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ott 12 2013

Il Tegamino Bianco – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Tegamino Bianco - Interno

Tegamino Bianco – Interno

 

Il tegamino è bianco. E’ bianco e sta sui fornelli. Il tegamino sta sui fornelli, e accanto a se ha un cuoco, una massaia; un impiegato, uno sciupafemmine, un marito premuroso o un azzeccagarbugli qualunque, che già per lui prevedono un dovere e una missione, una improrogabile incombenza sull’avanzare del proprio desiderio. Questa sera, in cucina, sarà lui a portare a termine un piccolo ed importante disegno, a determinare la gioia o il disgusto, la noia o la passione, la solitudine o il calore di una festa. E’ solo un tegamino, per di più è bianco, ma quando il coperchio spalanca e per un istante e accoglie i nostri culinari propositi, si trasforma nel primo protagonista della nostra vita: mica poco!
 

Tegamino Bianco - Tris d'autunno

Tegamino Bianco – Tris autunnale

 

Ottobre, giovedì sera. Già vien quasi tenerezza nel ricordare, a distanza di pochi giorni, il colossale appuntoramento che colse l’Ing.Marrocu in quel di Quartu S.Elena, e che ha scandito, nel regolare proporsi di fragorosi starnuti e nell’orografico accumularsi di fazzoletti di carta nei pressi del nostro tavolo, il progressivo evolversi della serata, di cui addì dodici andremo a dar rendiconto; serata, anormalmente organizzata in giorno feriale, proprio per venire incontro  alle esigenze dello stacanovista Ingegnere, che dapprima dichiarava di dover lavorare tutto il weekend – quindi potendo manco meno ipotizzare di scrivere lui questa recensione – per poi comunicare di aver cambiato turno. Tra l’altro, le maldestre quanto inefficaci precauzioni epidemiologiche dell’Ingegnere, hanno prodotto la prima vittima: Jesus, che mentre vi scrive ha la febbre prossima ai 101 gradi Fahrenheit!
 

Tegamino Bianco - Antipasti

Tegamino Bianco – Antipasti

 

E quindi, in quel di Quartu il Triumvirato del Donkey Challenge si ritrovava una sera, supportato dalla gentile ed eterea presenza della Donna del Presidente (DDP), da subito scorgendo, al puntualissimo incontro, l’uscio del novello ristorante “Il tegamino bianco”, che non poco anonimamente si propone sulla Via: la non centralissima “Luigi Merello”.
Apprezzando infinitamente l’araldica denominazione, accomodante l’archetipo dell’utensile di uso comune, suggeriamo di dotare la facciata esterna di insegna e lanternine d’atmosfera, onde rendere più accattivante l’ingresso. Superato quest’ultimo, ci si immette nello spoglio cortile di quella che appare, almeno strutturalmente, una magione campidanese, con copertura sviluppata a forma di elle. Escluso, per il clima non più generosissimo la possibilità di desinare all’aperto, procediamo lateralmente verso l’interno per poi, superato un breve vestibolo, accedere alla sala principale del ristorante.
 

Tegamino Bianco - Tris di primi

Tegamino Bianco – Tris di primi

 

L’atmosfera e lo stile della sala da pranzo sono deliziosamente costruiti sui principi di un arredamento elegante, minimale e moderno. Gli spazi si distribuiscono lungo uno uno splendido pavimento in legno rustico chiaro, dal quale emergono dei tavolini squadrati bianchi, con base impermeabile bruna, che rende superfluo l’utilizzo di tovagliame d’appoggio. Le tonalità cromatiche alle pareti e i punti luci si sviluppano con il raffinato equilibrio tra le sfumature del bianco e del grigio, mentre gli specchi e gli originali suppellettili d’arredo, donano un indiscusso tocco di classe a tutto l’ambiente. Annotiamo positivamente, infine, l’eleganza e la cura della toilette per la quale, invero, dobbiamo segnalare un piccolo difetto dell’uscio: maniglia della porta, rimasta in mano prima al Raschione, poi allo stesso Jesus, che si è dovuto ingegnare per ripristinarla.
 

Tegamino Bianco - Raviolini allo zafferano

Tegamino Bianco – Raviolini allo zafferano

 

Il servizio in sala, di sicuro livello, è garantito (per quanto abbiamo intuito) dagli stessi soci che hanno preso in carico il ristorante: una solare ed elegante signora – con abbigliamento in tinta all’ambiente – e un più informale collega: eleganza prossima a quella di Jesus, fate voi. Il terzo socio apprendiamo essere il cuoco, ovviamente indaffarato in cucina.
Notevole il menù, in particolar modo per la non convenzionalità delle pietanze, ma per certi versi dispersivo nella presentazione. Per definire il nostro percorso ci districhiamo tra le varie proposte, attingendo dall’interessante “Menù dell’oste impazzito” (di base 20 euro, per i nostri più susunki lettori), dalle “Specialità d’Autunno” e dal Menù a la carte. Volendo spaziare “per monti e per mare”, decidiamo di scegliere un rosso di prestigio: IGT Isola dei Nuraghi “Cagnulari”, delle cantine Chessa di Usini, perfettamente mesciuto dalla titolare e, come consuetudine, ben valutato dall’Ing.Marrocu.
 

