☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
giu 8 2013

Ristorante Corso Dodici – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Corso 12 - Interno

Corso 12 – Interno

 

Prese il pane e lo spezzò. Giustappunto in dodici sareste dovuti giungere per rendermi grazia, perché ciascuno di voi sarebbe potuto divenire il mio tredicesimo, sottraendo al peccato l’umanità intera, dissetandosi alla fonte immortale della mia gloria. Che l’imperfetto giudizio dell’Uomo decreti miserevole questo destino, ben poco dovete curarvene; nessuno tra voi può arrivare ad intendere pienamente il perché di ciascuna piega delle mie vesti, né percepire l’infinita bellezza del mio celato orizzonte.
Bene, tutt’altro questo mio orizzonte si sarebbe sognato, che veder raccolti i dodici in uno, alla mia mensa, e questo “uno” vestito con abiti firmati Lacoste. Se non altro, non  sono capitato nel tavolo dei discepoli con i sandali griffati H… Acca di accallonato!
 

Corso 12 - Burrata su nido di melanzane

Corso 12 – Burrata su nido di melanzane

 

Il caldo, finalmente! Fulminante ed improvviso, gravoso e stuzzicante, arriva di Venerdì sera, e la città d’improvviso si anima. Come centomila lumache baluginanti dalla terra, dopo un acquazzone durato un Inverno intero, i cagliaritani si riversano per le strade del fine settimana, ed è subito un’esplosione di esibita superba vanità, di repressa e incontrollata sensualità. Il “Corso Vittorio” si trasforma in un asfissiante ed orgiastico fiume in piena, fatto di schiamazzi, di sguardi fugaci, di pretese richieste d’attenzione, di tutto quello, insomma, che l’areste Jesus divisa evitare, subitamente sgattaiolando – dopo un avventuroso ed impossibile parcheggio del Raschione Ettore – dentro il locale che li avrebbe ospitati.
 

Corso 12 - Tagliere di salumi e formaggi

Tagliere salumi formaggi

Corso 12 - Salmone marinato

Salmone marinato

 

Il “Corso dodici” è certamente un BAR-Ristorante di tendenza. Recentemente affacciatosi sul lato Sud del Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da Pizza Yenne -in Cagliari-, è strutturalmente caratterizzato da un lungo e stretto corridoio che, superato il pur breve bancone al vestibolo di ingresso, si estende spigolosamente fino all’ingresso di servizi e cucina. Gli spazi vengono tagliati con elegante e geometrica essenzialità, coniugata dalle pareti color grigio perla, dai tavolini rustici quadrangolari, e dai particolari inserti lignei superiori, che si alternano e scandiscono la presenza di numerosi e ben dosati punti luce. La parete al lato Est, sobriamente spoglia, accoglie una interminata fila di divanetti imbottiti mentre, al lato opposto, è notevole la sequenza di tele fotografiche in stile pop-art, i cui soggetti progressivamente degradano in umana espressività, dalla luce dell’ingresso fino al buio ideale del fondo sala.
 

Corso 12 - Trofie al pesce spada

Corso 12 – Trofie al pesce spada

 

Jesus e il Raschione – in obbligata formazione PACS per l’indisponibilità dell’Ing.Marrocu, e la congiunta indisponibilità dello stesso Jesus a spostare la ciccionata di Sabato – , alle ore 21 fanno il loro ingresso nel locale. A quell’ora la sala e praticamente vuota mentre, in virtù della calda serata, i tavolini e le sedie esterne non hanno difficoltà nel trovare avventori che possano accogliere. Al loro arrivo i Burricchi vengono ricevuti da un giovanile e ben nutrito personale, oltre ché da un lieve aromatico sentore di impregnante del legno, fisiologicamente comprensibile in virtù della recente apertura. Veniamo fatti accomodare su un piccolo tavolino per due (i fiorellini sono stati gentilmente fatti portare via, per lasciare spazio alle vivande: «non è una serata romantica!») che verrà poi affiancato da un suo gemello, onde sostenere le numerose pietanze ordinate, per poi venire nuovamente ridimensionato, causa l’arrivo di due coppie ritardatarie. A questo proposito, c’è da dire che questa operazione è stata furbescamente condotta sfruttando l’acquiescenza del più docile Raschione, nel mentre che Jesus – che altrimenti col cazzo avrebbe acconsentito – si trovava per questioni personali alla toilette!
 

Corso 12 - Fregola fiori di zucca e guanciale

Corso 12 – Fregola fiori di zucca e guanciale

 

Il Menù del ristorante (presentato tra l’altro con un accattivante libretto, quasi scardinato da Jesus per poterlo aprire) appare intelligente e ben strutturato, per la dimensione e la filosofia del locale. Agli antipasti freddi, i primi di pasta fresca, i tradizionali secondi di carne e pesce, viene dedicato un capitolo intero alle polpette, proposte in declinazione di terra e di mare. Ermetici i dessert evidenziati, mentre la pur fornita cantina – per quanto abbiamo inteso -, non è supportata da una dettagliata descrizione cartacea né, a quanto pare, da un efficiente servizio logistico-organizzativo, dato che il vino inizialmente comandato dai Burricchi è risultato sì presente, ma non immediatamente fruibile, in quanto sbadatamente scordato fuori dal frigo! Ad ogni modo, subitamente la prima etichetta veniva rimpiazzata da un ottimo Vermentino di Gallura superiore DOCG “Monteoro”, di Alghero, cantine Sella&Mosca, servito con la giusta teatrale assistenza a favore, questa volta, del poco teatrale quanto sbrigativo Raschione.
 

