☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ago 3 2013

Ristorante Domo Mea – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Domo Mea - Interno

Domo Mea – Interno

 

Ma cosa mai ci faranno di Venerdì sera, sfiancati da una calda settima di lavoro, un probo e moralista ingegnere, un risoluto ed estraniato Raschione ed un abulico e sfaccendato («so’ stanco!») figlio di Dio, in quel del Viale Elmas, nota licenziosa enclave del piacere di strada cagliaritano?
Forse che quell’afa umida d’Agosto, che stringe e soffoca silenziosamente i polmoni, che spinge la coscienza verso la morsa di deliquio e irrealtà, abbia per un istante confuso e rimescolato le primigenie passioni dei nostri scapestrati eroi? Cosa andremmo allora a disquisire, rendicontare e recensire quest’oggi? Restate seduti, mettetevi comodi e non cambiate canale!
 

Domo Mea - Antipasti

Domo Mea – Antipasti

 

Recidivi. Non è invero la prima occasione per la quale il Triumvirato asinino trova l’ardire di ricongiungersi per queste strade. Ed oggi, i Burricchi hanno previsto di celebrare la loro pagana liturgia nei già visitati spazi di un vecchio ristorante (“Su pruppu e s’aligusta”) che da tempo ha cambiato nome e – più volte – gestione.
Il recente passaggio all’ultima conduzione del “Domo Mea” risulterà presto evidente, in ordine al periodo di transizione e assestamento, con riferimento ad alcuni rimarginabili difetti, che nel seguito avremo modo di approfondire, e alla esibizione di biglietti da visita, in cui i nomi dei vecchi proprietari risultano eco-compatibilmente depennati con deciso tratto di pennarello.
 

Domo Mea - Zuppa di cozze e arselle

Domo Mea – Zuppa di cozze e arselle

 

Venerdì sera. Nulla di particolarmente interessante da dettagliare nell’approccio alla ciccionata, se non un incidentale e fugace alterco verbale tra il Raschione e una signora, ultra settantenne, alla guida della sua claiming to be sa meri of the road utilitaria. Capziosamente segnalato in ultimo, dall’Ing.Marrocu, un suo possibile ritardo (risp: «eh, sticazzi») poi al contrario alloggiatosi di largo anticipo nel laterale parcheggio del ristorante, pronto ad accogliere Jesus e il Raschione al loro presentarsi – con consueta precisione svizzero-maniacale -, alle ore 21.00 in punto: «m. mia alla puntualità dei burricchi!!!»
Dopo i doverosi convenevoli di rito, i tre accedevano al ristorante dalla certamente più battuta via laterale, direttamente praticabile dal comodo riparo riservato alle auto dei clienti.
 

Domo Mea - Triglie Polpo Insalata di mare

Domo Mea – Triglie Polpo Insalata di mare

 

Il locale, a parte qualche differente suppellettile notato alle pareti, è strutturalmente identico a quello che ben ricordiamo dai tempi de “su pruppu e s’aligusta”. Organizzato su due sale contigue, caratterizzate da pavimentazione in ceramica bianca, pareti color paglierino chiaro e drappeggi vermigli, presenta alcuni elementi elegantemente decorativi, come specchi incorniciati d’oro, ma molti altri che riconducono velocemente l’impronta estetica verso quella di una trattoria di quartiere, più in accordo con l’accezione del proprio nome: “casa mia”. C’è da dire che non tutto il ristorante è stato preso in visione, per cui potrebbe esserci una più elegante sala, celata a quella popolosa, dove siamo stati alloggiati.
 

Domo Mea - Burrida

Domo Mea – Burrida

Domo Mea - Orata Sardine

Orata e Sardine marinate

 

Al nostro ingresso veniamo accolti da una gentile ed empatica cameriera, ma anche dalla molesta prorompenza di un televisore LCD sintonizzato su Rai3, che non ci siamo permessi di chiedere venisse spento, e di cui abbiamo finanche abusato, dapprima con un canale di musica caraibica (tra l’altro siamo stati informati di una prossima animazione a tema nel locale) per poi – assuefatti dalla nenia insopportabile – virare verso trasmissioni cult di DMAX, che ci hanno consentito di apprezzare il nostro pasto col sottofondo di spettacolari incidenti stradali ed improbabili omicidi indotti da ipnosi.
 

