☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
apr 13 2013

Kuvee wine grill – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Kuvee - Interno

Kuvee – Interno

 

Siamo giunti fin qui dalla radura. Abbiamo sconfitto i patrigni elementi del Creato, attraversato foreste incantate, guadato fiumi color del sangue, superato i più alti e ingenerosi dirupi, ma adesso insormontabile ci appare questo colle; perigliosa diviene questa strada che, tracciata dal ferro e dal fuoco di mille battaglie, si innalza fin dove l’occhio non riesce a scorgere, dove una mente ebbra e timorosa, figura meravigliosi tesori e terribili prove da superare.
Si narra che per queste vie, il Lanciallotto possente e valoroso, ogni luna nuova impavidamente si inerpichi col suo fedele Cuaddu verso il Castello, per concedersi in gran segreto alla sua Ginevra, donna amorevole e passionale. Basterà seguire le sue orme, celati dal buio della notte e dal placido passo del burriccu, per raggiungere quei tesori che da sempre noi, instancabili donkeys, andiamo cercando.
 

Kuvee - Cestinetti alici peperoni rucola

Kuvee – Cestinetti alici peperoni rucola

 

Cagliari, Venerdì sera. Sotto un filo di luna nuova, è lunga e onerosa la salita che conduce i burricchi dall’oblio di una grigia settimana di lavoro, verso la brillante luce dell’opulenza. Via San Giovanni si mostra inaccessibile e lontana e l’Ing.Marrocu, reduce da una non breve periodo di febbri e deliri – questa volta giustificati -, avverte tutta la fatica del dislivello. Al suo fianco un impeccabile Raschione, e un Jesus in armatura da pusher, congiuntamente incutono non pochi timori ai pochi viandanti che percorrono la Via.
Poche ore prima, lo stesso Jesus aveva manifestato profondi dubbi sulla destinazione della serata, apparentemente di basso profilo; raggiunto l’uscio del “Kuvee wine grill”, anche l’esigente Marrocu manifestava una qualche contenuta perplessità:
«Ma che avete scelto, un ca. di bisteccheria?!?». Vedremo a breve, come ogni pregiudiziale scetticismo verrà subitamente spazzato via.
 

Kuvee - Antipasti

Kuvee – Antipasti

 

Il “Kuvee” è l’espressione gastronomica tangibile dell’enoteca “Lancillotto”, noto ed eccellente punto di riferimento enologico nell’ambito della ristorazione cagliaritana. Il locale appare come un ben curato ed accogliente buggigattolo rettangolare, con una decina di tavoli, stracolmo di bottiglie e suppellettili, utilizzati come ornamento a contorno di mura color paglierino, strutture in legno ed elementi rustici di varia natura. Le prestigiose etichette, compaiono organizzate in scaffali e mensole, appese alle pareti in pietra o disposte trasversalmente su supporti non lineari. La parete di nord-est, si raccorda cromaticamente alla contro-soffittatura per mezzo di suggestivi pannelli lignei, ricavati probabilmente da confezioni rigide di vini pregiati. Pregevole e ben dosata è la proposta musicale diffusa in etere, mentre ci appaiono fuori luogo il pur discreto (spento) televisore LCD e un grosso frigorifero centrale, il cui impatto scenico suggeriamo di alleggerire, per lo meno con un rivestimento in stile rustico.
 

Kuvee - Lardo di pata negra

Kuvee – Lardo di pata negra

 

Il servizio in sala, impeccabile e risoluto, è garantito da un giovane maître, che gentilmente ci fa accomodare e ci indirizza verso l’excursus culinario della serata. La cucina del “Kuvee” è quasi esclusivamente basata su piatti di terra, per cui l’autorevole e magistralmente strutturata carta dei vini, non poteva che suggerire un vino rosso come accompagnamento della cena. L’ingegner Marrocu, sulla cernita dell’etichetta si impunta di principio («sennò la finiamo anche stavolta a “Costamolino”!»), e  pretende che si attinga dalla produzione vinicola extra-territoriale, pur non avendone chiaramente coscienza e conoscenza alcuna, tanto da dover fare appello all’esperto cameriere. Dopo qualche ragionamento, si sceglie una etichetta australiana («Ingegnere, lei guarda troppo “Airport Security”!») che si rivelerà invero, di aroma, fragranza, e gusto notevoli:  “Norwood” Shiraz cabernet merlot del 2008, delle tenute “Salomon” nel sud dell’Australia. «Questa bottiglia ha aspettato cinque anni prima di trovare chi l’avrebbe apprezzata!»
 

