☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
mag 5 2013

Ristorante Da Renzo – Siamaggiore

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Da Renzo - Interno

Da Renzo – Interno

 

Quel burriccu sullo stagno di Cabras, che arriva a mezzogiorno tra due carroghe non interrotte da insulti, tutti a «gira qui» o «rallenta», a seconda dello sporgere del gomito dal finestrino, o del rientrare di questo, vien quasi a un tratto, tra un campo di carciofi a destra e il Tirso dall’altra parte; e il ponte della 131, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile al deretano le proprie buche, e segni il punto in cui l’asfalto cessa e il Raschione – ancorato ai sedili di dietro – inizia a ripigliar colore mentre l’Ingegner Marrocu, allontanandosi di nuovo dall’arrivo, lancia via il navigatore, e lascia il fato distendersi e condurli verso una nuova fantastica destinazione.
 

Da Renzo - Antipasti

Da Renzo – Antipasti

 

Sabato mattina. Dopo una settimana di delittuose ed insensate vicissitudini, il Triumvirato si ritrova congiunto e compatto, pronto ad affrontare una nuova sfida culinaria, che avrebbe condotto i burricchi ben oltre i confini del cagliaritano, fin addentro il fascino naturalistico della bassa valle del Tirso. Sfreccia la 150cv sulla “SS.131″, alla guida della quale l’auriga Jesus viene più volte incomprensibilmente richiamato alla tutela della incolumità altrui. Al suo fianco l’Ingegner Marrocu – prendendo spunto dai decennali (ventennali, trentennali) lavori mai completati sulla strada – rispolvera il suo discorso di investitura politica, che contrappone le viziose consuetudini locali alla riconosciuta efficienza teutonica. D’altro canto il Raschione Ettore, alloggiato posteriormente, prova ad attutire come può gli effetti delle sospensioni rigide e cerca di metabolizzare lo spavento cagionato da l’Ingegnere che, occultando inizialmente la sua presenza sulla autovettura, si era manifestato improvvisamente alle sue spalle, per poi prendere possesso del più comodo sedile anteriore.
 

Da Renzo - Insalata di Polpo

Insalata di Polpo

Da Renzo - Calamari in agrodolce

Calamari in agrodolce

 

Dopo circa un’ora di viaggio e un breve pellegrinare tra svincoli, incomprensibili segnaletiche, e rotonde non contemplate dalle mappe dei loro dispositivi elettronici, i Burricchi raggiungono infine la grossa pietra di calcare grezzo, su cui è scolpito il nome del ristorante che li avrebbe accolti: “Da Renzo”, in quel di Siamaggiore nei pressi di Oristano. Dopo l’ennesima discussione su quale lato del parcheggio dover scegliere, Jesus si accomoda sotto l’ombra degli alberi.
Dinanzi a loro, superata una solida cancellata di ferro nero, si presenta un ben tenuto prato inglese, al cospetto del quale si erge una villa, presumibilmente edificata negli anni ’70, piuttosto sobria nello stile e nelle dimensioni. Dopo poco, ci si rende conto che la villa è in realtà il cuore germinale di una struttura che, con il passare delle stagioni, è andata via via ampliandosi, in modo particolare in direzione Sud-Est dove, in ideale raccordo rispetto all’ossatura originale, si estendono le più moderne mura di una sesquipedale sala da pranzo.
 

Da Renzo - Cartocci di fritto misto

Cartocci di fritto misto

Da Renzo - Cruditè di cozze e ostriche

Cruditè di cozze e ostriche

 

Al suo interno quest’ultima, si presenta come un interminato giardino coperto, sormontato da una gigantesca intelaiatura lignea, priva di qualsivoglia sostegno strutturale intermedio che possa interrompere la prorompente continuità degli spazi. La superficie, viene invero occasionalmente conquistata dalle radici e dal fusto di piante di ciliegio in fiore, di nespoli e (immaginiamo) di ficus, che sovrastano i tavoli e le sedie color del cielo, mentre le pareti tutt’attorno – che si alternano a vetrate di discutibile fattura – richiamano in maniera inequivocabile il contrasto cromatico del torrone alle nocciole, il cui motivo viene insistentemente riproposto nelle rifiniture esterne. Sul lato sud della sala, oltre che alla estesa zona barbecue a vista, si può apprezzare una imponente apertura di vetri colorati che, pur indirizzando il pensiero verso un moderno spazio di culto, risulta essenziale nel conferire a tutto l’ambiente il giusto grado di luminosità naturale. Ottimo e ben integrato nella copertura il poderoso impianto di condizionamento, mentre non capiamo francamente il tema musicale anni ’90 proposto e diffuso nell’aere.
Addentrandosi oltre la sala, ci si può imbattere nella zona relax del complesso, composta da prato inglese, vari gazebo, divani e dormeuse, una elegante piscina e le suite per gli ospiti. Interessante la presenza decorativa di una curiosa imbarcazione, poi accertata come proveniente dalla Tanzania, inizialmente riconosciuta da Jesus come rudere locale tra la scomposta e inopportuna ilarità generale.
 

Da Renzo - Lorighittas all'astice

Da Renzo – Lorighittas all’astice

 

Il personale di servizio e la cucina, hanno di certo l’impostazione e le tempistiche necessarie per soddisfare, con metodica organizzazione, un grande numero di avventori (la struttura è in grado di gestire 600 coperti, cerimonie e convegni), ma nell’occasione dobbiamo registrare che l’ottimo lavoro della esperta maître non veniva impeccabilmente supportato dagli altri camerieri, i quali ci sono apparsi ben più superficiali ed apatici. A farne le spese, ad esempio, la rituale teatralità dell’assaggio del vino, negata all’Ing.Marrocu dopo una ben ponderata analisi della carta delle etichette, interamente referente e dedicata alle produzioni autoctone. Ad ogni modo, la scelta è ricaduta, in esordio, su un ottimo Vermentino di Gallura DOCG “Vigna ‘Ngena” Capichera (premiato con 2 bicchieri gambero rosso) per poi mutare verso un sublime “Tuvaoes” DOC delle aziende vinicole Cherchi.
 