Tegamino Bianco - Asado australiano

Tegamino Bianco – Asado australiano

 

Dopo un primo brindisi, con un prosecco di benvenuto, i burricchi potevano dar fuoco alle polveri, e allora esordire con un assaggio di eccellenti ostriche di San Teodoro, degustate dai tre quarti dei commensali, perché alla DDP non piacciono!
La naturale tendenza femminile all’inedia, si è più volte manifestata durante tutta la cena, tanto da dover richiedere un super lavoro mandibolare da parte di Jesus per consumarne gli avanzi, e infino provocare l’interessata presa di posizione da parte dell’Ing.Marrocu: «la prossima volta mi siedo io vicino a lei!». Gli antipasti proseguivano quindi con un fantastico tris di prelibatezze: baby sufflè al pecorino erborinato “Brebiblu” (prodotto da Argiolas, erroneamente traslitterato come “Breby blu”), crostini con lardo e spolverata di tartufo nero,  cono (in realtà fagottino) di frittura di polpettine di carne e funghi porcini; il tutto accompagnato da presenza abbondante di foglie di songino (valerianella). Seguivano poi: crostini di burrata e alici su letto di carasau e songino, con condimento di un’erbetta aromatica non meglio identificata (Jesus l’aveva indicata come cipollina, ma il pistillo nero ci fa dubitare); ottime frittelle con fiori di zucca e pecorino e, per terminare, goduriosa impepata di cozze, ingurgitata per la metà delle porzioni da Jesus, in virtù del fatto che la DDP ne gradiva solo il sugo di condimento! Nota di merito, vogliamo anticipare, per la qualità estetica dei piatti da portata, mentre l’ingegner Marrocu, per ragioni di funzionalità manuale, si è più volte lamentato della usabilità delle forchette! Segnaliamo, infine, cestinetti di pane d’accompagno molto gustosi.
 

Tegamino Bianco - Creme Caramel

Tegamino Bianco – Creme Caramel

 

Primi piatti. Nel mentre che la DDP sceglieva sobriamente di dedicarsi ad un’unico primo piatto, gli ingordi triunviri pretendevano di ordinare un tris di pietanze che comprendessero quella di cui sopra: raviolini in crema di zafferano e brebiblu, paccheri al ragù di bue rosso, cous cous di pesce (nell’occasione astice) e verdure del “tegamino bianco”. Buonissimi!
Non paghi, i quattro (i tre) divisavano almeno un assaggio di carne. Dalla voluminosa proposta di carni alla brace, estrapolavano quindi un allettante asado australiano, servito praticamente vivo, con salsa chimichurri, su letto di pane carasau e decoro di rosmarino e pomodorini: eccellente!
 

Tegamino Bianco - Tiramisù retrò

Tiramisù retrò

Tegamino Bianco - Cheese cake

Cheesecake

 

La cena andava quindi concludendosi con i dessert: tiramisù “retrò” con amarene e piccolo cachi in recipiente di latta, su basamento di ardesia, per Jesus e DDP, creme caramel (senza lattosio) per l’Ing.Marrocu, cheesecake alle fragole e caramello per il Raschione, inevitabilmente accompagnati da ottimo passito di Pantelleria.
Fattosi tardi, e in considerazione della prossima dipartita del moribondo Ingegnere, i commensali decidevano di terminare le ostilità, senza caffè o amari. Costo complessivo della cena, 40€ cadauno, da giudicarsi un 20% al di sotto del giusto dovuto, in considerazione di qualità di portate e servizio.

Quartu Sant’Elena ci stupisce una volta di più, per l’ospitare un ulteriore nuovo ristorante di alto livello. Ambientazione elegante, servizio puntuale ed attento, menù originale ed appagante, attenzione estetica per i dettagli, fanno del “Tegamino bianco” un sicuro ricettacolo di amanti della cucina. Qualche segnalato difetto possiamo attribuirlo alla prima fase, di rodaggio e di apertura. Quattro burricchi con menzione speciale per l’ambientazione.

 


VALUTAZIONE “Il tegamino bianco”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il tegamino bianco Indirizzo: Via Merello 166, Quartu S.Elena
Telefono: 0708676237    [mostra in google maps]
 

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ago 3 2013

Ristorante Domo Mea – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Domo Mea - Interno

Domo Mea – Interno

 

Ma cosa mai ci faranno di Venerdì sera, sfiancati da una calda settima di lavoro, un probo e moralista ingegnere, un risoluto ed estraniato Raschione ed un abulico e sfaccendato («so’ stanco!») figlio di Dio, in quel del Viale Elmas, nota licenziosa enclave del piacere di strada cagliaritano?
Forse che quell’afa umida d’Agosto, che stringe e soffoca silenziosamente i polmoni, che spinge la coscienza verso la morsa di deliquio e irrealtà, abbia per un istante confuso e rimescolato le primigenie passioni dei nostri scapestrati eroi? Cosa andremmo allora a disquisire, rendicontare e recensire quest’oggi? Restate seduti, mettetevi comodi e non cambiate canale!
 

Domo Mea - Antipasti

Domo Mea – Antipasti

 

Recidivi. Non è invero la prima occasione per la quale il Triumvirato asinino trova l’ardire di ricongiungersi per queste strade. Ed oggi, i Burricchi hanno previsto di celebrare la loro pagana liturgia nei già visitati spazi di un vecchio ristorante (“Su pruppu e s’aligusta”) che da tempo ha cambiato nome e – più volte – gestione.
Il recente passaggio all’ultima conduzione del “Domo Mea” risulterà presto evidente, in ordine al periodo di transizione e assestamento, con riferimento ad alcuni rimarginabili difetti, che nel seguito avremo modo di approfondire, e alla esibizione di biglietti da visita, in cui i nomi dei vecchi proprietari risultano eco-compatibilmente depennati con deciso tratto di pennarello.
 