Kuvee - Tagliatelle, tortelli

Kuvee – Tagliatelle, tortelli

 

Prima di questo, avevamo già avuto modo di gustare un buon prosecco di Valdobbiadene, offerto e accompagnato con un originale e appetitoso stuzzichino di benvenuto, composto da pomodoro pachino, sposato a semi di sesamo e amalgama di miele.
Riguardo gli antipasti, li abbiamo trovati semplici nella loro composizione, ma con qualità, equilibrio di sapori e presentazione di indubbio livello: cestinetti di alici con peperoni rucola e riduzione di vino rosso; flan di pecorino, con crema di basilico e accenno di peperoncino in polvere; mozzarelline di bufala, con pomodorini confit e decoro di basilico fresco; polpette di manzo alla crema di zafferano; tortelloni di bresaola, con ripieno di melanzana su letto di rucola; tagliere con leggerissimo lardo di “Patanegra” su letto di carasau e decoro di rosmarino.
 

Kuvee - Bistecca

Kuvee – T-Bone di scottona

 

La filosofia di condurre la cena con equilibrio di sapori e senza pietanze eccessivamente costipanti, prosegue con l’assaggio dei due primi di giornata: fettuccine ai funghi porcini; tortelli di patate e carciofi, serviti con condimento di burro e salvia.
Le due paste, che sopra potete apprezzare combinate nell’impiattamento prodotto da Jesus, risultavano delicatissime e gustose. In particolar modo i funghi porcini – per i quali non è certamente stagione, come il maître ci ha doverosamente fatto notare – avevano paradossalmente guadagnato in termini di delicatezza dal necessario e inevitabile percorso lungo la catena del freddo, che li aveva fatti arrivare fino alla nostra tavola.
 

Kuvee - Meringa

Kuvee – Meringa

 

Con ancora qualche spazio a disposizione, i burricchi decidevano quindi il taglio di carne da richiedere, come inevitabile e doveroso secondo piatto. Dopo qualche tentennamento, la scelta ricadeva su una “T-Bone” di scottona argentina (o almeno così mi pare di ricordare) che ponderatamente  e compostamente sceglievamo di condividere, salvo poi pentircene un minuto dopo, dato che ne avremmo volentieri divorato ben altre quantità. Impagabile la scelta di fornirci di ceramiche pre-riscaldate (buddiasa) al fine di esaltare il gusto della carne sul piatto. Onore al merito all’Ing.Marrocu che si è prodotto in un minuzioso disossamento, senza per questo lasciarsi andare a poco eleganti fagocitazioni. Da segnalare inoltre, che avendo Jesus dichiarato di non voler terminare il poco vino rimasto nel proprio calice, i due asinini commensali si sono precipitati a spartirsi il prezioso nettare: «non vorrai mica sprecare il sangue di Cristo?!?».
 

Kuvee - Tiramisù

Kuvee – Tiramisù

 

Strepitosa, seppur limitata, la proposta dei dessert. L’Ing.Marrocu ha avuto modo di impegnarsi con una deliziosa meringa con sciroppo ai frutti di bosco e gelato al pistacchio, mentre Jesus e il Raschione hanno optato per un tiramisù su letto di tortilla e spolverata di cacao. Entrambi i dolci erano decorati con una sorta di composizione artistica cubista, realizzata con caramello rigido, e giustamente accompagnati da un richiesto passito di Pantelleria, volutamente escludente, da parte dell’Ing.Marrocu, possibili alternative autoctone.
Il pasto si concludeva quindi con due caffé e tre buoni rum “Ron Zacapa”, invecchiati 23 anni. Costo finale della cena, 40€ cadauno, da valutarsi un 10% inferiore al giusto dovuto, in funzione di una cucina di ottimo livello, e di una cantina e un servizio eccezionali.

La denominazione del ristorante, deriva probabilmente dal termine francese Cuvée e sta ad indicare la miscela di uve che cerca di raggiungere l’alchemica perfezione nell’arte dell’enologia. Il “Kuvee wine grill” è di per sé una ben riuscita miscela di accoglienza, professionalità ed equilibrio, articolata con una proposta gastronomica di primo livello e sostenuta da una eccezionale carta dei vini. Quattro burricchi con menzione speciale per la cantina e il servizio.

 


VALUTAZIONE “Kuvee wine grill”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kuvee wine grill Indirizzo: Via San Giovanni 224, Cagliari
Telefono: 0706670046    [mostra in google maps]
 

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mar 23 2013

Ranch steak house – Sinnai

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Ranch steak house - Interno

Ranch steak house – Interno

 


Tanto greve mi fu questa carne, che inconsapevole vestì il mio pensiero, che caritatevole raccolse la mia essenza, che severa edificò le prigioni della mia anima.

Tanto ingrato fu il mio sangue, che timoroso cercò in me rifugio, che austero navigò la mia vita, che ribelle cercò di fuggirmi via.