Da Renzo - Fregola pesto e rana pescatrice

Fregola pesto e pescatrice

Da Renzo - Fregola ai crostacei

Fregola ai crostacei

 

Durante la contrattazione del nostro percorso culinario, la intraprendente maître ci racconta brevemente la storia e i meriti del “Da Renzo”, primo ristorante ad aver lanciato i prodotti della cantina Argiolas, in particolare il “Costamolino”, non essendo probabilmente consapevole di interloquire con l’incarnazione della sua stessa nemesi. Altrettanto lodevole pare la riscoperta, in tempi non sospetti, di tradizioni culinarie dimenticate, come l’utilizzo delle “Lorighittas” o della fregola sarda, con tanto di deposito di un marchio commerciale ad hoc. Ad ogni buon conto i tre, consapevoli della nomea e dei pregi del ristorante, cercavano subito di far mutare quella che doveva essere una «piccola degustazione» di antipasti (obbligatoriamente di mare) in una «grande degustazione» con integrazioni ed aggiunte varie. A seguire, richiedevano gli inevitabili primi piatti con subitanea prelazione di un secondo, ancora da definire. Nonostante facessero capolino nel menù alcuni inquietanti asterischi tutelativi, venivamo rassicurati sul fatto che tutti i prodotti erano freschissimi, in particolar modo i crostacei, che potevamo facilmente individuare, dimenarsi nel grande acquario in fondo alla sala.
 

Da Renzo - Grigliata

Da Renzo – Grigliata

 

In effetti la cucina del “Da Renzo” non è sofisticata o tralignante le tradizioni povere della zona ma, basata su materie prime di altissimo livello, visita ed individua accostamenti di sapori che ci sono apparsi deliziosi nella loro semplicità, a partire dalle ottime bruschette di pane carasau con olio d’oliva autoctono, e da un pre-antipasto costituito da filetti di alice su letto di pomodoro e basilico, e condimento di olio extravergine. Il profumo e il sapore del basilico della casa, ci è rimasto impresso fino alla fine del pranzo.
Gli antipasti sono poi proseguiti con: impressionate carpaccio di tonno (quasi impalpabile al tatto, ma intensissimo al gusto) con capperi e fragole; insalata di polpo con patate, rucola e prezzemolo; ottimi cubetti di pesce spada su crema di peperoni e spolverata di bottarga; insalata di gamberi, rucola, cavolfiore e cardi selvatici; sublimi calamari in agrodolce con olio e cipolle; vigorosa cruditè di cozze e ostriche di Arborea; gustosissimi cartocci di fritto misto con gamberi, murena e mangiatutto.
 

Da Renzo - Dessert

Da Renzo – Dessert

 

L’unico incidente, dal punto di vista della cucina, per il “Da Renzo”, lo dobbiamo registrare per uno dei primi piatti. Infatti, mentre non possiamo esimerci dal qualificare come straordinarie la fregola “Corona” ai crostacei di Jesus (verosimilmente gamberi e aragostelle) con pomodoro e prezzemolo, e quella al pesto e rana pescatrice del Raschione, dobbiamo pur rilevare come l’esigente Ing.Marrocu abbia denunciato un eccesso di acidità e di rosolamento dell’aglio nelle sue lorighittas all’astice, tanto da ingenerare il subitaneo intervento della maître, con conseguente replicazione del piatto; quest’ultimo, invero, veniva presentato, in seconda istanza, in composizione impeccabile, e quindi condiviso nelle ceramiche degli altri commensali dalle quali, nel frattempo, l’ingegnere aveva famelicamente attinto. Un cantuccio v’era rimasto, negli allenati stomachi dei Burricchi, per un secondo piatto, nella fattispecie una piccola grigliata di seppie e calamari, cotti alla perfezione nel barbecue. Infine i dessert: coppa di fragole di stagione, zucchero e limone, condita da foglioline di menta per l’Ing. Marrocu; imperiale crema catalana – l’ing.Marrocu dopo averla assaggiata dichiarava di non averne mai gustata una così buona, nonostante non fosse preparata sul momento dato il cuore sensibilmente freddo – per Jesus; coppa di tiramisù per il Raschione. Oltre ai dolci comandati, ci è stato offerto un assortimento di dolcetti sardi, composto da amaretti di mandorle, dolce gattò, gueffus, bianchini e pabassinas. Il pranzo si concludeva quindi con dei caffè e un Rum “Santiago de Cuba” extra anejo, invecchiato 20 anni per il Raschione. Costo finale dell’operazione: 76 euro cadauno – integrati a 80 – che riteniamo adeguati in relazione alla qualità della cucina e delle bottiglie di vino tracannate, un po’ di meno in riferimento al servizio, non sistematicamente di altissimo livello (ad esempio, sul finale, nel difetto di non suggerire esplicitamente un vino passito per un giusto accompagnamento dei dolci).
Per dovere di cronaca, registriamo la personale iniziativa dell’Ing.Marrocu di voler contribuire istantaneamente e in solido al costo dei viaggio a favore di Jesus, mentre non dubitiamo che il Raschione – depositario dell’IBAN del suddetto – provveda al medesimo buon costume, seppure stimolato e con qualche giorno di dilazione.

 

Il Ristorante “Da Renzo” è una splendida realtà polivalente, collocato nell’incanto della valle del Tirso che, oltre a spendersi in maniera impeccabile nell’organizzazione di cerimonie ed eventi, offre all’avventore un sicuro punto di riferimento in ordine all’alta ristorazione isolana. Eccellente la qualità della cucina, da registrare alcuni aspetti del servizio, cosa che comunque non compromette l’attribuzione di un giudizio sintetico di elevato prestigio: quattro burricchi, meno meno.

