ott
11
2014
Ispinigoli – Forno esterno
Il cuore del monte, dalle profondità della terra, sale a divorarti e malignarti. Il suo fiato è opprimente e diabolico, ma sa attirarti verso di lui e costringerti al sacrificio. Ti supplica di lanciarti nel suo abisso, di scivolare nelle sue viscere, di ammirare dal baratro un cielo fatto di tenebra, di pietra e di sudore eterno. Gradino dopo gradino, i sensi riescono ad avvertire il vagare umido di epoche remote. Ad ogni passo contiamo i millenni impiegati dal silenzio per costruire il suolo sotto i nostri piedi, ed è seducente pensare che abbiamo il potere di distruggere tutto in un istante; ed è insopportabile pensare che qualcun altro possa farlo al posto nostro. Capito questo, possiamo risalire a veder il sole di mezzogiorno. Sotto questo suolo la luce non ha senso: l’oscurità è l’unico regno che il freddo crudo delle gole sarde possa desiderare.
Ispinigoli – Terrazza
Lasciati dietro di noi e sotto di noi, il ventre della montagna e l’abisso delle vergini, possiamo dedicarci, in questa calda giornata di ferragosto, a quello per cui siamo più portati. Non certo esplorare le viscere della terra, né calarci alla ricerca dell’ignoto, anche perché sicuramente google l’avrà scoperto prima di noi. Scopri anche tu, caro lettore, cosa è realmente Ispinigoli, cosa rappresenta per questa Terra, quali poesie della natura e ancestrali leggende porta con se, prima ancora che qualche burriccu senza autorità possa narrartelo. Possiamo qui invece ammirare e farti ammirare le tinte dell’acquarello che ci circonda: le campagne e la rigogliosa vallata che si distende fino al mare. Il giorno che ti offre i suoi silenzi, i muggiti lontani di bestie al pascolo, l’odore pungente del letame misto all’aria tersa della sera, la notte che ti soffia in faccia e ti regala un inarrivabile desiderio di quiete e serenità.
Ispinigoli – Antipasti terra
Ispinigoli – Antipasti mare
Dopo la visita alla grotta di Ispinigoli, una nuova anomala comitiva predisponeva il proprio accomodo sulla terrazza dell’omonimo Hotel/Ristorante. Il giorno prima, affogato nei bagordi della Cala Gononone by Night, il Raschione Ettore era riuscito a trovare quattro posti ancora disponibili per il pranzo di ferragosto. Per sé, per Jesus, per La Donna del Presidente, e per la Cognata del Presidente, condividenti la medesima vacanza in Terra e mare di Barbagia. L’Hotel, come descritto è immerso nel verde, a pochi passi dalla famosa grotta carsica.
Ispinigoli – Ravioli di formaggio
Prima dell’accesso agli spazi dell’hotel, accoglie il visitatore una piccola costruzione in pietra, destinata alla cottura di maialetti e altri sfortunati oggetti/soggetti sacrificali. Non è invero del tutto gradevole l’impatto visivo con la reception, adiacente ad un piccolo bar collocato a ridosso del vestibolo d’ingresso.
Tutta la struttura ha un sapore un po’ retrò, stile anni ’80, e questo ha di certo un suo fascino. La vista che si gode dalle camere da letto (l’Hotel aveva ospitato la coppia presidenziale circa un anno fa, in occasione del matrimonio di un collega di Jesus) e dalla terrazza del ristorante, è ad ogni modo impagabile, tanto da rendere splendido qualsiasi frugale o mondano avvicinamento a questi luoghi.
Ispinigoli – Fregola alla pescatora
Arrivati al ristorante, dopo un brindisi di benvenuto (a base di cannonau DOC “Filieri” rosato della cantina “Dorgali”) con contestuale accaparramento di stuzzichini locali, veniamo fatti accomodare sulla terrazza, in uno nei posti più esclusivi della sala, a dispetto della prenotazione dell’ultimo minuto! Il personale di sala è piuttosto numeroso e, immaginiamo, parzialmente in forze giusto per l’evento ferragostano. Il servizio si rivelerà quindi piuttosto alla buona, ma sufficientemente puntuale ed attento. Il menù era fisso e vergato su una graziosa pergamena bianca, mentre i vini a disposizione dei Burricchi erano un Vermentino di Sardegna DOC “Isalle” e un Cannonau DOC “Vigna di Isalle”, entrambi della Cantina sociale di Dorgali.
Porcetto alla brace
Orata, calamari fritti
Il susseguirsi dei piatti ci ha consentito di sperimentare sapori riconducibili ad una cucina decisamente semplice ma di buona qualità, anche se (a parte una porzione di porceddu arrosto) più vicina a quella di costumanza nel pot-pourri campidanese, piuttosto che la tradizionale barbaricina. Gli antipasti si articolavano in una composizione dicotomica terra-mare: dapprima una selezione di salumi locali (prosciutto, coppa di maiale, salsiccia) con tomata, frue e nodino di formaggio, seguiti da un piatto composito con insalata di polpo con frutti di mare, gamberi olio e limone, barchetta con rana pescatrice alla catalana.
Semifreddo alle more
Macedonia di frutta
Primi piatti. Ravioli ripieni di formaggio e menta al sugo tradizionale, seguiti da una buona fregola allo scoglio con cozze calamari e gamberi. Secondi piatti: porceddu alla brace con patate arrosto, filetto di orata al profumo di erbe locali e calamari fritti. Anche se potrebbe non sembrare dalle foto, grazie ai continui bis e “richiamini” al tavolo, le quantità ingurgitate risultavano essere al minimo industriali, con saturazione raggiunta a circa 2/3 del pasto! Per finire, i dolci: semifreddo variegato alle more e macedonia di frutta fresca, con pesche, mela anguria, uva e banana (almeno mi sembra di ricordare). Ovviamente caffè e amari classici (Jesus ordinava una “Sprite”!). Costo complessivo del pranzo 46€ cadauno, tutto sommato congrui data la festività, la qualità, e il numero di portate.
