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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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gen 8 2011

Ristorante Jannas – Cagliari

 Scritto da Jesus | 10 commenti | Commenta
Jannas - Interni

Jannas – Interni, Ing. Marrocu

 

Un inatteso bagno di luce. Venti gradi all’ombra, poche nuvole nel cielo. Un lontano accenno di primavera fa da contorno ideale alla prima ciccionata del novello anno.
Lietamente riuniti, per l’occasione, i tre Triumviri ufficiali: Jesus, il Raschione Ettore, e lo stimatissimo Ing.Marrocu che, confermando un innato spirito goliardico, regala ai divertiti colleghi, nel tragitto verso il ristorante scelto per l’occasione, un anticipo di antipasti aneddotici: singolari ed improbabili esperienze di gioventù, consumate tra le discrete e cupe mura condominiali.
Invero, una volta ancora, la traiettoria che ha accompagnato i Triumviri ufficiali verso la loro destinazione, non è stata ahimè la più efficiente e lineare. I burricchi hanno infatto dovuto subire un primo passaggio a vuoto, nei confronti di un altro noto ristorante cagliaritano, dalla denominazione spiccatamente melvilliana. Chiuso (di Sabato, chissà perché…): «Ettore, adesso puoi intuire perché nessuno rispondeva al telefono!».

Jannas - Polpi olio rucola limone

Jannas – Polpi olio rucola limone

Piano B, direzione Via Sardegna. Il ricettacolo della buona e cattiva cucina della Cagliari gastronomica; quartiere marina.
Dopo un breve vagare, i tre varcano la soglia di un ristorante dal nome ancestrale ed evocativo: Jannas (vedere commento lissa, ndr.).
L’esordio olfattivo non è dei migliori; la natura tufetica della ventilazione trasfigura l’antica origine della struttura, ma stranamente non riusciamo a tradurne gli aspetti estetici più positivi: l’ambientazione e l’arredamento sono piuttosto banali, seppur ben curati. Un eccesso disarmonico di variegate lampadine stona visibilmente con la sobria eleganza del soffitto in legno. Nell’unica sala squadrata, piuttosto ampia e con pareti in semplice muratura, sono presenti una dozzina di tavoli, un terzo dei quali accomodano gli occasionali avventori di oggi.

Jannas - Polpetti alla diavola

Jannas – Polpetti alla diavola


L’accoglienza riservata ai burricchi è più che positiva: estrema gentilezza e cordialità da parte del personale, finanche un qualche palpabile timore, pienamente giustificato dall’aspetto poco rassicurante dei triumviri in tenuta da combattimento alimentare (o se volete, in tenuta da pusher di quartiere, per quest’oggi, vedere foto in fondo ndr…).
I tre, come loro abitudine, si concedevano i rituali antipasti di mare, accompagnati da un eccellente vermentino “La cala” del 2009, delle cantine Sella&Mosca, che veniva testato con una certa efficacia scenografica dal raffinato palato (a dire la verità esclusivamente dall’olfatto) dell’Ing.Marrocu il quale ne sanciva, accompagnato da un accorato plauso di approvazione, la predominanza qualitativa in rapporto al parigrado Costamolino DOC, della medesima annata.

Gli antipasti, non certo particolarmente originali ed abbondanti, hanno avuto un incedere abbastanza contraddittorio. La prima portata era di qualità decisamente scadente: polpi conditi con olio rucola e limone, serviti eccessivamente freddi, duri, e dal sapore tutt’altro che significativo; seguivano invece degli ottimi polpetti alla diavola, divorati ed esaltati da Jesus e dall’Ing.Marroccu, fino all’onore di una ostentata ed eloquente scarpetta, sopraggiunta con l’esercizio pratico di buone bruschette, richieste e servite in merito di una perentoria istanza dell’esigente ingegnere.

Jannas - Capesante gratinate

Capesante gratinate

Jannas - Pesce a scabecciu

Jannas – Pesce a scabecciu

Jannas - Cozze gratinate

Jannas – Cozze gratinate

Arrivavano infine, al tavolo degli ancora affamati Triumviri, un ottimo piatto di pesce a scabecciu, distintamente gustoso e delicato, cozze e capesante gratinate (non dissimili, per aspetto e per sapore, da semplicissime polpette di carne).

