☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
lug 28 2012

Ristorante L’ippodromo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Ippodromo - Esterno

Ippodromo – Esterno

 

Equidi, quadrupedi sulla pista; s’affrontano nella calca e nell’impeto della corsa, fianco contro fianco, ciascuno sentendo l’ansimare veloce dell’altro, ciascheduno bagnato dal sudore del vicino avversario, ognuno contro la propria fatica e i propri limiti, per trionfare su tutti, per eleggere il primato del proprio sangue, per glorificare la propria discendenza, per sentire ardere la fiamma della propria esistenza, divorata nel volgersi di una veloce passione, piuttosto che erosa dal lento e disonorevole oblìo della umana accidia.
Orsù, destatevi miei cari Burricchi! Assaporate lo spirito dei vostri fratelli purosangue, lottate nel delirio dell’arena, combattete senza timori e sentitevi vivi!

 

Ippodromo - Interno

Ippodromo – Interno

 

Venerdì sera. Viva e rinata, quasi a prendere esempio dal suo padre Jesus, morto e risorto in quel di terra Santa qualche millennio orsono, la 150cv, sfreccia e scorrazza nuovamente per le strade del cagliaritano, coraggiosamente (accallonatamente) sfidando, nella calca del traffico urbano, le sue sorelle, quasi tutte imbrigliate nella limitatezza di una meccanica dozzinale.
Il secondo fantino Ettore, si irrigidisce, avverte il pericolo, e alla fine pontifica: «Burriccu, non spuntare in seconda, che ti fotti di nuovo la frizione!».
Di lì a poco, verso le ore 21, i due burricchi avrebbero raggiunto la loro destinazione: ristorante “L’ippodromo”, in Cagliari, sul lungomare Poetto.

 

Ippodromo - Salmone

Ippodromo – Carpaccio di salmone

 

Il Ristorante/Pizzeria, si trova negli spazi riservati al vecchio ippodromo di Cagliari che, dopo aver percorso una breve strada sterrata, si raggiunge lasciandosi sulla destra il maneggio degli equidi, per arrivare infine al comodo ed amplissimo parcheggio in fronte al locale stesso, gestito e  organizzato, con discrezione, da un non più giovane parcheggiatore, che dà le indicazioni agli automobilisti in arrivo.
Arrivati naturalmente ben prima dell’Ingegner Marrocu, lontano dal correttamente interpretare qualsivoglia – pur semplice – indicazione stradale, Jesus e il Raschione hanno modo di apprezzare il non trascurabile numero di colleghi avventori che, nel frammezzo della loro attesa, avrebbero varcato la soglia del ristorante. Tale fattore condizionerà, vedremo, tutta la loro serata.

 

Ippodromo - Insalata di mare

Ippodromo – Insalata di mare

 

Al suo interno il ristorante, seppure non particolarmente impegnativo in termini di raffinatezza ed eleganza ambientale, si presenta gradevole, curato e ben climatizzato. Gli spazi sono distribuiti su diversi ambienti, dominati da pareti color arancio, piante ornamentali, infissi e mobilia verde scuri, e una sovrastruttura ad archi, che dà l’idea di trovarsi all’interno di un giardino coperto.
Ben numeroso (adeguato all’elevato numero di clienti) , gentile e volenteroso il personale, in certi casi comunque distratto e dispersivo, in taluni professionale e attento. Nonostante la cosa potrebbe andare contro radicate consuetudini e aspetti di natura pratica, un consiglio che ci sentiamo di dare in queste condizioni, è quello di distribuire il carico di lavoro assegnando un unico cameriere a diversi tavoli, piuttosto che differenziare i vari compititi e destinare ai propri clienti un interlocutore sempre nuovo nelle varie fasi della cena; in caso differente, si rischiano fastidiose distrazioni e un pericoloso difetto di coordinamento.

 

Ippodromo - Tonno fresco

Ippodromo – Tonno alla catalana

 

Quello che però ipotizziamo e riteniamo un grosso difetto de “L’Ippodromo”, almeno durante la stagione estiva, è il fatto che la cucina sia strutturalmente sottodimensionata, rispetto al numero gestito di coperti; altrimenti non si spiegherebbero i sesquipedali tempi d’attesa, manifestatisi in ogni fase della nostra ciccionata, che hanno condotto il solitamente composto Ing.Marrocu, a lamentarsi verbalmente con una incolpevole cameriera, finanche minacciando di non consumare i piatti già ordinati, per concludere velocemente il pasto.
Altro fattore negativo, che disegna il contesto di svolgimento della nostra cena
– sempre legato al numero di clienti – è il perenne brusio e la chiassosità della sala, alimentati da talune sguaiate e moleste avventrici, dall’ugola evidentemente ben allenata: «quale gaudio, quale gaiezza, di giovialitá son pregni i muri!»

 

Ippodromo - Zuppetta di cozze e arselle

Ippodromo – Zuppetta di cozze e arselle

 

Fatte queste doverose e non troppo lusinghiere premesse, possiamo invero rendicontare i nostri lettori sull’effettivo svolgersi della cena, che si è aperta con l’offerta di un buon prosecco di benvenuto, accompagnato dalle ottime olive marinate (consumate per intero nell’attesa degli antipasti) già presenti in tavola. Come di consueto ordiniamo dapprima un assaggio di antipasti di mare, valorizzati da una bottiglia di ottimo vermentino DOC Tuvaoes, delle cantine Cherchi, ahimè servito inspiegabilmente troppo caldo, e per il quale i Donkeys hanno fatto non poca fatica per ottenere, dopo un prolungato scorrere del tempo, adeguato e fresco riparo in un cestello del ghiaccio.
Gli antipasti, non abbondanti ma adeguati nell’ottica di una cena completa, erano costituiti da quattro differenti pietanze.