Corso 12 - Tagliata di tonno

Corso 12 – Tagliata di tonno

 

Censurata sul nascere da Jesus la possibilità di integrare gli antipasti con delle polpette, ordiniamo tutte e tre le pietanze disponibili in menù; tagliere di salumi e formaggi composto da pomodorini, pecorino fresco, semi-stagionato, salsiccia sarda, prosciutto crudo, mustela (lonza di maiale), accompagnati da deliziose confetture di produzione familiare, alla mela dolce e mirto e alle mele e fichi; buonissimo salmone marinato abbinato (questo abbinamento è piaciuto però più al Raschione) ad arance e insalata di finocchi; burrata su nido di melanzane marinate alla maggiorana e aceto balsamico. Quest’ultimo piatto, pensato per la stagione estiva, ha invero ricevuto meno apprezzamenti, alla prova del gusto, rispetto ai primi due.

 

Corso 12 - Polpette al tonno con cipolle di Tropea

Corso 12 – Polpette al tonno con cipolle di Tropea

 

Se gli antipasti si sono rivelati di buona ma non rara fattura, possiamo decretare i primi piatti come momento più alto e solenne della cena: trofie di pasta fresca al pesce spada con pomodoro, basilico e olive taggiasche per Jesus, fregola con fiori di zucca e guanciale per il Raschione. Le trofie di Jesus dimostravano essere uno spettacolare equilibrio di raccolti e differenti sapori, che pungenti e singolari si alternavano sul palato senza mai sovrastarsi, costringendo alla vigile curiosità, fino all’ultima forchettata. Del tutto differente il discorso sui secondi, che forse hanno risentito degli effetti del gran numero di avventori (principalmente declinati nei cromosomi XX) , che chiassosamente andavano ad affollare via via la sala, cagionando così un incrementale carico di lavoro per servizio in sala (comunque mantenutosi efficace ed empatico per tutto il tempo) e la cucina; anonime (se non fosse per la cipolla) polpette di tonno con cipolla di Tropea e riduzione di aceto balsamico per il Raschione; insapore – quanto eccessivamente tostata in superficie -, tagliata di tonno in crosta di sesamo, su letto di rucola, peperoni e riduzione di aceto balsamico, per Jesus. Probabilmente il burriccu avrebbe dovuto chiedere il tonno crudo, così come il Raschione avrebbe dovuto pretendere un piatto piano per gustare le sue polpette! Ad ogni modo, le lamentele di Jesus hanno avuto come effetto la decurtazione del conto finale, cosa sempre apprezzabile, non come iridescente via di fuga concessa al cliente susunku, ma come costruttivo riconoscimento della sua insindacabile titolarità.
 

Corso 12 - Panna cotta

Corso 12 – Panna cotta

Corso 12 - Cheesecake

Corso 12 – Cheesecake

 

Con i dessert (del giorno) la qualità risaliva decisamente oltre la soglia del positivo: cheesecake ai frutti di bosco per il Raschione, panna cotta al caramello per Jesus, il tutto accompagnato da un moscatello della casa, invero apprezzato più da Jesus che dal Raschione. La cena si concludeva quindi senza ulteriori divagazioni. Costo complessivo 41€ cadaburriccu, da ritenersi adeguato, in funzione di qualità dell’ambientazione, servizio e soddisfazione alimentare prodotta.

 
Organizzato con un’ambientazione accattivante e alla moda, “Corso Dodici” deve certo risolvere alcuni piccoli problemi legati alla propria fase di avviamento, con severo riferimento ad episodiche défaillance della cucina. Detto questo, è buona l’impostazione generale, mentre la mano dello chef è in grado di certo di regalare più d’una soddisfazione. Se amate i locali di tendenza, e non avete preclusioni razziali nei confronti delle scarpe Hogan, Corso Dodici è il posto che fa per voi. Tre burricchi con qualche meno.

 

VALUTAZIONE “Corso Dodici”: Tre Burricchi.
Ristorante Corso Dodici Indirizzo: Corso V.Emanuele II 12, Cagliari
Telefono: 0700991988 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook 


apr 20 2013

Hostaria Sa Osa – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Sa Osa - Interno Ing. Marrocu

Sa Osa – Interno. Ing. Marrocu

 

E’ facile e difficile, allo stesso tempo, ricondurre razionalmente il pensiero a qualcosa di non circoscritto, non delimitato da solide geometrie e simbolicamente tracciato nell’immediatezza del segno o dell’allegoria. E’ difficile e facile, al tempo inverso, affermare una propria identità reale nel disordine dell’indefinito, nell’evanescenza dell’indeterminato, nell’olismo del complessivo, che accarezza la cinica prorompenza del nulla.
Adesso che la vedo qui, questa ‘osa, non mi è chiaro se mi sia più semplice scegliere la strada del trascendentale, tracciata dal buon Immanuel – che mai sono riuscito seriamente a dominare – o abbandonarmi alla ricchezza morale della Natura, così come suggerito da Google. Bene, ho deciso che prima mi preoccupo di questo dovere, poi eventualmente ci penso!
 

Sa Osa - Bruschette

Sa Osa – Bruschette

Sa Osa - Pre antipasto

Sa Osa – Pre antipasto

 

E’ già uno sforzo mentale, impegnarsi nel proprio diletto, conoscendo l’incombenza di un gravoso destino. Per questo le prime lodi di stasera vogliamo farle all’Ing.Marrocu che, nonostante gli impegni lavorativi e l’antelucano risveglio del giorno che sarebbe presto arrivato, ha scelto di non mancare al solenne appuntamento alimentare del fine settimana asinino. E auto-elogiamo pure tutti noi, i Burricchi del Donkey Challenge che, indefessamente da anni sostengono l’ebdomadario rito, nonostante la costante e istintuale certezza, che il giorno dopo si risveglieranno comunque Burricchi.
 

