☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
ott 19 2013

Wazobia Food – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Wazobia - Ingresso

Wazobia – Ingresso

 

Sento il suo respiro nel silenzio della mia casa; scopro il calore patrigno del suo sole dentro il tepore dei nostri inverni. Infinitamente corro per i suoi altopiani, stando qui immobilmente costretto, e lascio la vermiglia terra sotto i miei piedi rivoltarsi e sconvolgersi in nuvole che la pioggia porterà via, fino a inseguire e cercare il profumo della salsedine, dove il grande Kworra si libera della vita, dove maggiormente brillano le stelle del Sud, dove ancora più immensi mi appaiono gli orizzonti dell’amore divino, “Amore” che forse riuscirà finanche a trovare il fiato per leggere questi lunghissimi e sconsiderati capoversi, al termine dei quali, finalmente, parleremo d’Africa e di Nigeria (a tavola).
 

Wazobia - Interno

Wazobia – Interno

 

Venerdì sera. Gira la manopola, muove le leve, preme freneticamente tutti i bottoni… in una nuvola di fumo nero, tra l’assordante rumore degli ingranaggi e il fischiare del vapore, nelle cupe segrete della propria dimora, il Raschione Ettore governa l’infernale macchina delle ciccionate, che nessuno ha mai visto, nessuno sa bene di cosa si nutra, né quali mirabolanti algoritmi implementi al suo interno, ma che ogni settimana, immancabilmente, discerne la nostra – perfino all’ultimo misterosa – destinazione. Dopo l’ennesimo sbuffo soffocato, e un acuto botto finale, sporco di fuliggine fin giù nelle mutande, il Burriccu dispensa il suo verdetto: «stasera si va da Wazobia.». Perché? «Non fare domande, ha deciso lei!». Non fateci quindi domande sull’opportunità, sui paragoni, sulle regole, sui parametri di giudizio, sulla burriccaggine e sulla sanità mentale di chicchessia: ha deciso lei, punto e basta!
 

Wazobia - Arancini

Wazobia – Arancini

Wazobia - Patate nigeriane

Patate nigeriane

 

Via Inglesias. 20.39. Nella primissima sera, per venire incontro alle prossime esigenze lavorative dell’Ingegner Marrocu – Inizialmente escluso dalla ciccionata per sequenziali misunderstanding e c..zzi e c.nni vari -, i tre Burricchi si trovano, proprio di fronte l’uscio, pittoresco ed anonimo nel medesimo tempo, della gastronomia “Wazobia Food”, elevata a ristorante per la presenza, al suo interno, di un limitato numero di tavolini e sedie in plastica rossa, e di una lunga mensola d’appoggio a muro, grazie ai quali è possibile quivi desinare, essendo affettuosamente serviti dalla solare titolare Helen. Non v’inganni però l’ampiezza de l’intrare, i generosi insulti rivolti al Raschione da parte di un iper-appuntorato Jesus e dell’Ing.Marrocu, hanno presto lasciato unicamente spazio ai complimenti per la cucina delle chef.
 

Wazobia - Risotto Pecora

Wazobia – Risotto Pecora

 

Il locale, piccolo, spoglio, ma molto pulito e dignitosamente arredato, si compone – monoliticamente e nello stesso ambiente – di sala da pranzo – delimitata da due piccole arcate successive – , bancone della gastronomia e dello spazio cucina, entro il quale abilmente armeggiano la titolare e l’aiuto-cuoca, e dal quale non abbiamo invero avvertito particolare fastidi, in termini di fumi o odori molesti. Nota più che positiva per la toilette: più linda e ordinata che in numerosi locali di livello, visitati! I pochi supellettili alle pareti, ricordano le origini nigeriane di Helen, alle quali la cucina del “Wa-Zo-Bia” si ispira. Molto interessanti sono la genesi e il significato del termine. Esso, sincreticamente, sintetizza la parola “venire” nelle tre lingue principali del Paese, definendone una nuova, comune (maggiori dettagli qui). Praticamente: vieni, vieni, vieni, ma anche “vengo, vengo, vengo”, in favore dei più maialoni e delle più maialone che ci seguono, appassionati/e del genere hard-cooking!
 

wazobia - riso kebab carote

Wazobia – Riso kebab carote

 

Il servizio del locale è pragmatico e dismesso. Al “wazobia” non troverete ceramiche raffinate o solida argenteria, ma piatti e posate di plastica e tovagliolini monouso. Troverete invero tutta la gentilezza, la disinteressata attenzione e le sincere premure della chef, non facilmente comprensibili e interpretabili  se non vicino alla linea dell’Equatore. Ne fa in qualche modo le spese Jesus che, dopo un ultimo fragoroso starnuto, deve subire circa dieci minuti di opera di convincimento che, tra l’ilarità dei commensali, lo porteranno a cedere sulla necessità di mettere il suppostone: «va bene, mi hai convinto, dopo provvedo e pubblico le foto su instagram!»
 

Wazobia - Tortini di patate

Wazobia – Fagottini di patate

 

Abbiamo una qualche difficoltà ad interpretare il menù del Wazobia in funzione dei nostri canoni tradizionali. I piatti sono per la grande maggioranza “unici”, ben sufficienti per soddisfare gli appetiti più gravosi. Le foto delle pietanze, trasposte altresì sulla parete, sono un aiuto significativo per l’inesperto avventore, ma la grafica minuta ci impedisce di cogliere come qualcuna di queste sia accessibile esclusivamente previa prenotazione, ingenerando una qualche delusione negli ingordi astanti. Non si fa qui riferimento a una cucina prettamente nigeriana, ma con contaminazioni che hanno estrazioni ben differenti: arabe (Es. il Kebab), indiane, nostrane, africane e medio-orientali.
La cantina è limitata al frigo posto quasi a ridosso del nostro tavolo, dal quale attingiamo liberamente la birra. Jesus, ormai in preda ai fumi della febbre, riesce a versare della “Ichnusa” nel bicchiere già colmo di “Heineken” del Raschione. Moderata e serafica la sua reazione: solo un dieci per cento del calendario tirato giù!
Mettiamo subito in chiaro le cose. Le pietanze e il servizio non sono quelli a cui siamo e siete abituati, ma possiamo certamente affermare che la cucina del Wazobia, nella sua essenza più pura e generosa, è inopinatamente «sontuosa»!
 

