponibile maitre e da più giovani cameriere, evidenzierà ben presto molti limiti nel coordinamento fra i diversi attori e nell’osservazione di alcuni protocolli. Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo da quattro coperti all’estremo nord ovest della sala e ci viene data la possibilità di visionare con assoluta calma il menu, prima di essere assistiti da qualcuno del personale (leggi diecianni!). Sufficientemente assortita l’offerta della cucina, basata su ricette tradizionali, prevede percorsi di terra e di mare e, come nostra usanza, ci accordiamo per quest’ultimo tipo.

 

Kontiki - Fregola con arselle

Kontiki – Fregola con arselle

 

Interessante, anche se non particolarmente ricca, l’offerta della cantina, che diventa oggetto di singolari discussioni alla presenza del cameriere tra chi Vi scrive e l’ipotricotico burriccu, sempre in bilico tra il contenimento della spesa e gli oggettivi limiti di memoria che non gli consentono di archiviare più di cinque nomi diversi nel proprio passato di sedicente sommelier e che lo portano a proporre etichette provate più volte come nuove scelte. Risultato delle discussioni una bottiglia di seppur ineccepibile IGT “Karmis” delle cantine Contini, stappato lontano dal tavolo degli esigenti avventori e ivi portato prima degli opportuni i calici, inizialmente assenti, e delle bottiglie di acqua minerale richieste da ormai diverso tempo; non essendo evidentemente contemplato nelle procedure in sala il rito dell’assaggio, la compagnia decide di operare da sè, concedendo a chi Vi scrive l’onore, vista l’assenza prolungata del nostro ipotricotico burriccu che sosteneva di essere alla toilette.
Franco: Ma Ingegnere… non trovava l’accapatoio?!

 

Kontiki - Frittura suprema

Kontiki – Frittura suprema

 

Dopo una fisiologica attesa arrivano i primi antipasti, purtroppo non suddivisi temporalmente tra caldi e freddi: plateau di gradevoli ostriche crude nostrane, deliziosi polpi alla diavola, ottima tagliata di tonno scottato su letto di rucola, sontuoso guazzetto di cozze e arselle, arrivato in dose ridimensionata al sottoscritto in presenza di disonesti commensali, notevole insalata di polpo, tenerissimo, anche se eccessivamente condito con, seppur ottimo, olio d’oliva, anonime polpette di tonno con pomodori, discrete frittelle di bianchetti e non entusiasmanti murici (bocconi di mare). Antipasti complessivamente di buon livello per ingredienti e preparazione. Terminati la prima fase, ma non le discussioni sui massimi sistemi e sulla attendibilità di certe figure professionali, in poco tempo arrivano i primi piatti: ottimi spaghetti alla carbonara di mare con cozze, arselle e bottarga per Franco, spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu, oggetto di discussione per via della non uniforme distribuzione del nobile crostaceo nei due piatti, più che soddisfacente e in quantità sesquipedale, fregola con arselle in rosso. La qualità dei primi piatti rimane in linea con quella degli antpasti e, viste anche le lamentele di alcuni sulle porzioni, la comitiva decide di provare un secondo piatto.

 

Kontiki - Dessert

Kontiki – Dessert

 

Nel frattempo termina il nettare che accompagna la serata; dopo una ulteriore discussione tra gli esperti del settore e gli ignoranti ciarlatani, viene ordinata una mezza bottiglia di DOC “Giunco”, delle cantine Mesa, scelta dettata dall’intenzione di “qualcuno” di rendere il vuoto un elemento dell’arredamento di casa.
Franco: Ingegnere! Si porti a casa anche il suaglass!
Lasciandosi ingannare dall’altisonanza del nome del piatto, ordiniamo due porzioni di “frittura suprema del Kontiki”, rivelatasi in realtà poco più di un fritto misto del golfo, arrivata in tavola non particolarmente calda e preparata in maniera grossolana: pogaridadi! Per cercare di addolcire questa sfortunata parentesi i donkeys ordinano gli immancabili dessert: un buon tiramisù della casa per Franco, crème caramel per l’Ing. Marrocu, affogato al rum per l’ipertricotico burriccu e discreto, anche se non indimenticabile, tortino al cuore morbido di cioccolato fondente con gelato alla vaniglia per il sottoscritto; anche in questa occasione il servizio trascura la possibilità di proporre un opportuno accompagnamento del momento con adeguati vini passiti. Dobbiamo ahimè registrare, in questa fase, un atto di pura follia del nostro meno produttivo somaro che, nell’improbabile tentativo di allontanare un insetto dalla tavola, urta un calice ancora non vuoto producendo un repentino versamento del contenuto in direzione di chi Vi scrive che, con un riflesso degno del miglior Neo di Matrix, riesce a sottrarsi dal raggio d’azione, limitando quasi totalmente i potenziali danni; atto sconsiderato, conclusosi con doverosi insulti e per i presenti e per chi vigilava dall’alto. La cena è terminata con caffè per tutti tranne Franco, cynar per Jesus, liquore di liquirizia Maruzzo per il folle somaro, l’immancabile sprite della vergogna per Sollai e Hurricane Rum per Ettore, dopo le consuete discussioni con la cameriera del momento, guarda caso di nazionalità cubana, sulle preferenze del burriccu in questione per i rum venezuelani. Costo dell’esperienza: 42,50€ cad. burriccu, forse un 5% eccessivo rispetto alla qualità del servizio.
 

Il ristorante pizzeria Kontiki garantisce una cucina di livello soddisfacente, basata su ingredienti di discreta qualità, ma paga fortemente i limiti di un servizio maldestramente coordinato e, a tratti, imbarazzante, limiti enfatizzati probabilmente anche dall’elevato numero di clienti da gestire. Al netto di questi difetti e della delusione della frittura suprema non ci sentiamo di accreditare un giudizio superiore ai due somarelli.
 

VALUTAZIONE “Kontiki”: Due Burricchi.
Ristorante Kontiki Indirizzo: Via L. da Vinci, 1 Flumini – Quartu S. E.
Telefono: 070892046 [mostra in google maps]

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