Domo Mea - Fregola con arselle

Domo Mea – Fregola con arselle

 

Dopo esserci accomodati ad uno spazioso tavolo per quattro, la cameriera “tuttofare” subito ci erudisce sulle consuetudini e i limiti determinati dal passaggio alla nuova gestione. In particolare, l’approvvigionamento dei vini bianchi aveva subito qualche rallentamento, tanto da indirizzare la nostra scelta forzatamente verso un Vermentino di Gallura DOC “Giogantinu”, della omonima cantina sociale di Berchidda, che personalmente non assaggiavo almeno dal 2006. La prima mescita del vino è avvenuta con sbrigativa risolutezza («neanche ve lo faccio assaggiare che tanto lo conoscete già!») ma questo è l’unico appunto che possiamo muovere al servizio, dimostratosi insperabilmente rapido e attento per tutta la sera, con continue richieste di feedback sul  gradimento di quello che stavamo assaggiando.
 

Domo Mea - Riso alla pescatora

Domo Mea – Riso alla pescatora

 

Prescindendo per nostro vezzo dalle possibili pietanze della bisteccheria, possiamo subitamente affermare che, nonostante la cucina del “Domo Mea” non si lanci in raffinati voli pindarici, ma sia piuttosto basata sui piatti tipici dell’ortodossia culinaria nostrana presentati con bucolica parsimonia di forma, ci hanno di certo positivamente sorpreso sia la qualità indubbia delle materie prime, sia la ricercata compostezza dei sapori che, con un impareggiabile controllo dei toni aciduli delle marinature e delle salse, ha trovato la sua apoteosi espressiva in una delle burride di gattuccio più delicate e gustose mai provate dai burricchi nella loro pur lunga carriera: chapeau!
 

Domo Mea - Grigliata mista

Domo Mea – Grigliata mista

 

A parte la sopraccitata burrida, gli antipasti si componevano di altre nove pietanze, più un apricena costituito da crostini con brunoise di pomodori, olio d’oliva, basilico e origano. Insalata di sedano e bottarga (eccellente) a scaglie; filetto di orata alla pizzaiola; frittelle di gianchetti (bianchetti); orata e sardine marinate; strepitosa zuppetta di cozze e arselle in rosso; insalata di mare con polpo, cozze, arselle, surimi (quasi perdonabile, dato il gusto complessivo del piatto); insalata di polpo; triglie scaloppate.
Per dovere di cronaca segnaliamo che non ci è stato possibile ordinare una desiderata cruditè di cozze, perché i buonissimi mitili acquistati in giornata non avevano comunque superato la pezzatura minima richiesta dallo chef.
Dopo qualche minuto arrivavano al nostro tavolo anche i già comandati primi piatti, che confermavano le impressioni degli antipasti: ottima fregola con le arselle (in realtà Jesus l’aveva comandata con le cozze, ma lui stesso sospettava un misunderstanding al momento dell’ordinazione) e buon Risotto alla pescatora per l’Ing.Marrocu, che accusava già una certa fatica all’accumulo alimentare, forse cagionata dal caldo.
 

Domo Mea - Sebada

Domo Mea – Sebada

 

Non potevano i tre, a quel punto, negarsi e rinnegare il piacere di una grigliata mista, ordinata in numero di due porzioni, costituita da pur buoni gamberoni argentini cotti con una leggera gratinatura di pane, un’orata e una spigola dal sapore significativo: «è buona pure sa mazza!».
La serata ha rischiato di concludersi senza dolci, avendo la cameriera inizialmente asserito: «li abbiamo finiti!». Dopo pochi istanti, comunque, ritornava sui suoi passi suggerendoci una Sebada al miele (di eucalipto) gustata pienamente dal Raschione e invece condivisa da Jesus e dal Marrocu (ormai arrivato “alla frutta”). Le sebada (o seadas) sono state accompagnate da un vino moscato di discutibile fattura.
La cena si concludeva quindi con due caffè, una liquirizia “Myrsine” di Dolianova per Marrocu e Raschione (che fortunatamente non ha neanche osato domandare un Rum agricolo) e un “Amaro 18″ Isolabella per Jesus («ha un gusto che è un incrocio tra un Cynar e un alka seltzer!»). Costo complessivo dell’operazione 30 euro cadauno, da giudicarsi un 25% inferiori al giusto dovuto, rimpinguati da meritata e significativa mancia.