Wazobia - Dolce

Wazobia – Dolce

 

Dopo aver ordinato i piatti, arrivano al nostro tavolo (a sorpresa) dei deliziosi arancini siciliani con riso basmati allo zafferano, melanzane, piselli e carote, accompagnati da piccantissima salsa al peperoncino (utilizzata da Jesus per liberarsi le vie aeree) e salsina acidula, allo yogurt (utilizzata da Jesus per neutralizzare la prima salsa). Più tardi assaggeremo le tipiche patate nigeriane (sapore simile a quelle americane ma più delicato) arrivate «via nave» e messe a nostra disposizione per l’assenza del platano, indisponibile per i piatti successivi. Le pietanze principali sono una goduria in termini di corposità dei sapori e abbondanza: l’Ing.Marrocu e Jesus scelgono una composizione di riso basmati alle verdure e spezie, cotto al vapore, carote e gustosissimo e abbondante kebab di carne di vitella e tacchino. Il Raschione richiedeva invece lo spezzatino (rice & stew) di pecora con spezie e riso basmati: «questo spezzatino è una lezione di cucina per tutti i sedicenti chef nostrani»! Jesus riusciva ad accaparrassi un pezzo di pecora schizzando visibilmente sugli abiti degli attoniti commensali.
Nonostante l’abbondanza e la pienezza degli stomachi, i burricchi desideravano testare qualche altra prelibatezza. Veniva quindi ordinato un assaggio di “meat pie”, buonissimi fagottini di patate, carote e carne. Altrettanto buono il dolce, unica scelta disponibile: millefoglie al cocco con miele e caramello.
La cena terminava così, velocemente e senza caffè o amari: «Raschione ti sfido a ordinare un rum agricolo, ora!». Costo complessivo 18 euro cadauno, da giudicarsi adeguato in funzione di un servizio e una ambientazione più che spartani, al cospetto di una cucina genuinamente appagante.

 

Non è un ristorante nell’accezione che comunemente gli attribuiamo, non è adatto a chi ama consumare le sue serate in ambienti eleganti e confortevoli, ma se volete immergervi anima e corpo in una esperienza etnico-sensoriale lontana dal rigore dei soliti schemi, il Wazobia food non potrà che soddisfarvi. Una cucina pragmatica e semplice, ma dal risultato al palato più che «sontuoso». Empatia del personale, infinita. In termini di soddisfazione nostra: tre burricchi pieni!

 


VALUTAZIONE “Wazobia Food”: Tre Burricchi.
Ristorante Wazobia Food Indirizzo: Via Iglesias 23, Cagliari
Telefono: 3883647720 ‎    [mostra in google maps]
 

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ago 31 2013

Ristorante Sushi Tao – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Tao - Interno

Tao – Interno

 

Lento sulla Via, il burriccu si fermò di colpo. Allentò lo sguardo e inseguì i profumi del fior di loto. Scosse la testa per un rapido istante, seguendo brevemente il profilo di un’ideale sinusoide; non per stizza o fastidio, né per bisogno di cercare un qualche immotivato sollievo al caldo ed ipnotico concerto di cicale… piuttosto, perché così doveva essere. Nell’infinito passato, il Saggio aveva caricato il suo dorso con due bisacce, una per ogni lato, in perfetto stridente equilibrio di forma e gravosità di peso. La prima e ultima bisaccia era di color bianco terso, e sulla sua superficie non era possibile scorgere alcuna differente sfumatura o apparente difetto di candore. L’ultima e prima bisaccia era nera più della pece, un nero così corvino e intenso che nessun uomo aveva mai veduto prima. Alcuno conosceva il contenuto delle bisacce, né il burriccu volle porsi mai la domanda: era così, perché così doveva essere. Il burriccu ripartì. Dietro di lui, sentì vibrare e riempirsi il proprio passato. Davanti a lui, la risonanza sconvolse il futuro. Era così, perché così doveva essere.
 

Tao - Wakame sunomono, Cruditè

Tao – Wakame sunomono, Cruditè

 

C’è qualcosa di anomalo e perverso in tutto questo. Cosa mai sarà accaduto agli ortodossi appetiti di questa monotona e inerziale comitiva, per aver infine concesso, all’interminabile canovaccio dei ristoranti visitati, un prestigioso ed inusitato mutamento, sulla Via del Sol Levante? Parliamoci chiaro, di cultura, cucina e tradizioni orientali i Burricchi conoscono ben poco, oppure conoscono talmente tanto da non pensare neanche lontanamente di poterne accarezzare le corde tra le irriverenti pagine di questo blog. Il bianco è bianco perché lo vediamo tutto. Il nero è nero perché non lo vediamo affatto. Insomma, nell’uno o nell’altro caso sappiamo bene cosa stiamo o non stiamo vedendo. In questo caso il Raschione si è espresso: «Ho prenotato al Sushi Tao». Jesus non ha fatto domande. Sarà così, perché così doveva essere… forse!
 

Tao - Wanton fritti con gamberi e branzino

Tao – Wanton fritti con gamberi e branzino

 

Venerdì sera, agli sgoccioli del mese di Agosto. La serata dei Burricchi Jesus e Raschione, declinati in malinconica formazione PACS per la giustificata assenza dell’Ing.Marrocu, inizia con i consueti amorevoli insulti, rivolti reciprocamente, dapprima in funzione di una differente idea nell’approccio al parcheggio, per poi proseguire per effetto dello sconsiderato abuso del Raschione in merito agli strumenti di ripresa fotografica, da egli sistematicamente impiegati nel momento di massimo pericolo per la salvaguardia del nostro anonimato. Tant’è vero che, prima di varcare la soglia del “Sushi Tao”, il burriccu si fa notare a causa dei numerosi ed inutili scatti prodotti per immortalarne l’ingresso, nei pressi del quale sostava casualmente una nostra vecchia conoscente che, pensando di essere l’oggetto delle mediatiche attenzioni, ci salutava imbarazzata!
 