 

Ippodromo - Fregola

Ippodromo – Fregola

 

Trattavasi di: buona insalata di mare con polpo, seppie e gamberi, ottimo carpaccio di salmone su letto di pomodorini e lattuga, buon (ma qui il giudizio del Raschione si differenzia, in negativo, rispetto a quello dei commensali) tonno alla catalana con cipolle, pomodorini, su uguale letto di lattuga e rucola, per finire con una zuppa di cozze e arselle, parecchio saporite ma arrivate al tavolo eccessivamente fredde.
Per dovere di cronaca, segnaliamo che, tra l’aver ordinato gli antipasti e il loro effettivo usufrutto, sono passati all’incirca cinquanta minuti, e oltre.
Altrettanto gravoso è stato il tempo d’attesa, prima di riuscir d’addentare i primi piatti: buone (seppur con qualche difetto di cottura della pasta) linguine alla granseola e granchi (non ben identificati)  per Jesus e l’Ing.Marrocu, pessima fregola di mare (in realtà di sole cozze e arselle) presentata al cospetto del Raschione: «la peggiore che abbia mai mangiato!» e criticata persino da un attento cameriere: «non ha un bell’aspetto, redarguirò il cuoco!»

 

Ippodromo - Linguine alla granseola

Ippodromo – Linguine alla granseola

 

Nonostante spazio vi fosse per poter ingurgitare qualche altra pietanza – in particolar modo l’appetitosa aragasta osservata nel tavolo di una coppia al nostro fianco, per la quale fortunatamente il servizio è sembrato più rapido – dati i tempi d’attesa rapportabili alla filogenesi dei primati, i tre burricchi sceglievano di passare direttamente ai dolci, risultati questa volta impeccabili: semplice sorbetto al limone per Jesus, cassata siciliana dalla originale forma triangolare per il Raschione, zuppa inglese per l’Ingegner Marrocu. Quest’ultimo – vi segnaliamo – sul finire della cena, forse stimolato dai fumi alcolici del Tuvaoes ormai rinfrescato, forse infastidito dall’eccesso di attesa e dalla rumorosità della sala, si lasciava andare ad una serie interminabili di sproloqui non politically correct, su alcune discutibili peculiarità di pensiero dei sardi. Per chi fosse interessato, può visionare sul canale Twitter del Donkey Challenge: [http://seud.eu/?wgm]

 

Ippodromo - Zuppa inglese

Ippodromo – Zuppa inglese

Ippodromo - Cassata siciliana

Ippodromo – Cassata siciliana

 

Costo complessivo della cena, 44€ cadauno – comprensivi di due caffè e due dimenticabili grappe barricate finali -, da giudicarsi almeno un 25-30% superiore al giusto dovuto, in funzione di una serata determinata dagli intollerabili tempi d’attesa, che hanno inevitabilmente condizionano metabolismo ed evoluzione glicemica dei commensali, determinando conseguenti situazioni di non gradevolezza alimentare, come ad esempio la perdita d’appetito per sfinimento! Quello che possiamo banalmente consigliare ai gestori dell’Ippodromo, o di altri ristoranti con il medesimo problema nel periodo di maggior afflusso turistico, è quello di astenersi dall’accogliere più clienti, di quelli che in realtà si possano adeguatamente servire. Ovviamente, ben comprendiamo, questo può andare incontro a più stringenti esigenze di carattere economico, ma nella prospettiva della salvaguardia del proprio nome, è forse meglio guadagnare qualcosa di meno, piuttosto che compromettere, con spiacevoli situazioni di contorno, una cucina che è sembrata (a parte qualche eccezione) di discreto livello. Un burriccu!

 


VALUTAZIONE “L’Ippodromo”: Un Burriccu.
Ristorante L’Ippodromo Indirizzo: Viale Poetto, Cagliari
Telefono: 070.3838097    [mostra in google maps]
 

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lug 22 2012

Ristorante Il Terzo tempo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Terzo tempo - Interno

Terzo tempo – Interno

 

Primo tempo. L’elogio della battaglia, il palpitar del cuore, mentre la penna del desiderio traccia le vesti di una incontrastabile vittoria, mentre il sapore del trionfo si insinua tra le maglie dell’ego e scavalca l’intransigenza del destino.
Secondo tempo. Il sudore e il sangue sulla fronte, i muscoli tesi verso le insormontabili vette della fatica, lo stordimento e l’abbandono ai proprio limiti, la ribellione e l’orgoglio, la vittoria e la disfatta.
Terzo tempo. Il profumo dell’incenso, il sapore del reale, gli onori, la ricompensa della tavola e un pragmatico irrefutabile pensiero: «ma non potevamo iniziare direttamente da qui?!?»