E ora che la vedo lì sul piatto, disinvoltamente placida, smembrata e ferita, lacerata e scomposta, incisa e arsa da fiamme che mai arrivò a sentire, mi chiedo se questa sia ancora la mia, e non il povero banchetto di un burriccu qualunque.
 

Ranch steak house - Rosticini di pecora

Ranch steak house – Rosticini di pecora

 

Sette furono i burricchi, invitati all’ultimo “povero” banchetto del Donkey Challenge, in quel di Sinnai un tiepido Venerdì di Quaresima.
Organicamente disposti su una tavola oblunga, i commensali ammirano e dileggiano il loro Jesus, benedicente al centro. Fortunatamente non sono in tredici, altrimenti avrebbero avuto l’onere di eleggere un traditore d’ordinanza, che sarebbe stato schernito, schironato e cotto al termine della cena, qualora le provvigioni del ristorante “Ranch steak house” non fossero state in linea con le esigenze della loro stessa linea, ovverosia esigenze di ablazione e rimozione mentale.
 

Ranch steak house - Rosticini di maiale

Ranch steak house – Rosticini di maiale

 

Non parlerò della specifica composizione della tavolata, giusto per non disattendere eventuali esigenze di intrallazzo a cui taluni Triumviri ufficiali oggi assenti (non parlo di Jesus, né del Raschione Ettore) ci hanno abituato, e solo brevemente accennerò al come i tre minuti di ritardo di due prestigiosi e puntualissimi burricchi, siano stati cagionati da una difettosa interpretazione degli indirizzi senza civico, da parte di un tecnologico GPS integrato nel Nokia Pureview di Jesus («Il tuo navigatore dice più cazzate del Burriccu Taras»). Penserà il Raschione, ad articolare i doverosi insulti del caso; sottolineo solamente che, per effetto di un ulteriore e increscioso ritardo di una coppia (laica, speriamo) di commensali, non prima delle 21.10, il gruppo asinino ha potuto varcare la soglia del ristorante.
 

Ranch steak house - Antipasti di carne

Ranch steak house – Antipasti di carne

 

Ad una prima osservazione, il “Ranch steak house” si propone come un locale luminoso, ordinato ed asetticamente elegante, in contrapposizione all’idea che potremmo avere di una spartana bisteccheria, come una nostra atavica traduzione archetipica ci imporrebbe. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette lateralmente nell’ampia sala da pranzo, caratterizzata da pareti dalle tonalità ocra pallido, terminanti una contro-soffittatura color latte dalle belle linee moderne. Buona parte della muratura, inoltre, è dominata da piccoli mattoncini orizzontali in pietra, occasionalmente interrotti da sagome bronzee, stilizzate sui temi della natura. L’arredamento è rustico ed essenziale mentre, come nostro solito, giudichiamo inopportuna la presenza di un vistoso televisore LCD sul fondo della sala. Per lo meno, in questa occasione, la TV risultava opportunamente silenziata.
 

Ranch steak house - Trofie e tortellini

Ranch steak house – Trofie e tortellini

 

l servizio in sala è affidato a due giovani camerieri, e alla empatica professionalità del titolare che, con fattezze e prorompenza da sportivo (praticamente il sosia di Dejan Stanković) intrattiene gli ospiti, suggerisce i percorsi culinari da intraprendere e, con abile maestria da macellaio, taglia e serve la carne direttamente ai tavoli.
In effetti tale maestria non appare casuale, dato che l’arte della macelleria è di casa in questa steak house, a differenza della celerità del servizio che, nonostante un locale praticamente semi-vuoto, si è dimostrato di una lentezza traumatica – in particolar modo nell’attesa dei primi piatti e dei caffè – tanto da farci concludere la cena dopo oltre tre ore di permanenza, per la gioia di uno dei commensali, che la mattina dopo avrebbe dovuto alzarsi alle sei (per non citarlo, il Burriccu Sollai). Beh, che dire … cazzi suoi…
 

Ranch steak house - Burriccu alla piastra

Ranch steak house – Burriccu alla piastra

 

Il menù è quasi interamente basato sulle carni e suoi formaggi, eccezion fatta per i “primi del giorno” che lo stesso titolare evita comunque di consigliare, non essendo la loro specialità. Ottimamente fornita la cantina, ma la cernita del vino viene affidata alla competenza dello chef (tanto per non citarlo) Taras che, in fase di formalizzazione della comanda, punta silenziosamente il dito verso il tavolo vicino. Trattavasi di un ottimo carignano IGT Isola dei Nuraghi “Misa” 2008, delle tenute di Carlo Pili, servito però un po’ troppo caldo e con un fastidioso difetto di depositi sul fondo. In effetti questa è una caratteristica  strutturale dell’etichetta, ma un attento sommelier avrebbe istruito le doverose ed efficaci contromisure da apportare.
 

