☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
gen 5 2013

Ristorante Su Ziru Mannu – Quartu S.E.

 Scritto da Varioz and/or Scancioffi | 3 commenti | Commenta

Su Ziru - Interno

Su Ziru – Interno

 

Tenidi arrejoni chini narada ca chi no pappa pezz’è proccu olli nai chi no dd’adi mai pappada bona.

E’ con questa citazione colta, proveniente da uno dei saggi protagonisti del racconto che seguirà, che voglio onorare la tradizione ainina della commistione tra cibo e cultura.
Un venerdì sera come tanti, meno freddo di quanto le statistiche di gennaio suggerirebbero, i tre asini ufficiali e quattro membri onorari si incontrano in quel di Quartu per la prima ciccionata del 2013: il ristorante prescelto è “Su Ziru Mannu”, di recente apertura e che prende il posto del noto “Sa Ide e S’Ollia”, sito infatti in Via Cagliari, 167.

 

Su Ziru - Antipasti

Su Ziru – Focacce & Antipasti misti

 

Il rendez-vous ha più il sapore di un briefing da Mission Impossible, con i quattro “ospiti” recuperati nei quattro angoli del globo da un eccessivamente previdente Sollai che attendono per venti minuti i puntualissimi Raschione e Jesus all’ingresso del ristorante. Il Marroccu, recuperato all’ultimo, annuncia con una telefonata di aver deciso di degnarci della propria presenza, così decidiamo di non indugiare ulteriormente e senza alcun rispetto per il ritardatario in arrivo facciamo ingresso nel locale. Più “buonasera” annunciano la nostra presenza ma in risposta solo l’eco, ulteriore ripetizione e quando pensavamo che avremmo dovuto perfino cucinare tra noi ecco che un gentile addetto ci accoglie, depenna mentalmente la prenotazione e, acquisita l’informazione della presenza di un settimo inatteso, ci destina un tavolo quadrato, piuttosto ampio, in un angolo del locale.
 

Su Ziru - Salumi formaggi

Salumi e formaggi assortiti

 

Sempre privi del rispetto per l’assenza dell’Ing. Marroccu, i commensali accettano di buon grado un prosecco di benvenuto, accompagnato da davvero ottime focacce, apprezzate da tutti sebbene il ciccionatore segreto, di professione chef, non abbia approvato del tutto l’uso del sale grosso come elemento croccante a guarnire una tipologia. Una raccomandazione del buon Sollai redarguisce immediatamente l’addetto alla servizio: “In questo angolo, noi tre (indicando sè stesso, lo chef ed il ciccionatore Dessì), pesiamo 350 Kg, quindi si regoli con le portate”. Non si è ben capito se il suggerimento fosse quello di esagerare o di essere parco con le porzioni causa dieta, ed il dubbio permane.
 

Su Ziru - Gambero su vellutata di fave

Su Ziru – Gamberi e cozze su vellutata di fave

 

Durante l’aperitivo uno sguardo al locale suggerisce che non vi siano stati cambiamenti estetici rispetto alla vecchia gestione, un ambiente familiare, caldo e semplice, quasi l’idea di un grande salone, un ampio bancone angolare suddivide idealmente una sala ad “L”, le pareti ocra e delle slanciate arcate di pietra, piacevolmente illuminate da luci calde e ben dosate, rendono piacevole la location, nè eccessivamente sfarzosa nè trascurata.
Il cameriere richiama la nostra attenzione per poter servire il vino, spiegando che non avremmo ricevuto alcun menu cartaceo e dunque avremmo dovuto fidarci del “menu degustazione”, particolare poco utile per la scelta del giusto accompagnamento, nonostante l’acuta domanda del Jesus sulle percentuali esatte di ingredienti di mare e di terra del menu stesso: si opterà infine dopo lunga disquisizione sull’opportunità di un carignano, abbinabile con carni e pesce, a scegliere l’ottimo Iselis Rosso, delle Cantine Argiolas di Serdiana, che curiosamente però è per la gran parte un monica, con una bassa percentuale di carignano ed un accenno di bovale.
 