 

Terzo tempo - Salmone

Terzo tempo – Salmone

Terzo tempo - Cozze alla marinara

Cozze alla marinara

Terzo tempo - Focaccia

Terzo tempo – Focaccia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terzo tempo - Carpaccio di polpo

Terzo tempo – Carpaccio di polpo

 

Gentile e pacato è il tempo, quello meteorologico intendiamo, che a metà Luglio regala a Jesus – Intollerante alla calura estiva – il piacere di qualche serata all’insegna della vivibilità climatica.
Felice condizione, questa, per il rinnovarsi dell’ancestrale rito àsinino, in passato svoltosi e sviluppatosi in disaccordo alla consuetudine istituzionale, tralignante l’essenza e la sintesi del Triumvirato.
Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, si ritrovano invece quest’oggi a onorare la tradizione, insensibili al canto delle sirene di eventi no-cost, che surrettiziamente prorompono dalla calca della spiaggia dei cagliaritani, la sera del penultimo Venerdì del mese.

 

Terzo tempo - Insalata pere bottarga

Terzo tempo – Insalata pere bottarga

 

Ore 21. Jesus e il Raschione sono, come d’abitudine, in anticipo sui tempi del ritardatario Marrocu, e possono ammirare, nella sua composta imponenza, il braciere olimpico che ha accolto la fiamma dei giochi universitari qualche decennio fa, o qualche manifestazione simile, che tre patologici patiti della forchetta trovano difficile ricordare. Ci troviamo all’interno del complesso sportivo del C.U.S., poco distanti dalle facoltà di Lettere e Ingegneria, sull’irto “declivio” della Via Is Mirrionis, in Cagliari; attorno a noi, prorompe la vista di verdi campi da giuoco, palestre per il fitness e tutto quello che Jesus tenterebbe a evitare, se non esistesse, suo malgrado, anche il fattore “donna del presidente”.

 

Terzo Tempo - Mezze maniche pesto gamberi

Terzo Tempo – Mezze maniche pesto gamberi

 

Il ristorante “Il Terzo tempo”, è integrato organicamente nel complesso sportivo.
Se esternamente il suo ingresso non appare più suggestivo di quello di una palestra di fitboxe – eccezion fatta per un pittoresco barbecue urbano allestito in prossimità del locale -, l’interno risulta piuttosto curato, con copertura e travi di legno, pareti giallo paglierino, arredi rustici e una splendida ben fornita vetrina dei vini. La vista che si gode dalle vetrate laterali, è quella delle piste di atletica e dei palazzi del quartiere tutto attorno. Nella parte inferiore dello stesso edificio, sono inoltre alloggiati gli spazi adibiti a pizzeria/bisteccheria, che non abbiamo avuto occasione di visitare.
Arrivato finalmente il Marrocu, ci possiamo accomodare al nostro tavolo, non prima però che lo stesso ingegnere potesse disquisire con il maître del ristorante, nonché suo sosia laterale (identico di profilo, allargato di un fattore due, frontalmente), sul perché sedersi in quel particolare tavolo e non in un altro perfettamente equivalente nei suoi pressi: alta filosofia accidentale!

 

Terzo tempo - Riso Basmati con tonno e verdure

Terzo tempo – Riso Basmati con tonno e verdure

 

Oltre che dal succitato, affabile maître (di certo un ex atleta, dati fisico e tatuaggi), il servizio veniva garantito da un ragazzo più giovane e, occasionalmente, da una accomodante signora. Complessivamente possiamo ritenere buono tale servizio, anche se dobbiamo registrare qualche imperfezione provocata, in parte, da episodici difetti di comunicazione, a noi stessi imputabili.
L’assaggio di antipasti richiesto non comprendeva (come da noi ingenuamente ipotizzato) tutto il menù proposto, ma un trittico di comunque succulente pietanze: insalata di salmone, cipolle, funghi, capperi e olio d’oliva, carpaccio di polpo su letto di rucola, radicchio e finocchi, cozze alla marinara, il tutto anticipato e accompagnato da un assaggio di ottima focaccia alle spezie, prodotta dalla pizzeria interna. Un quarto supplementare e bramatissimo antipasto integrativo, è stato quindi richiesto e servito dopo l’assaggio dei primi: spettacolare accostamento di pere e bottarga di muggine, su letto di insalata e finocchi. Buonissimo!

 

Terzo tempo - Orata al forno con patate

Terzo tempo – Orata al forno con patate

Terzo tempo - Cappone al forno con patate

Terzo tempo – Cappone al forno con patate

 

La seconda incomprensione è stata cagionata, nella preparazione dei primi piatti, da un disequilibrio di comunicazione verbale del Raschione, che sovrapponeva la cernita del suo piatto a quella del Marrocu, conducendo a credere il cameriere, che l’ingegnere avesse cambiato in ultimo la sua scelta. Arrivate in tavola le pietanze, dopo lo sgomento iniziale e un rapido rimescolamento di attribuzione, Jesus e il Raschione potevano assaggiare delle strepitose mezze maniche (forse impropriamente definite “paccheri”) rigate al pesto e gamberi freschi, il Marrocu un parimenti ottimo Risotto Basmati, con verdurine e tocchetti di tonno.