Sa Osa - Fritturina

Sa Osa – Fritturina

 

Venerdì sera, ore 20.45. In leggero anticipo per venire incontro agli impegni dell’Ing.Marrocu, il Triumvirato in formazione tipo si riunisce causalmente e casualmente per le vie della “Marina”. Dopo brevi convenevoli di benvenuto, che si accordavano con il passo spedito dei burricchi senza mai comunque interromperlo, i tre giungevano rapidamente alla loro destinazione: l’”Hostaria Sa Osa”; è lo stesso locale che, per un colpevole difetto di programmazione da parte del Raschione, qualche settimana prima aveva loro risolutamente negato asilo. Prima di varcare la soglia del locale, gli intensi profumi dei focolari, sfuggenti il mosaico di angiporto dell’antica Lapola, pervadono i sensi di Jesus, che manifesta tutto il suo apprezzamento per i ritrovati colori della città. Lo stesso Ing.Marrocu sembra lasciarsi cogliere, per un istante, dall’euforico risvegliarsi di una primaverile umanità cittadina, tanto da consigliare al Burriccu una diversa e più intensa destinazione: Istanbul!
 

Sa Osa - Antipasti

Sa Osa – Antipasti

 

L’hostaria “Sa Osa” è il ristorante che sostituisce la gestione del “Al Cavour”, collocato nell’omonima Via in quel del quartiere “Marina”. L’architetura e gli arredi del locale non hanno subito significative ricomposizioni con la nuova proprietà, motivo per il quale vi rimandiamo alla nostra recensione per maggiori dettagli sull’estetica generale. Registriamo e apprezziamo invero, un più accentuato buon gusto nella disposizione di decori e suppellettili in riferimento, ad esempio, al sobrio arazzo che potete notare dietro il malcelato capo dell’Ing.Marrocu, o al significativo e simbolico simulacro dedicato alla Dea Madre, su un davanzale della sala principale, dove ci siamo comodamente alloggiati. Ottima la scelta e la qualità della diffusione musicale in sala, anche se inizialmente ha procurato una richiesta di ridimensionamento dei decibel ambientalmente ingenerati.
 

Sa Osa - Tartare di tonno

Sa Osa – Tartare di tonno

 

Il tavolo a noi riservato era inizialmente diversamente collocato ma il cameriere che ci ha accolto, acutamente intuita una nostra possibile titubanza, ha provveduto subitamente a sistemarci in un migliore accomodo. In effetti il personale, numericamente adeguato, giovanile e alla mano, è risultato appropriatamente preparato ed efficiente, come più in generale – a parte qualche sbavatura che vedremo – lo è stato tutto il servizio. Perfetti, dobbiamo far notare, i tempi della cucina, che ha fatto registrare giusto un piccolo fisiologico rallentamento sul finire della cena, ma che ha gestito in maniera impeccabile i ritmi di presentazione delle differenti portate.
 

Sa Osa - Natalis di Araj ragù di polpo

Sa Osa – Natalis di Araj ragù di polpo

 

Jesus, che per sua abitudine prende in considerazione il menù cartaceo allo stesso modo con cui un maschio medio legge un manuale di istruzioni qualunque, giudica inizialmente piuttosto ordinari i piatti. In realtà verrà presto parzialmente smentito.
Il Raschione concorda con il maître un percorso di antipasti di mare (presente anche un menù di terra), mentre l’Ing.Marrocu rivendica nuovamente un suo presunto ius primae vini, scegliendo dalla «molto ben fornita» cantina un bianco Greco di Tufo DOCG del 2011, “Loggia della Serra” di Montefusco, che verrà proposto ed approvato con la consueta inopportuna teatralizzazione: «E’ solo per perdere tempo, tanto l’esito dell’assaggio è scontato».
In attesa degli antipasti, ci viene presentato un ottimo pre-antipasto composto da pomodorino confit su vellutata di cavolfiore e olive disidratate; delizia questa, che pensiamo sarebbe stato più opportuno accompagnare ad uno spumante di benvenuto, piuttosto che presentare come primo coinvolgimento del Greco di Tufo.
 

Sa Osa - Linguine

Sa Osa – Linguine

 

Gli antipasti, ottimamente presentati in porzioni singole e su stoviglie pre-riscaldate, si articolavano in alcune pietanze di eccellente fattura, accostate ad altre di meno unanime approvazione: fritturina del golfo con verdure “pastellate”, piuttosto buona relativamente a calamari, gamberetti e verdure, da dimenticare considerato nello specifico il gusto dei latterini; polpo in crema di patate tiepida allo zafferano di San Gavino con ornamento di prezzemolo, di cui era molto buona la crema ma non altrettanto ben dosata la cottura del polpo (abbastanza gommoso); eccellente zuppetta di cozze in rosso, con salsa di pomodoro piccante; discutibile insalatina di ceci, gamberi, rucola e pomodori, che sulla carta sarebbero dovuti essere ciliegini, ma che per la loro eccessiva acidità si slegavano totalmente dal gusto complessivo ed erano in antitesi con la riduzione di aceto balsamico; tonno fritto in agrodolce (in carpione) con cipolle, che dubitiamo fossero di Tropea; buona tartare di tonno crudo con salsa citronette (olio sale e limone, senza pepe). Registriamo, relativamente agli antipasti, l’accompagnamento della cena con ottime bruschette all’olio e pane Civraxu mentre, nell’ottica della ricerca dell’eccellenza, consigliamo di sostituire più spesso le posate con l’alternarsi delle varie portate.
 

Sa Osa - Millefoglie

Sa Osa – Millefoglie

 

Nonostante l’altisonanza dei primi piatti e la loro apprezzabile presentazione, il nostro giudizio non può andare molto oltre la sufficienza: Natalis (mezze maniche) di “Araj” al ragù di polpo, con pomodorini ciliegia e olio allo scalogno per il Raschione e l’Ing.Marrocu; linguine de “Sa Osa” allo (verosimilmente) zafferano, con gamberi, asparagi selvatici e pomodori per Jesus.
In funzione di una insospettabile inappetenza dell’Ing.Marrocu e dell’abbondanza dei primi, i Burricchi sceglievano di passare direttamente al dolce: particolarissimo sorbetto al limone fresco (probabilmente spremuto sul momento, e per questo troppo acido) per Jesus, ottimo millesfoglie con crema di zuppa inglese e granella di cioccolato, per i due restanti Triumviri. Considerata la fornitura di liquori – non di primissimo livello se confrontata con quella dei vini -, la cena si concludeva con un “Cynar” e un caffè per Jesus, e una grappa alla vernaccia per il Raschione («è più buono il mio colluttorio»), vampirizzata dal ripensamento del Marrocu, che formalmente dichiarava di voler saltare il giro.
Conto finale di difficile interpretazione: la composizione delle pietanze comandate era in qualche modo riconducibile (ma eccedente) ai menu fissi da 25€, conteggiati quindi in numero di quattro anziché tre, tanto da cagionare una spesa finale di 33€ cadauno, prezzo di certo inferiore alla qualità di quanto assaggiato e al servizio di cui abbiamo goduto.