A Cagliari e dintorni non si trovano solo ristoranti di lontana tradizione familiare, blasonati locali panoramici e accattivanti proposte d’alta cucina. Se sapete bene ricercare, è possibile trovare piccoli inesplorati anfratti dove ancora ci si può coccolare con una cucina semplice e genuina, espressa nella migliore accezione della tradizione cagliaritana. Nonostante qualche cosa sia ancora da registrare e qualcos’altro probabilmente non migliorerà, il “Domo Mea” è un ristorante che sicuramente ci sentiamo di consigliarvi. Tre burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Domo Mea”: Tre Burricchi.
Ristorante Domo Mea Indirizzo: Viale Elmas 79, Cagliari
Telefono: 0707545579 ‎    [mostra in google maps]
 

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ott 17 2010

Ristorante Da Paolo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Da Paolo – Pesce assortito

 

Cagliari, Viale Elmas. Ore 13. A metà strada tra l’ideale proponimento di gioia, dettato dalla radice esigente e pretestuosa delle voracità Triumvire e Raschionidee, e il centro focale del dovere istituzionale, che avrebbe di lì a poco pervaso la coscienza dell’Ingegner Marrocu, i Tre, ormai navigati ed affiatati Triumviri, si incontrano per condividere la loro nuova avventura culinaria.
Meta-fisica di tale incontro, il Ristorante
“Da Paolo”, a un tiro di schioppo dall’aeroporto di Cagliari Elmas – dove, per l’appunto, l’Ing.Marrocu presta servizio come esperto di sicurezza aeroportuale – e ad una maldifesa distanza dai peccaminosi pensieri di lussuria, che la prestigiosa sede del ristorante inevitabilmente evoca.

Da Paolo – Polpi, Burrida, Cozze


All’ingresso del locale ci accoglie una splendida vetrina di pesce assortito con prelibatezze di ogni genere: spigole, orate, triglie, anguille ecc.

La sala principale è ampia e luminosa; dà l’impressione di essere allestita o ristrutturata di recente, e per questo risente non poco dell’anonimo stil novo dell’architettura sarda. Tutto l’interno appare razionale, lucido e gradevole, ma difetta sicuramente di una impronta ed un’anima ben definite. Non per questo non possiamo inquadrare la sua dimensione naturale, nell’ottica dell’organizzazione di eventi dal numeroso pubblico, quali matrimoni, feste di laurea ecc.

Da Paolo - Cernia, Tonno, Scabecciu

Da Paolo – Cernia, Tonno, Scabecciu


A conferma di tale ipotesi, il numero totale degli indaffarati e sbrigativi (forse troppo, tanto da incidere sulla qualità del servizio) camerieri ci é sembrato addirittura eccessivo rispetto al numero di avventori presenti in quel momento nel locale.
Dopo che i triumviri venivano fatti accomodare ad un tavolo ben più spazioso del necessario per accogliere tre voluminosi burricchi, Il cameriere velocemente proponeva un buon vino Torbato “Terre Bianche” in luogo del consueto “Costamolino”, non presente nella carta dei vini, anche perché questa, così come il menù, non è stata direttamente proposta; le portate infatti venivano seduta stante suggerite da uno dei camerieri che, a turno e vicendevolmente, si alternavano al tavolo.

Da Paolo - Zizzigorrus, Ostriche gratinate

Da Paolo – Zizzigorrus, Ostriche gratinate



Primo facile suggerimento, a cui i Triumviri come da loro costumanza, volentieri davano seguito, è stato quello di iniziare il pranzo con la serie di antipasti della casa; antipasti esclusivamente di pesce, come richiesti dai tre, con l’eccezionale aggiunta di un piatto di buonissimi zizzigorrus (lumache) alla campidanese, per i quali l’ingegner Marrocu non ha potuto fare a meno di bramare, dopo averli visti arrivare sulla tavola dei vicini avventori.

La serie delle portate che costituivano les entrée è stata notevole in termini di numero complessivo. Si è esordito con dei buoni polpi marinati, cozze condite con sugo di pomodorini e la classica burrida.

