☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
lug 27 2013

BIC Bar & Italian cuisine – Sanluri

 Scritto da Franco | 2 commenti | Commenta

BIC - Esterno

BIC – Esterno

 

E’ in una torrida sera estiva dell’ultima decade di luglio, che i triumviri titolari più il burriccu di scorta Sollai (di seguito denominato “lo scrivente”), si ritrovano per una ormai “ultracentenaria” ciccionata. L’appuntamento è, come sempre per le ciccionate fuori porta, all’ombra dei cipressi in quel di Pauli, crocevia ideale per tutti i partecipanti, compreso l’Ing. Marrocu, neo “cerexino” d’adozione. Appuntamento fissato per le 20, e con solita solerzia svizzera, carovana pronta a muovere verso la culla del Medio Campidano. Non appena guadagnato l’abitacolo della berlina americana, un sempre indisciplinato Ing. Marrocu dà il via alle prime scaramucce e discussioni su: temperatura interna, sistemazione sedili, e regolazioni varie, dimostrandosi sempre avvezzo a manifestazioni sterili e provocatorie. Immancabile l’intervento del Raschione sull’itinerario da seguire, che dovrebbe secondo lui sempre prevedere un passaggio di fronte alla cattedrale dove egli presta servizio infrasettimanale.
 

BIC - Interno

BIC – Interno

 

Le escursioni fuori dai confini cagliaritani danno l’opportunità ai burricchi, come consuetudine, di apprezzare il frenetico avanzamento dei lavori nella SS 131, leggi Carlo Felice – che nell’arco degli anni è diventata consuetudine triste – e apprezzare i commenti di un sempre polemico Ing. Marrocu, che non esita ad inveire verso tutto ciò che dai più viene considerato motivo d’orgoglio regionale, come paesaggio, clima, mare e servizi in genere. Tra una deviazione, un restringimento di carreggiata ed una estemporanea prova di safety car, nei confronti di una utilitaria strombazzante guidata di una gentilissima signorina (burricca), i critici culinari guadagnano la destinazione alle ore 20:45 in punto, ben quindici minuti prima dell’orario di prenotazione, ma oltre quindici minuti dall’orario di chiusura di un Brico Center situato nei pressi del parcheggio, che avrebbe costituito un passatempo ideale per ammazzare il quarto d’ora d’avanzo alla ricerca di qualche pezzo da bricolage, e soprattutto avrebbe prolungato il tempo di permanenza oltre l’orario di lavoro dei commessi inferociti. Teatro del sollazzo settimanale è il Ristorante, Pizzeria, Pub etc., BIC, sito nella vecchia statale 131, all’altezza di Sanluri.
 

BIC - Antipasti

BIC – Antipasti

 

Il nome BIC non deriva da un nostalgico delle vecchie penne a sfera, penne che tanti di noi hanno visto accompagnarsi alla propria carriera scolastica, ma dall’acronimo di BAR & ITALIAN CUSINE, denominazione che troviamo decisamente azzeccata vista la location internazionale. Seppur con qualche minuto d’anticipo si decide di guadagnare l’ingresso della struttura, articolata su più sale, capaci di accogliere un gran numero di avventori. La configurazione “estiva” del locale ruota intorno ad un gazebo in legno (pub) dove viene servito un apericena a favore dei clienti meno avvezzi alla spesa in un ristorante – subito apostrofati con un aggettivo che per diplomazia lasciamo immaginare a chi legge – che si affaccia in un giardino con piscina e attigua copertura, sempre in legno ma priva delle amate controventature, sotto la quale trovano sistemazione un ventina di tavoli. Il giardino, arredato con dei divanetti, risulta abbastanza spoglio e spartano, ed è motivo di discussione tra i commensali, che audacemente si cimentano nel suggerire soluzioni di alta architettura per l’abbellimento dello stesso.
 

BIC - Pizzette fritte

Pizzette fritte

BIC - Carpaccio di tonno

Carpaccio di tonno

 

I burricchi vengono accolti da un affabile cameriere e fatti accomodare in una tavolo rettangolare, apparecchiato in maniera contraddittoria, con posate e bicchieri adeguati ma con dei discutibili fazzoletti di carta!! Il cameriere, che si rivelerà attento e affidabile, propone di iniziare con un aperitivo, che trovava convergenti i tre quarti della compagnia su uno Spritz, ed il solito Jesus controtendenza, arrevesciu, che optava invece per un Martini Bianco. Gli aperitivi venivano accompagnati con delle tartine di pane guttiau farcite con un formaggio spalmabile spolverato con della bottarga di muggine dal sapore molto delicato e gradevole. Si poteva così passare alle ordinazioni di antipasti e primi, e del nettare di accompagnamento, scelto da un sovrastimato Ing. Marrocu, che continua, nonostante attestati millantati, a dimostrare notevoli carenze in materia enologica. La scelta pertanto ricadeva su una etichetta toscana della cantina “Banfi”, Vermentino Toscano IGT “La Pettegola”, definito dopo la immancabile sceneggiata dell’assaggio come vino “leggero”, e rivelatosi invece abbastanza “pesantuccio”, visto un titolo alcolemetrico di tredici gradi. La somministrazione e l’assaggio venivano proposti da un secondo cameriere, ovviamente scambiato per il primo dal nostro assaggiatore, già in avanzato stato confusionale nonostante ancora sobrio.
 