Su Ziru - Tortino melanzane

Su Ziru – Tortino di melanzane

 

Il menu degustazione prevede, recita il cameriere, un buon numero di antipasti, per cui è suggerito di non ordinare ancora primi e secondi e posticipare la scelta ad una verifica dell’appetito residuo. Dall’angolo Sollai, Dessì, Taras, si eleva un borbottio sommesso ed appurato che non vi è alcun motivo per attendere oltre, trascurando l’assenza dell’Ing. Marroccu, si dà il via agli antipasti.
Si inizia con buoni salumi, accompagnati da ottimi formaggi, uno di fossa ed un gradevole pecorino. La materia prima è certamente di qualità ma il ciccionatore certamente più competente, posato un piatto di portata sulla mano, fa notare che lo stesso è gelido e che la composizione fosse conseguentemente già pronta in cella frigorifera, riducendo non di poco le peculiarità di cibi che dovrebbero essere serviti a temperatura ambiente. Seguono a stretto giro del salmone eccessivamente marinato nell’aceto con rucola e cipolle crude, involtini di peperone grigliato con mousse di tonno: leggerissimi, nonostante i due ingredienti di corpo. Peperoni spellati magistralmente e resi digeribilissimi e tonno equilibrato nel proprio condimento.
 

Su Ziru - Polpo con patate e miele

Su Ziru – Polpo con patate e miele

 

L’arrivo dell’Ing. Marroccu coincide con la presentazione di quello che tanti hanno eletto miglior piatto della serata: composizione di melanzane fritte, crudaiola di pomodori, pane carasau, pecorino, basilico e olio extravergine. Ottimo assemblaggio, equilibrato nelle consistenze e temperature ed apprezzato al punto da suscitare una decisa richiesta di bis.
Segue una purpuzza di maiale servita con del riso basmati in verità scotto, abbastanza anonima per alcuni, apprezzatissima dal Jesus.
Si torna al mare con un ineccepibile polpo cotto magistralmente, servito con un piacevole condimento di pomodori secchi ed un delicato miele.
 

Su Ziru - Risotto maiale

Risotto e maiale

 

Si prosegue col mare con una sautè di gamberi e cozze su crema di fave, un piatto non indimenticabile, con consistenza e dimensione delle cozze incostante nei vari piatti e crema di fave probabilmente preparata con largo anticipo, ormai poco gradevole al palato. Nota di merito del cameriere che sinceratosi della presenza di un fabico tra i commensali, onde evitare crisi emolitica che avrebbe pregiudicato la puntualità nel servizio del resto della cena, ha proposto un piatto sostitutivo, costituito da succulenta cordula di agnello servita su vellutata, delicata e liscia, di piselli.
Appurato che l’appetito vien mangiando e che gli antipasti hanno solo scalfito le esigenze nutrizionali degli autocompattatori con sembianze umane, concordiamo per l’assaggio di due primi costituiti da piacevoli “chicchette” («perle», ndr.) di ricotta, davvero morbide e delicate, accompagnate da un pesto di mare molto saporito ma invero migliorabile nella preparazione e nella presentazione. Il primo alternativo sono dei cavatelli al ragù di agnello, di buona consistenza ma insipidi, privi della forza che l’uso di una carne tanto saporita dovrebbe garantire.
 

Su Ziru - Primi piatti

Su Ziru – Cavatelli al ragà d’agnello, Perle di ricotta

 

«Nove saranno i membri della Compagnia dell’Agnello, ed i Nove Viandanti si opporranno ai Nove Cavalieri che sono Malvagi. Il totale dei Nove è stato raggiunto. Fra sette giorni la compagnia deve partire.»