Tao - Riso al wok

Tao – Riso al wok

Tao - Udon di farina bianca al misto mare

Udon di farina bianca

 

Volendo seguire una linea di condotta critica, mediante l’impiego di punti di riferimento puramente occidentali, mi sento di dire che l’interno del ristorante sia piuttosto gradevole ed elegante. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette una grande sala, accompagnata lateralmente dal bancone del sushi-bar e confinata verticalmente dalle tonalità scure di pavimento e soffitto, dal quale piovono numerosi elementi d’arredo e di illuminazione dall’aspetto sottile e squadrato, quasi degli origami che tentano di replicare, con maggiore impatto e raffinatezza, i tre pesci ornamentali di carta appesi nei pressi del bancone stesso. La prima sala subitamente si apre sui margini di una seconda, che la segue in senso longitudinale con poche soluzioni di continuità visiva. Tutti gli spazi divisori e laterali sono occupati da bassi tavolini, molto ravvicinati tra loro, e da sedie e divanetti imbottiti, che nello stile e nella struttura richiamano molto bene l’idea del mangiare orientale, senza per questo difettare per le (per noi) scomode posture nipponiche. Il difetto principale che possiamo attribuire al “Sushi Tao” è invero l’acustica. Dato il numero elevato di clienti e la loro distribuzione ravvicinata, il chiasso prodotto a metà serata è stato sensibilmente molesto.
 

Tao - Scampi al vapore

Tao – Scampi al vapore

 

Il servizio in sala è incredibilmente veloce ed efficiente: tre o quattro cameriere non indigene si alternano freneticamente ai tavoli, gestendo le comande attraverso l’utilizzo di palmari collegati direttamente con la cucina. La rapidità con cui siamo riusciti ad approvvigionarci del vino e delle prime pietanze, ci ha portato a ipotizzare che, in condizioni normali, sia possibile desinare in maniera appagante in meno di quarantacinque minuti. Unica defaillance, per quanto ci riguarda, è stata l’attesa per il secondo piatto di Jesus, arrivato qualche minuto dopo quello del Raschione. Il menù è piuttosto lungo e articolato e, per quel che possiamo noi profani intendere, non è ben chiaro e distinto il confine tra i piatti tipicamente giapponesi, cinesi e orientali in genere. Escludendo a priori il richiedere composizioni di sushi e sashimi (rimandiamo a wikipedia per approfondimenti) e non potendo confidare nella piena affinità linguistica con il personale, ci affidiamo al nostro intuito e a “google” per comandare piatti il più possibile compatibili con le nostra scala di giudizio. In virtù di una apprezzabilissima (in senso nostrano) cantina, ci è però semplice ordinare il vino: Vermentino di Sardegna D.O.C. Tuvaoes (2011) delle cantine Cherchi, mesciuto in maniera impeccabile dalla cameriera, anche se veramente apprezzato solo dopo un periodo di ulteriore raffreddamento nella suaglass: «mancu mali non era adeguato, te lo sei scolato tutto!»
 

Tao - Tempura di gamberi in salsa piccante

Tao – Tempura di gamberi in salsa piccante

 

Come antipasti scegliamo tre pietanze, ovviamente a base pesce. Si inizia con i gustosi Wonton (fagottini di pasta, cinesi) fritti al ripieno di gamberi e branzino, serviti su letto di lattuga e accompagnati con una salsa agrodolce al pomodoro, dal sapore appena meno intenso del ketchup. Seguiva un piatto di wakame sunomono, ossia una zuppetta acidula di alga giapponese wakame (Undaria pinnatifida, ma Wikipedia sostiene ne esista un surrogato dell’Atlantico) e cetrioli, accompagnata da cruditè di mare: branzino, tonno rosso, salmone, scampi e gamberi; nel complesso molto buono, escludendo la qualità dei gamberi, per la quale Jesus ha avuto qualcosa da ridire. Il Terzo antipasto era configurato come un ottimo e particolare tris di tartare: tonno rosso condito con brunoise di cipolle e pepe nero, salmone con mele e semi di sesamo, branzino con cocco. Ogni tartare era condita, inoltre, con finissimo e sporadico inserimento di erbette, che non siamo riusciti pienamente a identificare. Identificabilissimo invero, l’atteggiamento intransigente e occlusivo del Raschione verso l’utilizzo delle bacchette di legno. Dopo i primi maldestri tentativi, si è fatto subito portare coltello e forchetta, per poi riprendere le arcaiche stoviglie, affascinato dall’indiscutibile abilità di Jesus (con il trascurabile difetto di dover richiedere, con qualche difficoltà, lo smacchiatore a fine pasto: «secondo me non ha capito e ti porta un altro dolce!»).
 

Tao - Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

Tao – Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

 

Ottimi i primi. Jesus, dopo un rapido sguardo su “google immagini”, ordina degli Udon (vermicelli) di farina bianca (presumibilmente farina 00, senza crusca) al misto mare. All’arrivo del piatto la titubanza del Raschione e della cameriera facevano dubitare Jesus in merito ad un possibile errore («ma che m… avevo ordinato???») che di fatto non c’era stato. Il condimento degli udon si particolareggiava in eccellenti cozze e arselle, e in meno brillanti gamberi e seppie. Identificabile, per brevi frangenti, la presenza dello zenzero il cui sapore, simile al nostro detersivo per i piatti, è molto apprezzato nella cucina orientale. Ad ogni buon conto il piatto era notevole, in particolar modo per l’appetibilità e la leggerezza della pasta, godibilissima nonostante l’aspetto esteriore potesse far prevedere un progressivo appesantimento mandibolare nel suo consumo. Il Raschione consumava invece del riso al Wok (il particolare tegame cinese) con polpa di granchi e condimento di (sosteneva) pomodori e zucchine.
 