Ranch steak house - Parasangue di cavallo

Ranch steak house – Parasangue di cavallo

 

Ineccepibile la qualità delle carni, goduriosamente manifestatesi in tutte le sfumature più o meno tradizionali. Iniziamo col degustare dei fantastici rosticini di pecora all’abruzzese, su un letto di pane carasau con funzione di leccarda post cottura, licenziosamente sbranata una volta ingurgitata l’ultima briciola di carne.
Seguivano inoltre: ottimi spiedini di maiale accompagnati da una salsina messicana ai peperoni;  goulash di carne di cavallo, impiattato in una tortilla su una base di rucola fresca; eccellente (almeno per Jesus) accostamento di prosciutto crudo su base di pecorino fuso, impreziosito da miele tartufato.
Lo chef Taras, inoltre, chiedeva espressamente di assaggiare una tartare di manzo cruda, che dapprima arrivava al nostro tavolo su una base di mozzarella (la cui qualità era discutibile se comparata a quella dell’ingrediente primario), rucola e riduzione di aceto balsamico, per poi – su ulteriore richiesta di semplificazione -, venire derubricata in semplice carne e rucola.
 

Ranch steak house - Fiorentina alla piastra

Ranch steak house – Fiorentina alla piastra

 

Abbiamo già parlato della lentezza con cui sono stati prodotti i primi piatti. Non sappiamo bene cosa sia accaduto in cucina ma di certo, per una disarmonia termica della pasta, dobbiamo ipotizzare che alcune porzioni siano state riscaldate post-cottura, oppure impiattate in modo superficiale.
Ad ogni modo trattavasi di trofie prosciutto crudo e porcini, il cui condimento risultava comunque piuttosto gustoso a merito della indiscutibile qualità dei funghi, e di tortellini al burro e tartufo, molto meno brillanti delle compagne di piatto.
Proseguiva quindi la contrattazione sulle pietanze (ovviamente di carne) che sarebbero seguite come “secondi”. Escluso il pur bramato “sottopancia”, per un onestamente auto-denunciato problema di qualità nei residuati della dispensa, il titolare ci proponeva un trittico di tre differenti tipologia di carne.
 

Ranch steak house - Formaggi assortiti

Ranch steak house – Formaggi assortiti

 

La prima, confessiamo, è un assaggio di asino alla piastra, che abbiamo avuto modo di cannibalizzare a cuor leggero, anche perché magistralmente aromatizzato con pomodoro secco, prezzemolo e aglio, mentre ci sono risultati meno apprezzabili il gusto e la cottura del proposto parasangue di cavallo (comunque buono). Concludeva il trittico una sontuosa bistecca fiorentina di manzo che, come d’abitudine per il “Ranch”, è stata sezionata di fronte ai burricchi, e cotta direttamente sulla piastra al tavolo.
Non parendo oggettivamente interessante la proposta dell’unico dolce disponibile, lo chef Taras suggeriva di procedere con una degustazione di formaggi. In effetti l’assortimento di caprino, pecorino fresco e pecorino semi stagionato, accompagnato da confetture di fichi e di pera, è risultato piuttosto gradevole, almeno per i due terzi dei prodotti inclusi.
Dopo ulteriori attese, concludevamo la serata con dei caffè, con una sprite (marchio di fabbrica del Burriccu Sollai) e con una serie di rum Ron Zacapa 23YO. Costo totale della cena 42€ cadauno, abbastanza in linea con «tottu cussu ca ci seus pappau e buffau».

Volendo giudicare il “Ranch steak house” per la propria natura di bisteccheria e per le proprie eccellenze, la votazione sarebbe di assoluto valore. Il servizio lentissimo e non sempre attento, la qualità dei primi piatti e l’assenza di una vera carta dei dessert però, ridimensionano inevitabilmente il merito iniziale. Sono stato fino all’ultimo in dubbio se assegnare o meno un terzo burriccu, che formalmente dà la nostra benedizione a un locale.
Beh, considerando che personalmente mi vien voglia di tornarci solo per mangiare gli spiedini di pecora, e avendo considerato tutti i giudizi negativi dei miei commensali – sapendo che questi se ne lamenteranno -, alla fine non ho avuto dubbi: tre burricchi, meno meno meno.