Citazione tolkeniana rivisitata in onore della compagnia di commensali che, seppur solo sette, data la mole di una buona parte di essi, potrebbe pesare quanto nove uomini di costituzione normale. La rivisitazione è dovuta alla presenza ricorrente dell’agnello, forse suggerito dal periodo e dall’atmosfera ancora festiva, riproposto come secondo in forma di costine su salsa di prugne. Su questa scelta dello chef alcuni non si sono espressi, altri l’hanno giudicata mediamente adeguata ma il voto prevalente è stata l’insufficienza e pareri discordanti ha guadagnato anche il piatto finale, un trancio di salmone in crosta di cereali, poco croccanti a dire il vero; l’intero piatto è stato bocciato dal nostro chef che polemizzava sulla scelta del salmone in sostituzione di una grande varietà e qualità di pesci delle nostre acque, critica che lo scrivente si sente di assecondare.
 

Su Ziru - Salmone in crosta

Salmone, crosta di cereali

Su Ziru - Agnello

Agnello, salsa di prugne

 

Alla terza ed ultima (per indisponibilità di scorte del ristorante) bottiglia di Iselis Rosso, la Compagnia confabula sull’opportunità di concludere con un dolce ed il cortese cameriere, che nel frattempo ci ha imposto un più informale “tu” al posto del “lei”, captata la volontà di tanti di provare la crema catalana, convincente dessert della precedente gestione, si scusa dichiarandone l’indisponibilità e scomparendo in cucina, per uscire pochi minuti dopo con la proposta di una preparazione espressa del dolce richiesto: 6 su 7 accettano, il Sollai ripiega sull’usuale Sprite, contagiando un insolitamente taciturno Marroccu.
La catalana si rivelerà una preparazione non classica, considerando i tempi davvero ridotti ma tutto sommato migliore di tante altre. Caffè ed i classici estratti alcolici della nostra tradizione concludono l’esperienza, costata a ciascun commensale 42€, arrotondati volontariamente a 45 per semplificare le operazione di pagamento.
 

Su Ziru - Crema catalana

Su Ziru – Crema catalana

 

Il giudizio dello scrivente tiene conto di vari fattori e della preziosa competenza del buon Taras, arrivando alla sintesi di “2 Burricchi”, con aggiunta di una stella per la cortesia e la disponibilità dell’addetto in sala in varie circostanze. Il giudizio è severo per via di alcuni piatti non convincenti e dell’assenza di un menu cartaceo: l’imposizione di un menu degustazione “sulla fiducia”, con 24 ore di preavviso dal momento della prenotazione, deve presupporre l’assoluta perfezione del percorso enogastronomico, perfezione in verità lontana e che non giustifica il prezzo, adeguato per quantità ma eccessivo, davvero di poco, per qualità e continuità.
Una gestione nuova comunque che, siamo certi, accoglierà con favore il plauso per gli aspetti positivi e costruttivamente le critiche. La Compagnia, a questo punto, si può sciogliere.

 


VALUTAZIONE “Su Ziru Mannu”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Su Ziru Mannu Indirizzo: Via Cagliari 167, Quartu Sant’Elena
Telefono: 3287559149    [mostra in google maps]
 

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set 23 2012

Picasso Café Restaurant – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Picasso - Interno

Picasso – Interno

 

«A los doce años sabía dibujar como Rafael, pero necesité toda una vida para aprender a pintar como un niño

Yo soy Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Annibali Picasso – Olè!

L’abbandono della prospettiva, la diserzione dello spazio, l’autorità del colore, sospinti e confinati con violenza sulla tela, afferrati e urlati al mondo in un vortice psichedelico di cognizione ed emozione. Ogni tratto è un segno di vita, ogni dettaglio è un delirio di umana passione.
 

Picasso - Tagliere di terra

Picasso – Tagliere di terra

 

«Su questo tessuto di tela bianca, che ha come confini la vita fuori dall’arte, scopro il mio campo di battaglia, in cui un solo soldato solitario, combatterà la sua guerra contro se stesso.»