BIC - Riso Carnaroli gamberi cozze

BIC – Riso Carnaroli gamberi cozze

 

Le ostilità avevano così inizio con il susseguirsi di una serie di antipasti consistenti in: polpo con patate, che si presentava con una ottima consistenza ma con un condimento poco deciso, secondo il Raschione a causa di un olio d’oliva non all’altezza. A seguire: capesante con gambero rosso del Mediterraneo su vellutata di piselli, considerato da tutti gradevole ma non eccellente, visto l’abitudine alla crema di piselli di un burriccu occasionale che si diletta in cucina di stanza in Parteolla. Ancora Pizzetta fritta ripiena di bufala con coulis di pomodoro, dal gusto veramente notevole. Poi carpaccio di tonno marinato agli agrumi con finocchietto e scalogno, di buona fattura, e per concludere un sublime crostino con pomodorini e bottarga a pezzi.
 

BIC - Paccheri alla marinara

Paccheri alla marinara

BIC - Ravioli ricotta e capesante

Ravioli con capesante

 

La cena proseguiva quindi con la degustazione dei primi piatti, considerati senza dubbio il pezzo forte della cucina: ravioli dello chef con ripieno di ricotta e capesante per i burricchi anziani, Risotto “carnaroli” con gamberi e cozze, mantecato alle capesante, per il burriccu Marrocu, e Paccheri di Gragnano alla marinara, con gamberi, scampi, calamari, arselle e cozze per lo scrivente. Tutti i primi piatti si sono rivelati eccellenti, e di sicuro nettamente superiori al resto delle pietanze.
 

BIC - Tempura di gamberi rossi

BIC – Tempura di gamberi rossi

 

Terminati i primi piatti, i famelici burricchi decidono all’unanimità di ordinare anche i secondi, non prima di aver approvvigionato il nettare di accompagnamento, che veniva prontamente ordinato dal Raschione, che nonostante nessun titolo da esibire si dimostrava ben più preparato in materia del sovrastimato Ingegnere Civile. La scelta ricadeva sempre su un Vermentino, questa volta di Sardegna DOC, un eccellente “Longhera”, della cantina Carpante di Usini. In attesa dell’arrivo dei secondi piatti, la serata veniva in qualche modo allietata da Jesus, che iniziava a manifestare i sintomi di una fantomatica puntura di una mosca cosiddetta “cavallina”, che sfociavano ad un certo punto in una urticante fastidio agli zoccoli (peisi), tanto da portarlo a dover richiedere del ghiaccio supplementare, per evitare di dover immergere gli stessi zoccoli all’interno della suaglass.
 

BIC - Filetto di tonno croccante all'arancia

BIC – Filetto di tonno croccante all’arancia

 

Arrivavano a seguire i secondi piatti, equamente divisi tra i quattro commensali, consistenti in un ottimo filetto di tonno croccante all’arancia su letto di rucola e pinoli tostati, e in una tempura di gamberi, con una pastella non indimenticabile. In una cena che si rispetti non poteva di certo mancare l’apporto glicemico del dessert, ordinati tra lo stupore del cameriere, che avrà pensato… ma cantu azzz pappanta custusu? Venivano così ordinati una panna cotta al caramello per Jesus, Semifreddo al caffè per Raschione, Tagliata di ananas per il Marrocu, presentata al tavolo con due foglie dalle evidenti sembianze di padiglione auricolare ainino, e tortino al cioccolato freddo per lo scrivente. Immediatamente dopo l’ordinazione il cameriere portava al nostro tavolo la spiacevole notizia della mancanza del caramello, problema che veniva immediatamente risolto su suggerimento dell’Ing. Marrocu (allora l’accademia di Pirri a qualcosa sarà pur servita), con una preparazione espresso da parte dello chef del caramello, esecuzione peraltro non gradita a Jesus, che poi confessava di non gradire proprio come tipo di dessert la panna cotta, ma che impavido cercava di trovare uno chef che gli facesse cambiare opinione.
 

BIC - Dessert

BIC – Dessert

 

Anche i dessert venivano considerati di buona fattura, pur non raggiungendo l’eccellenza dei primi piatti. Per concludere gli immacabili digestivi ed i caffè. Cynar con ghiaccio per Jesus, Rum “Santa Teresa” per Raschione, Rum Pampero Riserva per il Marrocu, che contribuiva in maniera definitiva ad innescare la sua vena polemica nei confronti dell’incompetenza del Raschione in fatto di Rum agricoli, facendola sfociare in un pippa allucinante e interminabile, con tanto di reprise anche durante il viaggio di ritorno. Costo finale, € 44,41 cadauno, arrotondato per eccesso su inconsueto invito dal burriccu susunku per eccellenza, che poi subito cercava di rifarsi scroccando una sigaretta ai camerieri, e facendo incetta di vivident dalla scorta automobilistica dello scrivente.

Il Ristorante BIC, offre di sicuro una cucina di buona levatura, con una scelta comunque interessante di piatti semplici e più elaborati, una location informale ma comunque gradevole, anche se in una posizione non facilissima da raggiungere per i forestieri. Valutazione finale: tre meritati burricchi!!

 

VALUTAZIONE “B.I.C.”: Tre Burricchi.
Ristorante BIC Indirizzo: Km. 45 Strada Statale 131, Sanluri
Telefono: 0702359488 [mostra in google maps]

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ago 20 2011

Trattoria del Porto – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Trattoria del Porto - Marrocu

Trattoria del Porto – Marrocu, molo Dogana

 

Porto di Cagliari, ore 20.30.
Scivola via, lentamente e rumorosamente, nel frenetico tumulto della sera, una nuova, rovente giornata estiva; il luminoso abbraccio del sole di Sardegna, che annega in un ultimo gemito di sfumature vermiglie, trascinando il giorno appena trascorso nell’impero della notte, è lo spettacolo offerto alla ancestrale liturgia dei pescatori,
i quali, a quest’ora e in ogni parte del Mondo conosciuto,  approntano le loro reti, in attesa di solcare – fermo biologico permettendo – quelle onde perigliose e grate, che da millenni regalano, agli inconsapevoli ma esigenti laici del mare, il piacere di tesori e delizie dal sapore eterno.