Da Paolo – Carciofi e Bottarga


Seguivano una porzione di cernia con mandorle e carote, tonno con pomodorini e sedano, e un buon piatto di tradizionale pesce a scabecciu.
Ancora le già citate lumache (al sugo) e alcune ostriche cotte gratinate, con una componente di panna e/o formaggio, che non hanno però trovato un Raschione particolarmente entusiastico.
Ci venivano inoltre proposti: polpetti alla diavola, un gustoso assortimento di triglie fritte e frittelle di gianchetti e, dulcis in fundo, un buonissimo piatto di carciofi e bottarga, tagliata in tempo reale dall’efficiente cameriere, in gustose e dense scaglie dal sapore acceso.

Da Paolo – Spaghetti Arselle Zafferano Bottarga


Complessivamente la qualità degli antipasti è stata discreta, con il proporsi di qualche eccellenza (bottarga e lumache), ma anche con elementi meno convincenti (le ostriche gratinate). Come già accennato il numero di portate è stato notevole, anche se  ciascuno non abbondantissimo in senso volumetrico; sicuramente, comunque, più che soddisfacenti per rimpinzare e appagare i bellicosi istinti degli esigenti Triumviri.
I due primi piatti scelti invece, congiuntamente comandati come risultato di un mancato sincretismo tra due richieste ed esigenze contrapposte, non sono riusciti a soddisfarci pienamente, fors’anche perché l’appagamento derivato dall’aver divorato senza sosta i succitati antipasti, non ha permesso di apprezzarne fino in fondo il gusto, anestetizzato a quel punto dall’abbondante vino e dalle pietanze ingurgitate.

Da Paolo - Spaghetti Gamberi, Porcini

Da Paolo – Spaghetti Gamberi, Porcini


Trattasi di un abbondante piatto di spaghetti ai gamberi e funghi porcini, accompagnati da altrettanto altisonanti spaghetti alle arselle, zafferano e bottarga.
Nella specifico, il forte sapore dei funghi porcini ci è sembrato mal sposarsi con la componente acidognola della salsa ai gamberi, mentre gli spaghetti alle arselle apparivano invece particolarmente asciutti, tanto da non esaltare al pieno il sapore della bottarga, rendendo il piatto complessivamente troppo pesante.
Ribadisco che il giudizio potrebbe essere condizionato dall’abbondanza degli antipasti, il ché ci indirizza verso l’antico dilemma dello scegliere o meno la strada dell’eccesso anticipato, piuttosto che condurre sin dall’inizio il pasto su binari di una maggiore moderatezza e sobrietà.

Da Paolo – Dolcetti, Sorbetto al limone


A quel punto comunque, i commensali hanno avuto il rammarico di non aver optato sui secondi piatti, in luogo della combinazione dei due primi, anche perché avevano avuto modo di ammirare, ad esercizio di suggerimento nei confronti di altri avventori da parte dei camerieri, alcune splendide spigole fresche, che cotte arrosto sarebbero state certamente ben più appaganti.

Si è invece scelto di passare direttamente al dolce: ottimi sorbetti al limone per Jesus e l’Ing.Marrocu, accompagnati da ciambelle di pastafrolla e dolci alle mandorle e zafferano.

Da Paolo - Sebadas

Da Paolo – Sebadas




Il Raschione Ettore ha invece ordinato una tradizionale Sebada al miele, che al contrario non ha incontrato per niente il suo gusto. Anziché presentarsi, come suo auspicio, con una prelibatezza preparata in casa, il cameriere serviva una discutibile sebada assortita, dall’aspetto tipico di quelle acquistate in un qualunque esercizio commerciale, magari in confezione economica formato famiglia.

Dopo aver assaggiato un liquore alla liquirizia, i tre commensali decidevano di richiedere il conto, terminando così le ostilità, per consumare il caffè di rito in un Bar della zona, da lì poco distante.


L’onere economico stato di 33 € cadauno, che sarebbe stato commisurato se l’abbondanza delle pietanze fosse stata accompagnata da una qualità e un servizio più adeguati. Dobbiamo perciò ritenere quanto pagato 8/10 euro sopra la soglia ideale.
Il giudizio finale complessivo deve mettere in conto l’ottimo esordio della cucina, con antipasti discreti e in numero rilevante, al confronto di più anonimi primi piatti e dessert, oltreché un servizio a tratti approssimativo. Concedendo il beneficio del dubbio, per quanto riguarda i possibili secondi a base di pesce arrosto, possiamo elevare il voto che più ci pare equo (un burriccu e mezzo), a quello più generoso di due stiracchiati burricchi.