Entro questi ovattati confini, oltre i quali potete trovare quella cosa inutile che non è Donkey Challenge, settimanalmente combattono, i vostri amati donkeys, le loro colorate e allegoriche battaglie, condotte contro l’inedia e il sobrio vivere per conquistare, con fatica e determinazione, le più alte vette della buona cucina e delle nostrane, culinarie tradizioni.
La guernica che adesso qui dipingiamo, descrive la nostra nuova battaglia, vissuta in una tiepida notte di fine Estate in quel di Cagliari. I “feroci nemici” di oggi saranno, vedremo tra breve, due giovani ed avvenenti fanciulle, che hanno sudato non poco nel guerreggiare con quattro esigenti ed incontentabili burricchi, difendendo con passione il loro arrocco.
 

Picasso - Bruschette al pomodoro

Picasso – Bruschette al pomodoro

 

Giovedì sera. Il giorno prima della ciccionata l’ingegner Marrocu – felicemente integrato in una comitiva “tutti cacciavite” -, viene intercettato dalla donna del presidente, in un noto e pluriburriccato locale cagliaritano. In quell’occasione, sollecitato indirettamente da Jesus – in contatto medianico/mediatico dalla sua cameretta – dichiarava che non avrebbe potuto presentarsi all’empio svolgersi del rito, per imprescindibili impegni di lavoro.
Venerdì sera, ore 20.59. Allorquando Jesus e il Raschione, arrivati nella stretta via Ospedale ed individuata l’antimimetica sagoma del Burriccu Sollai, volgevano lo sguardo verso il ristorante “Picasso café”, riuscivano a scorgere, con trattenuti accenni di giubilo e stupore, la plumbea figura dell’ingegnere, che intanto s’era scientemente celato sull’ingresso del locale, per produrre manifesta e rumorosa sorpresa, già sindacando sul fatto che fosse arrivato qualche minuto prima dei due comunque puntuali burricchi. Ancora prima, aveva paventato telefonicamente la remota ipotesi del suo arrivo, a dispetto del forfait iniziale. Come “ospite” aggiunto alla prima prenotazione, avrebbe poi causato non pochi problemi di benessere ambientale, ai tre più irreprensibili (nella condotta) colleghi.
 

Picasso - Raviolini ai funghi porcini

Picasso – Raviolini ai funghi porcini

 

L’ingresso dei quattro equidi nel ristorante, sembra quasi l’introduzione di una commedia pirandelliana, la cui protagonista è la graziosa e gentilissima cameriera dai tratti nordici che, contemporaneamente al nostro arrivo, vedeva incidentalmente presentarsi altri due gruppi di commensali, all’unisono rivendicanti la loro prenotazione, tanto da creare non poco disordine e caos, fino al punto di indurla a sincretizzare logisticamente i burricchi, con gli avventori di un altro tavolo!
Durante la serata, la stessa cameriera verrà insistentemente importunata dalla puntigliose richieste del Tetriumvirato – di Jesus in particolare – mantenendo, sempre e comunque, un approccio empatico e cordiale, nonché un istintuale ed incorruttibile sorriso sulle labbra. Personalmente, io ci avrei servito il veleno per topi!
 

Picasso - Trofiette noci gorgonzola

Picasso – Trofiette noci gorgonzola

 

Strutturalmente, il locale si presenta con un grande vestibolo d’ingresso e con accattivanti pareti vermiglie, decorate da riproduzioni d’opere del geniale pittore iberico, verosimilmente riconducibili al periodo cubista analitico. Il vestibolo, muta rapidamente in una graziosa zona bar, in cui sembrano comunque non integralmente valorizzati gli spazi architettonici. Una prima sala da pranzo laterale, ospita le tavolate più consistenti mentre, più in fondo al locale, compare una saletta più intima e riservata, che sarebbe ritrovo ideale per cene all’insegna della quiete e del romanticismo, se non fosse per l’immancabile, molesto, televisore LCD – tra l’altro con un evidente problema di saturazione degli altoparlanti -, che violenta irrimediabilmente l’ambientazione. «Non vi piace? Eppure i nostri clienti lo vogliono per guardarsi il Tg a pranzo». «Allora forse è meglio che cambiate clientela! »
 

Picasso - Bistecca patatine

Picasso – Bistecca patatine

 

In quest’ultimo riservato ambiente, vengono fatti accomodare i quattro asinini clienti, in un piccolo tavolo quadrato che – come da prenotazione -, doveva e poteva accoglierne esclusivamente tre.
L’esordio relazionale con la cameriera, non mancava di gag subitamente esilaranti.