Trattoria del Porto - Interno

Trattoria del Porto – Interno


Molo Dogana. Persa nell’incanto di un acquerello di colori riflessi sul mare, l’irsuta sagoma dell’Ing.Marrocu scruta curiosamente gli ormeggi del porto, nel delirio di nuovi velieri e nuovi oceani da navigare. E’ grazie alla sua prosaica richiesta di anticipare l’orario della ciccionata serale odierna – che congiunturalmente coincide con il tramontar del sole – per impegni di lavoro la mattina successiva, che possiamo e potete apprezzare un tale scorcio di impagabile bellezza e atmosfera, assaporando vette di inarrivabile poesia:

«Ehi, scusa, di quanti metri è il natante?»
«Sono trentotto piedi.»
«Sticazzi!»

Trattoria del Porto - Antipasti

Trattoria del Porto – Antipasti


Giusto in fronte agli approdi di velieri e yacht più o meno di lusso, sulla spaziosa banchina del molo “Dogana”, si affaccia la Trattoria del Porto, a cui si accede dopo un breve inerpicarsi su uno scivolo di cemento, fino ad una piccola terrazina esterna, su cui alloggiano alcuni piccoli tavoli.
La sala interna, data per scontata la maestosità della suggestiva atmosfera di contorno, presenta alcune caratteristiche esteticamente apprezzabili ed altre meno positive, che devono essere oggetto di critica. Particolarmente indovinate risultano le tonalità di pareti e drappeggi del locale, che si sposano meravigliosamente con il panorama crepuscolare disegnato sullo sfondo dell’ampia vetrata. Piuttosto inelegante è invece il bancone della caffetteria/ricevitoria, così come il disarmonico frigo delle bevande, tanto da sottrarre alle aspirazioni  del ristorante, una quasi raggiunta ipotesi di raffinatezza ambientale. Le luci e la climatizzazione sono ben dosate, ed azzeccati ci appaiono i suppellettili in stile marinaresco, mentre possiamo licenziare come inopportuna, la presenza di un rumoroso televisore al plasma, in luogo di un conveniente impianto di riproduzione acustica.

Trattoria del Porto - Zuppa cozze arselle

Trattoria del Porto – Zuppa cozze arselle


I tre Burricchi Triumviri in formazione tipo, Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu, varcano la soglia della trattoria pochi minuti dopo l’orario stabilito all’atto della prenotazione.
La gestione del locale è di carattere prettamente familiare, e l’accoglienza ai donkey viene prodotta in una forma che azzarderei a definire “inerziale”, per effetto dell’irrinunciabile piacere che il personale provava nel godere delle ultime luci del giorno, sul terrazzino.
Appena accomodati – in un non troppo spazioso tavolino quadrato – , l’Ingegner Marrocu si lasciava rapire dal frigo delle bevande, decretando, di sua sponte, quello che sarebbe stato il vino per la serata: l’ormai a voi celeberrimo e pluridecorato, bianco Karmis IGT della valle del Tirso, servito in approccio fastidiosamente tiepido, e solo successivamente accomodato in un adeguato secchiello del ghiaccio.

Trattoria del Porto - Tagliatelle all'astice

Trattoria del Porto – Tagliatelle all'astice

Trattoria del Porto - Tagliatelle arselle rucola bottarga

Trattoria del Porto – arselle rucola bottarga


I burricchi concordavano quindi, con un serafico e apparentemente parecchio rilassato cameriere, il prossimo susseguirsi delle pietanze: antipastini misti di mare, assaggi di primi piatti ed eventualmente (ignorate pure il non opulento avverbio) secondi piatti e dolce. Diciamo subito che, nonostante la succitata apparente superficialità del servizio, i tempi con cui è stata condotto tutto l’incendere della cena, sono stati a dir poco impeccabili.
Gli antipasti di mare constavano in cinque differenti e gustosissime portate, non particolarmente abbondanti e fantasiose, ma di certo meritevoli di lodi per qualità e genuinità dei prodotti impiegati: ottima insalata di polpo marinato con seppie e gamberetti, buona burrida di gattuccio, sublime tonno alla catalana, eccellente insalata di seppie con sedano e noci, gustosissimi gamberi alla catalana con olio e cipolle.

Trattoria del Porto - Grigliata mista

Trattoria del Porto – Grigliata mista


Ciò che manca agli antipasti standard della Trattoria del Porto, sono probabilmente le classiche pietanze calde della tradizione cagliaritana, che gli ingordi burricchi hanno comunque ordinato a parte: una meravigliosa e squisita zuppa di cozze e arselle, condite in un sughetto di pomodorini freschi. Sapore dei mitili, di un ordine superiore alla norma. Buonissimi!
Il primo piatto di ciaschedun Triumviro si è articolato nell’assaggio di due diverse portate, per effetto di una convenuta salomonica decisione da parte di Jesus, che intendeva mediare tra tre distinte aspirazioni alimentari e un più pratico orientamento alla sintesi da parte della cucina. Alla fine la scelta è stata felice solo al cinquanta per cento: molto buone le tagliatelle fresche all’astice,  che abbondavano del consueto condimento di pomodori freschi; assolutamente anonima e priva di sapore la composizione di arselle rucola e bottarga, che completava gli assaggi dei primi.