La nuova “Hostaria Sa Osa” è senza dubbio un ristorante dalla buona impostazione generale, che presenta le sue eccellenze nella qualità del servizio e – ad esclusione dei liquori – nella cantina. La cucina appare a tratti brillante, a volte meno convincente, mentre l’ambientazione e la proposta musicale disegnano per gli avventori un’atmosfera di certo piacevole e rilassante. Ottimi i margini di miglioramento; per ora, tre burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Hostaria Sa Osa”: Tre Burricchi.
Ristorante Hostaria Sa Hosa Indirizzo: Via Cavour 48, Cagliari
Telefono: 0707568536    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


apr 13 2013

Kuvee wine grill – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Kuvee - Interno

Kuvee – Interno

 

Siamo giunti fin qui dalla radura. Abbiamo sconfitto i patrigni elementi del Creato, attraversato foreste incantate, guadato fiumi color del sangue, superato i più alti e ingenerosi dirupi, ma adesso insormontabile ci appare questo colle; perigliosa diviene questa strada che, tracciata dal ferro e dal fuoco di mille battaglie, si innalza fin dove l’occhio non riesce a scorgere, dove una mente ebbra e timorosa, figura meravigliosi tesori e terribili prove da superare.
Si narra che per queste vie, il Lanciallotto possente e valoroso, ogni luna nuova impavidamente si inerpichi col suo fedele Cuaddu verso il Castello, per concedersi in gran segreto alla sua Ginevra, donna amorevole e passionale. Basterà seguire le sue orme, celati dal buio della notte e dal placido passo del burriccu, per raggiungere quei tesori che da sempre noi, instancabili donkeys, andiamo cercando.
 

Kuvee - Cestinetti alici peperoni rucola

Kuvee – Cestinetti alici peperoni rucola

 

Cagliari, Venerdì sera. Sotto un filo di luna nuova, è lunga e onerosa la salita che conduce i burricchi dall’oblio di una grigia settimana di lavoro, verso la brillante luce dell’opulenza. Via San Giovanni si mostra inaccessibile e lontana e l’Ing.Marrocu, reduce da una non breve periodo di febbri e deliri – questa volta giustificati -, avverte tutta la fatica del dislivello. Al suo fianco un impeccabile Raschione, e un Jesus in armatura da pusher, congiuntamente incutono non pochi timori ai pochi viandanti che percorrono la Via.
Poche ore prima, lo stesso Jesus aveva manifestato profondi dubbi sulla destinazione della serata, apparentemente di basso profilo; raggiunto l’uscio del “Kuvee wine grill”, anche l’esigente Marrocu manifestava una qualche contenuta perplessità:
«Ma che avete scelto, un ca. di bisteccheria?!?». Vedremo a breve, come ogni pregiudiziale scetticismo verrà subitamente spazzato via.
 

Kuvee - Antipasti

Kuvee – Antipasti

 

Il “Kuvee” è l’espressione gastronomica tangibile dell’enoteca “Lancillotto”, noto ed eccellente punto di riferimento enologico nell’ambito della ristorazione cagliaritana. Il locale appare come un ben curato ed accogliente buggigattolo rettangolare, con una decina di tavoli, stracolmo di bottiglie e suppellettili, utilizzati come ornamento a contorno di mura color paglierino, strutture in legno ed elementi rustici di varia natura. Le prestigiose etichette, compaiono organizzate in scaffali e mensole, appese alle pareti in pietra o disposte trasversalmente su supporti non lineari. La parete di nord-est, si raccorda cromaticamente alla contro-soffittatura per mezzo di suggestivi pannelli lignei, ricavati probabilmente da confezioni rigide di vini pregiati. Pregevole e ben dosata è la proposta musicale diffusa in etere, mentre ci appaiono fuori luogo il pur discreto (spento) televisore LCD e un grosso frigorifero centrale, il cui impatto scenico suggeriamo di alleggerire, per lo meno con un rivestimento in stile rustico.
 

Kuvee - Lardo di pata negra

Kuvee – Lardo di pata negra

 

Il servizio in sala, impeccabile e risoluto, è garantito da un giovane maître, che gentilmente ci fa accomodare e ci indirizza verso l’excursus culinario della serata. La cucina del “Kuvee” è quasi esclusivamente basata su piatti di terra, per cui l’autorevole e magistralmente strutturata carta dei vini, non poteva che suggerire un vino rosso come accompagnamento della cena. L’ingegner Marrocu, sulla cernita dell’etichetta si impunta di principio («sennò la finiamo anche stavolta a “Costamolino”!»), e  pretende che si attinga dalla produzione vinicola extra-territoriale, pur non avendone chiaramente coscienza e conoscenza alcuna, tanto da dover fare appello all’esperto cameriere. Dopo qualche ragionamento, si sceglie una etichetta australiana («Ingegnere, lei guarda troppo “Airport Security”!») che si rivelerà invero, di aroma, fragranza, e gusto notevoli:  “Norwood” Shiraz cabernet merlot del 2008, delle tenute “Salomon” nel sud dell’Australia. «Questa bottiglia ha aspettato cinque anni prima di trovare chi l’avrebbe apprezzata!»
 