Terzo tempo - Dessert

Terzo tempo – Dessert

 

Secondo piatto comune ai tre commensali in termini di (buonissimo) condimento, differente nella sostanza: cappone e orata al forno con patate, zucchine, peperoni e olive verdi. Se il cappone si dimostrava inappuntabilmente gustoso, meno brillante dobbiamo valutare il sapore dell’orata, per stesso riconoscimento del maître, di allevamento.
In ultimo, la cena si concludeva con una splendida composizione di cruditè di frutta (arance, fragole, kiwi, ananas) con panna cotta, creme caramel, budino al cioccolato, sciroppo di fragole e granella di nocciola: godurioso!
Fine delle ostilità con due caffé, liquore alla liquirizia (“Lik li” calabrese, non particolarmente apprezzata) per Raschione e Marrocu e una grappa barricata per Jesus.
Tutta la cena è stata, invero, accompagnata da un già abbondantemente elogiato bianco IGT del 2012, “Karmis”, delle cantine Contini di Tharros.
Costo complessivo, 44€ cadauno, da giudicarsi all’incirca adeguato, limabile per difetto.
Il “Terzo Tempo”, è senza dubbio un ottimo ristorante, che propone una cucina semplice, con punte di culinaria eccellenza, in ordine alla gustosità dei piatti. L’ambiente interno e il panorama sono di certo accattivanti, ma l’esterno del locale appare piuttosto dozzinale e potrebbe essere certamente migliorato, per esempio dotando il barbecue di una sovrastruttura in legno, o impreziosendo con delle piante invasate la strada d’accesso. Qualcosa andrebbe forse registrata anche in seno al servizio ma, si sa, gestire tre esigenti burricchi non è mai stata una impresa facile. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Il Terzo tempo”: Tre Burricchi.
Ristorante Terzo tempo Indirizzo: Via Is Mirrionis 3, Cagliari
Telefono: 3388785924 [mostra in google maps]

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lug 9 2012

La locanda dei Buoni e Cattivi – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La locanda dei Buoni e Cattivi - Interno

La locanda dei Buoni e Cattivi – Interno

 

Dissertazione quarta. Al di là del bene e del male; riuscite forse a vedere da sopra le nuvole, nello squarcio aperto dal meraviglioso tuonare del dubbio, quanto fragile possa divenire l’esercizio della vostra morale, per la quale il perfettibile soccombe al valore della consuetudine, il meritevole muta in Burriccu, il brillar di spade cede il passo agli onori della temperanza. Epperò, prima che il gregge travolga con mansuetudine il proprio pastore, nulla può presentarsi tanto malvagio o tanto probo da non accostarsi al limite opposto della propria essenza, e nulla è tanto solido da non essere amato e odiato in sola funzione di un proferito “sì” o “no”.

La locanda dei Buoni e Cattivi - Composizione polpo di scoglio

Composizione polpo di scoglio e patate

 

Dissertazione intermedia. Volontà di potenza; si coltiva infine la propria coscienza, nel delirio della personale burriccaggine, auspicando di condurre il proprio contrappasso e prescrivere la propria pena. L’eletto di fatto determina e dipinge la sua gloria, ma questa diviene sovente nevrosi insanabile, o noioso passatempo.
Dissertazione ultima. Inedia di passioni; è regno e dominio della susunkaggine, che nulla chiede al mondo per nulla sentirsi chiedere. E’ il principio di prudenza, il timore del castigo, il passo mancato verso l’uscio del piacere, che si tramuterà in rimpianto o, senza coscienza, in qualcosa di unicamente utile per colmare queste ultime righe.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Frullato di melone biologico

Frullato di melone biologico e prosciutto croccante

 

Lungi da noi la volontà di dissertare ulteriormente su questioni che meriterebbero orecchie meno appuntite e, allo stesso modo, scoperti inadatti e inadeguati all’elogio – in virtù di una maggiormente coltivata attitudine all’insulto – accenniamo solo marginalmente alla iniziativa della onlus  “Domus de Luna” che, con il prezioso indirizzamento della accademia di cucina dello chef Petza (S’Apposentu di casa Puddu), e il supporto della cooperativa “Pocopoco“, trova felice e concreta realizzazione nel locale che oggi recensiamo: la “Locanda dei Buoni e Cattivi”, non solo un ottimo ristorante ma anche un comodo Bed & Breakfast collocato nel cuore della Cagliari aristocratica.

La locanda dei Buoni e Cattivi - Tagliatelle gamberi rosa zucchine

Tagliatelle gamberi rosa zucchine

 

Venerdì sera. Uno stanco e provato Jesus si fa scarrozzare dal più energico Raschione Ettore per le vie del centro città. Un lungo week end di fatiche istituzionali l’attende ma, nonostante questo, non si sottrae al suo alto e doveroso Uffizio. Indisponibile l’Ing.Marrocu, salta nuovamente la promessa presenza del burriccu Melis (vedi dissertazione ultima) il quale, non trovando più scusanti adeguate per rimandare l’attesa scornata economica, sceglie di interrompere le comunicazioni e non rispondere più ai messaggi: giudicate voi!
Alle ore 21 circa, quindi, in obbligata configurazione PACS, Jesus e il Raschione imboccano la Via Vittorio Veneto, a pochi passi dal Teatro Massimo, per trovarsi, di lì a poco, di fronte all’ingresso del ristorante.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Scaloppa di cefalo gratinata

Scaloppa di cefalo gratinata

 

“La locanda dei buoni e cattivi”, collocata all’interno di una elegante villa del novecento, si affaccia discretamente nella via Veneto, ed è esternamente dominata da un grazioso e ombreggiato giardino, alloggio estivo per una decina di tavoli, protetti da pratici tendaggi e circondati da piante e ornamenti vegetali, che rendono la permanenza piacevole e suggestiva.
La sala interna – dove i burricchi trovavano riparo -, è intima e ben curata: pareti color crema, grandi tempere dai temi acquatici, arredamento semplice e moderno, eccezione fatta per qualche mobile rustico adibito a deposito di posate, ad onor del vero accidentalmente avulso dal contesto estetico. Il servizio, preciso e professionale, è garantito da una gentile e graziosa signorina, e da un più frenetico e indaffarato giovinetto.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Crema al mascarpone macedonia