Trattoria del Porto - Pannacotta al caramello

Trattoria del Porto – Pannacotta al caramello


Altrettanto negativamente, dobbiamo ahimè giudicare il secondo piatto assaggiato. La scenografica grigliata mista, impreziosita con funzionali spicchi di limone – all’apparenza molto invitante -, si è rivelata apprezzabile esclusivamente in considerazione degli ottimi calamari arrosto. Gamberoni, orate e tranci di pesce spada erano invero privi di qualunque gradevole sapore; le orate, probabilmente perché non cucinate “a sa casteddaia”, cioè private delle interiora prima della cottura.
Il pasto si è quindi concluso con una pannacotta al caramello fatta in casa,  che l’Ing.Marrocu definiva “sublime”, e con due sorbetti al limone per Jesus e il Raschione. Due mediocri liquori alla liquirizia (in realtà anima nera, con tanto di cazziata alla cameriera da parte del Marrocu) e un caffè più mirto per Jesus, concludevano quindi le ostilità.
Costo della serata cadauno, 57 €, su cui incidono due bottiglie di Karmis, più un extra di antipasti, ma che comunque dobbiamo considerare almeno un 25% superiore rispetto al giusto dovuto.
La Trattoria del Porto è senza dubbio un locale in cui si possono ritrovare le piacevoli suggestioni delle atmosfere di mare – per questo menzione speciale -, anche se questa sua intrinseca peculiarità, a parer nostro, potrebbe essere ben meglio valorizzata. Contraddittoria l’esperienza della cucina: alcuni piatti molto positivi, altri insignificanti, mentre il servizio in sala, seppure all’apparenza piuttosto alla mano, si è rivelato – a parte qualche sbavatura – sorprendentemente puntuale ed efficace.
Infine, in favore dei nostri più parsimoniosi lettori (suggerisco al Raschione di discorrere, in sede di commento, sull’ultima performance dell’assente, burriccu Pg), costi non susunku friendly.



VALUTAZIONE “Trattoria del Porto”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Trattoria del Porto Indirizzo: Molo Dogana, Cagliari
Telefono: 070659613    [mostra in google maps]
 

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ago 14 2011

Osteria San Domenico – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Osteria San Domenico - Cortile Interno

Osteria San Domenico – Cortile Interno

 

Al liminale interludio del mese dedicato all’imperatore Augusto, al culmine ultimo del mentale disequilibrio tra le fatiche del prima e l’attesa del poi, alla soglia dell’origine del fine (anno), ha inizio per Voi e per Tutti l’ultima – cronologicamente parlando – cena della irriducibile conventicola ainina, del sinedrio degli affamati burricchi, mai disposti a rinunciare, per qualunque ragione e di fronte a qualsivoglia impedimento, a celebrale il proprio rito.
Ha inizio per Jesus che, ormai libero dagli asfissianti pensieri del suo impegno metafisico, si chiede la ragion per cui, passeggiando per il centro città, ancora non sia giunto il tempo di scorgere l’esuberante follia della festa, la devastante insubordinazione delle note di un’assolo di musica Jazz, l’ebbrezza non composta di un sogno a colori, in luogo del conscio e intollerabile grigiore notturno; l’ardire di vivere Cagliari, follemente e senza tregua, per tutta una notte.

Osteria San Domenico - Polpo Sardine Tonno

Osteria San Domenico – Polpo Sardine Tonno


Ha inizio per il Raschione Ettore, che le stesse domande di Jesus ben più di una volta si è posto, trovando facile risposta nella scontata inettitudine altrui. Ha inizio per l’Ingegner Marrocu, più pragmaticamente soddisfatto di essersi esibito in un parcheggio da manuale, giusto in fronte al luogo prescelto per l’appuntamento. Ha inizio per il dottor Melis, preoccupato di doversi esibire in un esborso paragonabile al costo della ciccionata scorsa. Ha inizio, infine, per il quinto ospite della serata, il V-Hot versione By-Night, ufficiale manutentore della 150CV di Jesus, in procinto di affrontare l’interminabile viaggio verso la luce (del sole, si spera).
L’Osteria San Domenico è il palcoscenico per lo spettacolo che Vi attende: grazioso ristorante a cavallo tra la Via San Domenico e il traverso Vico Garibaldi. Ovviamente, in Cagliari.

Osteria San Domenico - Antipasti

Osteria San Domenico – Antipasti


Il Ristorante – che nel suo composito nome esprime la novella di Jesus, confinato tra il giorno di festa a lui dedicato e l’origine delle fatiche tramutate in esordio della baldoria – si articola in due eleganti sale interne, sobriamente arredate con mobilia povera, soluzioni e tonalità di buon gusto, uso sapiente di luci e pareti a specchio, oltre ché un pittoresco cortiletto esterno il quale sembra sgomitare, per la sua ricercata signorilità, con la sgarbata irruenza della espressione urbana.
In tale spazio, decorato alle pareti con l’azzurro del mare e arricchito da imponenti parasole vermigli (immaginiamo utilissimi nell’ora di pranzo), si accomodavano i cinque odierni commensali.

Osteria San Domenico - Fregola con le vongole

Osteria San Domenico – Fregola con le vongole


A servirli, dapprima una giovane ed aggraziata cameriera mora, gentilissima ma particolarmente rigida nei movimenti e, successivamente, un più anziano cameriere (titolare?) di una cortesia e garbata pacatezza, francamente difficili da ritrovare nei confronti dei clienti, in qualsivoglia esercizio commerciale. Particolarmente oneroso il suo lavoro perché, oltre che disquisire con il divertito Ing.Marrocu su aneddoti legati all’origine del Vermentino, si è dovuto prodigare in chilometriche interazioni con la cucina, non tanto per trasferire le numerose pietanze sul tavolo dei burricchi – al cui servizio venivano in soccorso due ulteriori collaboratori – ma piuttosto per affrontare la raffica di richieste di delucidazioni da parte dei medesimi, sulla composizione e preparazione di ciascuna deliziosa pietanza, sulle quali non dava l’impressione essere particolarmente preparato.