C.: «Potete scegliere dal menù questo e questo…»
J.: «Ehm, come scusi?»
C.: «Non avete, il coupon? avete “scontu”???»
S.: «No, abbiamo i soldi!»
C.: «Allora scegliete tutto quello che volete!»

Il menù del “Picasso” – tra l’altro interamente scritto a mano su carta quadrettata, con bella calligrafia, 10 anni!!! – si compone quasi esclusivamente di piatti di terra, di non articolatissima composizione, ed è particolarmente ampio e variegato; una diversa e più ricercata filosofia, avrebbe preferito restringere il numero di pietanze proposte, per concentrarsi su piatti di maggiore elaborazione e qualità.
 

Picasso - Carpaccio rucola e grana

Picasso – Carpaccio rucola e grana

 

Di buon grado, i burricchi si adeguavano all’offerta della cucina, indirizzandosi obbligatoriamente sugli antipasti di terra, e contestualmente comandavano un rosso DOC “Perdera” di Argiolas.
Gli antipasti erano costituiti da un variopinto tagliere, allestito con pecorino semi stagionato, ricotta vaccina, mortadella speziata, salsiccia sarda piccante, salame, testa in cassetta (tutto senza particolari eccellenze) con successiva appendice di olive sott’olio (simil-saclà) e bruschettine al pomodoro (buone).
Decisamente più interessanti i primi piatti, di marcato proponimento autunnale: trofiette alle noci e gorgonzola per il Raschione Ettore e per l’Ing.Marrocu, Raviolini ai funghi porcini, burro e salvia, per Jesus e il Burriccu Sollai.
A questo punto, già ordinati ed attesi i secondi piatti, l’Ing.Marrocu, dopo esser brevemente uscito dal locale per una malsana pausa sigaretta, ritornava al tavolo con la fronte corrugata e una notizia inquietante da comunicarci: «Ragazzi, la situazione è questa, c’è una ispezione ASL in corso, la cucina è bloccata e io mi devo alzare alle 5 e mezza. Ciao ciao!». La dipartita del preoccupato ingegnere – a dire la verità non contestata o contrastata con partecipazione da nessuno dei commensali – è risultata pressoché frettolosa, perché dopo pochi minuti, conclusasi felicemente l’ispezione, si sarebbe di nuovo materializzata la cortese cameriera (sempre la stessa, solo occasionalmente sostituita da un ragazzo, altrettanto gentile), con le pietanze richieste qualche decina di minuti prima («Vorrei una bistecca, che tagli avete?».«Le facciamo da 350g!»).
 

Picasso - Torta al cioccolato

Picasso – Torta al cioccolato

 

Relativamente al burriccu Sollai, trattavasi di una buona costata di manzo, senza condimento (l’alternativa era aglio e prezzemolo), servita con contorno di patatine fritte; Jesus e il Raschione, invero, si erano fatti conquistare da un carpaccio di manzo con rucola e grana, rivelatosi piuttosto buono, benché Jesus non abbia gradito (perché non particolarmente amante di quest’erba) la presenza della rucola, unico difetto, a suo dire, dei carpacci rucola e grana. Vi chiederete, a questo punto, perché un soggetto mentalmente equilibrato, debba ordinare una pietanza che non ama, in presenza di un’ampia scelta di più apprezzate pietanze, e questa domanda contiene già di per sé la risposta che cercate!
La cena si concludeva quindi con una discreta torta (gelato) al cioccolato, con la canonica sprite digestiva per Sollai, con una eccellente liquirizia “Tanca dei pavoni” per Ettore, e con un caffè e un “Cynar” per Jesus. Il prezzo finale, 22€ cadauno, è da giudicarsi un 15-20% sotto la soglia ideale.