Crema al mascarpone, macedonia

 

Il menù, relativamente agli antipasti, non prevede un elevato numero di differenti portate, ma propone una ristretta scelta di eccellenze di scuola Petza, prodotte dallo chef Paolo Ghiani: composizione di polpo di scoglio con tocchetti di patate di Villacidro e cipollotti caramellati biologici (eccellente) e un originalissimo frullato di melone biologico al moscato di Monserrato e prosciutto croccante, il cui amalgama medio risulta equivalente a un convenzionale “prosciutto e melone”, ma inversamente distribuito in termini di consistenza!
Ad accompagnare gli antipasti e il resto della cena, per un colpevole difetto di cernita da parte del Raschione, è stato un pur ottimo (spumante) torbato brut “Terre Bianche” di Sella & Mosca.

 

La locanda dei Buoni e Cattivi - Mousse al limone

La locanda dei Buoni e Cattivi – Mousse al limone

 

Più ampio il ventaglio di proposte di primi e secondi piatti. Stesso primo per entrambi i burricchi, delle buonissime “tagliatelle fresche di semola con bisque di gamberi rosa e zucchine del Paese del vento”, seguito
– come secondo – da una “scaloppa di cefalo gratinata, con panure alle erbe del Paese del vento” su letto di zucchine saltate; quest’ultima, molto gradevolmente abbinata con le verdure, risultava forse meno brillante, in ordine alla tenuta della gratinatura e al livello di idratazione.
Ineccepibili invero i dessert: crema al mascarpone e macedonia di pesche biologiche su crumble croccante per Ettore, mousse al limone con cialda al burro e scorze amare caramellate per Jesus.
Essendo praticamente assente (non sappiamo se per ragioni contingenti, logistiche o morali) una cantina dei liquori, l’unico accenno di libagione concesso ai due sacerdoti del vizio, è stato un buon moscatino DOC della cantina Trexenta, con il quale i burricchi concludevano il loro pasto.
Costo complessivo della cena 50€ cadauno, da giudicarsi un 10% superiore rispetto al giusto ideale.
L’ambientazione della “Locanda” è gradevole e rilassata, parimenti all’aspetto culinario
– marcatamente di impronta Petza -, di ottimo livello, nonostante qualche limabile imperfezione in istanza di preparazione dei piatti.
Inoltre, se da un lato si può giustificare (e forse elogiare) la scelta di tenere un menù limitato a poche eccellenti pietanze, più appuntabile ci pare il difetto di una adeguata cantina di vini e liquori, che sarebbe di naturale sussidio ad una cucina obiettivamente prestigiosa. Ad ogni modo, tre meritati burricchi per un ristorante non ci ha certo lasciato indifferenti.
 

VALUTAZIONE “Locanda dei Buoni e Cattivi”: Tre Burricchi.
Ristorante
  Locanda dei Buoni e Cattivi
Indirizzo: Via Vittorio Veneto 96, Cagliari
Telefono: 0707345223 [mostra in google maps]

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lug 1 2012

Ristorante Capitolo due – Cagliari

 Scritto da Ettore | 2 commenti | Commenta

Capitolo due - Interno

Capitolo due – Interno

 

La settimana per Don Abbondio (leggi burriccu Ing. Melis) trascorre agitata, non solo per la calura portata dalla staffetta Scipione/Caronte, quanto per elaborare una scusa credibile al fine di sottrarsi all’oneroso patto stretto con Renzo (leggi Ettore) in modo da prendere tempo e assecondare il volere di Don Rodrigo (leggi susunkaggine): quella ciccionata doveva essere rinviata a tempo indeterminato.
Intanto bisognava respingere il primo attacco, quello di Renzo che, di buon mattino si presentava per accordarsi sull’orario dell’evento. Una banale scusa di carattere amministrativo sabatu no ci seu lascia il promesso sposo con la consapevolezza che non sarà necessario scomodare i poteri della Perpetua (l’Oracolo Jesus), tanto meno mettere alla strette il vile prelato, per attestare la vera natura del motivo di tale rifiuto: la mera susunkaggine.
Diversi lettori avranno vissuto da protagonisti, nel bene o nel male, un capitolo simile della propria esistenza; ad ogni modo ci piace pensare ad un capitolo che non è l’inizio e non sarà la fine di un romanzo che i tre Burricchi ormai stanno diffondendo in quel di Cagliari, un secondo capitolo insomma.
 

Capitolo due - Cruditè di ostriche

Capitolo due – Cruditè di ostriche

 

Visto che chi Vi scrive non crede alle coincidenze, e verificato che il volume della nostra inutile prefazione ha raggiunto un livello sufficiente, dobbiamo a questo punto ammettere che l’ingenuo destino riserva una singolare destinazione per la comitiva ainìna più famosa del Cagliaritano: Capitolo Due, nel centrale Corso Vittorio Emanuele II a Cagliari.
Sono le 21:00 di una serata dominata dalla calura e dall’umidità importata dall’anticiclone africano quando i titolarissimi somari Ettore e Jesus raggiungono l’ingresso del ristorante, dopo diversi maldestri tentativi del più tricotico dei due di trovare un accomodamento per la propria 150CV, non tanto per carenza di posteggi in zona, piuttosto per la mancanza di posteggi con più di sei metri di margine di manovra, condizione minima per garantire un parcheggio in sicurezza a detta del burriccu in questione.
Ritardatario come da copione il panchinaro Ing. Marrocu, che si raggiunge il resto del Triumvirato quando ormai gli altri due elementi sono stati fatti accomodare presso il tavolo assegnato.
 