 

VALUTAZIONE “Ranch steak house”: Tre Burricchi.
Ristorante Ranch steak house Indirizzo: Via Gennargentu 15, Sinnai
Telefono: 3933607182 [mostra in google maps]

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ott 7 2012

Ristorante Lo Zodiaco – Cagliari

 Scritto da Ettore | | Commenta

Zodiaco - Interno

Zodiaco – Interno

 

Sono i somarelli dello Zodiaco
hanno nomi importanti
sono grandi e forti eroi
Tutti decisi a si sazzai
ma uno alla fine sul conto piangerà
ma solo uno alla fine sul conto piangerà

Proiettati nel mondo delle divinità greche, ma nella cornice egizia di Nuova Luxor, teatro della Guerra Galattica organizzata da Lady Isabel per la conquista dell’armatura d’oro del Sagittario, due cavalieri di bronzo, Seiya di Pegasus (PegaJesus), Shiryu di Dragon (Sirio il Raschione), Hilda di Polaris (PG), sacerdotessa del Dio Odino, massima autorità dei cavalieri di Asgard, orfani per l’occasione di un dissidente Hyoga di Cygnus (Marrocu Il Cigno) e del cavaliere nero Ikki di Phoenix (Susunku Melix), precettato dall’ordine nemico per architettare il furto dell’armatura d’oro, si apprestano a combattere la prossima battaglia.
 

Zodiaco - Calamari ripieni

Calamari ripieni

Zodiaco - Fagottini di rana pescatrice

Fagottini rana pescatrice

Zodiaco - Musciame di tonno

Musciame di tonno

 

In una serata in cui il cielo terso regala la scena alla Cintura di Orione, una serata priva del sempre stimato Ing. Marrocu, che rifiuta senza motivazione di celebrare il rito settimanale della ciccionata di giovedi sera, e del susunku Dott. Melis, che preferisce essere assoldato dalle forze dei Cavalieri Neri per evitare di cadere nelle tentazioni della spesa, si ricostituisce il primo Triumvirato storico Ettore, Jesus, PG, nati nell’anno della Tigre, secondo lo zodiaco cinese.
Sono le 20:50 quando i due somari titolari, a bordo della veloce utilitaria, dopo un tragitto dominato dal delirio del centro storico e dall’incapacità dell’automobilista medio cagliaritano, per intercessione paragnostica dell’ipertricotico burriccu, trovano un felice accomodamento per il mezzo, nella centrale piazza della Madonna del Carmine, proprio di fronte allo sconsolato ciccione che non troverà altra soluzione logistica che non sia infrangere la ZTL del quartiere di Stampace. Punto d’incontro il ristorante Lo Zodiaco, nella vicina via Sassari. Alle 21 in punto la ciccionata può avere inizio.
 

Zodiaco - Zuppetta cozze arselle

Zodiaco – Zuppetta cozze arselle

 

Il locale si sviluppa in lunghezza in due grandi sale interne. All’ingresso un angolo relax con alcuni divanetti consente una comoda attesa per gli eventuali avventori senza tavolo riservato. Un piccolo arco immette in una sala con alcuni tavoli delimitata dal bancone della cassa, che funge da disimpegno tra il corridoio che porta ai servizi e al giardino con la sala esterna e l’ingresso della sala principale, nella quale veniamo fatti accomodare. Questa presenta una struttura a semi-croce, con la lunghezza spezzata da diversi archi, decorati con pietre a vista. Le pareti sono chiare e arredate con numerosi disegni e stampe, oltre a una raccolta di tegole sarde decorate. L’abbondanza degli arredi non ha però nascosto i segni della necessità di una rinfrescata dei muri. L’ampiezza dei tavoli è ben commisurata al numero dei coperti, le tovaglie baige, eleganti e comode le sedie in simil-pelle nere e rosse.
 

Zodiaco - Fregola cozze carciofi

Zodiaco – Fregola cozze carciofi

 

Il servizio in sala è garantito da un giovane cameriere piuttosto informale e con modi particolarmente amichevoli con i clienti. Il menu presenta un’offerta piuttosto variegata di piatti di carne, pesce e di pizze. Le preferenze cadono sulle pietanze di mare; non avendo la possibilità di ordinare un assaggio di antipasti misti, conveniamo nell’ordinare quattro tipi di antipasti, orientandoci anche in base ai risoluti consigli del cameriere.
Nonostante una buona scelta di etichette, incontriamo diverse difficoltà nell’ordinare il nettare con cui accompagnare la serata, a causa della effettiva indisponibilità di molte di esse. La scelta ricade sull’etichetta che più avrebbe innalzato il conto finale per il burriccu PG, un Vermentino superiore Monteoro DOCG del 2011 delle cantine di Sella e Mosca, rivelatosi in realtà non superiore a molti vini di media qualità.

