☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
apr 6 2014

Ristorante Villa di Chiesa – Iglesias

 Scritto da Jesus | | Commenta

Villa di Chiesa - Ingresso

Villa di Chiesa – Ingresso

 

Se dresse l’église, de la terre pour regarder le ciel, et son clocher est le bras de celui qui cherche de sortir de l’eau pour respirer.
Si innalza la chiesa dal terreno a cercare il cielo, e il suo campanile è la mano di colui che cerca di uscire dall’acqua per ritrovare il respiro.
Servono un campanile,  una locanda e un municipio per far nascere una città; bastano una preghiera, un bicchiere di vino e una bugia per creare una comunità.
E tutto questo qualunque sia il cielo sotto le stelle o il terreno sotto i propri piedi.
Ora narreremo a voi di una città e di mille chiese, di una piazza e un ristorante, di una cucina e di tre burricchi, che il loro vagare ha portato proprio qui: a Villa di Chiesa.
Tra le viuzze del centro storico, tra gli sguardi sbigottiti e sospetti dei passanti («ma chinic. funti custus»)  gli asinini viandanti recuperano le loro idee, si confondono con l’architettura locale, ammirano i colori dell’arredo urbano, fino a convergere, infine, alla piazza del Municipio e lì prendere confidenza con questa nuova avventura…
 

Villa di Chiesa - Interno

Villa di Chiesa – Interno

 

E’ inaspettatamente piacente il centro storico di Iglesias, a dispetto della discutibile architettura che lo circonda. Stradine e edifici di origine medievale che si sposano con costruzioni di inizio ’900, nella sintesi armoniosa di colore ed eleganza tipiche di più blasonate città europee, dimostrandosi ricca di fascino e di storia antica. Marrocu: «da questo scorcio sembra di essere a Parigi». Raschione: «Come a Quartucciu…».
L’intermezzo turistico si è reso necessario per un eccesso di prudenza logistica, da parte del Raschione, che ha organizzato la partenza da Cagliari un’ora e mezzo prima del prenzo. Tempo impiegato per raggiungere l’antica città delle chiese: 25 minuti, con la teutonica vettura dell’Ing.Marrocu.
 

Villa di Chiesa - Carosello di mare I

Villa di Chiesa – Carosello di mare I

 

Dopo il ludico urbano vagabondaggio, appena i morsi della fame davano le prime avvisaglie, i burricchi varcavano la soglia del ristorante “Villa di Chiesa”, subito confrontandosi, al suo interno, con quello che, in tutta evidenza, appariva un conviviale quanto chiassoso bagordo celebrativo, tanto che venivano ratto scortati oltre la prima luminosa sala e condotti, superato un breve dislivello, in un secondo ambiente sul fondo, privo di illuminazione naturale e improntato su linee d’arredamento sussumibili allo stile degli anni ’80. Pareti color crema, interrotte nella loro continuità da piccole arcate ribassate, circoscrivono mobilia e suppellettili dalle ricorrenti tonalità verdi e nere. Una timida fontana senz’acqua non riesce a conquistare appieno lo spazio, mentre dobbiamo denunciare un certo grado di trascuratezza nei dettagli, quali un fastidioso eccesso di antiestetiche prese e scatole elettriche alle pareti, alcune delle quali dozzinalmente scoperte, con tanto di cavi “a vista”. Appena di pochi euro sarebbe il costo per accomodare il tutto: perché non farlo?
 

Villa di Chiesa - Carosello di mare II

Villa di Chiesa – Carosello di mare II

 

Veniamo accolti e assistiti da un distinto ma informale maître, dalle fattezze molto simili al cantante Gatto Panceri, che si scontrerà con l’irrequietezza e la poca propensione di Jesus nell’accogliere i suggerimenti altrui: «vedo che lei non segue i miei suggerimenti!»
Difficile l’accoglimento totale delle nostre richieste, per effetto di alcune pietanze del menù non disponibili, e in particolar modo è stato difficile per il maître esaudire richieste dell’Ing. Marrocu, che si concedeva minuti aggiuntivi per scegliere, come sua abitudine, bottiglie di vino poi rivelatesi non presenti in cantina. Alla fine, ripiegherà su un pur ottimo DOC “Parallelo 41″, torbato/sauvignon del 2012, cantine Sella&Mosca di Alghero.
Il pranzo si è sviluppato piuttosto lentamente, forse per effetto della libagione nella sala principale, mentre dobbiamo dire che il servizio (tenuto da altri due camerieri), seppur complessivamente sufficiente, ha avuto isolati momenti di smarrimento, come ad esempio nello spiacevole oblio dei nostri moscati, ordinati per accompagnare i dolci e mai arrivati.
 