Jannas - Spaghetti ai ricci

Jannas – Spaghetti ai ricci


Su questi due ultimi antipasti Jesus, che non ha mai considerato il gratinare come positiva pratica gastronomica, non si pronuncia; registra invece l’approvazione condizionata dei due stimabili commensali, mentre censura gravemente l’operato del cuoco del ristorante, profusosi nell’imperdonabile difetto di presentare un piatto con otto cozze gratinate, da distribuirsi su tre esigenti palati, con pesante massimizzazione del modulo del risultato divisorio, che avrebbe potuto ingenerare gravissimi risvolti di carattere sociale e di ordine pubblico, se non vi fosse stato il cristiano sacrificio di Jesus, pronto a rinunciare al suo diritto acquisito. Altrettanto censurabile la decisione di interrompere qui l’articolarsi dei modesti antipasti, disattendendo l’attesa della (per noi consueta) zuppa di cozze e dei bocconi di mare: mediocri!

Jannas - Tagliatelle all'astice

Jannas – Tagliatelle all'astice

Senza indizio di maggior piacere, dobbiamo rendicondare sui primi piatti, scelti opportunamente dal menu del giorno: tagliatelle all’astice per Jesus e l’Ing.Marrocu, spaghetti ai ricci di mare per Ettore.
Sebbene gli spaghetti ai ricci del Raschione siano risultati gastronomicamente interessanti, dobbiamo valutare al di sotto della sufficienza le appariscenti tagliatelle, per effetto di uno sconsiderato eccesso d’aglio, che ha inesorabilmente sopraffatto qualsiasi richiamo al gusto di mare. 
Dobbiamo dire che se la ciccionata fosse finita qui, il ristorante avrebbe raggiunto una valutazione appena superiore il minimo sindacale.

Possiamo quindi contestualizzare come complessivamente positiva la non abbondanza delle prime portate, perché ha concesso ai Triumviri, paradossalmente, di degustare secondi piatti di ben altro spessore.

Jannas - Seppiette arrosto

Jannas – Seppiette arrosto

Jannas - Orata arrosto

Jannas – Orata arrosto

Jannas - Gamberoni arrosto

Gamberoni arrosto

Trattasi di ottime (almeno dal punto di vista della genuinità e del gusto) portate arrosto: seppiette per Ettore, orata per Jesus, gamberoni per l’Ing.Marroccu. Dobbiamo invero nuovamente registrare un difetto di preparazione per quanto riguarda l’orata di Jesus e i Gamberoni arrosto dell’Ingegnere: un eccesso di cottura ha tradito una poco professionale e approssimativa premura da parte del cuoco. Inoltre, segnaliamo un sesquipedale vizio di natura estetica, evidenziato dall’utilizzo di scaglie di carote crude per i decori, che apparivano inevitabilmente cacocromatici.


Jannas - Semifreddo menta - fileferru

Semifreddo menta – fileferru

Jannas - Semifreddo al limone

Jannas – Semifreddo al limone

Jannas - Tiramisu

Jannas – Tiramisu

Decisamente più interessante la presentazione dei dessert: originale semifreddo menta-fileferru (Jesus), semifreddo al limone (Ing.Marrocu), tiramisu (Raschione Ettore).
I rispettivi gusti sono apparsi gradevoli ma, come tutte le pietanze fin lì assaggiate, non eccezionali. Per onore di cronaca evidenziamo, ad accompagnare i dessert, un ottimo bicchierino di moscato della casa, gentilmente offerto dal cameriere.

Jesus - Marrocu

Jesus – Ing. Marrocu


In funzione della colpevole assenza di liquore alla liquirizia nella carta dei vini, e per effetto della presenza del Triumviro Marrocu, che come suo solito premeva per consumare esternamente il caffè di fine pasto,  i tre commensali sceglievano a quel punto di terminare l’esperienza al ristorante Jannas, e cercare maggior fortuna sulla passeggiata coperta della via Roma.

Il costo complessivo del pasto è stato di euro 35 cadauno, eccessivo di almeno un 20% rispetto alla quantità e qualità di quanto offerto.
Nonostante alcuni accenti positivi e l’empatica gentilezza del personale, dobbiamo fare un forte sforzo di generosità per attribuire alla qualità complessiva del ristorante un secondo onorevole burriccu, che concediamo come esclusivo e invitante auspicio nel curare con maggiore attenzione i numerosi dettagli gastronomici per cui è stato rilevato difetto.