Ambientazione splendida. Un po’ meno brillante è la cucina del ristorante “Ispinigoli”, che a nostro avviso, qualora non intendesse orientarsi più su un discorso di creatività e sperimentazione, dovrebbe dedicarsi maggiormente alle tradizioni culinarie indigene. Due burricchi con menzione speciale per la location.
VALUTAZIONE “Ispinigoli”: Due Burricchi con menzione speciale. |
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Ristorante Ispinigoli |
Indirizzo: Località Ispinigoli, Dorgali
Telefono: 078495268 [mostra in google maps]
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commenta | tags: amari, antipasti, banana, barchetta ripiena, brace, caffè, calamari fritti, cannonau doc, cantina, cantina sociale, catalana, chef, commenti, conto, coppa, costo, cozze, cucina, dessert, DOC, dolce, dorgali, erbe locali, filetto, filieri, formaggio, foto, fregola allo scoglio, frue, frutta fresca, frutti, gamberi, gamberi olio, giudizi, indirizzo, insalata, isalle, jesus, limone, macedonia, maiale, mappa, mare, marrocu, mela anguria, menta, menù, more, nodino, opinioni, orata, patate arrosto, pesche, piatto, polpo, porceddu, prezzo, primi piatti, profumo, prosciutto, qualità, Rana pescatrice, Raschione, ravioli ripieni, recensione, ristorante, rosato, salsiccia, salumi locali, sardegna, secondi piatti, secondo, seguiti, semifreddo variegato, sugo tradizionale, telefono, tomata, uva, Valutazione, vermentino, vigna, vino
mar
22
2014
Casablanca – Interno
Suonala ancora Jesus, suonala mentre passa il tuo tempo.
Questa è una canzone che sa già di profumi e di sapori d’Oriente ma, come un sogno beffardo che ratto svanisce, ti schiaffeggia con la realtà di ogni giorno, coi colori sbiaditi delle tue primavere, con la puzza dei tuoi vestiti, con la monotonia delle tue abitudini, con le tue discutibili frequentazioni che ogni fine settimana si manifestano per l’irrinunciabile rito pagano consumato sotto l’altare della buona tavola, che tu e i tuoi sacerdoti celebrate con gaudiosa e impegnata liturgia, senza mai risparmiarvi, senza mai veramente pensare al domani… Forse.
Casablanca – Ostriche S.Teodoro
Le discutibili frequentazioni di Jesus, probabilmente avrete già intuito, sono il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, anch’essi prosperi e devoti sacerdoti della liturgia del Donkey Challenge, nel bene e nel male fedeli alla linea dell’opulenza da una parte, e dell’impegno incivile verso il lettore dall’altra, sempre quest’ultimo avido e insaziabile sperimentatore (virtuale) dell’offerta culinaria della Sardegna, dipinta e illuminata dal “lavoro” instancabile di tre navigati burricchi, che si ritrovano qui anche quest’oggi per informarvi, stimolarvi, indirizzarvi una volta di più, verso la gioia.
Ali di razza
Nasello ai ricci
Compagno d’avventura, per la seconda volta nella storia di questo blog, è il Burriccu Loi, Ingegnere operativo, nonché pittoresco personaggio della multiforme galassia asinina, anacronistico hippie nato con quarant’anni di ritardo, profondo estimatore di qualsiasi bizzarria alimentare, promotore di impareggiabili insegnamenti quale «dovremmo basare la nostra economia sulla Felicità Interna Lorda», «le carte di credito non mi servono», «l’agnello lo mangio volentieri, ma non terrò mai un animale morto nel mio frigo», prossimo cittadino del Bhutan e attuale temporaneo cittadino del Sol Levante, motivo per il quale potremo dire di lui qualsiasi amenità che tanto non ci sente (e soprattutto non ci legge).
Casablanca – Antipasti di mare I
E’ proprio il Burriccu Loi a indirizzare privatamente il Triumvirato verso quest’ultima non comune destinazione, che non molti hanno avuto il privilegio di conoscere e frequentare in quel della Via San Lucifero, in Cagliari. L’accesso non è pubblico ma riservato, previa richiesta telefonica, sulla falsariga dei numerosi circoli privati della città. E così il buon Ing.Loi, riuscendo chissaccome a reperire il prezioso numero di telefono, si faceva organizzatore della serata, poi coordinata nei tempi e nei modi dal Raschione Ettore.
Casablanca – Antipasti di mare II
Al nostro arrivo ci si fa incontro il padrone di casa, un gentile quanto austero omaccione canuto, dalle fattezze e dai modi a cavallo tra Dario Fo e il nonno di Heidi. Superato un breve vestibolo (quasi una anticamera) ci immettiamo nell’unica sala da pranzo, un breve corridoio che si estende dall’ingresso fino ad un piccolo bancone ad angolo, da dove il proprietario supervisiona i tavoli degli avventori. I tavoli stessi, sono disposti lateralmente a ridosso delle pareti, caratterizzate, per la parte basale da comuni piastrelle brune e, superiormente, da una bella vernice verde che richiama il colore del sovra-tovagliame.
Abbondanti le stampe e i suppellettili il cui tema generale, a dire la verità, ricorda più la Spagna che il Marocco, ma l’effetto è comunque accattivante e caratteristico.
Casablanca – Cartoccio di gamberi e asparagi
Arriva in orario secondo la sua tabella di marcia l’Ing. Marrocu, comunque un quarto d’ora dopo i tre colleghi, che nel frattempo avevano ingannato il tempo visitando un cantiere non a norma allestito dall’Ing.Loi nella zona, per poi accomodarsi cinque minuti prima che appunto arrivasse l’ultimo commensale. Oltre che il padrone di casa, il servizio è ben tenuto da due più giovani camerieri. Il menù è fissato da un canovaccio generale e quindi non abbiamo bisogno di meditare, ma ci proponiamo semplicemente di seguire il vento e de ci pappai tottu quello che arriva, tra l’altro come da nostra abitudine. Scegliamo però il vino bianco: DOCG “Canayli” del 2013 – Cantina Gallura -, dal gusto e dalla freschezza di un ottimo vino novello.
Casablanca – Astice
Diciamo subito che, per quanto ci riguarda, è stata notevole la sequenza di antipasti del Casablanca, in termini di qualità, quantità (dodici portate) e fantasia, con almeno tre quarti delle pietanze di non comune composizione: non particolarmente sofisticate o scenograficamente presentate, ma di certo ottimamente cucinate.
Si iniziava con un plateau di gustosissime ostriche di S.Teodoro, per poi proseguire con capesante e cozze gratinate, meno brillanti ali di razza marinate al limone, saporitissima insalata di tonno e fagiolini cannellini, e con uno spettacolare piatto di pesce nasello condito con ricci di mare. Superbe!
Casablanca – Frittura di calamari
La linea mediana degli antipasti veniva superata da un insolito e delizioso pulpo alla gallega (polpo alla galiziana, in accordo con il tema dell’ambientazione, tanto che ipotizziamo che lo chef in cucina, abbia avuto dei trascorsi nei ristoranti in terra iberica) con peperoncino e cipolle, per poi continuare con gattuccio di mare in agrodolce (scabecciu), insalata di seppie e carciofi, rana pescatrice con funghi cardoncelli, un incredibile carciofo ripieno di polpa di gamberi, per concludere con squisito cartoccio di gamberi e asparagi. Decisamente, chapeau!
Linguine ai ricci
Il pasto non proseguiva, come potevamo aspettarci, con un “primo piatto”, ma invero con un secondo che farà (scopriremo poi) le veci di un primo: veramente succulento astice in insalata – cottura perfetta e retrogusto di mare ben presente – accompagnato da una deliziosa salsina, probabilmente olio e interiora dello stesso crostaceo. Il gusto dell’astice veniva poi supportato da una frittura di calamari di buona fattura che però, a quel punto della serata, in considerazione della pienezza dei nostri stomaci, risultava abbastanza accessoria.
Fragole e limone
Pensando che la cena potesse qui terminare, ci ha stupito non poco la proposta indecente del titolare: «terminiamo con uno spaghettino?» che richiama più alla tradizione tutta romanesca del “digestivo”, piuttosto che alle abitudini indigene.
Ad ogni modo, forse perché strapieni, quest’ultimo piatto non risulterà all’altezza dei precedenti: linguine che sembravano condite con pochi ricci e con il sugo del ragù. Semplice e discreto, invece, il dessert che è seguito: ciotola di fragole condite con limone.
La cena si concludeva quindi senza amari e con due semplici caffè per Jesus e Loi.
Costo complessivo 37 euro, da considerarsi adeguati e finanche inferiore alla qualità e quantità di quanto mangiato.
Il Casablanca è un locale carino e pittoresco, caratterizzato da una cucina semplice ma gustosa, con piatti originali e con qualche contaminazione extra-cagliaritana. Non adatto per un primo appuntamento, ma di certo accogliente e piacevole per una serata con gli amici all’insegna della buona tavola. Tre burricchi con menzione speciale per l’abbondanza.
VALUTAZIONE “Casablanca”: Tre Burricchi con menzione speciale. |
Ristorante Casablanca |
Indirizzo: Via S.Lucifero, Cagliari
Telefono: Non disponibile [mostra in google maps]
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commenta | tags: agrodolce, Ali, alla Gallega”, amari, antipasti di mare, antipasti primi, asparagi, astice, caffè, caffè per Jesus, cagliari, calamari, calamari fritti, canayli, cantina, capesante, carciofi, Carciofo ripieno, cartoccio, casablanca, chef, cipolle, commenti, cozze, cucina, dessert, docg, fagioli cannellini, fragole, funghi cardoncelli, gallura, gamberi, gambero, gattuccio, gratinate, indirizzo, insalata, limone, Loi, Lunguine, mappa, marocco, Nasello, opinioni, ostriche, peperoncino, polpa, polpo, prezzo, qualità, Rana pescatrice, razza, recensione, ricci, riccio, ristorante, s teodoro, San Teodoro, sardegna, scabbecciu, seppie, spagna, telefono, tonno, valutazioni, via san lucifero, vino bianco, zucchero
mag
19
2013
Achille – Interno
Cantami o diva dell’abile Achille,
la mano virtuosa che infinite addusse
delizie ai somari, molte anzi tempo al brio, generose consegnò menti di eroi,
e agli effetti del superbo nettare
i loro corpi abbandonò (così di Jesus l’alto consiglio si adempìa), nonostante
primamente disgiunse aspra contesa
il dissidente Ingegnere e il divo Ettore.
Dopo aver superato oltre centosessanta prove impegnative, prima o poi per il prode Ettore sarebbe dovuto arrivare l’epico duello con lo Javier Zanetti della cucina, l’invincibile (o quasi) Achille, sebbene le previsioni storicamente non sorridano al burricu in questione.
Achille – Battitura di gamberi
Così, per una volta di domenica, il 19 maggio, in quella che un tempo era la più grande isola dell’arcipelago del Sulcis, prima di essere collegata artificialmente alla terra madre, una numerosa comitiva di somari e tre gentili signore, distribuiti secondo criteri poco sostenibili, grazie ai capricci di taluni indisciplinati elementi, convergeva nella centrale via Nazionale, dopo un viaggio di quasi cento chilometri, di fronte all’Hotel Moderno. La struttura ospita il locale in cui si sarebbe celebrerata l’ennesima liturgia settimanale degli eccessi della tavola, il ristorante Da Achille. L’evento può vantare un cast d’eccezione: Triumvirato titolare, il burriccu Sollai e i burricchi Raffaele, Alessandro, Kikko, felicemente accompagnati.