Osteria San Domenico - Tagliatelle al ragù di cernia

Osteria San Domenico – Tagliatelle al ragù di cernia


La cena iniziava quindi con un graditissimo brindisi di benvenuto su un cocktail a base di spumante, probabilmente brut. Il Buon Ettore concordava quindi, con il cameriere, la bottiglia di vino da immolare per la serata. In onore del dott.Melis (giusto per ragioni di stimolo economico) veniva scelto un ottimo Funtanaliras DOCG di Monti, etichetta oro; annata 2010.
Inevitabili gli antipasti di mare. Si iniziava con un buon polpo marinato, squisite sardine marinate con olio e aceto balsamico, per proseguire con del tonno fresco, condito con soli olio e prezzemolo, ma di gusto e delicatezza francamente rari. Si procedeva poi con verdure grigliate, eccellenti polpette di cernia, meno positivi “mangiatutto” con aceto, deliziose mousse di cipolle con prezzemolo e grana, per finire con dei superbi fagiolini (cornetti secondo l’esperienza brianzola del cameriere) con calamari e aceto balsamico. Spettacolari!

Osteria San Domenico - Grigliata mista

Osteria San Domenico – Grigliata mista


Primi piatti d’obbligo e in linea con la qualità assoluta degli antipasti: fregola con le vongole, seguita – per tutti i commensali – da un pressoché glorioso piatto di tagliatelle artigianali, al ragù di cernia: «Da applauso!».
Imperiale e fonte di prolungata diatriba tra l’addetto alla cottura e l’Ing.Marrocu, la grigliata mista conclusiva: seppiette, gamberoni arrosto, orate e spigole di mare aperto. Per quattro quinti degli astanti, sontuosa!
L’origine del contendere è stata la cottura della spigola, oggettivamente e per certi versi inadeguata, con tanto di venature rosse nella carne. L’Ing.Marrocu faceva notare la cosa al cameriere, che immediatamente si proponeva di sostituire il pesce (comunque divorato al 95%!).

Osteria San Domenico - Tiramisù

Osteria San Domenico – Tiramisù


Prima che arrivasse la nuova e più curata versione del prodotto ittico – poi risultata la più buona spigola mai assaggiata – delizioso siparietto dell’addetto alla cottura, che cercava invano di spiegare all’irremovibile ingegnere quanto sia differente la cottura del pesce di mare in luogo di uno d’allevamento; tutto questo, accompagnando l’improvvisata lezione da soggetto dimostrativo crudo, in mano. Impagabile!
Altrettanto gustoso l’episodio legato alla scelta dei dessert. Il cameriere così proferiva: «Abbiamo due tiramisù e tre pannacotte».
L’ingenuo Ing. Melis e il buon V-Hot, avvezzi a ristoranti più inclini ad una offerta alimentare di tipo “industriale”, subitamente immaginavano differenti tipologie di dolci: «ma quanti tipi di tiramisù esistono?».

Osteria San Domenico - Pannacotta

Osteria San Domenico – Pannacotta


La realtà era ben diversa. Erano rimaste a disposizione solo due porzioni di tiramisù e tre pannacotte, preparate anch’esse artigianalmente, e che sono state così ripartite: tiramisù per il Raschione e il Dott. Melis, pannacotta ai frutti di bosco per Jesus e il V-Hot, pannacotta al caramello per l’Ing.Marrocu che – a questo punto, maliziosamente pensiamo, con premeditazione – si vedeva inizialmente recapitare il dolce errato per poi proferire, con voce unisona rispetto ai propri commensali: «deliziosa!»
Un mirto per il V-Hot, acquavite per Jesus e (mediocre) liquore alla liquirizia per il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu, concludevano quindi la serata culinaria.
Costo complessivo, 50€ cadauno, da giudicarsi un 10% superiore al giusto dovuto.

L’osteria San Domenico è senza dubbio un ristorante elegante e piacevole. La qualità della cucina e la genuinità del mangiato sono, senza possibilità di smentita, ottime. Qualche perplessità rimane per l’efficienza del servizio, comunque assolutamente compensata da quel tocco di ricercata e delicata “follia”, richiamata nel tedioso preambolo, la quale, nell’irrazionale scala di valori che accompagna il vagare di Jesus per questo Mondo (no compass on this Earth, shows my direction), costituisce comunque menzione speciale.


VALUTAZIONE “Osteria San Domenico”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante
 Osteria San Domenico
Indirizzo: Via San Domenico 95, Cagliari
Telefono: 3479886182 [mostra in google maps]

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ago 6 2011

Ristorante Sa Cardiga e Su Schironi – Capoterra

 Scritto da Jesus | 7 commenti | Commenta

Sa Cardiga e Su Schironi - Champagne

Sa Cardiga e Su Schironi – Brindisi Champagne

 

Eccoci, qui e ora ritrovati, come ormai ogni settimana a narrarvi e narrarci il nuovo atteso episodio dell’infinita saga dei tre Triumviri burricchi, dei burricchi già stati Triumviri e dei burricchi che giammai lo saranno; un interminato vagare, descritto in codesto Flateyjarbok del caldo Mediterraneo, alla frenetica e irrequieta ricerca delle nuove terre del gusto, di sempre nuovi orizzonti dei sapori, di assolati fiordi accarezzati dal nettare dei nostri vigneti; destinazione ultima questa, che la favola norrena e quella sarda, idealmente raccoglie.
Venerdì sera. Tre dei cinque burricchi, iniziano la nuova avventura, oggi occasionalmente condotti dal vettore Raschione Ettore.
Sul sedile posteriore della sobria NON 150CV, siede l’albedico Dottor Melis; al suo fianco l’onnipresente Jesus, medita sulla saggezza dei tempi passati e riflette su ciò che di lì a poco li aspetta.