 


VALUTAZIONE “Da Renzo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Da Renzo Indirizzo: S.S.131 Km 99, Siamaggiore – OR
Telefono: 3355294141    [mostra in google maps]
 

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gen 27 2013

Ristorante Kiwi – Assemini

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kiwi - Esterno

Kiwi – Esterno

 

Non è che io vada esattamente pazzo per il kiwi. Sia chiaro: indiscusso che proprio io abbia qualcosa in contrario nello sradicare una qualsivoglia pianta autoctona (猕猴桃), per provare a coltivarla con profitto dall’altra parte del Mondo, in condizioni di clima e ambiente microbiologico ostile; se così non fosse stato nei secoli, cosa mangeremmo qui ora, come frutto dalla nostra Terra? Forse solo il cardo selvatico e sa canciofa; nemmeno sa ficumorisca: niente pomodori, niente angurie, melone, niente patata… Non è che esattamente non mi piaccia quel sapore, insistentemente acidulo, che sa di lontano estro orientale … ma, perdio, consentite che mi piaccia di più il gusto dolce del piricocco nostrano?
 

Kiwi - Interno

Kiwi – Interno

 

Sabato mattina. E’ breva la giornata per i Burricchi. Alle dieci, con il sole già alto, Jesus è ancora croccau mentre il Raschione, infortunato qualche giorno prima, è concentrato sulla stimolazione criogenica della sua caviglia gonfia. Il V-Hot, apprezzato e titolato personaggio della galassia Donkeys – che forse ricorderete in altre esaltanti apparizioni – è invece già in piedi, impegnato nell’hobby della meccanica, per ristrutturare una preziosa Vespa d’epoca. Di lì a breve, Jesus, avrebbe fatto irruzione nella sua dimora, per procedere al cambiamento di una lampadina della 150cv: «non puoi farlo tu da solo burriccu???». «Ho cercato il video su youtube, il 90% delle persone lo fanno fare all’elettrauto: pitticcu su casinu!». Per fortuna che il V-Hot c’è!
 

Kiwi - Cruditè di ostriche

Kiwi – Cruditè di ostriche

 

Dati i tre minuti di ritardo con cui i due burricchi (ricordiamo che l’Ing.Marrocu è nuovamente uccel di bosco, in vacanza all’estero) si presetavano di fronte alla abitazione del Raschione, ci saremmo aspettati che questi si manifestasse lanciando insulti e brandendo minacciosamente una stampella di legno. Invero, solo una ben mimetizzata cavigliera rigida tradiva il suo accidentale malessere fisico, oltre ché un ben evidente passo claudicante. Dopo circa venti minuti, passati a discutere su quale fosse la strada migliore per risparmiare quei venti/trenta secondi di viaggio, i tre raggiungevano il ristorante Kiwi, collocato a metà strada tra i comuni di Assemini e Decimo. Nonostante qualche riferimento indichi che il locale si trova formalmente nel comune di Decimo, Jesus preferisce pubblicare la prima collocazione, giusto per fare un dispetto al Raschione, che sosteneva insistentemente la tesi opposta.
 

Kiwi - Antipasti di mare

Kiwi – Antipasti di mare

 

La struttura – che secondo l’insegna all’esterno dovrebbe contemplare anche i servizi di gelateria e pizzeria – è una sorta di moderna villa con un piccolo giardino verde perimetrale ed un ampio parcheggio, edificata su misura per banchetti e ricevimenti di nozze di medie dimensioni.
Oltre che ombrelloni e tavolini metallici da bar, compare, sempre all’esterno del ristorante, un grande gazebo bianco coperto, probabilmente utilizzato nelle attività del periodo invernale. Internamente, il locale si compone di un’unica ampia sala, disegnata con uno stile sardo-new style, a cavallo tra il rustico e moderno, interrotta nella distribuzione degli spazi da alcune arcate in muratura color paglierino, poggiate su solidi pilastri bianchi. La resa scenica complessiva è piuttosto confusa e caotica, soprattutto nei pressi dell’ingresso, dove primeggia il bancone da bar e dove troviamo collocati gli split delle pompe di calore, con effetto piuttosto approssimativo e antiestetico. Punto di non ritorno nella sindacabile ricerca estetica, è il TV LCD che troneggia sui tavoli, tra l’altro con una vistosa macchia scura al centro. Più ordinato ed apprezzabile ci pare invece il fondo della sala, dove striate pareti chiare sono state arricchite con splendide sculture lignee amorfe, e dove alcuni discreti tendaggi cercano di celare i moderni infissi, non propriamente eleganti.
 

Kiwi - Aragostelle

Kiwi – Aragostelle

Kiwi - Zuppa di cozze

Kiwi – Zuppa di cozze

 

Proprio sul fondo della sala i tre burricchi vengono fatti accomodare, e scoprono subito che il freddo che avvertono (Jesus presenta ancora gli strascichi del puntore) dipende da un problema all’impianto di riscaldamento, al quale un tecnico in loco cercava di porre rimedio.
Il servizio in sala viene garantito da una giovane cameriera, un cameriere più anziano, e da un preparatissimo e gentile maître che, vi anticipiamo, per professionalità, cortesia e attenzione ai particolari, vale per metà la piacevolezza del pranzo, essendo riuscito finanche ad arginare, alcune evidenti disfunzioni organizzative che complessivamente abbiamo potuto rilevare.
 

Kiwi - Fregola con arselle

Kiwi – Fregola con arselle

 

La prima disfunzione è la disponibilità della cantina. Nonostante la prestigiosa carta dei vini, abbiamo dovuto indirizzare la nostra scelta, verso un pur buon vermentino “Costamolino” DOC del 2011, delle cantine Argiolas, a seguito di una contingente indisponibilità di molte altre etichette.
La degustazione del vino è stata portata a termine dal V-Hot e condotta in maniera impeccabile dal maître mentre, per dovere di cronaca, segnaliamo che il Raschione Ettore ha solo in minima parte attinto alla bottiglia del nettare, perché assolutamente ligio e piegato alle controindicazioni istoriate nel bugiardino dei propri antidolorifici: maledetto infortunio!
 