Kuvee - Tagliatelle, tortelli

Kuvee – Tagliatelle, tortelli

 

Prima di questo, avevamo già avuto modo di gustare un buon prosecco di Valdobbiadene, offerto e accompagnato con un originale e appetitoso stuzzichino di benvenuto, composto da pomodoro pachino, sposato a semi di sesamo e amalgama di miele.
Riguardo gli antipasti, li abbiamo trovati semplici nella loro composizione, ma con qualità, equilibrio di sapori e presentazione di indubbio livello: cestinetti di alici con peperoni rucola e riduzione di vino rosso; flan di pecorino, con crema di basilico e accenno di peperoncino in polvere; mozzarelline di bufala, con pomodorini confit e decoro di basilico fresco; polpette di manzo alla crema di zafferano; tortelloni di bresaola, con ripieno di melanzana su letto di rucola; tagliere con leggerissimo lardo di “Patanegra” su letto di carasau e decoro di rosmarino.
 

Kuvee - Bistecca

Kuvee – T-Bone di scottona

 

La filosofia di condurre la cena con equilibrio di sapori e senza pietanze eccessivamente costipanti, prosegue con l’assaggio dei due primi di giornata: fettuccine ai funghi porcini; tortelli di patate e carciofi, serviti con condimento di burro e salvia.
Le due paste, che sopra potete apprezzare combinate nell’impiattamento prodotto da Jesus, risultavano delicatissime e gustose. In particolar modo i funghi porcini – per i quali non è certamente stagione, come il maître ci ha doverosamente fatto notare – avevano paradossalmente guadagnato in termini di delicatezza dal necessario e inevitabile percorso lungo la catena del freddo, che li aveva fatti arrivare fino alla nostra tavola.
 

Kuvee - Meringa

Kuvee – Meringa

 

Con ancora qualche spazio a disposizione, i burricchi decidevano quindi il taglio di carne da richiedere, come inevitabile e doveroso secondo piatto. Dopo qualche tentennamento, la scelta ricadeva su una “T-Bone” di scottona argentina (o almeno così mi pare di ricordare) che ponderatamente  e compostamente sceglievamo di condividere, salvo poi pentircene un minuto dopo, dato che ne avremmo volentieri divorato ben altre quantità. Impagabile la scelta di fornirci di ceramiche pre-riscaldate (buddiasa) al fine di esaltare il gusto della carne sul piatto. Onore al merito all’Ing.Marrocu che si è prodotto in un minuzioso disossamento, senza per questo lasciarsi andare a poco eleganti fagocitazioni. Da segnalare inoltre, che avendo Jesus dichiarato di non voler terminare il poco vino rimasto nel proprio calice, i due asinini commensali si sono precipitati a spartirsi il prezioso nettare: «non vorrai mica sprecare il sangue di Cristo?!?».
 

Kuvee - Tiramisù

Kuvee – Tiramisù

 

Strepitosa, seppur limitata, la proposta dei dessert. L’Ing.Marrocu ha avuto modo di impegnarsi con una deliziosa meringa con sciroppo ai frutti di bosco e gelato al pistacchio, mentre Jesus e il Raschione hanno optato per un tiramisù su letto di tortilla e spolverata di cacao. Entrambi i dolci erano decorati con una sorta di composizione artistica cubista, realizzata con caramello rigido, e giustamente accompagnati da un richiesto passito di Pantelleria, volutamente escludente, da parte dell’Ing.Marrocu, possibili alternative autoctone.
Il pasto si concludeva quindi con due caffé e tre buoni rum “Ron Zacapa”, invecchiati 23 anni. Costo finale della cena, 40€ cadauno, da valutarsi un 10% inferiore al giusto dovuto, in funzione di una cucina di ottimo livello, e di una cantina e un servizio eccezionali.

La denominazione del ristorante, deriva probabilmente dal termine francese Cuvée e sta ad indicare la miscela di uve che cerca di raggiungere l’alchemica perfezione nell’arte dell’enologia. Il “Kuvee wine grill” è di per sé una ben riuscita miscela di accoglienza, professionalità ed equilibrio, articolata con una proposta gastronomica di primo livello e sostenuta da una eccezionale carta dei vini. Quattro burricchi con menzione speciale per la cantina e il servizio.

 


VALUTAZIONE “Kuvee wine grill”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kuvee wine grill Indirizzo: Via San Giovanni 224, Cagliari
Telefono: 0706670046    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


mar 9 2013

Ristorante Galaia city – Cagliari

 Scritto da Jesus | 10 commenti | Commenta

Galaia City - Interno

Galaia City – Interno

 

G: «Oh Ingegnere, Ingegnere, perché sei tu Ingegnere? Rinnega i Burricchi e rifiuta la tua stessa laurea. E se proprio non lo vuoi fare, giurami soltanto che mi pagherai la cena, e io sarò sarò per sempre una fan del Donkey Challenge

I: «Signorina, francamente mi paiono eccessive entrambe le soluzioni proposte; la invito quindi, in subordine, a lanciarmi la sua lunga treccia, onde discutere, privatamente ed economicamente, delle nostre questioni sentimentali.»

G: «Son solamente le tue orecchie a essermi ostili, rinnega dunque i tuoi soldi, e resterai sempre il mio Ingegnere!»

I: «Signorina, ho capito che per me forse risulta più conveniente cambiare di balcone, quasi quasi ritiro la mia affrettata proposta, e speditamente mi reco a mangiare alla Galaia!»
 

Galaia City - Tutto tonno

Galaia City – Tutto tonno

 

Con la scelta conservativa e distaccata di un ipotetico (!) parsimonioso Ingegnere, teatralizzata all’ombra del balcone di questa breve ed estemporanea parodia shakespeariana, iniziamo il rendiconto per questa settimana – come per altre centocinquanta settimane addietro abbiamo fatto -, sul nostro ebdomadario appuntamento con la liturgia della tavola. Teatro del solenne rito, intrapreso in coincidenza della festività dell’otto Marzo, è il ristorante “Galaia City”, custode più delle tradizioni e della cucina tabarchina (Galaia, balcone ndr.) piuttosto che di quelle veronesi, e probabile espressione cittadina traslata di un quasi omonimo esercizio, collocato nel suggestivo enclave carlofortino, nell’Isola di San Pietro.
 