Capitolo due - Gamberi crudi vinaigrette

Gamberi crudi vinaigrette

Capitolo due - Cruditè di scampi

Cruditè di scampi

 

Capitolo Due è un ristorante multietnico la cui offerta comprende, specialità tailandesi, indiane, messicane, giapponesi, in particolare sushi e sashimi, oltre alla tipica cucina di mare nostrana. Il locale è realizzato in un’unica grande sala principale sviluppata in lunghezza, lunghezza spezzata da ampie volte longitudinali decorate con frammenti di pietre a vista. Nei muri bianchi trovano posto simboli etnici e ritratti inquietanti per alcuni. Una rampa di scale consente l’accesso ad una zona soppalcata nella quale trovano posto quattro tavoli, per un totale di meno di venti coperti, che si aggiungono ai circa trenta della sala al pian terreno, oltre che separare la sala principale dalle cucine e dall’accesso ai servizi. Nel pavimento in parquet si apre in fondo alla sala l’apertura di un vecchio pozzo al quale si accede tramite una sala a chiocciola, pozzo visitato solamente dal burriccu Jesus, mentre il resto dei partecipanti preferiva ammirare le bellezze di una variegata ed economicamente selezionata clientela.
I tavoli sono realizzati in elegante legno massello scuro, imbanditi con tovaglie in lino bianco, le sedie sono comode poltrone in vimini intrecciati. All’ingresso campeggia un bancone bar in legno con la cassa per le operazioni di pagamento.
 

Capitolo due - Carpaccio di polpo

Capitolo due – Carpaccio di polpo

 

Veniamo accolti da una simpatica cameriera bruna che, insieme ad una più giovane, garantiscono il servizio nella sala principale e nella zona soppalcata nella quale veniamo fatti accomodare. Il servizio si è rivelato professionale e molto puntuale, al punto da mettere più volte in imbarazzo i burricchi Jesus ed Ettore che tentavano di collaborare nel modo più discreto possibile al fine di migliorare l’esposizione dei piatti da fotografare.
Impressionati dalla varietà dell’offerta della cucina etnica, inizialmente propensi a provare l’offerta di sushi e sashimi, che risulta essere quella maggiormente votata dalla clientela in sala, i Burricchi vengono irrimediabilmente catturati dalle ben più altisonanti voci di alcune specialità della cucina isolana che imporranno le linee guida per una cena casteddaia, tanto per cambiare.
 

Capitolo due - Orziadas fritte

Orziadas fritte

Capitolo due - Guazzetto di cozze e arselle

Guazzetto cozze arselle

 

Ottima e molto variegata l’offerta di vini: si decide per uno splendido e spesso decantato Vermentino DOCG Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini, servito in apposito secchiello con ghiaccio per conservarne la temperatura, dopo aver superato il non banale esame delle caratteristiche organolettiche del sempre scenografico Ing. Marrocu esame che, dopo qualche minuto di irritante rito simil-eucaristico, si conclude con il solito, secco giudizio: straordinario!… dieci anni!!
Meno felice la proposta del pane: piccole pagnotte insemolate di discutibile freschezza e fragranza.
 

Capitolo due - Pappardelle gamberi e noci

Capitolo due – Pappardelle gamberi e noci

 

Dopo un breve ma acceso confronto sulla scelta di antipasti il trio ainìno opta per un esordio con cruditè di vario tipo: eccezionali ostriche francesi, splendidi gamberi rossi con salsa vinaigrette, ottimi scampi. A consacrazione degli antipasti freddi seguiva un sontuoso carpaccio di polpo con insalatina e noci: sicuramente una delle migliori interpretazioni della morte del mollusco in questione.
La carrellata di antipasti si conclude con due piatti caldi: ottimo guazzetto di cozze e arselle servito su letto di pane carasau e spettacolari frittelle di anemoni di mare (orziadas): chapeau!
Un appunto al servizio in questa occasione è il fatto di non aver sostituito i piatti, durante i vari antipasti, problema tamponato dall’esperienza e dall’organizzazione dei tre titolati burricchi che hanno usato i vassoi per depositare i gusci vuoti.
 

Capitolo due - Linguine agli scampi

Capitolo due – Linguine agli scampi

 


Dopo una breve attesa vengono serviti i primi piatti: squisite pappardelle con gamberi e noci per Jesus ed Ettore, troppo pesanti secondo il primo, ottime linguine agli scampi per l’Ing. Marrocu.
Preso coscienza che la qualità dei piatti non ha mostrato alcun tipo di flessione durante la cena, i voraci avventori cedono alla tentazione di provare i secondi piatti. La scelta ricade su una fantastica tempura di gamberi e verdure (carote, zucchine, melanzane) per Jesus ed Ettore e un altisonante filetto di salmone con crema allo champagne per l’Ing. Marrocu: esagerato!
 