 

Zodiaco - Tagliatelle tonno e melanzane

Zodiaco – Tagliatelle tonno e melanzane

 

Dopo un’attesa non breve arrivano gli antipasti: ottimi fagottini di rana pescatrice con prosciutto crudo su un letto di melanzane, gradevole musciame di tonno su una base di mozzarella di bufala, buoni calamari ripieni di gamberi su una vellutata di zucchine, sesquipedale ed eccellente zuppetta di cozze e arselle. Ottima la qualità degli antipasti e abbondanti le porzioni, soprattutto per la zuppetta di cozze, aggredita e sterminata con successo in ciascun elemento dalla voracità dei commensali.
Nell’attesa dei primi piatti il casuale incontro di due graziose conoscenti dei nostri irriconoscibili commensali rischia di far saltare la copertura del Triumvirato, ma contribuisce indirettamente ad aumentare il numero dei coperti al tavolo dei Donkeys con il graditissimo arrivo in corsa del Prof. Gessa, in zona per seguire corsi di aggiornamento professionali. Reso celebre dall’essere amante dei piaceri della carne, il professore ordina una bistecca di manzo ai ferri con contorno di patate fritte.
 

Zodiaco - Bistecca di manzo

Zodiaco – Bistecca di manzo

 

Poco dopo arrivano i primi piatti: gradevoli fettuccine con tonno, pomodorini, zucchine e melanzane, per il burriccu PG ed Ettore, fregola con cozze e carciofi per il NON amante del genere Jesus, che recriminerà un eccesso di salinità; il Prof. Gessa ripiegherà su una composizione con assaggi dei due piatti.
Nonostante il buon livello qualitativo dei piatti fino al momento assaporati, non avendo rilevato punte di eccellenza, visti i tempi di attesa abbastanza lunghi e vista la generosità delle porzioni, soprattutto per gli antipasti, i Triumviri decidono di non accompagnare il proprio ospite con il secondo piatto e di passare direttamente al dessert.
 

Zodiaco - Dessert

Zodiaco – Dessert

 

Luci ed ombre per il secondo del professore: qualità e cottura impeccabile per la bistecca, ma patate fritte eccessivamente oleose; difetto prontamente riportato al cameriere, che non è sembrato particolarmente perturbato dalla cosa.
Altalenante anche la resa dei dolci: gradevole panna cotta al caramello per Jesus, buona panna cotta ai frutti di bosco per il burriccu PG, mediocre tiramisu per il Prof. Gessa, scenografico ma appena sufficiente millefoglie per chi Vi scrive.
La cena si conclude con caffè per tutti tranne Ettore, Jägermeister per Gessa, mirto per PG, grappa barricata per Jesus e ottimo liquore di liquirizia (Eclisse) per Ettore. Costo dell’esperienza 47,38€ cad. burriccu, da ritenersi almeno un 20% eccessivo rispetto alla qualità dell’offerta.

Il ristorante Lo Zodiaco riesce ad offrire una buona qualità della cucina, in entrambe le varianti di mare e di terra, oltre ad una buona offerta per la pizza, che al momento sembra il punto di attrazione principale di un locale sempre ben frequentato che non conosce crisi; non è un caso che all’ingresso sia stata allestita una vera e propria sala d’attesa per i clienti senza tavolo riservato. La gestione pare soddisfatta di questo aspetto e non sembra invece interessata a migliorare la qualità del servizio in sala, troppo informale e con diverse cadute di professionalità. Quest’aspetto nega la concessione di un terzo burriccu che renderebbe giustizia alla qualità dei piatti, qualità che vorremmo evidenziare con una nota di merito: due somarelli con menzione speciale.

 

VALUTAZIONE “Lo Zodiaco”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Lo Zodiaco Indirizzo: Via Sassari 59, Cagliari
Telefono: 070670333    [mostra in google maps]

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set 23 2012

Picasso Café Restaurant – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Picasso - Interno

Picasso – Interno

 

«A los doce años sabía dibujar como Rafael, pero necesité toda una vida para aprender a pintar como un niño

Yo soy Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Annibali Picasso – Olè!

L’abbandono della prospettiva, la diserzione dello spazio, l’autorità del colore, sospinti e confinati con violenza sulla tela, afferrati e urlati al mondo in un vortice psichedelico di cognizione ed emozione. Ogni tratto è un segno di vita, ogni dettaglio è un delirio di umana passione.
 

Picasso - Tagliere di terra

Picasso – Tagliere di terra

 

«Su questo tessuto di tela bianca, che ha come confini la vita fuori dall’arte, scopro il mio campo di battaglia, in cui un solo soldato solitario, combatterà la sua guerra contro se stesso.»

Entro questi ovattati confini, oltre i quali potete trovare quella cosa inutile che non è Donkey Challenge, settimanalmente combattono, i vostri amati donkeys, le loro colorate e allegoriche battaglie, condotte contro l’inedia e il sobrio vivere per conquistare, con fatica e determinazione, le più alte vette della buona cucina e delle nostrane, culinarie tradizioni.
La guernica che adesso qui dipingiamo, descrive la nostra nuova battaglia, vissuta in una tiepida notte di fine Estate in quel di Cagliari. I “feroci nemici” di oggi saranno, vedremo tra breve, due giovani ed avvenenti fanciulle, che hanno sudato non poco nel guerreggiare con quattro esigenti ed incontentabili burricchi, difendendo con passione il loro arrocco.
 