Galaia City - Capponata di tonno

Galaia City – Cappunada di tonno

 

Venerdì sera, ore 20.58. Jesus e il Raschione Ettore, dopo un fulmineo e fortunoso accomodamento della 150cv, già sostano di fronte all’ingresso del locale in quel di Viale Diaz, in Cagliari. I due Burricchi con curiosità attendono l’Ingegner Marrocu, terzo Triumviro ufficiale che, come da lui stesso annunciato, dovrebbe presentarsi con una gentile ospite, in grado di onorare adeguatamente la femminina ricorrenza.
In realtà, come ampiamente pronosticato, passati pochi minuti, la disforica figura dell’auto dell’ingegnere, si manifesta con il solo conducente a bordo. Ricevute indicazioni su dove collocare il teutonico mezzo, dopo qualche ulteriore attesa, l’Ingegnere raggiunge i suoi asinini colleghi. La ciccionata, a questo punto, in quasi perfetto orario rispetto al calendario stabilito, può avere inizio.
 

Galaia City - Panissa

Panissa

Galaia City - Zuppa cozze e arselle

Guazzetto cozze

 

Il “Galaia city” si alloggia negli spazi che un tempo furono del non proprio rimpianto “Jubilaeum“, e risulta integrato in una graziosa palazzina (che, a dire il vero, avrebbe bisogno di una rinfrescata esterna per ravvivarne i colori) dal sobrio stile liberty, centralmente dominata da balconcino in ferro che, decorato con un appariscente allestimento floreale, timidamente si affaccia sulla Via. L’interno del ristorante è dicotomicamente suddiviso in sale laterali; la prima – la zona servizi – ,  è costituita dal vestibolo di ingresso, che si estende longitudinalmente fino alla cucina. Sulla sinistra, si apre poi la spaziosa sala da pranzo, alla prima parallela. L’ambientazione appare al contempo calda ed elegante, con abbondanti decori in pietra, pavimentazione rustica, uno splendido controsoffitto in legno e un ben contestualizzato caminetto scuro, arricchito da strani elementi d’arredo in simil-porcellana bianca. Disegnano inoltre l’atmosfera, punti luce e drappeggi color latte, raffinate sedie imbottite, tovaglie beige e numerose stampe di bucolica vita tabarchina.
 

Galaia City - Carbonara di mare

Galaia City – Carbonara di mare

 

Accomodati al loro spazioso tavolo, i Burricchi vengono subito serviti di bevande di primo soccorso e pane da pasteggio (piuttosto buono), ma devono attendere non pochissimo prima che il maître, impegnato in amabili discussioni con ciascheduna tavolata, potesse raggiungerli per l’ordinazione di cibarie e vino. Il servizio in sala, di discreto livello, veniva inoltre garantito da due giovani camerieri (di ambo i sessi), e da un empatico cameriere più anziano, che poi scopriremo (fuori dal locale, a fine serata) aver girato mezza Europa, prima di poter raggiungere l’ultima culinaria destinazione. I discorsi, in questo caso, inevitabilmente si sono spostati sulle comuni conoscenze in quel di Carloforte, tanto da verificare il collegiale entusiasmo, di fronte alla figura del nostro leggendario Padre ispiratore: il burriccu “Anziano”, al cui fantasioso insulto e turpiloquio dobbiamo gran parte dell’ispirazione di questo sito!
 

Galaia City - Pansotti

Galaia City – Pansotti

 

La cucina del “Galaia City”, come abbondantemente preannunciato, è quella tipica dell’isola di San Pietro, con un buon numero di ricette tradizionali integrate da qualche piatto di carattere più universale. Nonostante le intenzioni di un confuso e disorientato Ing.Marrocu – che all’arrivo del maître subitamente esordiva con: «per me degli spaghetti allo scoglio!» – , i Donkeys si proponevano di iniziare la cena con antipasti di mare, e lo facevano intraprendendo la suggerita (dal menù) strada di esplorazione del tonno, vera specialità carlofortina, cucinato e proposto in differenti prelibate visitazioni. Qualche difficoltà vi è stata per il vino, quando la pretesa cernita da parte dell’Ing.Marrocu, veniva ahimè vanificata in seguito ad un default della cantina, e quindi prontamente avvicendata dalla più esosa richiesta del Raschione: un Vermentino IGT dei “Colli del Limbara” Ruinas, cantina Depperu.
«Lei sa vincere solo per infortunio dell’avversario!».
Dopo una breve attesa, e dopo la richiesta sostituzione del piatto (causa, poca brillantezza) da parte dell’esigentissimo Ingegnere, le pietanze arrivavano al nostro tavolo.
 

Galaia City - Panzerotto di ricotta con miele

Galaia City – Panzerotto di ricotta con miele

 

Gli antipasti, di ottimo livello, si manifestavano quindi con una composizione “Tutto tonno”, con una colorata Cappunada, con un piatto di strepitosa Panissa di farina ceci, e con una più familiare zuppetta di cozze marinate, comunque deliziosa.
Più specificatamente, la composizione di tonno si articolava in: cuore di tonno (il muscolo) su julienne di carote; musciame; fagiolata di tonno con cipolle; bottarga di tonno su letto di verdure.
La cappunada di tonno era composta da tonnina, cipolla, pomodori, capperi sotto sale, contorno di uova sode con riduzione di aceto balsamico; il tutto ben presentato e accompagnato da gallette di pane. Piccolo appunto sugli antipasti che spesso facciamo: sarebbe più conveniente servire le pietanze calde separatamente ed in un secondo momento, per evitarne possibili fastidiosi raffreddamenti.
 