Kiwi - Spaghetti alle arselle

Kiwi – Spaghetti alle arselle

 

Gli ordinati antipasti di mare, arrivavano al tavolo in tempi pienamente (ed eticamente) ragionevoli mentre, a parte le buonissime ostriche crude richieste come integrazione, non possiamo giudicare con entusiasmo il valore complessivo delle portate presentate: dozzinale insalata di mare con polpo, cozze, calamari, surimi e “giardinera”; anonima insalatina di rucola e polpa di gambero (o surimi, non era ben chiara la differenza); polpo alla diavola con buona aromatizzazione di pomodori secchi; poco efficaci frittelle di gianchetti, dal retrogusto eccessivamente acido. Seguivano poi delle buone aragostelle in salsa catalana (pomodoro e cipolle) e una discutibile zuppetta di cozze: sufficientemente gustoso (tanto quanto è gustoso il sugo casar) il sugo, ma la qualità dei mitili in sé lasciava piuttosto a desiderare. Il V-Hot non apprezzava. Abbiamo apprezzato, invero, la qualità e il gusto dei panini messi a disposizione della tavolata.
 

Kiwi - Grigliata mista

Kiwi – Grigliata mista

 

Un secondo “grave episodio” (che ha dilatato in maniera considerevole i tempi del pranzo) viene registrato, nell’avvicinamento ai primi piatti. Il Raschione, che inizialmente aveva richiesto delle altisonanti trenette “Kiwi” con arselle, fiori di zucca e zafferano, veniva avvicinato (ad antipasti terminati da un pezzo) dal desolato maître, che faceva notare come i fiori di zucca fossero ormai fuori stagione, e quindi sarebbe stato necessario modificare gli ingredienti o scegliere una portata alternativa. Ci chiediamo: perché tenerlo allora in menù?  Ad ogni buon conto, il Raschione derubricava il suo piatto verso il medesimo scelto da Jesus: una fregola con arselle in rosso, molto gustosa e servita alla giusta temperatura (buddia!), nonostante fosse stata preparata con pasta evidentemente non artigianale. Buoni anche gli spaghetti alle arselle del V-Hot, che però segnalava un eccesso di sabbiolina, non efficacemente drenata dalla appetitosa conchilifera.
 

Kiwi - Sorbetto

Kiwi – Sorbetto

 

Nonostante le porzioni fossero state abbondanti e i fumi dei vari analgesici/antiepiretici presenti nel sangue dei 2/3 dei commensali, si decideva per una “piccola” grigliata mista. La lunga attesa è stata mitigata dalla presentazione di fresco pinzimonio (finocchio, sedano, carote, pomodori), corredato da una deliziosa salsa vinaigrette, preparata con maestria sul momento dall’ottimo maître: «meglio che farsela preparare dal Marrocu, no?!».
L’ottima ed abbondante («meno di questo non ce la facciamo!») grigliata al gradevole aroma d’alloro era costituita da una grossa spigola, un’orata, tre seppie e sei gamberi.
Non pienamente convinti dai dolci della casa proposti, i Burricchi sceglievano di terminare il pranzo con tre sorbetti al limone, dimostratisi veramente gustosi, probabilmente per effetto del buon dosaggio di scorze di limone amare, e dell’utilizzo di Vodka (almeno pensiamo). L’avventura culinaria si concludeva con dei caffé, non accompagnati da alcun ulteriore liquore. Costo complessivo dell’esperienza 40€ cadauno, da giudicarsi un 10% limabile per difetto rispetto al giusto dovuto.

Il Ristorante Kiwi presenta un certo numero di difetti. Innanzitutto il nome, che richiama l’idea di una discoteca e che risulta poco accattivante per chi dovesse scegliere un locale della zona, in funzione della sola pubblicità (questo per rispondere ai dubbi del maître sulla fragile popolarità del luogo). Altri più seri difetti sono l’organizzazione complessiva (vini e menù dovrebbero essere sempre sotto controllo) e una scelta di antipasti piuttosto banale e approssimativa. Per il resto abbiamo potuto notare una cucina dalle buone potenzialità e un servizio a dir poco impeccabile, che gli vale obiettivamente la menzione speciale. Due burricchi.
 

VALUTAZIONE “Kiwi”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kiwi Indirizzo: SP Assemini/Decimo, Assemini
Telefono: 070946444    [mostra in google maps]

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set 15 2012

Ristorante la Fenice bianca – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Fenice bianca - Interno

Fenice bianca – Interno

 

«Posso deporre la mia anima, per poi riprenderla una seconda volta».

Ero e sono Bennù, risorgo dalle acque e porto corona.
Il Sole scalda le mie grandi ali, il mio vento s’accende di prosperità ed amore; io sono l’anima del Ra, e nel buio del Duat volo come un falco, per condurlo verso la stella del mattino.

Ero e sono Phénix, risorgo dalla cenere e porto corona.
Il fuoco accarezza il mio eterno, il mio destino si compie nei secoli; il mio fiato è soffio di vita, il mio canto è vibrare divino.
 

Fenice bianca - Foglie di carasau, salmone e pesce spada

Foglie di carasau, salmone e pesce spada

 

Ero e sono Jesus, risorgo con il cannonau e porto su cappeddu.
Il sole di Sardegna riscalda la mia pelle, il Mistral  sospinge il mio cammino, il lento passo del burriccu traccia la mia via.
Le fenici son mie madri lontane, il fuoco è amico del mio piacere, la cenere è il participio del mio dissolvere.
Di questo nostro dissoluto piacere, consumato e arso nel volgersi di brevi e lunghissime notti, quest’oggi, di nuovo, voglio raccontarvi; dalle sue ceneri, nel vostro tempo e nei vostri pensieri, le gesta e le vite di tre valorosi e instancabili burricchi, ogni settimana virtualmente risorgono. Nuovamente ora risorgiamo, per vostra grazia e per nostro scrupolo, per narrarvi dell’ennesimo tratto di strada, percorso sulla eterna mulattiera del Donkey Challenge. L’ultima licenziosa passione, si è consumata nel ristorante “La Fenice bianca”, locale di recente apertura, in quel di Cagliari, via Salvatore Farina.
 