Picasso - Bruschette al pomodoro

Picasso – Bruschette al pomodoro

 

Giovedì sera. Il giorno prima della ciccionata l’ingegner Marrocu – felicemente integrato in una comitiva “tutti cacciavite” -, viene intercettato dalla donna del presidente, in un noto e pluriburriccato locale cagliaritano. In quell’occasione, sollecitato indirettamente da Jesus – in contatto medianico/mediatico dalla sua cameretta – dichiarava che non avrebbe potuto presentarsi all’empio svolgersi del rito, per imprescindibili impegni di lavoro.
Venerdì sera, ore 20.59. Allorquando Jesus e il Raschione, arrivati nella stretta via Ospedale ed individuata l’antimimetica sagoma del Burriccu Sollai, volgevano lo sguardo verso il ristorante “Picasso café”, riuscivano a scorgere, con trattenuti accenni di giubilo e stupore, la plumbea figura dell’ingegnere, che intanto s’era scientemente celato sull’ingresso del locale, per produrre manifesta e rumorosa sorpresa, già sindacando sul fatto che fosse arrivato qualche minuto prima dei due comunque puntuali burricchi. Ancora prima, aveva paventato telefonicamente la remota ipotesi del suo arrivo, a dispetto del forfait iniziale. Come “ospite” aggiunto alla prima prenotazione, avrebbe poi causato non pochi problemi di benessere ambientale, ai tre più irreprensibili (nella condotta) colleghi.
 

Picasso - Raviolini ai funghi porcini

Picasso – Raviolini ai funghi porcini

 

L’ingresso dei quattro equidi nel ristorante, sembra quasi l’introduzione di una commedia pirandelliana, la cui protagonista è la graziosa e gentilissima cameriera dai tratti nordici che, contemporaneamente al nostro arrivo, vedeva incidentalmente presentarsi altri due gruppi di commensali, all’unisono rivendicanti la loro prenotazione, tanto da creare non poco disordine e caos, fino al punto di indurla a sincretizzare logisticamente i burricchi, con gli avventori di un altro tavolo!
Durante la serata, la stessa cameriera verrà insistentemente importunata dalla puntigliose richieste del Tetriumvirato – di Jesus in particolare – mantenendo, sempre e comunque, un approccio empatico e cordiale, nonché un istintuale ed incorruttibile sorriso sulle labbra. Personalmente, io ci avrei servito il veleno per topi!
 

Picasso - Trofiette noci gorgonzola

Picasso – Trofiette noci gorgonzola

 

Strutturalmente, il locale si presenta con un grande vestibolo d’ingresso e con accattivanti pareti vermiglie, decorate da riproduzioni d’opere del geniale pittore iberico, verosimilmente riconducibili al periodo cubista analitico. Il vestibolo, muta rapidamente in una graziosa zona bar, in cui sembrano comunque non integralmente valorizzati gli spazi architettonici. Una prima sala da pranzo laterale, ospita le tavolate più consistenti mentre, più in fondo al locale, compare una saletta più intima e riservata, che sarebbe ritrovo ideale per cene all’insegna della quiete e del romanticismo, se non fosse per l’immancabile, molesto, televisore LCD – tra l’altro con un evidente problema di saturazione degli altoparlanti -, che violenta irrimediabilmente l’ambientazione. «Non vi piace? Eppure i nostri clienti lo vogliono per guardarsi il Tg a pranzo». «Allora forse è meglio che cambiate clientela! »
 

Picasso - Bistecca patatine

Picasso – Bistecca patatine

 

In quest’ultimo riservato ambiente, vengono fatti accomodare i quattro asinini clienti, in un piccolo tavolo quadrato che – come da prenotazione -, doveva e poteva accoglierne esclusivamente tre.
L’esordio relazionale con la cameriera, non mancava di gag subitamente esilaranti.

C.: «Potete scegliere dal menù questo e questo…»
J.: «Ehm, come scusi?»
C.: «Non avete, il coupon? avete “scontu”???»
S.: «No, abbiamo i soldi!»
C.: «Allora scegliete tutto quello che volete!»

Il menù del “Picasso” – tra l’altro interamente scritto a mano su carta quadrettata, con bella calligrafia, 10 anni!!! – si compone quasi esclusivamente di piatti di terra, di non articolatissima composizione, ed è particolarmente ampio e variegato; una diversa e più ricercata filosofia, avrebbe preferito restringere il numero di pietanze proposte, per concentrarsi su piatti di maggiore elaborazione e qualità.
 