Tao - Dolce di riso giapponese

Tao – Dolce di riso giapponese

 

Buoni anche i secondi piatti. Scampi al vapore su letto di spaghetti di soia per Jesus, interamente sgusciati con le bacchette (e le mani); tempura di gambari in salsa (non troppo) piccante per il Raschione.
Nonostante lo stupore della cameriera («彼らはどれだけ食べる») i due burricchi ordinavano i dolci: strepitoso tortino al cioccolato caldo con gelato al tè verde e decoro di fragole e ananas per il Raschione, inquietante dolce di riso giapponese, ottimamente presentato ma dalla consistenza simile ai marshmallow e dal sapore di camomilla, per Jesus. La cena terminava con due buoni caffè, un liquore alla liquirizia (pro Raschione) “Myrsine” e un “Amaro Ramazzotti” per Jesus. Costo complessivo 55€ cadauno, probabilmente un 10% eccessivi rispetto alla qualità di quanto mangiato, anche se sicuramente ben spesi.

 

Il “Sushi Tao” è un ristorante di indubbia qualità non esclusivamente riservato agli amanti della cucina orientale, che propone piatti apprezzabili e godibili in senso universale. Menzione speciale per il servizio, veloce, onnipresente e affidabile. Unico consiglio: sarebbe interessante avere un mediatore culturale che spiegasse all’avventore , nel dettaglio, l’origine e la composizione delle pietanze. Tre burricchi star.

 

VALUTAZIONE “Sushi Tao”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sushi Tao Indirizzo: Via Sonnino 48, Cagliari
Telefono: 0708577572    [mostra in google maps]

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mag 10 2013

Villanova Cafè Bistrò – Cagliari

 Scritto da Ettore | 10 commenti | Commenta

Villanova - Interno

Villanova – Interno

 

Nella Karalis medioevale del XII secolo, guidati dai saggi consigli dell’Ingegner Merlino, tre cavalieri molto diversi tra loro, partono alla ricerca del Santo Graal. Galvano è attratto irresistibilmente dalla fregula, Parceval dal rigore mistico e dalle cose che non gli piacciono, Galaad dalle cruditè di pesce, ma assai intollerante all’infido e sempre presente Sir Lattosio. Si separarono, ciascuno per la propria strada e, dopo mille avventure, si ritrovarono in una elegante taverna nella villanova del feudo kalaritano a raccontare le proprie imprese, per offrirsi così al giudizio di una sorta di tribunale ainìno che stabilirà chi tra loro sarà degno di diventare il re del Graal, regno dei piaceri della tavola.

Villanova - Crostini

Villanova – Crostini

 

Grande l’attesa per il burattinaio della serata, per la presenza del quale innumerevoli insidie sono state superate
Galvano: Ma Ingegnere, il giovedi ho calcio a sette con gli scudieri, ca**o!!
Ing. Merlino: Possiamo ritardare la nostra cena, ne varrà la pena…
Parceval: Fate un po’ come cac**io volete!.. no’ mi ciccheisi…
Ma qualcosa non funzionò nelle alchimie dell’Ingegnere e fu proprio egli stesso la prima vittima a cadere, probabilmente per il non lontano attacco alle ricchezze rimediato in occasione della precedente battaglia ed evidentemente non ancora rimarginato; ma altre insidie di una serata imperfetta avrebbero colpito a breve anche i valorosi cavalieri.

 

Villanova - Patate pesce

Villanova – Patate pesce

 

Cagliari, quartiere Villanova, circa nove secoli dopo, giovedi 9 maggio 2013 ore 21:20. In anticipo, secondo il protocollo che vede le celebrazioni degli eccessi della tavola nel fine settimana, i due stoici burricchi titolari Ettore e Jesus, dopo aver assicurato un oneroso accomodamento per la fedele utilitaria eletta come auriga per la serata, convergevano verso la via Sulis per incontrare la più volte coinvolta Miss Parker di fronte al teatro della ennesima missione, il Villanova Cafè Bistrò. Pochi minuti prima, durante l’avvicinamento, un sms dell’Ing. Marrocu, vittima in settimana degli eccessi, probabilmente economici, del weekend precedente, manifestati sottoforma di sedicente virus gastro intestinale, comunicava ai compagni la propria assenza, approfittando della situazione per lanciare l’ennesima invettiva contro un paese nel quale l’eutanasia non è legale.

 

Villanova - Tonno Riso Thai

Villanova – Tonno Riso Thai

 

Di recentissima apertura, il Villanova Cafè Bistrò è ospitato al pian terreno di uno splendido palazzo di proprietà di un noto editore isolano. L’ingresso è preceduto da uno spazio attrezzato all’aperto capace di ospitare una ventina di coperti, disposti in lunghezza e delimitati su un lato dalla parete della strada che in quel punto si biforca, e sull’altro da una serie di piccole siepi. La sala interna è dominata da un ampio bancone del bar con una bella esposizione delle etichette della cantina della casa, mentre lo spazio antistante è stato diviso in due zone, comunicanti attraverso un arco, una delle quali dotata di un elegante pianoforte a coda che, grazie al musicista di turno, ha gradevolmente accompagnato la prima parte della serata, prima di cedere il passo ad una discutibile selezione musicale monoautore (Eagles a boccidura!).

Villanova - Cous Cous agnello

Villanova – Cous Cous agnello

 

Nell’altra sala un’ampia parete attrezzata custodisce stoviglie e tovagliame per l’arredamento dei tavoli, bianchi composti da unità quadrate da due coperti. Una serie di plafoniere e una lampada a piantana color porpora completano una ottima illuminazione degli ambienti garantita da una costellazione di faretti nella contro-soffittatura. Ampie vetrine che danno sulla via Sulis e gradevoli composizioni floreali rendono l’ambientazione particolarmente accattivante, alimentando le aspettative per la serata. Di fianco al bancone principale si trovano gli ingressi alle cucine ed ai servizi, poco distante dai quali veniamo fatti accomodare. Il servizio, molto formale e disponibile, è garantito da un maitre e altri due giovani camerieri e si rivelerà molto preciso, a parte qualche disattenzione di lieve entità. L’ambientazione molto elegante, nonostante la recentissima apertura richiama già clientela piuttosto conosciuta in sala, come un noto difensore del Cagliari Calcio, in compagnia di amici.