Galaia City - Canestrelli

Galaia City – Canestrelli

 

Complessivamente meno convincenti, a dire il vero, i primi piatti. L’Ing. Marrocu comandava una “carbonara di mare” con tonno, cozze, cannolicchi, prezzemolo e spolverata di bottarga. Nonostante l’ottima qualità del condimento (in particolar modo le cozze erano molto gustose), gli spaghetti risultavano troppo al dente (non per il Raschione, Taras docet!), eccessivamente salati e senza una particolare armonia di sapori. Più positivo invero, il piatto di Jesus e del Raschione Ettore, scelto in subordine al non disponibile Cous cous ( «Vagni a pijò u cascà!»): pansotti (ravioli) al ripieno di ricotta e spinaci, con crema alle noci e condimento di prezzemolo, piuttosto buoni.
Neppure i dolci, invero, ci hanno lasciato particolarmente entusiasti ma, data la nostra ignoranza in merito alla cucina tabarchina, non ci è dato modo di sapere se per incidentale problemi di preparazione, o per un strutturale deficit della ricetta tradizionale: canestrelli  con zucchero a velo, bagnati in un moscato della casa (non brillante) per Jesus e l’Ing.Marrocu, mono-panzerotto di ricotta con miele per il Raschione.
La cena si è quindi conclusa con due caffè, due “run zacapa” (servito in bicchieri riscaldati, ma umidi) per il Raschione e Marrocu, e un classico cynar per Jesus. Un secondo giro di amari è stato offerto successivamente dalla casa. Costo complessivo della serata 42€ cadauno, da considerarsi relativamente adeguato, anche in funzione del costo del vino scelto.

Trovare un nuovo enclave culinario carlofortino in quel di Cagliari fa certamente piacere. Apprezzabile l’ambientazione e l’espressione della cucina tabarchina del ristorante, in un contesto piacevole e caldamente empatico. Una più rigorosa attenzione per i dettagli da parte di chef e servizio, e una maggiore cura per la carta dei dolci, potrebbe elevare il locale a un rango ben più prestigioso. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Galaia City”: Tre Burricchi.
Ristorante Galaia City Indirizzo: Viale Armando Diaz 37, Cagliari
Telefono: 0707566090 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook 


gen 20 2013

Ristorante Le plus Bon – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Le plus Bon - Interno

Le plus Bon – Interno

 

Mettiamo subito le cose in chiaro: quest’oggi sono drammaticamente appuntorato e quindi, dopo aver doverosamente ringraziato la Donna del presidente <3 per le amorevoli e materne cure prestate al mistico capezzale, non cercherò di nascondere il fastidio e il disappunto per la mia personalissima nuvoletta influenzale, che si manifesta periodicamente tra le 18 di Venerdì sera e le 7 di Lunedì.
Motivo per il quale, ragionando sulla responsabilità e sull’obbligo morale che grava su Jesus e sui Burricchi, in favore della fame di conoscenza dei propri fan, anche questo fine settimana potrete godere della nostra ebdomadaria recensione, ma non lamentatevi della resa letteraria!
 

Le plus Bon - Antipasti

Le plus Bon – Antipasti

 

Venerdì sera. A bordo della 150cv, Jesus e il Raschione Ettore si dirigono verso il ristorante “Le Plus Bon”, di non lontanissima apertura in quel di “Piazzetta Unione Sarda”, nuovo punto di ritrovo delle attività ludico-alimentari di Cagliari. I fumi del male già pervadono la mente dell’auriga Jesus (come se ve ne fosse stato bisogno), che sbaglia lo svincolo e si dirige verso Sassari tra le urla e gli insulti del Raschione. Poco male, la correzione della rotta non è difficile ma, di lì a breve – a dieci minuti dal rendez vous – uno sprezzante e improponibile messaggio dell’Ing. Marrocu metteva in allarme la macchina organizzativa del Donkey Challenge: “Sono stanco, non vengo”!
«Questa è la volta buona che scatta la squalifica… anche stasera in formazione PACS!»
 

Le plus Bon - Risotto

Le plus Bon – Risotto

 

Alloggiata la 150cv nel comodo parcheggio custodito sotterraneo, gratis per le prime tre ore (cosa che stimolerebbe la celerità metabolica di qualsivoglia susunku in procinto di desinare), i due Burricchi, già rassegnati ad una romantica cena a due, fanno il loro ingresso nel locale. “Le plus bon” (letteralmente il più buono) era già conosciuto in città come ottimo caffè/pasticceria/panetteria/servizio catering, abbondantemente utilizzato in passato dallo stesso Jesus, finanche per celebrare il proprio genetliaco con tanto di tartine al caviale, pasticceria mignon, torte alla nutella e spumanti DOC. I colleghi tutti ancora ringraziano!
In Piazzetta Unione Sarda, ritroviamo la stessa insegna e lo stesso logo, declinati però in chiave estesa ristorante/pizzeria.
 

Le plus Bon - Frittura di mare

Le plus Bon – Frittura di mare

 