VALUTAZIONE “Da Paolo”: Due Burricchi.
Ristorante Da Paolo Indirizzo: Viale Elmas 63, Cagliari
Telefono: 070 2084801    [mostra in google maps]
 

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set 19 2010

Ristorante Su Pruppu e s’Aligusta – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Su pruppu e s'aligusta – interno

 

Viale Elmas, Cagliari. Il pensiero trasecola, rimbalza lontano, giunge ai piedi di un’”erta” di antica memoria, fino a scorgere la maestosità della sua non solitaria ospite: una fiera dalle sembianze di lonza; leggiera, maculata (anzi direi leopardata) e un lontano odore di petrolio che brucia.

Una volta ancora i Triumviri – e questa volta certamente tre, perché l’ingegner Marrocu a questo punto ha spodestato d’ufficio il susunku Pg – hanno dovuto patire le loro pene, arrancare nel periglioso pelago, scollinare sulla mulattiera delle loro sofferenze, prima di raggiungere l’agognato e fiero pasto.

La lussuria, la cupidigia e l’ira hanno fatto da sottofondo all’incedere dei tre burricchi verso la loro destinazione finale, il ristorante “Su pruppu e s’aligusta“.

Su pruppu e s'aligusta – Bruschette all'olio


Invero, come spesso accade, la meta dei tre burricchi non era affatto questa, bensì un noto ristorante di via Sardegna (forse il più noto) il cui personale, forte del suo nome e della clientela che mai manca nonostante tutto, probabilmente considera l’attenzione ed il rispetto per i clienti cosa di secondaria importanza, tanto da ignorare del tutto le prenotazioni dei suoi avventori e, quel che é peggio, mettere in dubbio la loro onestà, senza neanche verificarne la buonafede sul loro registro. L’ “Aspettate 10 minuti (leggi un’ora) che poi si libera questo” da parte di un titolare é stato interpretato come una presa in giro dai tre. Che schifo! Mentre l’Ing.Marrocu si stava per lasciar trascinare in uno giustificatissimo impeto d’ira, trattenuto grazie alla sua proverbiale elevatezza di pensiero, il Raschione Ettore prendeva in pugno la situazione, effettuava una breve telefonata e il nuovo centro di convergenza era presto definito.

Su pruppu e s'aligusta - Antipasti

Su pruppu e s'aligusta – Antipasti


Ed eccoci allora da “Su pruppu e s’aligusta”; ristorante dall’ambiente piuttosto sobrio, lindo, tra il familiare e l’elegante negli arredi, mentre piuttosto anonimo nella struttura esteriore. Pochi avventori all’interno, tutti serviti dal medesimo cameriere che, oltre all’efficienza del suo servizio, si é dimostrato di notevole disponibilità e simpatia estrema, coinvolgendo e facendosi coinvolgere dai tre Triumviri in discussioni al limite della psico-patologia.
Prim’anche arrivassero gli antipasti, accompagnati dal solito vermentino “Costamolino DOC” delle cantine Argiolas, i tre hanno potuto rompere l’appetito con l’abbondante degustazione di buonissime, anzi eccellenti, bruschette all’olio d’oliva, dal gusto veramente sublime.
Sarebbero ben presto terminate, se non ci fossimo rigorosamente imposti di evitare eccessi che avrebbero potuto limitarci nell’apprezzare appieno le pietanze successive.

Su pruppu e s'aligusta - Polpo marinato

Su pruppu e s'aligusta – Polpo marinato



Arriviamo dunque agli antipasti, non certo originalissimi come ultimamente eravamo abituati, ma piuttosto allineati ai canoni della cucina tradizionale. Ottime cozze gratinate, delicata insalata di gamberi in salsa rosa, polpi marinati (forse un po’ troppo duri);
una pietanza a noi risultata inedita, è invece l’eccellente frittura di sgombri con salsa all’uvetta, pinoli, cipolle e aceto di vino bianco, che il cameriere sosteneva cucinati secondo una ricetta catalana, mentre il Raschione ha poi, più verosimilmente, individuato come “Sgombri in Carpione”. Comunque si chiamino: molto buoni!