Villa di Chiesa - Raviolini di cernia scampi

Villa di Chiesa – Raviolini di cernia scampi

 

Tutto il processo di selezione e di attesa degli antipasti è stato condito dal frenetico tentativo del Raschione di inserire la lunghissima quanto improponibile chiave wifi del locale (poi rivelatasi inefficace, in virtù di un verosimile blocco MAC), fornita dal cameriere, tra i continui e molesti solleciti dei suoi commensali, che l’hanno tediato fino a farlo sbottare con giustificati insulti e con un autolesionistico moto di astensione dal vino (non rimasto imbevuto)!
L’attesa degli antipasti è stata comunque ripagata in virtù della qualità dei piatti a noi presentati. Non scontati, mediamente abbastanza curati nella presentazione ma, soprattutto, ricercati dal punto di vista dell’equilibrio dei sapori: un continuo gioco tra note dolciastre e componenti amare che in certi frangenti ci ha conquistato.
 

Villa di Chiesa - Tagliatelle nero di seppia

Tagliatelle nero di seppia

Villa di Chiesa - Spaghetti di paranza

Spaghetti di paranza

 

Il “carosello di mare”, ordinato in termini di due porzioni, era composto da otto differenti portate: vaschetta con gambero scottato (sarebbe stato meglio servirla un po’ più calda) su crema di ceci, impreziosita da rami di finocchio; salmone marinato all’arancia e verdure; insalata di tonno (questo dall’aspetto discutibile, da tonno in scatola!), rucola, cipolle pomodorino e scorza di limone; bocconcini di muggine con cipolla fritti su letto di verdure; cozze con purea di arancia e verdure; quadrati di polenta al nero di seppia con muggine scottato e carpaccio di zucchine e pomodori; seppie in umido con piselli, accompagnate da crostini di pane fritti; insalata di polpo con radicchio e aceto balsamico.
 

Villa di Chiesa - Calamari arrosto

Villa di Chiesa – Calamari arrosto

 

Anche i primi piatti si riveleranno piuttosto goderecci; seguivano la linea del gioco di sapori individuata negli antipasti: accattivanti raviolini di cernia con scampi, pomodorini e cipollotto fresco per l’Ingegner Marrocu; tagliatelle al nero di seppia in crema di patate, cappone e bottarga, impreziosita da scorze di limone per il Raschione Ettore; spaghetti di paranza con calamaretto fresco e panure al limone, con spolverata di bottarga (forse sarebbe stato meglio spolverarla meno, anche se il gusto non appariva comunque eccessivamente invasivo) per Jesus.
Il secondo era anch’esso inevitabile, porzionato per due: ottimi calamari arrosto (cottura perfetta) con pomodorini e decoro di mirto e finocchietto.
 

Villa di Chiesa - Bis di fritti

Villa di Chiesa – Bis di fritti

 

Notevole il dessert del Raschione e dell’Ing.Marrocu che, a differenza di un dismesso Jesus, che si accontentava di un semplice sorbetto al limone, sceglievano di concludere il pranzo con un sontuoso “bis di fritti”: raviolini alla crema, seadas al miele di acacia, salame di cioccolato e nocciole, fragole e vaschetta di crema pasticcera con pezzi di cioccolato. Superbe!
L’esperienza terminava con tre caffè, un rum “Ron Zacapa XO” per Marrocu, e un Mathusalem per il Raschione; accattivante il bicchiere con cui è stato servito, difettante invero di opportuno riscaldamento e accompagnamento ghiacciato. Costo complessivo, 51 euro cadauno, da ritenersi in eccesso di un 15-20% rispetto al giusto dovuto.

 
Con qualche difetto di ambientazione e di servizio, il “Villa di Chiesa” si distingue comunque per una cucina ricercata e apprezzabile, dal punto di vista dell’equilibrio dei sapori e della ricerca del gusto.
Vale inoltre la pena pensare di andarci per visitare il centro storico della bella Iglesias, la città del Màestro Jack! Tre burricchi pieni.

 

VALUTAZIONE “Villa di Chiesa”: Tre Burricchi.
Ristorante Villa di Chiesa Indirizzo: Piazza Municipio 9, Iglesias
Telefono: 078131641 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook 


giu 21 2010

restaurant Sa Piola Bis

 Scritto da Jesus | | Commenta

Pg - Ristorante chiuso

Pg – Ristorante chiuso

 

“Sa Piola”, il ritorno. Ristorante conosciuto, amato, consigliato, venerato.

Ma i triumviri sono pure degli sperimentatori, amanti della novita’, precursori, outreach, desiderosi di conoscere, apprendere nuove sensazioni, nuovi sapori, vivere nuove dispendiose esperienze.

Cosa induce loro, a poche settimane di distanza dalla prima entusiasmante esperienza culinaria del celeberrimo locale cagliaritano,  il desiderio di ricondursi al caloroso accogliente nido? Ahimè amici, la struggente onta del rifiuto, del diniego; un niet assoluto, una porta chiusa in faccia, l’impossibilità di incedere oltre una soglia a conquistare ciò che si è bramito fino a un minuto prima, che si vede scivolare via all’improvviso come una fumosa illusione.

Alle ore 10,00 di Sabato il vostro amato Jesus sollecita il raschione Ettore alla scelta di un ristorante  adeguato per la ricorrenza liturgica pre-domenicale. Il raschione tergiversa, cincischia, antepone piccole attività e consuetudini quotidiane ai suoi doveri istituzionali. Jesus insiste, nuovamente sollecita e finalmente il raschione si decide. “Tutto a posto ristorante prenotato per tre, ore 13.20″.