Lodevole l’iniziativa della bella proprietaria che, visibilmente mortificata, é arrivata in sala per scusarsi personalmente del ritardo – tra l’altro neanche particolarmente pesante -, cagionato dall’ispezione a sorpresa («E’ la prima che subiamo da quando siamo aperti» … chiedetevi perché, proprio in concomitanza con l’arrivo dei burricchi!), con la quale Jesus ha poi imbastito la discussione relativa all’opportunità di tenere o meno un televisore in sala, in luogo di un adeguato impianto di amplificazione acustica, con relativa musica d’atmosfera in sottofondo, e di cacciare a pedate, eventuali clienti che ne richiedessero nuova installazione.
Impagabile l’episodio finale per il quale, già fuori dal locale, siamo stati rincorsi dalla stessa proprietaria, che aveva interpretato come errore di calcolo («Questi non sbagliano, sono Ingegneri … o susunki! cit.») i dieci euro elargiti come mancia, a riconoscimento della comunque piacevole serata:

«Scusi ma i suoi clienti non lasciano mai la mancia?»
«No mai, perché?».
«Gliel’ho detto che deve cambiare clienti!»

Il “Picasso café”, è caratterizzato da un’ambientazione gradevole e da una atmosfera familiare e rilassante, confezionata attraverso l’empatica gentilezza del personale (menzione speciale). Un meno appassionato panegirico, possiamo imbastire per la qualità della cucina (comunque discreta), che sembra compressa e condizionata dalla scelta del target di riferimento. Suggeriamo, a rischio di perdere qualche cliente per l’inevitabile innalzarsi dei prezzi, di puntare di più su una cucina ricercata e di qualità, che potrebbe rendere il ristorante un saldo punto di riferimento della Cagliari culinaria. Due burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Picasso café”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Picasso café Indirizzo: Via Ospedale 33, Cagliari
Telefono: 3492901317 [mostra in google maps]
 

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giu 12 2011

Ristorante Gusto Bio – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Gusto Bio - Interno

Gusto Bio – Interno

 

Possiamo essere ben certi, che già nel legger il nome del Ristorante quest’oggi recensito
– il quale monoliticamente accomoda ed esplicita natura e filosofia del medesimo – qualcuno di voi possa esser tentato e indotto nello storcere il naso; non tanto perché non sia anzi diffusamente apprezzato e ricercato l’universo che ruota intorno al concetto di biologico, ed in particolar modo il mangiar bene e l’alta ristorazione, ma piuttosto invece – se bene avete avuto modo di conoscerlo – per un radicale istinto di disinteresse, ed anzi avversione, da parte del vostro amato Jesus, per tutto ciò che è βιος (Vita), in luogo del più per lui congeniale – freudianamente parlando – istinto di θάνατος (Thanatos), globalizzato e sublimato nell’amore (έρως) per la modernità asfissiante, la cementificazione selvaggia, ed il nucleare di primissima generazione.

Gusto Bio - Carpaccio di manzo

Gusto Bio – Carpaccio di manzo


Se però ragioniamo per un minuto sul solenne istituzionale ruolo che il vostro navigato capo Triumviro ha fieramente sostenuto in tanti mesi di “estenuanti” peregrinazioni  alimentari, con assoluto rigore morale, scevra obiettività ed onestà intellettuale, non vi sarà mentalmente difficile immaginare l’affiatato gruppo di Triumviri ufficiali – Jesus, Raschione Ettore, Ing. Marrocu – trovarsi e ritrovarsi, con maniacale puntualità, alle ore 20.58 di Sabato sera, in quel di Cagliari, Vico I Barone Rossi, in fronte all’ingresso di Gusto Bio.
Indichiamo preliminarmente che la struttura del locale integra in sè sia il ristorante sia un supermercato di prodotti biologici, ed è interamente gestito da  S’Atra Sardigna , coperativa agricola di produzione biologiche.