Villanova - Paccheri cozze vongole

Villanova – Paccheri cozze vongole

 

Notevole l’offerta della cantina, il cui assortimento spazia tra etichette isolane e nazionali e tra le quali chi Vi scrive ha individuato un superbo Vermentino di Gallura DOCG Branu delle cantine Surrau. Segnaliamo di essere stati informati, nel corso della serata, con molto rammarico da parte del maitre, dell’esaurimento delle scorte di Juannisolu, sebbene non fosse l’etichetta da noi scelta e la tavolata fosse già a metà bottiglia: mah! Molto articolata l’offerta della cucina, divisa in base alle fasce d’orario della giornata (colazione, lunch, aperitivo, cena). La prima difficoltà è individuare tra le voci l’offerta di antipasti, piuttosto limitata in assortimento ed elaborazione. Decidiamo di iniziare con la patata con pesce, una patata intera cotta in padella con del tonno a dadini, servita con melanzane, zucchine e peperoni grigliati, una selezione di bruschette: con tonno, melanzane, peperoni, con pomodoro, con guanciale e radicchio, con peperoni, con melanzane e tonno, con zucchine e melanzane, con arancia e crema di pecorino, con carne d’agnello e peperoni.

Villanova - Zabaione al Rum

Villanova – Zabaione al Rum

 

Entrambi gli antipasti, oltre alla poca elaborazione e scarsa presentazione, hanno subito evidenziato i limiti della cucina in termini di temperature di servizio dei piatti (bruschette fredde) e di continuità di sapori (patata con pesce senza alcun senso). Non soddisfatti della partenza, i burricchi decidono di proseguire con i primi piatti: riso Thai con limone e zenzero, servito con filetto di tonno scottato in crosta di pistacchi, a mio parere buono per entrambi i componenti, ma privo di senso nell’abbinamento, per la nostra ospite, un buon cous cous di verdure al curry, servito con agnello marinato alle erbe e cannonau per Jesus, notevoli paccheri in guazzetto di cozze e vongole per Ettore. Nel frattempo si è reso necessario un ricambio della bottiglia di vino esaurita, a cui non è corrisposto un ricambio dei calici; questa sarà una delle imprecisioni di un servizio che, tra l’altro, non si è curato di capire come mai la nostra ospite avesse lasciato il proprio piatto pieno almeno all’80% al momento del ritiro dei piatti.

Villanova - After eight

Villanova – After eight

 

Nonostante il lieve innalzamento del livello di qualità della cucina, la compagnia decide di saltare il secondo piatto e di passare direttamente al dessert: gradevole zabaione al rum, con crumble di amaretti e roselline di cioccolato fondente per i burricchi titolari, discreto after eight, semifreddo alla menta, cioccolato e vaniglia, per Miss Parker. La cena si è conclusa con caffè per l’ipertricotico somaro e per la nostra ospite, che si è poi curata di annullarne gli effetti con un Apfel alla mela verde, e con dell’ottimo rum Ron Zacapa etichetta nera, servito con cioccolato fondente, per chi Vi scrive. Al termine dei dolci compaiono in sala chef e aiuto cuoco, entrambi dalla tenera età, per intervistare i clienti circa l’andamento della cena; fatto questo che denota una certa attenzione alla soddisfazione del cliente. I tre commensali riporteranno agli interessati, in maniera molto cordiale, i propri(diversi) appunti sulla cucina, rilevando però un atteggiamento positivo nei confronti delle critiche costruttive. Curioso siparietto al momento della presentazione del conto: manca il totale! I tre commensali, decisamente alterati dai fumi dell’alcol, avrebbero dovuto fare i conti? Fortunatamente il maitre avrebbe recuperato la parte di ricevuta con il totale mancante. Costo dell’esperienza 55,34€ cad. burriccu, almeno un 15% sovra dimensionato rispetto alla qualità della cucina, nonostante l’ambientazione molto elegante ed esclusiva.

Il Villanova Cafè Bistrò, grazie ad una location invidiabile e ad un servizio molto preciso, garantisce gradevoli momenti di relax ed intimità, che al momento non sono accompagnati da una cucina di livello, probabilmente per una ambiziosa scommessa su personale che deve ancora formarsi completamente e che auspichiamo possa dare il proprio miglior contributo nel corso del tempo. Al momento non possiamo attribuire, vista l’esperienza, più di due somarelli.

 


VALUTAZIONE “Villanova cafè”: Due Burricchi.
Ristorante Villanova cafè Indirizzo: Via Sulis 32/36C, Cagliari
Telefono: 070666569    [mostra in google maps]
 

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mar 30 2013

Ristorante Sapori d’Ogliastra – Cagliari

 Scritto da Ettore | 3 commenti | Commenta

Sapori d'Ogliastra - Interno

Sapori d’Ogliastra – Interno

 

Così come ad Oriente, in quel maledetto venerdi nell’anno 33 d.J. un noto narratore della Galilea, dopo una cena con vecchi amici e un successivo momento di relax presso l’uliveto di famiglia, si ritrovò a seguire un percorso di una quindicina di tappe col peso della croce, simbolo di sentenza definitiva e perciò spauracchio di tutti gli osti del luogo, quasi due millenni più tardi, in quel di Cagliari, si celebrava il rito della passione di un noto somaro dell’hinterland cagliaritano, sotto il peso della croce del proprio giudizio e di quello dei compagni, continua quello che ormai è un viaggio con un inizio ma che non conosce fine, diretto, per questa occasione sulle traccie che conducono verso il levante. L’Ogliastra, stupenda vetrina della natura selvaggia e incontaminata della nostra isola, ma anche terra di profumi e di sapori, che tanti hanno provato vanamente a riprodurre, è la direzione indicata.
 

Sapori d'Ogliastra - Antipasti

Sapori d’Ogliastra – Antipasti

 

Cagliari, venerdi 29 marzo ore 20:45. La compagnia del Donkey Challenge, nella serata in cui rientra in servizio un latitante Ing. Marrocu, quattro somari Ettore, Jesus di Galilea, il burriccu Franco, ad un anno lunare esatto dal proprio arruolamento per la causa [vedi], e il burriccu Raffaele, attendono il solito indisciplinato ritardatario ipotricotico burriccu all’esterno della stazione designata per la serata, “Sapori d’Ogliastra”, nella centrale via Pessina, mentre la circostante vita metropolitana regala spettacoli di follia di vario genere. Incuranti dell’elemento ritardatario, si può comunque cominciare.
 

Sapori d'Ogliastra - Risotto agli scogli rossi

Sapori d’Ogliastra – Risotto agli scogli rossi

 


Il locale nasce sulle ceneri del già recensito e pluriburriccato ristorante Su Passu. L’ampia porta sulla vetrina d’ingresso in legno verde immette nell’unica sala principale, sviluppata in lunghezza fino a terminare su un vistoso bancone, da alcuni definito più adatto per un esercizio di lavanderia, che separa gli spazi riservati ai clienti dal bar. Immediatamente al di là del bancone, un appariscente frigo per le bibite rovina la complessiva eleganza dell’ambientazione, nella quale le rifiniture di colore verde scuro dell’ingresso vengono riprese nelle pareti, nei rivestimenti delle sedie e nell’ampio rosone sul soffitto che garantisce una buona illuminazione.
 

Sapori d'Ogliastra - Primi piatti

Sapori d’Ogliastra – Primi piatti

 

Le pareti sono decorate con piccole arcate in bassorilievo in cui trovano alloggio fotografie di suggestivi paesaggi ogliastrini, mentre sul lato destro è ricavata una appendice nel quale è inserita una piccola zona con un tavolo per due persone. Un corto muretto sulla stessa parete delimita l’ingresso ai servizi, mentre un paravento in legno, nel qual trovano disposizione diverse bottiglie da esposizione, nasconde una piccola zona multimediale con la cassa. Il numero dei coperti in sala non supera la quarantina. Veniamo fatti accomodare su un ampio tavolo, comodo per tutti tranne per un coperto eccessivamente costretto a ridosso di un muretto separatore, posto ovviamente riservato dalla comitiva per il ritardatario Ing. Marrocu.
 

Sapori d'Ogliastra - Orata in crosta di sale

Sapori d’Ogliastra – Orata in crosta di sale

 


Il servizio, cortese e disponibile, è garantito da una giovane cameriera, che ci confesserà durante la serata di amare poco il tipo di cucina in quanto osservante del protocollo vegano.
Su richiesta ci viene offerto un gradevole spumante Valmarone brut, accompagnato da olive confit e ottimo pane carasau con olio d’oliva. Poco entusiasmante l’offerta della cantina, soprattutto per i vini bianchi, tra cui l’unica etichetta disponibile è un anonimo Menhir della Cantina Sociale Ogliastra. L’offerta della cucina, ben assortita, spazia tra i percorsi di mare e di terra tipici della cucina ogliastrina.
 

Sapori d'Ogliastra - Bistecca cavallo

Sapori d’Ogliastra – Bistecca cavallo

 

Concordiamo per iniziare con una degustazione di antipasti di mare. In poco tempo arrivano al tavolo una notevole insalata di polpo con patate e spolverata di bottarga, servita in quantità industriale, ma divorata senza problemi dai famelici avventori, un meno gradevole salmone marinato, una buona insalata di finocchi e bottarga e una sesquipedale zuppa di cozze e arselle, ottima per sapore e condimento, ma poco convincente nell’aspetto dei gusci dei mitili e difettosa di cottura, tanto da non essere consumata integralmente. Antipasti mediamente buoni, nonostante la sempre discutibile scelta di inserire il salmone fra i prodotti tipici del nostro mare.
 

Sapori d'Ogliastra - Panna cotta

Sapori d’Ogliastra – Panna cotta

 

Stimolati dall’esordio positivo, la vorace compagnia decide di proseguire provando tutte le possibili scelte di primi piatti e uscendo, per alcuni elementi, persino dal consueto percorso di mare. Dopo una fisiologica attesa arrivano una squisita fregola in brodo di muggine per Jesus, un sontuoso risotto Perda Longa con gamberi e porcini per Ettore, ottimi spaghetti all’Isolotto con vongole e bottarga per il burriccu Franco, ottimo risotto agli Scogli Rossi con sugo ai frutti di mare per l’Ing. Marrocu, straordinaria fregola alla Golgo per il burriccu Raffaele. Primi piatti ineccepibili, con diverse punte di eccellenza.
 

Sapori d'Ogliastra - Ricotta e miele

Ricotta e miele

Sapori d'Ogliastra - Tiramisù

Tiramisù

 

La qualità crescente e la follia del somaro che cerca sempre di infrangere certe regole alimentari non scritte convince i commensali a continuare con i secondi piatti. L’attesa per la preparazione si consuma all’insegna di scottanti rivelazioni di alcuni commensali che confessano di aver acquistato coupon per la frequenza di corsi CISCO online con la vana ambizione di diventare un esperto sistemista, ma soprattutto di essere stati allievi della celeberrima Scuola Internazionale della preparazione del Sushi di Pirri: quale onore desinare con voi!! Ad alleggerire l’entità di tali notizie arrivano due ottime costate di cavallo per chi Vi scrive e per l’ipotricotico burriccu, una buona bistecca di Manzo per Franco e due ineccepibili orate al sale per Raffaele e Jesus non ancora risorto, accompagnate da patate fritte e verdure in pinzimonio. Ettore e Franco sopperiscono all’esaurimento della bottiglia con della meno nobile, ma assolutamente appropriata, birra Ichnusa.
Immancabile nella dieta ainina, arriva il momento del dessert: gradevole ricotta salata con miele su letto di pane guttiau per Ettore, Raffaele e Marrocu, buon tiramisu per Franco e sontuosa panna cotta al caramello per Jesus. Purtroppo il momento non è stato accompagnato da un buon passito per i limiti già esposti della cantina, limiti che diventano addirittura imbarazzanti nella proposta degli amari: a posto così. Grazie!!
Costo dell’esperienza: 54€ cad. burriccu, almeno un 20% superiore rispetto alla qualità dell’offerta, eccesso che speriamo che non rientri nell’ottica di copertura degli oneri di una serata con un numero eccessivamente ridotto di clienti.
Di recente apertura, il ristorante Sapori d’Ogliastra ci ha positivamente convinto per la scelta degli ingredienti e per alcuni piatti veramente notevoli, mentre assolutamente da adeguare alla qualità della cucina è la cantina, sia nella proposta di etichette, sia nell’assortimento di liquori, al momento decisamente insufficiente. Al netto di alcune sbavature rilevate, che auspichiamo si possano risolvere con il raggiungimento della condizione di regime, riteniamo comunque il locale dotato di buone potenzialità per affermarsi nella zona: tre somarelli meno meno meno.
Colgo l’occasione per ringraziare gli ormai abituali burricchi ospiti Franco e Raffaele che tanto hanno contribuito per una divertente serata in compagnia.