Sa Cardiga e Su Schironi - Astice a sa casteddaia

Sa Cardiga e Su Schironi – Astice a sa casteddaia


In quel preciso istante il Dott.Melis, statisticamente avvezzo – per una mistica convergenza tra la fatale regola del contrappasso e le cugurre di Jesus – all’obbligo di spesa, più di quanto la congenita parsimonia auspicherebbe, viene messo a conoscenza della destinazione: Ristorante Sa Cardiga e Su Schironi, località Maddalena Spiaggia in Capoterra, Cagliari. “Sa Cardiga“, rinomato, amato, pluri-decorato, celeberrimo locale del cagliaritano e, soprattutto, spauracchio e terrore di ogni susunku della zona.
Le intenzioni di Jesus sono bellicose:  «Mettiamo subito in chiaro le cose, stasera voglio mangiare ostriche e ordinare champagne».
Il Dottor melis, chiuso come un topo in trappola, subitamente sbianca e accenna ad una timida difesa, ma Jesus, con un virulento impeto di mnestica scuola materna, esprime in sintesi la sua filosofia di vita e il propedeutico messaggio, che cerca in ogni occasione di trasfondere agli affezionati e ricettivi fan: «A mei non ci du poninti su dinai a intru de su baullu! (trad.: allorquando sarò morto, non avrò di certo accumulato ricchezze per accompagnar il mio viaggio verso la Duat)».

Sa Cardiga e Su Schironi - Cruditè di mare

Sa Cardiga e Su Schironi – Cruditè di mare


Alle ore 21.30 i tre succitati burricchi venivano raggiunti, nell’opulento parcheggio interno del ristorante, dagli altri due commensali: l’irreversibilmente ovoidale (notate foto in alto) ciccione Pg e il più dignitosamente longilineo Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, da lodare per essersi prodotto in un percorso non rettilineo di 62.8 Km, onde giungere per tempo a destinazione. Stimabile in circa 47.000 euro, il valore medio degli autoveicoli in sosta di fronte al locale.
L’ambientazione interna de “Sa Cardiga e Su Schironi” (trad.: la graticola e lo spiedo) è di per sé non eccessivamente elegante e raffinata. L’ampia sala principale è comunque interamente rivestita da elementi lignei più o meno pregiati, tanto da dare l’impressione di trovarsi nel sottocoperta di un antico veliero.

Sa Cardiga e Su Schironi - Antipasti freddi

Sa Cardiga e Su Schironi – Antipasti freddi


Pratici separè, punti luce ben calibrati, piccoli quadri, sobri supellettili tradizionali e di origine marinara, rifiniscono quindi gli arredi. Da notare, nel vestibolo d’ingresso che accoglie la reception, numerosi attestati e premi assegnati al ristorante: segnalazione guida Michelin, forchetta d’oro ecc.
Per puro dovere di cronaca ci è obbligo di segnalare inoltre, la naturalmente indotta presenza di un cospicuo numero di – non meglio adeguatamente definibili –
strafighe della madonna, ciascheduna amabilmente affiancata ad un non indigente accompagnatore.
Discretamente numerosi gli avventori in sala, serviti da tre/quattro camerieri dal piglio informale e deciso, che si dimenano velocemente tra comande e servizi ai tavoli.
Numero però forse non del tutto appropriato per garantire un servizio simultaneamente impeccabile per la totalità degli astanti.

Sa Cardiga e Su Schironi - Antipasti vari

Sa Cardiga e Su Schironi – Antipasti vari


Il corpulento cameriere a noi assegnato, di chiare origini non indigene, ci fa accomodare in un ampio tavolo vicino ad una vetrata. Già disposti e predisposti in tavola, un tagliere di buon salame tradizionale sardo (sattizzu), olive marinate, crema di formaggio piccante, pane abbrustolito e pane carasau.
Il cameriere ci suggerisce di inziare la cena con gli antipasti di mare e noi volentieri raccogliamo la proposta, dopo che Jesus si assicura che vi siano comprese ostriche e altre cruditè di mare.
Ma il vero esordio non poteva essere che un brindisi beneaugurale in onore della salute dei cinque commensali, celebrato con una bottiglia di champagne brut-rosè Billecart Salmon, delle cantine di Mareuil-sur-Ay nel Marne. Il più nostrano vermentino DOC Is Argiolas delle cantine Argiolas, viene invece scelto come vino per accompagnare le pietanze della serata.

Sa Cardiga e Su Schironi - Antipasti caldi

Sa Cardiga e Su Schironi – Antipasti caldi


Da qui in poi inizia una serie di veramente interminabili antipasti, a tratti di squisita fattura – per i quali ci scusiamo già d’ora di non poter riportare alcuni dettagli -, che hanno messo seriamente a dura prova la dignità e la professionalità alimentare degli esperti Triumviri, i quali si son visti, loro malgrado, costretti a rinunciare finanche all’assaggio di un primo o secondo piatto, per effetto di un default del mortificato Ing.Marrocu e dell’indispettito Raschione Ettore, che sono tenuti a presentare adeguata giustificazione su queste pagine.
Prima portata degli antipasti, un maestoso astice fresco, preparato con la ricetta tradizionale cagliaritana (a sa casteddaia): a dir poco squisito, soprattutto quando accompagnato allo champagne.

Sa Cardiga e Su Schironi - Champagne Bottiglia

Sa Cardiga e Su Schironi – Champagne


Poco dopo arrivava il turno delle cruditè di mare: ostriche, arselle e patelle di scoglio in ghiaccio e limone, dal sapore di mare semplicemente fenomenale, indescrivibile.
Buonissimi anche gamberi e scampi crudi, serviti su letto di verdurine miste.
Citiamo inoltre il buonissimo carpaccio di tonno rosso al profumo di tropea, condito con cipolle dolci, una composizione di bottarga di muggine e sedano, buonissimi tortini con piccoli pomodori ripieni di crema di tonno, decorati con alici.
Meno buona la cernia a dadini, condita con olive e sottaceti, mentre sono apparsi davvero eccellenti il polpo marinato con patate e uno splendido piatto di mozzarelline di bufala con pescespada affumicato e pomodori, acciuge marinate su letto di insalata belga.