Fenice bianca - Pasticcio di tonno, insalata di farro

Fenice bianca – Pasticcio di tonno, insalata di farro

 

Venerdì sera. Prima serata di ventoso clima autunnale, dopo la calda Estate alle nostre spalle. La 150cv di Jesus romba molesta per le strade della città. In extremis, i due burricchi hanno recuperato la disponibilità dell’Ing.Marrocu, che dapprima pretendeva di spostare la cena ad un orario improponibile, e successivamente si allineava alle richieste dei due colleghi Triumviri, salvo poi arrivare in sesquipedale ritardo, tanto da averla, di fatto, comunque vinta: censvra grave!
Censvra grave anche per il Dottor Melis (il “bianco”), che sarebbe stato l’apprezzata ciliegina sulla torta per il tema della serata, ma che si è susunkamente sottratto all’impegno, adducendo la più improbabile e poco credibile  delle scuse: «devo studiare!». Siamo assolutamente convinti che il burriccu Melis avrà impiegato la sua serata chino sui libri, anziché dilettarsi con qualche intrattenimento low cost!
Alle ore 21.05 i due burricchi, pur non avendo alcuna prenotazione (per deficit di recapiti telefonici adeguatamente pubblicizzati!) varcavano la soglia del locale, accolti (accettati) dall’unico cameriere (probabilmente il titolare) presente, che subito si informava sul fatto che avessimo a disposizione il famigerato coupon di “Groupon” o meno: «non sia mai, neanche per idea!»
 

Fenice bianca - Salumi e formaggio

Fenice bianca – Salumi e formaggio

 

Il Ristorante si presenta come un intimo e ristretto anfratto, articolato su due piccole sale da pranzo, elegantemente curato nel tema generale, ma dispersivo e disordinato in alcuni dettagli. La prima sala – quella che dà sulla strada – si distingue per le suggestive pareti grigio scure, i tendaggi argentati, decori in pietra, e per uno splendido pavimento in fine roccia perlata. Il tutto sarebbe assolutamente raffinato e romantico, se non fosse per talune inestetiche storture, come i dozzinali e voluminosi frigoriferi (di cui uno spento), un rumoroso TV LCD sintonizzato sulla serata di Rai 1, e per alcuni elementi di utilizzo pratico (come bottiglie d’olio e scatole di non sappiamo cosa), approssimativamente parcheggiati in un tavolo al centro della sala. Attribuiamo tale “disordine”, al transitorio periodo di avviamento del locale, e contestualmente suggeriamo di approntare la bella nicchia vicino all’ingresso, con luce d’atmosfera e mensole in cristallo, che possono tramutarsi in un pratico ed accattivante scaffale. La seconda sala, che si raggiunge salendo un breve e poco impegnativo rialzo, è ben più regolare e disciplinata della prima ma (almeno in questa serata), presentava un qualche difetto nell’impianto di areazione, tanto da determinare, sul finale della cena, una curiosa transumanza di affumicati commensali (“Settembre andiamo. E’ tempo di migrare…“) che ha coinvolto i pochi sfortunati avventori che ancora vi soggiornavano.
 

Fenice bianca - Cruditè di champignon con bottarga

Fenice bianca – Cruditè di champignon con bottarga

 

In attesa dell’arrivo dell’Ing.Marrocu, Jesus e il Raschione venivano accolti, con misurata empatia, dall’unico gentile cameriere che, visibilmente affaccendato per effetto – a suo dire – dell’imprevisto numero di clienti veicolati da groupon, si manteneva comunque cortese e (abbastanza) attento. Dopo il buon “Burberino” rosè frizzante (cantine Piero Mancini), offerto come spumante di benvenuto, i Donkeys assistevano al fragoroso presentarsi di due giovani avventori, che per poco non disintegravano la porta d’ingresso, per un suo difetto di apertura. Per un breve ma intenso attimo, abbiamo sperato che fosse la “trionfale” comparsa dell’Ing.Marrocu, che comunque sarebbe arrivato di lì a breve, riconosciuto (e ulteriormente sottratto alla ciccionata) da un amico presente in sala.
Arrivato l’impegnatissimo ingegnere, la cena poteva quindi prendere avvio. Subitamente, i burricchi si accordavano con il cameriere, per un assaggio di antipasti di terra e di mare, su un successivo primo piatto e, con appassionato suggerimento dello stesso maître, sceglievano il vino per la serata: un vermentino “Stellato” DOC delle cantine Pala di Serdiana, miglior vermentino della Sardegna nel 2011, almeno secondo “L’espresso”. Per qualche strana ragione (credo di aver capito un presunto racket del freddo a Cagliari, ma ero ubriaco!) il ristorante non disponeva di ghiaccio, quindi il vino è risultato termicamente apprezzabile, solo per metà della serata.
 

Fenice bianca - Linguine agli scampi

Fenice bianca – Linguine agli scampi

 

Dopo una non brevissima attesa, i donkeys potevano quindi misurare il loro appetito, sulla base di semplici ma eccellenti sfoglie di carasau condite con olio d’oliva, salmone e pesce spada affumicato (buonissime!), seguite poi da un meno brillante (troppo freddo per i nostri gusti) pasticcio di tonno cipolle e fagioli, e da un insolito amalgama di farro e funghi chiodini; a seguire, un assortimento di salumi e formaggi, articolato in salsiccia sarda, prosciutto crudo e pecorino fresco, discreti ma decisamente non appassionanti.
In conseguenza del lungo attendere dei primi piatti, ci è stata proposta un’ulteriore semplice (discreta) portata: cruditè di champignon con bottarga.
Marrocu: «questa ve la preparo meglio io! ».
L’attesa dei primi è stata comunque ripagata dall’arrivo delle richieste “linguine alle aragostelle”, che si sono in realtà rivelate delle “linguine agli scampi e pomodorini”, marcatamente salate ma dal gusto del crostaceo pressoché superbo, tanto da far richiedere a Jesus il supporto di uno schiaccianoci, per invaderne villanamente le chele.
Raschione: «neanche alla sagra del muggine di Giorgino si vedono simili cafonate!!!»
 