Domo Mea - Zuppa di cozze e arselle

Domo Mea – Zuppa di cozze e arselle

 

Venerdì sera. Nulla di particolarmente interessante da dettagliare nell’approccio alla ciccionata, se non un incidentale e fugace alterco verbale tra il Raschione e una signora, ultra settantenne, alla guida della sua claiming to be sa meri of the road utilitaria. Capziosamente segnalato in ultimo, dall’Ing.Marrocu, un suo possibile ritardo (risp: «eh, sticazzi») poi al contrario alloggiatosi di largo anticipo nel laterale parcheggio del ristorante, pronto ad accogliere Jesus e il Raschione al loro presentarsi – con consueta precisione svizzero-maniacale -, alle ore 21.00 in punto: «m. mia alla puntualità dei burricchi!!!»
Dopo i doverosi convenevoli di rito, i tre accedevano al ristorante dalla certamente più battuta via laterale, direttamente praticabile dal comodo riparo riservato alle auto dei clienti.
 

Domo Mea - Triglie Polpo Insalata di mare

Domo Mea – Triglie Polpo Insalata di mare

 

Il locale, a parte qualche differente suppellettile notato alle pareti, è strutturalmente identico a quello che ben ricordiamo dai tempi de “su pruppu e s’aligusta”. Organizzato su due sale contigue, caratterizzate da pavimentazione in ceramica bianca, pareti color paglierino chiaro e drappeggi vermigli, presenta alcuni elementi elegantemente decorativi, come specchi incorniciati d’oro, ma molti altri che riconducono velocemente l’impronta estetica verso quella di una trattoria di quartiere, più in accordo con l’accezione del proprio nome: “casa mia”. C’è da dire che non tutto il ristorante è stato preso in visione, per cui potrebbe esserci una più elegante sala, celata a quella popolosa, dove siamo stati alloggiati.
 

Domo Mea - Burrida

Domo Mea – Burrida

Domo Mea - Orata Sardine

Orata e Sardine marinate

 

Al nostro ingresso veniamo accolti da una gentile ed empatica cameriera, ma anche dalla molesta prorompenza di un televisore LCD sintonizzato su Rai3, che non ci siamo permessi di chiedere venisse spento, e di cui abbiamo finanche abusato, dapprima con un canale di musica caraibica (tra l’altro siamo stati informati di una prossima animazione a tema nel locale) per poi – assuefatti dalla nenia insopportabile – virare verso trasmissioni cult di DMAX, che ci hanno consentito di apprezzare il nostro pasto col sottofondo di spettacolari incidenti stradali ed improbabili omicidi indotti da ipnosi.
 

Domo Mea - Fregola con arselle

Domo Mea – Fregola con arselle

 

Dopo esserci accomodati ad uno spazioso tavolo per quattro, la cameriera “tuttofare” subito ci erudisce sulle consuetudini e i limiti determinati dal passaggio alla nuova gestione. In particolare, l’approvvigionamento dei vini bianchi aveva subito qualche rallentamento, tanto da indirizzare la nostra scelta forzatamente verso un Vermentino di Gallura DOC “Giogantinu”, della omonima cantina sociale di Berchidda, che personalmente non assaggiavo almeno dal 2006. La prima mescita del vino è avvenuta con sbrigativa risolutezza («neanche ve lo faccio assaggiare che tanto lo conoscete già!») ma questo è l’unico appunto che possiamo muovere al servizio, dimostratosi insperabilmente rapido e attento per tutta la sera, con continue richieste di feedback sul  gradimento di quello che stavamo assaggiando.
 

Domo Mea - Riso alla pescatora

Domo Mea – Riso alla pescatora

 

Prescindendo per nostro vezzo dalle possibili pietanze della bisteccheria, possiamo subitamente affermare che, nonostante la cucina del “Domo Mea” non si lanci in raffinati voli pindarici, ma sia piuttosto basata sui piatti tipici dell’ortodossia culinaria nostrana presentati con bucolica parsimonia di forma, ci hanno di certo positivamente sorpreso sia la qualità indubbia delle materie prime, sia la ricercata compostezza dei sapori che, con un impareggiabile controllo dei toni aciduli delle marinature e delle salse, ha trovato la sua apoteosi espressiva in una delle burride di gattuccio più delicate e gustose mai provate dai burricchi nella loro pur lunga carriera: chapeau!
 

Domo Mea - Grigliata mista

Domo Mea – Grigliata mista

 

A parte la sopraccitata burrida, gli antipasti si componevano di altre nove pietanze, più un apricena costituito da crostini con brunoise di pomodori, olio d’oliva, basilico e origano. Insalata di sedano e bottarga (eccellente) a scaglie; filetto di orata alla pizzaiola; frittelle di gianchetti (bianchetti); orata e sardine marinate; strepitosa zuppetta di cozze e arselle in rosso; insalata di mare con polpo, cozze, arselle, surimi (quasi perdonabile, dato il gusto complessivo del piatto); insalata di polpo; triglie scaloppate.
Per dovere di cronaca segnaliamo che non ci è stato possibile ordinare una desiderata cruditè di cozze, perché i buonissimi mitili acquistati in giornata non avevano comunque superato la pezzatura minima richiesta dallo chef.
Dopo qualche minuto arrivavano al nostro tavolo anche i già comandati primi piatti, che confermavano le impressioni degli antipasti: ottima fregola con le arselle (in realtà Jesus l’aveva comandata con le cozze, ma lui stesso sospettava un misunderstanding al momento dell’ordinazione) e buon Risotto alla pescatora per l’Ing.Marrocu, che accusava già una certa fatica all’accumulo alimentare, forse cagionata dal caldo.
 