Sa Cardiga e Su Schironi - Dessert

Sa Cardiga e Su Schironi – Dessert


Degno di menzione speciale il tonno fresco alla carlofortina con “cipolle d’agro”: probabilmente il più buono mai assaggiato da Jesus. Gli antipasti finalmente terminavano con i piatti caldi: buoni moscardini alla diavola con olive, magnifiche cozze e arselle marinate. Spettacolo! Non all’altezza si è dimostrata, invero, la frittura mista di pesce, mentre assolutamente squisite sono risultate le ostriche gratinate.
A questo punto, come già anticipato, i cinque ainini commensali, ammainavano bandiera bianca, e venivano finanche scherniti dal divertito cameriere: «prossima volta, tre giorni di Ramadan, prima di venire a mangiare qui!». Shame on us!
Gli inevitabili dessert, venivano preceduti da un digestivo sorbetto al limone: pannacotta al caramello (in realtà ordinato ai frutti di bosco!) per il burriccu Pg, macedonia di frutta per Jesus, semifreddo al torroncino per i restanti commensali. Buonissimi.
Qui terminava la cena quantitativamente più straziante da noi mai affrontata, senza caffè e ammazzacaffè di sorta, per manifesta inferiorità.
Costo cadauno della serata, circa 68€, da considerarsi adeguato per abbondanza (in realtà, solo gli antipasti sono quantificabili in due cene complete), bontà e genuinità di quanto mangiato.
Viceversa dobbiamo ritenere eccessivo il pagato, in funzione di un servizio non sempre all’altezza, dell’impronta ambientale piuttosto anonima, e di una cucina non particolarmente ricercata, anche se necessariamente premiamo auto-denunciare il difetto di valutazione, con riferimento ai primi e secondi piatti non consumati.
Di sicuro, comunque, un’esperienza più che positiva. Inevitabile la menzione speciale, per K.O. Tecnico contro i burricchi Triumviri, alla terza ripresa. ../


VALUTAZIONE “Sa cardiga e Su Schironi”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante
 Sa Cardiga e su Schironi
Indirizzo: Loc. Maddalena Spiaggia, Capoterra – CA
Telefono: 07071652 [mostra in google maps]

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ago 29 2010

Ristorante Is Fradis

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Is Fradis – Interno

 

Caldissima Cagliari. Jesus boccheggia, si lamenta, cerca di rimuovere i lembi di pelle che si sono intimamente legati con l’abbigliamento ormai fradicio. Il Raschione Ettore preme sull’acceleratore, dà gas, cerca di alimentare l’impianto di climatizzazione dell’auto quasi fosse una fornace senza fondo. Parcheggia lontano, troppo, c’è da fare un tratto a piedi sotto il sole, persino in salita. A metà strada propone: torniamo all’auto e proviamo ad avvicinarci di più. Jesus fa due conti e ovviamente non accetta. Pensa all’ex triumviro burriccu – di cui per cristiana pietà tra queste pagine non pronunceremo più il nome – che ormai è un ricordo lontano; acqua passata: starà, suo malgrado, a spender soldi per qualcun altro. Cazzi suoi, prima o poi se ne pentirà!
Ecco finalmente il ristorante, appare come un’oasi nel deserto per due pellegrini accaldati ed assetati. 
Eravamo abbastanza preparati a ciò che ci attendeva: ogni tanto Jesus e il Raschione si dilettano nel leggere le recensioni pubbliche di ristoranti e trattorie, sui siti più o meno specializzati. Rare le vie di mezzo: tutto schifo o tutto fantastico. Ovviamente “tutto schifo” il 90% delle volte significa “costa troppo”. E’ un processo mentale semplice, che porta la grande maggioranza delle persone a cambiare radicalmente giudizio sul trattamento ricevuto e sulla qualità delle pietanze, giusto un minuto dopo aver visionato il conto. L’obiettività non è dei susunki, e i Biumviri ne son ben consapevoli, avendone allevato uno in seno.

Is Fradis – Fiori di Bottarga


Diciamo che la prima impressione architettonica non è stata entusiasmante. Appena si arriva sembra di entrare in un grazioso ed accogliente Bar-caffè, ma non in un ristorante. L’ambientazione della sala è invero molto caratteristica, dà al locale uno stile rustico anni 60. Pareti e tavoli bianchi squadrati, mobilia in arte povera, bellissimi simil-arazzi che coprono l’altissima parete principale, sormontata da una splendida copertura spiovente in legno, da cui piovono, a goccia, dei lampadari di forma conoidale. Quello che stona nell’ambiente è proprio il bancone all’ingresso, stilisticamente fuori dal contesto. Sarebbe stata buona idea celarlo alla sala pranzo, per lo meno con un separè: l’impronta stilistica ne avrebbe notevolmente guadagnato.  La musica diffusa è certamente in tema (canzoni sarde di Rossella Faa), ma utilizzare un med-ley di vari autori anziché una monotona e ripetuta forma espressiva, ne avrebbe reso più piacevole l’ascolto prolungato.