Fenice bianca - Grigliatina mista

Fenice bianca – Grigliatina mista

 

Nonostante le perplessità del Marrocu, si decideva di non terminare subito le ostilità, e di proseguire con una “grigliatina mista”, composta da gamberoni, un’orata e una spigola, cotte in piastra a carbone attivo. Il pescato si è dimostrato apprezzabile di gusto, ma maldestramente (forse troppo frettolosamente) cucinato: crudo all’interno!
Non venendo catturati da alcuno dei dessert proposti, i burricchi sceglievano di concludere la serata, con due caffè (buoni, preparati con le cialde) e tre “Cynar” al carciofo, di antico sapore e memoria. Costo complessivo della cena, 33€ cadauno, da giudicarsi qualche euro in eccesso, rispetto a un teorizzabile giusto dovuto.

 

Così come il locale visitato dai burricchi la scorsa settimana, il ristorante “La Fenice Bianca” presenta alcuni difetti di organizzazione, in parte imputabili alla fase di avviamento. Se veramente valorizzata a dovere, la struttura potrebbe diventare lo scenario per romantiche serate all’insegna dell’eleganza. La cucina, semplice ma non banale, ci ha dato a tratti soddisfazione, mentre in altri frangenti ci ha deluso. Il nostro giudizio è, ahimè di due stiracchiati burricchi, ma non è improbabile che il ristorante migliori con il tempo. Per adesso, per favore, puntate sulla qualità anziché su Groupon, diffondete magari della musica d’atmosfera e, soprattutto, spegnete quel c…. di televisore!

 


VALUTAZIONE “la Fenice bianca”: Due Burricchi.
Ristorante la Fenice bianca Indirizzo: Via Farina 22/a, Cagliari
Telefono: 3492747055    [mostra in google maps]
 

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giu 3 2012

Ristorante Kaika – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kaika - Piazza Yenne

Kaika – Piazza Yenne

 

All’ora in cui il sole è già spento, per questo angolo del Regno, e i colori del crepuscolo s’affogano nei primi deliqui alcolici della sera, si sente scivolare, oltre il muoversi delle onde e il bruciare dell’orizzonte, il rinnovarsi del circolo dell’esistenza, l’incandescente espressione del veloce rincorrersi della vita che, a Oriente, nel medesimo istante, si manifesta con il vermiglio levar del sole.
Prigioniero del suo scarlatto Impero, regna colui che nei secoli si è incarnato sovrano celeste (天皇), custode del divino Mistero e dell’unità del suo popolo.
Il nono Tennō, che imperscrutabilmente lega il suo destino con la più occidentale tradizione asinina, Roba no chōsen (ロバの挑戦), è l’imperatore Kaika (開化), le cui gesta si perdono oramai nel tempo, e la cui storia si confonde inevitabilmente con la leggenda.
Qui si legano, con un taumaturgico filo d’oro, le prodezze di antichi Samurai del “Sol levante”, con l’interminabile epopea di tre onorevoli burricchi.
 

Kaika - Interno

Kaika – Interno

 

Per raccontar qui, le nuove gesta dei mitologici orecchiuti guerrieri, partiamo oggi, a seimila chilometri di distanza dalla terra nipponica, dal luogo simbolo dello svago e del ludico piacere cagliaritano: la Piazza Yenne, dedicata all’Ettore che costruir la volle, con il suo piccolo obelisco cilindrico, che partendo dal suo frequentato basamento, spinge lo sguardo verso le più alte e lontane stelle.
A pochi metri dal centro della piazza, nella rumorosa confusione della giovanile ed economa agorà casteddaia, compare, rassicurante e accogliente, l’ingresso del ristorante Kaika (rivisitazione, in realtà, del desulese Caìcca, Francesca, ndr.).
Ad Accompagnare Jesus, il Raschione Ettore, e l’Ingegner Marrocu, in questa ennesima avventura, la docile e muliebre compagnia del binomio MV, contrazione e declinazione del tripolo iniziale AMV, subitamente sgretolatosi per non ben limpidissime ragioni.
 

Kaika - Aragostelle

Kaika – Aragostelle

 

Il ristorante, di recente apertura, al suo interno è caratterizzato da una atmosfera sobria e raffinata. La non spaziosissima sala, si estende longitudinalmente lungo un elegante corridoio, occasionalmente interrotto da piccoli anfratti laterali. Nel primo e più ampio anfratto, che accoglie l’asinina comitiva, sono alloggiati due tavoli signorilmente e misuratamente approntati, un piccolo bancone da bar e una feritoia che dà sulla cucina. La sinossi scenica dell’ambiente, si sviluppa con la bella volta ad arco – da cui spiovono raffinati lampadari di cristallo -, con pareti in perlato bianco, decori in pietra chiara, con uno splendido pavimento grigio e con ben dosati effetti luce. Le uniche critiche che possiamo muovere all’allestimento complessivo, sono relative alla lunga parete principale, forse eccessivamente spoglia, nella quale compare un’unico riferimento visivo, all’origine orientale del nome del ristorante.

Kaika - Insalata di cernia

Kaika – Insalata di cernia

Kaika - Cozze primavera

Kaika – Cozze primavera

Kaika - Insalata di polpo con patate

Kaika – Insalata di polpo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Impreziosire gli spazi con un bell’arazzo in seta, avrebbe forse dato più consistenza all’atmosfera. Inoltre segnaliamo che, per effetto del vistoso impianto di condizionamento in acciaio, e per la particolare acustica della sala da pranzo, durante la serata si possono raggiungere momenti di caotica confusione, allorquando vi siano parecchi co-avventori presenti.