VALUTAZIONE “Da Jannas”: Due Burricchi.
Ristorante Jannas Indirizzo: Via Sardegna 85, Cagliari
Telefono: 070 657902    [mostra in google maps]
 

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nov 14 2010

Ristorante Su Cumbidu – Cagliari

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Su Cumbidu – Interno

 

Prosegue frenetico, senza soste o impedimento alcuno, per i Biumviri ufficiali Jesus ed Ettore, il lungo itinerario sui deliziosi e tormentati sentieri della cucina (sarda e non solo), alla scoperta e all’assalto di ciò che ristoranti e trattorie del cagliaritano propongono e offrono ai loro affamati o curiosi avventori.
Veniamo di sovente interrogati su quale sia la traccia, la bussola ideale che ci spinge a scegliere un locale piuttosto che un altro, se possa esistere un disegno superiore che tutto ha previsto e tutto ha disposto, disegno che i Burricchi, con estrema devozione o trasporto, pedissequamente assecondano.
Non volendo profondamente addentrarci negli ambiti e tra le maglie della ragione teologica, benché Jesus qui possa facilmente dare una sua impronta autorevole, la risposta meditata e razionale che possiamo concedere, non può essere che: *zzi nostri!

Su Cumbidu - Salumi e Formaggi

Su Cumbidu – Salumi e Formaggi


La scelta questa settimana ricade su un altro ristorante dal nome evocativo, situato nella Via Napoli, traversa della storica Via Sardegna, serbatoio principe di alcuni tra i migliori ristoranti cagliaritani.
Ristorante Su Cumbidu. Dal sardo, il termine potrebbe essere tradotto come “l’invito”, come invitante e accogliente appare il locale al suo interno.
L’ambientazione è, senza ombra di dubbio, caratteristica è ben curata; richiama l’aspetto e i costumi estetici di un’antica osteria: pareti in muratura e pietra, arcate ben decorate, soffitto con travi in legno scuro,  luci d’atmosfera, mobilia in arte povera. Contiamo per lo meno due sale, una più interna e una includente l’ampio bancone di ingresso, dove con frenesia si preparano e curano le pietanze, servite sui caratteristici “talleris”, giusto vicino alla cucina.
Se si può fare un appunto allo stile dell’ambientazione, riteniamo una stonatura ricoprire i tramezzi del locale con numerose foto degli avventori (fossero state in bianco e nero avrebbero avuto ben più senso) piuttosto che utilizzare vari suppellettili della tradizione sarda come giusto ornamento.
La musica diffusa in sottofondo, dopo un breve passaggio dei sempre graditi ma inadatti Dire Straits, si è in seguito più correttamente allineata ai canoni tradizionali.

Su Cumbidu – Antipasti e Bruschette


I due Biumviri vengono accolti e fatti accomodare in un ampio tavolo. La sala interna è già praticamente piena, cosa che vediamo di rado nei nostri pranzi istituzionali del Sabato. Di solito è il chiaro indice di un peso economico non eccessivo.
Ci serve un gentile ed amichevole giovanotto – con la t-shirt ufficiale del locale, di colore azzurro, decisamente fuori contesto – che frettolosamente ci introduce al costume alimentare de “Su Cumbidu”: non si propone alcun menu cartaceo, né si concedono troppe possibilità di scelta all’avventore. Si mangia e si beve quel che c’è!
Ci lasciamo quindi trasportare dal vento degli eventi; accogliamo ben volentieri il vino rosso novello che ci viene servito su una brocca in terracotta da mezzo litro: sapore e qualità da antica cantina (quelle con la palma all’ingresso, frequentata dai bevitori abituali di Paese, per intenderci). Ancora prima di ambientarci il cameriere si presenta con uno splendido (esteticamente) talleri (tagliere) contenente vari salumi e formaggi della tradizione nostrana, ma sulla cui qualità si potrebbe decisamente discutere.