Ore 13.20. Ecco la concretizzazione di “Tutto a posto” del – per l’occasione – inefficiente e poco solerte raschione: serranda abbassata, ristorante chiuso. “Pronto, ho prenotato per le 13.20 ma il ristorante è chiuso… Come sarebbe se ho prenotato per Cagliari o Villasimius???”.

La responsabilità del disguido va qui ripartita tra la burriccaggine del raschione e la completa inettitudine di taluni ristoratori nostrani, che pubblicizzano su Internet ristoranti con recapiti ambigui, senza poi mettere in guardia i clienti dal fatto che per due locali situati in posizioni geografiche differenti, venga indicato il medesimo numero. Inqualificabile!

Piola bis - Brindisi

Piola bis – Raschione. Brindisi Karmis

E allora eccoci di nuovo – il raschione per la prima volta – di fronte a una bottiglia di eccellente Karmis, a brindare alla ritrovata prospettiva di una ciccionata, per alcuni minuti messa in serio pericolo dal volversi antifavorevole degli eventi.

A differenza del pranzo precedente, non veniamo accolti dal signor Giuseppe e la dislocazione ai tavoli è un attimo meno confortevole, contingenza che sarebbe stata più che tollerabile data l’incursione dell’ultimo minuto, se non fosse che poco più tardi una coppia di giovani sarebbe stata accomodata in un tavolo ben più accogliente. Qualche difficoltà iniziale alla degustazione del vino; Jesus rileva una certa quantità di truccioli di sughero nel suo bicchiere, sintomo di una manipolazione approssimativa della bottiglia da parte del cameriere, e fa notare la questione all’interessato. Il cameriere prontamente sostituisce il bicchiere e provvede a ripetere l’operazione che, questa volta, si conclude senza problemi.

Piola bis - Fichi salame formaggio

Piola bis – Fichi salame formaggio

Memori dell’abbondanza degli antipasti testata nell’episondio precedente, i tre decidono di procedere con porzioni più proporzionate. L’articolarsi degli stessi antipasti è stato comunque il medesimo e quindi eviterò di riproporre identici giudizi, assolutamente lusinghieri ed esaltanti, per le variopinte e gustosissime pietanze. Per questo rimandiamo all’articolo relativo.

Segnaliamo piuttosto alcune piccole variazioni nel susseguirsi delle prelibatezze, come degli ottimi filetti di muggine su un letto di zucchine, assenza del complesso quanto discusso assaggio di treccia fatta in casa,

aggiunta di una ricercata composizione di sapori, fatta di fichi, pecorino e salame; ovviamente, eccellente!

Piola bis - Minestr'e cocciulas

Piola bis – Minestr'e cocciulas

Questa volta, data l’auto-limitata consistenza quantitativa degli antipasti, c’era abbastanza spazio per includere abbondanti primi nel proprio menu personale. Nello specifico: minestr’e cocciolas per il raschione Ettore, linguine con scampi e pomodorini per il burriccone Pg, linguine al nero di seppia per Jesus.Tutto di ottima fattura. Unico appunto – non appunto – da segnalare, la piccantezza molto marcata del piatto di Jesus, che però era stata ampiamente anticipata dal cameriere, e completamente ignorata da Jesus medesimo, per usuali questioni di barra.




Piola bis - Tiramisu

Piola bis – Tiramisu

Piola bis - Pannacotta Fragole

Piola bis – Pannacotta

Piola bis - Moscato

Piola bis – Moscato


Spazio è rimasto, ancora un po’, per gustare i deliziosi dolci accompagnati dal moscatello dal sapore di casa, offerto direttamente dal signor Giuseppe, arrivato nel frattempo e subito messosi all’opera per garantirci la massima assistenza e comfort. Quindi, squisito tiramisu’ fatto con savoiardi di Dorgali e decorato con fantasia di cioccolato per Jesus ed Ettore, pannacotta innaffiata da succo di fragole e contorno di mele a fette per il burriccone. Superbi. Conto finale limato rispetto alla ciccionata passata e, di nuovo, dieci euro di mancia unilateralmente decisi da Jesus. Giudizio complessivo: glorioso!


VALUTAZIONE “Sa Piola”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sa Piola Indirizzo: Vico Santa Margherita 7, Cagliari
Telefono: 070666714    [mostra in google maps]
 




Piola bis - Trony

Piola bis – Trony


Ultima considerazione, a corollario della documentazione della ciccionata, il concludersi del pomeriggio in un famoso centro commerciale per l’acquisto di un aspirapolvere low cost – con spazzola per parquet – da parte del burriccu Pg, recentemente alloggiatosi nella sua nuova abitazione, ovviamente presa in affitto. Ecco l’immagine, volutamente alterata, della coppia simil “vizietto”, che affettuosamente si aggira, con aria tra il curioso e l’indeciso, nei pressi dell’esposizione di elettrodomestici, paradiso delle massaie modello.

Giudicate voi!


 Condividi su Facebook