Su pruppu e s'aligusta – Burrida


Su pruppu e s'aligusta - Frittura

Su pruppu e s'aligusta – Frittura gamberi e pesci


Su pruppu e s'aligusta – Bocconi di mare











Infine, per concludere gli antipasti – anche se forse l’ordine di presentazione non coincide con l’ordine con cui sono stati ingeriti – una delicatissima burrida, frittura di gamberi e pesci e un buon piatto di bocconi di mare, spazzolati dalla coppia Jesus/Marrocu in poche battute.
Inutile dire come, in virtù della qualità dei Triumviri, alla fine del contendere, non una briciola sia rimasta ad offendere i loro piatti, ingordamente ripuliti.

Su pruppu e s'aligusta - Fregola con le arselle

Su pruppu e s'aligusta – Fregola con le arselle


Arriviamo or dunque ai primi piatti. Inevitabilmente, inesorabilmente il Raschione non ha potuto fare a meno di ordinare la sua usuale “Fregola con le arselle”, il cui aspetto, potete intuire dall’immagine di sinistra, prospettava esaltanti componimenti nella prosa del gusto finale. In effetti, a detta di Ettore e dell’Ing.Marrocu che ha avuto modo di assaggiarla, é risultata essere strepitosa!

Di ben altro spessore, in termini di originalità e di soddisfazione finale, é stato il piatto scelto dai restanti Triumviri, suggerito e anzi sontuosamente descritto e raccomandato dal cameriere.

Su pruppu e s'aligusta – Risotto nero di seppia


Prima di descrivere la portata, per completezza di informazione, diciamo che nel ristorante non ci é stato proposto un menu, ma si é seguita la filosofia dell’interazione con il personale. Vista l’empatia del cameriere, la cosa ci è risultata pienamente condivisibile, rendendo anzi l’atmosfera più familiare.

Il vostro amato Jesus e l’Ing.Marrocu si sono quindi lasciati convincere nello scegliere un risotto al nero di seppia con gamberi, cozze e arselle che, secondo l’oratoria dello stesso cameriere, sarebbe dovuto risultare fantastico nel gusto ed abbondante nella quantità, tanto da precluderci ogni possibilità di accesso ai secondi piatti.

Su pruppu e s'aligusta – Sparlotte e gamberoni


In realtà, seppure la qualità del risotto è risultata soddisfacente, ci saremmo aspettati di più dal punto di vista della misura, tanto che, quasi a disfida della poca fiducia in noi riposta in termini di capacità fagocitativa, i Triumviri ordinavano un secondo di pesce fresco. Dopo non troppo tempo allora, ecco arrivare sul tavolo un – a dir poco – copioso e spettacolare vassoio di gamberoni e sparlotte arrosto, condite con prezzemolo e olio, accompagnate da pinzimonio pomodorini e altre verdure. Ancora più spettacolare, c’è da dire, rispetto a quello proposto dalla immagine catturata dal buon Jesus perché, complice il buon vino e la voglia di addentare tali prelibatezze, i tre hanno evaso la regola primaria dei nostri pranzi: non mettere in moto le fauci prima che si sia proceduto al dovere documentale.
Essendosi accorto di tale colpevole omissione, l’ottimo Ing.Marrocu suggeriva di ricomporre, per quanto possibile, il piatto originale con i pochi elementi superstiti, confidando in una buona inquadratura per riprodurre una verosimile impressione di iniziale abbondanza.

Finalmente satolli e soddisfatti, i burricchi si concedevano infine un sobrio sorbetto al limone (molto buono) e un meno ottimo caffé.
Il costo finale di 38€ cadauno é da ritenersi adeguato per l’abbondanza, un po’ meno per la originalità e la qualità dei piatti proposti che, seppure a tratti di significativa fattura, abbiamo convenuto essere complessivamente nella media. Piuttosto, l’ottimo servizio e l’amabilità dell’ambiente  – che assicurano al ristorante la nostra menzione speciale – rendono il locale ideale per occasioni conviviali e tavolate di amici.


VALUTAZIONE “Su pruppu e s’aligusta”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante
 Su pruppu e s’aligusta
Indirizzo: Viale Elmas 79, Cagliari
Telefono: 0702356589    [mostra in google maps]
 

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