Kaika - Involtini di peperone

Kaika – Involtini peperone

Kaika - Ostriche e cozze crude

Kaika – Ostriche e cozze

Kaika - Cozze gratinate

Kaika – Cozze gratinate

 

 

 

 

 

 

 

 

Kaika - Zuppetta di cozze

Kaika – Zuppetta di cozze e arselle

 

Il servizio all’interno del locale, è garantito da un numero piuttosto consistente di camerieri, mentre altri colleghi sono deputati all’assistenza degli avventori presenti all’esterno, nei tavolini allestiti sulla piazza.
Dopo una breve attesa, cagionata probabilmente dalla incomprensione sul difetto della sesta commensale, i Donkey possono finalmente contrattare il canovaccio alimentare della serata.
L’esordio, inevitabile ricade su un assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC, delle cantine Argiolas.
Registriamo qui un deficit dell’assistenza, in merito al rituale della mescita del vino, e sulla mancata proposta di alloggiamento del medesimo, in un adeguato rifugio isotermico. Da questo punto di vista, il personale dovrebbe essere meglio istruito, dal caposala responsabile. Nel resto della serata, invero, i tempi della cucina e il servizio sono apparsi rapidi, puntuali ed attenti.
 

Kaika - Fregola con arselle

Kaika – Fregola con arselle

 

La serie di otto (sette più uno, a sopresa) antipasti si sono dimostrati oltremodo abbondanti, nonché di buona – a tratti eccellente -, fattura. La non comune ouverture, con gustose aragostelle in salsina di limone, ha stimolato non poco il palato appetitosamente casalingo di Jesus. Seguivano poi una (ahimè piuttosto anonima) insalata di cernia con olive, pomodori e sedano, ottime cozze primavera (affogate in una sovrabbondanza di pomodorini), buona insalata di polpo con patate, delicatissimi involtini di peperone con filetto di alice e capperi su letto di radicchio, succulente ostriche e cozze crude, per finire con una fantastica zuppetta di cozze e arselle, su un “cuscino” di pane carasau lievitato: sublime! Come già accennato, alle sette portate previste, si è poi aggiunto un piatto di buone cozze gratinate. Piacevolmente registriamo, inoltre, la gradevolezza dei panini e grissini speziati, fatti in casa, distribuiti per tutto l’incedere della cena: buonissimi!
 

Kaika - Spaghetti ai ricci

Kaika – Spaghetti ai ricci

Kaika - Linguine all'astice

Kaika – Linguine all'astice

 

Se gli antipasti si sono rivelati piuttosto abbondanti, in termini di quantità – anche per effetto della istintuale inappetenza femminile, che ha costretto i tre Triumviri agli straordinari – i primi piatti hanno evidenziato porzioni al di là un salubre umano appetito, tanto da precludere ogni possibilità di loro termine: spaghetti ai ricci di mare fuori stagione (inevitabilmente abbattuti, per effetto del corrente blocco biologico) per Jesus e il Raschione Ettore, linguine all’astice per l’Ing.Marrocu, fregola con le arselle (piuttosto buone, anche se suggeriremmo l’utilizzo di fregola artigianale) per il binomio MV.
 

Kaika - Sorbetto al limone

Kaika – Sorbetto al limone

 


Esclusa qualsivoglia possibilità di ingerire ulteriori cibi solidi, per un inspiegabile e colpevole difetto di appetito – per il quale solo la calda e faticosa giornata ormai estiva, appare come una lontana giustificazione – i Triumviri ordinavano congiuntamente un sorbetto al limone, poi rivelatosi particolarmente gustoso. Null’altro invero, per le gentili ospiti. La cena si concludeva quindi con dei caffè, tre liquori alla liquirizia (Barman liquirizia “LIQ”) e una grappa barricata per Jesus. Costo finale del pasto, 40€ cadauno, da giudicarsi adeguato, in funzione della splendida ambientazione, della cucina di buon livello, e di un servizio complessivamente all’altezza.

 

Il ristorante “Kaika”, nonostante risenta di taluni difetti di gioventù, che abbiamo puntualmente segnalato, si presenta con una ambientazione raffinata ma non impegnativa, proponendo una cucina di buon livello, in linea con la migliore tradizione cagliaritana. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Kaika”: Tre Burricchi.
Ristorante Kaika Indirizzo: Piazza Yenne 29, Cagliari
Telefono: 0708588471 [mostra in google maps]

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ott 3 2011

Ristorante Su Passu – Cagliari

 Scritto da Jesus | 15 commenti | Commenta

Su Passu - Interno

Su Passu – Interno

 

Veloce incede sulla strada; si ferma e accelera, osserva e ricupera. Curioso e indifferente, stralunato e attento. Il Passo… di Jesus.
Con sicurezza affonda. Irridente e impavido, l’avanti con bramosia attende, e mai si traversa a rimirar se stesso. Il Passo… del Raschione Ettore.
Incosciente ardisce. Solenne e altero, teatrale e indefesso. Il suo ego atteggia, di sè gioisce, del vicin s’indigna. Il Passo… dell’Ing.Marrocu.
Su Passu, il passo, il valico… Convergenza dello spazio infinito nella stretta puntualità del tempo, simbolo e democratica espressione del comune ineluttabile destino.

Su Passu - Ricotta uova di salmone fragole

Su Passu – Ricotta uova di salmone fragole

 

Interminata, interminabile Estate («ma candu accabbada!?»). Sabato notte; Jesus e il raschione Ettore soggiungono puntuali nella centralissima Via Pessina, in Cagliari, e stoicamente incontrano il di loro ineluttabile destino, che li attendeva celato all’ombra della notte. Destino alimentare, è ovvio..
Considerato il tepore di un clima caparbiamente aggrappato alle ultime tremanti illusioni della morta stagione, i due burricchi storici possono sfoggiare il meglio del loro guardaroba estivo. Completo ultra-firmato e costosissimo luxury Philip Watch al polso di Ettore, consueta tenuta simil-pedduzzone, con bermuda, maglietta, cappellino e ultimo schizofrenico tatuaggio, ostentatamente in bella mostra, per Jesus.

Su Passu - Carpaccio di pesce spada ananas

Su Passu – Carpaccio di pesce spada ananas

 

L’Ing.Marrocu, terzo triumviro ufficiale affianca in ultimo l’autovettura del Raschione, che nella circostanza, molto spontaneamente, s’era proposto come vettore di Jesus:

«ma dove m… si trova il locale???»
«giusto di fronte a lei, ingegnere!»