Domo Mea - Sebada

Domo Mea – Sebada

 

Non potevano i tre, a quel punto, negarsi e rinnegare il piacere di una grigliata mista, ordinata in numero di due porzioni, costituita da pur buoni gamberoni argentini cotti con una leggera gratinatura di pane, un’orata e una spigola dal sapore significativo: «è buona pure sa mazza!».
La serata ha rischiato di concludersi senza dolci, avendo la cameriera inizialmente asserito: «li abbiamo finiti!». Dopo pochi istanti, comunque, ritornava sui suoi passi suggerendoci una Sebada al miele (di eucalipto) gustata pienamente dal Raschione e invece condivisa da Jesus e dal Marrocu (ormai arrivato “alla frutta”). Le sebada (o seadas) sono state accompagnate da un vino moscato di discutibile fattura.
La cena si concludeva quindi con due caffè, una liquirizia “Myrsine” di Dolianova per Marrocu e Raschione (che fortunatamente non ha neanche osato domandare un Rum agricolo) e un “Amaro 18″ Isolabella per Jesus («ha un gusto che è un incrocio tra un Cynar e un alka seltzer!»). Costo complessivo dell’operazione 30 euro cadauno, da giudicarsi un 25% inferiori al giusto dovuto, rimpinguati da meritata e significativa mancia.

A Cagliari e dintorni non si trovano solo ristoranti di lontana tradizione familiare, blasonati locali panoramici e accattivanti proposte d’alta cucina. Se sapete bene ricercare, è possibile trovare piccoli inesplorati anfratti dove ancora ci si può coccolare con una cucina semplice e genuina, espressa nella migliore accezione della tradizione cagliaritana. Nonostante qualche cosa sia ancora da registrare e qualcos’altro probabilmente non migliorerà, il “Domo Mea” è un ristorante che sicuramente ci sentiamo di consigliarvi. Tre burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Domo Mea”: Tre Burricchi.
Ristorante Domo Mea Indirizzo: Viale Elmas 79, Cagliari
Telefono: 0707545579 ‎    [mostra in google maps]
 

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mar 2 2013

Ristorante L’Angolo di Pinna – Cagliari

 Scritto da Ettore | 1 commento | Commenta

Pinna - Interno

Pinna – Interno

 

La sfida delle insidie del gran diluvio, antipasto di una ormai prossima e annunciata apocalisse, come il riscatto di un pugile costretto all’angolo che si ribella all’incedere dei colpi dell’avversario e costruisce la propria vittoria, allo stesso modo la compagnia dell’asinello, nonostante le nefaste profezie della cuccurra col cappellino (si pigausu una passad’è acqua!), non rinuncia a riunirsi per celebrare la liturgia settimanale dedicata ai piaceri della tavola. Luogo di culto prescelto per la settimana l’Angolo di Pinna, nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, che ci piace pensare come la giusta dicotomia tra il tributo ad un grande campione del ring e il podio per colui che si rivelerà un gran campione in cucina. Aprofitterà il menestrello in pectore della serata degli effetti del sovra dosaggio di un ottimo Ron Zacapa, per estorcere qualche sorso ad una fonte dell’ispirazione che, nonostante le recenti piogge, non sembra più così generosa.
 

Pinna - Petto d'oca

Pinna – Petto d’oca

 

Sono le 20:40 di venerdi 1 marzo quando gli elementi più attivi della compagnia, dopo aver trovato un impossibile accomodamento per la fedele utilitaria scelta come vettore per la serata, convergono verso il punto d’incontro per formare un Triumvirato inedito, vista l’assenza non completamente giustificata del terzo ipotricotico burriccu titolare, comunicata in modo confuso on the way, completato da un graditissimo ospite che, per comodità di cronaca e per una rinnovata attenzione per la privacy altrui, chiameremo M., senza dare altre indicazioni, nè sui titoli, nè sul sesso. Espletati i formalismi di saluto imposti dall’etica, la ciccionata può cominciare.
 

Pinna - Antipasti

Pinna – Antipasti

 

Di recente apertura, l’ambientazione è ancora molto sobria ma gradevole, nella quale abbiamo avuto difficoltà a trovare una impronta di stile ben marcata. L’ingresso è dominato da una vetrina con l’esposizione della pasta fresca della casa, che si rivelerà uno dei punti di forza della cucina e che trova alloggio dietro un bancone bar che precede un piccolo corridoio nel quale trovano alloggio diversi tavoli, che conduce alla sala principale, di forma quadrata, capace di ospitare 20-25 coperti. Le pareti sono decorate con innesti di pietre a vista e diverse mensole in legno scuro, materiale che ritroviamo nelle travi a vista e nel rivestimento del soffitto. La sala principale, sfrutta, durante il giorno, la luce di due finestre che danno su un cortile interno, protette da eleganti tende in organza chiara. In fondo alla sala un pratico disimpegno nasconde l’ingresso ai servizi e alle cucine, locali evidentemente poco capienti, vista la necessità di alloggiare i frigoriferi in sala. Adiacente alla superficie di separazione, una vecchia credenza che ospita tovagliame e posate riporta chi Vi scrive indietro nel tempo presso la casa dei nonni. I tavoli in legno massello scuro son composti da unità quadrate, rivestiti da tovaglie bianche, con sedie abbinate rivestite in paglia.
 