La sala principale del ristorante appare, nel proprio contesto, enorme: dalla vetrina di ingresso (si prega vivamente di aprire o mascherare la porta di sinistra! ndr.) si sviluppa longitudinalmente seguendo il lungo bancone del bar, fino a raggiungere l’estesa parete opposta, dove quasi si mimetizzano gli ingressi di toilettes e cucina. I piccoli ed eleganti tavoli squadrati di colore chiaro, sono raggruppati in linea retta, tra loro piuttosto ravvicinati, pur occupano, nel complesso architettonico, solo una parte dello spazio disponibile. Lo stile è accentuatamente spigoloso e moderno, disegnato essenzialmente dai numerosi segmenti di luce colorata, integrati nelle pareti e nel contro-soffitto bianco. Le stesse pareti vengono decorate con stampe minimaliste e con una sorta di traslitterazione dispersiva, in caratteri rosso lucido, del nome del locale. L’effetto complessivo riconduce il tutto ad una ambientazione spaziosa, ma rumorosa e caotica allo stesso tempo. Lateralmente localizzata in fondo al locale, compare invero una ulteriore e più piccola sala – dove i Burricchi vengono alloggiati – che maggiormente apprezziamo per intimità e utilizzo degli spazi (confinati con una bella vetrata dalla quale si può scorgere via Santa Gilla) ma che si pavoneggiava di una vibrata e continua stimolazione luminosa al neon (potete verificarlo dalla qualità psichedelica delle foto) che, così come i giochi per la PS3, dovrebbe venire corredata da avvertenze sui rischi di permanenza prolungata. Durante la cena, per rilassarsi un po’ la vista, Jesus ha avuto modo di andare alla toilette dove, casualmente, una lampadina difettosa procurava peggiori effetti di pulsazione nevrotica: «a boccidura!»
 

Le plus bon - millesfoglie al cioccolato

Le plus Bon – millesfoglie al cioccolato

 

Dopo esserci scusati con il gentile cameriere per l’assenza del terzo burriccu, ed essere stati fatti accomodare ad un tavolo per due, ecco la inaspettata sorpresa: l’Ing. Marrocu si manifestava ex-abrupto in sala. «Che bei piccioncini romantici!» … «Ma allora Lei è veramente un burriccu!», la nostra risposta. Proseguiti per un po’ gli insulti reciproci, e cambiato obbligatoriamente tavolo, finalmente i burricchi potevano prendere visione del menù del ristorante che, escludendo la sezione pizze, pare intelligentemente articolato in quattro/cinque non banali pietanze per ciaschedun raggruppamento di entrée, primi piatti e secondi/insalate. Dopo una breve consultazione Jesus si rivolgeva al maître (che guardacaso scopriamo essere un conoscente dell’Ingegnere): «prendiamo tutti gli antipasti, escluso il primo in elenco.», ottenendo, in risposta, una valida alternativa: «se permettete posso consigliavi…». Seguito dall’elenco degli antipasti dal secondo all’ultimo in menù!
Invero, nonostante la ottima dotazione tecnologica del personale (con palmari direttamente collegato alle cucine) e la conseguente celerità nella gestione delle comande, il servizio pare peccare con difetti nei più piccoli ed umani dettagli, come il non presentare spontaneamente il pane al tavolo prima dell’inizio della cena, o come il “dimenticarsi” di corredare il cestello del ghiaccio con una opportuna stoffa per asciugare la bottiglia di vino, che nella fattispecie era un ottimo Vermentino di Sardegna DOC “Opale”, delle cantine “Mesa” di Sant’Anna Arresi, scelto e valutato con dovizia dall’Ing.Marrocu.
 

Le plus Bon - Panna cotta al cioccolato

Le plus Bon – Panna cotta al cioccolato

 

Come anticipato, gli antipasti scelti e proposti erano di non banale fattura e, complessivamente, di buona sintesi. Riportiamo (dalla stessa carta): Tataki (senza crosta di sesamo, come questa denominazione suggerirebbe) di tonno fresco con insalatina di riso nero integrale, maionese di ricci di scoglio e bottarga, ben presentato e gustoso (a mio gusto il migliore piatto del trittico); Insalatina tiepida di polpo arrostito alla griglia, con radicchio rosso, ceci, ciliegini e riduzione di aceto balsamico, dal particolare impiattamento che la faceva apparire più una zuppa, anche data la quantità di sugo (piuttosto insapore), presente sul fondo; piccola quiche con gruyère (gruviera svizzero, quello vero non l’Emmental con i buchi, con il quale viene spesso confuso!) porri e pancetta su fonduta di mozzarella di bufala: buona.
Pur indirizzati verso altre scelte dal risoluto maître, e nonostante le possibili alternative, i testardi Burricchi si concentravano su un unico primo piatto: risottino Carnaroli mantecato al nero di seppia, con julienne di capesante, seppie, brunoise (dadini) di verdurine di stagione e spolverata di bottarga di muggine. Nonostante l’intrinseca rusticità della presentazione, possiamo giudicare questo piatto appetitoso e abbondante.
 

Le plus bon - Sacher Torte

Le plus Bon – Sacher Torte

 

Molto meno positivamente, si manifestava l’assaggio di secondo richiesto: di fatto, una delle peggiori fritture di mare – con calamari, patatine e gamberi -, mai sperimentata! La panatura, eccessivamente unta d’olio, lasciava facilmente nudi i gamberi, venendo via con un soffio, tanto da far venire il sospetto che fosse stata preparata da ore e tolta dal frigorifero un minuto prima di venire tradotta nell’olio bollente; questa supposizione è in accordo con i brevissimi tempi di produzione, non «eticamente» compatibili con la ricetta di una buona frittura.
Anche i dolci – preconfezionati, pur se ben presentati -, non ci lasciano un buon ricordo: Sacher torte eccessivamente asciutta per Jesus, anonima panna cotta al cioccolato per l’Ing.Marrocu, fortunatamente buona millesfoglie al cioccolato per il Raschione.
La cena si concludeva quindi con 2 caffé, un mirto per Jesus, una grappa barricata per il Raschione (ripudiata l’”Animanera” offerta come surrogato del richiesto liquore alla liquirizia). Costo complessivo, 38€ cadauno, da giudicarsi un 15-20% eccessivo rispetto alla qualità complessiva registrata.

Le plus Bon si caratterizza con una ambientazione accattivante e alla moda, con un servizio rapido ma non sempre impeccabile e con un menù di buon livello, messo in pratica però in maniera talvolta approssimativa. Grossa la delusione per i dolci: con una tradizione ed un nome così altisonante, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “Le plus Bon”: Due Burricchi.
Ristorante Le plus Bon Indirizzo: Piazzetta Unione Sarda, Cagliari
Telefono: 0702099121    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook