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gen 15 2014

Ristorante Accademia dei Gusti – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Accademia - Interno

Accademia – Interno

 

Scrivo la recensione. Non ho, e mai troverò il tempo di fare altro. Insomma, questo non è un esercizio speculativo né un omaggio alla filosofia, ma un’imprescindibile spettanza, un dovere e un possedere – in ordine alla geometrica composizione degli eventi – il senno di una necessità. Da qui partiamo e siamo sempre partiti. Qui ci troviamo e baluginiamo, come inetti e formidabili, come estraniati ed intromessi, come discenti e precettori, come semplici ed onorabili curatori del giardino di Academo, senza altra volontà  nostra o altrui, con la consapevolezza di nulla aver da insegnare se non a noi stessi. Giusto ora ho il tempo di fare. Di scrivere la recensione, e così sia.
 

Accademia - Antipasto

Accademia – Antipasto

 

La sera del Saggio. Giusto la brina e i vetri appannati della 150cv, sotto il pesante alitare di due famelici quadrupedi, sembrerebbe dare all’atmosfera la parvenza di un Inverno che, di fatto, non è mai arrivato. L’emozione della consumanda attesa, per la prossima divisata avventura alimentare, non tradisce la celere attenzione che Jesus e il Raschione Ettore ripongono nel dosare la velocità dei passi, con il malcelato intento di escludere all’Ing.Marrocu ogni privilegio di ammonimento, per i pochi minuti di ritardo accumulati. All’Incirca verso le 21.03, il ritrovato Triumvirato della ristorazione sarda, varca la soglia del ristorante.
 

Accademia - Ali di razza in brodetto

Accademia – Ali di razza in brodetto

 

Peraltro, già nel recente passato i burricchi avevano avuto modo di visitare questi spazi, ma il locale aveva un altro nome e un’altra gestione. Nulla, in prima apparenza, ci risulta mutato nell’originale ordine estetico: una prima sala al piano terra, viene delimitata lateralmente dal lungo bancone del Bar, che si allunga fino alla cucina a vista. Un secondo ambiente, al piano superiore, appare più elegante e formale e si contraddistingue per tonalità cromatiche sul grigio e sul nero, nonché per qualche arzigogolato motivo sulle pareti. Il gentilissimo e numeroso  personale – in prevalenza, del gentil sesso – accoglie l’avventore al suo arrivo, già disponendo i suoi soprabiti nel guardaroba, accompagnandolo su per le scale al tavolo a lui riservato ma (almeno nel nostro caso, per un apparente deficit di coordinamento) lasciandolo lungamente in attesa, prima di poter informarsi sul menù e comandare le bevande d’esordio. Veniamo investiti, al nostro ingresso, da un pungente e quasi fastidioso effluvio indefinito, all’inizio ricondotto, dalla illetterata quiescenza mnestica di Jesus, all’odore della vulgare polpa di granchio. Ovviamente, apprenderemo più tardi trattarsi, al contrario, di costosissimi Tartufi bianchi, che sarebbe comunque opportuno sigillare con cautela, data la smisurata propulsione aromatica.
 

Accademia - Gnocchi di patate

Accademia – Gnocchi di patate

 

La complessità della proposta della “Accademia” ci lascia comunque spiazzati. Non vi è un menù “a la carte”, ma ci vengono presentati due percorsi degustazione di terra e di mare. Ovviamente scegliamo la seconda strada. E’ ben fornita la cartina, nella quale identifichiamo il vino preferito dall’ing.Marrocu: bianco Tharros I.G.T.”Karmis” delle cantine “Contini”, democraticamente anteposto, dopo accese discussioni, alla alternativa indicata dal Raschione. L’aspetto caratteristico e sostanziale del locale, però, è quello di dedicare particolari attenzioni alle famiglie con prole, avendo allestito per la figliolanza due sale con attività ludico-intrattenitive, gestite da personale qualificato e costantemente monitorate da telecamere collegate agli schermi visibili sulla parete Sud. Ovvero, potete leggerla in questi termini: se avete un giorno deciso – per una qualunque ragione che non staremo qui comunque a censurare – di mettere al mondo dei piccoli lanzichenecchi, avete la possibilità di farli confinare nelle anguste segrete del ristorante, per evitare che vi rompano le sfere di Dyson per tutta la cena. Purtroppo, in sede di prenotazione, avevamo già constatato come la detenzione coatta non fosse prevista per la categoria “Ingegneri”.
 

Accademia - Trancio di orata

Accademia – Trancio di orata

 

Ad ogni modo, il proponimento iniziale viene rispettato in toto, salvo però uniformemente ridistribuire le pressioni gravitazionali tra tutti gli astanti in sala, la quale, per effetto dell’andirivieni dei terroristi in erba, diviene presto facilmente chiassosa: «pitticcu su dolor’e conca!»
Altra inusitata costumanza dell’”Accademia”, è quella di trattenere e intrattenere i propri ospiti mediante il periodico manifestarsi di esibizioni in stile flash mob, condotte non da attori o saltimbanchi, ma dagli stessi camerieri, che si improvvisano ballerini, cantanti e rumoristi. Il risultato finale di questa filosofia è gradevole dal punto di vista dell’intrattenimento ma esclude, ad esempio, la possibilità di scegliere il ristorante come primo tenero indirizzo per le novelle relazioni; questo, nonostante i pur romantici candelabri rialzati ai tavoli, con tanto di lumino d’ordinanza. Altro aspetto da considerare è l’efficacia del servizio; certamente più che sufficiente in termini generali, ma quasi interamente riposto nelle mani dell’unica esperta maître (tra l’altro già presente nella passata gestione) relativamente al contributo assoluto di qualità.
 

Accademia - Cruditè di ravanelli

Accademia – Cruditè di ravanelli

 

Qualche piccola imperfezione, durante l’incedere della serata, dobbiamo in effetti registrarla, partendo da un certo difetto di coordinamento («scusate, i ragazzi hanno fatto confusione, i primi vi sono già arrivati?»), passando per la lentezza generale della cena (terminata oltre mezzanotte, ma questo possiamo attribuirlo alla sincronizzazione dei tavoli sul menù fisso) fino alla flemmatica modalità con cui ci è stato servito il vino: innanzitutto è arrivato il piede della seau a glace, poi è arrivata la seau a glace ed infine – quando gli antipasti erano stati per metà divorati -, è giunta la bottiglia. Con quest’ultimo dettaglio, terminano gli appunti che possiamo muovere al locale. Questo perché, sin da subito, abbiamo intuito come la cucina della “Accademia dei Gusti” avrebbe dimostrato una qualità dei piatti inusuale e preziosa, con pietanze non banali, composizioni ed esecuzione impeccabili, presentazioni molto ben curate.
 

Accademia - Dessert

Accademia – Dessert

 

L’Antipasto era composto da una sontuosa cruditè di gambero con delicatissima spuma di rafano, abbinata ad uno spiedino di cozze pastellate agli agrumi, maionese biologica, brunoise di verdurine e decoro di germogli di spezie. Seguiva quindi un ante-primo costituito da un “brodetto” di ali di razza leggermente piccante (al peperoncino fresco). Subito dopo, ci veniva offerto un “primo” più corposo: gnocchetti artigianali (esteticamente, più simili ai dadini) di patate novelle, con vongole, zafferano e pomodorini fragolini. Una delle creazioni più gustose mai provate, a memoria di burriccu.
Come secondo, la proposta era un trancio di orata in salsetta di bietole selvatiche e patate cotte al vapore, che l’Ing.Marrocu avrebbe preferito dal gusto più deciso, seguito da una semplice ma gustosa cruditè di ravanelli rossi “sfogliati”. Il dolce infine – accompagnato da un discreto moscato -, era un tris di delicatezze: torta di mele alla cannella, raviolino fritto, pere al cioccolato. Queste ultime invero, se il piatto fosse stato riscaldato prima del servizio, sarebbero divenute ben più accattivanti, avendo il cioccolato assunto una misura più morbida ed avvolgente.
La cena si concludeva quindi con tre caffè, un Rum “El dorado” per il Raschione e una grappa barricata per Marrocu. Prezzo complessivo (su una base di 25 euro fissi, non comprensiva di bottiglia e amaro extra) 31 euro cada-adulto, da giudicarsi inferiori per un buon 25% al giusto dovuto. Da menzionare, inoltre, la bontà dei panini offerti ed approvvigionati per tutta la serata.

 

Il Ristorante “Accademia dei Gusti” è veramente un’anomalia nel panorama della ristorazione cagliaritana. Una eccentrica mescolanza tra un ristorante di classe e lo spettacolo di cabaret di una nave da crociera. La cucina è deliziosa, mentre il servizio risente della impostazione strutturale, orientata alla teatralizzazione. Tre burricchi, con menzione speciale per il servizio di baby-sitting.

 

VALUTAZIONE “Accademia dei Gusti”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Accademia dei Gusti Indirizzo: Via Roma 68, Cagliari
Telefono: 3346874985 [mostra in google maps]
 

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apr 27 2013

Ristorante Fork – Cagliari

 Scritto da Avvocato Pisano | 2 commenti | Commenta

Fork - Interno Marrocu

Fork – Interno Marrocu

 

Ecc.mo Jesus, Presidente della Corte ainina, Sigg.ri Giudici Raschione, Marrocu e Dessì, ritengo che il mio ruolo di PM incaricato di sviluppare l’accusa in questa ciccionata sarà benché minimo. Potrei tranquillamente rimettermi alle foto pubblicate ma per evitare l’infamante accusa di pigrizia qualcosa va pur detta. Per questo motivo mi limiterò, sebbene non sarà una cosa molto breve, a sottoporre alla vostra attenzione gli aspetti salienti di questa cena affinché, anche a prescindere dalle mie personali richieste di assegnazione dei famigerati/amati burricchi valutativi, ognuno possa formarsi il proprio giudizio lodando o condannando. Ma rilevato che anche il più affezionato dei nostri lettori, considerata l’inutile premessa, è già tentato di spegnere il proprio multimediale apparecchio di lettura, veniamo ai fatti.
 

Fork - Tartara di salmone

Fork – Tartara di salmone

 

Fork = forchetta. “La forchetta è una posata da tavola con due o più punte (generalmente quattro) denominate rebbi e disposte a pettine, usata per infilzare cibi solidi e portarli alla bocca o per tenerli fermi e tagliarli per mezzo di un coltello” (cit. Wikipedia). Dubito che qualcuno abbia mai consultato la conosciutissima enciclopedia on line per sapere il significato di questa parola. Uno degli utensili più usati nel mondo occidentale non ha bisogno di presentazioni, il suo quotidiano uso è ormai dato per scontato. Sebbene un “Fork” nell’ambito dell’ingegneria del software e dell’informatica, indichi lo “sviluppo di un nuovo progetto software che parte dal codice sorgente di un altro già esistente”, per noi poveri burricchi, la cui unica ambizione è la soddisfazione del rito gastronomico settimanale, la parola evoca una sola immagine: ciccionata.
 

Fork - Antipasti

Fork – Antipasti

 

E così che venerdi sera, 26 aprile, alle ore 21 in punto, sotto la nuova insegna raffigurante una forchetta a quattro rebbi, il Triumvirato titolare si unisce ai BdC (burricchi di complemento) Dessì e Pisano per saggiare le potenzialità di questo nuovo locale. Siamo a Cagliari al n. 28 del V.le Regina Margherita, conosciuta sede del più famoso Dal Corsaro. Lo chef  Stefano Deidda ha sdoppiato il locale originario per offrire al suo pubblico due formule diverse: la proposta gourmet del ristorante originario nella sala a destra dell’ingresso; il nuovo bistrot, alla portata di un pubblico più vasto ed eterogeneo, nella sala a sinistra. In quest’ultima, tavoli quadrati si alternano ad altri rotondi di dimensioni maggiori: ad uno di questi viene fatta accomodare la comitiva ainina. Lo stile dei locali é moderno, elegante e semplice al tempo stesso. Le sedute confortevoli. Alle pareti inserti luminosi rendono bella l’atmosfera, in minima parte rovinata da tracce di umidità localizzate sul fondo, in prossimità della cucina e degli eleganti bagni. Una solerte cameriera porta in tavola la carta dei piatti, la carta dei vini e … udite, udite… la carta delle birre! A sottolineare l’informalità del bistrot il fatto che parrebbero menù realizzati con una semplice stampante…
 

Fork - Gazpacho andaluso

Fork – Gazpacho andaluso

 

Non c’è il vino scelto dal Marrocu: l’alternativa proposta dalla cameriera, un Pedraia della Cantina di Santadi, viene accolta come una liberazione dall’imbarazzo della scelta. Allo stesso Marrocu il teatrale assaggio del Nuragus proposto: se i commensali trattengono l’ilarità, abituati alla sceneggiata, la cameriera capisce la situazione e sembra ridersela tra sè e sé. In tavola arriva anche il primo cestino di pane di produzione propria: panini al sesamo ed ai semi di papavero… una bontà! L’entusiasmo è tale che il cestino del pane verrà ripristinato tre volte nel corso della serata. Al momento dell’ordinazione degli antipasti il caos. Al “ci porti tutto, ci dividiamo tutto” iniziale, che mette in crisi da impiattamento il paziente maître (non avezzo allo sbranatorio stile burricco), dopo pugnace confronto segue un più equilibrato … “tenga fuori solo il tagliere di salumi… ma prendiamo doppia porzione di gazpacho…”.
 

Fork - Primi

Fork – Primi

 

Esauriti i tempi tecnici di preparazione arrivano contemporaneamente in tavola: cartoccio di calamari fritti e intigolo agrodolce, tartara di salmone alla mela verde profumata al limone, zuppetta di cozze in rosso, doppia porzione di gazpacho andaluso, Falafel (polpette di ceci) aromatizzate alle erbe accompagnate da due salse (allo zafferano ed agrodolce), involtini di pasta di riso e julienne di verdure. Di fronte allo scarseggiare degli antipasti Jesus denuncia l’accaparramento della coppia Marrocu – Raschione. Nota stampa di quest’ultimo che non tiene ad essere incluso in una coppia che contenga il Marrocu. Materie prime semplici, esecuzione impeccabile. Segnalazione dovuta per i gustosissimi Falafel ed entusiasmo conclamato per il gazpacho andaluso. Di fronte alla consueta gara del “cosa ci ha messo dentro?”, Jesus taglia la testa al toro e interpella in merito la titolare. Segue un pronto “Chiedo a mio figlio gli ingredienti esatti” e la subitanea risposta: pomodoro, origano fresco, peperone giallo, cetriolo, cipolla rossa, olio extravergine e crostini di pane. Jesus estasiato teorizza allora l’esecuzione di “polaretti” al gazpacho… E’ il vino…
 

Fork - Merluzzo con panatura alle erbe

Fork – Merluzzo con panatura alle erbe

 

Ottimi anche i primi ordinati: Paella Valenciana (mare e terra) per il Raschione e Pisano, calamarata Verrigni al coccio con melanzane, cozze e pomodoro per Jesus, ravioli al ripieno di branzino con sugo allo zafferano per il Marrocu, crema di pesci misti appena piccante con crostini ed erba cipollina per il Dessì. I piatti preriscaldati mantengono il tutto alla temperatura ottimale e permettono gli assaggi reciproci tra i commensali. Se la crema di pesci misti del burriccu Dessì viene cannibalizzata da tutti gli astanti, Jesus, nonostante i buoni giudizi altrui sul piatto da lui ordinato, non ne apprezza il livello di acidità e manifesta alla titolare le sue perplessità sulla combinazione di sapori. Il burriccu Pisano, arrivato alla metà della sua ottima paella, intravede la possibilità di assaggiare in maniera approfondita anche la calamarata (dai sapori a lui graditissimi) ed offre a Jesus l’opportunità di fare scambio di portata. Lo stesso si perfeziona con reciproca soddisfazione di entrambi. Ed intanto anche la seconda bottiglia di Pedraia è andata …
 

Fork - Muggine al vino bianco

Muggine al vino bianco

Fork - Fritto di piccola pesca

Fritto di piccola pesca

 

La cameriera, nel ritirare i piatti dei primi, con aria complice dice “prendiamo un dolcetto?”… Alla subitanea risposta dei tre quinti dei commensali “veramente volevamo un secondo…”, sgrana gli occhi e dice “Davvero ??”. Giusto per non patire crisi d’astinenza nella degustazione dei secondi viene anche ordinata la terza bottiglia di Pedraia. Alla domanda della cameriera se fosse possibile portare altra etichetta qualora non vi fossero in fresco bottiglie del vino richiesto segue un “non fasciamoci la testa prima, verifichi per cortesia…”. Torna al tavolo la titolare con l’offerta di due vini in alternativa, tra cui l’eccellente Karmis dell’azienda vinicola Contini. Impossibile resistere: il Karmis fluisce nei bicchieri che, con professionalità, vengono correttamente sostituiti per assaporare il nuovo nettare.
 

Fork - Dessert

Fork – Dessert

 


E’ l’ora dei secondi: filetto di merluzzo con panatura alle erbe, pomodorini, olive e capperi per il Raschione, fritto di piccola pesca del Golfo per il burriccu Pisano, muggine al vino bianco con olive, alloro e patate per Jesus. Mentre i primi due trovano più che soddisfacenti ed equilibrati i piatti da loro ordinati, anche se sicuramente inferiori ai primi, Jesus insiste e persiste nell’ordinare cibi a lui non particolarmente graditi nella speranza di potersi stupire del risultato finale: nonostante il di lui nome, anche questa volta niente miracoli… Anche la terza bottiglia di vino finisce…
 

Fork - Semifreddo

Fork – Semifreddo

 

Arriva purtroppo, in ogni ciccionata che si rispetti, il momento conclusivo dell’ordinazione del dolce ma, in questo caso, la bontà delle degustazioni precedentemente iniziate non accenna a concludersi. E allora: gelato alla vaniglia affogato al cioccolato per il Marrocu (L’ingegnere smentisce: affogato al caffè, indicazione errata del Raschione! Ndr), Tiramisu per il Dessì, crema bruciata alla vaniglia con gelato e sciroppo ai frutti di bosco per il Pisano, tortino al cuore morbido di cioccolato con gelato alla vaniglia per il Raschione, semifreddo alle pere e grappa per Jesus. In accompagnamento viene proposta una Malvasia di Bosa data dalla titolare come “non ancora in commercio”: “Salto di Coloras”, di Angelo Angioi. Poi, per non farsi mancare niente, rum venezuelano Santa Teresa Gran Reserva, servito con dei tartufini della casa. Tutto ottimo. Unica nota negativa? Un caffè finale non all’altezza di tutto il resto.

Poteva mancare, come in ogni processo (alimentare) che si rispetti, il colpo di scena finale? Assolutamente no!! Mentre il Marrocu faceva notare alla titolare che l’eccellenza della cena stonava con l’uso di un piatto da dolce leggermente sbeccato, la stessa, rilevando che ciò non sarebbe dovuto capitare, riferiva che confidava comunque in una recensione migliore di quella attribuita tanti anni fa dal Donkey Challenge, presente lo stesso Marrocu riconosciuto in foto (vedere foto incriminata, ndr)… Il Triumvirato più famoso di Cagliari e dintorni vedeva miseramente cadere la copertura per la foto del suo titolare più assenteista… Vale comunque il solito discorso: anche se potenzialmente riconoscibili, difficile approntare all’improvviso una cena di questa qualità se alle spalle non hai professionalità ed ottima materia prima a disposizione.
Conto finale: € 54 a testa, assolutamente adeguato alla qualità di quanto assaggiato, del servizio in sala ed anche in considerazione delle ottime e numerose bevande di accompagnamento.

Il nuovo bistrot “Fork” è un’intelligente iniziativa che dà la possibilità a più ampie fasce di avventori di degustare impeccabili e classici piatti della cucina italiana ed internazionale ad un prezzo sicuramente più accessibile della tradizionale proposta gourmet del ristorante “Dal Corsaro”, senza abbassare la qualità. La sala piena e l’informalità dell’ambiente sembrerebbero darne puntuale conferma. A questa Ecc.ma Corte confermare o meno questo giudizio. Per le ragioni copiosamente esposte, questa accusa chiede l’attribuzione di quattro burricchi pieni.

 


VALUTAZIONE “Fork”: Quattro Burricchi.
Ristorante Fork Indirizzo: Viale Regina Margherita 28, Cagliari
Telefono: 070664318    [mostra in google maps]
 

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set 2 2012

Ristorante Su Caboniscu – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Su caboniscu - Ingresso

Su caboniscu – Ingresso

 

Mi fai’ prexeri su ddu tenni in manu;
Gei est unu caboniscu
Chi si piga’ su friscu dognia di’ a mangianu
Cantendi baggianu,
Gosat de s’oghianu pinnas doradas bogat
Gei est unu caboniscu
Chi si piga’ su friscu sartat, currit e giogat:
In sa terra forrogat,
Cant’agattat ndi’ogat e non di lassat nudda,
Gei est unu caboniscu
Chi si piga’ su friscu zerriendis’is puddas,
Aspettendiri cuddas,
Derettu s’azzuzuddat bellu inchighiristau.

(cit. Canzoni de su Caboniscu)
 

Su caboniscu - Interno

Su caboniscu – Interno

 

All’attento lettore non sfuggirà la velata metafora dell’esuberante burriccu che sopperisce all’evidente deficit tricotico ergendo la (virtuale)cresta nell’ambito delle tipiche dinamiche sociali che vedono il poco laborioso elemento ricercare l’attenzione della massa con atteggiamenti singolari, che alla fine premieranno l’osservatore che si ciba di gossip e cronaca, piuttosto che la mania di protagonismo iniziale.
Non è un caso che una comitiva di tre somari, in una giornata in cui le temperature estive cedono lentamente il passo al ben più gradevole tepore autunnale, si ritrovino, a seguito della ricorrente gara ad eliminazione dei locali chiusi per pranzo nel capoluogo, presso il locale che onora il re del pollaio: “Su Caboniscu”, nel centrale Corso Vittorio Emanuele.
 

Su caboniscu - Carasau olio e aglio

Su caboniscu – Carasau olio e aglio

Su caboniscu - Antipasti di terra

Su caboniscu – Antipasti di terra

 

Sabato primo settembre, ore 13:27. Ettore e Jesus attendono, in una zona di Cagliari, ove evidente è l’impronta del passaggio, in tempi recenti o remoti, del Triumvirato più famoso della città; trìo che, di lì a breve, si sarebbe ricostituito in formazione titolare, non appena l’Ing. Marrocu avesse affidato, in mani indubbiamente più sicure delle proprie, la professionalità al servizio di enti governativi di cui non possiamo rivelare i dettagli per motivi di sicurezza nazionale. Alle 13:30 in punto, come da protocollo, l’avventura poteva avere inizio.
La trattoria Su Caboniscu si sviluppa in un’unica sala rettangolare che si affaccia sulla strada, con pareti di colore giallo chiaro – spezzate da zone di color arancio scuro in corrispondenza delle strutture portanti -, e con il soffitto rivestito in legno scuro, in cui trovano alloggio faretti alogeni per una ottimale illuminazione e i diffusori per l’aria condizionata. Nelle pareti, trovano inoltre sistemazione diverse mensole in legno, proposte come pratico alloggio per suppellettili di forma ispirata al dominante pennuto, oltre che per graziose micro anfore, delle quali ci chiediamo ancora l’utilità.
 

Su caboniscu - Gamberoni

Su caboniscu – Gamberoni

 

In fondo alla sala il bancone delle stoviglie/angolo bar e, dirimpetto, quello della cassa, precedono l’ingresso alle cucine e ai servizi. Il locale ospita una quarantina di coperti, sistemati su tavoli quadrati da due persone, all’occorrenza accorpati per gruppi di clienti più numerosi, apparecchiati con semplice e sobrio tovagliame rosa. In prossimità del bancone del bar compare un vistoso frigorifero per le bevande, che spezza occasionalmente la sobrietà dell’ambientazione, parimenti alla diffusione di musica commerciale a volume eccessivamente alto, immediatamente riportato nella norma, secondo una richiesta formale del buon Jesus al personale in sala.
 

Su caboniscu - Polpo marinato

Su caboniscu – Polpo marinato

Su caboniscu - Cozze primavera

Su caboniscu – Cozze primavera

 

Il servizio è assicurato da una efficiente cameriera e dalla gentilissima Signora Angela, responsabile della sala e della cucina. Veniamo fatti accomodare su un comodo tavolo da quattro, sul quale giungono a breve delle straordinarie bruschette di pane carasau con olio d’oliva e aglio: ottimo benvenuto!
Il locale presenta un’offerta di cucina di terra e di mare; optiamo per la seconda, senza rinunciare ad un assaggio di sapori di terra, particolarmente graditi in una giornata dal clima mite che anticipa l’arrivo dell’autunno. Particolarmente povera nell’assortimento la cantina del locale, nella quale c’è spazio per una sola etichetta di vino bianco; fortunatamante, trattasi del più volte lodato IGT Karmis Bianco Tharros, annata 2011, delle cantine Contini di Oristano, servito dalla cameriera senza il consueto rituale dell’assaggio e successivamente accomodato in un secchiello che ne conservasse la temperatura. La privazione di tale momento, dedicato solitamente all’ego de su caboniscu Ing. Marrocu, costituirà una delle piccolissime sbavature di questa esperienza.
 

Su caboniscu - Fettuccine al ragù di pesce

Su caboniscu – Fettuccine al ragù di pesce

 

L’arrivo degli antipasti interrompe una discussione interna, non particolarmente accesa nei toni, ma non altrettanto sugli argomenti, sull’effettivo contributo di ciascuno dei commensali alla causa del Donkey Challenge, discussione che si protrarrà per tutto il corso del pranzo, divergendo in pura filosofia e sociologia. Iniziamo con l’assaggio di antipasti di terra, costituiti da pecorino fresco, prosciutto crudo e salsiccia nostrana, gradevoli, sebbene non particolarmente entusiasmanti, per proseguire con dei gustosi gamberi cotti in padella, dell’ottimo polpo marinato – eccessivamente duro per le mascelle del nostro ipertricotico burriccu -, e delle gradevoli cozze primavera, condite con pomodoro e prezzemolo. Notiamo subito la freschezza e la genuinità degli ingredienti, cucinati in maniera semplice, ma sapiente.
 

Su caboniscu - Fregola sarda con polpo alla diavola

Su caboniscu – Fregola sarda con polpo alla diavola

 

La qualità ineccepibile dei piatti fin lì assaggiati, cresceva ulteriormente con i primi piatti: eccellente fregola sarda con polpo alla diavola per Jesus e l’Ing. Marrocu, cucinata alla perfezione e senza brodo (callada), sontuose fettuccine al ragu di pesce (tonno) per chi Vi scrive: che bontà!
L’iniziale dubbio sulla possibilità di assaggiare un secondo piatto, alimentato dall’abbondanza delle porzioni assaporate, non regge di fronte alla possibilità di gustare altre squisitezze di tale qualità: all’unanimità si decide di proseguire con una grigliata mista di pesce.
Dopo i non brevi, sebbene fisiologici, tempi di cottura, arrivava sul tavolo una inusuale grigliata, non tanto nell’assortimento, piuttosto nella pezzatura dei pesci, che non valorizzava le dimensioni (spesso ricercate dall’occhio del cliente superficiale), ma unicamente la qualità e la genuinità del prodotto: orate e spigole di mare di circa cento grammi l’una, ma dal sapore e dalla cottura inarrivabile, nonché eccellenti calamari arrosto, serviti con una insalata pomodori a dadini: chapeau!!
 

Su caboniscu - Grigliata mista

Su caboniscu – Grigliata mista

 

Terminati con successo i secondi piatti, rimaneva ancora spazio per i dessert: ottimo flan di latte con caramello per l’Ing. Marrocu e sorbetto al limone per tutti e tre. Degno di nota quest’ultimo per la cremosità e il sapore, tanto da far ipotizzare al buon Jesus chissà quale magico ingrediente segreto.

Jesus:  «Signora, è buonissimo. Cosa ci ha messo dentro?»
Angela: «Limone!?!»

Il pranzo si concludeva con un ottimo caffè Lavazza in cialde e delle ineccepibili grappe alla Vernaccia per tutti.
Costo dell’esperienza 40€ cad. Burriccu, almeno un 15% inferiore rispetto alla qualità di quanto assaporato, e subito rimpinguato da una lauta mancia, elargita in maniera uniforme per Ettore e Jesus, non altrettanto per il parsimonioso Ing. Marrocu.
 

Su caboniscu - Flan di latte al caramello

Su caboniscu – Flan di latte al caramello

 

La trattoria “Su Caboniscu” rappresenta una perfetta interpretazione di come offrire il massimo utilizzando ingredienti freschi, di qualità, cucinati in maniera semplice, ma sapiente. Un buon servizio, una ambientazione gradevole e una attenzione particolare per ogni dettaglio, garantiscono al cliente una esperienza di sicuro gradimento, facendo del locale una meta imprescindibile per chi ama mangiare sano e senza fronzoli.
D’altra parte, una cantina eccessivamente limitata, qualche piccolissima disattenzione nel servizio, e una musica di sottofondo poco appropriata, impediscono al momento al locale di fregiarsi di una valutazione che potrebbe avere del clamoroso, ma che comunque lo colloca al top degli esercizi della medesima categoria: tre burricchi pieni, con menzione speciale per la straordinaria qualità delle pietanze, e la genuinità delle materie prime.


VALUTAZIONE “Su Caboniscu”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Su Caboniscu Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II 189, Cagliari
Telefono: 070651379    [mostra in google maps]
 

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giu 19 2012

Ristorante La Marinella – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

La Marinella - Ingresso

La Marinella – Ingresso

 

Pochi di voi non conoscono, non amano, non disprezzano o non sono indifferenti, alla discografia di De André.
Ciò che rende godibile e apprezzabile qualsiasi forma d’Arte, che è Arte perché godibile e godibile perché è Arte, non è l’estetica del percettibile – che è di per sé serendipità, e non ha ragion d’essere come valore assoluto nel reale -, ma l’intuito e l’espressione del sensibile che l’hanno generata. L’intuizione e l’espressione, non scindibili e distinguibili oltre i limiti del nucleare secondo Benedetto Croce, riescono a rendere meraviglioso – grazie a un folle impulso interpretativo – un ridicolo, banale motivetto per sdolcinate fanciulle, quale “La canzone di Marinella”, non per l’armonia e la metrica della sua lirica, non per la struggente vicenda d’amore e tragedia che questa dipinge, ma perché narra la storia (vera) di una rozza e villana prostituta, annegata nel fiume Tanaro.
 

La Marinella - Interno

La Marinella – Interno

 

Per chi non avesse mai danzato intorno all’ardente fuoco della realtà, per appena accarezzarlo senza bruciarsi, un poco socchiudendo le palpebre per non restare accecato, preghiamo di non cercare le fiamme tra queste righe, ma di intuire e leggere il calore che ne ha dato ragione.

Sabato mattina, ore 12.50. Di nuovo sulla strada del mare, i due Biumviri Jesus e Raschione Ettore, trovano un cielo quasi plumbeo a scrutare il loro veloce incedere sul Viale Colombo di Quartu. La 150 cv, offre prezioso e confortevole riparo dalla prima, umida calura estiva. Il pensiero si estranea verso terre lontane e, solenne e severo, accarezza il ricordo dell’uccel di bosco Ing.Marrocu, sempre più inconsapevolmente compromesso, nella sua posizione di Triumviro ufficiale in seno al
Donkey Challenge. Pochi minuti ancora, e i due inappuntabili burricchi sarebbero arrivati alla loro ebdomadaria destinazione: ristorante “La Marinella”, storico locale quartese, integrato fin dentro la spiaggia del lungomare.
 

La Marinella - Tonno con uva passa, Pesce spada

La Marinella – Tonno con uva passa, Pesce spada

La Marinella - Burrida, Insalata di mare

La Marinella – Burrida, Insalata di mare

 

Alla sala da pranzo del ristorante, si accede percorrendo dapprima un breve corridoio esterno, superando poi il vestibolo d’ingresso – con la bella vetrina del pesce fresco in mostra -, e svoltando, infine, sulla destra (alla sinistra, pensiamo ci sia l’area riservata ai clienti della pizzeria) dove l’avventore viene accolto in un grande e luminoso salone, ben climatizzato e separato dalla spiaggia da ampie vetrate, probabilmente a specchio, dato l’insistente sbirciare di irriverenti e spigliati marmocchi, con paletta e secchiello d’ordinanza.
 

La Marinella - Salmone affumicato

La Marinella – Salmone affumicato

 

Di colore verde sono le sedie in legno, mentre le tovaglie ai tavoli si presentano con un bel giallo paglierino, così come la parete opposta alla grande vetrata, che è comunque quasi per intero ricoperta da un’esposizione di maglie da giuoco di famosi calciatori (probabilmente essi stessi occasionali avventori) del recente passato sportivo, settorialmente organizzate in funzione del ruolo tattico del giocatore. Senza voler entrare nel merito dell’impatto estetico complessivo di tali atipici elementi d’arredo, registriamo, come accidentale difetto estetico del locale, qualche crepatura nella vetrata, probabile conseguenza di incivili atti vandalici, consumati nottetempo.
Valore aggiunto dell’ambientazione è, come ovvio, il ritrovarsi praticamente sulla spiaggia, dalla quale è possibile ammirare le non frenetiche attività di belle e discinte bagnanti, impegnate nel moderno rituale di doratura e valorizzazione dell’epidermide.
 

La Marinella - Cozze marinate

Cozze marinate

La Marinella - Polpetti alla diavola

Polpetti alla diavola

 

Nonostante qualche piccola sbavatura, è buona la qualità del servizio offerta dal numeroso personale.
Le ordinazioni iniziali vengono prese in carico da un giovinetto e successivamente, da un conciso e puntuale maître più anziano. Richiediamo quindi i canonici antipasti di mare, integrati da una zuppa di cozze e arselle, e ci facciamo sedurre nella scelta di un’etichetta oristanese a noi sconosciuta: Vermentino DOC Pariglia, della cantina Contini, risultato poi particolarmente gradevole per profumo e sapidità, correttamente mesciuto e accomodato nell’apposito secchiello del ghiaccio.
 

La Marinella - Zuppa di cozze e arselle

La Marinella – Zuppa di cozze e arselle

 

Gli antipasti proposti, si articolavano in otto (sette più una) portate, non particolarmente originali ma complessivamente, a parte qualche incertezza, di buona fattura. Venivano quindi serviti: buona insalata di mare con gamberi, polpo, seppie e cozze, delicatissima burrida con noci olio e aceto, mediocre pesce spada con cipolline e cetriolini, ottimo tonno con uva sultanina (consigliamo di abbondare maggiormente con tale condimento, per rendere il piatto ancora più appetitoso), carpaccio di salmone affumicato (per Jesus dal gusto un po’ troppo deciso) con pepe rosso e capperi, buoni polpetti alla diavola, per finire con un abbondante piatto di cozze marinate. Riguardo quest’ultima portata, dobbiamo distinguere il giudizio del Raschione Ettore da quello di Jesus, che ha trovato eccessivo l’utilizzo di olio d’oliva nel condimento.
 

La Marinella - Fregola con le arselle

La Marinella – Fregola con arselle

 

Meno marcato, tale eccesso si è palesato anche nella zuppa di cozze e arselle
– richiesta come supplemento agli antipasti- , risultata comunque complessivamente ottima e in grado, vista la consistenza qualitativa e quantitativa, di costituire di per sé un secondo, capace di soddisfare le ambizioni alimentari dei due esigenti Burricchi.
La scelta del primo piatto è stata condizionata dal desiderio del Raschione Ettore di consumare il suo piatto preferito: fregola con arselle; il vincolo imposto dal menù, di ordinare perlomeno due porzioni della pietanza, ha quindi indotto il misericordioso Jesus ad adeguarsi, nonostante non sia un particolare estimatore di questa specialità. Ad ogni modo, seppur visibilmente non artigianale, la fregola è risultata piuttosto buona, anche per effetto della eccellente qualità delle arselle.
 

La Marinella - Sebada al miele

La Marinella – Sebada al miele

 

Per la cronaca e per il piacere del Burriccu Sollai, registriamo agli atti che, in caso di libertà nella scelta, Jesus avrebbe optato per degli spaghetti alla bottarga («Ma itta seusu in ristoranti o da zia mia?», cit.)!
Meno positivo l’approccio ai dolci; dal non amplissimo ventaglio di proposte, Jesus optava per un semplice  sorbetto al limone (buono), mentre il raschione sceglieva di deliziarsi con una tradizionale sebada al miele, il cui condimento risultava però un dozzinale e poco brillante millefiori.
Conclusione del pasto con due caffè e un liquore alla liquirizia (poi rivelatosi l’”odiato” Animanera) per il Raschione.
Costo complessivo del pranzo 42€ cadauno, forse da ritenersi un 10% eccessivo rispetto alla qualità complessiva della cucina, ma adeguato data la comunque accattivante ubicazione.
Con la sua ambientazione particolare e pittoresca – che ha storicamente assunto la sua impronta e non sarebbe corretto pensare di cambiare -, il ristorante “La Marinella” è un luogo dove si può apprezzare una buona cucina, in un contesto suggestivo e al contempo poco impegnato. Dal nostro modesto punto di vista, inoltre, non sarebbe difficile, curando maggiormente alcuni dettagli nella preparazione dei piatti e nella scelta degli ingredienti, fare un grosso salto di qualità in cucina. Due Burricchi con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “La Marinella”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Marinella Indirizzo: Viale Golfo di Quartu 47, Quartu S.E. – CA
Telefono: 070810126    [mostra in google maps]

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lug 24 2011

Ristorante Da Monica e Ahmed – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Da Monica e Ahmed – Interno

 

Africa ipsa parens illa Sardiniae.

Due mari è un solo mare. Due soli è un solo sole. Divisi e uniti, distanti ma abbracciati, inconsapevolmente e silenziosamente, fin dalla origini dei tempi, nella storia. Civiltà “etterne”, che danno lustro e gloria al seme di un popolo cresciuto con l’ostinazione di se stesso, piegatosi solo alla forza e all’impazienza del proprio vento.
Da Cartagine all’Etruria, dalla Sardegna punica a quella romana, spazio c’è per ritrovare ancora, se ben le si cerca, le tracce del lontano comune passato; gli umani costumi, i profumi, le abitudini dei millenni andati di cui, violentemente e ingiustificatamente,  si è persa memoria.

Da Monica e Ahmed – Polpo Gamberi Salmone


Ed ecco perché si fa largo, nel veloce incedere di tre quasi inconsci burricchi, per il centrale Corso Vittorio Emanuele in Cagliari, un’improvvisa remota reminiscenza. Una subitanea consapevolezza, che prende il posto dei più disordinati ed affamati ainini pensieri, per tralignare verso una più profonda, intensa, apodittica semenza.
Varcando la soglia del ristorante “Da Monica e Ahmed”, si ha subito l’impressione di quello che sarebbe accaduto se la storia sarda avesse preso, ventidue secoli fà, una diversa ed emozionante piega.
Il locale è espressione, già a partire  dallo stesso nome – per proseguire nell’atmosfera e negli arredi – ,  del migliore esempio di riuscito effetto sincretico, tra la cultura e le abitudini culinarie nostrane e le atmosfere che si potrebbero vivere sull’altra sponda del mar Mediterraneo.
L’accogliente piccola sala del ristorante riesce a rivisitare la più classica architettura indigena, espressa con spesse pareti ed ampie arcate divisorie, con il felice abbandono alle più accese e solari colorazioni di stampo magrebino.
Splendidi narghilè, ricami da “mille e una notte”, stampe in tema saraceno, si accostano splendidamente a suppellettili ed arredi della tradizione locale, annichilendo nei fatti qualsiasi supposta antinomia culturale.

Da Monica e Ahmed – Seppiette Tonno Pesce spada


Ad accogliere amichevolmente gli ormai affamati – data l’ora, le 14.00 – Triumviri ufficiali in formazione tipo, Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu, è la padrona di casa del ristorante, la signora Monica, che si preoccupa anche in prima persona di servire i non numerosissimi clienti. Per dovere di cronaca e per onestà intellettuale nell’esercizio della nostra recensione, dobbiamo invero sottolineare come l’Ing.Marrocu – per l’occasione vestito con la divisa ufficiale da depositario della sicurezza e tranquillità aeroportuale – ben conosceva la signora Monica, tanto da essere da lei accolto con particolare empatia e trasporto; quest’ultima sembra essere, pur tuttavia, un’abitudine ben sperimentata del locale e, a parte alcune graziose signorine dall’accento francese, il resto degli avventori erano con tutta probabilità frequentatori abituali della sala. Questo in generale può di certo rappresentare un segnale di buon auspicio.

Pesce a scabecciu, Nero di seppia


Il cuoco del ristorante, Ahmed, è il responsabile e padrone della cucina, separata dalla sala principale da una sorta di elegante “rota degli esposti”, dal quale la signora Monica attinge le pietanze ordinate dai clienti.
A dispetto di quanto si possa pensare, nonostante le chiare origini nord-africane,  la cucina di Ahmed è strettamente orientata alle specialità sarde, cagliaritane in particolare, preparate  – possiamo di certo anticipare – con estrema cura e diligente ortodossia, occasionalmente declinata e valorizzata da influenze alimentari magrebine.
Dopo aver ordinato gli antipasti di mare e deciso che  il vino per il pranzo sarebbe stato l’ormai a voi noto bianco Igt Karmis, delle cantine Contini di Cabras, si sono velocemente presentate, al cospetto degli speranzosi burricchi, una lunga serie di deliziose, abbondanti ed a tratti originalissime pietanze: cubetti di salmone in salsina di olio e limone con ananas e amarene, polpo marinato, gamberetti in salsa piccante ai (presumiamo) peperoni, spettacolari seppiette alla crema di yogurt, tonno alla catalana con cipolle, zucchine e olive, pesce spada con noci e carote, tradizionale pesce a scabecciu, seppiette in umido al nero di seppia. Interminabili ed eccellenti!

Da Monica e Ahmed - Linguine all'Astice

Da Monica e Ahmed – Linguine all'Astice


Primo piatto. Nonostante l’esperienza abbia a Jesus insegnato, quanto sia difficile la preparazione di un piatto quale le “Linguine all’astice”, e come spesso ci si ritrovi di fronte ad un semplice accenno di crostaceo ad adornare la pietanza – come la stessa signora Monica ammetteva nel citare taluni colleghi ristoratori – i Triumviri si facevano tentare dall’altisonanza della portata, rassicurati ed entusiasmati dalla presentazione a tavola, dell’intero astice che sarebbe stato utilizzato per la preparazione successiva.
Il risultato, dobbiamo dirlo, è stato formidabile:  un sesquipedale vassoio di linguine, sufficienti a sfamare finanche sei commensali, abbondantemente condite da squisiti tranci di astice, chele comprese. Indiscutibilmente e non casualmente, superbe!

Da Monica e Ahmed - Dolcetti assortiti

Da Monica e Ahmed – Dolcetti assortiti


In virtù dell’estrema abbondanza delle linguine, che potevano benissimo servire da primo e secondo piatto, i tre non se la son sentita di proseguire oltre nella loro progressione alimentare.
Sono stati quindi sufficienti tre ottimi sorbetti al limone (preparati con spumante brut), e i dolcetti offerti dalla casa per concludere degnamente il pasto.
Appendice alla conclusione, gli immancabili caffè di rito, due liquori alla liquirizia per Ettore e l’Ing.Marrocu e una grappa barricata per Jesus, servita in un pittoresco bicchiere bi-becco.
Costo complessivo del pranzo, 35€ cadauno, da giudicare finanche inferiori alla qualità e all’abbondanza di quanto mangiato.

Indiscutibilmente “Da Monica e Ahmed”, è un ristorante adatto per ogni occasione: per una cena romantica, per un incontro conviviale, per passare una serata immersi in un ambiente cordiale e dal sapore esotico lontano. Certamente, ideale e irrinunciabile per chi è abituato a mangiar bene.


VALUTAZIONE “Da Monica e Ahmed”: Tre Burricchi.
Ristorante Da Monica e Ahmed Indirizzo: Corso V.Emanuele II 119, Cagliari
Telefono: 0706402045 [mostra in google maps]

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