Capitolo due - Filetto di salmone allo champagne

Filetto di salmone allo champagne

Capitolo due - Tempura di verdure e gamberi

Tempura di verdure e gamberi

 

Complice il locale pieno, oltre ad una mancanza nella programmazione per i secondi piatti, l’attesa per questi ultimi risulta più lunga che per gli altri cambi di portata, e in ogni caso fruttivamente impiegata dai burricchi Jesus ed Ettore per erudire (invano?) il sempre (sovra)stimato Ing. Marrocu su complesse terminologie tecniche con più di tre sillabe.
 

Capitolo due - Semifreddo al pistacchio

Semifreddo al pistacchio

 

A giusto completamento della cena il Triumvirato decide di onorare la carta dei dessert; in particolare sorbetto alla mela per Jesus, semifreddo al pistacchio su granella di cioccolato per Ettore e Marrocu, che si concede il bis con un sorbetto al limone.
Due liquori di liquirizia Eclisse per Ettore e Marrocu e un caffè per Jesus decretano la fine delle ostilità. Il costo dell’ottima esperienza è stato di 66,67€ cad. Burriccu, in linea con la straordinaria qualità dei piatti assaporati e del servizio offerto.

Nonostante due piccoli appunti sul pane e sulla sostituzione dei piatti durante gli antipasti, sebbene conspevoli che la nostra seppur importante, in termini di piatti assaporati, esperienza abbraccia solo una parte esigua dell’offerta del ristorante, possiamo ritenere la cucina di Capitolo Due decisamente oltre la media, per interpretazione delle ricette, cottura e presentazione. Abbiamo trovato diverse punte di eccellenza negli antipasti e nei secondi piatti e non vediamo motivi per cui la qualità nell’offerta della cucina etnica debba essere inferiore.
Il servizio puntuale e l’ambientazione intima e gradevole concorrono a conferire al locale senza ombre la valutazione di quattro somarelli e la collocazione nella zona più ambita della nostra classifica.

 


VALUTAZIONE “Capitolo due”: Quattro Burricchi.
Ristorante Capitolo due Indirizzo: Corso V.Emanuele 199, Cagliari
Telefono: 0704510719    [mostra in google maps]
 

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giu 23 2012

Ristorante Hype – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Hype - Panorama

Hype – Panorama

 

Nei circa quattro minuti e trenta secondi, impiegati per identificare tutte le numerose sfumature – di carattere gergale o meno – attribuibili al termine che compare a oggetto di questa recensione, per poi offrirle come puntuale servizio di erudizione ai nostri equi-ignoranti (come noi ignoranti e come noi equidi burricchi) lettori, un baluginante principio di egoismo mediatico, si faceva strada nella mente irrequieta e inesatta del sovra-eccitato, sovra-divertente, sovra-stratega del marketing, Jesus.
Motivo per il quale, quest’oggi, il tradizionale principio di elaborazione certosina degli articoli, verrà derubricato in un meno prestigioso: «C’è caldo, non ho voglia di fare un c… , ho dormito male, in questo momento vorrei essere con la tipa in una spiaggia di honolulu, prendetevelo come viene!»
 

Hype - Ingresso

Hype – Ingresso

 

Venerdì sera, ore 20.30. Un affrettato Ettore e uno stordito Jesus, procedono speditamente, nell’auto multicolore del Raschione, verso il centro storico di Cagliari. Lo stato di sobrietà del vostro amato, parte quest’oggi da una condizione di equilibrio meta-stabile, per l’effetto di un peccaminoso «vuoi qualcosa da bere?», troppo ingenuamente interpretato come «vuoi un bicchier d’acqua?», rivelatosi, invero, l’offerta di una sesquipedale alchimia super-alcolica.
La direzione è quella della centralissima e sopraelevata Piazza Palazzo, per raggiungere la quale, partendo dal Viale Regina Elena – dopo aver alloggiato l’autoveicolo nel comodo parcheggio custodito – i due Triumviri usufruiscono del suggestivo ascensore panoramico che, molto opportunamente, sostiene cittadini e turisti nell’ascesa del colle; un impagabile assaggio scenico, di quello che avrebbero vissuto qualche minuto più tardi.
 

Hype - Antipasti di mare

Hype – Antipasti di mare

 

Nonostante un sensibile ritardo sulla tabella di marcia, i due burricchi arrivavano, come ovvio, prima del terzo traballante Triumviro ufficiale, Ing.Marrocu, di ritorno dalla sua vacanza turca, quest’oggi accompagnato da una piacevole conoscenza dei Donkeys – Michela P. –, a cavallo di una rombante due ruote, fin dentro la ZTL cagliaritana. Confidiamo  sul fatto che i dispositivi automatici di rilevamento delle targhe, compiano correttamente il loro lavoro e, in caso contrario, garantiamo fin d’ora la nostra più totale disponibilità, a fornire ogni dettaglio e generalità sul soggetto, richieste dalle autorità sanzionanti.
Terminati quindi i pletorici convenevoli di rito, i quattro commensali convergevano in Piazza Palazzo, nei pressi dell’elegante atrio del Ristorante-Lounge Bar “Hype”. Nella stagione calda, il bar usufruisce degli spazi all’aperto del locale, mentre la zona ristorante viene adibita nella confinante piazzetta “Mercede Mundula”, che offre un panorama e una vista spledidi sullo stagno di Molentargius, sul mare e tutta la parte Sud della città. L’incantevole ambientazione offre di per sé ragione sufficiente per decidere di condurre da “Hype” le vostre ottimistiche cene all’insegna del “con questo me la darà di sicuro”. Inoltre, quasi incredibilmente, non registriamo quasi alcun problema di aggressività entomologica, per effetto dei piccoli ma potenti fari che attiravano a sé gli insetti.
 