Pinna - Carciofi e bottarga

Pinna – Carciofi e bottarga

 

Il servizio, garantito da un giovane cameriere si rivelerà preciso e puntuale, agevolato in questo dall’esiguo numero di avventori in sala per la serata. Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo in legno da quattro coperti nella sala superiore, ben illuminata e ben climatizzata e ci viene offerto un ottimo aperitivo di benvenuto a base di bitter, vermentino, succo d’arancia e rum.
L’offerta della cucina spazia egualmente fra percorsi di terra e di mare, con un assortimento di piatti ragionevolmente limitato per ciascun tipo, ma assolutamente interessanti in termini di contenuti. La morbosa preferenza per i prodotti del mare orienta la comitiva nell’usuale degustazione a tema che inizia con tutte le possibili scelte di antipasti disponibili, con una piccola ma graditissima eccezione che andremo a descrivere. Meno ampia e accattivante l’offerta della cantina, in cui non spiccano etichette blasonate, ma tra le quali eleggiamo il sempre gradito Is Argiolas DOC 2011 come nettare che accompagnerà la serata.
 

Pinna - Fregola al profumo di mare

Fregola profumo di mare

Pinna - Ravioli nero di seppia salmone

Ravioli nero di seppia

 

Un breve momento di facile ironia reciproca fra il nostro ipertricotico burriccu e M. sullo stile da tenere a tavola precede l’arrivo dei piatti: si inizia con La Burrida, quella vera, abilmente preparata da colui che ne ha registrato il nome nel dizionario della lingua italiana; pur non essendo un amante del genere, la ritengo comunque esagerata per pienezza di gusto ed equilibrio dei sapori; seguiva poi un ottimo carpaccio di pesce spada affumicato su un letto di rucola e pomodorini, un meno gradito carpaccio di salmone su letto di iceberg con riduzione di aceto balsamico, poco indicato, soprattutto per i clienti locali che preferiscono prodotti nostrani, e un eccezionale carpaccio di petto d’oca su letto di valeriana, variante di terra, inserita su consiglio del personale, causa indisponibilità di polpo fresco.
 

Pinna - Spigola ai carciofi

Pinna – Spigola ai carciofi

 

La degustazione proseguiva con una ineccepibile zuppa piccante di cozze e arselle e una eccellente insalata di carciofi di stagione e bottarga a scaglie. Antipasti molto postitivi per la qualità degli ingredienti e preparazione d’alta scuola. L’ottimo impatto con la cucina alimenta l’attesa per i primi piatti, concordati direttamente con lo chef/titolare dopo una piacevole conversazione. Con tempistiche perfette, approdano alla nostra tavola due piatti di fregola artigianale della casa al profumo di mare con cozze, arselle, seppiette, gamberi, assolutamente eccellente, una vera e propria poesia di sapore, e un piatto di indescrivibili ravioli della casa al nero di seppia con ripieno di ricotta e spinaci, serviti con crema di salmone e parmigiano, assolutamente particolari per un inusuale, quanto riuscitissimo, matrimonio fra sapori che fino ad allora poteva sembrare impensabile. Notevole soprattutto la qualità della pasta fresca della casa, realizzata con gli ingredienti e le tecniche di una volta e fiore all’occhiello, bene in vista, di un laboratorio di cucina capace di impressionare persino il fine palato degli esigenti somari.
 

Pinna - Crema all'arancia

Pinna – Crema all’arancia

 

L’ulteriore impennata della qualità dei piatti rompe qualsiasi indugio, legato agli eccessi della giornata per qualcuno, nel continuare lo straordinario valzer gastronomico intrapreso con un assaggio di secondo piatto. Nel frattempo un interessante dibattito sulle opportunità di esportare la cucina sarda oltre oceano fa scaldare gli animi e scomoda espressioni decisamente fuori contesto, ma l’arrivo di altre leccornie spegne subito ogni ostilità. Trattasi di un eccellente filetto di spigola con carciofi di stagione, semplicemente perfetto per sancire il termine del tributo animale per la serata, da applauso! Come impone il protocollo della ciccionata non si può abbandonare il tavolo senza aver assaggiato il dessert. Nonostante un’offerta piuttosto limitata di dolci della casa, sempre su consiglio dello chef, decidiamo di sperimentare una particolare crema all’arancia, servita come una normale crema catalana con caramello croccante: assolutamente fantastica, ottima revisione della celebre ricetta, felicemente privata di alcuni scomodi e, per alcuni, poco graditi gusti accessori. Per dovere di cronaca registriamo un piccolo difetto di fornitura della cantina del locale che ha privato il momento del giusto accompagnamento tramite passito, sbavatura ampiamente rimediata dalla proposta di amari con cui la cena si conclude: splendido rum Ron Zacapa 23, servito, su richiesta, in bicchieri riscaldati. Nella sua bizzarria Jesus decideva di rovinare il momento con quello che è stato probabilmente l’unico caffè preparato per la serata…
Costo della felice esperienza 46,67€ cad. burriccu, perfettamente in linea con la qualità dell’offerta e doverosamente rimpinguato da adeguata mancia ripartita uniformemente fra i commensali.
 