Su Cumbidu - Casu Marzu

Su Cumbidu – Casu Marzu


Degna di nota solo la buona ricotta affumicata, accompagnata da un discreto pecorino semi-stagionato, da alcune fette di salsiccia sarda, prosciutto e, per finire, lonza di maiale che, nell’idioma indigeno, il linguista Ettore indica chiamarsi “sa mustela”. Il tutto – servito su un letto di pane carasau e ornato da un mazzolino di prezzemolo – è risultato tristemente anonimo.
Su un altro tagliere oblungo ci venivano servite tre piccole terrine con, rispettivamente: zizzigorrus (lumache) al sugo piuttosto buone, insignificanti favette saltate con la pancetta e altrettanto mediocri polpette di carne (due).
Ma il peggio di sé credo che la cucina de “Su Cumbidu” l’abbia data con gli assaggi di verdure e ortaggi cotti: cipolle in agrodolce, peperoni, cordolinus (funghi), frittata di cavolo (crediamo), patate (semi-crude), zucchine.
Tutto di qualità discutibile e, soprattutto, servito indecorosamente freddo. Citiamo, per completezza, le bruschette di pane con olio d’oliva che facevano da contorno agli antipasti. Non degne di menzioni particolari.


Su Cumbidu - Gnocchi, Maloreddus

Su Cumbidu – Gnocchi, Maloreddus alla campidanese


Non possiamo fare a meno di menzionare invece  un assaggio di “casu marzu”, il celeberrimo formaggio marcio con i vermi, espressamente richiesto da Jesus che era riuscito a scorgerlo sulla tavola di altri intraprendenti avventori.
Il formaggio sardo, buonissimo ma diciamo subito senza l’ombra apparente di un verme per questioni di igiene alimentare, veniva servito su un unico e pittoresco contenitore monolitico, costituito dalla stessa forma di formaggio privata del tappo superiore, migrata dal cameriere di tavolo in tavolo ogni qual volta venisse richiesto.
Dopo una breve attesa, sarebbero arrivati i primi piatti. Ovviamente, non negoziabili.

Su Cumbidu - Pecora e Proceddu

Su Cumbidu – Pecora in umido e Proceddu


Trattasi di gnocchi e maloreddus alla campidanese, cucinati con la salsiccia, dignitosi ma sempre con il problema di essere stati messi in tavola non particolarmente caldi. Questo limite pensiamo sia un effetto collaterale diretto dei menù che propongono le pietanze “del giorno”, che non vengono evidentemente preparate in conseguenza delle comande, ma piuttosto cucinate preventivamente, in quantità sufficienti a soddisfare un certo numero di avventori che le richiedessero in seguito.
Per spezzare la pur breve attesa tra i primi e secondi, veniva proposto ai burricchi un intermezzo di verdure quali sedano, finocchi, e gustosissimi pomodorini sardi.
I secondi piatti sarebbero arrivati di lì a poco; in primo luogo il caratteristico proceddu arrosto (maialetto), che Jesus ha trovato non male, ma che l’intenditore Ettore ha giudicato decisamente non all’altezza.
La carne di pecora in umido, viceversa, nonostante non servita bollente come il buon costume imporrebbe,  è risultata ottima.

Su Cumbidu – Dolcetti sardi, Sorbetto



I dessert previsti per la giornata, potevano articolarsi in frutta di stagione, assortimento di dolcetti sardi, o sorbetto a limone/caffè.
I due Donkey sceglievano quest’ultima soluzione. Il sorbetto (al limone) è risultato buonissimo, nonostante venisse servito su un insolito bicchiere da liquore, e un cucchiaino come strumento di degustazione.
Ci veniva inoltre offerto un piccolo assaggio di dolcetti sardi, accompagnato da un bicchierino di non ottima vernaccia.
Due caffè, nella norma, hanno concluso il pasto.
Il costo finale complessivo, come ampiamente previsto, non è stato significativo: 25 € cadauno. Nonostante sia stato un pasto completo (antipasti primo secondo dessert), considerata la qualità complessiva, pretendere un euro di più sarebbe stato un delitto.
Quanto pagato può quindi ritenersi commisurato.
In conclusione, l’ambientazione e l’atmosfera casereccia de “Su Cumbidu” risultano apprezzabili, come del resto la cordialità del personale (o almeno del ragazzo che ci ha servito). La qualità della cucina, nonostante gli sforzi per tenerla in linea con i principi e la tradizione gastronomica sarda, è però da dimenticare.



VALUTAZIONE “Su Cumbidu”: Un Burriccu.
Ristorante Su Cumbidu Indirizzo: Via Napoli 11/13, Cagliari
Telefono: 070 660017    [mostra in google maps]
 

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