Hype - Fritturina di verdure e calamari

Hype – Fritturina di verdure e calamari

 

L’impatto con il personale è stato all’inizio abbastanza positivo: dopo esserci accomodati in graziosi tavolini chiari, sormontati da funzionali ed eleganti tendaggi, ci veniva offerto uno spumante brut di benvenuto. Il servizio era garantito da due pragmatici camerieri, mentre le ordinazioni sono state prese in carico dal cuoco (vagamente somigliante a Michael Duglas) che, con vibrante slancio empatico, si accomodava personalmente al nostro tavolo, esibendo un evidente tatuaggio con la dicitura CHEF: «Vedo che la sua passione per la cucina, è arrivata fin sulla sua epidermide!».
Nonostante lo scetticismo sulla possibilità di arrivare a fine pasto consumando antipasti, primi, secondi e dolci, e il conseguente consiglio di fermarsi ai primi, i Burricchi proseguivano per la loro strada, articolando la cena nei termini delle scelte di mare. Intelligente e intrigante la proposta del sommelier di non procedere con un unica etichetta di vino, per abbinare ciascheduna portata a un diverso calice, ma condotta in maniera perlomeno inopportuna: il vino è stato servito – oltreché sistematicamente in ritardo, rispetto all’arrivo delle pietanze – sempre nel medesimo bicchiere, cosa tollerabile nel passaggio tra il primo e secondo nettare (molto simili), ma censurabile nell’ulteriore divenire, anche in funzione di una esplicita richiesta di sostituzione, da parte di Jesus.
 

Hype - Spaghetti al cartoccio di mare

Hype – Spaghetti al cartoccio di mare in bellavista

 

Ad ogni modo, trattavasi dapprima di un Sauvignon friulano DOC delle cantine “La Tunella” (leggi Travaglione!!!), molto aromatizzato e deliziosamente abbinato con gli antipasti, per poi proseguire con un Chardonnay della medesima cantina e concludere, infine, con un sardissimo Vermentino di Gallura DOCG “Juannisolu” delle vigne Surrau, forse il meno brillante dei tre.
Particolarmente buono l’esordio con gli antipasti, originali, ben dosati e adatti alla calda serata: spicchi di spianatina con ricotta, salmone affumicato e rucola, eccellenti frittelline di bottarga e ottima insalata di sedano, pomodori, bottarga.
Più contraddittoria la seconda portata, una ottima tempura di verdure (zucchine, peperoni, melanzane, cavolo) abbinata a dei maldestri calamari fritti, che probabilmente difettavano per la qualità dell’olio di cottura.
 

Hype - Cernia allo zafferano, Trancio di tonno

Hype – Cernia allo zafferano, Trancio di tonno

 

Complessivamente ottimo il primo piatto: spaghetti al cartoccio di mare in bellavista, con cozze, arselle, gamberi, astice e (non sappiamo perché ce l’abbiano messi, visto che il resto del condimento era assolutamente eccellente) dozzinali gamberetti, probabilmente surgelati!
Meno accattivante e ben riuscito il secondo piatto, anch’esso comune a tutti i commensali – arrivato al tavolo dopo una non brevissima attesa – : discreta cernia allo zafferano, accostata ad un assolutamente anonimo, trancio di tonno arrostito e marinato.
Il giudizio del Marrocu, lamentatosi praticamente per tutte le portate in funzione di un pranzo luculliano che gli aveva cagionato sensibili assuefazione e irritabilità, qui coincideva con quello più oggettivo dei colleghi Donkeys e della loro gentile ospite.
 

Hype - Dolcetti pere e ricotta

Hype – Dolcetti pere e ricotta

 

Veramente succulento, invero, il dolce: dei particolarissimi fagottini (straccetti involtini, o come volete chiamarli) di ricotta e pere, accompagnate da salsine di caramello, zabaione e da una crema preparata con qualcosa di buonissimo e impercettibile, probabilmente alcolico.
Temporaneamente non a disposizione i liquori alla liquirizia, la serata terminava quindi con due caffè (acqua) e due grappe barricate per Jesus e per Michela, che nel frattempo si faceva immortalare in più di una posa ricordo.
Costo complessivo della cena 50€ cadauno, da giudicarsi un 25% eccessivo rispetto al giusto dovuto.


L’ambientazione è splendida, l’approccio del personale empatico e positivo, la cucina accattivante e (nonostante le sbavature denunciate) potenzialmente ottima. Quelli che indichiamo come elementi di massima stonatura, per il ristorante “Hype”, e da rivedere nell’ottica della ricerca dell’eccellenza, sono le disattenzioni e i tempi del servizio. La cura del dettaglio, come ad esempio il servire primariamente le gentili signore presenti, piuttosto che un burriccu che si guarda la partita sull’iPhone, sono quelle piccole accortezze e accorgimenti, semplici da mettere in pratica, che possono fare la differenza tra un ristorante qualunque e un locale di prestigio.
A malincuore, il nostro giudizio è di due burricchi, con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “Hype”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Hype Indirizzo: Piazza Palazzo, Cagliari
Telefono: 070666796    [mostra in google maps]

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