Pinna - Caffè e Ron Zacapa

Pinna – Caffè e Ron Zacapa 23YO

 

Nonostante la recente apertura, l’Angolo di Pinna è una piacevole realtà fra i diversi ristoranti della zona e, sebbene l’impegnativo accostamento geografico con importanti realtà già analizzate dal Donkey Challenge, può sicuramente accontentare diverse tipologie di clientela, da quella occasionale alla ricerca dei sapori tipici della cucina sarda, a quella abituale, esigente ed esperta, molto attenta a tutta la filiera della preparazione dei piatti che andrà ad assaporare. In questo senso spicca il laboratorio di pasta fresca della casa, che si può ammirare già dalla vestrina esterna, e che garantisce la base perfetta per ricette di sicuro successo, interpretate magistralmente dallo chef/titolare. Una ambientazione gradevole, possibilmente da personalizzare col tempo, ed un servizio efficiente e professionale, garantiscono piacevoli serate in buona compagnia. Le sbavature di lieve entità rilevate, imputabili probabilmente ad una condizione di regime non ancora raggiunta, che auspichiamo vengano corrette col tempo, non ci consentono tuttavia di formulare una valutazione che avrebbe del clamoroso, ma garantiscono sicuramente il terzo burriccu, con la doverosa aggiunta di una menzione speciale per la qualità della cucina: complimenti!
Colgo l’occasione per ringraziare il nostro gradito ospite M., che con la classe e la simpatia di sempre ha allietato e animato la serata, facendo passare in secondo piano l’assenza dell’Ing. Marrocu, che si è notata soprattutto al momento della ripartizione, stavolta perfettamente equa, degli oneri economici della serata: grazie :-)

 


VALUTAZIONE “L’Angolo di Pinna”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante L’Angolo di Pinna Indirizzo: Corso V.Emanuele II 205, Cagliari
Telefono: 3473744869    [mostra in google maps]
 

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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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giu 15 2012

Da Taras – Dolianova

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Taras - Acquario piranha

Taras – Acquario piranha

 

Il Burriccu, nobile espressione dell’impegno, della dedizione, della testardaggine nella quotidianità dell’uomo medio, impersonata nell’estate degli Europei da un gruppo di quindici sedicenti atleti, dalle spiccate rotondità, chiamati dal Presidente Jesus a onorare la propria essenza nell’evento sportivo (e mediatico) più importante dell’estate cagliaritana, sotto la direzione sportiva del buon Ettore e la conduzione tecnica della Presidentessa Christina Jones Corrias, e puntuali a rispondere con una sonora sconfitta all’esordio, ma anche espressione di indisciplina e insubordina-zione, fino al degenerare nello spettro del sabotaggio, ma Jesus vede e provvede e le sentenze arriveranno inesorabili.

Taras - Gamberi confit su crema di patate, Bocconcini di tonno scottato con vinaigrette di peperoni

Gamberi confit su crema di patate Bocconcini di tonno scottato

 
Il destino vuole che, dopo meno di una giornata dall’esordio della gloriosa squadra del Donkey Team, allo stesso modo una comitiva di quindici elementi variamente assortita tra burricchi triumviri, neo burricchi e frastimers, si ritrovino per celebrare insieme quello che si rivelerà presto il Diverland del buongustaio e del ciccione grazie ad uno straordinario interprete della cucina nostrana, diventato ormai celebre fra chi vuole scegliere semplicemente il meglio per i banchetti degli eventi da ricordare, Alessandro Taras.
L’esperienza che andremo a descrivere è macchiata da una violazione, purtroppo inevitabile del protocollo di anonimato che ha sempre distinto le nostre recensioni, e su cui basiamo la nostra credibilità. L’organizzazione sapeva della presenza del Triumvirato, ma confidiamo che la situazione non abbia alterato i parametri di qualità dell’offerta, qualità difficilmente raggiungibile, anche in maniera episodica, in assenza di una base di cultura e esperienza gastronomica di alto livello, come si evincerà nella narrazione delle circostanze.

Taras - Uova di quaglia fritte

Uova di quaglia fritte

Taras - Bocconcini di ostriche

Bocconcini di ostriche

Taras - Anguille caramellate

Anguille caramellate

 

 

 

 

 

 

 

Presente per l’evento il Triumvirato, nella formazione titolare Jesus, Ettore, Ing. Marrocu, con tutta la panchina a disposizione composta da Franco, Orione, Piero e Fabrizio, ciascuno accompagnato dalla propria Signora, oltre alla emerita Presidentessa CJC, la donkey fan Mima e relativi consorti.
Primo punto di aggregazione presso i Sepolcri Paulesi per una più eco-sostenibile redistribuzione dei partecipanti fra le vetture. Al centro della scena si inserisce subito il più indisciplinato dei burricchi, in colpevole ritardo come da copione, ritardo decisamente non imputabile ad una attenta selezione dell’abbigliamento per la serata, più adatto questo ad una mezza maratona over 65 ma anche ad una grigliata di Pasquetta.
 