Picasso - Carpaccio rucola e grana

Picasso – Carpaccio rucola e grana

 

Di buon grado, i burricchi si adeguavano all’offerta della cucina, indirizzandosi obbligatoriamente sugli antipasti di terra, e contestualmente comandavano un rosso DOC “Perdera” di Argiolas.
Gli antipasti erano costituiti da un variopinto tagliere, allestito con pecorino semi stagionato, ricotta vaccina, mortadella speziata, salsiccia sarda piccante, salame, testa in cassetta (tutto senza particolari eccellenze) con successiva appendice di olive sott’olio (simil-saclà) e bruschettine al pomodoro (buone).
Decisamente più interessanti i primi piatti, di marcato proponimento autunnale: trofiette alle noci e gorgonzola per il Raschione Ettore e per l’Ing.Marrocu, Raviolini ai funghi porcini, burro e salvia, per Jesus e il Burriccu Sollai.
A questo punto, già ordinati ed attesi i secondi piatti, l’Ing.Marrocu, dopo esser brevemente uscito dal locale per una malsana pausa sigaretta, ritornava al tavolo con la fronte corrugata e una notizia inquietante da comunicarci: «Ragazzi, la situazione è questa, c’è una ispezione ASL in corso, la cucina è bloccata e io mi devo alzare alle 5 e mezza. Ciao ciao!». La dipartita del preoccupato ingegnere – a dire la verità non contestata o contrastata con partecipazione da nessuno dei commensali – è risultata pressoché frettolosa, perché dopo pochi minuti, conclusasi felicemente l’ispezione, si sarebbe di nuovo materializzata la cortese cameriera (sempre la stessa, solo occasionalmente sostituita da un ragazzo, altrettanto gentile), con le pietanze richieste qualche decina di minuti prima («Vorrei una bistecca, che tagli avete?».«Le facciamo da 350g!»).
 

Picasso - Torta al cioccolato

Picasso – Torta al cioccolato

 

Relativamente al burriccu Sollai, trattavasi di una buona costata di manzo, senza condimento (l’alternativa era aglio e prezzemolo), servita con contorno di patatine fritte; Jesus e il Raschione, invero, si erano fatti conquistare da un carpaccio di manzo con rucola e grana, rivelatosi piuttosto buono, benché Jesus non abbia gradito (perché non particolarmente amante di quest’erba) la presenza della rucola, unico difetto, a suo dire, dei carpacci rucola e grana. Vi chiederete, a questo punto, perché un soggetto mentalmente equilibrato, debba ordinare una pietanza che non ama, in presenza di un’ampia scelta di più apprezzate pietanze, e questa domanda contiene già di per sé la risposta che cercate!
La cena si concludeva quindi con una discreta torta (gelato) al cioccolato, con la canonica sprite digestiva per Sollai, con una eccellente liquirizia “Tanca dei pavoni” per Ettore, e con un caffè e un “Cynar” per Jesus. Il prezzo finale, 22€ cadauno, è da giudicarsi un 15-20% sotto la soglia ideale.

Lodevole l’iniziativa della bella proprietaria che, visibilmente mortificata, é arrivata in sala per scusarsi personalmente del ritardo – tra l’altro neanche particolarmente pesante -, cagionato dall’ispezione a sorpresa («E’ la prima che subiamo da quando siamo aperti» … chiedetevi perché, proprio in concomitanza con l’arrivo dei burricchi!), con la quale Jesus ha poi imbastito la discussione relativa all’opportunità di tenere o meno un televisore in sala, in luogo di un adeguato impianto di amplificazione acustica, con relativa musica d’atmosfera in sottofondo, e di cacciare a pedate, eventuali clienti che ne richiedessero nuova installazione.
Impagabile l’episodio finale per il quale, già fuori dal locale, siamo stati rincorsi dalla stessa proprietaria, che aveva interpretato come errore di calcolo («Questi non sbagliano, sono Ingegneri … o susunki! cit.») i dieci euro elargiti come mancia, a riconoscimento della comunque piacevole serata:

«Scusi ma i suoi clienti non lasciano mai la mancia?»
«No mai, perché?».
«Gliel’ho detto che deve cambiare clienti!»

Il “Picasso café”, è caratterizzato da un’ambientazione gradevole e da una atmosfera familiare e rilassante, confezionata attraverso l’empatica gentilezza del personale (menzione speciale). Un meno appassionato panegirico, possiamo imbastire per la qualità della cucina (comunque discreta), che sembra compressa e condizionata dalla scelta del target di riferimento. Suggeriamo, a rischio di perdere qualche cliente per l’inevitabile innalzarsi dei prezzi, di puntare di più su una cucina ricercata e di qualità, che potrebbe rendere il ristorante un saldo punto di riferimento della Cagliari culinaria. Due burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Picasso café”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Picasso café Indirizzo: Via Ospedale 33, Cagliari
Telefono: 3492901317 [mostra in google maps]
 

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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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