Achille – Antipasti di mare
Il locale si presenta come un unico spazio molto ampio, con la copertura a semi volta a botte molto simile a quelle di alcuni impianti sportivi, impreziosita da travi a vista alle quali sono appesi pratiche ventole in acciaio capaci di dare sollievo durante i periodi più caldi, mentre una ragnatela di tiranti irrobustisce il tutto. L’intera struttura è rivestita in legno, ed illuminata a giorno da due pareti di finestre che assicurano, tra l’altro, un buon ricambio dell’aria. Un lato della sala è dominato da un elegante bancone del bar in cui sono alloggiate in bella vista le etichette più prestigiose della generosa cantina. Sul lato dell’ingresso, oltre l’accesso ai servizi un disimpegno colorato separa la zona delle cucine dal resto dell’ambiente. Complessivamente la sala ospita meno di cinquanta coperti. Una prima lode va alla disponibilità del gestore che, grazie ad accordi telefonici, ha aperto la cucina, normalmente a riposo la domenica per pranzo, offrendoci di degustare un menu a sorpresa.
Tempura gamberi verdure
Il servizio, cortese e disponibile è assicurato da due giovani camerieri. Il percorso gastronomico sarà accompagnato da ottimo DOC Cala Silente della Cantina di Santadi, dopo un felice inizio con dell’eccellente Franciacorta Brut DOCG Barone di Erbusco servito come aperitivo. Si parte (ndr.: da questo punto in poi la cronaca è affidata al Burriccu Taras) con la proposta di pane artigianale, ottimi grissini alla semola, fragranti e croccanti a dovere, accompagnati da un croccantissimo e delicato pane crasau, dei bocconcini di pane integrale, e fogliette di pane all’olio: si denota subito l’ottimo registro della mano in cucina.
Primo stuzzico servitoci direttamente su un piatto d’ardesia, battuto di gambero con cipollotti, germogli di crescione e cialdina di pane profumato. fenomenale amalgama di sapori; dalla dolce carnosità dei gamberi alla nota fresca e profumata dei germogli di crescione, spezzata dalla sottile croccantezza del crostino di pane. Procediamo con una composizione di tre delizie al piatto, tonno morbidissimo ed estremamente saporito adagiato su lamelle di pomodoro guarnito infine con piccole falde di cipolle rosse marinate. Grande tecnica applicata ad una eccellente materia prima, voto 10 talmente buono da aver chiesto un richiamo della portata prima di averla fatta sparire dal piatto.
Achille – Calamarata
Linguine ragù di tonno
In accompagnamento al suddetto capolavoro, polpo croccante arrostito servito con ottime e cremose patate e pinoli tostati, pesce spada affumicato su germogli, con brochette di pane, pomodoro confit e fiore di cappero. Fresco, carnoso, delicato, e sentore di fumo molto equilibrato. Ultimo protagonista della seconda portata di antipasti, scampi e gamberi su crema di ceci. splendida materia prima accompagnata da una crema di ceci saporita, liscia e per nulla invadente, ma complementare al sapore iodato dei crostacei. A seguire poi una entusiasmante tempura di gamberi e verdure: GamberONE (Veramente Over size) melanzane, zucchine, peperoni e asparagi; voto 10, punto. Asciutta, dorata, croccante, delicata, saporita, e per nulla intrisa d’olio: chapeau!
Achille – Tonno scottato con erbette e asparagi
Sull’onda di questo exploit di antipasti ci vengono prospettati i primi piatti: fregola con ragù di pesce, Calamarata al ragù di cernia e zafferano, o linguine al ragù di tonno, la nostra scelta ricade sull’accoppiata calamarata/linguine. Cotture al top, al dente, da manuale. Mantecatura perfetta di entrambi i formati. Qualche piccolo appunto viene formulato dal rompipalle di turno (leggasi Jesus) in merito ad un eccesso di asprezza/acidità sul condimento della calamarata, e ad un eccessivo condimento delle linguine, (a chini d’olli cotta e a chini d’olli crua). Restiamo comunque nella parte alta della classifica, ma lievemente sotto gli antipasti.
Achille – Trancio di cernia
Veniamo informati sulla disponibilità dei secondi di pesce, che verranno serviti in formato di assaggi solo ai sei elementi dotati di compattatore/tritarifiuti/betoniera al posto dell’apparato digerente. Vengono presentati: tonno scottato servito con erbette e asparagi su crema di topinambur, magistrale esecuzione, e perfette le temperature e le consistenze, dalla morbidezza del tonno, alla fragranza degli asparagi, dal profumo delle erbette, alla delicatezza della crema di topinambur. Segue un trancio (chiamare trancio un cubo di pesce di 7x7x7 di lato è riduttivo) di cernia con guazzetto di delicati e sugosi pomodorini, pinoli, e saporiti capperi. C’è poco da aggiungere, siamo nel regno di uno chef che il pesce lo sa lavorare, e bene.. Secondi squartarati!
Achille – Tortino al cioccolato, Gelato di vaniglia
Ci accingiamo ad affrontare la parte finale del pranzo, quella più dolce, a cui aspiravano maggiormente i quattro commensali in standby. Di legno! abbiamo mangiato i dolci sufficienti a sfamare il triplo dei commensali seduti al nostro tavolo. Dalla cucina arrivano a ruota continua: cremosa gianduia in crosta di frutta secca (nocciole e pistacchi) servita su una zuppetta di ciliegie al carignano, cannoli (croccantissimi, friabili e delicati) farciti con spuma di ricotta di pecora e adagiati su insalata di fragoline croccanti e saporite, e per ultimo tortino caldo di cioccolato fondente e gelato alla vaniglia con fragole, accompagnato come da previsione, da un bis di cannoli di ricotta, all’unanimità definiti essaggerausu!! Durante questa degustazione di stupendi dessert abbiamo di tanto in tanto inumidito il gargarozzo con l’ormai conosciutissimo e ottimo Angialis, Nasco passito delle cantine Argiolas.
Achille – Crema di gianduia
Achille – Cannoli alla ricotta
Terminiamo come di consueto la ciccionata con elegantissimi caffè, Rum Diplomatico, e assaggio di Rum Nation Peruviano, oltre all’ormai rinomata e grezza Sprite per il burriccu Sollai, (cidda fadeusu da figura). Totale della ciccionata €65,00 cadaburriccu, a mio modesto parere almeno un 15% al di sotto del dovuto, ma giustamente arrotondato in mancia per la magnifica esperienza.
In conclusione: tra le tante soluzione possibili nel nostro hinterland si è scelto un locale a 100 km di distanza per la ***esima ciccionata ufficiale, che si è dimostrato disponibile nell’accoglierci a pranzo, e aprire il ristorante nell’unico turno di riposo settimanale (sarebbe stato lo stesso per qualche ristorante casteddaio? non creu propriu) per accontentare una comitiva di sazzagoni quali noi siamo. A parte qualche piccolo fastidio per alcuni commensali in fatto di temperatura (leggasi cagaca**o Marrocu e Jesus) e le improbabili teorie su dragoncello e controventature (Marrocu 2.0), possiamo assolutamente parlare di un pranzo fuori dal comune, e il giudizio non può che essere uno ed uno solo: cinque burricchi!
P.S. Dov’è la Stella Michelin di Achille? (Fine cronaca del Burriccu Taras, ndr.)
Ringraziando il burriccu chef per la minuziosa e gradevole descrizione degli eventi, in parziale disaccordo con una proposta di valutazione che, per coerenza storica, presupporrebbe una pressochè assenza di sfumature per quanto riguarda gli elementi ambientazione, cucina, servizio, sebbene mi trovi in completo accordo per l’eccellenza dei piatti, riteniamo che il servizio, comunque ottimo, abbia risentito dell’apertura straordinaria e conseguentemente del ridotto numero degli interpreti per potersi considerare impeccabile; in queste circostanze non possiamo attribuire una valutazione superiore ai quattro burricchi con menzione speciale per l’incredibile cucina.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i nostri ospiti ormai abituali e le gentili signore per la piacevole compagnia.
VALUTAZIONE “Da Achille”: Quattro Burricchi con menzione speciale. |
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Catering Da Achille |
Indirizzo: Via Nazionale 82, Sant’Antioco Telefono: 078183105 [mostra in google maps]
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1 commento | tags: angialis, antipasti, aperitivo, ardesia, argiolas, asparagi, Barone di Erbusco, battitura, bosco, brut, cala silente, calamarata, cannoli, cantine di santadi, capperi, cernia, chef, ciliegie, cioccolato fondente, cipollotti, commenti, confit, costo, crema, crescione, crostini, crostino, crudo, cucina sarda, cuore morbido, da achille, dessert, diplomatico, docg, dolce, erbette, fragola, fragole, Franciacorta, frutti, gamberi, gambero crudo polpo, gelato, germogli, gianduia, granella, grissini, in vassoio, indirizzo, la ricotta, la vaniglia, linguine, mappa, melanzane, menù, Nation peruano, nocciola, opinioni, pane, pane carasau, passito, patate, pinoli, pistacchi, pistacchi serviti, pomodorini, pomodorino, prezzo, primi, qualità, ragù, Rana pescatrice, recensione, ristorante, rum, sant’antioco, sardegna, scampo, scottato, secondi, spumate, telefono, tempura, tonno, tonno affumicato, tortino, trancio, Valutazione, vino, zucchine
mag
5
2013
Da Renzo – Interno
Quel burriccu sullo stagno di Cabras, che arriva a mezzogiorno tra due carroghe non interrotte da insulti, tutte a «gira qui» o «rallenta», a seconda dello sporgere del gomito dal finestrino, o del rientrare di questo, vien quasi a un tratto, tra un campo di carciofi a destra e il Tirso dall’altra parte; e il ponte della 131, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile al deretano le proprie buche, e segni il punto in cui l’asfalto cessa e il Raschione – ancorato ai sedili di dietro – inizia a ripigliar colore mentre l’Ingegner Marrocu, allontanandosi di nuovo dall’arrivo, lancia via il navigatore, e lascia il fato distendersi e condurli verso una nuova fantastica destinazione.
Da Renzo – Antipasti
Sabato mattina. Dopo una settimana di delittuose ed insensate vicissitudini, il Triumvirato si ritrova congiunto e compatto, pronto ad affrontare una nuova sfida culinaria, che avrebbe condotto i burricchi ben oltre i confini del cagliaritano, fin addentro il fascino naturalistico della bassa valle del Tirso. Sfreccia la 150cv sulla “SS.131″, alla guida della quale l’auriga Jesus viene più volte incomprensibilmente richiamato alla tutela della incolumità altrui. Al suo fianco l’Ingegner Marrocu – prendendo spunto dai decennali (ventennali, trentennali) lavori mai completati sulla strada – rispolvera il suo discorso di investitura politica, che contrappone le viziose consuetudini locali alla riconosciuta efficienza teutonica. D’altro canto il Raschione Ettore, alloggiato posteriormente, prova ad attutire come può gli effetti delle sospensioni rigide e cerca di metabolizzare lo spavento cagionato da l’Ingegnere che, occultando inizialmente la sua presenza sulla autovettura, si era manifestato improvvisamente alle sue spalle, per poi prendere possesso del più comodo sedile anteriore.
Insalata di Polpo
Calamari in agrodolce
Dopo circa un’ora di viaggio e un breve pellegrinare tra svincoli, incomprensibili segnaletiche, e rotonde non contemplate dalle mappe dei loro dispositivi elettronici, i Burricchi raggiungono infine la grossa pietra di calcare grezzo, su cui è scolpito il nome del ristorante che li avrebbe accolti: “Da Renzo”, in quel di Siamaggiore nei pressi di Oristano. Dopo l’ennesima discussione su quale lato del parcheggio dover scegliere, Jesus si accomoda sotto l’ombra degli alberi.
Dinanzi a loro, superata una solida cancellata di ferro nero, si presenta un ben tenuto prato inglese, al cospetto del quale si erge una villa, presumibilmente edificata negli anni ’70, piuttosto sobria nello stile e nelle dimensioni. Dopo poco, ci si rende conto che la villa è in realtà il cuore germinale di una struttura che, con il passare delle stagioni, è andata via via ampliandosi, in modo particolare in direzione Sud-Est dove, in ideale raccordo rispetto all’ossatura originale, si estendono le più moderne mura di una sesquipedale sala da pranzo.
Cartocci di fritto misto
Cruditè di cozze e ostriche
Al suo interno quest’ultima, si presenta come un interminato giardino coperto, sormontato da una gigantesca intelaiatura lignea, priva di qualsivoglia sostegno strutturale intermedio che possa interrompere la prorompente continuità degli spazi. La superficie, viene invero occasionalmente conquistata dalle radici e dal fusto di piante di ciliegio in fiore, di nespoli e (immaginiamo) di ficus, che sovrastano i tavoli e le sedie color del cielo, mentre le pareti tutt’attorno – che si alternano a vetrate di discutibile fattura – richiamano in maniera inequivocabile il contrasto cromatico del torrone alle nocciole, il cui motivo viene insistentemente riproposto nelle rifiniture esterne. Sul lato sud della sala, oltre che alla estesa zona barbecue a vista, si può apprezzare una imponente apertura di vetri colorati che, pur indirizzando il pensiero verso un moderno spazio di culto, risulta essenziale nel conferire a tutto l’ambiente il giusto grado di luminosità naturale. Ottimo e ben integrato nella copertura il poderoso impianto di condizionamento, mentre non capiamo francamente il tema musicale anni ’90 proposto e diffuso nell’aere.
Addentrandosi oltre la sala, ci si può imbattere nella zona relax del complesso, composta da prato inglese, vari gazebo, divani e dormeuse, una elegante piscina e le suite per gli ospiti. Interessante la presenza decorativa di una curiosa imbarcazione, poi accertata come proveniente dalla Tanzania, inizialmente riconosciuta da Jesus come rudere locale tra la scomposta e inopportuna ilarità generale.
Da Renzo – Lorighittas all’astice
Il personale di servizio e la cucina, hanno di certo l’impostazione e le tempistiche necessarie per soddisfare, con metodica organizzazione, un grande numero di avventori (la struttura è in grado di gestire 600 coperti, cerimonie e convegni), ma nell’occasione dobbiamo registrare che l’ottimo lavoro della esperta maître non veniva impeccabilmente supportato dagli altri camerieri, i quali ci sono apparsi ben più superficiali ed apatici. A farne le spese, ad esempio, la rituale teatralità dell’assaggio del vino, negata all’Ing.Marrocu dopo una ben ponderata analisi della carta delle etichette, interamente referente e dedicata alle produzioni autoctone. Ad ogni modo, la scelta è ricaduta, in esordio, su un ottimo Vermentino di Gallura DOCG “Vigna ‘Ngena” Capichera (premiato con 2 bicchieri gambero rosso) per poi mutare verso un sublime “Tuvaoes” DOC delle aziende vinicole Cherchi.
Fregola pesto e pescatrice
Fregola ai crostacei
Durante la contrattazione del nostro percorso culinario, la intraprendente maître ci racconta brevemente la storia e i meriti del “Da Renzo”, primo ristorante ad aver lanciato i prodotti della cantina Argiolas, in particolare il “Costamolino”, non essendo probabilmente consapevole di interloquire con l’incarnazione della sua stessa nemesi. Altrettanto lodevole pare la riscoperta, in tempi non sospetti, di tradizioni culinarie dimenticate, come l’utilizzo delle “Lorighittas” o della fregola sarda, con tanto di deposito di un marchio commerciale ad hoc. Ad ogni buon conto i tre, consapevoli della nomea e dei pregi del ristorante, cercavano subito di far mutare quella che doveva essere una «piccola degustazione» di antipasti (obbligatoriamente di mare) in una «grande degustazione» con integrazioni ed aggiunte varie. A seguire, richiedevano gli inevitabili primi piatti con subitanea prelazione di un secondo, ancora da definire. Nonostante facessero capolino nel menù alcuni inquietanti asterischi tutelativi, venivamo rassicurati sul fatto che tutti i prodotti erano freschissimi, in particolar modo i crostacei, che potevamo facilmente individuare, dimenarsi nel grande acquario in fondo alla sala.
Da Renzo – Grigliata
In effetti la cucina del “Da Renzo” non è sofisticata o tralignante le tradizioni povere della zona ma, basata su materie prime di altissimo livello, visita ed individua accostamenti di sapori che ci sono apparsi deliziosi nella loro semplicità, a partire dalle ottime bruschette di pane carasau con olio d’oliva autoctono, e da un pre-antipasto costituito da filetti di alice su letto di pomodoro e basilico, e condimento di olio extravergine. Il profumo e il sapore del basilico della casa, ci è rimasto impresso fino alla fine del pranzo.
Gli antipasti sono poi proseguiti con: impressionate carpaccio di tonno (quasi impalpabile al tatto, ma intensissimo al gusto) con capperi e fragole; insalata di polpo con patate, rucola e prezzemolo; ottimi cubetti di pesce spada su crema di peperoni e spolverata di bottarga; insalata di gamberi, rucola, cavolfiore e cardi selvatici; sublimi calamari in agrodolce con olio e cipolle; vigorosa cruditè di cozze e ostriche di Arborea; gustosissimi cartocci di fritto misto con gamberi, murena e mangiatutto.
Da Renzo – Dessert
L’unico incidente, dal punto di vista della cucina, per il “Da Renzo”, lo dobbiamo registrare per uno dei primi piatti. Infatti, mentre non possiamo esimerci dal qualificare come straordinarie la fregola “Corona” ai crostacei di Jesus (verosimilmente gamberi e aragostelle) con pomodoro e prezzemolo, e quella al pesto e rana pescatrice del Raschione, dobbiamo pur rilevare come l’esigente Ing.Marrocu abbia denunciato un eccesso di acidità e di rosolamento dell’aglio nelle sue lorighittas all’astice, tanto da ingenerare il subitaneo intervento della maître, con conseguente replicazione del piatto; quest’ultimo, invero, veniva presentato, in seconda istanza, in composizione impeccabile, e quindi condiviso nelle ceramiche degli altri commensali dalle quali, nel frattempo, l’ingegnere aveva famelicamente attinto. Un cantuccio v’era rimasto, negli allenati stomachi dei Burricchi, per un secondo piatto, nella fattispecie una piccola grigliata di seppie e calamari, cotti alla perfezione nel barbecue. Infine i dessert: coppa di fragole di stagione, zucchero e limone, condita da foglioline di menta per l’Ing. Marrocu; imperiale crema catalana – l’ing.Marrocu dopo averla assaggiata dichiarava di non averne mai gustata una così buona, nonostante non fosse preparata sul momento dato il cuore sensibilmente freddo – per Jesus; coppa di tiramisù per il Raschione. Oltre ai dolci comandati, ci è stato offerto un assortimento di dolcetti sardi, composto da amaretti di mandorle, dolce gattò, gueffus, bianchini e pabassinas. Il pranzo si concludeva quindi con dei caffè e un Rum “Santiago de Cuba” extra anejo, invecchiato 20 anni per il Raschione. Costo finale dell’operazione: 76 euro cadauno – integrati a 80 – che riteniamo adeguati in relazione alla qualità della cucina e delle bottiglie di vino tracannate, un po’ di meno in riferimento al servizio, non sistematicamente di altissimo livello (ad esempio, sul finale, nel difetto di non suggerire esplicitamente un vino passito per un giusto accompagnamento dei dolci).
Per dovere di cronaca, registriamo la personale iniziativa dell’Ing.Marrocu di voler contribuire istantaneamente e in solido al costo dei viaggio a favore di Jesus, mentre non dubitiamo che il Raschione – depositario dell’IBAN del suddetto – provveda al medesimo buon costume, seppure stimolato e con qualche giorno di dilazione.
Il Ristorante “Da Renzo” è una splendida realtà polivalente, collocata nell’incanto della valle del Tirso che, oltre a spendersi in maniera impeccabile nell’organizzazione di cerimonie ed eventi, offre all’avventore un sicuro punto di riferimento in ordine alla migliore espressione della ristorazione isolana. Eccellente la qualità della cucina, mentre sono da accordare alcuni aspetti del servizio, cosa che comunque non compromette l’attribuzione di un giudizio sintetico di elevato prestigio: quattro burricchi, meno meno.
VALUTAZIONE “Da Renzo”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Da Renzo |
Indirizzo: S.S.131 Km 99, Siamaggiore – OR
Telefono: 3355294141 [mostra in google maps]
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feb
24
2013
Milestone – Interno
Quanti pochi passi percorre un cavallo al galoppo, lanciato sulla strada che porta alla cima del monte. E se tanti passi occorrono per raggiungere una pietra miliare, e poi un’altra e dopo un’altra ancora, se ogni pietra è lo scandire di una passione, perché precipitarsi così rapidamente alla meta, per assaggiare solo brevi ed impercettibili istanti di tutto questo? Capite allora perché su cuaddu (ti seduca) che è fiamma che brucia un secondo, tanto invidia al fioco lume del burriccu, che per infiniti lampi, lungo la Via vi accompagna. Prese le bisacce e sellato su molenti, i Triumviri s’incamminano lungo l’irta mulattiera. Raggiunta la collina, seduti sul bordo della strada, ora vi canteranno la loro nuova avventura.
Milestone Antipasti
Non saranno tre soli i burricchi, che per quest’ultima peripezia si arrampicheranno in quel di Castello, per portare omaggio a un nuovo e suggestivo altare della ristorazione cagliaritana.
Uno solo sarà però il menestrello che ve ne canterà racconto. Questo menestrello, solo brevemente accennerà a come nuovamente la responsabilità del componimanto sia stata a lui – nonostante la folta combriccola di musicanti – affidata. Oltretutto, in questa circostanza, non potrà contare sull’assistenza del Raschione Ettore («sono incasinato») che ha provveduto a inviare via whatsapp la vera natura dei suoi casini: un piatto di granchietti marinati e una coppa di polpa di ricci di mare accompagnata da pane carasau! Jesus quindi, per protesta, già preannuncia una sua pausa letteraria per la prossima ciccionata. Se non salterà fuori qualche autore di buona volontà, il Donkey challenge si fermerà per una settimana!
Milestone – Pettini di mare
Venerdì sera. Jesus e il Raschione, in maniera piuttosto anomala per le loro abitudini, scelgono di convergere, con differenti strumenti di locomozione, ad un medesimo punto di incontro. Passeggiando poi in quel di “Castello”, incrociano il terzo Triumviro ufficiale, l’Ing. Marrocu, che li seguirà verso la destinazione finale, il ristorante “Milestone”, nella caratteristica Via Corte d’Appello, in Cagliari. Lì di fronte, in netto anticipo rispetto all’orario stabilito, il Burriccu Sollai e lo chef Taras pazientemente aspettano l’arrivo dei loro prossimi commensali. All’appello mancavano ancora l’avvocato Pisano e il Burriccu Orione, la cui abitazione non dista più di poche decine di metri dal locale. Alle 21 esatte, ignorando i burricchi ritardatari, la comitiva varcava la soglia d’ingresso del ristorante.
Milestone – Ricotta mustia, Fainè di ceci
L’interno del “Milestone” riprende il bel tema rustico medioevale di molti locali di Castello. Articolato in vari piccoli ambienti e nicchie, intervallati da brevi dislivelli, si presenta con pareti in roccia viva, lampadari in metallo, arredi minimalisti di discreta e sobria eleganza. L’ampio vestibolo di ingresso accoglie la zona di preparazione delle pizze, mentre risultano più fuori dal contesto le ampie vetrine affacciate sulla Via, che troppo rapidamente riconducono l’impronta estetica, sotto una luce più lineare e moderna.