 

VALUTAZIONE “Sapori d’Ogliastra”: Tre Burricchi.
Ristorante Sapori d’Ogliastra Indirizzo: Via Pessina 8, Cagliari
Telefono: 3388559178    [mostra in google maps]

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dic 22 2012

The Show Kitchen – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Show Kitchen - Interno

Show Kitchen – Interno

 

Venerdi, 21 dicembre 2012. Profezie legate a maldestre interpretazioni new age del calendario di talune civiltà precolombiane vorrebbero un nuovo capitolo dell’umanità, secondo scenari di radicali trasformazioni, sia spirituali, tramite rivelazione divina a mezzo del profeta Jesus, sia strutturali, a causa di combinazioni eventi più roboanti della prosa del Triumvirato più famoso del Cagliaritano, più catastrofici di una recensione da un burriccu senza orecchio, più imprevedibili delle cugurre di certi ipertrcotici somari. Il problema della conservazione della specie imponeva un’accurata scelta di quadrupedi campione da proteggere e far salire nell’Arca di Noè che, in quella serata, li avrebbbe salvati. Il destino volle che il traghettatore della situazione, da buon democristiano, chiedesse una quota per il viaggio, richiesta non accordata per una parsimoniosa parte della carovana iniziale che preferì soccombere piuttosto che fuggire al proprio inesorabile destino. Ma the show must go on e il viaggio prosegue. A bordo i tre somari titolari e due graditissime ospiti, entrambi concorrenti del concorso Vinci una giornata da burriccu, Marianna e Melissa.

Show Kitchen - Ajoshi

Show Kitchen – Ajoshi

 

In questa ambientazione da Armageddon cagliaritano, manca poco alle 21:00 quando i due burricchi titolari Jesus ed Ettore convergono, secondo una inedita variazione al protocollo logistico che vede l’utilizzo di due vettori distinti, al fine di tutelare la sicurezza di parte delle nostre ospiti dalla maldestra guida di condottieri poco pratici, oltre che l’equilibrio globale della serata da fastidiose pressioni (ahiò movidindi!.. tengu pressi ca…!!), a pochi metri dalla destinazione designata per il consueto show alimentare del fine settimana: The Show Kitchen appunto, nella centralissima via Roma. Ineccepibile la puntualità dell’ottanta percento dei partecipanti, con un Ettore che inganna i pochi minuti di attesa in versione ombrellina da MotoGP per riparare dalla pioggia una delle preziose ospiti, Marianna che cerca di evitare interazioni con un losco individuo dal palese aspetto di pusher navigato che, in realtà, altro non era che Jesus. Il consueto ritardo dell’Ing. Marrocu, a seguito contattato e insultatato per questo a dovere da chi Vi scrive, non ha impedito alla compagnia di entrare e dare inizio alla ciccionata.

Show Kitchen - Tagliere salumi formaggi

Show Kitchen – Tagliere salumi formaggi

 

Straordinario l’impatto ambientale: l’ampia porta a vetri all’ingresso scopre un esclusivo lounge cafè con un lungo bancone nero che percorre in lunghezza l’intera sala, di fronte al quale, lungo la parete, sono alloggiati eleganti tavoli con sgabelli. In fondo alla sala, proprio di fronte all’ingresso delle cucine, una elegante scala conduce alla sala principale del piano superiore, ove veniamo condotti da una gentilissima e sempre sorridente cameriera. Una sensazione di opulenza e cura dei dettagli isinuava subito il dubbio di un consistente impatto economico della serata, con un po’ di rammarico per l’assenza di taluni parsimoniosi e previsti ospiti.

Show Kitchen - Risotto basmati

Risotto basmati

Show Kitchen - Ravioli di cernia

Ravioli di cernia

 

La sala superiore è piuttosto ampia, e qui si concentrano una serie di ampli tavoli di diverse geometrie, elegantemente approntati con tovaglie e sedie color crema, cristalli da vino, ampie lampade sferiformi d’atmosfera. La cornice è si complessivamente raffinata, disegnata con ampie vetrate e pannelli color cremisi ma, secondo il nostro personalissimo gusto, l’accostamento tra il grigio topo e il bianco delle pareti squadrate (senza particolari arricchimenti decorativi di supporto), riconduce l’impressione estetica ad una dimensione non pienamente definita ed espressa, così come, vi anticipiamo, avremo modo di riscontrare nella composizione di talune pietanze che abbiamo assaporato. Degna di nota è la saletta privata, confinata esternamente da un muro di vetro, ed arredata con un sesquipedale televisore al plasma. Lo stesso spazio, è dedicato ad alloggiare il guardaroba del ristorante, particolare che ci pare alquanto curioso e incompatibile con la proposta riservatezza del confino.

Show Kitchen - Salmone in crosta di pistacchi

Show Kitchen – Salmone in crosta di pistacchi

 

Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da una maître/sommelier e da altre due giovani cameriere. Veniamo fatti accomodare in un elegante tavolo rotondo, impreziosito dall’illuminazione soffusa di una candela protetta da apposito globo. Sempre nell’attesa del recidivo ritardatorio Ing. Marrocu, ci viene offerto un calice di ottimo prosecco come aperitivo. Dopo quindici minuti (leggi: diecianni!!), con l’arrivo dell’ipotricotico burriccu, possiamo cominciare. L’offerta della cucina è perfettamente in linea con l’impegnativo nome del locale e propone sia interessanti interpretazioni della cucina etnica in chiave nostrana, sia una rivisitazione dei prodotti tipici isolani secondo inusuali e persino bizzarre ricette. Su consiglio dell’esperta Melissa, decidiamo di accompagnare inizialmente il pasto con uno straordinario DOCG Hysony della cantina Pedra Majore di Calangianus, servito con l’immancabile rito dell’assaggio performato dall’ Ing. Marrocu, sotto lo sguardo divertito della sommelier che ne ammirava le maldestre movenze e le frasi insensate.