Ore ventuno circa. Sotto un’appariscente insegna in stile motor-cowntry – per certi versi incomprensibilmente disallineata rispetto al tema generale –   i tre affamati Triumviri, per l’occasione in formazione tipo, varcano finalmente la soglia del ristorante ”Su Passu“.

 

Su Passu - Involtini d'alga gamberi allo zenzero

Su Passu – Involtini d'alga gamberi allo zenzero

 

Gli spazi del locale sono topologicamente distribuiti su di un’unica e non molto estesa sala, che dal suggestivo ingresso sulla Via Pessina si estende linearmente ed elegantemente fino ad un aggraziato bancone alloggiato sul lato opposto.
Semplici e familiari, appaiono la decina di tavoli all’interno, mentre in stile pregevolmente moderno è il soffitto del ristorante, adornato con tre appariscenti rosoni stilizzati e in tinta laccato-bianca, sorretto da archi a volta e valorizzato da numerosi punti luce.
Tutt’attorno le pareti sono tinteggiate con tonalità dell’arancio e del giallo paglierino, sapientemente decorate con mensole, suppellettili ed inserti in pietra. Arricchiscono l’ambiente alcuni raffinati specchi in ferro battuto e graziose lavagne rettangolari, sulle quali vengono riportati i vari menu del giorno. Complessivamente lo stile è piuttosto ordinario nell’idea generale, ma molto curato nei dettagli, tanto da presentarsi con “passo” gradevolmente signorile.

Su Passu - Fregola alle aragostelle

Su Passu – Fregola alle aragostelle

 

Il servizio in sala è garantito da un gentilissimo ed attento gestore/cameriere – che visibilmente trasmette la passione e l’entusiasmo per il proprio lavoro – ed una più discreta e riservata cameriera – probabilmente oriunda -, dal conturbante fascino esotico («what an apricot!»).
Il menu del ristorante Su Passu, con particolare riferimento ai piatti di mare, è giornalmente variabile, in funzione dei prodotti freschi disponibili, approvvigionati la mattina stessa.
Dopo una breve simpatica schermaglia con il cameriere, ci lasciamo convincere nel farci trasportare dalla corrente emozionale e creativa dello/a chef.

 

Su Passu - Gamberi al cioccolato bianco

Su Passu – Gamberi al cioccolato bianco

 

Il vino scelto per la serata è un Vermentino di Gallura DOCG Canayli della “Cantina Gallura” di Tempio Pausania (ringraziamo Igor Usai per la segnalazione, ndr.). «Straordinario», come giudicato al culmine del consueto rituale dell’assaggio, prodotto dalla enfatica gestualità dell’Ing.Marrocu.
Anticipiamo da subito che, riguardo il compendio statistico dei piatti proposti dalla cucina del ristorante, non possiamo non rilevare un livello medio di poco inferiore al “superbo”, in termini di qualità delle materie prime, presentazione delle pietanze, originalità e tecnica di preparazione. Tale livello si è invero mantenuto, con varianza pressoché nulla, durante tutto l’incedere della cena.

Su Passu - Bis di semifreddi

Su Passu – Bis di semifreddi

 

Gli antipasti si articolavano quindi in un – non meglio definibile – baroccheggiante tris di mare, composto da:
ricotta densa con uova di salmone, bottarga, fragole e condimento d’alga marina, carpaccio di pesce spada su letto di lattuga, ananas, fiori di zucca e spruzzata di uova di sgombro, gamberi allo zenzero con base di foglie di banano, filetto e uova di sgombro, involtino di alga di Ross(?) con formaggio dolce, salmone e avocado. Gloriosi!
Il primo piatto, comune per tutti e tre gli equidi commensali, non era da meno: Sontuosa fregola artigianale con aragostelle, spruzzata di bottarga e tri-puntuale decoro al nero di seppia.

Su Passu - Fantasia di cioccolato

Su Passu – Fantasia di cioccolato

 


A dir poco “spirituale”, infine, il secondo piatto, che riusciva a far sollevare verso il cielo, in segno di pio ringraziamento, gli occhi – e le orecchie – dei pur navigati burricchi. Gamberi al cioccolato bianco su letto di arancia, guarnito con avocado, piccolo cachi e uova di sgombro: «Babbo ti ringrazio»!
Di ottima fattura, anche se forse un gradino al di sotto rispetto il livello delle pietanze fino allora servite, i dessert conclusivi:  bis di semifreddi al bacio perugina e alla frutta per il Raschione Ettore, fantasie – rispettivamente – di cioccolato e alla crema per Jesus e l’Ing. Marrocu.

Su Passu - Canayli

Su Passu – Canayli

 

Il pasto poteva dunque concludersi con l’assaggio di due eccellenti e corposi liquori siciliani alla liquirizia, per il Raschione e l’Ing. Marrocu, e di un moscato – forse a dire il vero servito un po’ troppo freddo, unica piccola ombra della serata – più caffè per Jesus.
Costo complessivo della cena 33€ cadauno, assolutamente ridicoli se paragonati alla qualità di cucina, servizio e gradevolezza ambientale – alla quale dobbiamo finanche ascrivere la piacevolezza dei frequentatori di sesso femminile del locale – subito arrotondati con venti euro di mancia.

Consideriamo quindi l’esperienza de “Su Passu”, a parte taluni trascurabilissimi dettagli, assolutamente  di altissimo livello, tanto da poter ascendere ai primi posti della mistica classifica asinina. Un ristorante dove l’attenzione per il cliente e l’amore per la cucina sono scontate prerogative di base.
Unico suggerimento che possiamo dare, dotare la sala di un opportuno strumento di riproduzione acustica, come amabile supporto alla pur molto curata ambientazione.
 
Nota: dobbiamo nostro malgrado registrare, la chiusura di questo locale.


VALUTAZIONE “Su Passu”: Quattro Burricchi.
Ristorante Su Passu Indirizzo: Via Pessina 8, Cagliari
Telefono: 070301289    [mostra in google maps]
 

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