Taras - Cruditè di ostriche

Taras – Cruditè di ostriche

Taras - Crema di porri

Taras – Crema di porri

Taras - Cruditè di gamberi rossi

Cruditè di gamberi rossi

 

 

 

 

 

 

 

 

Taras - Carpacci, Tartara, Bocconi

Taras – Carpacci, Tartara, Bocconi

 

Il trio ainìno premia la scelta della promozionale utilitaria giapponese del burriccu Orione, dai notevoli contenuti tecnologici, decisamente messi a dura sollecitazione dalle maldestre mani di Jesus e dell’Ing. Marrocu, che evidentemente pensavano di vincere qualcosa premendo tutti i tasti e manovrando tutte le leve a disposizione. Destinazione della serata la sala privata della società di catering Blue Eyes nella vicina Dolianova, presso la centrale via Roma. Segnaliamo subito un siparietto del sempre eccentrico Orione, per nulla disposto a cedere al sempre stimato Ing. Marrocu, in quella che durante la serata assumerà i connotati di una vera e propria sfida, la palma del più susunku della serata, che deve giocare non poco al ribasso con lo sportello bancomat adiacente la nostra destinazione per evitare di rimpinguare in maniera eccessiva le proprie liquidità da mettere a disposizione per la serata “ma i 5 euro non li dà??…“.
La sala è ospitata presso il retro di un moderno American Bar, che da tempo ormai ha il monopolio delle colazioni nel paese, i cui i clienti possono trovare comoda sistemazione su sgabelli rialzati o presso i tavolini della sala principale, nella quale spicca una zona rialzata in cui troneggia una splendida ricostruzione di un ecosistema fluviale tropicale ospitato dentro un capiente acquario in cui la scena è dominata da panciuti piranhas: quale meraviglia!

 

Taras - Cappuccino di patate con seppie al nero

Taras – Cappuccino di patate con seppie al nero

Taras - Frittino misto gamberi, cappone, calamari

Taras – Frittino misto

 

All’ingresso del bar veniamo condotti verso un piccolo cortile, riparato da un gazebo all’ombra del quale in breve tempo sarebbe stato servito un sfizioso apri cena. Il servizio è assicurato da un giovane cameriere e due cameriere e si rivelerà cortese e disponibile oltre che estremamente puntuale.
L’apricena, presentato in modalità self-service è composto di bocconcini di gambero confit su un letto di crema di patate, impreziositi con uova di lompo, straordinari bocconcini di tonno scottato con vinaigrette di peperoni, impreziositi con finocchietto e serviti su piccoli vassoi in legno dalle sembianze di gusci di cozza, che proprio per questo hanno ingannato diversi commensali. Seguivano poi degli inarrivabili spiedini di anguilla caramellata, eccellenti spiedini di ostriche scottate e fritte in pastella, per finire in meravigliosi bocconcini di uova di quaglia fritte: chapeau! Gli stuzzichini sono stati innaffiati con dell’ottimo prosecco Karalis Chardonnay Brut delle Cantine di Dolianova.

Taras - Paccheri cozze cappone

Taras – Paccheri cozze cappone

 

Concluso con soddisfazione il non banale aperitivo ci spostiamo nella sala privata adibita a banchetti di prova delle offerte di catering e, occasionalmente, proprio come nel caso della serata che ci vede protagonisti, a cene private. Si tratta di un ambiente sobrio ed elegante, adiacente alla cucina, non molto illuminato, al centro del quale stona decisamente la presenza di un seppur efficiente monta carichi per le pietanze fredde. Vi è posto per poco più di venti coperti e veniamo fatti accomodare in un’unica tavolata sviluppata in lunghezza e per questo un tantino dispersiva. Gli arredi sono essenziali, le pareti spoglie, le tovaglie semplici in stoffa chiara. La non indimenticabile ricercatezza nell’ambientazione deriva essenzialmente dal fatto che la sala non è aperta al pubblico e assumiamo per questo che sia un aspetto non valutabile per l’esperienza.
Appena accomodati l’eccentricità dell’Ing. Marrocu lo porta ad ostentare con i commensali il prossimo viaggio nella terra di Bisanzio, programma questo che avrebbe sottinteso l’auto-esclusione del burriccu in questione dal proprio apporto alla causa del Donkey Team, senza le dovute comunicazioni alle figure di riferimento della squadra. Salomonico il verdetto del buon Jesus alla conoscenza degli eventi: Comunicazione ufficiale. L’ingegner marrocu è fuori dalla squadra. Esonero e sostituzione per disonore.

Taras - Raviolo di cappone e ricotta

Raviolo cappone e ricotta

Taras - Risotto agli agrumi cappone code di gambero

Risotto agli agrumi cappone gamberi

 

Il nettare scelto dallo chef per accompagnare la cena è l’eccellente e più volte citato Iselis delle cantine Argiolas, le cui scorte sono state messe in imbarazzo dall’apprezzamento diffuso nella tavolata.
La cena inizia con una carrellata di cruditè: ostriche, gamberi accompagnati da una sfiziosa crema di porri, ottimo carpaccio di polpo con sale nero e delizioso carpaccio di pesce castagna.
Seguiva poi uno spettacolo con una particolare tartara di pesce castagna su burrata con vinaigrette di peperoni, cardi e nero di seppia, un incredibile cappuccino di patate e con seppie al nero, un forse eccessivamente piccante, ma altrettanto altisonante, flan di pecorino con bocconi in salsa rossa, per concludere in bellezza con un frittino di gamberi, cappone, calamari.

Taras - Cartoccio di mare

Taras – Cartoccio di mare

 

Non meno strepitosi i primi piatti: ottimo risotto agli agrumi con cappone e code di gamberi, impreziosito da foglie di finocchietto, per alcuni un tantino carente di cottura (non per chi Vi scrive che ha lasciato solo le ceramiche), un eccessivamente corposo raviolo ripieno di ricotta e cappone in bagno d’olio extra vergine di oliva, e gustosissimi paccheri con cozze e cappone.
Si inizia a manifestare per alcuni commensali una sensazione di imminente saturazione, che tuttavia non fa desistere l’ispirato chef a proporre l’unico secondo piatto: cartoccio di mare con cozze, arselle, gamberi, cappone: ottimo.