Show Kitchen - Filetto di tonno

Show Kitchen – Filetto di tonno

 

La scelta degli antipasti è uno strano accostamento tra un tagliere di salumi nostrani, composto da guanciale (impreziosito da una marmellata di frutti di bosco), prosciutto, salsiccia di cinghiale, pecorino con diversi gradi di stagionatura, servito su un letto di pane carasau, decorato con gocce di aceto balsamico, e una interpretazione cagliaritana del soushi chiamato Ajoshi, composto da cubetti di riso con philadelphia, cernia e semi di sesamo, involtino di alga con riso, tonno e zucchine, filetto di tonno crudo, cubetto di tonno con riso e vinaigrette di peperoni, accompagnato da salsa di soia e wasabi. A parte l’inopportuno accostamento, imputabile al nostro bizzarro ipertricotico burriccu, la resa dei piatti ci è sembrata non esaltante, sebbene l’ajoshi risultasse al sottoscritto più gradevole del classico soushi.

Show Kitchen - Gelato al pistacchio cioccolato amarene

Show Kitchen – Gelato al pistacchio, liquore

 

A seguire arrivano i primi piatti: ottimo riso basmati con calamari e gamberi per Marianna e Jesus, ravioli di cernia alla crema di ricci e verdure per i rimanenti commensali, risultati molto meno gradevoli, soprattutto per un palese difetto di temperatura, difetto che ha costretto lo sfacciato Ing. Marrocu a richiedere un ulteriore riscaldamento del piatto; richiesta accolta con sollecitudine dal personale che, in realtà, ha provveduto a far preparare per il nostro indisciplinato burriccu una nuova porzione, con la soddisfazione di tutti i commensali per l’encomiabile gesto, soddisfazione subito rientrata per il ripresentarsi dello stesso difetto segnalato: e torrada!!..

Show Kitchen - Foresta nera con panna e amarene

Foresta nera

Show Kitchen - Panna cotta

Panna cotta

 

Nel frattempo, all’esaurimento della prima bottiglia, si decide di continuare con un vino della stessa cantina, un ottimo DOCG I Graniti, con opportuno cambio dei calici, previa esplicita richiesta dell’attenta sommelier. Nell’attesa per la preparazione dei secondi piatti, Melissa stupisce i compagni con un graditissimo omaggio di dolci preparati da sè artigianalmente: non ci sono parole per descrivere la gioia di tutti, soprattutto per qulalche susunku che ha pensato di sfruttare l’occasione per evitare di aggiungere un dessert al conto finale.

Show Kitchen - Dolcetti preparati da Melissa

Show Kitchen – Dolci preparati da Melissa

 

In poco tempo giungono al tavolo due porzioni di salmone in crosta di pistacchi, accompagnato da una composta di cipolle di Tropea e da melanzane arrosto con aceto balsamico, e tonno al lime e cocco, accompagnato da una insalata di finocchi e arance. In linea con il resto dei piatti, i secondi non soddisfano pienamente le aspettative richiamate dai bizzarri accostamenti. In particolare sembra mancare la giusta continuità tra i diversi sapori, probabilmente ottenibile con trattamenti più elaborati degli ingredienti di base prima della cottura. Non completamente gratificati dal percorso culinario, i commensali provano comunque a scommettere sui dessert. Interessante, come del resto lo è stata per gli altri piatti, la proposta: gelato al pistacchio, cioccolato, amarena per Jesus e Marrocu, selva nera con biscotto, cioccolato, panna, amarene e sciroppo di amarene pe Ettore e Melissa, mentre Marianna, affidandosi a San beta galattosidasi decide per la panna cotta al cioccolato e sciroppo di frutti di bosco. Hanno accompagnato il momento uno straordinario Tokaterra di Cherchi per Ing. Marrocu e Melissa, un ottimo Muscadeddu delle cantine Dettori per chi Vi scrive. La cena si è conclusa con caffè per Jesus, Melissa, Marrocu, un Montenegro per Marianna e un liquore di liquirizia Myrsine per Ettore.
Costo della esperienza: 49,50€ cad. burriccu, da ritenersi complessivamente adeguato alla qualità del servizio offerto, soprattutto per quanto riguarda i vini e i liquori con cui è stata accompagnata la serata.

Una eccellente ambientazione, l’attenzione a molti dettagli come la sala privata insonorizzata, l’eleganza dei servizi igienici (veramente encomiabile in questo caso), arredati, tra l’altro, in sintonia cromatica col maglione del sottoscritto, unite ad un servizio, professionale e puntuale, sebbene ci saremmo aspettati maggiore attenzione nella comunicazione su piatti che avrebbero potuto provocare problemi per particolare intolleranze di qualcuno dei nostri commensali, rappresentano il punto di forza di un locale il cui nome propone di sorprendere, soprattutto con la cucina. Ma è proprio la cucina il punto dolente riscontarto in questa esperienza: ricette bizzarre e interessanti, interpretate però in modo non pienamente soddisfacente. Ciascun piatto è risultato sempre a metà per sapore. Molto Show e poca umiltà: ci chiediamo se la eventuale proposta di ricette più semplici abbia lo stesso impatto. In ogni caso, in virtù delle enormi potenzialità dimostrate, dalla attenzione per i dettagli e la presumibile volontà di correzione dei difetti, mi sento comunque di proferire un giudizio più che sufficiente: tre burricchi – – – (2,60).

VALUTAZIONE “The show kitchen”: Tre Burricchi.
Ristorante The show kitchen Indirizzo: Via Roma 68/D, Cagliari
Telefono: 0706848567 [mostra in google maps]
 

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