Presto congiuntisi ai due meno puntuali Burricchi, i membri della conventicola si accomodano in uno spazioso tavolo della sala laterale. Poco più tardi, raggiunti da maître e titolare, possono prendere visione del menù, per poi subitamente deliziarsi con uno spumante di benvenuto (rosè di Valdobbiadene), accompagnato da un pre-antipasto composto da ottime bruschette alla crema di gorgonzola e noci, con spolverata di semi di papavero.
Milestone Primi piatti
Dopo qualche tentennamento, viene scelto il vino che ci accompagnerà durante la serata: Vermentino di Sardegna DOC “Cala Silente” della cantina “Santadi”, ottimo e rapidamente tracannato, anche se servito (l’Ing.Marrocu ha avuto occasione di segnalarlo platealmente alla cameriera durante il rituale dell’assaggio) leggermente troppo caldo rispetto alla temperatura ideale. Oltre che questo e altri difetti di tempistica nel servizio, dobbiamo registrare, durante la serata, un grave deficit di disponibilità delle toilette per un improvviso – ci è stato comunicato – problema idraulico. Nonostante la responsabilità non possa essere attribuita colpevolmente all’efficenza del ristorante, non possiamo non sottolineare il progredire del nostro malessere («tengu sa vescica cummenti una zampogna») durante l’incedere di cena e, soprattutto, delle bevande assorbite. Culmine di questa afflizione, è stata la sfida lanciata dallo chef Taras, di fronte a una “0.30” chiara: «Scommetto che riesco a berla in meno di quattro secondi». La registrazione video-magnetica della prova verrà pubblicata a tempo debito.
Milestone – Pizza nero di seppia rucola gamberi
Oltre ai crostini di benvenuto, l’assaggio di antipasti che proponeva il menù, si concentrava su quattro portate assolutamente originali, gustose e, nel complesso, ottimamente preparate: buonissimi pettini di mare (capesante) con caviale di melanzana e crema di peperone rosso; bresaola con rucola e salsa di capino francese; tonno affumicato al pepe rosa con finocchi e spremuta di agrumi cotti al forno; eccezionale ricotta mustia scottata in padella, con fainè di ceci e rucola in salsa mediterranea. Quest’ultimo piatto ha preteso inevitabilmente un bis.
Anche i primi piatti si presentavano di ottima e originale fattura, anche se contaminati da importante gaffe culinaria. Non chiedetemi di specificare esattamente chi dei commensali abbia preso che cosa, perché ero più concentrato sulla mia vescica piuttosto che su altri futili dettagli: ottimi ravioli freschi con cuore di carciofo in crema di castagne e formaggio Asiago; fantastici spaghetti con rana pescatrice, melanzane e pomodori cherry al profumo di maggiorana; trofie al pesto di rucola e gamberi che, a una prima analisi visiva e gustativa, ci sono parsi dozzinali “argentini”. Oltre ai piatti comandati, il lungimirante e analitico Ing.Marrocu, ha preteso di testare l’ultimo primo proposto dal menù, salvo poi abbandonare temporaneamente la sala, dopo averlo appena assaggiato: eccellente zuppa del giorno di patate e carote, con crostini e condimento di formaggio caprino e caviale.
Pizza fiordilatte lardo e miele
Pizza fiordilatte cardoncello ricotta
A questo punto della cena, di comune accordo i Burricchi decidevano di evitare dei secondi “convenzionali”, per focalizzare la loro attenzione su una delle caratteristiche peculiari del “Milestone”: la pizza! Non si tratta, invero, di pizze di tradizionale fattura, che potete degustare in qualunque locale della zona. Dopo una lunga (forse ingiustificata) attesa, prima che arrivassero le birre richieste come abbeveraggio d’abbinamento, i commensali riuscivano velocemente a divorare: una ottima pizza con salsa al pomodoro, nero di seppia, gamberi, rucola, pomodori cherry e cipolline primavera; pizza con condimento di fior di latte, funghi cardoncello e ricotta mustia; sublime pizza al fior di latte, con lardo di colonnata, rucola, scaglie di pecorino e miele di corbezzolo, una delle più buone mai assaggiate in vita mia!
Milestone – Dessert
I dessert sono stata la giusta conclusione della serata: torta di ricotta, mandorle, arance; ottima panna cotta con caramellato al caffè; buonissimo tortino caldo al cioccolato con gelato al pistacchio di Bronte; strepitoso tiramisù in coppa di biscotto croccante. Eccellenti!
Invero, dobbiamo dire che i dolci non sono stati adeguatamente supportati, per mezzo di un passito servitoci eccessivamente caldo.
A questo punto, in assenza di liquori particolarmente appetibili, anche in virtù del livello di saturazione alimentare raggiunto, i commensali concludevano la loro avventura, con dei caffè e una “Fanta” (non disponibile l’adorata “Sprite”) per il Burriccu Sollai. Costo finale dell’esperienza 40€ cadauno, assolutamente commisurata alla qualità di quanto assaggiato, ed integrata a 45, per merito di un magistrale impegno comunicativo dello chef Taras, che ha così arginato sul principio qualsiasi atto di susunkaggine da parte di taluni recidivi astanti.
Il Ristorante “Milestone”, non é assente di qualche difetto organizzativo, che si è manifestato durante l’incedere della serata, e che speriamo possa risolverli durante il rodaggio del locale. Epperò, l’indiscutibile qualità della cucina, associata ad una incredibile originalità delle ricette – con particolare riferimento alle pizze – espresse in un ambiente suggestivo e romantico, lo collocano di certo tra i ristoranti più appetibili nel panorama gastronomico di Cagliari, e del quartiere “Castello” in particolare. Quattro burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Milestone”: Quattro Burricchi. |
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Ristorante Milestone |
Indirizzo: Via Corte D’Appello 33, Cagliari
Telefono: 0707564335 [mostra in google maps]
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