Gusto Bio - Ricotta di pecora fave pistacchio

Gusto Bio – Ricotta di pecora fave pistacchio


Tale peculiarità si trasduce, oltre che per la indubbia qualità e genuinità degli ingredienti elaborati dalla cucina, in una serie di ricercati particolari quali: pasta artigianale, pane cotto nel forno a legna e lievitato con “pasta madre”, acqua di rete filtrata e de-batterizzata, servita in familiari bottiglie di vetro, vino della casa proveniente da vitigni prevalentemente biologici, caffè equo solidale. Tutte queste indicazioni, oltre ché venire fornite dal personale durante il pranzo o la cena, sono ben riportate e pubblicizzate mediante una serie di discreti opuscoli informativi, che accompagnano ciascuno coperto, e comunque possono essere recuperate in rete, direttamente sul sito del ristorante.

Gusto Bio - Tortino di verdure

Gusto Bio – Tortino di verdure


Altra particolarità non comune, la possibilità di giudicare democraticamente il trattamento ricevuto, mediante una scheda valutativa da compilarsi in forma anonima.
Varcato l’ingresso del ristorante ci si ritrova in un ambiente che definirei luminescente e moderno. Il colore bianco, simbolo di purezza e integrità, domina su pareti e arredi, interrotto da elementi decorativi che rimandano all’azzurro del cielo e del mare (il parquet), ed al bruno colore della
Madre Terra.
Superato uno stretto corridoio, si percorrono i gradini di una elegante scalinata, che conduce ad un ampio soppalco da cui si domina il sottostante supermercato biologico, intelligentemente ed esteticamente integrato al contesto del ristorante, grazie al sapiente uso della illuminazione. 
Eccellente ed adeguata, una volta tanto, la qualità dell’audio diffuso in sottofondo da una serie di funzionali altoparlanti neri.

Gusto Bio - Riso rosso selvatico

Gusto Bio – Riso rosso selvatico


Ci accomodiamo ad un ampio tavolo squadrato, su delle graziosamente comode sedie, color bianco latte.
I camerieri sono molto gentili, attenti, discreti ed in numero più che adeguato rispetto ai non tantissimi avventori presenti in sala; non usano il tradizionale taccuino per gli appunti ma un ben poco
eco-compatibile Apple iPad, cosa che rincuora e lusinga la componente più prettamente consumistica del vostro amato, e ben lo predispone, mitigandone la fin lì non celata diffidenza.
Il menù è piuttosto originale e variegato ma, in virtù della specifica natura degli ingredienti, non propone specialità di mare. Non è possibile ordinare la serie di assaggi di antipasti al di fuori dal “menu degustazione”, per cui ciascheduno degli astanti ordina una differente pietanza, da condividere poi con i propri burricchi colleghi.

Gusto Bio - Crespelle ai funghi

Gusto Bio – Crespelle ai funghi


Sconsiderata, dobbiamo dirlo, la scelta del vino da parte del Raschione Ettore, che di propria egoistica iniziativa, anticipando i sorpresi Triumviri e lo stupefatto cameriere, ordinava un Vermentino DOC “Le Sabbie”, delle celebri cantine Meloni di Selargius (vitigni vermentino/sauvignon Senorbì). Intendiamoci, non che tale nettare non sia in assoluto encomiabile, ma accompagnare con una bottiglia di “bianco”, pietanze prettamente ed esclusivamente di terra, è paragonabile all’idiosincratico accostamento tra caffè e limonata.
Motivo per il quale, per una volta tanto e almeno in parte, l’Ing.Marrocu non è stato l’unico oggetto di scherno e derisione da parte dei commensali nel corso della serata; a metà bottiglia, Jesus e lo stesso Ingegnere, imponevano la sostituzione con un ben più adeguato rosso della casa, “prodotto con uvaggi misti autoctoni come monica e cannonau”.