Taras - Spumosa di mascarpone

Spumosa di mascarpone

Taras - Rum

Rum 23 Years Old

 

Quando ormai la comitiva non sembra più in grado di dare ulteriori soddisfazioni alla cucina, il buon Alessandro Taras confeziona il capolavoro: meravigliosa spumosa di mascarpone con guscio di cioccolato fondente, con crumble (leggi biscotto streccau) di pastafrolla, su composta di fragole, timo e limone, accompagnato da dell’ottimo nasco Angialis di Argiolas.

 
La cena si conclude felicemente con dell’ottimo rum Ron Zacapa invecchiato ventitre anni, accompagnato da sfiziosi tartufini di cioccolato e, per gli amanti, da sigaro cubano romeo y giulieta.
Superfluo riportare che i primi utenti del sigaro for free sono stati i burricchi Marrocu e Orione. Nessuno dei lettori si stupirà nell’apprendere che agli stessi elementi a fine serata era imputabile l’ammanco delle quote partecipative, ammanco alla fine risarcito dopo continue sollecitazioni. Casualità…
Il costo dell’esperienza è stato di 50€ cad. Burriccu, da considerarsi un tantino inferiore rispetto alla qualità dei piatti assaporati, sebbene si fossero presi accordi in precedenza.

Nonostante qualche sbavatura di lieve entità sugli antipasti caldi, ci siamo trovati al cospetto di una delle espressioni più elevate della ristorazione isolana. Niente è lasciato al caso: scelta degli ingredienti migliori, creatività e presentazione, uniti ad uno staff di camerieri di eccellente professionalità e disponibilita.
La collocazione di questi elementi in una location adeguata rende sicuramente perfetto per i partecipanti un evento da non dimenticare. D’altra parte proprio su quest’ultimo aspetto non siamo in grado di dare un giudizio. Ricordiamo inoltre che si può organizzare una serata come quella descritta solo dopo aver preso accordi con l’organizzazione, aspetto che priva la valutazione della parte di occasionalità, valutazione che colloca comunque Alessandro Taras nella nostra Champions League con quattro meritati somarelli e menzione speciale per la creatività delle ricette e l’eccellenza nel servizio.

 
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Cena del 10 luglio 2013.

 
Riportiamo i dettagli fotografici di una esperienza successiva, altrettanto entusiasmante, avvenuta a circa un anno di distanza dalla prima, a cui hanno portecipato, tra gli altri, oltre ai Triumviri Ettore e Ing. Marrocu (Jesus assente per motivi di lavoro), i burricchi Sollai, Orione, Varioli, Raffaele, Avv. Pisano e l’Ing. Loi, in qualità di ospiti, oltre al burriccu chef in cucina, che ha riservato ai compagni di ciccionate l’onere dell’impiattamento delle prelibatezze della serata.

Taras - Ostrica in gel prosecco clubber di verdure

Ostrica in gel di prosecco clubber

Taras - Gamberi crudi con pesche nettarine

Gamberi crudi con pesche nettarine

Taras - Flan di piselli con ragù di seppie

Flan di piselli con ragù di seppie

Taras - Sarde marinate con panzanella

Sarde marinate con panzanella

Taras - Filetto di manzo non cucinato

Filetto di manzo non cucinato

Taras - Palamita casu axedu cipolla croccante

Filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante

Taras - Raviolio di polpo, gamberi, cernia

Raviolio di polpo, gamberi, cernia

Taras - Filetto di dentice con paté d'olive e zuppetta di patate

Dentice zuppetta di patate

Taras - Lamb burger e Panino con anguilla caramellata

Lamb burger e panino all’anguilla caramellata

Taras - Pancetta in agrodolce indivia

Pancetta in agrodolce indivia

Taras - Mousse di cioccolato bianco con gelato al melone

Mousse di cioccolato gelato

Taras - Scaleri

Spumante demi-sec Scaleri del Parteolla





Vini: bianco IGT “Iselis” 2012 della cantina Argiolas, Serdiana; rosso DOC “Rocca Rubia” della cantina di Santadi.
Aperitivo: Ostriche in gel di prosecco su clubber di verdure a base di gin tonic.
Antipasti: Gamberi crudi con pesche nettarine; flan di piselli con ragù di seppie; sarde marinate ripiene di panzanella con basilico viola e cipolla rossa; filetto di manzo panato, non cucinato, con salsa d’uovo al curry; filetto di palamita con casu axedu e cipolla croccante.
Primo piatto: Raviolio, raviolone in bagno d’olio ripieno di gamberi, cernia, polpo, servito con salsa al pomodoro.
Secondi piatti: Lamb burger (con carne d’agnello) e panino con anguilla caramellata e pomodoro; filetto di dentice con patè di olive nere su zuppetta di patate; pancetta cotta a bassa temperatura con salsa agrodolce e indivia.
Dessert: Mousse di cioccolato bianco su crumble di biscotto e frutti rossi, servito con gelato al melone.
Liquori: Rum Diplomatico Reserva Exclusiva; spumante demi-sec Scaleri (Malvasia del Parteolla).

Ancora una volta il grande Chef ha saputo stupirci mettendo in pratica in maniera magistrale accostamenti di sapori che, sebbene per alcuni casi possano sembrare bizzarri, ci hanno regalato un continuo crescendo di emozioni: complimenti!
 


VALUTAZIONE “Da Taras – Blue eyes Catering”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Catering Da Taras Indirizzo: Via Roma 37, Dolianova
Telefono: 3385321950    [mostra in google maps]
 

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