Is Fradis – Piramide di farro


Il servizio è abbastanza alla buona, in stile con la filosofia minimalista, ma il personale certamente è gentile. Il menu – a dire il vero, abbastanza limitato -, non prevede antipasti di mare misti, ma come al solito Jesus e il Raschione cercano di forzare tale rigidità appellandosi alla ragionevolezza del giovane cameriere, che molto volenterosamente acconsente. E qui inizia lo spettacolo.
Accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas DOC” – anche qui segnaliamo però la limitatezza della carta dei vini -, segue una serie di antipasti veramente deliziosi, originali, ottimamente preparati e spendidamente – a dir poco – presentati e serviti. 
Si può quindi iniziare con uno spettacolare piatto di bottarga, accostata a pochi, semplici, ma squisiti elementi, quali sedano e pomodorini, organizzati secondo un impianto scenico degno di un grande e navigato chef.

Is Fradis – Acciughe al forno


Segue una pittoresca piramide composita di farro, pomodorini, melanzane e cozze. Ingredienti poveri della cucina tradizionale sarda, intelligentemente armonizzati per creare piatti semplici (la semplicità è di certo la chiave dell’alta cucina) quanto gustosi ed invitanti: ben fatto! 
Ecco subito dopo arrivare delle acciughe gratinate al forno, servite su un letto di pecorino e sfizioso pane carasau. Eccellenti.
Faccio notare a questo punto due cose. La prima è l’ottima qualità del pane (piccoli panini farinati) che ha accompagnato il pranzo, servito all’interno di un grazioso sacchetto simil-iuta. La seconda è che, a giudicare dalla non eccessiva rapidità con cui arrivavano le pietanze, con tutta probabilità le stesse venivano elaborate seduta stante, anziché pre-allestite come spesso accade per gli antipasti; data la ricercatezza dei medesimi e la loro presentazione, sarebbe stato piuttosto difficile il contrario.

Is Fradis – Hamburger di cernia


Come definire, infine, lo spendido Hamburger di cernia, proposto dallo chef, con patate a cubetti fini e formaggio, decorato da un groviglio di verdura (non bene identificata) finissima e dorata. Squisito!
Servito questo singolare e buonissimo hamburger, il cameriere ci chiede se avessimo gradito proseguire con gli antipasti, con la seguente inquietante formula: “io continuo a portare eh, ditemi voi quando fermarmi!”.
Consapevoli del rischio che questo avrebbe comportato, memori di negative passate esperienze,  i due burricchi preferiscono interrompere, loro malgrado, l’esperienza degli antipasti per riuscire ad apprezzare con più sobrietà il primo pasto ordinato: “maccarronis al pesce spada” per entrambi.
Diciamo “loro malgrado”, perché in tutta sincerità avremmo ben volentieri avuto la curiosità di scoprire quali  nuove articolate pietanze  il bravo cuoco ci avrebbe proposto, sicuramente all’altezza delle precedenti, anche considerando la particolarità delle presentazioni che si potevano leggere nel menu.

Is Fradis – Macarronis al pesce spada


Ed ecco quindi arrivare l’ottimo piatto di “maccarronis”, anch’esso semplice quanto gustosissimo. La pasta ben cotta, il sugo delicato e avvolgente, i tocchetti di pesce spada eccellenti.
Le quantità dei piatti presentati non erano abbondantissime, ma di sicuro equilibrate e giustamente dosate rispetto agli antipasti testé divorati, tanto che alla fine i due decidono di evitare il secondo per passare direttamente al dolce.
Unico appunto che si può muovere, è la temperatura alla quale i maccarronis sono stati serviti: forse eccessiva rispetto al clima torrido della giornata; ma a questo si potrebbe facilmente obiettare con la considerazione che la qualità si sarebbe potuta ridurre drasticamente se il piatto si fosse raffreddato, e allora l’errore ricadrebbe in parte anche sui due burricchi, che avrebbero dovuto comandare qualcosa di più adatto alla contingenza climatica.

Is Fradis – Pannacotta al caramello


Ed ecco infine, arrivare come dolce due deliziose “pannacotte”: al mango e pesche per il Raschione Ettore, al semplice caramello per Jesus. La presentazione anche in questo caso si è dimostrata eccellente, come facile intuire dal resoconto fotografico.
Solo in un altro caso Jesus ha potuto apprezzare un dolce più squisito, ed è documentato in questo stesso sito.
La differenza rispetto a quell’occasione sta nel caramello, che in questo caso risultava stranamente solido e poco “gestibile”.
Il pranzo si è concluso con un ottimo caffè, dal gusto particolarmente pungente, accompagnato da una grappa per Jesus e da un tradizionale mirto per il Raschione, il quale tende a sottolineare la colpevole assenza, come spesso accade, di liquore alla liquirizia, tanto da teorizzare un segretissimo patto occulto tra i ristoratori cagliaritani, al fine di boicottare tale amata bevanda.
Concludiamo la recensione prendendo in considerazione il prezzo di 44€ cadauno, che valutata la qualità della cucina può ritenersi certamente proporzionato, mentre se si prendono in considerazione il servizio e l’ambientazione nel loro complesso – che ci appaiono come contraddittorie stonature -, è da misurarsi un 20% al di sopra della soglia ideale.
Nota negativa da aggiungere, l’inadeguato dimensionamento dell’impianto di condizionamento (dato l’ottimo vermentino Jesus ha continuato a boccheggiare tutto il tempo), probabilmente determinato dal volume eccessivo della sala in funzione dell’altezza delle pareti e dai 37°C riscontrati all’esterno del locale, che limitano inesorabilmente l’efficacia delle pompe di calore. I servizi igienici, mi fa notare Ettore, sono risultati invece ineccepibili.

Certamente la cucina de “Is Fradis” è risultata più che convincente, mentre suggeriamo di prendere in considerazione le osservazioni fatte notare in questa disanima, per valorizzare al meglio le qualità del prezioso chef.


VALUTAZIONE “Is Fradis”: Tre Burricchi.
Ristorante Is Fradis Indirizzo: Viale G. Abba 30, Cagliari
Telefono: 070657652    [mostra in google maps]
 

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