Gusto Bio - Tagliata di manzo

Gusto Bio – Tagliata di manzo


Giungiamo quindi a considerare il trittico di antipasti assaggiati dai Triumviri commensali.
Dobbiamo convenire ed ammettere, che il complesso delle pietanze presentate si è rivelato molto positivo.
Ingredienti semplici e genuini, sapientemente preparati ed ottimamente presentati, segno evidente che dietro la spendibile esibizione della natura biologica del ristorante, poteva altresì scorgersi l’impronta di una ricercata cucina d’alta scuola.
Molto buono il carpaccio di manzo su rucola con prataioli e scaglie di parmigiano, ottimo il tortino di verdure con pecorino e vellutata di melanzane, sublime la ricotta di pecora in crema di fave e pistacchio. Porzioni non abbondanti, ma giustamente dosate per un pasto completo.

Gusto Bio - Entrecote in salsa d'asparagi

Gusto Bio – Entrecote in salsa d'asparagi


Primi piatti anch’essi di terra e di origine bio: riso rosso selvatico con cicoria, porri, pancetta e pecorino per Jesus ed il Raschione,  crespelle ai funghi prataioli in crema di latte e pecorino per l’Ing.Marrocu. Piatti entrambi decisamente gustosi e superbamente preparati, anche se, dobbiamo sottolineare, più adatti alle rigidità dell’Inverno passato, piuttosto che all’inesorabile incombere della sperabilmente calda Estate.
A questo punto della cena, i tre commensali trovavano il giusto spazio e desiderio, per voler testare i secondi piatti del ristorante. A tal proposito rivolgevano la loro attenzione sulle pietanze di carne: tagliata di manzo su rucola con scaglie di parmigiano, decorata con verdure e aceto balsamico per Jesus (piuttosto buona), entrecote in salsa di asparagi e gorgonzola per Ettore («eccellente») ed infine, entrecote ai ferri per l’Ing.Marrocu.

Gusto Bio - Mini sebadas al miele

Gusto Bio – Mini sebadas al miele


Inevitabile quindi che i tre terminassero la lunga cena con la prova del dolce, spesso determinante per la fortuna o la disgrazia di un locale, in termini di valutazione finale. Ebbene, a tal verifica la cucina di “Gusto Bio” si è dimostrata all’altezza, superando l’esame a pieni voti: notevole si è rivelato il semifreddo al croccante di nocciole, pistacchio e noci in salsa di fragole, degustato da Jesus e l’Ing. Marrocu, spettacolari ed originalissime le mini sebadas al miele con scorza d’arancia, trangugiate senza esitazione dal goloso Raschione. Ad accompagnare il dessert, un ottimo moscato nostrano, immaginiamo anch’esso proveniente da vitigni bio e offerto dalla casa.

Gusto Bio - Semifreddo al croccante di nocciole

Gusto Bio – Semifreddo al croccante di nocciole


Il pasto si concludeva infine con il caffè (equo e solidale) e con uno stranissimo liquore di elicriso, non pienamente apprezzato dall’Ing.Marrocu perché proposto come succedaneo della più desiderata e apprezzata “Liquirizia”, non presente nella seppur fornita cantina del ristorante.
Costo cadauno della serata 47€, che mette in conto antipasti/primo/secondo/contorno e bottiglia di vino + vino della casa. Comunque prendendo in considerazione qualità del servizio e provenienza degli ingredienti, possiamo considerare il prezzo un 10% al di sopra della soglia ideale.
Indipendentemente dalla più volte citata filosofia bio, “Gusto Bio” è di per sè un locale non comune, per ambientazione, servizio, qualità ed originalità dei piatti.
Inoltre, vista la non economicità di base, il Raschione Ettore mi segnala di aver notato nel menù la presenza di pietanze espressamente gluten-free. Chi ha orecchie (da burriccu) per intendere, spenda.


VALUTAZIONE “Gusto Bio”: Tre Burricchi.
Ristorante Gusto Bio Indirizzo: Vico I Barone Rossi 2/a, Cagliari
Telefono: 3939356201 [mostra in google maps]

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